giovedì, 19/02/2004

Colonna sonora per m…

Colonna sonora per mal di testa
Come succede inevitabilmente ormai da qualche giorno, questa mattina mi sono svegliato in compagnia di un bel mal di testa; se domani mi svegliassi senza probabilmentemi sentirei solo. Per affrontarlo, però, ho già trovato una soluzione, che non lo scaccia ma trasforma il diffuso malessere fisico in nervosismo ed inquietudine molto disturbanti ma, stranamente, pure piacevoli: apro le tapparelle, cerco le pantofole e metto su They were wrong so we drowned, il nuovo disco dei Liars. Come recita la formula ufficiale, i Liars fanno «verboso post punk da New York City» con poche chitarre secche e sferraglianti a perdersi tra riverberi misteriosi, ritmi spezzati ma ossessivi e voci cantilenanti, in brani che sembra debbano partire da un momento all’altro ma che si consumano in questa stessa, sinistra, attesa. Non proprio un disco da inizio giornata, probabilmente, ma con me funziona.
Per quanto ne so, They were wrong so we drowned è piaciuto a pochi dei fan dei Liars della prima ora, cui era piaciuto il debutto della band ma che non si ritrovano nei suoni decostruiti della loro ultima fatica. In effetti, la differenza tra i due dischi è marcata, soprattutto dall’assenza di Mr you’re on fire mr, incendiario singolo con cui i Liars preparavano già il revival di quello che viene chiamato punk funk, genere più trendy che mai ora che i Rapture fanno sfaceli nei dancefloor di mezzo mondo. L’assenza del pezzo che tira si sente, ma è sicuramente programmatica: nel pastiche di rumori del nuovo disco sarebbe stato quanto mai inappropriato. L’energia primordiale della band e la furia iconoclasta e disaggregata che trasuda dal disco mi hanno ricordato, con un’acrobazia musicale, i Birthday Party, la band punk con cui Nick Cave circa 25 anni fa dichiarava guerra al mondo. I suoni non c’entrano neanche tanto, in realtà; è più una cosa di attitudine ed atmosfere. Poi mi sono imbattuto in questa foto, e non ho potuto che dire touché.
[Ma l’avete vista che bella la copertina del nuovo singolo che prende per il culo gli Einsturzende Neubauten?]



mercoledì, 18/02/2004

Mutatis mutandis…

Mutatis mutandis
Il 7 Maggio è il No Pants Day.

mercoledì, 18/02/2004

Ich heisse super-fan…

Ich heisse super-fantastic
L’idea che un disco sia un capolavoro annunciato, generalmente, non piace a nessuno; tanto più che, di solito, dischi simili finiscono nel dimenticatoio molto presto. Quest’anno è ovviamente toccata all’esordio dei Franz Ferdinand, band di Glasgow di cui di dice ovunque un gran bene, con voti altissimi praticamente su tutti i giornali e le webzine che ne hanno parlato, e commenti entusiastici da tutte le parti. A me il loro disco piace: ben fatto, bei suoni, belle canzoni, e un sacco di riferimenti musicali a cose che amo. Di qui ad usare il termine capolavoro, però, ce ne passa, soprattutto dopo che negli ultimi due anni tra Strokes, Interpol, White Stripes, Rapture e compagnia è tutto un ripescaggio dei medesimi suoni e, più o meno, dei medesimi anni, e l’ennesima operazione simile non può non puzzare di mossa furba lontano un miglio, anche se il disco non è niente male.
Proprio per questo, quindi la furbissima recensione di Musicboom uscita oggi centra esattamente il punto.


mercoledì, 18/02/2004

Mattone su mattone

Mattone su mattone
Come segnala anche Leibniz, nel week-end a Portland si è svolta la Brickfest, la convention degli appassionati di Lego. Vale la pena dare un’occhiata alla galleria fotografica, anche se le leggendarie opere di Escher rifatte coi lego, il Brick Testament (la Bibbia ricostruita coi lego), il museo Lego della pena di morte o le istruzioni per farsi una canna rimangono ineguagliabili (Escher su tutti, ovviamente).

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martedì, 17/02/2004

Don’t shake it like …

Don’t shake it like a Polaroid picture
La Polaroid raccomanda ufficialmente di *non* seguire il consiglio di Hey Ya.

martedì, 17/02/2004

E dacci oggi il nost…

E dacci oggi il nostro formaggio quotidiano
Ecco qua l’indispensabile Cheesus.
[liberamente ispirato da Richard Cheese, mattacchione americano celebre per le cover swing dei classici del rock]


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martedì, 17/02/2004

Like a morse code me…

Like a morse code message
L’altra sera era insospettabilmente freddo, e senza accorgermene ho cominciato a battere i denti -non mi succede, di solito- e, sensazione bizzarra, non riuscivo a fermarmi. La cosa strana è che i miei denti battevano a un ritmo anormale, a gruppi di battute, senza un’apparente regolarità, allora mi è venuto in mente quel verso di I was a kaleidoscope dei Death Cab for cutie, quando Ben Gibbard dice my teeth chattered rhythms and they were grouped in twos or threes, like a morse code message was sent from me to me. L’idea del messaggio morse inviato da sè a sè mi è sempre sembrata carina. Ho riso. E ho smesso di battere i denti.
I Death Cab for Cutie sono un gruppo strano, di quelli che dovresti odiare perchè sono ruffiani e facili e fanno canzonette con poche pretese, senza suoni o atmosfere particolarmente ricercate, che con una chitarra in mano saprebbero fare tutti o quasi. Invece Ben Gibbard e soci riescono a raggiungere un equilibrio strano tra pop, rock e indie, ad essere molto accessibili senza essere scontati, spudoratamente pop senza vendersi troppo, a piacere (quasi) a tutti, e, nonostante ciò, ad essere pure simpatici. Tra una settimana i Death Cab for Cutie saranno a Bologna per l’unica data italiana. Fossi in voi verrei. Mi trovate in prima fila. A battere i denti, ovviamente.


lunedì, 16/02/2004

Casual matchUn p…

Casual match
Un paio di giorni fa alla stazione ho incontrato Romano Prodi. Aspettava il treno nel binario davanti al mio, insieme alla moglie, un paio di tizi e tre poliziotti. Aveva una borsa di pelle in mano, chiacchierava e sembrava una persona qualunque, tanto che molti non l’hanno neanche notato. Sorvolando un attimo sulle opinioni politiche (non sempre il massimo ma vabbè, nella situazioni in cui versa l’Italia non si può che scegliere il male minore) come è possibile -mi domando- chiedersi chi votare tra una persona di un’umiltà simile e il buffone che si fa i lifting?

lunedì, 16/02/2004

Es un obsesiònSe…

Es un obsesiòn
Se c’è un motivo per cui odierò il 2003 è perchè quella sottospecie di Casadei dominicani (senza offesa, Raul) sono riusciti nell’impresa impossibile di farmi rimpiangere i singoli di Andrea Cardillo o DJ Bobo. E questo non glielo perdonerò mai.

lunedì, 16/02/2004

Troppo tardiIl m…

Troppo tardi
Il momento peggiore è quando ti rendi conto che il danno è fatto. Quando le cose succedono sotto i tuoi occhi e ti osservi da fuori mentre seguono una traiettoria esattamente prevedibile ma ormai immutabile, come se tu non avessi potere di influire su di esse, e qualunque cosa facessi non potrebbe cambiarne la sostanza se non in peggio. L’attimo esatto in cui non si può tornare indietro, quando la fune ha cominciato a srotolarsi e senti già l’aria tra i capelli, ed è troppo tardi per cambiare idea. Quando il meccanismo è messo in moto, e deve seguire il suo corso prima di poter venire arrestato, e quando succederà le cose saranno diverse. E’ il momento peggiore ma, in effetti, è anche il momento migliore, uno di quei pochi per i quali la vita merita di essere vissuta; vedi l’intero spettro delle possibilità dipanarsi sotto i tuoi occhi, un attimo prima che gran parte di esse entrino definitivamente a far parte dell’affollato regno dei condizionali passati. Quello è l’unico momento in cui le cose sono lì, puoi vederle chiaramente e forse persino toccarle, prima che scompaiano una volta per tutte dalla tua vista e, con ogni probabilità, dalla tua vita. Sempre che, ovviamente, abbiate una visione di essa così ristretta, che non contempla i periodi ipotetici dell’irrealtà e vede il tempo come una linea retta che non torna mai indietro. Se è così fate pure, ma non fa per me. Io ho altri progetti.

sabato, 14/02/2004

CertezzeCome dic…

Certezze
Come dicevamo anche l’anno scorso, questo blog è San Valentino free.

venerdì, 13/02/2004

Questa sera ad Airba…

Questa sera ad Airbag
Visto che fortunatamente da noi non solo le trasmissioni radio non chiudono per una birra in sala regia (solidarietà al compagno Colas! Non mollare!), ma quella birra te la offrirebbe la direzione se solo avesse i soldi, anche stasera Airbag torna puntuale alle 21 sul confortevole mono dei 103.100 FM a Bologna e provincia, oppure in streaming o in comodi mp3 dall’archvio settimanale. La notizia è che la puntata NON sarà su San Valentino. Ma và?

venerdì, 13/02/2004

«..my BEATLES LOG. I call it my B-LOG – or “BLOG” for short..»
Il blog ai tempi dei Beatles? Sarebbe stato così.

venerdì, 13/02/2004

Quanti ricordiCh…

Quanti ricordi
Che ci crediate o no, in rete esiste un archivio delle istruzioni dei Transformer.

venerdì, 13/02/2004

Minchia, signor Greg…

Minchia, signor Greg Dulli
I Twilight Singers al Velvet, qualche ora fa. Scusate il linguaggio tecnico, ma è stato proprio un concerto della madonna.

giovedì, 12/02/2004

Strategie dell’apnea…

Strategie dell’apnea
Ecco il Pussy Snorkel. Sì, serve a quello che pensate.

giovedì, 12/02/2004

L’avevo detto io…

L’avevo detto io
Non solo Sergio Cofferati, candidato sindaco a Bologna, è il primo politico italiano con un blog: ora usa addirittura il Blog Aggregator. In barba a chi diceva che l’uso di questo strumento era solo una cosa di facciata. Tiè.

giovedì, 12/02/2004

Eccolo qua, lo sport…

Eccolo qua, lo sport che stavamo aspettando
Altro che pesi, step, spinning o altre ridicole invenzioni ginniche al ritmo delle peggio schifezze di Tam Tam Network: in palestra arrivano Hendrix, Angus Young o Jack White, con l’Air Guitar Aerobycs. Rock’n’Roooooll!!! 

giovedì, 12/02/2004

Tutto ciò sta assume…

Tutto ciò sta assumendo dimensioni inquietanti
Il Pingu Fan Club.

mercoledì, 11/02/2004

Fratello Zamboni…

Fratello Zamboni
Come molti là fuori, sono cresciuto ascoltando i CCCP e i CSI. Benchè nei loro dischi l’aspetto musicale fosse fondamentale -e quanto di più originale e al contempo classico ci fosse in giro in quegli anni in Italia- c’è poco da fare: il fulcro dei due gruppi per me rimaneva la voce salmodiante di Ferretti, le sue filastrocche punk, e i suoi testi scortecciati che parlavano della terra, della guerra e delle questioni private. Con la depressione caspica dei CCCP prima e dei CSI dopo, ho pensato che la vena di Ferretti fosse esaurita, tanto eccessivo era il suo esordio solista Co.dex e tanto spento e involuto mi è sembrato il progetto PGR. Non so se mi sbagliavo sulla parabola artistica di Ferretti; certamente, però, mi sbagliavo nel sottovalutare il ruolo di Massimo Zamboni in quei gruppi: Sorella sconfitta, il suo disco solista, parla chiaro.
E’ un bel disco; musicalmente, addirittura un grande disco. Il suono è nitido e focalizzato quanto mai, le chitarre ora accarezzano ora graffiano, l’elettronica è presente in modo massiccio ma poco invadente, le melodie sono semplicemente splendide, e lo spazio sonoro varia dal blues (Da solo), alla ballata (Pied Beauty), al raggae (Miccia prende fuoco), al punk (Su di giri), allo spoken quasi industrial (Blu di Prussia, puro Massimo Volume-style) ad aperture eteree inclassificabili (io ci ho sentito addirittura i Sigur Ros, fate voi..). I testi, poi, non sono niente male, e si sente che Zamboni si è dedicato al mondo della parola con i suoi due -sfortunati, a dire il vero- libri. Ma c’è un ma, che a questo punto dovrebbe esservi balenato in mente: chi canta?
Non Zamboni, questo è chiaro. Il nostro non ha mai fatto mistero di trovarsi a disagio dietro al microfono, e il suo esordio solista non fa eccezione: a parte un paio di episodi spoken, questo è uno di quei dischi in cui l’autore costruisce le quinte per poi rifugiarsene dietro. In primo piano ci sono invece quattro voci di eccezione: Nada, Lalli, Fiamma e il soprano Marina Parente, a sottolineare il carattere femminile (ma non materno, semmai fraterno) dell’opera di Zamboni. Ed è proprio qui che il disco fallisce, non riuscendo a mantenere fino in fondo quanto promette. Se Nada rivela una versatilità e un’abilità sorprendenti e Fiamma redeghiereggia e bjorkeggia in modo egregio, Lalli e Marina Parente caricano di pathos pezzi già di loro non certo leggeri arrivando ai limiti della sopportabilità, soprattutto nella title-track Sorella sconfitta e in Dolorama. Ed è proprio questo il difetto maggiore del disco: la difficoltà di arrivare alla fine. Se Linea Gotica vi sembra un disco pesante, qui non arriverete alla terza traccia. Se lo fate sarete ripagati, perchè le perle non sono poche (e, ripeto, la musica, tout-court, è davvero bella). Se non ci riuscite, però, non posso biasimarvi.



mercoledì, 11/02/2004

Jean Paul Belmondo l…

Jean Paul Belmondo lo sa
Si vous n’aimez pas la mer… si vous n’aimez pas la montagne… si vous n’aimez pas la ville… allez vous faire foutre !

martedì, 10/02/2004

StellareBlueshar…

Stellare
Bluesharp segnala che si possono inascoltare in mp3 le preview dal disco di David Ray Moor (ex Cousteau), in cui Cristina Donà canta Wherever finds you (versione inglese di Dove sei tu) e How deep is you love (dei Bee Gees). Niente male.

martedì, 10/02/2004

Numeri in mia tesi

Numeri in mia tesi
_Pagine complessive: 208
_Capitoli: 8
_Mesi impiegati nella sua stesura: 3
_Citazioni nascoste di Douglas Coupland: 3
_Dediche: 0
_Ringraziamenti: 0
_Occorrenze della parola ‘weblog’: 1
_Occorrenze della parola ‘metafora’: 500 (circa)
_Paragrafi copiati di sana pianta da libri, articoli, altre tesi e simili: svariati, diciamo 10
_Offerte di lavoro che mi farà avere: 0
_Ore massime consecutive di permanenza davanti al computer durante la sua stesura: 15
_Persone che dicono ‘interessante’ dopo avermi chiesto di cosa parla: tutte
_Persone che lo pensano: nessuna













martedì, 10/02/2004

Music is my viagra

Music is my viagra
A me grazie a Dio ancora non serve, ma se servisse, pare ci sia chi studia gli ‘effetti collaterali’ dei vari tipi di musica.

lunedì, 09/02/2004

Così, dal nullaN…

Così, dal nulla
No-vem-bri-ni!