Unità di archivizione di ieri e di oggi
[il blocco per gli appunti fatto con un dischetto da 5’25". Da qui]
Unità di archivizione di ieri e di oggi
[il blocco per gli appunti fatto con un dischetto da 5’25". Da qui]
There Are No Stupid Questions
There Are a LOT of Inquisitive Idiots
[A sancire il mio imminente passaggio dal mondo dei giovani dipendenti squattrinati a quello dei giovani imprenditori squattrinati, ieri è finalmente arrivato il regalo che ho fatto ai miei colleghi per festeggiare l’evento: il calendario Demotivators per il 2006. Come tutti i prodotti della Despair, Inc. un concentrato di Dilbert all’ennesima potenza, un geniale bignami di cinismo lavorativo e una sonora presa per il culo dell’ottimismo di plastica delle culture aziendali. Puro genio.]
Nerdest (?) thing ever seen
[Insieme, per dire, a Owen ‘Final Fantasy‘ Pallett che sul palco annuncia candidamente che il suo prossimo disco sarà un concept album sulla Scuola di Incantamento di Advanced Dungeons & Dragons]
Una delle cose più meravigliosamente nerd che io abbia mai visto: Watching al six Star Wars movies simoultaneously. Include pagine e pagine di confronti inutili.
Huge buzz for iPod gizmo
[non è tanto quello che iBuzz fa (ooooh, un vibratooore!); è che, dannazione, lo fa a ritmo]
I hate people who remind me of myself
Mesi fa mi ero imbattuto in Post Secret, il blog più bello che avessi mai visto. Parte da un’idea semplice tanto da essere banale -mettere a disposizione lo spazio per pubblicare cartoline in cui chiunque voglia può confessare anonimamente un segreto- ma raggiunge esiti altissimi; a suo tempo lo segnalai sul blog e i commenti erano tutti di gratitudine e ammirazione. Sono passati poco più di sei mesi e ora Post Secret è, secondo l’autorevole classifica di Technorati, il secondo blog più linkato al mondo. Negli USA sono state fatte varie mostre con le selezioni delle sue cartoline, il Guardian ha dedicato al fenomeno un articolo a dir poco osannante e a fine mese esce pure un libro, Post Secret: Extraordinary confessions from ordinary lives. Sarà mio.
I would love to go back to the old house but I never will
[Do-Ho Suh è un artista coreano che ha ricreato in nylon una replica perfetta della sua casa d’infanzia nei minimi dettagli. Può chiuderla in una valigia e portarla sempre con sè]
Proprio quello di cui avevo bisogno oggi
How to keep an idiot busy for a while.
Cinque dubbi più o meno amletici /6
_Non trovate anche voi che il goffo ed eccessivo tentativo di traduzione ed esegesi dell’ormai storico post di Mondo Oltro su Morrissey avvistato in un leather bar di Roma, operato dal più completo e aggiornato sito di fanatici del Mozzer sia assolutamente esilarante? (via TrentesimoAnno)
_Un uccellino mi ha recapitato copia del più recente mini CD-R di Jens Lekman, stampato in occasione del suo tour americano dei giorni scorsi. Cosa vi faccio ascoltare? La natalizia e quasi ballabile Run away with me? Il parlato con cori angelici How much you mean to me? La ballata pianistica (in giapponese!) Me on the beach (Nagisa ni te)? La versione svedese di Maple leaves per sola voce e ukulele Jag Tyckte Hon Sa Lönnlöv? Vada per la prima?
_Esiste al mondo qualcosa di più nerd di un virtuoso del bass tapping che si riprende mentre suona la musica di Super Mario Bros e la mette su internet?
_Dove trovare le parole per descrivere questa cosa?
_La plurilinkata pagina di Cassette Jam è talmente bella che è sprecato che resti una pagina web; cosa farne? Un manifesto? Una copertina per qualcosa? O la tappezzeria per una stanza?
Oggetti del desiderio
[Brixpod, il porta iPod shuffle di Lego. Da qui]
Dio mio, no!
Secondo Which Fantasy/Sci-fi character are you? sono l’insopportabile maghetto di Hogwarts. Devo fare qualcosa.
Ma davvero Trabocchetto si chiamava Stay Alive! ?
La classifica dei 100 giocattoli più belli degli anni ’70 e ’80 è un tuffo nel passato di quelli davvero impagabile. La selezione è ovviamente anglo-centrica, ma le descrizioni sono notevoli e la selezione, per quanto discutibile, riserva più di una sorpresa in senso positivo. Peccato solo per l’imperdonabile assenza di quello che era davvero il giocattolo più bello.
I francobolli del migliore dei mondi possibili
[il photoshop contest di Worth1000 intitolato Going postal è forse il migliore di sempre. oltre a quello qui sopra, notevoli anche Snail mail, Houdini, Metal Memorial, lo Stomp Stamp, l’International year of the shoplifter, Endless stamp e Magnum]
E non so cosa sia più vintage
[Un mellotron fatto con 13 walkman. Un giorno lo faranno con gli iPod. Ma non sarà la stessa cosa.]
Faking the books
[Il passaggio segreto che si aziona tirando un libro è un sogno proibito. Molti di noi si limitano a desiderarlo; qualcuno l’ha costruito.]
Segui il coniglio bianco, con le tue Manolo Blahnik
Sex and the Matrix.
[peccato per la qualità video bassa. alcune intuizioni, però, non sono male]
E’ tanto liberatorio
Top Ten Web Design Mistakes of 2005 secondo il guru della web usability Jakob Nielsen. Questo blog -orgogliosamente- li commette quasi tutti; almeno qui fatemi fare un po’ quel cazzo che mi pare, dai.
E col Gorgonzola come fa?
[Sì, questo bell’omino -un famoso batterista, pare- sta proprio suonando una batteria fatta di forme di formaggio]
Forse non tutti sanno che_
_Per rimettere a nuovo un iPod graffiato (o un qualunque oggetto laccato, lettore mp3 o meno, ovviamente) non servono prodotti assurdi o interventi macchinosi ma basta un po’ di ingegno e un banale lucido da 4 dollari.
_Dal 1 Novembre sono possibili le videochiamate al famigerato 899: la rivoluzione copernicana che i telefoni erotici (e soprattutto i loro cultori) stavano aspettando.
_Il caso indie dell’anno, i Clap your hands say yeah, finora unici nel panorama mondiale per l’enorme successo del loro esordio nonostante questo sia autoprodotto (si trova anche a Bologna!) hanno rovinato tutto e firmato per la Wichita, già etichetta di Bloc Party e Yeah Yeah Yeahs.
_La Microsoft pare avere i giorni contati; a fargli le scarpe, manco a dirlo, sarà Google. Ma Googleservi non suona granchè bene.
_Il video di Robespierre degli Offlaga Disco Pax è pronto, ed è bellissimo; oltre ogni più rosea aspettativa. Per ora non posso dirvi di più.
Lost is lost?
Dopo circa un mese di plurime visioni notturne, frenetiche trasmissioni di file via skype e slalom tra le tonnellate di spoiler che si annidavano ovunque, sono finalmente riuscito a mettermi in pari con Lost. Nel corso della visione delle 26 puntate trasmesse finora ho attraversato più o meno tutte le tipologie di reazione, dall’ossessione maniaca alla sfiducia più nera verso una possibile risoluzione sensata della trama, e ho raggiunto ora una bizzarra posizione di equilibrio. Da un lato la fine della prima serie e l’inizio della seconda mi hanno un po’ deluso, e dubito che gli sceneggiatori riusciranno a salvare sia la capra del costante alto livello di tensione che i cavoli della plausibilità e della coerenza; in questo si veda la radicale bocciatura del Guardian segnalata ieri da Wittgenstein. Dall’altro lato, però, è sufficiente dare un’occhiata agli inside-joke del sito della Oceanic Airlines o di quello dei Driveshaft, a post come questo (attenzione, spoiler!) o a deliri interpretativi come la Genetic Mirror Theory (che però puzza enormemente di presa in giro) per accendere una curiosità irrazionale difficilmente eguagliabile. Non resta che aspettare e vedere. Sperando che Lost non si perda.
Wanted dead or alive
Esatto, quello qua sopra sono io. L’identikit è frutto di un paio di deliranti ore di lavoro nel weekend con Ultimate Flash Face, una delle web-app più potenti e versatili in cui mi sia mai imbattuto. Non so bene come ci sia riuscito, ma la somiglianza raggiunta (giudicate voi) è assolutamente inquietante.
[attenzione, questo link rischia di farvi perdere il resto della giornata. non mi ritengo responsabile, eh]
Poi dice che sono gingilli che non servono a niente
E la storia di quello che grazie a Google Maps ha scoperto per caso un nuovo sito archeologico vicino a casa sua (a Sorbolo, in provincia di Parma)?
Mica solo il sorriso è un’enigma
Questa Monna Lisa qua sotto ha qualcosa di strano…ma di cosa è fatta?
[Cliccaci sopra per capirlo -forse]
[Ulteriori spiegazioni qui]
I semafori italiani non si adattano
I semafori pedonali americani, invece, si prestano assai a diventare vittime dei Thundercut (un articolo su di loro qui), coppia di artisti newyorkesi che usano ‘remixare’ le segnaletiche luminose applicandogli sopra una sorta di adesivi che le trasformano in qualcosa di diverso (ma non le coprono). Il cartello qui sotto è dalle parti del CBGB, per dire.