giovedì, 26/05/2005

nessun titolo

Ça va sans dire
Ça va sans dire, i francesi sono iper-nazionalisti. Ça va sans dire, hanno persino le quote minime di musica di produzione nazionale da mandare per radio, e traducono tutte le parole americane per preservare la loro bella langue (o parole? Bah.). Ça va sans dire, hanno tradotto pure computer (ordinateur), file (fiche), software (logiciel), mouse (sourie), gateway (passerelle) e molto altro. Potevano non tradurre la parola «blog»? No, ça va sans dire: la traduzione (ufficiale, badate bene; dell’Accademia della Crusca locale) che è stata data di «Weblog» è Bloc Notes, la cui abbreviazione, «Blog», va tradotta in Bloc. A questo punto, ovviamente, non possiamo non prendere provvedimenti. Da oggi dite addio ai blog: quello che state leggendo è un Blocco. Un blocco cerebrale? Il blocco dello scrittore? O semplicemente un blocco di stronzate?

giovedì, 26/05/2005

nessun titolo

Prendere l’ecstasy fa male
Ma molto, molto male. Ascoltare il nuovo singolo dei !!!, Take ecstasy with me (in streaming) per credere.

mercoledì, 25/05/2005

nessun titolo

Ma và?
Secondo il test What kind of blogger are you?, sono un Link blogger. Ci si poteva arrivare anche da soli, in effetti.

 

You Are a Link Blogger!

Your blog is more about cool links than thougtful posts. Better to be entertaining and breif than longwinded and boring!

[ora che lo sapete siete tutti più tranquilli, immagino]

mercoledì, 25/05/2005

nessun titolo

Strange days /3
Ho appena scoperto che «lacinie di tipo sinovitico deformano il mio corpo adiposo di Hoffa, un po’ ipertrofico». Non ho la minima idea se io debba preoccuparmi o no. C’è un medico in sala?

martedì, 24/05/2005

nessun titolo

Indie-yuppie è chi l’indie-yuppie fa
C’è solo una cosa più divertente dell’usare compulsivamente, e quasi sempre a sproposito, la parola indie, definendo cosa lo è e cosa non lo è come da queste parti spesso si fa: costruirci sopra delle teorie e lasciare che queste abbiano vita propria. Questo post racconta delle mirabolanti avventure del concetto di indie yuppie, nato come un gioco su un blog americano ed approdato persino sulle pagine del New York Post.
E’ cominciato tutto da un articolo del Columbia Spectator, in cui Adam Shore della Vice Records (l’etichetta americana per cui esce gente come Bloc Party, The streets, Boredoms e The stills) si lamentava:

"I feel like there has been created, in the past two to three years, an indie-yuppie establishment. Bands like Death Cab for Cutie, Iron and Wine, the Arcade Fire, Broken Social Scene, they are great bands, really great bands, with great albums, great songs, high quality. And to me, it’s just so fucking boring," he says. "It’s like fancy-coffee-drinking, Volvo-riding music for kids. And kids should be listening to music that shakes them up more, makes them uncomfortable."

Da noi il fenomeno è contenuto, ma in effetti in America la cosa sta assumendo proporzioni notevoli: tra The O.C., l’iPod, Pitchfork, Garden State, i blog, i Modest Mouse che vanno in top ten e gli Shins che vendono quanto Cristina Aguilera, essere indie non è mai stato così cool. E la cosa ha raggiunto anche tutti quei twenty e thirty-something relativamente benestanti, altamente autoconsapevoli e perfettamente integrati nella società, che una volta, erano semplici fan di Dave Matthews, dei Phish o dei Counting Crows, e che ora sono abbonati a Paste, criticano Pitchfork ma lo leggono tutti i giorni, portano spillette e t-shirt con frasi ironiche ma seguono anche -solo per ridere, ça va sans dire- ogni passo di Briteny Spears, Justin Timberlake o Gwen Stefani. Più che qualcosa che ha a che fare con l’autenticità della propria identità o con i semplici gusti, è un vero e proprio fenomeno sociale.
Molto appropriatamente, l’amo lanciata da Shore è stata prontamente raccolto da Mr. Stereogum, uno dei più letti e famosi indieblog americani, il quale ha subito rilanciato ai suoi lettori la sfida: qual è la perfetta definizione per l’indie-yuppie? La reazione non si è fatta attendere; nel giro di pochi giorni il suo post ha raggiunto i 300 e passa commenti, molti dei quali assolutamente divertenti, parecchi un po’ fuori fuoco (dedicati a descrivere un indie-modaiolo, indie-wannabe o indie-qualcos’altro più che un indie yuppie) ma tutti trasudanti umorismo e autoconsapevolezza da tutti i pori. Non è l’autoironia una delle principali caratteristiche dell’indie-yuppie?

Tra i migliori:
_You might be an indie-yuppie if the jeans you are wearing at the show cost more than the band that is playing is going to make.
_You might be an indie-yuppie if time reading Pitchfork ends up as a billable hour.
_
You might be an indie yuppie if you bought your BMW because of the iPod adapter.
_
You might be an indie-yuppie if you have a detailed plan for exposing your small children to music so that they might develop good taste.
_
You might be an indie yuppie if you go to the Arcade Fire show but leave after five songs because you have an early meeting the next morning.
_
You might be an indie-yuppie if you have a pair of glasses like Rivers Cuomo for fashion and a pair for reading.
_
You might be an indie yuppie if you get excited because the Gilmore Girls just name dropped your favorite band.
_
You might be an indie yuppie if you are both subculturally affiliated and and a functional adult.

Tra tutti partecipanti, è stata decretata vincitrice (un po’ discutibilmente, ma vabbè) Miss The 15 minutes hipster, che ha azzeccato la definizione perfetta, che mischia un elemento squisitamente indie (il vanto per la qualità e la lungimiranza dei propri gusti musicali) con uno assolutamente yuppie (una carriera da avvocato di successo):
_You might be an indie-yuppie if you import your entire iTunes library onto your work computer so you can share it on the network and show the other lawyers at your firm how hip you are.
A testimonianza dell’attualità del fenomeno negli USA, alla cosa è stato subito dedicato un articolo del New York Post (per leggerlo serve registrarsi), con tanto di Are you an indie-yuppie? test (che potete leggere qui), che indica in maniera piuttosto precisa le coordinate del perfetto indie-yuppie.
Io, da parte mia, sono un po’ confuso. Da un lato mi sembra che qui da noi si sia anni luce lontani da quel tipo di scenario, che trasuda una coolness che da queste parti è al massimo incomprensione e in cui si parla di carriere di successo che da noi, se va bene, sono onesti CoCoCo. Dall’altro, non senza una certa sorpresa, mi accorgo di rientrare in metà abbondante dei parametri che escono fuori dai post e dagli articoli linkati.
Non sarò mica un indie-yuppie anch’io?

lunedì, 23/05/2005

nessun titolo

Quando si dicono le soddisfazioni
Avete presente Tweety, l’insopportabile e inquientante pulcino delle suonerie? Avete mai desiderato di ucciderlo?

lunedì, 23/05/2005

nessun titolo

Strange days /2
Ieri in treno, mentre ascoltavo l’ultimo di Malkmus leggendo una vecchia intervista a Malkmus, ho capito dai loro discorsi che i due ragazzi ignoti che mi erano seduti di fianco stavano andando a un raduno di forumisti. Non facevano altro che parlare di nickname, divergenze reale/virtuale e chiacchiere che tradivano una conoscenza ora superficiale ora profondissima: discorsi affascinanti anche se assolutamente bizzarri. Gente che si conosce e stringe relazioni senza essersi mai vista…cose da pazzi.

lunedì, 23/05/2005

nessun titolo

Monday gaming (come un ninja fai le scale edition)
Tornare a casa alle 3 e passa dopo una notte brava è sempre un problema. Aprire la porta avendo perso le chiavi senza far incazzare il cane del vicino, raggiungere il bagno il prima possibile senza svegliare nessuno e trovare un modo per non farsi cazziare a morte dalla propria fidanzata che dorme è un’impresa tutt’altro che semplice. Se si è un mercenario iperaccessoriato come in Splinter Cell, però, le cose sono più semplici.
Un gioco stupidissimo, ma da queste parti ci si diverte anche così.

sabato, 21/05/2005

nessun titolo

Strange days /1
_Foto n.1 (tre giorni fa): il nostro eroe scuote il culo al concerto degli Out Hud: cassa in quarti, voce femminile ammiccante, deep funk che scuote le budella e di punk manco l’ombra. Non fosse per il contesto (il nuovo Link, un grosso capannone che definire asettico è dir poco) e la carenza di cubiste discinte, potrebbe essere Ibiza.
_Foto n.2 (due giorni fa): il nostro eroe sorseggia un prosecco sulla terrazza della Galleria d’Arte Moderna, durante il vernissage della nuova mostra Bologna contemporanea. Una cena e un gelato dopo, il nostro torna a casa e lavora fino alle 2 e mezza di notte.
_Foto n.3 (ieri): il nostro eroe scuote la testa al concerto di Jesu + Isis. Metal intellettuale o post-metal, che dir si voglia; il suono, da qualche parte tra Tool, Mogwai e doom metal era assai interessante, anche se alla lunga un po’ noioso. Headbanging, ma col cervello. Brainbanging?
[a me Zelig -quello vero, mica quello di Bisio- mi fa una pippa, mi sa]

venerdì, 20/05/2005

nessun titolo

Non potevamo vivere senza saperlo
Cosa è successo al bambino della copertina di Nevermind?

giovedì, 19/05/2005

nessun titolo

Leonardo for president
E’ possibile che ogni santa volta che Leonardo aggiorna il suo blog io sia costretto a trattenermi dal linkarlo?

giovedì, 19/05/2005

nessun titolo

Attack of the clowns

[Domani esce nelle sale Star Wars III. Non che me ne freghi nulla, in realtà; è solo una scusa per linkare il photoshop contest di Worth 1000 dedicato alla rielaborazione delle sue locandine. Alcune sono proprio niente male]

mercoledì, 18/05/2005

nessun titolo

L’agenda dei concerti (Hot Summer edition)
Da queste parti le stagioni dei concerti sono come le annate del vino: quelle memorabili lasciano il segno. Quella che si sta concludendo, con ogni probabilità, rimarrà ineguagliata. Non sto qua a farvi l’elenco di tutte le band notevoli che sono passate da queste parti, non credo che serva. Però questo finale di stagione, che inizia virtualmente stasera, rischia di fare veramente il botto.
Come si è detto, si comincia stasera; e si comincia ballando, con la doppietta degli amici-dei-!!! Out Hud + Discodrive (la migliore live band italiana?) al nuovo Link. Trovate tutte le info da Polaroid. Venerdì al Covo ci sarebbero gli Oneida, ma io con ogni probabilità me ne andrò con Valido a vedere un concerto di metal intellettuale (Isis + Jesu, all’Estragon). Che avete da ridere? Il giorno dopo sarà la volta di uno di quegli indimenticabili festival Fooltribe nella bassa (a Mirandola), che con Picastro, Mae Shi, Rapider than horsepower e vari altri tenterà (senza riuscirci, ovviamente) di non farci mancare Musica nelle valli. A concludere in bellezza, domenica al Club 74 ci sono gli Czars.
La settimana dopo Bologna sarà la capitale indie del mondo: nel giro di 5 giorni ci sono Masha Qrella (autrice di uno dei miei dischi dell’anno, il 25 al Club 74), i Kills con Scout Niblett (il 26 all’Estragon), l’ineffabile Adam Green (il 28 al Covo, unica data italiana, e chiusura del Covo) e il leggendario Daniel Johnston (il 29 ai Giardini del Baraccano; GRATIS). Cose da pazzi; alla faccia di chi in quei giorni va al Primavera.
Da Giugno, poi, in Emilia i nomi imperdibili si sprecano; e pensare che quest’anno non siamo neanche costretti a sorbirci i mega-festival come l’anno scorso il Flippaut (per Morrissey) e l’Heineken (per i Pixies, i Cure e PJ Harvey); dai 13 & God (ovvero Notwist + Themselves, è bene ricordarlo) il 3 al Link fino a Beck (il 22), i Sonic Youth coi Fantomas (il 27) e Bright Eyes + The Faint (il 29, gratis) a Ferrara. E se ci scappa la gita fuori porta magari il 25 si va a vedere i Kings of Convenience a Umbertide per Rockin’ Umbria.
A Luglio pure non si scherza, nel giro di 4 giorni ci sono Tori Amos (il 3 a Modena), i Kraftwerk (il 6 a Ferrara) e Nick Cave con il quartetto (il 7 a Modena); il 19 inoltre c’è il buon Devendra Banhart a Modigliana per modici 5 euri, mentre a Marina di Ravenna nel corso del mese ci sono gratis i Supersystem, The National, Patrick Wolf, i Liars e Geoff Farina dei Karate, e per Bologna si mormora di date quasi chiuse con Joanna Newsom e Art Brut. Il premio gita fuori porta va ad Arezzo Wave, il cui unico nome già reso noto (per venerdì 15) è quello imprescindibile degli LCD Soundsystem. Tra fine Luglio e Agosto, poi, ci dovrebbero essere (ancora condizionale) i due festival dell’Estate, Homesleep  e Frequenze Disturbate; il riserbo tenuto è massimo, e non se ne può dire nulla di definitivo. Per il primo comunque, i nomi più insistenti vedono un atteso gruppo scozzese che dovrebbe avere molti fan tra i più giovani (adolescenti, diciamo), dei loro conterranei molto amati in Italia e una nutrita rappresentanza italiana. Per il secondo si fanno i nomi di 3 pezzi da 90: un gruppo di amanti dei grandi pelouche e dei robot rosa, uno delle felpe autunnali (anche se -brutto segno- la data da qua è scomparsa) e l’attesissima reunion di alcuni dinosauri…giovani. Di più non sappiamo. E se sappiamo ci teniamo per noi. Altri aggiornamenti nelle settimane a venire.
Una stagione di quelle che non si dimenticano. Non è neanche finita, e mi manca già.

mercoledì, 18/05/2005

nessun titolo

E se sparisce l’ultima linea?

[Questi scaffali componibili a forma di pezzi di Tetris sono assolutamente meravigliosi.  Peccato costino solo $6600.]

martedì, 17/05/2005

nessun titolo

Inkiostro music video aggregator
_Supersystem – Born into the world (Tasto destro, Salva con nome) Con un pezzo del genere gli ex El Guapo potevano fare il botto; probabilmente, tra l’altro, è stato scritto esattamente con questa idea in testa. Ma con un video del genere come pretendono di uscire dalla solita cricca (di cui una buona parte, tra l’altro, ora li odia per la loro progressiva e inarrestabile deriva tamarreggiante)?
_Prodigy feat. Juliette Lewis – Hotride (Tasto destro, Salva con nome) Ecco uno di quei video che non vedremo mai su Mtv; se Smack my bitch up vi sembrava peso, a questo non vi ci avvicinate neanche. Psicologicamente violentissimo, molto fastidioso e volutamente disturbante. Probabilmente bellissimo, se riuscite a prescindere.
_Postal Service – Against all odds (streaming) Perchè nessuno mi aveva detto niente dell’esistenza di questo video? E -soprattutto: da quando si fanno i video delle B-sides? La risposta è: da quando finiscono nella colonna sonora dei film di mezza Hollywood (in questo caso Wicker Park con Josh Hartnett e Diane Kruger). Se ne poteva anche fare a meno, anche se è sempre bello avere una scusa per riascoltare questa bella cover (di Phil Collins).
_Bright eyes – First day of my life (streaming) Allarme plagio: l’idea dietro a questo video è pesantemente ispirata a quella su cui si regge il celebre video di Short skirt/Long Jacket dei Cake. Che lì, però, aveva ben più senso. Fortuna che il pezzo non è di quelli che lasciano indifferenti. 
_Sons & Daughters – Dance me in (Tasto destro, Salva con nome) Io ero tra quelli che si aspettavano il botto dopo il loro primo EP e pezzoni come Johnny Cash e Broken bones. Invece il loro LP d’esordio è solo carino, e questo video ne è una buona testimonianza. Un flamenco rock un po’ troppo patinato, che si pianta in testa in fretta ma altrettanto in fretta se ne va. Rimandati a Settembre. 
_Eels – Hey man, now you’re really living (Tasto destro, Salva con nome) «Ciao, sono E degli Eels. Ho avuto una grande idea per questo video, ma ho speso tutti i soldi per fare il disco, e non ce ne sono più per il video. Ma ci serve un video. Quindi, non ci saranno grandi effetti speciali. Eccolo qua, spero vi piaccia». Comincia così, e segue una specie di delirante karaoke solitario interamente girato in camera a mano dallo stesso E. Inguardabile, giuro. Ma chissenefrega?
_Hot Hot Heat – Middle of nowhere (Tasto destro, Salva con nome) Se Goodnight Goodnight era spudorata ma in fin dei conti irresistibile, il secondo singolo di Elevator è invece davvero sciatto: canzone dimenticabile, video patinato e banalissimo, che vede protagonista il cantante Steve Bays. Che il Brian-May-chiomato leader della band stia studiando per un futuro da teen idol?
_Fatboy Slim – Look both ways (streaming) Eseguiamo l’ordine del mini-clip virale con Paris Hilton e segnaliamo il nuovo video di Fatboy Slim. Il pezzo sembra un brano di Moby e il video è didascalico in modo vergognoso. Fortuna che si salva il finale. Forse.
_Louis XIV – PaperDoll (Tasto destro, Salva con nome) Fare dei video con le Suicide Girls è sempre di moda, ma quanti finora ne avevano fatto uno in cui si vedesse qualcosa di più di un tatuaggetto e uno sguardo torvo? Qui si vede quel che c’è da vedere, e i maschietti apprezzeranno. Anche perchè, con un video del genere, chi è che si sofferma sulla banalissima musica degli inutili Louis XIV?
_Aberfeldy – Love is an arrow (Tasto destro, Salva con nome) Una delle perle più o meno nascoste delle’indiepop degli ultimi anni (file under: Belle & Sebastian & co.), che merita più attenzione di quante ne ebbe quando usci. Nonostante l’estetica un po’ HelloKitteggiante, un video decisamente delizioso. Mi starò rammollendo? 
_Antony & the Johnsons – Hope there’s someone (Tasto destro, Salva con nome) L’unico video possibile -girato interamente su un letto, dove sennò?- per l’inno lirico del farinelli della musica d’autore dei giorni nostri. Appropriatamente stropicciato.
 [le vecchie puntate del Music Video Aggregator: 1, 2, 3 e 4]

lunedì, 16/05/2005

nessun titolo

City motion on your pins
Toronto -già patria di Broken Social Scene, Stars, Polmo Polpo e di una buona metà della celeberrima scena musicale canadese- è una città talmente indie che ogni fermata della metropolitana ha la sua spilletta. Guardate qua, se non ci credete. Da noi già è tanto se ci sono le fermate.

lunedì, 16/05/2005

nessun titolo

Monday gaming (giochi sfigati -ma anche no- edition)
Ve lo ricordate il periodo dei giochi da tavola? Da bambino ne andavo pazzo. Giocare a Risiko, Dragon o Scotland Yard con i miei cugini o con qualche amico era probabilmente il mio passatampo preferito. Però mi ricordo che, una volta, a Natale mi era stato regalato un gioco sfigatissimo: si chiamava Parata di elefanti. Già il titolo non prometteva nulla di buono, poi la scatola conteneva giusto il tabellone, degli elefantini colorati di legno e alcuni piccoli bastoncini: agli occhi di un bambino (ma anche no) una vera tristezza. Mi ricordo che lo snobbai clamorosamente, preferendogli giochi più pirotecnici come Hotel, Traguardi o Crack, e non ci giocai praticamente mai. Poi -qualche anno dopo- qualcuno lo ritirò fuori e mi ci fece rigiocare, e fu una vera scoperta: dietro l’apparenza poco allettante, c’era un gioco di strategia assolutamente brillante e molto coinvolgente.
A parte l’originalissima morale L’apparenza inganna, perchè mi è tornato in mente Parata di elefanti? Perchè è stata più o meno la stessa impressione che mi ha dato These little pigs, semplice gioco in flash in cui bisogna impilare un maialino sopra l’altro per riuscire a prendere dei dolcetti. La prima volta che ci ho giocato ho chiuso la finestra dopo meno un minuto, bollandolo come una cazzata. La seconda volta ci sono stato quasi mezz’ora, tentando di raggiungere il migliaio di punti. Non ci sono mai riuscito, visto che il gioco è molto più difficile di quanto sembra. Lezione imparata?

venerdì, 13/05/2005

nessun titolo

I’ve got two turntables and a colophon*
Sempre per la serie In Italia non succederebbe mai: quella che è probabilmente la più famosa casa editrice inglese, la Penguin, ha lanciato il concorso Penguin remixed. Ovvero: la Penguin ha scelto 30 tra i migliori audiolibri da lei pubblicati, e ne ha messo a disposizione dei frammenti liberamente scaricabili invitando chiunque a campionarli, remixarli e a cotruirci delle canzoni, per poi uploadarli sul sito e, nel caso fossero votati come i migliori, vincerer ricchi premi e cotillons. Ci sono Alice nel paese delle meraviglie, il Canto di Natale, Dracula, Casino Royale (niente battute scontate, dai), Moby Dick, Oliver Twist, On the road (letto da David Carradine!), Il Ritratto di Dorian Gray e Il Grande Gatsby ma anche il nuovissimo libro di Hornby, A long way down (di cui si è già letto qua). Astuta mossa pubblicitaria per promuovere un comparto da sempre minore, ma anche esperimento assai divertente. Quello che è stato uploadato finora non è un granchè, ma sono curioso.
[* calembour terrificante, lo so]

giovedì, 12/05/2005

nessun titolo

The downward spiral
Ok che già di per sè non è proprio bellissimo, ok che rispetto ai dischi precedenti è una delusione bella è buona, ok che gli accenni danzeggianti del singolo The hand that feeds avranno sicuramente fatto incazzare a morte i fondamentalisti dell’industrial dark, ok che -dall’essere una delle cose più cool del pianeta- ora i Nine Inch Nails sono tragicamente e inesorabilmente passati di moda; ok. Solo: siamo sicuri che il loro nuovo disco With Teeth si meriti questa recensione (se così vogliamo chiamarla)?

[secondo me è un po’ troppo. il disco rimane una delusione, ma non è così brutto, dai]

giovedì, 12/05/2005

nessun titolo

Io non mi astengo
Era un po’ che volevo fare un post sui referendum del 12 e 13 Giugno per l’abrogazione della legge sulla fecondazione assistita. Poi ieri mi sono imbattuto contemporaneamente nella interessante puntata di Otto e mezzo e in un bel post di Garnant in materia, e ho capito che era giunto il momento. E’ evidente che -per quanto mi riguarda- non ci sono dubbi sull’andare a votare (ovvio) e su cosa votare (4 sì), ma è altrettanto evidente che non sono la persona giusta per spiegare il perchè. Vi rimando qui e qui, dove troverete abbondanza di materiale. Pensateci su, è una cosa importante.

mercoledì, 11/05/2005

nessun titolo

Il più bel disco di Nick Cave…non è un disco
«Questo è il mio disco più bello»: di solito è così che ogni musicista, appena pubblicato un disco, lo presenta al pubblico. Il 95% delle volte è un’enorme cazzata; e il 90% delle volte il musicista neanche lo pensa. Del resto è ovvio: chi comprerebbe un disco di uno che dice: «Ho fatto un bel disco, ma quello prima era più bello»? Qualche volta, però, un musicista lo dice, ed è vero. Questa volta, ad esempio, è vero. E non si tratta neanche di un disco vero e proprio.
B-sides & rarities è il cofanetto che contiene tutte o quasi le canzoni che non sono finite negli LP ufficiali in più di 20 anni di carriera solista di Nick Cave insieme ai Bad Seeds. Tre cd, 56 pezzi in totale, per una veste grafica totalmente spoglia ed anticelebrativa e un prezzo onestissimo. Dai brani destrutturati del primo periodo ai ballatoni più recenti, passando per cover, versioni alternative, out-takes, colonne sonore e lati B: in questi 3 dischi ci sono molti dei pezzi in assoluto più belli di uno dei cantautori più grandi di tutti i tempi.
E’ quasi impossibile elencarli tutti: i blues sporchi di The moon is in the gutter e Rhye Whiskey, la cover quasi a cappella di Black Betty (di Leadbelly), la perfezione dei 2 minuti di Blue bird, l’arrembante e goliardica God’s Hotel e (I’ll love you) Till the end of the world, dalla colonna sonora di Fino alla fine del mondo di Wenders. Poi: la versione alcolica di What a wonderful world cantata in duetto con il sodale Shane McGowan, già leader dei Pogues, seguita da una clamorosa versione acustica di Jack the ripper, da una manciata di murder ballads, una Where the wild roses grow in cui al posto di Kylie Minogue c’è Blixa, l’inquientantissima Time Jesum Transeuntum et non rivertentum, suonata dai Dirty Three e finita sul cd di pezzi à la X-files Songs in the key of X, e l’epica versione orchestrale di Red Right Hand, dalla colonna sonora di Scream 3. E ancora: i pezzi del periodo The Boatman’s Call, tra cui spicca la B-side Little Empty Boat (uno dei brani migliori in assoluto di Mr. Cave), l’allegrissima (!) out-take Opium Tea e la biblica Sheep may safely graze, mentre, arrivando agli ultimi anni, si scoprono delle chicche come Shoot me down e la recentissima Under this moon, che -altro che B-side- è migliore di tutti i singoli di Abattoir Blues/The lyre of Orpheus messi insieme. 
Ok, è vero che i pezzi completamente inediti sono pochini; però vedere e sentire 21 anni di carriera in fila è una di quelle cose che non ha prezzo. E, per qualche anno, il buon Nick può anche continuare a fare dischi mediocri e a cercare con risultati alterni la sua musa ormai persa: finchè riuscirà a tirar fuori rarità e pezzi vecchi del genere, noialtri possiamo aspettare. Eccome, se possiamo.

martedì, 10/05/2005

nessun titolo

Quando lo scoprirà mio padre
Sono socialista!

You scored as Socialist.

Socialist

83%

Green

75%

Democrat

75%

Anarchism

58%

Communism

58%

Republican

25%

Fascism

17%

Nazi

8%

What Political Party Do Your Beliefs Put You In?
created with QuizFarm.com

martedì, 10/05/2005

nessun titolo

Un lego è per sempre
In qualche modo blasfemo, in un altro modo definitvo: i gioielli ispirati ai Lego.
 

[è la collezione Forever young di Jaqueline Sanchez. la trovate qua. ci sono pure i gioielli ispirati ai puzzle]

lunedì, 09/05/2005

nessun titolo

Monday gaming (il piccolo geografo edition)
Nella scorsa settimana mi sono arrivate diverse segnalazioni di giochi via mail, e vi ringrazio: amo che vogliate vendicarvi e far perdere tempo anche a me come io faccio con voi. Peccato che io ci pensi già da solo, a perdere tempo, e -mentre avrei tutt’altro da fare- mi ritrovi a imprecare perchè non mi ricordo esattamente dove siano l’Ohio, il Delaware e la Virginia. Colpa di Locate the state, quiz per geografi smemorati banale più difficile di quello che sembra. Con un punteggio di 112 sono abbastanza soddisfatto, e preferisco rimanerlo, senza cimentarmi neanche nelle versioni più complicate

lunedì, 09/05/2005

nessun titolo

Move your mp3
Un paio di giorni fa avevo un pensiero: mi serve un lettore mp3. Ora, un post e una trentina di commenti dopo, sto arrivando a delle conclusioni. Con le premesse da cui sono partito avrei 4 alternative, tutte in qualche modo poco convincenti. C’è lo Zen Touch: costa davvero poco, ma è tutt’altro che tascabile (e quella è forse la mia esigenza principale), e -per quanto mi riguarda- anche un po’ bruttino. C’è l’Iriver H320: ha tutte le caratteristiche che si potrebbero desiderare da un lettore, ma anche questo è poco tascabile, decisamente brutto ma -soprattutto- con un’interfaccia assai scarsa. C’è l’iAudio M3: bellissimo e iper-sottile ma…senza schermo, che è nel telecomandino a parte; immagino già il groviglio di cavi che provocherebbe, e non riuscirei a tollerarlo. Infine c’è il Sony NW-HD5; non costa proprio pochissimo, ma sembra la realizzazione di tutti i sogni: piccolo, carino, capiente e con tutte le caratteristiche che mi servirebbero. Il fatto che però sia appena uscito (e che quindi ci sia decisamente carenza di recensioni e pareri in giro) e che sembra esserci un unico posto *al mondo* dove comprarlo, depone decisamente contro: uno spende in totale 320 euro e rotti, e se poi si trova un pacco come il Rio Karma o i vecchi network walkman? Sono un po’ dubbioso.
La soluzione, probabilmente, è modificare le premesse: siamo sicuro che mi serva davvero un lettore da 20GB e che non me ne basti uno da 5, magari con qualche feature sempre utile come radio e microfono? Se la risposta è no, allora non ci sono alternative, il lettore per me è lo Zen Micro. Piccolo, versatile, economico (a Bologna si trova per meno di 200€) e carino. Vedete se riuscite a farmi cambiare idea. Altrimenti la decisione è presa.