Sogni dela vita: fare un disco metal
Rob Crow è un pazzo. Nel 2004, con la sua band principale (i Pinback) ha pubblicato più o meno sotto silenzio un disco assolutamente clamoroso, che dopo aver entusiasmato il sottoscritto (che ne ha scritto qui e l’ha messo al secondo posto tra i dischi di quell’anno) e pochi altri è scivolato molto rapidamente nel dimenticatoio generale a causa della poca promozione (o dei pochi m-blogs?). Summer in Abaddon è una vera e propria pietra angolare degli ultimi anni, un oggetto musicale non identificato che si muove tra pop, indie e math-rock con una sensibilità prodigiosa e un fascino alieno tuttora ineguagliato.
Pinback – Fortress (.mp3)
Pinback – Non photo-blue (rapidshare .mp3)
Pinback – Fortress video (.mov)
Pinback – AFK video (.mov)
Da sempre avvezzo a suonare in tremila progetti, Crow ha pubblicato qualche mese fa un disco chimato Bagged and boarded con la sua nuova band dall’agghiacciante nome Goblin Cock. A un primo ascolto molto distratto ho notato che stavolta il nostro aveva deciso di battere territori più heavy del solito, ma non ci ho neanche fatto troppo caso. Quando, però, ho visto la copertina del disco (che rappresenta il suddetto Goblin, e non solo lui) con i caratteri gotici d’ordinanza, una foto promozionale (con la band interamente incappucciata) e letto i titoli dei pezzi (cose tipo Kegrah the Dragon killer o The revenge of Snufalufagus) per un attimo ho dubitato che il nostro avesse definitivamente perso ogni barlume di sanità e si fosse convertito al metal più becero.
Un ascolto più attento, la visione del video e l’attenzione ai tanti dettagli assolutamente parossistici (uno su tutti: il nome adottato da Crow all’interno de progetto è nientemeno che Lord Phallus) però ha chiarito ogni dubbio, e l’intento sfacciatamente ironico del progetto (chi non ha mai sognato di calarsi nei clichè più spudorati del metal, per una volta nella vita?) si è fatto evidente. Crow ha preso qualche amico, un’abbondante quantità di birra e la collezione di dischi di un 15enne di una decina di anni fa e ha finalmente realizzato il suo minacciosissimo progetto heavy-metal. Peraltro, alla fin fine, il disco non è neanche così male: i momenti migliori ricordano i Tool (che da queste parti, nonostante l’età e i gusti che cambiano, rimangono una delle band preferite di sempre), e anche il resto, depurato dagli ovvi riff rocciosi e sabbathiani, mantiene un’ispirazione niente affatto comune. Certo, come disco metal in realtà non è poi granchè. Meno male.
Goblin Cock – Stumped (.mp3)
Goblin Cock – Striped tiger snaps (rapidshare .mp3)
Goblin Cock – Stumped video (.mpg)