lunedì, 27/10/2003

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The best search idea since Google
«One of those transformative Web moments when a tool suddenly appears and six months later you can’t imagine life without it»: così uno dei miei tecno-guru, Steven Johnson, in un bell’editoriale definisce il nuovo servizio Search inside di Amazon, che permette di cercare stringhe di testo all’interno dello sterminato (circa 120.000) archivio di libri venduti dall’azienda di Jeff Bezos. Johnson ipotizza che l’utilità di Search Inside non stia tanto nel poter cercare all’interno di libri che non si possiede (per poi comprarli su Amazon), quanto nel poter cercare con un semplice clic all’interno della propria biblioteca. Un google bibliografico personalizzabile, in due parole. Il tono è un po’ sensazionalistico, ma se è potente anche solo la metà di quanto sembra, siamo davanti a qualcosa di grosso.

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domenica, 26/10/2003

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IndieBlogCena 1.0
Mi spiace, non ho il tempo di raccontarvi niente. La serata di ieri è stata davvero kloonghissima, ma ora devo lavare tutti piatti e le pentole, dare lo straccio e pulire la casa. Non avete idea di quanto casino possono fare 10 indieblogger in un sabato sera…

sabato, 25/10/2003

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Cosa faremmo senza il nostro Airbag
Dal mio beckettiano monologare iniziale (mea culpa, come al solito) alla grande musica che ci contraddistingue, da Tarantino alla presentazione dei tanti concerti imminenti, dai prestigiosi ospiti intervenuti (nientemeno che Mr Shoegazer e Mr. Polaroid), allo svacco finale: questa è stata l’ora e un quarto di ieri sera, per la terza puntata di Airbag. In attesa che il mio socio Andrea si dilunghi in dettagli nell’apposito blog, beccatevi i 3 mp3 della trasmissione (one, two, three), come al solito in bassa fedeltà. 

venerdì, 24/10/2003

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We suck young blog
Durante gli ultimi anni del liceo tenevo una specie di diario. Più che il canonico journal dove scrivere cosa mi succedeva ogni giorno era un vero e proprio zibaldone, dove confluivano riflessioni sui libri che leggevo e i dischi che ascoltavo, mi esprimevo in pretenziose teorie filosofiche, mi lanciavo in spericolati flussi di coscienza ed esercitavo una prosa giovanilistica che col tempo, fortunatamente, ho decisamente abbandonato (potete averne un assaggio qui e qui). In parole povere, un blog su carta*. Conservo quei quaderni gelosamente e ogni tanto, quando sono in vena nostalgica, li sfoglio e ritorno sedicenne, con tutti i pro e i contro del caso.
Se ci fossero stati i blog quando avevo 16 anni, ne avrei avuto assai darkeggiante, molto cinico, pieno di derive nella cultura pop, piuttosto schivo ma anche capace di esaltarsi per un niente. Se invece avessi 16 anni adesso, il mio blog non sarebbe troppo diverso da questo, il blog di un sedicenne che mi linka da un po’ e che leggo spesso, con il sorriso sulle labbra. Mi fa ripensare al me di allora, pur con le enormi differenze date dagli anni che sono passati. Volevo essere più grande, ai tempi, e mi sentivo vecchio per la mia età; probabilmente mi avrebbe fatto piacere sapere che qualcuno, di parecchi anni più grande, leggeva quello che scrivevo. E che gli ricordava se stesso alla mia età.
[* solo qualche mese fa descrivevamo i blog come diari online, mentre ora un diario è diventato un blog su carta. Come cambiano i tempi, signora mia..]



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venerdì, 24/10/2003

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La puffetta è un transessuale?
E linkando questo (in francese), confermo a Guia che noi blogger siamo tutti dei segaioli.

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giovedì, 23/10/2003

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Linux brother
Un tempo ormai molto lontano ero un linuxista. Il mio 486 non mi permetteva le delizie di Windows 95, quindi -complice la tirannia informatica di mio fratello- ero un fedele utente del pinguino (in modalità testuale, tra l’altro). Leggevo la posta con PINE, navigavo con LYNX, scrivevo con PICO e VI. Poi ho comprato un computer nuovo, sono finito a lavorare in un sito web windows-centrico, ho scoperto le delizie del multimedia e non c’è stato nulla da fare, sono finito sotto le grinfie di Bill (Bill!). Da allora la mia coscienza è sporca e mi sento in colpa ogni volta che faccio qualcosa che implicitamente perpetua il monopolio della casa di Redmond. L’inerzia è troppa per reinstallare tutto, l’imperizia informatica è notevole, e alla fine non ho mai voglia di vedere se posso trovare un equivalente per linux di tutto il software che uso su Windows. Però ieri mio fratello mi ha inoltrato questo link, senza alcun commento, rimuovendo il terzo ostacolo alla mia migrazione. Mancano gli altri due, ma per ora è già qualcosa.
[in questo post c’è una citazione nascosta, vediamo chi la trova]


giovedì, 23/10/2003

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Here’s a present for you
Beccatevi questo mp3 di Badly Drawn Boy che rifà Oscillate wildly, bello strumentale targato Smiths.

giovedì, 23/10/2003

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Hypersoap
Hyperfiction? Performance multimediale? Gioco di ruolo tecnologico? Il reality show del futuro? O una soap opera d’avanguardia? Lascio a voi la risposta. Posso solo dire che il bizzarro esperimento di Avantsoap sembra assai interessante sulla carta, ma un po’ oscuro negli esiti. Vi spiego: 4 persone mandano foto della loro vita quotidiana in tempo reale a un server centrale, collegato a un sito web, seguendo un copione di massima. La storia si sviluppa in un mese attraverso le foto -commentate al massimo da una manciata di parole- inviate dai quattro, navigabili sul sito, intrecciando fiction e vita reale. Ci ho fatto un giro veloce e non ho capito molto della trama; sospetto che sia necessaria una navigazione estensiva e molto tempo da spendere. Ora come ora è quello che mi manca, ma magari qualcuno di voi è appassionato di hyperfiction e ha voglia di guardarselo per bene e poi raccontarmi qualcosa…

mercoledì, 22/10/2003

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Com’è il detto? «Fortunato al gioco..»?
Grazie a un sito web e a una radio nel giro di due giorni ho vinto i biglietti per due concerti che sarei comunque andato a vedere. Non mi era mai successo prima, e tanta fortuna mi inquieta; dov’è la fregatura?
[Update, ore 17.23 – sta sicuramente per succedermi qualcosa di molto brutto: ho appena vinto il biglietto per un terzo concerto, questa volta grazie a un giornale. Il minimo che può capirami ora è una influenza fulminante, al massimo non voglio nemmeno pensarci. A questo punto una sola sola è certa: di questo passo rimango single fino alla tomba…]


mercoledì, 22/10/2003

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Libero? Tutt’altro…
Qualche giorno fa parlavo con un amico dei vari provider free italiani (si, sono un geek) e dell loro alterne vicende. Molti ne sono nati e ne sono morti, alcuni monchi dalla nascita, alcuni vittima di deliri di onnipotenza, altri naufragati quasi subito. Io difendevo la mia fedeltà a Libero, di cui sono utente da qualcosa come 5 anni; l’ho usato per anni per collegarmi da casa, mi sono servito massicciamente dei loro servizi, ho ricevuto il loro spam, ho cliccato sui loro banner e ho contributo al loro successo consigliandoli a tutti gli amici che volevano un accesso a Internet. Ero convinto -ingenuo- che avrei mantenuto il mio indirizzo @libero.it (che come avrete intuito non è quello che uso sul blog) ancora per molto tempo, perchè Libero non mi aveva mai dato motivo per dubitarne. E a quel punto, dal nulla, è arrivata la mazzata, che potete leggere in dettaglio qui.
Da Novembre il servizio mail via POP (per scaricare la mail su un client come Outlook o Eudora) diventerà a pagamento per chiunque non si colleghi con Libero. Immaginate chi controlla la posta da diversi computer con connessioni differenti, chi lo fa dal posto di lavoro, o chi, come me, ha già sottoscritto un contratto ADSL con qualcun’altro: la scelta è tra pagare per avere un servizio uguale a quello attuale o, in alternativa, cambiare indirizzo con infinite scocciature per avvertire tutti i contatti frutto di anni di net-attività. E’ chiaro che a Libero fanno leva su questo, pensando che molti ragionino così e, sopraffatti dall’inerzia, decidano di pagare per evitare scocciature.
E proprio per questo, ho deciso di non perdonargliela, e di abbandonarli. Ho già creato un nuovo indirizzo altrove, e sto spargendo la voce tra i miei contatti. Ci vorrà un po’, e per qualche mese rischierò di perdermi qualche mail. Pazienza, è una questione di principio. Non si cambiano le regole in corsa, non si costringono i propri utenti più affezionati a pagare contando sulla loro paura di cambiare. Mi spiace per Libero, ma un autogol simile non si perdona.
[se avete anche voi un indirizzo su Libero, pensateci bene]




martedì, 21/10/2003

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Altro che didò
Ecco qualcuno che col pongo ci sa davvero fare. Io al tempo ero un patito del DAS, ma non è che fossi proprio bravissimo. Dovevo essere proprio un bambino triste.
(visto su Iaia)


martedì, 21/10/2003

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Perdi l’autobus stavolta / Non sprecare questa possibilità
Come scrivevo qualche giorno fa, la mia tv è esplosa la settimana scorsa. Ironia della sorte, è successo proprio nel periodo in cui il primo video dei miei beneamati Baustelle va in rotazione su Mtv addirittura di giorno. Finora l’ho visto solo di sfuggita, mi è sembrato molto stiloso e appropriatissimo, benchè Love Affair non sia tra le mie canzoni preferite del loro secondo cd, La moda del lento (di cui ho parlato qui mesi fa). Ma tra un Justin Timberlake e un Ramazzotti si fa notare eccome, e bastano poche note per capirne la qualità. In attesa di un rimpiazzo per la tv (so che fa poco indie, ma davvero non riesco a fare a meno del tg durante i pasti, di Blob, dei Simpson e -si, me ne vergogno- di Dawson’s Creek), mi sto dedicando di nuovo al loro disco, che ascoltato in queste giornate fredde e piovose acquista tutto un altro sapore rispetto alla spensieratezza dello Yè-yè estivo. Non sono molti i dischi in grado di farlo. 

martedì, 21/10/2003

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Ho come l’impressione che sia un polpettone
Il trailer promette maluccio. La fotografia dà l’impressione di non essere male, ma Gwyneth Paltrow è davvero poco credibile nel ruolo di una delle poetesse più importanti di questo secolo. Ma non si sa mai, ingannevole è il trailer più di ogni cosa.
Come forse avrete capito sto parlando di Sylvia, film sulla vita di Sylvia Plath, da poco uscito negli States. Il terreno è minato anche più che in The Hours, la cui storia era legata a triplo filo alla vita di Virginia Woolf; almeno lì c’era un libro (straordinario) su cui basarsi, e la messa in scena era agevolata. In Sylvia invece c’è la vita della poetessa americana da rappresentare, la sua storia d’amore con lo scrittore Ted Hughes e -anche qui- il suo suicidio. Il rischio di cadere nella retorica è talmente alto che sono piuttosto scettico anche di fronte a un articolo che ne parla piuttosto bene. Mah.


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lunedì, 20/10/2003

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A Taiwan mangiano i neonati?
Sì, secondo una mail che mi è arrivata ieri. No, secondo il buon senso. E non solo.

lunedì, 20/10/2003

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Blooms eventually
Una mattinata, limpida, di primavera. Di quelle in cui, come diceva Virginia Woolf, ci si tuffa nel freddo mattutino pensando «what a lark». Una ragazza, sui vent’anni, cammina sul bagnasciuga, canticchiando una canzone di cui non capisce la parole. Guarda i suoi passi sulla sabbia, la sua ombra, la spiaggia deserta, il mare increspato da onde leggere. Un momento dopo la stessa ragazza, seminuda -ma in modo innocente, si capisce- sfoglia il suo diario, sdraiata sul letto. Immagini in digitale sgranato, in un rallenty emotivamente scattoso, con la musica dei Pulseprogramming che tirano fuori blips a strati e melodie ora infantili ora angeliche ora intrise di micropolveri dai loro 3 powerbook in fila. Non è un film, e non è un videoclip, almeno in senso stretto, ma un concerto.
Sabato sera i Pulseprogramming hanno incantato la piccola ma fedele platea del Link con la loro elettronica minimale, supportata da splendidi video in grado di illustrare in modo perfetto i loro piccoli quadretti sonori. Per quel che mi riguarda sono stati proprio i video a dare al suono della band di Chicago il quid per trasformare un buon concerto in un’esperienza di incantamento che ancora stenta a svanire. Mi basta risentire le note di Blooms eventually o di Bless the drastic space per tornare su quella spiaggia, con quella ragazza che non ho mai conosciuto, a canticchiare insieme quella canzone di cui non capiamo le parole.


lunedì, 20/10/2003

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You say tomato and I say toma-ahto
Ce n’è di gente strana in giro. C’è gente convinta che i pomodori siano dei vegetali diabolici e che, non paga, ci ha pure fatto un sito su: Tomatoes are evil. Un sito dedicato a quella percentuale della popolazione mondiale a cui non piacciono i pomodori. Non stiamo parlando di leggera avversione o semplice allergia, ma della convinzione che questo ortaggio sia IL FRUTTO DI SATANA. Ma con cosa lo fanno il ragù questi qua?

domenica, 19/10/2003

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Tron rulez
Ecco il nuovo video degli Strokes.

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sabato, 18/10/2003

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Una Polaroid in una Polaroid in una Polaroid..
Questo
link lo regalo a Enzo e laLaura.

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sabato, 18/10/2003

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Il solito post imploso del sabato pomeriggio
Quando ti ritrovi a sentirti frustrato perchè non riesci a scovare online un sito con le battute di Anything Else -ce ne sono un paio che ti volevi segnare…a ricordarsele, però- forse vuol dire che c’è qualcosa che non va. La sensazione è rafforzata dal sottofondo musicale, da ore costituito esclusivamente dai Cinematic Orchestra, Christopher O’Riley e i Bartòk, per compensare il bisogno di musica sinfonica, pressante ora che un disco nuovo dei Rachel’s è nei negozi ma tu non riesci a trovarlo da nessuna parte. Poi pensi in ordine: 1) che la mattina non riesci più a svegliarti (solo altri 5 minuti…) e ti senti stanco per tutto il giorno; 2) che fa davvero freddo; 3) che stasera in scooter ti congelerai; 4) che in realtà te ne staresti volentieri in casa a leggere stasera; 5) che se lo facessi domani te ne pentiresti e saresti ancora più depresso; 6) che di questa cosa non solo non ne vedi la fine, ma non ne vedi neanche l’inizio.
E’ che dopo una settimana sfigata come quella che è al termine dovresti sentirti sollevato, pensi. Anche se c’è la tv che si è rotta, il computer che ha iniziato comportarsi in modo strano, vari scatoloni da togliere e la stanza da pulire, la spesa da fare, poi dovresti andare alle poste e in banca, e ieri è uscito ZiC ma se continui così chissà quando avrai il tempo di leggerlo. Un buon modo per cominciare potrebbe essere spegnere il computer. Ed è quello che farai. Solo altri 5 minuti.


venerdì, 17/10/2003

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Houston, we’ve got a problem
Giornata davvero incasinata, oggi, senza un momento libero e piena di disastri tecnologici. Se la fortuna mi assiste, i disastri si fermeranno qui, e non coinvolgeranno la seconda puntata di Airbag, in onda stasera ale 21 (tutti modi per ascoltarla, via radio, streaming o mp3 li trovate nell’apposito
blog, in alto a sinistra). Se non mi assiste, ascoltateci lo stesso, vi farete grasse risate alla nostra faccia.

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venerdì, 17/10/2003

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Karen Ooopss
La stilosissima vocalist degli Yeah Yeah Yeahs (che a me non fanno impazzire….ma che ne so io di stile?), Karen O, qualche giorno fa è caduta dal palco durante un concerto scivolando dalla cima degli amplificatori dove si era arrampicata. Nonostante ciò un paio di giorni dopo era di nuovo sul palco a cantare, in carrozzella. Non la fa fuori nessuno, quella là.
[Frattanto i calmbour si sprecano: NME titola Fever to fell, e a me oltre a Karen Ooopss erano venuti in mente anche Kaskaren O, Ahi Ahi Ahis o Fracture to tell. Una volta ne hai troppi, una volta nessuno.]


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giovedì, 16/10/2003

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Gödel, Escher e Lego
Questo tizio, che riproduce con i Lego i dipinti di Escher, è davvero pazzo ma mostruosamente bravo. Guardatevi Belvedere, Salita e discesa o Cascata per averne un’idea. Se poi qualcuno ha voglia di prodursi in un saggio che spieghi i legami tra l’intrinseca mentalità binaria dei Lego, i paradossi della mente e le illusioni ottiche di Escher (senza tralasciare i legami con l’Informatica), è benvenuto.

giovedì, 16/10/2003

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It’s like catching snow on your tongue
La sera in cui ho aperto il blog, quasi 10 mesi fa, nevicava. Me lo ricordo benissimo: ero tornato a Bologna dalle vacanze nel pomeriggio, nella macchina stipata di stereo, 4 casse, cd, libri e vestiti. Avevo montato l’impianto, sistemato tutto, ed ero terribilmente fiero dell’effetto stereo che ero riuscito a ottenere nella mia stanza. Subito dopo cena aveva cominciato a nevicare intensamente -cosa insolita a Bologna-, e io ero euforico come mi succede sempre quando tutto comincia ad imbiancarsi. Ho messo su un bel live di Beth Orton, ho smesso di fissare la finestra e ho aperto il blog.
La scelta del sottofondo musicale non era casuale: Beth Orton mi fa venire in mente la neve. La causa è un momento epifanico che ha avuto luogo 4 anni fa, o giù di lì. Era un pomeriggio di inizio Gennaio, e io ero a casa dei miei, in camera di mia sorella (sì, ho una sorella). Stavo leggendo non so che, ascoltando Central Reservation, e proprio durante l’incantevole versione originale della title-track, ho alzato gli occhi e ho visto il bosco e la rupe dietro casa completamente imbiancati. Il cielo plumbeo, quasi di cemento, la neve ovunque, e quel paesaggio visto mille volte dalla mia infanzia in una prospettiva nuova, in un modo così tridimensionale e perfetto che non credo lo scorderò mai più.
Ma perchè sto pensando alla neve? E’ che da poco è uscito The other side of Daybreak, raccolta di remix e rarità della cantautrice di Norwich. Il disco in realtà non è un granchè: i remix sono abbastanza inutili (a parte i due realizzati da Four Tet, che comunque non si è sforzato troppo), gli inediti non possono competere con i pezzi degli album ufficiali e il resto sono più o meno riempitivi. Ovviamente molto piacevole -del resto stiamo parlando di Beth Orton, mica di Pink-, ma niente a che vedere con Pass in time, Stars all seem to weep o Paris Train. Come cd non è niente di che, eppure lo ascolto volentieri in questi giornate che si accorciano e che si fanno più fredde. E oggi, tornando a casa, ho sentito distintamente aria di neve.



mercoledì, 15/10/2003

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Nei prossimi giorni le famiglie italiane riceveranno la lettera firmata dal Presidente del Consiglio Berlusconi in cui il premier spiegherà le ragioni, i particolari e tutto ciò che riguarda la finanziaria appena varata e la riforma delle pensioni. Oltre 18 milioni di capi famiglia riceveranno la lettera per una spesa che supererà i 7 milioni di euro, a carico del ministero del Tesoro e quindi di tutti i contribuenti. Chiaramente le ragioni della spedizione  di questa lettera sono ben altre di quelle ufficiali. In vista delle mobilitazioni dei lavoratoti del 24 ottobre e delle elezioni europee e amministrative delle prossima primavera e visti i sondaggi che indicano un calo notevole delle preferenze accordate a questo governo, il premier intende continuare nella sua operazione tutta politica e mediatica iniziata con il vergognoso comunicato a reti unificate delle scorse settimana.
Insomma è l’ennesimo scempio che questo governo si  accinge a compiere.  Quello che invitiamo a fare e respingere al mittente  la lettera che riceverete, nel momento in cui il  postino ve la consegna o portandola successivamente  all’ufficio postale. E’ sufficiente barrare con due  righe in diagonale l’indirizzo del destinatario e  scrivere RESPINTO AL MITTENTE.  Un’iniziativa civile per esprimere il nostro dissenso.

[effettivamente ci avevo pensato anch’io]



mercoledì, 15/10/2003

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Industrial bucolico
Io: …e mentre prima ascoltavo i Sin Ropas…
Ganz: Chi??
Io: Sin Ropas, non li conosco molto, sono del giro Red red Meat e Califone.
Ganz: ??
Io: Roba americana, la definiscono ‘folk industriale’..
Ganz: Folk Industriale? ma che vuol dire?
Io: Ah, non chiederlo a me…
Ganz: Cos’è, una cosa tipo Trent Reznor che però canta I wanna fuck you WITH the animals?