mercoledì, 31/03/2010

Emilia paracula

Via Colas a su segnalazione di Jukka, (che intitola il suo post con il miglior calembour possibile: «m'importa na sega nord») ecco la farneticante dichiarazione di voto di Giovanni Lindo Ferretti, già voce, parole e pseudo-guru punk di CCCP, CSI e PGR, e ora più o meno fondamentalista cattolico, e -scopriamo adesso- pure leghista. Impazzito? Paraculo? Rincretinito con l'età? Oppure l'ultimo vero punk?

 

«Dobbiamo votare tutti –prosegue Ferretti – perché votare più che un diritto è un dovere . Non è la prima volta che voto per la Lega Nord , però fino a pochi giorni fa ero quasi convinto di darlo al Pdl .
L’ultimo discorso del presidente Berlusconi sulla faccenda araba non mi è piaciuto, anzi lo ringrazio perché così mi ha chiarito le idee facendomi risolvere quello che era un mio problema e cioè a chi dare il voto. D‘altra parte come cittadino mi sento in dovere di votare e lasciare la scheda bianca mi disturba. Il nostro è un Paese molto complicato con tanti problemi da risolvere. Ormai sta prendendo campo ilsistema che più che votare a
favore di qualcuno si vota contro il presidente.
Meno male che c’è la Lega nord. Preferisco scegliere, consapevole che eleggiamo signori che stanno lì solo 5 anni.
Berlusconi ha molti pregi, però ultimamente sta attraversando un periodo pesante e particolarmente sfortunato» [#]

 

MP3  CCCP – Emilia Paranoica

martedì, 30/03/2010

Se può servire a capirci qualcosa

di

Ho “intervistato” la segretaria dello studio milanese ove lavoro. Ho posto le domande nel modo più neutro possibile.

Tu e tuo marito siete andati a votare?

«No.»

Perché?

«La gente si è stufata.»

Pensi che i politici siano tutti uguali?

«Sì. Comunque meglio che sia andata come è andata. Se andava su la sinistra eravamo rovinati. Anche così siamo rovinati eh, ma con la sinistra sarebbe stato peggio.»

Per chi pensi che sia peggio?

«Per noi [si indica, n.d.r.]. Per i lavoratori.»

Solitamente si pensa che la sinistra sia la parte che tutela maggiormente i lavoratori. In che senso quindi peggio per i lavoratori?

«Guarda che è stata la sinistra a fare entrare tutti quegli immigrati. Guarda la FIAT. Tutte quelle persone senza lavoro.»

Quindi dici che il problema dei lavoratori sono gli immigrati.

«Eh, Sì.»

Per Pasqua torni a trovare i parenti in Calabria?

«Sì»

Mi mandi questo fax per favore?

martedì, 30/03/2010

Una ragazza che potrei sposare

E' una ragazza che pubblica online un video in cui tiene in equilibrio 15 libri sulla sua testa mentre recita il pi greco fino alle centesima cifra e risolve un cubo di Rubik. Contemporaneamente.

Come commentano su YouTube, sicuramente è brava anche in cucina.

 

martedì, 30/03/2010

più o meno quello che ha detto la tipa dei Knife truccata da seppia ripiena ritirando un premio

Basterebbe poco ad Olof. Una mail a Pitchfork con allegato un mp3 e a malapena un "Ciao sono Olof dei Knife e questo è il mio progetto parallelo industrial/techno/aggiungituungenere". Invece per un anno buono Oni Ayhun su Oni Ayhun Records è stato uno di quei progetti anonimi che eccitano un mondo ristretto di pervertiti techno che corre dietro a sigle ed etichette come EQD, WAX, SQRVB (una di queste sigle non è riconducibile a Shed) e a cosa c'è dietro la maschera rossa di Redshape. Oggi dovrebbe essere abbastanza assodato che Oni Ayhun è in realtà Olof Drejier dei Knife nella sua incarnazione da club berlinese senza voce sotto Creative Commons e se non ci fosse il lato B del terzo vinile OAR a confermarlo dovrebbero fare fede le apparizioni ricoperto di bianco con un clarinetto elettronico autocampionato live al Panorama Bar di, appunto, Berlino. Le classiche indiezine che celebravano i Knife come disco dell'anno e che si sono spese per l'obbrobriosa opera darwiniana ignorano le uscite di Oni Ayhun e non recensiranno certo l'attesissimo e acclamato, sempre in ambito di noi pervertiti, quarto vinile che è una gioia di chimica industriale. Dedicato a NaHCO3 + H+ → Na+ + CO2 + H2O.

 

MP3 Oni Ayhun – OAR 003-B

lunedì, 29/03/2010

Il coro delle indie-vergini suicide

Sulle Girl Crisis in rete si trova ben poco, e la cosa è quantomeno curiosa visto che il tasso di indie-notiziabilità del progetto è notevole, e anche il risultato artistico -se vi piace il genere- è tutt'altro che da sottovalutare.

Sotto questo nome si raccolgono una decina di interpreti e musiciste femminili dell'area di Brooklyn (tra cui le Au Revoir Simone, le Telepathe, Caroline Polachek dei Chairlift, Molly Shea degli Acrylics e varie altre) con l'idea di reinterpetare grandi classici del passato in scarne versioni quasi a cappella davanti all'obiettivo di tale Bek Anderen che riprende tutto in stile super 8.

Il risultato sono immobili e sfocati video spettrali (come se fossero vecchie polaroid appena animate) che sembrano ritrarre il coro di una sorority di vergini morte tragicamente in circostanze misteriose più di un secolo fa. Si tratta ovviamente di poco più di un esercizio di stile, ma lo stile c'è, e in casi come questo può già fare la differenza.

 

 

 

| # | indie-gestione, suoni | I Commenti sono chiusi

lunedì, 29/03/2010

Corri Gesù Corri

Run, Jesus, Run è un'altro degli spettacolari videogame politicamente scorretti di quei geniacci di Molle Industria (già autori di Faith fighter, McDonald's Videogame e Everyday the same dream). Vesti i panni di Gesù Cristo, corri e salva l'umanità: hai solo 10 secondi!

| # | gaming, oh my geekness | I Commenti sono chiusi

venerdì, 26/03/2010

30 years of Covo club

Per un locale notturno compiere 30 anni è una cosa ENORME. Pensate ai posti che frequentate, ovunque viviate. Pensate ai posti dove andate a vedere concerti, a ballare, a bere una birra con gli amici e a ricaricare le batterie nel weekend: quanti di essi sono in piedi da più di 10 anni? Quanti hanno mantenuto la stessa identità artistica e le stesse mura, e sono passati indenni attraverso quasi tutti i weekend stagionali dei rutilanti anni ottanta, dei nervosi novanta e degli spaesati zero senza perdersi per strada o mutare volto? Pochissimi, in Italia come nel mondo. E uno di questi è il Covo.

 

Il Covo ha di deciso di celebrare i suoi 30 anni di storia con un sito che raccoglie centinaia di foto scattate tra le sue mura (guardatele: potreste esserci voi che ballate, oppure Jarvis Cocker o, che ne so, i Modest Mouse) e l'elenco completo (o quasi) di tutte le band che ci hanno suonato. E ovviamente, con un festival.

 

Dopo l'anteprima di fine Febbraio che ha visto sul palco Adam Green (che pare si sia poi limonato mezzo locale) e in consolle la living legend britannica Alan McGee, ieri c'è stata l'apertura ufficiale, affidata all'interessante progetto Rain Machine di Kyp Malone, già voce, chitarra e surplus tricologico dei TV on the radio.

Stasera si comincia a fare davvero sul serio, con l'attesissimo Covo VS Bologna!: 7 band bolognesi, che negli anni hanno suonato più volte al Covo, alle prese con 20 classici del dancefloor del locale di Viale Zagabria (assegnatigli non senza una certa crudeltà). I Cut alle prese con i White Stripes? I Tunas che rifanno gli Oasis? I Valentines nei panni degli LCD Soundsystem? E i Settlefish che suonano gli Strokes? Davvero imperdibile. A seguire in consolle i guest saranno i Junior Boys.

Sabato un'altra serata dal sold-out annunciato: i protagonisti saranno i Giardini di Mirò (che suoneranno il loro capolavoro Rise and fall of academic drifting), i Massimo Volume (che suoneranno il loro capolavoro Stanze) e Manuel Agnelli degli Afterhours nella inedita e succosissima veste di DJ. Se volete entrare, vi consiglio di arrivare prestissimo.

 

La prossima settimana altre 4 serate che lasceranno il segno. Martedì 30 roba di altissima qualità con Lisa Germano (che presenta il suo ultimo disco Magic Neighbor) e Phil Selway dei Radiohead (che presenta il suo atteso e misterioso esordio solista); sono molto curioso. Giovedì 1 Aprile si torna negli anni '80 con la reunion dei Radio City, una delle band simbolo di quegli anni in città (nelle cui fila milita anche Capitan Fede Poggi Pollini); ad aprire gli Avvoltoi di Moreno Spirogi e a chiudere in consolle ci sarà nientemeno che Enrico Brizzi.

Venerdì 2 Aprile in scena ci saranno gli alfieri dell'indie-pop queer parrocchiale Hidden Cameras (che anni fa suonarono al Cassero, e sul palco a suonare il tamburello finì una delle autrici di questo blog), e a seguire una serata che si annuncia un delirio: al Gate1 sarà in consolle il Covo Original 90's Sound system (con alcuni dei migliori DJ degli anni '90 del Covo: Dedu, Yanez, Steve e i mitici Fede Ferrari e Alberto SImoni), mentre al Gate2 ci sarà il Covo Original 00's Sound system con i rappresentanti di questi cazzo di anni zero (Giovanni 'UDA' Gandolfi, Elisa Graci, MarinaP e il sottoscritto). A fine serata non credo sarò in grado di rispondere di me.

Sabato 3 Aprile un finale col botto, perchè sul palco di saranno i Teenagers, e in consolle da una parte Kate Jackson (degli indimenticati Long Blondes) e dall'altra la squadra di London Loves.

 

Buon compleanno, Covo.
Altri trenta di questi anni, e altri cento di questi festival.

giovedì, 25/03/2010

Il trucco per apprezzare ancora Lost…

di

…lo aveva capito da tempo Eko: fumarsi dei super cannoni di charas.

giovedì, 25/03/2010

“Bonnie Prince Billy” e “Club version” nella stessa canzone

Sembra una delle cose più improbabili che possano succedere, invece è così: esiste una canzone per cui il nome «Bonnie 'Prince' Billy» e l'attributo «Club Version» compaiono insieme. Ci sono riusciti gli Hot Chip, in occasione della versione maxi del loro ultimo singolo I feel better (quello col video completamente fuori di testa in cui una boy-band incontra dei sanguinari santoni che emettonon raggi laser), che contiene vari remix tra cui quello con l'ospite inatteso di cui sopra. Vi dirò: funziona. Ed è decisamente meglio dell'originale!

[da poco annunciato: gli Hot Chip saranno all'Estragon di Bologna sabato 29 maggio]

 

 

MP3  Hot Chip feat. Bonnie 'Prince' Billy – I feel better (Club version)

 

 

 

[bonus che non c'entra niente, scovato a caso mentre cercavo su YouTube il video ufficiale da linkare: un tizio che suona I feel better per sola chitarra classica. Bella versione]

mercoledì, 24/03/2010

Tè? E chi zi aveva pensato, al tè?

Il terrorizzante cigarette tea, le simpatiche barchette di tPod Tea Bags, l'intelligente Tea Stick stirrer e il geniale Hanger tea. Questo e altro su Toxel, in Clever and creative tea packaging.

mercoledì, 24/03/2010

A Milano fa freddo

di

"È questo il posto giusto per me, per lui, per noi?" chiede Kamal davanti alla telecamera stringendo tra le mani una fotografia degli amici rimasti in Iraq. "(Qui) non ci danno l'opportunità. Nemmeno il minimo -mangiare, dormire, imparare l'italiano- per iniziare una nuova vita…" A Milano fa freddo racconta questo, perché “una città come Milano non può accontentarsi di affrontare il problema dei senzatetto solo per salvarli da una morte certa.” La casa, il lavoro, la lingua (ma anche il concerto degli U2). I volti, i bisogni e le speranze di persone senza fissa dimora. Italiani e stranieri, giovani e non, immigrati irregolari e rifugiati politici. A Milano fa freddo raccoglie alcune immagini di quella città invisibile che nessuno vede, nessuno sente, nessuno racconta. Una fotografia delle storie di chi durante l'inverno dell'anno scorso si è trovato a condividere il tetto di una casa di accoglienza -una ex-scuola- alla periferia est di Milano. Un piatto caldo, la possibilità di fare la doccia, un letto per dormire e la colazione. Per tre mesi. Dall'inizio di gennaio fino a fine marzo; dopo -finito l'inverno, passata l'emergenza, scaduti i termini del piano antifreddo del Comune- pochissimi avevano trovato un altro posto in cui andare. Senza una casa, senza un lavoro, senza un minimo di accompagnamento nè la possibilità di recuperare riferimenti o cominciare un percorso di integrazione. Erano passati tre mesi e non era cambiato niente. Il 31 marzo Kamal, Ajmal, Sirbu, Mustafa, Afet, Samy, Pino e Felice erano di nuovo sulla strada. Il primo aprile pioveva.

 

A Milano fa freddo è un documentario di Dieci78.

Musica di Reverber, Immune, His Clancyness, Zelienople, Banjo Or Freakout e Peter Broderick.

 

martedì, 23/03/2010

Konnexion

L'esperienza mi ha portato a diffidare delle librerie modulari, che di solito sono più belle vuote che piene e costano carissime, poi però ne vedo una, come questa Konnex di Florian Gross, e un pensierino quasi quasi…

(via)

lunedì, 22/03/2010

Canadians Day

In casa Ghost Records per promuovere il nuovo disco dei Canadians The fall of 1960  (in uscita il 9 Aprile) hanno avuto una buona idea.

In controtendenza rispetto alle solite strategie che vogliono l'esclusiva dello streaming data a questo o quel sito, il secondo disco della band indie-power-pop veronese da oggi si può ascoltare su una cinquantina di siti grandi e piccoli (lista completa), e chiunque può andare qui e reperire il codice per partecipare e diffonderlo a sua volta. Un'anteprima diffusa e democratica che rompe le vecchie regole e consente a tutti di ascoltare un disco che vede i Canadians ampliare il proprio spettro sonoro senza però perdere le coordinate Weezer / Grandaddy che ce li hanno fatti amare dall'inizio e che, anche se intitolato all'autunno, è gradevolmente primaverile. E in queste giornate Yes Man e Carved in the bark ci stanno da Dio.

 

 

 

lunedì, 22/03/2010

Composizione con retrogaming no.1

 

Questa geniale gif animata si chiama Pongdrian, e arriva da Make art more awesome, un concorso di Photoshop organizzato da quelli di b3ta.
Mi piace un sacco anche questa, che si potrebbe intitolare Cecì n'est pas un silly walk.

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lunedì, 22/03/2010

Let’s make some music make some money make some pretentious records

Non  so voi ma io non sono ancora riuscito a farmi un'idea precisa su Congratulations, il nuovo attesissimo disco degli indie-blockbuster MGMT che (dopo essere finito in rete nel corso del weekend) ora è in streaming integrale sul loro sito.

Chi si aspettava che avessero di nuovo in canna colpi come Time to pretend o Kids è rimasto inevitabilmente deluso, e invece di quei perfetti singoloni di pop ballabile si è ritrovato alle prese con un ambizioso opus psichedelico che fa venire in mente il vecchio Bowie, i Kinks, i Beatles, gli Zombies ma anche i Pink Floyd (argh!) o, tra le cose più recenti, gli Of Montreal. Niente di troppo imprevisto, a ben pensarci, e roba tutt'altro che di pessima qualità; però neanche niente per cui strapparsi i capelli, e di questi tempi chissà se un disco del genere avrà la forza di farsi ascoltare abbastanza da essere apprezzato oppure cadrà rapidamente nel dimenticatoio destinato ai passi più lunghi delle relative gambe.

 

Nel mentre, cade a fagiuolo questa interpretazione di Time di pretend suonata voce e piano un paio di giorni fa nello show di Jo Wiley su BBC Radio 1 dal cantante dei Sigur Rós Jónsi in libera uscita dalla sua soporifera band. Let's make some music, make some money, find some models for wives…sì.

 

 

MP3  Jónsi (Sigur Rós) – Time to pretend (MGTM cover)

venerdì, 19/03/2010

Lily Allen (by Blackhair)

 

MP3  Mark Ronson feat. Lily Allen – Oh My God (Keiser Chiefs cover)

venerdì, 19/03/2010

Alle porte di Tannhäuser

Blade Runner – Tears in Rain (in LEGO)

giovedì, 18/03/2010

Welfare pop

Ladies and gentlemen, there's a new band in town. Si chiama Lo stato sociale, e suona un indie-electro-pop verboso debitore in egual misura sia ai synth e ai beat post 80s dei Postal Service (con un po' di cassa dritta in più) sia a certa musica leggera italiana che, a volte te lo scordi, abbiamo un po' tutti nel DNA. Un coraggioso tentativo di declinare l'educazione per lo più sentimentale della scalmanata teppa bolognese in chiave di pop italico, con i suoni gommosi che piacciono a noi giovani, la cassa che spinge e già un po' di nostalgia per l'assistenzialismo pubblico drammaticamente in via di disfacimento.

 

Lo Stato Sociale presenteràla sua opera prima  Welfare Pop EP sabato al Covo in apertura al concerto dei My Awesome Mixtape (a seguire in consolle al Gate 1 il sottoscritto e Kozmik, al Gate 2 Anfetaminado con Art e Pullo) oppure il venerdì successivo a Villa Serena per la PRIMAveraFESTA, prima di partire in tour per mezza Italia. Come direbbe qualcuno, non osate fare gli assenteisti.

 

 

MP3  Lo Stato Sociale – L'apatico

MP3  Lo Stato Sociale – Magari non è gay ma è aperto

mercoledì, 17/03/2010

Monster of cards

E' inutile, non ci credo che stia davvero in piedi: stando a quanto riportato da Green Diary quello qua sopra è il più grande castello di carte del mondo, per la bellezza di 218,792 carte. Ok, il tizio è un architetto, ma io non ci credo che questo mostro stia davvero in piedi senza un filo di colla.