giovedì, 06/11/2003

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Cheers Damien
[avvertenza: post ad alto tasso di entusiasmo e superlativi]
Lei: «Allora…ti è piaciuto il concerto di Damien Rice
Io: «La domanda è mal posta. Probabilmente tu volevi chiedermi: quanto in alto di colloca questo tra i migliori concerti della tua vita?»
La risposta è in alto, molto in alto.
E’ stato un grandissimo concerto. Dalle aperture melodiche di Delicate al groove acustico degli intrecci vocali di Volcano per passare ad Aimie, uno di quei pezzi così schifosamente romantici che ti odi a cantarla così a perdifiato, e poi gli inediti e le b-side (tra cui la notevole Woman like a man, potenziale hit da classifica) fino agli riuscitissimi medley con delle cover tanto inflazionate (Creep dei Radiohead e Glory Box dei Portishead su tutte) quanto appropriate grazie all’incontaminato entusiasmo giovanile del cantautore irlandese. E poi le sue storielle prima delle canzoni, i continui crescendo buckleyani, i brindisi e il cazzeggio finale, l’incredibile bellezza preraffaelita di Lisa Hannigan (e la sua voce, assolutamente indescrivibile), Vyvienne Long che nel bis si scusa per non aver sorriso durante lo show e da sola suona e canta una versione per violoncello di Seven Nation Army dei White Stripes.
Pubblico non troppo numeroso (del resto il disco in Italia esce ufficialmente solo in questi giorni) ma denso di volti noti (da Irene Grandi a Kris di Kris&Kris a Nanà di Mtv) e URL note (il celeberrimo
Maxcar, che dal vivo è in gamba come e più che sul blog, Zazie e le sue amicizie vip, Luca Sofri e signora che non abbiamo osato disturbare, Analize, senza la quale saremmo stati costretti a dormire in un parcheggio, Agata e non so chi altri), vari animali da concerto (tra cui l’indipensabile compagno di avventure Lucio), e l’atmosfera che ti fa capire che questa non è una serata come le altre. E poi il post concerto, una sbarra abbassata di troppo, prove tecniche di vandalismo, 4 simpatiche e gentilissime sconosciute che ci offrono un tetto e un divano, un tassista che ama i Simply Red e dà di gomito, un idraulico zelante e l’A1 stamattina illuminata da un sole assonnato.
Di queste 24 ore temo di aver perso vari pezzi in giro. Se c’eravate vi esorto a ricordarmeli. Se non c’eravate beh, che serata che vi siete persi.







mercoledì, 05/11/2003

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Stasera
Nel segno della O.

mercoledì, 05/11/2003

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Worst cd cover ever
Le più brutte copertine di cd della storia. E’ davvero strano, al momento non me ne viene in mente nessuna da aggiungere.

mercoledì, 05/11/2003

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A lezione di limone (una rima baciata)
Passi che un tizio abbia scritto un libro sull’arte di baciare (fino a qui niente da dire, Ovidio ha scritto l’Ars Amandi più di 2000 anni fa), ma andare pure in giro per i college americani a dare seminari in materia mi sembra un po’ troppo..

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mercoledì, 05/11/2003

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Slashdotting the dialer
Paolo Attivissimo propone una strategia dal basso per scardinare il meccanismo dei dialer facendo esattamente quello che gli infami programmini vogliono. Sembra un po’ utopistico, ma potrebbe anche funzionare.
Frattanto c’è chi i dialer li sa prendere in giro davvero bene…


martedì, 04/11/2003

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Non chiederti il motivo
Ieri notte avremo ascoltato Molly degli Sponge almeno 10 volte. Stavamo tornando a casa dopo una cena di quelle che non si dimenticano, e il primo singolo di un gruppo che entrambi ricordavamo a stento era così perfetto in quel momento che il Don’t ask why del ritornello stava assumendo, almeno per me, un significato molto più che emblematico.
Eppure non riuscivamo a capire cosa sussurrasse il cantante immediatamente dopo, e in una situazione del genere non potevamo non saperlo. Abbiamo risentito il pezzo incriminato più e più volte, ho alzato il volume dell’autoradio fino a far gracchiare le casse, eppure niente: quella frase così decisiva non voleva saperne di uscire fuori. Non so tu, ma io l’ho interpretato come un segno: non dovevamo saperlo. Non chiederti il motivo, e non chiederti neanche cosa; se anche ci fosse qualcosa da sapere entrambi preferiamo non saperla.
Ci siamo salutati con la promessa che avrei controllato il testo, e ti avrei fatto sapere. E l’ho fatto; la frase incriminata è Sixteen candles down the drain. Eccolo qua: un compleanno adolescenziale. Come si dice in questi casi, touché.



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martedì, 04/11/2003

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TheKillsTheThrillsTheStillsTheChills
Se avete la tendenza a confondervi, su Monosyllabic c’è qualcosa che fa al caso vostro.

lunedì, 03/11/2003

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Un clichè al giorno..
Un giornalista di Slate è a Tokyo per un paio di mesi e, nel tempo libero, si diverte a smontare i clichè più diffusi sul paese del sol levante. Tra i tanti i terremoti, i manga, il cibo e i bizzarri hotel a capsula. Molto istruttivo.

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lunedì, 03/11/2003

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Una cantante che non esiste
Secondo me Jennifer Moore non esiste. Voi, ci scommetto, non l’avete mai sentita nominare. Niente di strano: *nessuno* l’hai mai sentita, e le volte che ho fatto il suo nome in qualche negozio di cd, anche nei più specializzati, i commessi hanno sempre sbarrato gli occhi e risposto di non saperne nulla. Eppure Jennifer Moore ha fatto un disco stupendo.
Quasi 10 anni fa, tramite l’amico di un amico di un amico, mi è capitata tra le mani la cassetta registrata di Be your friend, disco a nome Single Bass, pseudonimo dietro cui si nasconde Jennifer Moore. E’ stata una folgorazione: le canzoni sono notevoli, la voce è ottima, i testi -per quanto si capisca- non sono niente male e la musica è eccezionale. Una cosa davvero sorprendente per un album tutto voce-e-basso.
Esatto, avete capito bene: niente chitarre o pianoforti, elettronica o percussioni di alcun tipo, solo la voce di Jennifer Moore e il suo basso, in tutte le canzoni. Lo so, può sembrare terrorizzante ed estremamente noioso. Invece è straordinario. In mano a Jennfer Moore il basso è uno strumento davvero versatile: ora si produce in canoniche scale blues, ora slappa e si fa frenetico e incalzante (Could be, il pezzo migliore de disco), mentre nelle ballate dominano pattern lenti, echi ed armonici (After love, Letterbox). La voce, piuttosto soffice e pacata, può rimandare a tanto cantautorato femminile figlio di Suzanne Vega, ma la base musicale è talmente aliena e particolare da avere pochi termini di paragone. Un gran disco, insomma.
La cassetta di Be your friend l’ho consumata, e ogni volta che l’ascolto temo che presto mi abbandonerà. Ho cercato senza fortuna di comprare il cd (che a questo punto credo sia autoprodotto), ho chiesto in giro, e ho cercato nei circuiti del file sharing: sempre senza fortuna. Il web non è stato di grande aiuto: online non si trova quasi nulla, solo un sito vecchissimo da cui si evince che Be your friend, del 1991, è finora il solo album di Jennifer Moore.
Sempre ammesso, ovviamente, che lei esista davvero. Non fosse che mi sto riascoltando la cassetta proprio adesso, penserei di averlo sognato.





sabato, 01/11/2003

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«..Parla sloveno in Slovacchia, slovacco in Slovenia..»
L’ultima pubblicità della Telecom?? (WMV, 750K) Onesta, per una volta..
[grazie Mt]


sabato, 01/11/2003

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L’alfiere matta in otto mosse
Come trasformare in poche mosse un cupo e svogliato pomeriggio autunnale in una gran serata in poche mosse:
– fare un paio di telefonate prima di cena
– ascoltare ripetutamente
Adult Situations
– dare retta alle previsioni che diranno che non piove e uscire in scooter
– osservare le nuvole rosse sopra Bologna e pensare che stasera c’è un’aria davvero strana
– accennare passi di danza al ritmo di Obstacle #2 nella radio deserta
– fare uno speciale su Halloween in radio per poi dimenticarsi subito che giorno è e sfuggire le feste
– finire in una camera a fare discorsi sulla vita, su Berlusconi e su Adam Smith (sic) ascoltando una serie di notevoli nastroni
– tornare a casa alle 2 in mezzo al vento caldo canticchiando Little Arithmetics
E pensare che, davvero, in realtà non ci vuole poi molto.










venerdì, 31/10/2003

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I Saw Mommy Kissing Yog Sothoth
Sono d’accordo, Halloween è una festa abbastanza stupida (tra l’altro una stupida festa importata, senza i neanche i nobili natali latini del Carnevale). Ma se, come il Capodanno (altra ricorrenza davvero detestabile), è una scusa per far festa, allora ben venga.
L’anno scorso insieme a un amico ero stato incaricato di fornire la colonna sonora a una festa di Halloween. C’era dentro musica bella cupa, dal dark all’industrial, da certo inquietante trip-hop a classiconi di spooky-blues, fino a qualche pezzo d’autore bello orrorifico. Peccato non avere sottomano il geniale A very scary solstice, ovvero la colonna sonora psuedo-ufficiale ai miti di Chtulhu, il prodotto letterario della mente insana di H.P. Lovecraft. E peccato non aver scoperto prima questa pagina web, che dà consigli a profusione per la giusta colonna sonora spettrale ad Halloween. Quest’anno, in qualche misura, si replica: stasera ad Airbag lo speciale Halloween sarà la scusa per mettere un po’ di musica vecchia che si intona alla spaventosa ricorrenza odierna. Buon ascolto..
[AH Ah ah ah ah ah..]



venerdì, 31/10/2003

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Eppure mancava così poco..
Secondo il Gematriculator, questo blog è cattivo al 48%.
Non me ne capacito: cosa gli manca per avere quel 3% in più?


giovedì, 30/10/2003

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Paint you a picture
Stasera al Container c’è Terje Nordgarden. Simone l’ha visto la settimana scorsa e ha scritto parole molto belle in proposito. Nonostante tutto.
«E’ una serata bellissima, dice al microfono, e ha ragione. Ci dice che adesso suonerà una canzone vecchia di due anni ma che non ha mai fatto dal vivo, racconta di quel giorno quando lui era a Bologna e gli arriva una telefonata da sua mamma, in Norvegia. La mamma gli dice che il nonno è morto. La canzone è per suo nonno morto.
Penso alla venticinquesima ora, quando la studentessa si lamenta con Philip Seymour Hoffman per il suo voto, per il suo B- quando a un altro ha dato A+ per un racconto sulla nonna morta. Tutti scrivono della nonna morta, anche se a nessuno frega un cazzo, perchè in fondo le nonne fanno proprio questo, muoiono, e nessuno si aspetta che facciano qualcos’altro a parte morire.
Penso che in fondo tutta l’indietudine stia proprio in questo, nel fare e dire cose di cui non frega un cazzo a nessuno a parte qualche sfigato, nel dirsi disperati e poi riderci su, e quindi, sì, Terje, canta pure del nonno morto: sono il tuo disadattato e sono tutto orecchi, perchè solo in questo, solo in questo ritrovo ciò che mi appartiene e mi identifica. Mi ricordi perchè ascolto musica e vado ai concerti, e posso dire che stasera tutto è perfetto e intoccabile. Nonostante tutto».




giovedì, 30/10/2003

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I just can’t get you out of my head…
Alcuni scienziati americani avrebbero scoperto che le canzoni che non riusciamo a levarci dalla testa creerebbero una specie di ‘prurito al cervello’, che può essere ‘grattato’ solo ascoltando ripetutamente le suddette melodie. In Germania hanno addirittura una parola per definirle: ohrwurm, ovvero vermi delle orecchie. Pittoresco.
[Che questo post serva da risposta al post fiume di Colas sugli Strokes: altro che ‘giocare al rock’n’roll’, qui mi sa che bisogna ringraziare qualche scienziatello musicale che ha scoperto la formula per creare a tavolino pezzi che provocano il prurito al cervello..]


giovedì, 30/10/2003

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Oggi mi sento Vintage


[E un sacco di altre vecchie pubblicità di elettrodomestici qua]

giovedì, 30/10/2003

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Enjoy the fisa
Enjoy the silence dei Depeche Mode in realtà è una mazurka? E Trans-Europe Express dei Kraftwerk un successo di Raoul Casadei? Per non parlare di Baby one more time, Smells like teen spirit e Unfinished simpathy
Martin White suona per sola fisarmonica i successi del pop. E non è neanche bravo, il che è quasi meglio. Una delle cose più divertenti che abbia sentito negli ultimi tempi.
[trovato su PopJustice]



mercoledì, 29/10/2003

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La Fox denuncia se stessa?
Fox News
ha minacciato di denunciare Fox Entertainment se i Simpson non smettono di prendere in giro il canale all-news di Murdoch.
In più di un senso, un autogol.


mercoledì, 29/10/2003

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Guardiani e libertini
Il Guardian di solito mi piace assai, ma stavolta si è lanciato in un’impresa suicida: stilare la classifica delle 40 più grandi band inglesi e delle 40 americane al giorno d’oggi. E’ ovvio che si tratta di puro divertissment, e come tale va preso, ma da bravo amante di Hornby anch’io sono vittima di classifiche, liste e affini, quindi non posso esimermi dal fare un commento: se la più grande band inglese contemporanea sono i Libertines allora in terra d’Albione sono proprio messi male (fortuna che lì dietro ci sono i Radiohead e PJ Harvey)
[Mentre che il miglior gruppo americano siano i Flaming Lips è ragionevole, anche se io non li amo troppo.]


mercoledì, 29/10/2003

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Wishlist
Se per caso a Natale avete intenzione di farmi un regalo e volete prepararvi per tempo, oggi sarebbero usciti i 3 DVD con le opere della santa trinità dei registi di videoclip: Michel Gondry, Spike Jonze e Chris Cunningham. Grazie, troppo gentili.
[e già che ci siete, mi servirebbe anche il lettore]


martedì, 28/10/2003

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Follow me to nowhere
Guidare nella nebbia padana dopo l’incantevole concerto dei Devics, con la voce di Sara Lov ancora nelle orecchie: è arrivato l’autunno. Dei Devics e dei loro concerti già altri hanno scritto, e assai bene, e non aggiungerò molto, se non che la loro scarsissima fama dalle nostre parti è davvero un peccato. Le loro splendide torch songs, sospese tra quello che una volta si chiamava trip-hop e riferimenti al più classico cantautorato americano, ammalierebbero tutti coloro che vanno pazzi per i Portishead e per Beth Gibbons come per certa musica eterea e cinematografica. Fidatevi e procurateveli.

martedì, 28/10/2003

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(Your life’s highlights for the) Academy Awards
E io che speravo che i miei zero voti sarebbero durati a lungo, e che ci avrei potuto costruire sopra un tormentone tipo Inkiostro, un blog incompreso o Inkiostro, il blog che non piace a nessuno. E invece niente,
qualcuno mi ha votato. Se sei un donna, sposami. Se sei un uomo scrivimi, chè ti offro una birra.
Frattanto Delio ha lanciato gli Indie Blog Awards, che sembrano assai più interessanti e creativi, nonchè elitari. Perchè ammettiamolo, se ci interessasse il successo saremmo tutti là fuori ad arringare la folla durante l’aperitivo in qualche bar fighetto piuttosto che qui davanti a scrivere di dischi che conosciamo sì e no in 10…


martedì, 28/10/2003

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Zombie P2P
Domani rinasce Napster. O una specie.

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lunedì, 27/10/2003

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«Grazie, grazie, è già troppo essere arrivato fino a qui..»
E’ quello che dicono sempre gli outsider che capitano per motivi misteriosi tra le nominations all’Oscar e che, è chiaro, non vinceranno mai. Ma insomma, già essere tra i nominati per la categoria Miglior Blog Musicale dei Gnu Weblog Awards 2004 non è male. Tra l’altro arrivare ultimi è molto più indie, no?
[Incidentalmente: ‘Blog Musicale’? Sono 5 giorni che non parlo di musica..]


lunedì, 27/10/2003

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Una serata kloonghissima*
Visto che i blogger convenuti sono tutti troppo indiesnob per mettersi a raccontare cos’è successo a casa mia sabato sera dovrò farlo io, in poche parole. Insomma, organizzo una serata simile e non ne ricavo neanche un po’ di soddisfazione telematica? [i ringraziamenti di persona non valgono…siamo blogger dopotutto.. ;-) ]
Avevamo:
– 10 blogger di razza (anzi, 9 più un intruso)
– la Mecca Cola portata da Max
– i libri vintage pescati a caso da Enzo in una bancherella (a me è capitato America 2000, Edizioni Reporter, Lire 500)
– le “polpette di cocco” di Elis (niente wurstel, pare)
– il tiramisù di Lucio e chi credeva che quella sui bicchieri fosse la sua grafia
– la Lomo di Gecco (ma hai poi fatto qualche foto?)
– neanche una macchina fotografica digitale (siamo davvero indie)
Ambra (e non aggiungo altro)
Second Sight (al centro ormai di una serie di coincidenze coscmiche) che scopre che lei e Max andavano alla stessa scuola
Colas in trasferta da Roma e la sua smisurata quantità di aneddoti
– le mie torte salate e la pasta zucchine besciamella curry (poco condita, purtroppo)
– i mix bastard pop della nostra blogstar, Valido
– tantissimo vino (e molto, troppo, ne è avanzato…vergogna)
– la sfiga di Paolo (che spero si sia rimesso)
– il concerto dei Julie’s Haircut che ci attendeva al Covo
– il nuovo disco degli Strokes in heavy rotation
– una notevole creatività verbale
Qualcuno ha qualcosa da aggiungere?
[* io sposo la linea della ‘k’]