mercoledì, 23/07/2003

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A pig in a cage on antibiothics
Più in forma più produttivo
Rilassato
Non bere troppo
Esercizi regolari in palestra (3 volte la settimana)
Andare più d’accordo con i tuoi attuali colleghi
Rilassato
Mangi bene
(Basta con il microonde e i grassi saturi)
Un autista migliore e paziente
Un’auto più sicura
(Il bimbo che sorride sul sedile anteriore)
Dormire bene (senza incubi)
Nessuna paranoia
Attento con gli animali
(Non mandare mai i ragni giù dal lavandino)
Rimanere in contatto con i vecchi amici
(Ogni tanto una birra assieme)
Controllerò spesso il mio conto
In banca (morale) (un buco in una parete)
Favori in cambio di favori
Affettuoso ma non innamorato
Versamenti regolari in beneficenza
Alla domenica il supermarket di Ring Road
(Mai uccidere le falene
O versare acqua bollente sulle formiche)
Macchina lavata (anche questo di domenica)
Non avere più paura del buio
E della barba lunga
Niente di così ridicolmente adolescenziale e disperato
Niente di così infantile
A una velocità migliore
Più piano e più calcolata
Nessuna speranza di fuga
Libero professionista
Interessato (ma impossibilitato ad agire)
Un membro autorizzato e informato della società
(Pragmatico non idealista)
Non piangere in pubblico
Meno possibilità di star male
Pneumatici che frenano sul bagnato
(Istantanea del piccolo sul sedile posteriore)
Buona memoria
Ancora lacrime per un bel film
Ancora baci con la saliva
Non più vuoto e fuori di sè
Come un gatto
Legato a un palo nel
Che è spinto
Merdoso ghiaccio invernale
(L’abilità di ridere delle debolezze)
Calmo
Più adeguato più in salute e più produttivo
Un maiale
In una gabbia
Pieno di antibiotici























































martedì, 22/07/2003

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Era meglio quando si faceva le pere
Loser firma uno dei post musicali più divertenti degli ultimi tempi. Nel suo bignami della musica indie si possono trovare perle come:
Radiohead: l’unico disco decente è “Ok Computer”, prima c’è il nulla e dopo si sono accontentati di copiare il catalogo della Warp
Mogwai: bravi eh, ma continuano a fare lo stesso disco da anni
Giardini Di Mirò: copiano i Mogwai
Loser: hanno venduto il culo a Tiscali con sta storia della compilation
MP3: è il futuro della musica, però io ascolto solo vinili
Nick Cave: era meglio quando si faceva le pere

E così via. A questo punto non posso che consigliarvi Il dizionario del critico rock snob, il primo geniale articolo della raccolta Rock, pop e altro curata da Nick Hornby, e, inevitabilmente, rilanciare.
I White Stripes: lei non sa suonare, e dal vivo si sente; però sono simpatici
Beck: hai voluto fare l’album di folk acustico, va bene, sei bravo, ma adesso ridacci un’altra Devil’s Haircut, ok?
Kings of Convenience: bravi ma che palle [mi dissocio]
Planet Rock: era tutto così bello quando eravamo giovani
Paul McCartney: lo sanno tutti, è morto nel 1969
Scena italiana: ridotta, marginale e ininfluente, perchè in Italia non c’è cultura musicale
Air: nessuno gli ha spiegato prima chi è Baricco. Sì, non può che essere così
PJ Harvey: da quando è diventata allegra ha avuto successo e vinto dei premi, ma l’ultimo disco copia spudoratamente Patty Smith. Si auspica un’altra crisi depressiva come ai vecchi tempi
Leonard Cohen: Scrive (scriveva) grandi canzoni ma gli arrangiamenti fanno schifo
Si potrebbe continuare per sempre. Ma ora sta a voi… :)


















martedì, 22/07/2003

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I dieci lavori demenziali dei miei sogni
5. Responsabile casting di Baywatch

Ecco ti pareva, tutti a fare sorrisini ed ammiccamenti. Eppure, non ci crederete, ma è un lavoro di responsabilità. In Baywatch la sceneggiatura è ininfluente, la regia assolutamente accessoria e i dialoghi una formalità: l’unica cosa che conta sono gli attori; pardon, le attrici. Il casting quindi è la cosa fondamentale, il momento in cui si decide il successo o meno della prossima serie: quest’anno riusciremo a trovare la nuova Pamela Anderson che permetterà alla nostra insulsa serie tv di andare avanti o dovremo chiudere baracca?
Il ruolo di Responsabile del casting non è solo decisivo e di grande responsabilità, ma è anche incredibilmente difficile. Provateci voi a mantenere i nervi saldi davanti a bellezze discinte in costumini mozzafiato disposte a tutto pur di entrare nelle vostre grazie e di avere accesso al meraviglioso mondo dello showbiz; provateci voi a rimanere lucidi durante la prova della corsa (che ha fatto il successo della serie), alla prova della monetina (Tinto Brass docet) o alla prova galleggianti (ve la lascio immaginare). Quasi nessuno ci riesce. Sarà per questo che Baywatch ha chiuso? 
(suggerito da Valido)




lunedì, 21/07/2003

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Che è già buio pesto
Ah, per tutti quelli che me lo avevano chiesto, il bellissimo video di Agosto dei Perturbazione -che se non si è capito è la mia colonna sonora da giorni- è qui.

lunedì, 21/07/2003

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Se non è vero che fa freddo (un post un po’ emo)
Il sole continua a cuocere Bologna, con un’intensità ed una perseveranza quasi diaboliche. Il caldo toglie ogni energia, ed il sonno -permanente, persistente, sempre in arretrato- sembra una pigra forza implacabile, impossibile da saziare. La polvere in casa è ovunque, le mie cose sono sparse un po’ qua e un po’ là, impilate ed irrangiungibili, lo stereo è triste, con una sola cassa (le altre chissà dove sono), i vestiti sono per lo più infilati in grandi sacchetti, spiegazzati e mischiati, la cucina è abbastanza inagibile, e sono confinato in scomoda convivenza in una sola, stipata, stanza della casa. Oggi a pranzo ho mangiato riso freddo, semisdraiato sul letto, senza che i coretti beatlesiani dei Thrills riuscissero a fare niente per il mio umore. Ho vagato per le vie del centro come un fantasma, ho comprato un paio di libri -che vanno ad aggiungersi ad una pila ormai altissima, senza che io abbia voglia di leggere nulla nonostante abbia tra le mani nomi come Cunningham, Coupland e McInerney, mica gente qualunque-, una copia usata di Closer dei Joy Division (valutate e scartate diverse alternative perchè troppo allegre) e ho raggiunto un computer per bloggare. Sembra strano anche a me, ma in più di sei mesi è la prima volta che bloggo da un computer pubblico. Insomma, l’antifona è chiara: i miei ultimi giorni di permanenza in città -prima dell’autunno, è chiaro- sono una prova di sopravvivenza. E non si sa bene cosa verrà dopo.
Tutto è ancora più difficile proprio a causa del week-end, tre giorni piacevoli come pochi, in cui ho scoperto e capito cose a cui non riesco ancora a dare una voce. Che però, se capitano in periodi così, servono a ben poco. Tutto ciò in una prospettiva utilitaristica che solitamente non mi è propria, ma che probabilmente mi esce fuori quando sono sotto pressione. Anche se, in teoria, non dovrei essere sotto pressione
[so che sto divagando]
Insomma, domani me ne vado -credo. Forse vado al mare, forse no. Ma mi sa che fino a Giovedì non avrò un computer sotto mano. Sperando siano tempi migliori.




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giovedì, 17/07/2003

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Blogging from an empty room
Tra al massimo un’ora -il tempo di postare, masterizzare un po’ di roba e staccare tutto- il mio fido computer farà la sua uscita (trionfale, è il caso di dirlo) dalla mia camera per finire di là, nella catasta di scatoloni, comodini, lampade e torri porta-cd. Domani poi sarà il mio turno, e sarò io a lasciare non solo la mia stanza ma Bologna per qualche giorno, in attesa dell’ultima settimana lampo, computer-less, dopo la quale farò ritorno al mio ritiro bucolico tra i colli del marchigiano per rimanervi per un po’. Per tante cose, non so perchè, ha il sapore di un addio. Amaro.
Non so quando e quanto riuscirò ad aggiornare il blog, vedremo. Per ora penso solo che, se Agosto è il mese più freddo dell’anno, anche Luglio non scherza affatto.


giovedì, 17/07/2003

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Era ora
Finalmente una delle anomalie più assurde della nostra italietta -che di anomalie vive, come sanno bene Berlusconi, il conflitto di interesse e tutte le leggine fatte per parargli il deretano- viene eliminata: grazie ad un emendamento della Margherita con il nuovo codice della strada sarà vietata la vendita di alcolici (o solo di superalcolici, dall’articolo non si capisce bene) negli autogrill. L’ho sempre trovata una cosa assolutamente illogica e contro ogni buon senso. E non solo il solo.

giovedì, 17/07/2003

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Serendipità
«Allora andiamo?»
«Ok. Però io sono in scooter, quindi vi precedo.»
«Perfetto, ci vediamo là.»
Ecco, aspettare, un’altra volta. Ma ieri no, non avevo voglia di fare per l’ennesima volta la bella statuina e di squagliarmi appoggiato al muro per 20 minuti, forse più, a causa dei canonici 2000 gradi bolognesi, ed ho studiato un diversivo. Ho pensato che la mia meta non era poi lontana dalla Feltrinelli International, e che erano mesi che mia sorella mi chiedeva un tal libro tedesco di Douglas Couplandcui ricordavo a malapena frammenti di titolo, ed ho deciso di ammazzare l’attesa a bòtte di libri ed amore fraterno. Recuperato velocemente il libro, inevitabile fare anche un giretto nella sezione musica. I soliti libri di testi, il romanzaccio scritto nei ritagli di tempo da qualche cantante, i libri di Cohen che tutti dicono siano bellissimi e che ancora non ho comprato, una monografia sui Massive Attack? Una monografia su Nada? Una monografia sui White Stripes? Ma chi può voler comprare libri simili? Vabbè, niente di nuovo sotto il sole.
Pago il libro crucco, mi dirigo verso l’uscita dando una distratta occhiata al settore di narrativa americana contemporanea, di fianco all’uscita. Attratto da una copertina sgargiante rallento, quindi già che ci sono do un’occhiata ai libri vicini, e lo vedo: impossibile, ho le allucinazioni…sul sito ufficiale c’è scritto che verrà pubblicato a Settembre… Sono evidentemente un po’ sovraeccitato, neanche avessi tra le mani un pezzo unico, un’edizione limitata o un feticcio impagabile; eppure già il fatto che la sua presenza tra gli scaffali di una libreria della mia città -così presto- non fosse prevista e che mi abbia colto mentre facevo altro, è stato sufficiente per rendere la cosa un evento. Ho agguantato una copia, sono tornato alla cassa con un sorrisoaduecentodenti e sono uscito dalla Fetrinelli con la mia copia originale, proveniente direttamente dal’Inghilterra -nonostante il libro sia già uscito solo negli States, con una copertina diversa-, di Hey Nostradamus, il nuovo romanzo dell’ineffabile Douglas Coupland.





mercoledì, 16/07/2003

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White : Zellweger = Martin : Paltrow?
Già, così pare. O anche: Seven Nation Army : Il Diario di Bridget Jones = Yellow : Sliding Doors. Effettivamente Renèe Zellweger è decisamente più garage di Gwyneth Paltrow. A cominciare dal nome.

mercoledì, 16/07/2003

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Che fossi incantato già si sapeva
E questo interessante test dei sensi -in cui ho realizzato un misero 3- non fa che confermarlo.
E’ bello avere delle certezze.
(via Brodo Primordiale)



mercoledì, 16/07/2003

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Ms John Soda? Check it out, anzi, Go check!
Ok, lo ammetto: fino ad un mese fa non li conoscevo neanche. O meglio, avevo letto da qualche parte dell’ennesimo progetto collaterale di uno dei miei gruppi preferiti (sempre loro, i Notwist), ma visto che ne tirano fuori almeno tre all’anno non gli avevo dato tanta importanza. Poi avevo sentito da un’amica il singolo, Go check, dove il meglio dell’elettronica in puro stile Morr incontra un pop un po’ retrò, e quello che ne esce fuori è un gran pezzo, a dir poco trascinante, (provate a tener fermo il piede, se riuscite). Ma si sa, la pigrizia spesso vince su tutto, a volte pure su una bella canzone; e così tutto è sfumato di nuovo nel dimenticatoio. Tempo un paio di mesi, e me li ritrovo nelle line-up definitiva del festival musicale (sempre quello, Frequenze Disturbate) che ogni anno si svolge a un paio di chilometri dalla casa dove ho vissuto i primi 18 anni della mia vita, e a cui chiaramente non mancherò per nulla al mondo: a questo punto capisco l’antifona, mi sottometto alla volontà divina e mi procuro No P or D, primo ed unico album dei Ms John Soda.
Ed è stata una bella scoperta. I Ms John Soda, al secolo Micha Acher e Stephanie Bohm, si inseriscono nello stesso limbo indietronico che ha fatto la fortuna di Notwist e Lali Puna, rimescolando un po’ le carte senza però variare la formula. Elettronica minimale con sfumature glitch, approccio caldo e voce sospesa, con le chitarre a fare da contraltare alle macchine e a dare profondità al suono. Mancano la perfezione di Neon Golden e Scary World Theory, in cambio di una maggiore varietà di stili, che passa dalla Lalipuneggiante Elusive ai serrati intrecci chitarristici di Misco fino al grande pop della già citata Go check e della splendida Solid Ground, costruita su una malinconica melodia di pianoforte (ne è uscita anche la Piano version, pubblicata come B-side del singolo). Nulla di nuovo sotto il sole, ma qualcosa di bello, quello sì.


mercoledì, 16/07/2003

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Una volta qui era tutta campagna elettorale
Sergio Cofferati annuncia che dal primo Agosto si stabilirà a Bologna e promette di non abbandonarla per tutta la legislatura.

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martedì, 15/07/2003

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Cantando só teus olhos, teu riso, e tuas mãos 
E’ tutto il giorno che ascolto, ininterrottamente, Manha de Carnival di Luiz Bonfa in varie delle sue centinaia di versioni, da quelle standard di Joao Gilberto e Stan Getz alle riletture di Thalia Zedek e Tori Amos. Però va tutto bene, giuro. <inserire qui sospiro di saudade>

martedì, 15/07/2003

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Epimenide il Cretese disse «Tutti i cretesi mentono»
In un paesino in provincia di Pistoia ad inizio Agosto si terrà la ventisettesima edizione del Campionato Italiano della Bugia. Quello che mi chiedo è: come fanno a sapere se sono bugie? Nel momento in cui vengono definite tali non diventano, per definizione, verità?

martedì, 15/07/2003

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Come ti cucino la serata
In effetti è cominciata cucinando: taglia i peperoni, pela le patate, attento alle uova sode che devono bollire pianissimo, qualcuno mi dia una mano con questo frullatore e senti un po’ questa canzone dell’album nuovo di Elio. Ad un certo punto volavano i coltelli, e non solo metaforicamente; fortuna che c’era Pet Sounds in sottofondo a raffreddare gli animi. Alla fine il gazpacho alentejano era ottimo, e il baccalà era da urlo: onore alla cuoca ed alla sua squadra. Altri ingredienti sparsi: una maglietta da rugby (quante volte ve lo devo dire, non era da rugby), l’ottima compagnia (ma era scontato, no?), e la tappa successiva, una festa ispano-americana -non nel senso di messico e portorico ma proprio di festa spagnola E americana- in cui l’indiscusso protagonista è stato un lime (ed il melone alla vodka, aggiungerei io), e che è stata attraversata e superata dall’allegra ed ondeggiante comitiva senza lasciare tracce.
Finale di serata in una bella casa (sì, quella bella casa) di via Santo Stefano, spalmati sul divano a chiacchierare e bere birra, con il lettore che, dopo una paziente opera di convincimento, ha deciso di accettare e suonare in sottofondo un mio nastrone ‘casualmente’ presente in casa. Dopo i primi insulti (ma cos’è ‘sta roba? musica da blogger?), il pubblico è stato conquistato dai Kings of Convenience (qualcuno ha persino detto della loro versione di Manhattan Skyline ‘ma non è tanto triste’), non è riuscito a non canticchiare gli Scisma, i Notwist e Badly Drawn Boy, mi ha chiesto chi fossero questi sconosciuti Postal Service chè Sleeping In è così carina ed ha finito profondendosi in sperticate lodi alla voce di Mark Sandman. Inserire in mezzo lotte intestine per conquistarsi una posto nel divano, un massaggio ai piedi (un’arte sottovalutata, lo dico sempre), dei galletti del Mulino Bianco, qualcuno che si appisola in un angolo e cuocere tutto fino alle 4 nella calda notte bolognese. Risultato garantito.


lunedì, 14/07/2003

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Dubbio stradale
Se sto guidando uno scooter 50 portando un passeggero (cosa che ora è legale), ma questo non ha il casco: perdo punti dalla patente io, lui, entrambi o nessuno dei due? E, in generale, le infrazioni fatte su uno scooter fanno perdere punti?
(Secondo me sì, sempre infrazioni sono; però se il passeggero è senza casco secondo me i punti al massimo li perde lui. Ma sono solo supposizioni..)


lunedì, 14/07/2003

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Blog In Blog Out
Mentre aspetto che si cuocia la pasta (mezze penne alle zucchine, per chi se lo chiedesse), leggo vecchi post di Leonardo su BlogOut. BlogOut, il primo libro non SUI blog ma DI blog, è un’eccellente lettura, i post su carta i post non perdono nulla, e sono perfetti per una lettura occasionale o saltuaria. Non ho ancora fatto la prova ombrellone, ma credo proprio che la passerà a pieni voti.
Mi rendo conto di non aver neanche parlato della presentazione del libro che c’è stata una decina di giorni fa alla piadineria di Valido. Se non l’ho fatto è perchè, in larga parte, sono d’accordo con ciò che diceva Clutcher, compresa la stranezza di leggere blog di persone *dopo* averle incontrate di persona. Mentirei però se non dicessi di capire cosa ha provato The Petunias alla presentazione di un paio di giorni dopo a Roma:
Altri convenuti non hanno resistito a indulgere nel solito peana “una volta qui era tutta campagna”. Sì, va bene, abbiamo capito che voi siete stati i primi, i pionieri, i più bravi, i più lungimiranti, che quando non c’era Splinder, che adesso se dici che hai un blog ti capiscono mentre allora signora mia sapesse, che una volta erano solo profonde riflessioni mentre adesso checazzo son tutti link che poi (paradosso!) rimandano ad altri link, che c’era amicizia carbonara e solidarietà e ora ci sono faide e denaro e potere, che adesso è una moda da cani e porci e me l’hanno sputtanata e persino sull’Espresso guarda che stronzate mi tocca leggere, tra un po’ faranno il blog del tg4.
Ora, come blogger dell’ultim’ora (condizione che
soffro, sia chiaro) io non dico di non essere d’accordo con queste cose – in linea di massima lo sono con tutte. Però, sarà che arrivavo in loco con uno spleen di mio, sarà che Elvis era anche il Re ma poi sono venuti i Beatles e dopo gli Stones e gli Who e dopo gli Zeppelin e i Clash e i Police e gli U2 e a nessuno di questi salvo rari casi piaceva quello venuto dopo di lui.
Io però il libro l’ho comprato, e non ne sono affatto pentito. Ho l’impressione che pochi blog -tra i tredici che compongono BlogOut– entreranno tra quelli che leggo quotidianamente, eppure finora sono state tutte scoperte interessanti, nessuna esclusa. E tanto basta.




lunedì, 14/07/2003

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Homesleekend
E’ ufficiale: il 22-23-24 Agosto la Homesleep, etichetta tra le più intelligenti e fortunate nel panorama indie italiano (e non solo), organizza un week-end di concerti e musica gratis in quel di Ancona, roccaforte del clan. L’Homesleep Weekend vedrà esibirsi nomi come Giardini di Mirò, Yuppie Flu, Emidio Clementi, Midwest, Ant, Quickspace e Meet Guitar, nonchè vari dj (tra cui Massimiliano Bonini del Covo e Giovanni Gandolfi della Unhip) che ci faranno ballare fino a tarda notte. Altre info
qui.

lunedì, 14/07/2003

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Altro che grandangolo
Ecco qualcuno con molto tempo libero e una manciata di monitor in esubero.

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domenica, 13/07/2003

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PALaZ meets inkiostro
Ospito qua sotto l’intervento di un amico -scrittore- sul concerto dei Radiohead di Venerdì. Oscuro e complesso come piace a lui, ma pieno di piccole e grandi verità. Merita la lettura attenta, quindi non desistete.
[per il resto, il mio giudizio sull’evento è riassumibile dall’espressione ‘sublime’, e lì mi fermo perchè oltre non riuscirei a spiegarmi]


domenica, 13/07/2003

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di

Venerdì, Radiohead live@Ferrara
2+2=4; l’esempio calza. non aspettatevi il 5 dalle addizioni. insomma c’era un’afa cristallina, poderosa e carnivora, di quelle labbra che il solo vociare falsettato credevano potesse dissipare. una somma di pelli filtrate attraverso lo stesso strato di attesa, ecco che si inabissa la bassa marea seduta, tutti si alzano e spopolano la posizione acquisita, si protendeno verso l’altare, ara dove si consuma il sacrificio, il loro, il nostro. torno ancora sul cielo acerbo di questa stagione ma già morso, miracolo di ingegneria genetica. torno ancora sulle magliette direzionali con la scritta RADIOHEAD, radioteste sintonizzate sull’unica onda magnetica. la dolorosa portata anticipale serve a rendere buono il piatto successivo. avete vene abbastanza capienti anche per i FLOW? ma dite davvero? il calore si addossa sulle spalle, svenire per la metà giusta. ok. crescono sul palco-scenico, molto scenico, molta scena. ma i brividi dove sono? il mio vicino di sudore si dimena come autoerotismo per la testadicazzo che è, RADIOCUMSHOT precoce, la mia segugia si fa festone delle mie ossa e grida un festival in stereofonia ma della radio sbagliata, stonante, sbadigliato le concedo uno sputo di dissapore. cambio onda e percezione, mi lego alla prossima corrente. intanto sento le caviglie bagnare il disagio, mi inietta addosso il senso di impazienza, quale sarà il confine di questo mare e dove mi lasceranno naufragare? il cielo ha un fresco invito scritto tra le stelle rimaste, poche, umide e anche loro insensate per qualunque occasione, torno il mio collo abituale, il mio orizzonte frastagliato e non mi reggono le punte come ad una ballerina. il mio vicino di stato mi pare viaggiare e lidi da me non trovati, recepisco il concetto, non recepisco il concerto. non lo so, ho delle emozioni appena accennate, è tutto il resto che talmente travolge che tanto spazio mi viene asportato, le luci più che altro sono ricettacoli per chi non sa fare bene il pellegrino di queste occasioni, il turista. ecco il turista, the tourist e lento mi spinge controcorrente, mi nascondo lontano in una piazza dove spero meno abitata, già è difficile posare il passo dietro l’alro, ho certi sguardi di malridotto che mi rifletto nelle pupille altrui. acqua per favore, e sorprendo gli ultimi miraggi lontano, da lontano. quasi l’appena è migliore e solfeggia fiati di cieli più bassi ed estasiate. la gente raccoglie e schiaccia il sudore attraverso un rumore e germoglia braccia come ovazione. io sono sradicato dalle mie ragioni, ho il gusto solo quando ne sento davvero il bisogno, e madido e il mio disco funziona meglio nel piccolo raccoglimento della camera, le sensazioni sgorgano come belle presenze, più tattili che altrove, funziona meglio il mio disco acceso e suonato in un borgo svenuto nella mia camera, ai confini col lenzuolo, occhi sospesi, denti fieri e labbra seguono il movimento che suggerisce l’atmosfera creata, tersa e filtra tutto il bagliore, altrove non si può, ma altri possono e non mi va di discriminare.

mi sono introdotto, in questo pomeriggio dopo il concerto. inkiostro si è concesso un riposo, io gli ho rubato momentaneamente il posto. PALaZ


venerdì, 11/07/2003

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Due più due fa cinque
Oggi è uno di quei giorni in cui due più due fa cinque:
– Un pacco da Amazon arriva quasi prima che l’ordinassi. Tre giorni via posta. Wow.
– A leggere Repubblica sembra che sia aperta la crisi di governo. A guardare il Tg1 sembra non stia succedendo niente. E alla fine, sicuramente, niente succederà. Hail to the thief.
– Le zucchine ripiene ieri sera non sono venute bene, si sono un po’ spappolate. Perdo colpi.
– Ci vediamo per una birra dopo pranzo. Ma una volta non si beveva il caffè? Vabbè che è belga, quindi non si discute.
– Stasera Radiohead a Ferrara.






venerdì, 11/07/2003

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Respect
EmmeBi è uno serio. Devo riprenderci un po’ la mano, ma ai tempi non mi batteva nessuno.

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venerdì, 11/07/2003

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Cosa unisce i Depeche Mode e Super Mario
Stavo navigando un po’ nel folle mondo dei musicisti da Game Boy, ovvero chi usa la celeberrima console portatile (alzi la mano chi non ne ha una in qualche vecchio cassetto) per produrre canzoni ad 8 bit, e da questo sito (segnalato qualche tempo fa da Gecco), sono capitato su due mix (una versione corta e una lunga) dei successi dei Depeche Mode in versione GameBoy. Elettronica minimale stile videogame che incontra l’ elettronica ‘classica’ e se ne fa beffe. Pura avanguardia.

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giovedì, 10/07/2003

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I dieci lavori demenziali dei miei sogni
4. Il direttore artistico di Mtv

Questa è forse l’unica professione dei miei sogni a non essere demenziale; a chi non piacerebbe essere colui che sceglie video e palinsesto su Mtv, il network musicale più visto al mondo? In linea teorica, una figura del genere sfiora l’onnipotenza: ha un potere di condizionamento smisurato nel decidere cosa il resto del mondo sarà costretto ad ascoltare nei mesi a venire. Può creare personaggi inutili dal nulla e spaccare le balle a tutti mandando a ripetizione i video patinati del teen idol del momento, innamorarsi di una canzone e costringere gli altri a farsela piacere, inventarsi il trend dell’anno (“quest’anno vanno i gruppi francesi”), negare la visibilità a gruppi che prima aveva incondizionatamente supportato (“che fine hanno fatto i Cardigans?”) e molto altro.
In linea teorica però; la realtà è ben diversa. Veti incrociati, do ut des con le case discografiche, promoter pressanti, lobby grandi e piccole che vogliono la loro visibilità…per mettere d’accordo tutti alla fine più che un direttore artistico ci vuole un politico. Basta vedere quello che è successo a Luca De Gennaro , attualee direttore artistico di Mtv Italia: dieci anni fa conduceva Planet Rock su Radio2, ed era del giro di gente come Fabio De Luca e Alberto Campo. C’è traccia dei suoi ottimi gusti musicali passati (e forse anche presenti) nella programmazione di Mtv Italia? Lascio a voi la risposta…