mercoledì, 24/03/2004

Una settimana di ast…

Una settimana di astensione
+ Stasera: aperitivo con qualcuno che parte e proseguimento con qualcuno che arriva (astenersi persone che non hanno a che fare con Bruxelles)
+ Domani: Benvegnù al Covo (astenersi persone non suggestionabili)
+ Venerdì: prima Airbag, poi i Baustelle, sempre al Covo (astenersi ragazzi senza cravatta vintage e ragazze senza gonna a pieghe)
+ Sabato: Telefon Tel Aviv al Link (astenersi fan di Craig David confusi)
+ Domenica: pit-stop (astenersi festaioli impenitenti)
+ Lunedì: ipotesi di cena (astenersi fan di Pitchfork)
+ Martedì: TBA (astenersi gente che mi segnala gli errori)
+ Mercoledì: festa di laurea (astenersi non togati)
Poi divento una persona seria, giuro.









mercoledì, 24/03/2004

Quando si dice che i…

Quando si dice che internet crea nuove professioni
Potrei cominciare questo post con una dotta dissertazione sulla virtualità (sic), e su come Internet abbia reso tutto intangibile e meno diretto, dalla lettura di un racconto, all’ascolto di una canzone, fino alla scrittura di una lettera e alle relazioni interpersonali in genere. Oppure potrei stracciarmi le vesti e lamentarmi per il degrado dei costumi e i lati sordidi del comportamento umano che l’anonimato e l’assenza di faccia-a-faccia tipici della rete tirano fuori negli utenti. O magari potrei elogiare il fatto che basta una buona idea e in quattro e quattr’otto il web ti fornisce un mezzo per realizzarla, creando dal nulla un ‘attività, profitti, posti di lavoro e facendo girare l’economia. Potrei potrei potrei, ma quest’idea è talmente geniale che si commenta da sè.
Sei un ragazzo sfigato, e hai tanto bisogno che gli altri credano che tu sia fidanzato, così smettono di prenderlo in giro? Oppure vuoi mollare la tua ragazza ma non hai il coraggio di farlo tu (se solo riuscissi a fingere di avere un’altra)? O -se sei una ragazza- vuoi arrotondare lo stipendio? Imaginary Girlfriends è quello che fa per voi: grazie ai servizi di questo sito, i ragazzi avranno gli strumenti per fingere di avere una ragazza, e a fronte del pagamento di una cinquantina di dollari per qualche mese, riceveranno mail personalizzate, foto, regali, sessioni di chat e persino telefonate (qualunque servizio virtuale, in pratica) dalla ragazza scelta (che ovviamente non potranno conoscere e incontrare mai), che in cambio guadagnerà un po’ di soldi scrivendo giusto qualche mail al mese a una manciata di sconosciuti. Dal produttore al consumatore, e tutti sono contenti: questa sì che è un’idea geniale. Sorvolando sullo squallore, ovviamente. 


mercoledì, 24/03/2004

E io ho fatto pure u…

E io ho fatto pure un punteggio basso
La persona con cui divido la casa -che, guarda un po’ il caso, è pure mio fratello- mi ha mandato questo link. Seguitelo, testate la vostra abilità, e pensate un po’ a quanto è labile il confine tra genio e follia omicida. Fatto? Bene.
Ora devo rivelarvi una cosa: mio fratello fa il programmatore informatico.
[paura, eh?]  



lunedì, 22/03/2004

Ricordi e rosmarino

[mettetevi comodi, è un po' lungo; del resto l'argomento lo merita]

Se siete stati almeno una volta a Granada, in Andalusìa, non avete potuto non notarle; durante il giorno, agli angoli delle strade del centro, le donne zingare avvicinano i turisti parlandogli senza vergogna o cortesia, tentando di convincerli ad accettare i rametti di rosmarino portafortuna che offrono in cambio di qualche spicciolo. Ve lo ricordate, il rosmarino? Sì, vero? Bene, è esattamente quello che Suzanne Vega vuole da voi. Di per sè, ovviamente, non si tratta di niente di eccezionale. Il rosmarino, però, è un simbolo, e come tutti i simboli ci permette di ricordare cose ben più importanti, come i momenti in cui li abbiamo ricevuti, e ciò che hanno significato per noi. E' proprio per questo che Suzanne Vega ha scelto questa parola, Rosemary, per dare il titolo alla sua canzone più bella, che proprio di Granada -e del ricordo– parla.
Rosemary è una perla nascosta: non si trova su nessuno degli album della cantautrice newyorkese, ma esclusivamente come inedito suoi suoi due Best (Tried and True e Retrospective), e nonostante la sua grande bellezza (o forse proprio per questo), è praticamente sconosciuta al grande pubblico.

Do you remember when you walked with me,
down the street into the square?
How the women selling rosemary
pressed the branches to your chest,
promised luck and all the rest,
put their fingers in your hair?

E' una canzone che vuol fare ricordare, e vuol farsi ricordare, che parla del viaggio in una delle città più affascinanti del mondo, dell'incontro fulminante che vi è avvenuto, e della magia delle cose che non possono essere. Parla di un accident of fate, della coincidenza che ha fatto incontrare Suzanne con una persona di cui noi non sappiamo (e non sapremo) niente di più, dei giorni passati insieme, e delle passeggiate primaverili attraverso i bellissimi giardini della città.
Quando sono stato a Granada, quasi tre anni fa, il primo posto che ho visitato non è il grandioso complesso di palazzi e giardini dell'Alhambra, nè il pittoresco quartiere moresco dell'Albaìcin, e neppure la monumentale zona cristiana, ma la sconosciuta e deserta Carmen de los martires, niente di più che una villa ottocentesca diroccata con un piccolo parco intorno. Non potevo esimermi, ovviamente, dal seguire i passi di Suzanne Vega, e dal farmi incantare dalla placida e quotidiana bellezza di un parco, arso dal sole, le cui glorie sono ormai passate, e le cui assenze sono più importanti delle presenze:

In the Carmen of the Martyrs,
with the statues in the courtyard
whose heads and hands were taken,
in the burden of the sun;
I had come to meet you
with a question in my footsteps.
I was going up the hillside
and the journey just begun.

La «domanda nei suoi passi» (anche voi ne avete conosciute di persone i cui passi erano delle domande?), l'attenzione per le parti delle statue rubate dal popolo nel corso dei secoli (per il loro presunto potere beneaugurante), lo sguardo non comune che si sofferma sui dettagli minimi invece che sui soggetto sotto i riflettori (ricordate l'arcifamosa Tom's diner, con la sua descrizione di una tavola calda in un giorno qualunque?) sono tutte espressioni esatte della cifra stilistica di Suzanne Vega.
In Italy in Spring -probabilmente la sua migliore poesia (non contando i suoi testi, ovviamente)- l'autrice newyorkese spiega la sua poetica, illustrando chi sono le persone a nome di cui tenta di parlare:

«Who do tou speak for?»:

«The man in the corner
with the wish to be free.
The girl with no voice,
and no choice against the hardened language»

L'attenzione al linguaggio, lo sfrozo nel modellarlo per fargli assumere la forma più vicina possibile al pensiero, è un tema tipico in Suzanne Vega. Ad esempio in Language (da Solitude Standing, 1987), la folksinger si rammarica per l'impossibilità delle parole, «solide», di cogliere le sfumature, «liquide», del pensiero, che in un attimo se ne vanno senza tornare mai più.
Ma sono i versi finali di Italy in spring, altissimi, a condensare in modo perfetto la particolarità e l'unicità della sua voce. Continuando a rispondere alla domanda «A nome di chi parli?», Suzanne Vega risponde:


«The person in the cell
with the window so high
that you fall to your knees
if you want to see the sky»

La potenza e la semplicità dell'immagine della persona in prigione, che a causa dell'altezza della finestra è costretta ad inginocchiarsi per vedere il cielo, e la rima che incornicia queste parole, sono l'esempio migliore dell'alchimia sottile su cui si regge l'efficacia lirica delle composizioni dell'autrice newyorkese. E ciò ci permette di capire appieno la strofa successiva di Rosemary, in cui una serie di rime e allitterazioni sono il modo migliore per alludere ai sogni che si affacciano alla nostra realtà senza potervi accedere:


My sister says she never dreams at night
there are days when I know why;
those possibilities within her sight,
with no way of coming true.
'Cause some things just don't get through
into this world, although they try.

L'interpretazione dell'assenza di sogni come rifiuto delle realtà alternative -a volte desiderabili, quasi sempre impossibili- che essi profilano non è casuale. Il legame con il tema principale della canzone -il ricordo- è chiaro: il viaggio a Granada è stato memorabile, e sarà ricordato soprattutto per le cose che non sono successe, per quelle che sono state sognate, desiderate, sfiorate (We skirt around the danger zone and don't talk about it later, canta l'autrice in Marlene on the wall) ma non si sono compiute, assenti come le parti delle statue della Carmen de los martires.
E così arriva inaspettato il finale della canzone, dopo neanche 3 minuti, brusco e improvviso come un risveglio inatteso, ma dolce esattamente come la cosa che un attimo prima si stava sognando.
Ed è una semplice richiesta: Ricordami.


All I know of you is in my memory
And all I ask is you remember me

 

[Potete trovare Rosemary nel primo best di Suzannne Vega, Tried and True (A&M, 1998), mentre Italy in spring è nel libro Solitude Standing – Racconti, poesie, canzoni inedite (Minimum fax, 2000), di cui è comunque consigliatissima l'edizione originale (The passionate eye – The collected writings of Suzanne Vega, HarperCollins, 1999), molto più bella graficamente e ricca nei contenuti]

domenica, 21/03/2004

Il ventuno a Primave…

Il ventuno a Primavera
Urbino è il posto giusto in cui essere il primo giorno di Primavera. The fairest of the seasons e These days di Nico sono le canzoni giuste da ascoltare il primo giorno di primavera, passeggiando nel giardino. E non può che essere Alda Merini, nata il ventuno a primavera, che non sapeva che nascere folle/ aprire le zolle/ potesse scatenare tempesta, la persona a cui dedicare questo giorno.

venerdì, 19/03/2004

He was made to love …

He was made to love magic
Nick Drake è uno di quei musicisti senza i quali la storia della musica sarebbe diversa; per il suo genio avanti anni e quindi incompreso, per l’influenza che ha avuto su molti degli artisti più validi degli ultimi anni, e per mille altri motivi. NME oggi riporta la notizia che tra un paio di mesi la Island pubblicherà Made to love magic, una raccolta di rarità e versioni alternative dell’autore di Five leaves left. C’è bisogno di dire altro?

venerdì, 19/03/2004

Living on my own…

Living on my own
Stasera ad Airbag puntata speciale: il sottoscritto sarà in solitaria dalle 21 sui 103.1 FM per Bologna e dintorni, e in streaming per il resto del mondo. Da questa settimana la radio ha abbandonato il suo confortevole mono per uno sfavillante stereo, che fa la sua porca figura dallo stereo della mia camera ma lascia ancora assai desiderare nelle sue versioni digitali (lo streaming, appunto, e l’archivio mp3). Se sentite un pesante fruscìo (ma magari entro sera lo sistemano), fingete di trovarvi svariati decenni fa con una radio a valvole invece di una connessione a banda larga e con un’unica trasmissione che manda musica decente invece di una vasta scelta di sistemi peer 2 peer da cui scaricare illegalmente dischi interi; sennò andate anche a mangiarvi una pizza, io non mi offendo. :)

venerdì, 19/03/2004

Maledetto cambio di …

Maledetto cambio di stagione
Starnutisco ininterrottamente da quasi 24 ore, e ciò non favorisce la gestione di un blog ben curato come vorrebbe essere quello che state leggendo. Dopo aver letto quest’articolo, comunque, sono già contento di non avere qualcosa più grave di un semplice raffreddore stagionale, visto che a giudicare dal numero di ore che passo quotidianamente davanti al PC dovrei come minimo avere il colera.

giovedì, 18/03/2004

Menti geniali+ A…

Menti geniali
+
A Stamford, in Connecticut, uno studente è stato arrestato perchè stava tentando di vendere droga a due poliziotti. Niente di troppo strano, se non fosse che i poliziotti avevano ben scritto Polizia sulle loro giacche.
+ Un tizio è stato arrestato perchè stava guardando un film porno in macchina. Normalmente non è reato; peccato che il tizio stesse guidando.
+ Una donna è stata denunciata per aver rubato circa 450 libri da varie biblioteche.
+ Il tizio che governa un paese è indagato per diffamazione per aver dato dei ladri a tutti i politici; ivi compresi, ovviamente, se stesso ed i suoi alleati.




giovedì, 18/03/2004

The return of the ac…

The return of the accordion man
Qualche mese fa -forse vi ricorderete- avevo scovato gli mp3 di Martin White, un tizio che rifà con la sua fisarmonica i classici del pop e del rock in maniera claudicante e quindi assolutamente delirante. Purtroppo gran parte dei suoi mp3 non sono più online (della vecchia mandata ci sono rimasti solo Enjoy the silence dei Depeche Mode, Baby one more time di Britney e Beautiful di Cristina Aguilera), e nonostante la sua pagina reciti ancora un laconico Coming soon, nella sua directory ho scovato alcune perle entusiasmanti ed attualissime: Toxic di Britney Spears, I believe in a thing called love dei Darkness e nientepopodimenochè Take me out dei Franz Ferdinand (in questa versione quasi meglio del’originale)! Non c’è niente da fare, è il mio eroe.

giovedì, 18/03/2004

Alcuni non averli vi…

Alcuni non averli visti è quasi meglio
Mattinata passata alle prese con il test per cinefili inviatomi via mail dal socio Andrea. Ho fatto 40/63, senza barare, meglio di quanto potessi sperare. Mi vergogno di non aver riconosciuto al primo colpo uno dei miei film preferiti di tutti i tempi (il 30), ma sono quasi fiero di non aver visto molti di quelli che mi mancano, visto che è paccottiglia hollywoodiana della peggior specie. Grazie a Goooogle ne ho trovata una copia online (da scaricare qui; è un file di Excel). Buona fortuna, e non barate (sempre che riusciate a scoprire come si fa).

mercoledì, 17/03/2004

Dottore dottore, ho …

Dottore dottore, ho un problema
La giornata è finita esattamente come me l’ero immaginata, tornando a casa a piedi da solo attraverso Bologna, vestito come un mafioso, senza neanche uno straccio di musica a farmi compagnia. Lo so che vi sembra un epilogo triste e un po’ troppo esistenzialista, ma che volete farci, io sono fatto così; non l’ho deciso io -mi è stato impedito di recarmi alla mia laurea in motorino- ed è stato necessario e funzionale all’elaborazione degli eventi della giornata, che a un certo punto il mio attention deficiency disorder ha deciso di ignorare per concentrarsi sui bottoni della giacca.
A questo punto potrei mettermi a raccontare tutto, ma non mi pare il caso e non so se ne ho voglia. Magari ve ne parlo più avanti, o magari no. Vi basti sapere che è andato tutto bene, e che sono contento sia finita.
Adesso, invece, comincia il bello.



venerdì, 12/03/2004

E’ che succede solo …

E’ che succede solo una volta nella vita*
E, più che altro, non riesco a pensare a molto altro.
[* sì, lo so, volendo anche due o tre, ma andiamo, siamo seri]


mercoledì, 10/03/2004

It’s not hard to fal…

It’s not hard to fall, when you float like a cannonball
Lisa Hannigan vorrei avercela in miniatura sotto una teca, come quelle ballerine meccaniche che spingi un pulsante e loro danzano al ritmo di un carillon. Solo che lei non danzerebbe, ma chiuderebbe gli occhi, si allontanerebbe un po’ dal microfono, si farebbe più preraffaelita di quanto già non sia, e canterebbe da sola la sua versione di Cannonball come ha fatto ieri sera.
[per le mie impressioni generali si veda in tutto e per tutto quello che ha scritto Max della data di Milano. Spiace fare la figura di quello che ‘ai miei tempi era meglio’, ma il concerto di qualche mese fa era stato di un livello imparagonabilmente superiore]


mercoledì, 10/03/2004

E non è neanche il p…

E non è neanche il primo Aprile
Ma giuro che a questo scherzone una volta ci avevo pensato anch’io.

mercoledì, 10/03/2004

Siamo alla follia

Siamo alla follia
Bravi, furbi, piacevoli, divertenti e tutto quello che volete, ma il 9.1 di Pitchfork all’esordio dei Franz Ferdinand (a coronamento di una serie pressochè infinita -con pochissime eccezioni- di recensioni sperticatamente favorevoli), è pura follia. Quando ho un po’ di tempo e voglia vi spiego meglio, ma più vado avanti più credo che l’abusato concetto di critica musicale sia una cosa parecchio insensata.
[noi comunque sabato si va a vederli, perchè il rock’n’roll ci piace e la curiosità è tanta; poi vi diciamo]


martedì, 09/03/2004

Rigeneriamo il cinem…

Rigeneriamo il cinema italiano!
Questo blog sottoscrive il dogma italico di Spocchia.

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martedì, 09/03/2004

Digitale terra terra…

Digitale terra terra
Quando un paio di settimane fa la cortese signorina di una grande azienda di telecomunicazioni mi ha telefonato per chiedermi se volevo acquistare il decoder, gliel’ho detto chiaramente: A me il digitale terrestre puzza di fregatura lontano un miglio. Oggi ho letto questo e ho avuto l’ulteriore conferma. Finchè non sarò costretto con la forza, per vedere la tv non scucirò un soldo in più di quanto già non stia facendo.

martedì, 09/03/2004

Un nodo da risolvere…

Un nodo da risolvere
Dopo il campionato bolognese di ieri sera (in cui ho dimostrato tutta la mia insipienza), volevo farvi sapere che mi sto esercitando.

lunedì, 08/03/2004

Visto che ci sono

Visto che ci sono
Non è esattamente la prima cosa che mi è venuta in mente stamattina, e forse neanche la seconda, ma due post, diversissimi ma entrambi notevoli (di Leonardo e Marmellata) me l’hanno rimesso in mente: oggi è la Festa della Donna. Simili formalismi non sono da me, ma visto che ci sono, buon 8 Marzo a tutte le fanciulle dall’altra parte dello schermo.

lunedì, 08/03/2004

I suoni immobili – W…

I suoni immobili – Winter make good
Ho capito che nevicava ancora dall’insolito silenzio che veniva da fuori (curioso immaginare il silenzio come una cosa che si muove…dovremmo provare a considerare i suoni come una cosa immobile allora, chissà cosa ne esce). Il cantiere dietro casainsolitamente deserto, nessuna macchina che passava nel cortile, solo il rumore cadenzato del vecchio della finestra di fronte che tentava di liberare la macchina dalla neve. Scena piuttosto comune nelle ultime due settimane, in effetti; ma che volete farci, a cose del genere non ci si abitua mai abbastanza. Visto che, per altri 8 giorni ancora, la mia vita è congelata -guarda un po, manco a farlo apposta ho fatto una metafora- e non ho quasi nulla di concreto da fare (ma molte, molte cose a cui pensare), mi sono alzato tardi, ho aperto le tapparelle, acceso lo stereo, e sono tornato a letto. La colonna sonora, stavolta, è stata scelta dal caso: mi aspettavo partissero gli Sprinzi, e invece nel lettore -non ricordo di averceli messi, forse dormivo ancora- c’erano i Mùm.
Definirli nevosi, glaciali, polari e cose del genere è troppo facile. Ma non per questo, ovviamente, è meno vero. I beat filtrati e irregolari, i carillon e gli organetti pieni di echi, la voce bambina delle gemelle (che poi non ho mai capito se cantano entrambe o no, e se una se n’è davvero andata -per continuare gli studi, pare- oppure poi è anche tornata come mi diceva qualcuno), i vuoti più incisivi dei pieni, quella lentezza di spirito che gli islandesi devono avere nel sangue, non possono non essere terribilmente invernali. E il titolo del nuovo disco, Summer make good, non fa che aumentare questa sensazione, inserendo nell’immaginario della band quell’Estate che in Islanda è più una speranza che una cosa concreta. Estate che si perde nei vuoti, tra un beat e l’altro, e che nel disco non c’è, Estate come una cosa lontana, che prima o poi arriva, e che forse per questo fa anche un po’ paura. Una cosa che, però, adesso non c’è, una cosa assente. Proprio come i suoni stamattina, immobili di solito fuori dalla mia finestra.


venerdì, 05/03/2004

Stasera ad Airbag – …

Stasera ad Airbag – Anche il rock si è rifatto?
Non ci si pensa spesso, eppure è così: il rock ha più di 50 anni. Li porta  bene, in realtà, forse troppo; non si sarà mica fatto un lifting? Stasera ad Airbag (alle 21 sui 103.1 FM per chi è a Bologna e dintorni, in streaming o dall’archivio mp3 per gli altri) tenteremo di capirci qualcosa di più.

venerdì, 05/03/2004

Il gusto musicale -d…

Il gusto musicale -decisamente- non è un tratto ereditario
Ieri sera, dialogo al telefono tra me e mia mamma.
Lei: Hai visto, Masini è primo!
Io: qualcosa tipo Embè?
E lei: Ma, come, non ti piace?
Io:
L’assenza di coscienza musicale della persona con cui ho in comune una buona porzione di codice genetico non cessa di stupirmi. Ogni volta che c’è un ospite musicale da Panariello e io mi trovo nella casa dove sono cresciuto, mia mamma mi chiama, convinta che, in quanto appassionato di musica, la presenza di Tiziano Ferro o delle Las Ketchup siano per me di qualche interesse, non riuscendo a cogliere che la musica che giunge (giungeva, più precisamente) dalla mia stanza è leggermente diversa da quella che di solito va in prima serata su Rai Uno.
A differenza di alcuni fortunati amici che hanno ereditato dai propri genitori preziosissimi vinili dei Pink Floyd, edizioni originali dei Beatles o addirittura dei Velvet Underground, io posso vantare al massimo una collezione di 45 giri di Albano e Romina e Massimo Ranieri, e questa ingiustizia mi sembra enorme.
[Leggo che SecondSight non è messa molto meglio. Mia mamma qualche anno fa si è perdutamente innamorata della canzone sanremese degli Avion Travel e da allora ogni volta che le viene in mente (ogni sei mesi, più o meno) mi chiede se le procuro il cd, noncurante del fatto di non avere un lettore dove ascoltarlo. Anche lei, inoltre, ha un problema con la punteggiatura negli sms. Ma la cosa è ancora più preoccupante, visto che insegna Lettere.]







venerdì, 05/03/2004

Non so se l’avete ma…

Non so se l’avete mai sentita
Un paio di giorni fa linkavo una pagina con 15 versioni diverse di The model dei Kraftwerk. Chi crede siano tante, dia un’occhiata a questo sito, che indicizza più di 600 versioni di quella canzone, quella lì, non so se l’avete mai sentita, quella che inizia con le parole «Hey Joe..»..

venerdì, 05/03/2004

Visto che si era in …

Visto che si era in tema di grossi pesci
edward
~ EDWARD SCISSORHANDS ~
You’re beautiful, shy, and deep. People wonder why
you don’t talk more, but you simply sit back
and listen to their horrible stupidity and
figure there’s no reason to talk in the first
place. Aside from that, you love beautiful
things and want to escape from your reality.

What TIM BURTON Movie Are You?
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