E se non lo capite, mi sa che non avete capito niente del punk.
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Specchio specchio delle loro brame, di' pure a costoro che ciò che riguarda Marra è sempre la cosa più brutta del reame! Non sono un critico [sic] , ma Il labirinto femminile è il libro più straordinario che ho [sic] mai letto, e allora mi sono offerto per un euro [GENIO!] di rompere io il silenzio assordante di quelli che dovevano parlare, ma credo temano causi (?) gli attesi cambiamenti. Leggilo! E' davvero bellissimo.
[la campagna pubblicitaria di questo libro è talmente geniale che mi stanno quasi facendo venire voglia di leggerlo]
Di solito quando ci si candida alle primarie si cerca di presentarsi come il candidato più affidabile, con più idee e si pronunciano discorsi tipo "rinnovare le classi dirigenti della nostra città". Poi dopo gli slogan, si sceglie il logo. E' molto facile sopratutto se uno ha la fortuna di chiamarsi Virginio, un nome fonte di evidente ispirazione, per cui non c'è proprio bisogno di sforzarsi: non ne vale la pena. Spero che per Virginio Merola (candidato sindaco di Bologna alle primarie per il PD) non ci sia bisogno anche di un team di avvocati.
Grazie al Mago G per la segnalazione.
Leggete questo passaggio, che parla de Il Teatro degli orrori:
Le opere d'arte di valore non sono effimere, hanno una durata. Non a caso due brani di A sangue freddo sono tra i più trasmessi (nell'ambito degli indipendenti) dalle oltre trecento del circuito web. Il più tramesso in assoluto è il loro A sangue freddo, proprio il brano che dà titolo all'album intero, dedicato a uno degli eroi dei nostri tempi, Ken Saro-Wiwa, scrittore e attivista nigeriano, difensore dei diritti della sua terra, di cui è da poco uscito il diario di prigionia (Un mese e un giorno, B. C. Dalai). Così veniamo al punto: Pierpaolo Capovilla e soci non fanno canzonette, ma affrontano di petto la vita, con tutti i suoi spigoli, le sue insensatezze, le sue infinite ipocrisie. Nei loro accuratissimi testi – fra i migliori nel panorama del cantautorato italiano – trovano voce sia le questioni personali ed esistenziali (la solitudine, l'amore, la paura), sia quelle sociali (terzo mondo, catastrofi naturali, povertà). Privato e pubblico, intrecciati fra loro: si parla tanto di amore, cercato, perduto, desiderato, e al tempo stesso si chiama in causa Dio o si denunciano le spine dei nostri giorni.
Oltre alla già citata A sangue freddo, ricordiamo un Padre nostro violento, duro, ma a nostro avviso non blasfemo, in cui si invoca Dio di liberarci dalla malinconia, ma anche dal malaugurio, dai maldicenti, dagli ignoranti, dai terremoti, dalla fame. Un grido disperato, segno di sensibilità, di un dialogo comunque non interrotto, e infinatemente meglio dell'indifferenza, della superficialità o dell'apatia.
Da dove verrà? Rumore? XL? Sentire Ascoltare?
No: Famiglia Cristiana.
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Dell'eterno conflitto fra il dj pretenzioso e il bravo dj, delle depressioni del dj pretenzioso disoccupato, del dj pretenzioso a una festa ben riuscita in cui però non è lui a mettere i dischi e del mistero delle onnipresenti valigette dei dischi
La bibbia del dj si chiama Last Night a Dj Saved My Life, un libro di Bill Brewster e Frank Broughton che racconta la meravigliosa storia della musica da ballo, la nascita e l'evoluzione della figura del dj e dei dancefloor. Una delle frasi contenute in LNADSML che ogni dj dovrebbe tatuarsi sulla pelle è
"il bravo dj è quello consapevole di avere davanti non un pubblico ma gente che vuole ballare e divertirsi".
Sembra facile, ma non per il nostro dj pretenzioso, che a sua volta crede di avere una missione. Non tanto e non solo farli ballare e divertire, quanto evangelizzare le piste da ballo con la sua musica nuova e di qualità.
Il dilemma del dj pretenzioso nasce proprio da tormentose riflessioni attorno a questo assunto "Quanta gente riesce a divertirsi ballando l'ultimo di Caribou? Più o meno che se mettessi la Bamba? E allora perché mi ostino a non mettere la Bamba? Sarà mica che non sono un bravo dj, visto che Caribou non lo balla nessuno?". Di solito è quello che credono i gestori dei locali, il che spiega il frenetico turn over di dj pretenziosi. Forse dipende anche dal posto in cui il dj pretenzioso si trova a mischiare i suoi spocchiosissimi dischi. In genere però la risposta rassicurante che il povero ottuso si fornisce è "Sono loro che non mi capiscono, il mondo è ingiusto, la società non è ancora pronta per questa musica" e continua a suonare oscuri live degli Spiritualized, chiedendosi perché la pista resti vuota.
Nel suo Mamma, Mamma, Voglio Fare Il Dj l'ineffabile Fabio De Luca invita gli aspiranti dj a suonare ovunque ce ne sia la possibilità, anche luoghi poco ortodossi: rosticcerie, mense scolastiche, autolavaggi. Per il dj pretenzioso questa è spesso una triste necessità più che una scelta. Sono già pochi i locali ove tollerano la sua improponibile musica. Mettersi a fare troppo i difficili significherebbe passare lunghe stagioni di inattività. E vi assicuro che c'è solo un soggetto peggiore del dj pretenzioso: il dj pretenzioso disoccupato. Lo spettacolo umano del dj pretenzioso disoccupato è straziante, il soggetto cade in una spirale di depressione condita da complessi di persecuzione e si rinchiude in un bozzolo di totale incomunicabilità, da cui esce brevemente solo per stroncare qualche disco sul suo moribondo blog. Le scene più penose si possono assistere quando il pretenzioso/disoccupato viene a tradimento condotto a una festa dove c'è un altro dj e dove tutti – manco a dirlo – ballano e si divertono. Una festa dove insomma suona un bravo dj. Il suo anticristo personale.
Il pretenzioso/disoccupato schiumerà ovviamente invidia, non ballerà assolutamente mai, anche se la playlist dovesse essere di suo gradimento non lo darà affatto a vedere, non farà che lamentarsi con tutti della musica troppo commerciale, della scaletta prevedibile e disomogenea, dei passaggi realizzati male. Inoltre scaglierà maledizioni assortite al suo concorrente (?) sperando che queste lo colpiscano all'istante cosicché il bravo dj non possa continuare il suo dj set e qualcuno urli allarmatissimo la frase che il dj pretenzioso attende di ascoltare da una vita "Fate presto! C'è un altro dj in sala?"
Così si spiega il mistero delle preziose valigette di dischi da cui il dj pretenzioso, anche se disoccupato, non si separa mai.
[Clicca per ingrandire. La fonte è il forum di TheDaftClub, via Gizmodo. Tron non l'ho ancora visto ma tanto dicono tutti che fa un po' schifo. La colonna sonora invece l'ho sentita, e il mio giudizio è eloquentemente riassumibile in «Meh»]
James Van der Beek is my co-pilot. Pensavamo si sarebbe fermato alle GIF animate di JamesVanDerMemes.Com (la risposta al suo celeberissimo Crying Dawson, presentata qui), e invece lui giorno dopo giorno continua a rilanciare. Presidente di Internet della settimana?
Chen Long-bin – India Buddha
Che Spencer Tweedy, il figlio quindicenne di Jeff Tweedy dei Wilco, abbia dei geni buoni lo sapevamo già da quando 2 anni fa suonò la batteria nella band del padre al Madison Square Garden, e lo sa anche chiunque legga il suo blog. Ce ne fossero in giro, di ragazzini già così in gamba.
A me, ad esempio, ha divertito un sacco la storia di Single digits:
A few weeks ago, my algebra class was assigned a project called “Mathematic Karaoke,” for which were told to pick a song, make it about numbers (and stuff), and record ourselves singing it. The class immediately burst into exclamation: “I’m gonna do Eminem!” chirped one, “I’m gonna do Soulja Boy,” another. So it only seemed to appropriate to follow along the pop-stream criteria, with Ms. Beyoncé Knowles. Of course, Single Ladies was my tune of choice.
My mom actually gave me the initially idea of Single Digits – after that, it was cake. Once I started recording, auto-tune worked its way in, and the rest was history. Enjoy.
All the single digits
All the single digits
Now put your hands upFive on your left and
Five on your right and
Ten on your little bitty toes
Add ‘em all together and
Whaddya know, you got
Twenty digits right on the noseUp in your grill
Ready to thrill
These numbers gonna be your best friend
Plug them in
Addition
Now you really graphingCause if you like it then you shoulda put a line on it
If you like it then you shoulda put a line on it
You can’t have a system if there is no line on it
Cause if you like it then you shoulda put a line on itWhoa-oa-oa [#]
MP3 Spencer Tweedy – Single digits (Beyonce cover)
[peraltro, a suo tempo di Single Ladies ne fece una specie di versione spoken anche il padre]
[da The joy of tech]
Una delle cose più belle successe nel mio recente viaggio a Londra è stato il concerto di Ray Davies alla Royal Festival Hall, in cui il leader dei Kinks ha suonato molti pezzi della sua vecchia band insieme a un coro di una quarantina di elementi, all'interno del bel teatro ai piedi dello stesso Waterloo Bridge su cui 43 anni fa è nata Waterloo Sunset. Poteva essere un bagno di sangue di kitsch e vecchiaia, invece la combinazione ha retto egregiamente e, seppur trasformati, i grandi singoli della band hanno mantenuto il tiro e l'impatto che li ha ormai resi immortali. Qua sotto un assaggio, con You really got me ripresa da me medesimo e dal mio telefono (si vede poco ma si sente benino). Qua invece c'è Sunny Afternoon, ripresa da un tizio a lato che stava un po' più vicino di me. Ho poi scoperto che l'anno scorso è uscito un intero disco di queste versioni; per i miei gusti mi sa che è un po' troppo, ma magari a voi piace. In ogni caso è perfetto per le feste.
MP3 Ray Davies and the Crouch End Festival Chorus – You really got me
Raramente da queste parti ci sono stati Natali meno natalizi di quello che di qui a qualche giorno si impossesserà delle nostre giornate, per poi sparire in un baleno in un tedio di pile di panettoni in offerta.
«I don't feel very Christmassy at all», potrei dire, così come fanno i The boy least likely to nel loro disco speciale di Natale che, da ultimo arrivato in un genere molto affollato e squisitamente stagionale, rischiano invece di convincere come e più di tutti gli altri. Chi più di una band piccola piccola che ha fatto del recupero dell'infanzia e della naivetè più pucci la sua estetica può parlare di una festa che quando smetti di credere a Babbo Natale perde più o meno la totalità del suo fascino? Continuano a sembrare una band fuori dal mondo e dal tempo (e poi invece scopri che uno dei due lavora da Rough Trade, nel cui negozio di Brick Lane qualche giorno fa ho appunto comprato il disco), poi tra una ballad sulla neve e canzoni di auguri ci infilano pure un'omaggio a Last Christmas in cui George Michael e Andrew Ridgeley si incontrano al pub la vigilia di Natale e ricordano gli anni passati insieme nei Wham. Che per un secondo ti viene quasi voglia di crederci ancora.
Da Trovarobato fanno le cose per bene. La famosa etichetta indipendente bolognese fa un regalo ai suoi ascoltatori e mette in piedi Songswap:
Nel pieno caldo del luglio emiliano, Trovarobato ha pensato a un dono per i suoi ascoltatori da condividere nel periodo natalizio.Perché già a luglio un progetto per natale?Perché Trovarobato conosce i tempi dei suoi artisti.Ma soprattutto perchè crede che il vero spirito di un’etichetta discografica risieda nella possibilità di far incontrare i propri artisti, di farli conoscere e invitarli a collaborare vicendevolmente: è dall’ibridazione che nascono quasi sempre le cose più sorprendenti.Il risultato è una ricombinazione di brani e musicisti sia di Trovarobato che di Parade, la sottoetichetta dedicata all’esplorazione delle “musiche altre”. Quattordici tra band e artisti della scuderia si sono quindi confrontati su brani l’uno dell’altro interpretando e rielaborando in forma del tutto inedita canzoni spesso molto distanti dalle proprie sonorità.Un tributo al sound distintivo delle produzioni Trovarobato, indefinibile e vario, che prova rivelarne i sotterranei legami concettuali (quando non sonori).Trovarobato Songswap è una compilation in free download raggiungibile dal sito ufficiale dell’etichetta www.trovarobato.com.Trovarobato Songswap è anche e soprattutto un regalo per festeggiare la nascita del nuovo sito Trovarobato, una postazione web che cerca di comprendere tutta la galassia Trovarobato.Trovarobato Songswap è l’uscita che anticipa il lancio di Trovarobato Netlabel.Per chi invece amasse tuttora il contatto con il supporto fisico, Trovarobato ha deciso di mettere a disposizione dei fan un’edizione limitata e numerata di Trovarobato Songswap su nastro magnetico o musicassetta che dir si voglia.
Il resto delle info sono qui. Il sottoscritto ha l'onore di partecipare a una serie di anteprime del disco (le altre su Polaroid, Stereogram e Italian Embassy). Poi da stasera, e per tutta la settimana natalizia, tutto il disco sarà in streaming su XL.
La canzone qua sotto è Sofa degli Addamanera reinterpretata dai Mariposa, i fondatori dell'etichetta. Buon ascolto.