lunedì, 08/11/2004

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La torta? E’ buona
Dai Cake io non chiedo altro che facciano sempre lo stesso disco; loro, di solito, mi accontentano. So che là fuori c’è un sacco di gente a cui non stanno particolarmente simpatici; un po’ lo capisco, sono talmente -spudoratamente- pop, talmente fedeli a un’estetica da qualche parte tra l’FM americana, Mtv, e l’alternative anni ’90, con in mezzo una spruzzata di funk e un pizzico di indie, che possono facilmente sembrare ruffiani o, al meglio, una band senza nulla da dire. Se non hanno niente da dire, però, lo fanno con personalità da vendere, prendendosi così poco sul serio (e -cosa rara- senza scomporsi) da sembrare molto più autentici e credibili di un sacco di gruppi più blasonati.
Io, da parte mia, li ho adorati dal primo momento, da quando su Suoni e Ultrasuoni passava in heavy rotation The distance, e le cover pressochè perfette di I will survive e Perhaps perhpas perhaps mi hanno portato a procurarmi il loro capolavoro Fashion Nuggets per poi scoprire anche altri pezzi brillanti come Frank Sinatra, Daria (!) e Italian leather sofa. Per non parlare del piacere che ho avuto anni dopo, nello scoprire -imbattendomi in Never there in un nastrone- che era uscito un nuovo disco, Prolonging the magic, seguito a ruota da Comfort Eagle con l’ottima Short skirt/Long Jacket (chissà se qualcuno si ricorda il video).
Il loro ultimo disco, Pressure Chief, è uscito da poco, ed è uguale a tutti gli altri; di conseguenza è splendido. C’è il ritornello di No phone che si incolla in testa e non se ne va più, c’è Take it all away che forse è malinconica o forse no, e c’è lo pseudo country gioioso di The end of the movie che in 2 minuti snocciola una perla d saggezza spicciola mica da poco. Soprattutto, in realtà, la Torta ha una personalità che è come un marchio di fabbrica, che conferisce a canzoni di 3 minuti quello che ogni vero pezzo pop dovrebbe avere: il gusto. La torta? E’ buona.



venerdì, 05/11/2004

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Radio killed the blog stars
Dopo il radiozapping di ieri sera tra due delle mie trasmissioni preferite -nessuna delle due a Bologna, e sì che qua c’è l’imbarazzo della scelta- stasera dietro il microfono torna il sottoscritto con Airbag, come al solito equamente divisa tra novità (nuovo -controverso- singolo dei dEUUUUUS! Clamoroso ballatone strappacuore dei Rivulets!) e spazio monografico, stavolta dedicato nientemeno che ai mille volti di Miss Polly Jean Harvey. In studio con noi ci saranno due celebrità della blogosfera, Magenta e Woland, impegnati a scaldarsi le ugole in attesa del debutto radiofonico del loro show (anche se varietà mi sembra più appropriato) Piume di struzzo, lunedì alle 19 sulle frequenze telematiche di RadioNation.
Come tutti i venerdì, alle 21 sui 103.1 FM di Radio Città Fujiko a Bologna e dintorni, altrimenti in streaming o -in differita- dall’archivio settimanale degli mp3 a bassa qualità.


venerdì, 05/11/2004

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Sono un po’ in ritardo a parlare adesso di Halloween?
La sera del 31 Ottobre non so cosa ho fatto. Sono stato in casa, direi, credo a leggere o scrivere qualcosa (entrambe le cose, probabilmente), schivando i party tanto per pigrizia quanto per antipatia per le feste comandate. Se mi fossi travestito, però, non avrei certo scelto uno di questi disgustosi costumi (e guardate che dico sul serio, se cliccate sul link poi non lamentatevi con me); su quello da iPod Mini -con tanto di pubblicità- ci avrei fatto un serio pensierino, però.
[le osservazioni sociologiche sul fatto che l’iPod sia già entrato a questo livello nel nostro universo culturale le lascio a qualcun altro]

giovedì, 04/11/2004

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Speravo di essere un .sys
E invece il test Which file extension are you? mi ha dato questo risultato:

You are .gif Sometimes you are animated, but usually you just sit there and look pretty.

giovedì, 04/11/2004

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The lyre of Odysseus, altro che Orpheus
Missione: comprare 5 biglietti per il concerto di Nick Cave all’Alcatraz di Milano.
_Step 1: vado sul sito di TicketOne. Mi dice ‘In attesa di ulteriore disponibilità’.
_Step 2: vado sul tio dell’Alcatraz. Trovo il numero di telefono dell’organizzatore del concerto, la malefica Clear Channel, per chiedere informazioni.
_Step 3: chiamo Clear Channel. Mi sorbisco interminabili minuti di attesa con sottofondo della Pausini, poi una gentile signorina mi dice che il concerto è esaurito ma che se richiamo martedì alle 11 forse verrà messa in vendita un’altra manciata di biglietti.
_Step 4: martedì alle 11.05 richiamo Clear Channel. Una gentile signorina mi dice che il concerto è esaurito. Abbondanti imprecazioni.
_Step 5: martedì alle 23.30 ricapito sul sito di TicketOne. Mi dice che i biglietti sono regolarmente in vendita.
_Step 6: mercoledì alle 8.55 vado alla tabaccheria/biglietteria AB. Il tabaccaio mi dice che l’uomo dei biglietti non c’è, e che devo tornare dopo un paio d’ore. Gli dico che non posso perchè lavoro, e che nel frattempo il concerto rischia di andare esaurito. Lui mi guarda e continua a fumarsi una Muratti.
_Step 7: alle 13.15 torno alla biglietteria AB. All’omino dei biglietti non risulta che si possano acquistare i tagliandi richiesti. Gli faccio vedere il sito, lui chiama TicketOne, e una gentile signorina gli dice che i biglietti saranno effettivamente messi in vendita nel pomeriggio. Mi dice di tornare alle 5, gli rispondo che il pomeriggio lavoro, lui mi guarda e continua a fumarsi una Marlboro rossa.
_Step 8: alle 18.40 torno alla biglietteria AB. L’omino dei biglietti mi guarda e ride, poi tutto contento mi indica la pagina del sito di TicketOne da cui è magicamente scomparsa l’icona che indica la possibilità di acquistare i biglietti nei punti vendita come la suddetta biglietteria. Capendo che l’unica possibilità che mi rimane è l’acquisto online con carta di credito, li mando a cagare e me vado. Il tabaccaio e l’omino dei biglietti mi guardano e incrociano le rispettive sigarette mormorando ‘Missione compiuta’.
_Step 9: alle 19.15 arrivo a casa. Dopo 5 falliti tentativi di avvio (frutto della probabile rottura dello spinotto che collega monitor e PC) riesco ad accendere il computer, e procedo all’acquisto online. La sequenza pare andare a buon fine, sempre che non si presti attenzione ai 17 euro in più -commissioni addizionali (?) + spese di spedizione (ritiro alla cassa del concerto no, eh?)- pagati oltre al costo effettivo dei biglietti.
_Step 10: respiro. Anche se finchè non ho i biglietti in mano..











giovedì, 04/11/2004

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Potessi lo programmerei anche per vivere la mia vita
Un robot fatto di lego programmato per finire -da solo, sempre e comunque- il primo livello di Super Mario sul leggendario Nintendo NES. Son cose.

mercoledì, 03/11/2004

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The Novemberists
Da queste parti, quello in corso è di sicuro un periodo in cui non ci si annoia. Oltre agli impegni con la ‘I’ maiuscola (con cui vi sto tediando fin troppo, ma che ci volete fare, è difficile non pensarci), anche musicalmente novembre sarà un mese piuttosto caldo. Il programma di concerti di Bologna e dintorni del mese è affollato fino al limite dell’intasamento; non che ci si lamenti, sia chiaro, ma per non farsi trovare impreparati urge cominciare a buttar giù una scaletta degli eventi da non perdere. Si accettano ulteriori suggerimenti, fermo restando che già farsene una metà sarebbe un buon risultato.
_3 Rivulets Club 74 (per amanti slowcore, fanatici Acuarela o insonni)
_5 Fuck Covo (per cantare Ooops I did it again senza cantare Britney)
_6 Enon Covo (perchè sono come i Blonde Redhead senza essere come i Blonde Redhead, e Starcastic era uno dei singoli del 2003)
_10 Finn Club 74 (per amanti di Mark Linkous ed epigoni)
_12 Hogwash Villa Serena (perchè di gruppi indie italiani bravi come loro non ce ne sono molti)
_13 Mark Lanegan + Black Keys Rimini – Velvet (per la sua voce, perchè altro sennò)
_17 Offlaga Disco Pax Club 74 (perchè tutto il resto è desistenza)
_19 Decemberists Covo (per cambiare idea – vedi qui
)
_20 Altro + Edwood Cavriago(RE) – Calamita (perchè il pellegrinaggio a Cavriago almeno una volta l’anno è d’obbligo)
_24 Diana Darby Club 74 (perchè fa così tante date in Italia, e così tanto spesso..)
_25 Broken Social Scene + Apostle of hustle Covo (per chi non capisce cosa voglia dire indie)
_26 Two lone swordsmen (B)Link(atron) (per vedere il nuovo Link. E vedere se gli spadaccini riusciranno a farlo crollare)
_27-28 MEI Faenza – Fiera (scenesters of the world, unite and take over)
_29 Nick Cave & the Bad Seeds Milano – Alcatraz (in via di esaurimento da un momento all’altro; spedizione disperata domattina all’alba)
[tutto sotto controllo, sì]
















martedì, 02/11/2004

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Altro che verginella
Trovarsi davanti a un computer nuovo e al suo hard disk da 160 Giga perfettamente intonso è come cambiare città e avere un’altra via da costruire daccapo. Il vero geek si trova di fronte a quella strordinaria sensazione di tutto-è-possibile e nessuna-strada-è-preclusa, come uno scrittore davanti alla pagina bianca, o un cuoco che scarica dall’auto i sacchetti della spesa pronti a diventare un pranzo di cui ci si ricorderà. La purezza del computer, il candore immacolato del suo disco rigido, il suo bisogno di una guida sapiente che sappia dove mettere le mani per trasformarlo in ciò che, ancora non lo sa, è destinato a diventare, è per lui equivalente alla purezza innocente di una verginella a cui stanno per essere insegnate le gioie del sesso, e parimenti eccitante. Ok: quasi.
Peccato che -presto- si sia costretti ad abbandonare ogni velleità poetica e a scendere sulla terra per affrontare questioni assai più triviali. Un sistema operativo non si installa da sè, e trattandosi di Windows XPippa (no comments, please) si dev’essere pronti ad risolvere ben più di un problema prima che ci si possa abbandonare alle gioie della telematica. Driver dai nomi imperscrutabili e dalla funzione ignota, messaggi d’errore più simili a formule cabalistiche che a comunicazioni informative, il Service Pack 2 che per installarsi ci mette più tempo del sistema operativo, ma che almeno -realisticamente- fa scomparire la scritta Professional dalla schermata di apertura, software che nelle nuove versioni ha perso l’antica essenzialità a tutto svantaggio dell’usabilità. Quando, poi, la rete smette di funzionare senza apparente motivo e tutto all’improvviso si rallenta mortalmente, si è pronti a lanciare una maledizione su Bill Gates e sulle prossime 10 generazioni della sua famiglia, perchè -che diamine- se inizia a piantarsi da solo fin dal primo giorno, cosa succederà tra un mese?
La risposta è niente -si spera-, a meno che anche allora il Task Manager non dica che l’utilizzo della CPU è al 100% nonostante tutti programmi siano chiusi, come accade adesso. Basta una breve ricerca per scoprire che una manciata di virus hanno già infettato la macchina, prima ancora dell’installazione del Norton (che comunque, per la cronaca, li ignora). Per sbarazzarsene non ci vuole granchè, ma qualcosa nella solennità del rito di iniziazione si è irrimediabilmente perso; e proseguire nell’installazione non è più come prima. Il pensiero, a quel punto, è uno solo: proprio una verginella, sì.



lunedì, 01/11/2004

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Room riders, fatevi avanti
Emergo dalle nebbie di un weekend lungo e offline, pieno di sontuosi pranzi a sbafo ed ex presidenti del consiglo (giuro), solo per segnalarvi Ray Room, l’adventure con cui EnzoP ha tentato di rendermi pan per focaccia dopo le mie plurime segnalazioni di giochini infami. Io torno tra le nebbie dei colli feltreschi fino a domani; voi, amanti delle stanze rosse e verdi, fatevi avanti.
[update: non vi fate scoraggiare dal giapponese cinese, non è poi così difficile -e quando arrivate alla fine scoprite cosa c’è dietro la porta misteriosa e perchè non potevate fare a meno di aprirla…] 


giovedì, 28/10/2004

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Pure genius
Antonio Trentesimoanno si è prodotto in una rassegna delle news musicali di un mondo parallelo assolutamente brillante. Tra le mie preferite:
## Nuovo disco di Rino Gaetano, colonna sonora della nuova opera di Gabriele Muccino. Il titolo? Un omaggio ad uno dei più grandi cantanti italiani, prematuramente scomparso in un incidente stradale: Nato sotto il segno dei pesci..
## Vecchie glorie che non si arrendono: Kurt Cobain e Mark Lanegan progettano un disco di duetti. Il titolo?
Wish we were not here..
## Cosa sarebbe successo alla musica inglese se Noel Gallagher non fosse morto in un incidente stradale subito dopo l’uscita di
Wonderwall? Possiamo solo immaginarlo dal nuovo capolavoro acustico tirato ora fuori dai cassetti, Be Here Now..
## Conosciamo tutti a memoria la scena dell’ Isola dei Famosi in cui si prendono a capelli Cristina Donà e Carmen Consoli.. Quello che pochi sanno è che la pace l’ha portata proprio Manuel Agnelli, promettendo di produrre il prossimo disco ad entrambe le dive..
## Un concerto per pochi intimi, registrato poco dopo l’uscita del suo (purtroppo) unico album,
Let love Rule. E’ questa la primizia che la mamma di Lenny Kravitz tira fuori dagli scaffali.. Live at Madge’s-è! contiene anche alcuni demo di quello che doveva essere il secondo disco prima che lo sfortunato genio annegasse nell’ East River..
[il resto qui]







giovedì, 28/10/2004

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Geeks don’t cry
[attenzione, post ad alto tasso di lirismo digitale]
Cambiare computer è un po’ come partire. Me ne sono reso conto ieri pomeriggio, mentre facevo il backup di anni di intensa attività telematica in vista della sostituzione dell’antidiluviano K6 che uso da anni con un fiammante Pentium IV con 1 GB di RAM. Me ne sono reso conto mentre cercavo i file da tenere tra quelli sparsi nelle cartelle di mezzo hardisk, mentre raccoglievo anni di vita e li stipavo dentro un CD-RW come fossero librioggetticd da mettere dentro gli scatoloni prima di un trasloco o vestiti e effetti personali di varia natura da far entrare in un trolley o uno zaino da trekking prima di un lungo viaggio. Mentre cercavo di ricordarmi quali fossero i file con le migliaia di mail archiviate, recuperavo tesine dell’università, appunti, slides, siti web, recensioni, articoli, racconti, foto, testi di canzoni, rintracciavo i bookmark del browser, la lista utenti di soulseek, l’addressbook di Eudora e decine di altri file di ogni genere.
Ora ho finito, ed è come guardare per l’ultima volta un vecchio appartamento ormai vuoto, prima di voltarsi e partire. Ma è anche contemporaneamente come dare un ultimo abbraccio a una ragazza un attimo prima di salutarla, nel momento esatto in cui si scopre che le sue bizze e mille idiosincrasie (messaggi di errore immotivati come dei tic, malfunzionamenti inspiegabili come adorabili vizi) da difetti quali sono sono ormai delle peculiarità a cui si è affezionati.
Verrebbe quasi voglia di dare a un evento del genere qualche significato superiore, di vederlo come la fine di un’era (e in effetti, anche se qua è tutto un momento di transizione tra momenti di transizione, il periodo lo è), e di commuoversi per una buona volta. Ma i veri geek non piangono. Si limitano a fare una foto ricordo con il vecchio computer. E a metterla in una cornice.
(continua)





mercoledì, 27/10/2004

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In the sky the birds are pulling rain
Una decina di giorni fa i Kings of Convenience hanno fatto un concerto a Bergen, la loro città, per il festival della piccola etichetta con cui hanno pubblicato il disco d’esordio in patria (la Tellè). Il concerto, interamente scaricabile dal sito di Paola, non è molto diverso dal loro live standard, e dai soliti bootleg che girano da un po’, e a parte il bel medley tra Singing softly to me e The girl from back then già sentito a Luglio a Roma e una versione (carina, ma non troppo convincente) con violino e drum machine di I’d rather dance with you, non presenta particolari motivi di interesse. Solo, prima di Misread, Eirik presenta la canzone dicendo The Italians might know this next song, e, non so perchè, mi fa un po’ tristezza. I Kings of Convenience stanno per tornare in Italia, per alcune -costosissime- date, per lo più nei teatri. Non credo andrò a vederli.
[Eh sì, è autunno]


mercoledì, 27/10/2004

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Anche i circuiti sanno come divertirsi

[il resto qui]


mercoledì, 27/10/2004

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Qualcosa vorrà pur dire
In un anno muore più gente a causa degli orsacchiotti che degli orsi bruni.
[letto qui]


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martedì, 26/10/2004

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Non sono cattivo, è che mi disegnano così
Mi è bastato linkare un paio di giochetti online un po’ infami, e dopo i messaggi e i commenti di insulti (e la notizia che un intero dipartimento di Ingegneria passa ormai le sue giornate a risolvere la IQ Cows Marathon), sono arrivate le vendette, ovvero i controlink. E io che faccio? Visto che questa ormai è diventata una rubrica settimanale, li rimpallo qui: Massi, ad esempio, mi segnala un link a 4 vecchi arcade, tra cui mi sono incapponito sul malefico Bubbles (con pessimi risultati, peraltro). Ce n’è per altri insulti.

martedì, 26/10/2004

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Serendipità
Stamattina mi sono alzato, e -per nessun motivo particolare- ho ascoltato qualche canzone di Nick Drake prima di uscire di casa (allegria, direte voi; e vabbè, è autunno, che vi devo dire).
Prima di cena, al telefono con un amico, ho citato un paio di versi di una canzone di Nick Drake (Fruit tree) particolarmente aforistici (ma esiste, come parola, aforistici?).
Dopo cena, in coma sul divano, ho guardato alla tele la demenza catodica che passavano su RaiUno, ovvero Serendipity, commedia romantica hollywoodiana dalla banalità sconcertante anche per qualcuno con bassissime aspettative. Unica nota di originalità (e fonte di grande sopresa per il sottoscritto), la colonna sonora era composta in buona parte da canzoni di Nick Drake.
Che qualcuno stia cercando di dirmi qualcosa?
[e se sì: devo avere paura?]





martedì, 26/10/2004

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Missing
Mi si dice che i miei feed RSS sono spariti. Che vi devo dire, avranno fatto la stessa fine del mio tempo libero. In ogni caso, ho provato a generarmene di nuovi, qui. Mi dite se stavolta funzionano?
[come cosa sono i feed RSS?]


lunedì, 25/10/2004

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Spotless
Quando guardo un film (non mi succede coi libri o coi dischi, solo coi film) è raro che, arrivato alla fine, io non voglia cambiargli niente. Di solito c’è sempre qualche scena sbagliata, qualche scelta registica troppo scontata o troppo sopra le righe, qualche attore incapace o antipatico, un finale all’acqua di rose o una colonna sonora fastidiosa. Posto che di cinema ne so davvero poco (ma qui non c’entra), quando guardo un film mi viene quasi inevitabile trovarci degli errori, e tirare fuori una metaforica matita rossa con cui segnare i dettagli imprecisi e una matita blu per i passi falsi imperdonabili, e anche nei film che mi piacciono molto c’è sempre qualcosa che -mi sembra- avrebbe potuto essere fatta in modo migliore. Ieri sera, uscito dal cinema, però, no. Non necessariamente perchè nel film che ho visto non ci fossero errori; semplicemente perchè – questa volta- non aveva senso vederli o meno. Davanti a certe cose bisogna solo dare fiducia incondizionata al film, e decidere di andare a sdraiarsi su un lago ghiacciato insieme a lui con un sorrisino ebete sulla faccia.
Eternal sunshine of the spotless mind (non si farà qui menzione della criminale traduzione del titolo in italiano), è un film miracoloso. Racconta una storia incredibile che ha però radici in un quotidiano in cui è fin troppo facile rispecchiarsi, la racconta in modo folle eppure perfettamente naturale, è complicatissimo ma -alla fin fine- semplice, è scritto da dio da quel geniaccio di Charlie Kaufman (che ci aveva già deliziato con Il ladro di orchidee), girato in modo mirabile da Michel ‘miglior regista di videoclip al mondo’ Gondry (sì, anche meglio di Spike Jonze), interpretato benissimo da Jim Carey e Kate Winslet ed è evidentemente quel tipo film che suscita nello spettatore un amore talmente incondizionato da rasentare l’insensatezza.
Di chi è innamorato non c’è da fidarsi, si sa. Ma se un po’ -masochisticamente, sia chiaro- lo invidiate, forse è il caso di andare a vedere il film.
[Per il resto, tutto ciò che c’era da dire l’ha detto lei un mesetto fa]




venerdì, 22/10/2004

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L’unto dal signore
E ora sapete cosa regalare ai vostri amici per Natale.
[grazie a Checco]


venerdì, 22/10/2004

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Inkiostro music news aggregator
+ SentireAscoltare -che da queste parti si legge sempre spesso e con piacere, benchè sia un po’ la Blow up delle webzine musicali italiane- si è rifatto il look. Ora sembra un blog.
+ Più di una persona là fuori che sostiene che Turn on the bright lights degli Interpol sia uno dei dischi più belli degli ultimi 5 anni. Conosco qualcuno che sostiene che pure che i loro testi siano assai meritevoli; la cosa però è talmente discutibile che oggi Stylus Magazine gli fa le pulci, scovandone i 10 versi peggiori. Alcuni, come l’epico I feel like love is in the kitchen with a culinary eye / I think he’s making something special and I’m smart enough to try, da Obstacle #2, sono in effetti davvero terrificanti.
+ Stasera prosegue il nuovo corso Airbag: chiacchiere, succose novità e la risposta alla domanda: Ma Bjork ha sempre fatto dischi assurdi come Medùlla? nella nostra monografia. Come sempre, 103.1 MhZ a Bologna, streaming o archivio mp3 per il resto del mondo. [E da stasera comincia la scontro frontale]
+ Gli A perfect circle stanno per pubblicare Emotive, un disco “impegnato” quasi interamente composto di cover. Un po’ inutile, al primo ascolto, se proprio vogliamo dirla tutta. Tra gli artisti coverizzati ci sono Marvin Gaye, i Depeche Mode, Joni Mitchell, i Black Flag e nientemeno che Imagine di John Lennon. La notizia è che quest’ultima non è poi così male [via Musicboom, il video low-res, hi-res
]
+ Un paio di sere fa, in prima serata, su Mtv c’erano video dei Cure a nastro, su Italia1 i protagonisti di OC andavano al concerto di una college band americana piuttosto inutile con in sottofondo Saturday morning degli Eels, mentre su AllMusic passavano Float on dei Modest Mouse. Mi sentivo su un altro pianeta.
+ FedeMC, che con le foto ci sa fare assai, ha aperto Pic-a-Punk
. Cresta rulez.
+ Qualche giorno fa i Moldy Peaches hanno suonato il primo concerto insieme da anni a questa parte; quindi, nonostante siano entrambi assai impegnati con le loro carriere soliste (Kimya Dawson ha pubblicato da poco Hidden Vagenda -il suo disco più ascoltabile, finora-, mentre il beneamato Adam Green pubblicherà l’anno prossimo un seguito al suo brillante Friends of mine) ci sono ancora speranze che pubblichino un altro disco intero. Ah, Kimya Dawson ha un blog.







giovedì, 21/10/2004

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Feticismi
Come viene creato un mattoncino Lego (in una bella serie di animazioni in flash).

giovedì, 21/10/2004

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Out for sale
E’ possibile che ora ogni volta che sento le prime note di Sunday Morning dei Velvet Underground mi debba venire in mente la privatizzazione dell’ex monopolista della rete elettrica? E’ possibile che la base killer di Hands around my throat dei Death in Vegas adesso mi faccia pensare per forza a un telefonino con videocamera? E Bittersweet Symphony dei Verve, che invece di ricordarmi Richard Ashcroft che cammina per le strade di Londra finirà in breve tempo per farmi venire in mente una banca? E vogliamo parlare di due dei pezzi più belli di David Bowie, Rebel Rebel e Heroes, assassinati rispettivamente dagli spot di un acqua minerale e di un’automobile? E perchè, ancora oggi, ogni volta che sento Please Please Please let me get want degli Smiths non posso fare a meno di pensare a una birra? Vogliamo proprio farci rubare tutto?


mercoledì, 20/10/2004

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Non ascoltarmi, sto mentendo
Ho un sacco di idee, ma spesso non interessano neanche a me; quindi le metto nel blog. Sono seriamente convinto che quando si è depressi e/o stressati dovrebbe essere preclusa la possibilità di postare. Tutto ciò vale anche per i (rari) giorni in cui si è euforici. Per non parlare, ovviamente, dei momenti in cui si è ubriachi o sotto l’effetto di qualsivoglia sostanza psicotropa: in quel tipo si situazioni ci dovrebbe essere un meccanismo che inibisce il caricamento della homepage di Splinder. O che ritarda di almeno 24 ore la pubblicazione del post, il che è in effetti quasi la stessa cosa, visto che una spietata cancellazione sarebbe a quel punto quasi certa. Credo che a un certo punto -presto, di solito- la persona e il blogger diventino due entità talmente separate che se si incontrassero una sera in un pub non solo non si starebbero simpatici, ma non saprebbero neanche di cosa parlare. Finirebbero per guardarsi le scarpe farfugliando frasi di circostanza, sperando che arrivi presto qualcuno a salvarli. Penso che non dovreste commentare questo post dicendo che ho ragione (vile) o che ho torto (facile); se proprio volete farlo (ma così rischiate di compiacermi, quindi forse non è il caso), provate ad inventarvi qualcosa di originale.

martedì, 19/10/2004

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Lui sì che ne sa qualcosa
Una strepitosa versione di Sunday Bloody Sunday degli U2 reinterpretata da George W. Bush. Avete capito bene: ascoltare per credere.
[davvero senza parole]


martedì, 19/10/2004

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Ma io lascio che le cose passino e mi sfiorino
Che è poi una scusa. Ma tutti abbiamo bisogno procurarci scuse che funzionino, no? Tipo nascondere dietro una dichiarazione di estetica una o più scelte di comodo, per fare un esempio a caso. Da queste parti, ultimamente, si fanno molto cose e si fanno molte cose, e ci si sta poco a pensare rispetto al solito. Non è affatto detta che sia un male (tra l’altro), anche se non c’entra granchè dirlo ora. Era solo per lasciarne una traccia, a monito per il futuro.

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