Lo dicevamo la scorsa settimana su Inklog, ed ora possiamo sentirla e rabbrividire con tutte le nostre forze: ecco Ad ogni costo, la versione in italiano di Creep dei Radiohead ad opera di Vasco Rossi. C’è bisogno di descrivervela in tutto il suo orrore o ve la immaginate da soli?
Ma sono quiii
Amo dirtelo
Voglio restare insieme a te
Ad ogni costoooooo
Si prega di leggere anche i commenti dela pagina Youtube, roba del tipo:
I radiohead non dovranno far altro ke ringraziare Vasco perkè se ora saranno riconosciuti anke in italia è grazie a lui visto ke fino ad ora non li cagava nessuno!!!
Solo in italia riusciamo a criticare i nostri cantanti migliori quando all’estero fare cover di altre canzoni è una cosa normale!!!silenzio x favore…se odiate vasco alla larga dai suoi video su (crikko87)
Non l’avevo mai ascoltata fino a qualche giorno fa, quando ho letto che Vasco avrebbe fatto una cover, e, a parte la musica, non mi sembra niente di particolare sta Creep! Mentre Ad ogni costo è bellissima! (saveriogerardis)
Io amavo "creep" dei radiohead da morire, immaginate ora …Veramante turba le mie emozioni in una maniera incredibile "TANTO E’ LO STESSO, SOFFRO ANCHE SPESSO, MA SONO QUI, AMO DIRTELO" bhè quì il cuore si squarcia, ed anche il suo "nananaaaaaa" finale sulle note, spettacolare …Chiudo gli occhi, schiaccio Play e continuo a sognare grazie a te, ringraziandoti dal piu profondo del mio cuore, Vasco, Ti amo!
Claudio ( VASCOlisti anonimi group)
Aspettando Caserta ! (Claudietto)
Se il web fosse esistito nell’83 (prima che ve lo chiediate: no, non esisteva), la Home Page della Apple sarebbe stata più o meno così. Clicca sull’immagine per ingrandire.
Se sei stato infastidito dall’attenzione che sono riusciti ad attirare già giovanissimi nella piccola e provinciale scena italiana (dovuta a molto lavoro, parecchia fortuna ma anche ad un paio di amicizie giuste) e sei allergico al modo in cui incarnano gli stilemi tipici di certo indie, probabilmente ti stanno sulle palle. Non ti capisco, ma ha un senso.
Se te ne freghi di queste cose e pensi solo alla musica, e ti fai atterrare con facilità da ritornelli indie-pop o cantilene elettroniche paranoiche, probabilmente invece li ami. E come darti torto.
Fino ad oggi erano soprattutto una band di grandi promesse, i My awesome mixtape. Dopo un EP d’esordio eccellente ma breve (Songs of Sadness Songs of Happiness, in free download qui grazie alla benemerita Kirsten’s Postcard), seguito da un LP (My lonely and sad Waterloo) ambizioso e non sempre a fuoco e, questa primavera, da un altro EP (Other Houses, anche questo in free download, stavolta su Vitaminic Pronti al Peggio) costruito intorno al singolone Me and the washing machine, i MAM sono arrivati alla resa dei conti. E le promesse sono finalmente mantenute.
How could a village turn into a town, il nuovo LP appena uscito per 42 Records è, da copione, il disco della maturità. Il sound si fa sfaccettato e ricco, i riferimenti meno chiari e meglio assimilati, le canzoni fanno centro anche quando sfiorano generi che con l’indie hanno ben poco a che fare (è dub quello che sento in Inhabitants?) e il progetto (dalla splendida grafica del booklet alle bellissime My awesome mixtees, dalla ricca promozione due punto zero –Twitter, Last.Fm, pure Friendfeed– al diario del tour europeo in corso in questi giorni) curato come quello delle migliori band d’oltreoceano. Ma soprattutto, c’è il disco. Un gran bel disco.
Ho avuto la fortuna di conoscere e seguire i MAM fin dagli inizi, e benchè io conosca personalmente -più o meno bene- parecchi musicisti, per ben pochi mi avete sentito usare su queste pagine i superlativi che riservo ai MAM. Ho assistito al al loro primo o secondo live in assoluto (a Villa Serena), convinto dal leader Maolo che mi aveva fermato una sera nei corridoi del Covo. Ho avuto la fortuna di aver sentito i loro demo, di aver suonato in pista molte volte The painter and the antropologist e Me and the washing machine e di aver passato la scorsa Estate con How could a village turn into a town fisso sul lettore (senza poterne parlare). Ora ho la fortuna di farlo sentire tutto anche a voi (in streaming, cliccando Play qui sotto), e voi, a vostra volta, potete fare lo stesso sul vostro blog o sul vostro profilo di Facebook. Pratico e democratico.
Ma soprattutto ho la fortuna di poter condividere con voi (in esclusiva) la versione demo di uno dei miei pezzi preferiti del disco, quella A train melancholy song che conclude il lotto, e che nella sua versione primitiva è cupa, funerea e sintetica come un’Estate fatta di treni persi e distanze che dividono. Perchè, come recita il ritornello, «Partenze e arrivi sono la stessa cosa, dipende solo da dove vuoi andare».
I My awesome mixtape sono giovani e certamente ancora lontani da un arrivo. Alla seconda fermata, però, sono già in prima classe.
Ieri sera Randall Munroe, l’autore del vostro web comic preferito, ha incontrato il pubblico durante una serata di raccolta fondi della Electronic Frontier Foundation chiamata Geek Reading (…) per rispondere alle domande che gli sono state poste su Reddit da decine di fan.
La prima cosa che ti viene in mente guardando Human skateboard, video in stop-motion firmato Sneax Shoes Video è che girarlo non dev’essere stato proprio piacevole. Per quello sotto, essenzialmente.
Avete presente cosa sono i Lolcat e il lolspeak, vero? Siete iscritti ai feed di I can has cheezburger? Bene. Almeno non devo spiegarvi niente. Se invece non sapete di cosa sto parlando, saltate pure questo post. Tanto non capirete. Tranquilli: è decisamente un buon segno.
In ogni caso, Loltheorists (scoperta grazie al tumblr Bidonica) è una pagina di Livejournal con la filosofia al posto dei gatti. Devo aggiungere altro?
Se il matrimonio d’o Zulù vi è sembrato troppo sobrio ma siete appassionati del genere, probabilmente amerete questo spettacolare set di foto di un vero matrimonio metal.
Qui sotto: gli sposi, la sposa con le damigelle, il prete (?) che officia la cerimonia (su un pickup, e dove sennò). Dev’essere stato un evento delizioso.
A meno di un mese dall’uscita del nuovo disco Poweri, il gruppo farraginoso più amato dagli italiani sbarca oltreoceano e fa presentare il suo nuovo singolo in anteprima dal celebre blog americano electro-oriented Big Stereo, in abbinamento all’ormai inevitabile remix contest.
La band torna all’inglese (ma il disco, mi dicono dalla regia, è metà e metà) e il sound si fa in parte dance anni ’90 in parte italo-disco (ma sempre dalla regia mi dicono che è un disco molto vario) e io non potrei essere più felice. Dalla regia confermano.
L'avrete già visto tutti, ma dopo averlo scoperto qualche settimana fa (grazie a Benty) e averlo citato con un paio di amici faccio prima a postare qui il video del matrimonio di Luca Zulù dei 99 Posse che qualcuno ha caricato su YouTube (c'è anche questo). Qualsiasi commento è superfluo.
[a latere, come annunciano sul loro sito i 99 Posse si sono riformati -senza Meg- e questo autunno sono in tour. Questi cazzo di anni zero non finiranno più, ma neanche i '90 scherzano]
-Disclaimer di rito-
Mp3 and video links posted on this site are for evaluation purposes only and point to files already available somewhere across the web. If you like them, buy the CDs and support the artists. If you are the artist or the copyright owner and would like a link removed, just let me know. I'll take it off, and you'll lose some free promotion. Now, that's smart.