mercoledì, 12/02/2003

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Frontiere del marketing
Il gruppo spagnolo Cafè Quijano ha dato al suo ultimo album un titolo geniale: La taberna del Buda. Cos’è, speravano di confondersi con le trendissime compilation chill-out del Buddha Bar? A quando un disco di Michael Jackson chiamato Coffee of the Sea?

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mercoledì, 12/02/2003

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Frontiere del marketing
Il gruppo spagnolo Cafè Quijano ha dato al suo ultimo album un titolo geniale: La taberna del Buda. Cos’è, speravano di confondersi con le trendissime compilation chill-out del Buddha Bar? A quando un disco di Michael Jackson chiamato Coffee of the Sea?

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mercoledì, 12/02/2003

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Frontiere dello spamming
Mi è appena arrivato sul cellulare questo SMS: Congratulazioni! Ti è stato assegnato un Buono Vacanza di qualità, chiama subito da linea fissa allo 899…. per ritirarlo! www.nosms.com EUR:5/Tel . Ovviamente -anche se non è comunque il caso di esserne troppo sicuri- nessuno potrebbe cascarci. Più sottile è invece il riferimento al sito citato.
Un sito di due pagine (che volutamente non linko, anche se pare inoffensivo), dal titolo Stop Sms service, senza alcun marchio, nome di azienda, numero telefonico o il benchè minimo riferimento all’sms in questione. Solo una frase e un form: Signori se non desiderate piu ricevere un sms vi prego di digitare il vostro numero del cellulare allo spazio accanto & sarete cancellati del elenco. Mooolto sospetto…. Cos’è, una sinergia tra più servizi-truffa, oppure, iscrivendoti, ti autocondanni ad essere sommerso da valanghe di spam? Ho persino provato ad inserire un numero sicuramente inesistente, e la pagina seguente recita solo un laconico Thank you.
Non riesco a vedere esattamente dov’è la truffa, ma sono sicuro che c’è.
[ho poi scoperto di non essere l’unico ad aver ricevuto questo sms. Guardate qui.]




martedì, 11/02/2003

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And the nominees are
Sono state rese note le nomination per gli Oscar. Come previsto trionfano Chicago -il musical di Rob Marshall con Renèe Zellweger e Richad Gere- con 13 nomination, Gangs of New York di Scorsese con 10 e The Hours con 9. Non l’ho ancora visto, ma dato che è tratto da uno dei miei libri preferiti, scritto da uno dei miei autori preferiti, io tifo spudoratamente per The Hours.

martedì, 11/02/2003

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Guerra? Parliamone
Qui un articolo di Luca Sofri pubblicato su Il Foglio di oggi. Di solito mi piace molto ciò che scrive (e come lo scrive), anche se in questo caso mi è sembrato un po’ sofistico. Comunque vale la pena di essere letto.

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martedì, 11/02/2003

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Lo sanno tutti
Tutti sanno che la guerra è una stronzata. E tutti sanno anche un sacco di altre cose. Ma la guerra è ormai dietro l’angolo.
(leggi qui l’intervento che ho scritto su Osservatorio guerra, il blog collettivo -purtroppo inevitabile, visto il punto a cui si è arrivati- lanciato da Looptrain).


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martedì, 11/02/2003

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Bring it on
L’ho ascoltato. L’ho riascoltato. Gli ho dato il tempo che spesso i grandi cd richiedono per manifestare la loro bellezza. Eppure niente: Nocturama, l’ultima fatica di Nick Cave con i Bad Seeds non è un gran album. E mi costa ammetterlo, visto che The Boatman’s Call e Let love in figurano tra i miei album preferiti di sempre. 
Nocturama è un insieme debole di canzoni per lo più di maniera, che scimmiottano ora il Cave degli anni che furono, ora il balladeer degli album più recenti. Un paio di buone canzoni ed ottimi arrangiamenti -come sempre- ma questa volta è la sostanza che manca: le canzoni. Non bastano la pur splendida Wonderful life, la passabile Bring it on (singolo pop rock orecchiabile con un video tutto ballerine che scuotono il culo) e Baby I’m on fire, furiosa canzone conclusiva di 15 minuti che vorrebbe essere ironica e e che invece riesce solo ad annoiare, per fare un buon album. Il tutto, ed è ciò che è più grave, con testi assai banali e poco ispirati. Praticamente un crimine, visto l’autore di cui stiamo parlando.
La mailing list dei fan di Cave grida allo scandalo e lo accusa di essere diventato svogliato e di aver fatto volutamente un album di basso livello per sfondare su Mtv. Io non arrivo a tanto, anche se è ancora più triste pensare che la sua vena artistica sia in via di esaurimento.
In giro per la rete, invece, fioriscono i commenti positivi: Bertoncelli su Del Rock lo definisce portentoso e gli assegna le 5 stelle dei capolavori, Rolling Stone afferma che l’australiano è un Leonard Cohen con una band migliore e una voce più ricca, MusicBoom si nasconde dietro un poteva andare peggio ma nella recensione elogia l’equilibrio del disco e persino Il Nuovo lo descrive come un album dallo standard altissimo. Di Nick Cave non si può parlar male, questo è chiaro, ma, mi chiedo, questi qui l’hanno almeno ascoltato?




martedì, 11/02/2003

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Domani sera a Bologna, contro la guerra in Iraq
Non solo un concerto, ma un vero e proprio evento domani sera al Link, per manifestare contro la guerra. L’associazione Salaam Baghdad ha infatti organizzato una serata che va dalla proiezione del film Sotto il cielo di Baghdad di Mario Balsamo e Cesare Scialotti alle mostre fotografiche di Antonio Mannu e Michele Stallo ad un maxi concerto no-stop con, tra gli altri, Max Gazzè, Claudio Lolli e Il parto delle nuvole pesanti. Non possono non ascoltarci.

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lunedì, 10/02/2003

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Cultura in 5 minuti? Si può!
Grazie al geniale
Basic Culture Simulator 1.0  (ora aggiornato alla versione 1.1) di Leonardo!

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lunedì, 10/02/2003

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31 liste x 31 canzoni
Sono un po’ in ritardo, lo so, ma sono giustificato dalla mia assenza online.
Anyway, Clutcher ha raccolto e computato le liste delle 31 canzoni che hanno cambiato la vita dei blogger. Tra gli artisti primeggiano parimerito i Pink Floyd (bene) e gli U2 (male), e, ad una sola distanza, i Beatles. Suppongo che avrei dovuto far entrare anche loro nella
mia lista, ma la lotta era già accanita. Beh, diciamo che While my guitar gently weeps è la mia trentaduesima, ok?
Tra le canzoni la spunta indiscussa Unfinished Sympathy dei Massive Attack, e, subito dopo, Protection. E’ bello che i blogger siano rappresentati da due capolavori del trip-hop.
  



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lunedì, 10/02/2003

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Quando le donne pisciano in piedi
“Quando le donne pisciano in piedi… chiuso. Siamo antichi, vecchi come le notizie di ieri” (The Full Monty).
Ecco, date un’occhiata qua.


domenica, 09/02/2003

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Siamo al Blitzkrieg
Sulla repubblica di ieri: Bush: sarà una guerra lampo.
L’ultimo che l’ha detto non ha fatto una bella fine.
(suggerita da Andrea)



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domenica, 09/02/2003

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Time is but a memory
Il tempo è solo un ricordo, già, e il ricordo di questa serata me lo porterò dietro per molto tempo. Perchè vedere cantare Beth Gibbons è un’esperienza che non si dimentica facilmente. Beth Gibbons & Rustin’ man, live al Velvet di Rimini.
Beth è un’ombra pallida, che canta ad occhi chiusi aggrappata al microfono. Ogni tanto accenna qualche mossa di danza, ed alla fine di ogni canzone ride e si schernisce, quasi vergognandosi per l’intensità che riesce a trasmettere mentre canta. La band è un ensemble preciso ed affidabile, 6 elementi, tra i quali spiccano Rustin’ man alle tastiere e Adrian Utley, polistrumentista dei Portishead, alle chitarre. Gli arrangiamenti sono perfetti.
Out of Season, il disco a nome Beth Gibbons & Rustin’ man uscito qualche mese fa, non mi ha convinto del tutto. Le canzoni sono bellissime e gli arrangiamenti pure, ma c’è qualcosa nel suono del disco che non torna, l’impasto musicale alle mie orecchie non si amalgama del tutto e questo tende ad appiattire l’ascolto. Forse è proprio per questo che il concerto mi ha colpito così tanto: dal vivo le canzoni diventano vive, gli strumenti sono veri, ed è impossibile rimanere indifferente ai crescendo finali (come quello, strepitoso, di Funny time of the year, sulle cui note si chiude il concerto prima del bis) ed alle aperture melodiche dei ritornelli. Impossibile rimanere indifferenti al modo in cui Beth Gibbons vive e trasmette le cose che canta, dote che è propria solo di vocalist di grande caratura come Thom Yorke, Jeff Buckley o Tori Amos. Beth è uno spettro, uno spettro buio e tormentato, illuminato solo dalla propria voce. E quasi ci si sente a disagio a sommergerla di applausi alla fine di ogni canzone, come se tutto quel frastuono potesse spezzarla. E infatti, come tutte le cose preziose e rare, il concerto dura poco, più o meno un’ora. Giusto il tempo di snocciolare tutte le canzoni del disco e di esibrirsi nella pregiata cover di Candy Says dei Velvet Underground.
Vedere la musica che, da pallida, diventa viva, e assistere allo spettacolo di una delle più grandi e intense cantanti che ci siano; me lo ricorderò per molto tempo.




sabato, 08/02/2003

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I’m back
Grazie per gli in bocca al lupo, l’esame era più difficile del previsto ma intanto è passato. Archiviata la giornata dopo svariati negroni, con partita a Trivial a tarda notte per completare, ora mi attende una settimana densissima: fare la spesa (chè la pasta al pomodoro dopo un po’ stufa), sbrigare la posta arretrata (ora vi rispondo), pulire casa (giuro, stavolta lo farò sul serio), ascoltare per bene gli ultimi cd. Ci metterò un po’ a recuperare terreno e a rimettermi in pari con le mille cose lasciate indietro. Ancora una volta, aspettatemi.

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giovedì, 06/02/2003

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Chiuso per esame
Torno nel week-end.





















 


 


 


 


 



 






giovedì, 06/02/2003

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Listening room (2)
Zwan – Mary star of the sea: Billy Corgan è felice, e questo mi rende triste. Non c’è niente di più triste di una icona della tua giovinezza che scompare, in questo caso che passa da testi cupi gonfi di spleen a canzoni solari in cui gli accordi in minore si contano sulle dita di una mano. Ma lo accetterei -il tempo passa, e gli ultimi album dei Pumkpins erano perlopiù robaccia- se non fosse che il primo cd della nuova creatura di Corgan, gli Zwan, è proprio bruttino.
Anzi, l’aggettivo preciso è inutile. Chitarre rotonde, ballatone, rullate, tutto già sentito, e tutto poco ispirato. E pensare che gli Zwan contano tra le loro fila David Pajo, già chitarrista di Slint e Papa M, praticamente l’inventore del Post-rock, e Paz Lenchantin, la bella e brava bassista degli A perfect Circle. Tutti scomparsi dietro Billy “faccio tutto io” Corgan? Sembrerebbe così.
Menzione speciale per l’estetica accecante di copertina (Pitchfork si chiede se sia uscita dai primi esperimenti di Billy con Photoshop) e sito, entrambi degni di qualche infame gruppo anni ’80.
Millionaire – Outside the Simian Flock: Prima vennero i dEUS, poi i Soulwax, quindi i Venus: il rock alternativo belga non delude mai. E i Millionaire non sono da meno. Mischiano rock alternativo, pop obliquo e molto altro con singolare maestria, azzeccando pure un paio di singoli (la tiratissima Champagne, con uno splendido video tratto da un pluripremiato corto di Phil Dussol, e la radiofonica Come with you). E’ abbastanza, direi.
[Listening Room 1 è qui]





mercoledì, 05/02/2003

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Aridaje
Ok, qualcosa al posto delle torri gemelle bisognerà pur metterci. La ferita brucia e continuerà a bruciare, ma i lavori per sistemare Ground Zero sono finiti, e figuriamoci se gli americani lasciano una -pur significativa- voragine nel mezzo di Manhattan. I finalisti sono
2 progetti. Non mi piace particolarmente nessuno dei due, ma, se proprio bisogna scegliere, la versione torre Eiffel è decisamente meglio di altri 2 grattacieli. Chissà come si incazzeranno i francesi.
Che poi, qualunque cosa facciano, la vogliano fare più alta degli attuali (Petronas Towers) e futuri (Shanghai WFC) edifici più alti, quello è ovvio. Stiamo parlando degli americani, e non sono esattamente famosi per la loro umiltà.


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mercoledì, 05/02/2003

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The dope show
Marilyn Manson al Galà della pubblicità: questo annunciava il promo, presentando il reverendo Manson in mezzo alla solita marmaglia di presenzialisti catodici. Già mi preparavo a gioire per lo sdoganamento di una delle poche icone veramente pop rimaste nel mondo del rock, quando si è scoperto che era una bufala, uno scherzo fatto agli organizzatori della manifestazione.  Qui c’è la cronistoria della vicenda e qui la conclusione.
Sempre divertente vedere con quanta facilità sia possibile beffare i funzionari televisivi ottenebrati dal solito gigantesco delirio di onnipotenza.


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mercoledì, 05/02/2003

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There’s the moon asking to stay
Ha da poco smesso di nevicare, stavolta ne ha fatta poca. Peccato, visti i precedenti pensavo che i blog portassero fortuna in questo campo. Quando nevica, tutto il resto perde ogni senso. O lo guadagna, non ho ancora ben capito.
Meno 3 giorni ad un esame, e con a malapena il tempo di respirare tra una pagina e l’altra, il tutto complicato dal computer acceso e dallo stereo che manda un concerto di Jeff Buckley a volume troppo elevato vista l’ora. Stringere i denti fino a venerdi, poi ubriacarsi e tornare a preoccuparsi delle cose che contano davvero.
Coming soon: tisana notturna, qualche pagina di David Lodge e morfeo, hopefully.
[Una volta ogni tanto un post personale posso concedermelo…o no? Comunque uccidetemi la prossima volta che divento insopportabilmente meditativo. A volte mi capita, anche se sto cercando di guarire]




mercoledì, 05/02/2003

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I’ve got the blues
Il 7 Febbraio escono molti dischi interessanti, ma quello che attendo con più ansia è una raccolta di pezzi vecchi. Si tratta di Blues get off my shoulder, l’antologia dei Carnival of Fools, seminale -come diciamo noi musicofili snob- gruppo di inizio anni ’90 nelle cui fila militavano Giò, voce dei La Crus, e vari altri personaggi dell’underground italiano. Molto molto molto consigliato.

martedì, 04/02/2003

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E’ solo un film
L’imminente (?) Guerra del Golfo? E’ solo un film
(ed occhio alle righe piccole..)


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martedì, 04/02/2003

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Questi arrivano tardi
Don Mazzi e Monsignor Riboldi criticano The Sims e Sim City 4: nessuno può sostituirsi a Dio. Come non bastasse, c’è pure un articolo su TgCom Diventa Dio con un reality game. Evidentemente non hanno ben presente Populus, il primo Sim City e vari giochi simili che girano da almeno 10 anni…

martedì, 04/02/2003

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And underneath the same stars
Momo racconta il concerto dei Karate al Covo di Sabato scorso. Io c’ero, anche se purtroppo solo con la mente.

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lunedì, 03/02/2003

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Rilancio
FFWD linka la videografia di Spike Jonze? E io rispondo con quella del mio regista di videoclip preferito, Michel Gondry. Gondry ha diretto video del calibro di Protection dei Massive Attack, Around the world dei Daft Punk, Knives out dei Radiohead, Fell in love with a girl dei White Stripes e Come into my world di Kylie Minogue. Il mio preferito è Let forever be dei Chemical Brothers.
(di tutti i video che ho citato ci sono commenti, screenshots e clip qui
Curioso: anche FFWD, tra i video di Spike Jonze, ne preferiva uno dei Chemical Brothers.



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lunedì, 03/02/2003

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Finalmente
Ecco
le leggi che regolano i cartoni giapponesi e le leggi del moto nei cartoni. Se le avessi lette qualche anno fa ora sarei una persona migliore.
Qualche esempio:
# Legge dell’Amplificazione sonora.
Nello spazio i rumori delle esplosioni si trasmettono ancora meglio perché non c’è l’aria a trattenerli.
# Legge della Combustibilità Inerente.
Qualsiasi cosa esplode.
* Primo Corollario
Poco prima di esplodere, si gonfia.
# Legge dell’Inesauribilità
Nessuno può rimanere senza munizioni.
# Legge della Regressione Molecolare
Le donne giapponesi invecchiando possono restringersi fino a un decimo delle dimensioni di quando erano giovani.












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