suoni

lunedì, 30 04 2007

Plastic toys

Non so voi, ma solo all’idea che un paio di giorni fa a Coachella i riuniti Jesus and Mary Chain abbiano suonato il loro capolavoro Just like honey con i backing vocals di Scarlett Johansonn, protagonista della scena finale di Lost in translation che ha «rimasterizzato emotivamente» (cit.) la canzone, un po’ mi sono commosso. Online per il momento si trovano solo brutte foto, che mostrano impietosamente la mise piuttosto discutibile di Miss Johansonn, e un brutto video (mentre va meglio con la serata precedente, che vedeva ai cori Annie hardy dei Giant Drag), ma la cosa non mi dispiace poi granchè. Un evento del genere è sicuramente meglio immaginarselo.


The Jesus and Mary Chain –
Just like honey (MP3)

 

giovedì, 26 04 2007

4 singoli per i ponti che non faremo

Ascoltare i nuovi singoli per lo più in pessimi rip estratti da streaming in bassa qualità non è esattamente il massimo, ma senza neanche accorgerci ci siamo abituati anche a questo, e dove non arriva il bitrate compensano orecchie e cervello immaginandosi da soli le frequenze e le tonalità che mancano. E’ pessimo, lo so; andatelo a dire a Murdoch e a chi sceglie la sua piattaforma per le proprie anteprime. Detto ciò, 4 singoli nuovissimi e succosi (ok, solo3; uno è un lato B), per passare indenni i ponti che non faremo.

Pareri a caldo? Sparate nei commenti.

 


The White Stripes –
Icky Thump (XFM radio rip)(MP3)

Zeppppppeelin…

[non vorrei essere uno di quei poveracci che devono fargli il marketing, di un singolo così]

Franz Ferdinand – All my friends (LCD Soundsystem cover – myspace rip) (MP3)

Apprezziamo lo sforzo, ma l’originale (da queste parti in pesantissima heavy rotation da MESI) è di ben altra caratura.

[ne ha fatto una versione pure John Cale, oh my. E’ giò un classico]

Shout out louds – Tonight I have to leave it (MP3)

Abbandonata dalla Capitol che non è riuscita a trasformare il suo splendido esordio nel successo commerciale auspicato, la band svedese si accasa presso Merge (Bud Fox in Svezia), si fa produrre da Bjorn di Peter, Bjorn e John ed esce con il nuovo Our Ill Wills; più tranquillo e meno urgente del precedente, con pochi anthem e più cantautorato tra indie-pop e folk, dopo qualche ascolto sembra il tipo di disco che ha bisogno di un po’ di tempo per farsi apprezzare, bel singolo pop (con archi quasi sanremesi) a parte.

[ne riparleremo]

Architecture in Helsinki – Heart it races (myspace rip) (MP3)

Let’s do the limbo?

[non esattamente Do the whirwind, ma funziona assai; quanto ci vorrà prima che la usino per la pubblicità del Doblò?]

 

lunedì, 23 04 2007

Mini marketing musicale

Come già sapete, uno degli effetti collaterali dell’avere un blog «musicale» abbastanza letto è la ricezione di un certo numero di mail da parte di gruppi o etichette in cerca di un po’ di visibilità, che chiedono se mi interessa ricevere il loro disco e, qualora mi piaccia, parlarne su queste pagine. A mail del genere non sempre rispondo (dipende da quello che c’è scritto nella mail, dal momento in cui la leggo, dal periodo, da come mi gira…se Dio vuole il blog non è un lavoro, e se non rispondo non si offende nessuno), e ancora meno spesso i dischi che ricevo mi colpiscono abbastanza da scriverne. Oltre all’aspetto quisitamente musicale, però, conta anche -e non poco- il modo in cui la band si presenta e gli strumenti che usa per suscitare la curiosità di chi è afflitto da attention deficiency disorder e non ha mai tempo di fare nulla di diverso dal lamentarsi perchè non ha mai abbastanza tempo.
A tal proposito si veda l’ottimo post di Mini marketing (già segnalato da Polaroid) con la Guida in dieci punti al rapporto con i blogger, per uffici stampa 1.0, che ammonisce dall’utilizzo di strategie vecchio stile nella promozione di eventi e prodotti (ve la ricordate, la storia della major?) quando si ha a che fare con intelocutori squisitamente amatoriali (e decisamente egocentrici) come i blogger. Personalmente, è abbastanza raro che una mail promozionale (soprattutto se di argomento musicale) riesca ad attirare la mia attenzione. Anche se a volte succede.

Un buon esempio sono i fiorentini Deadburger, usciti qualche giorno fa per Goodfellas con il loro quarto disco C’è ancora vita su Marte, che mi hanno scritto qualche tempo fa chiedendomi se potevano mandarmi il loro disco. Incuriosito soprattutto dagli ospiti (tra gli altri Jacopo Andreini, Enrico Gabrielli, Paolo Benvegnù), ho detto di sì, e mi sono visto recapitare a casa il disco con tanto di voluminoso plico con comunicato stampa, testi e presentazione dettagliata di canzoni, ospiti, riferimenti culturali. Così ho scoperto che la voce alla fine di Come ho fatto a finire in questo deserto è dell’artista Fluxus Ben Vautier, che Istruzioni per l’uso della signora Richmond è una poesia di Nanni Balestrini, che I veri uomini stanno a Chieti si riferisce al pittoresco ex-sindaco della città abruzzese Nicola Cucullo e che Deposito 423 racconta del lavoro di rappresentante farmaceutico del cantante della band. Il disco è un lungo viaggio psichedelico spesso acido e altrettanto spesso etereo; non esattamente il mio genere, anche se in più passaggi non è privo di un certo fascino. Per quanto mi riguarda, però, sono state esattamente le note a margine (e l’approfondimento che inducono) a fare la differenza.


Deadburger –
Deposito 423 (MP3)

Squisitamente virale è invece la strategia adottata dai triestini Trabant e dalla neonata etichetta R!SVP Records che li ha appena messi sotto contratto: una (bella) cartolina cartacea con tanto di quiz, che indirizza a una pagina web da cui scaricare alcuni mp3 che anticipano il disco. Ed è un bel sentire: punk-funk abbondantemente dopato di synth, non esattamente originale ma ottimamente fatto e con un tiro che molte blasonate next big thing estere si sognano. Il disco è in uscita in autunno, con una produzione aggressiva e se il livello si mantiene su quanto sentito, sospetto che ne avremo da ballare. E, a quel punto, chissà quale strategia promozionale si inventeranno? 


Trabant –
Waste of time (MP3)

venerdì, 20 04 2007

Get Black! E’ gradito l’abito scuro

Dopo il carbonaro e delirante episodio zero della scorsa settimana, questa sera prende il via ufficialmente Get Black!, il primo show radiofonico di intrattenimento cromatico che andrà in onda tutti i venerdì sera alle 21 sulle fraquenze di Radio Città Fujiko. Get Black! nasce dalle ceneri di Airbag, la trasmissione che ho condotto per quasi 4 anni insieme al socio AndreaNP (che quando gli gira aggiorna ancora l’omonimo blog); ad affiancarmi ci sono la valletta letterata Francesca e il man in black Fabio, con la partecipazione straordinaria di Max, noto anche come voce e penna degli Offlaga Disco Pax. Dal nero di seppia al noir, dal dark al Black & Decker, da Frank Black ai Buchi Neri, un’ora e mezza di eclettiche (al meglio) o farneticanti (al peggio) variazioni sul tema che non mancheranno di allietare i vostri venerdì sera.
Alle 21 sui 103.1 MHz in FM a Bologna e dintorni, oppure in streaming nel resto del mondo.
[a breve sito web, blog, archivi audio e corredo in pizzo]

martedì, 17 04 2007

That it’s not enough to be in love

Sì, lo so che di Suzanne Vega non fe ne frega nulla. Ma da queste parti si aspettava un disco dal 2001, anno d’uscita dell’ultimo (passabile ma con alcuni momenti notevolissimi) Songs in red and gray, e ora che il nuovo Beauty & Crime è imminente (esce a inizio Giugno), la curiosità è tanta. E solo in parte alleviata da Frank & Ava, il singolo che anticipa il disco, che come da tradizione (per i primi singoli estratti dagli ultimi dischi) è un pezzo pop insipido che di solito poco o nulla ha a che fare col resto dell’album. Stiviamo il riferimento colto (il pezzo parla della love story tra Frank Sinatra e Ava Gardner), un paio di belle immagini nel testo, e aspettiamo il resto del disco tenendo le dita incrociate.

Suzanne Vega – Frank & Ava (MP3)

 

giovedì, 12 04 2007

Se il buon giorno si vede dal mattino

Troppo matematici per essere punk-funk, troppo pop per essere emo, implacabili come un treno ma anche intrecciati e precisi da far paura: i Foals da Oxford sono giovanissimi ma per quanto mi riguarda hanno già firmato uno dei singoli dell’anno. Hummer è un pezzato che sorpassa da destra Rapture, Battles, Arctic Monkeys, Hot Hot Heat e Klaxons, e che segue a breve distanza l’eccellente 12" di esordio (un live, mica cazzi), anch’esso uscito su Transgressive. Se il buon giorno si vede dal mattino, qua c’è da fregarsi le mani.


Foals –
Hummer (MP3)

 

mercoledì, 04 04 2007

They were bad times before they even were good times

Sembra passata una vita, ma erano solo tre anni fa. Era una primavera di pensieri e nullafacenza, di sveglie tardi, pomeriggi a ciondolare in giro per la città e serate la cui unica preoccupazione era quella che finissero il più tardi possibile. Nonostante allora non me ne rendessi conto, era un periodo unico nella mia vita; in quei giorni, il disco che girava fisso nel lettore era quello dei Modest Mouse
Per un eterno pessimista come me, Good news for people who love bad news era una sorta di messaggio evangelico, la perfetta colonna sonora all’incoscienza data dall’impenetrabilità del futuro e dal sottile masochsmo dei periodi buoni in cui ti rendi conto che i «good times» ti stanno uccidendo, e ti lanci in picchiata verso l’abisso con la tenace, folle, convinzione che «it will all float on ok».

Ora -non c’è neanche bisogno di dirlo- tutto è cambiato. E due settimane fa la band di Issaquah è tornata, dando alle stampe un seguito al suo capolavoro (We were dead before the ship even sank, che ha peraltro esordito al primo posto della classifica dei dischi americana; non che la cosa conti granchè, in realtà), che fin dal titolo è animato da uno spirito ben diverso rispetto al suo predecessore. Dove là c’erano buone notizie pronte a cambiare la vita di chi non voleva neanche ascoltarle, qua c’è un naufragio assai poco metaforico che infierisce su un equipaggio già di suo passato a miglior vita. Nel disco i Modest Mouse riescono nell’impresa impossibile di far andare d’accordo indie-rock e hit parade, e di coniugare una cupa allegria dei naufragi che odora lontano miglia di nichilismo e certi anthem che già riempono le piste dei locali e le heavy rotation delle radio.

Ai primi ascolti avevo liquidato il disco come «carino» ma -per definizione- non all’altezza del suo predecessore; ora, però, non ne sono più tanto sicuro. Più ascolto il pop sporcato di funky di Dashboard e We’ve got everything, le ballate filosofiche Missed the boat e People as places as people o il clamoroso folk infiammabile degli 8 minuti e mezzo di Spitting Venom più cambio idea. Un disco magistrale interamente costruito intorno alla voce di Isaac Brock, talmente monumentale, rauca e polimorfa da far passare in secondo piano persino le chitarre rotondissime di Johnny Marr, i numerosi, fondamentali, contrappunti vocali di James Mercer degli Shins, la produzione mai così nitida e una sezione ritmica quadrata sempre sull’orlo della schizofrenia. Ma soprattutto We were dead before the ship even sank è capace degli stessi straordinari squarci di lucità che mi hanno fatto amare così tanto Good News:

Everyone’s unhappy, everyone’s ashamed
Well we all just got caught lookin at somebody else’s page
Nothing ever went, quite exactly as we planned
Our ideas held no water, but we used them like a dam

(Modest Mouse – Missed the boat)

Zeitgeist in quattro versi, e tutti a casa: Brock centra un discorso straordinariamente rivelatorio dei tempi che sto (stiamo) vivendo, in cui le cose non vanno mai secondi i piani (gli stessi piani di All my friends degli LCD Soundsystem, quelli che, dopo essere stati faticosamente messi in atto, si cerca disperatamente di abbandonare), e le idee, diga o carena che siano, non riescono a prevenire il naufragio.

While we’re on the subject, could we change the subject now?
I was knocking on your ears, don’t worry, you were always out
Lookin toward the future, we were begging for the past
Well we know we had the good things, but those never seem to last
Oh please, just last.

(Modest Mouse – Missed the boat)

Update – E’ confermato: i Modest Mouse saranno all’Estragon di Bologna lunedì 4 Giugno per il RockER Festival.

Modest Mouse – Missed the boat (MP3)

Modest Mouse – Spitting Venom (MP3)

 

martedì, 03 04 2007

Eddie Argos lo sa

«River deep, mountain high»
These are lyrics that will never apply
‘Cause I don’t lie awake at night
Thinking of river depth or mountain height

(Art Brut – Post soothing out)

Gli Art Brut stanno per tornare: il loro secondo disco It’s a bit complicated uscirà a Giugno per Mute, e da quanto si sente in giro si preannucia all’altezza del precedente. Speriamo solo che la data unica già annunciata per il Transilvania (sic) sia presto seguita da un’altra data più vicina, meglio se sull’imprescindibile spiaggia dell’Hana-bi come due anni fa.
Intanto due assaggi:

Art Brut – Post soothing out (MP3)
Art Brut – Pump up the volume (MP3)

 

venerdì, 30 03 2007

Hello? Is this thing on?

Se sopravvivo alla giornata di oggi, alla pioggia, al lavoro e al mal di gola, alle troppe poche ore di sonno, alle madeleine causate da certi pollini e ai database recovery, alle cravatte macchiate, alla pioggia (l’ho già detto?) e alla mancanza di tempo, stasera ci si vede all’Estragon per il live dei !!! e, a seguire, al Covo per l’aftershow party, in cui il sottoscritto (e Marina) metteranno un po’ di dischi, dando sicuramente una sonora lezione ai punti esclamativi che probabilmente saranno gli ospiti a sorpresa (beh, in realtà non tanto a sorpresa) dell’altra pista.
Comunque vada, sarà un successo.

!!! – Myth Takes (Acouth Take) (MP3)
!!! – Bend over Beethoven (Original Nashville Jam) (MP3)

 

mercoledì, 28 03 2007

Oggi schematico

_C’è chi ha l’asma, chi ha le emorroidi, e chi l’iku iku byo (via)

_C’è in giro il nuovo singolo degli Hot Hot Heat. E’ un po’ deboluccio (ancora più delle ultime cose, sì) o sembra solo a me?

Hot Hot Heat – Give up (MP3)

_Chi lo dice che per farci alzare la mattina la sveglia deve per forza produrre un suono? Wake and bacon segue un’altra strada; io la voglio con il caffè.

_Come suppongo molti altri, la settimana scorsa ho ricevuto una mail con misterioso mittente ‘Viral’ che parla di un omicidio a Roma e linka due video sul web. Non ero andato oltre una distratta guardata al primo che non mi aveva incuriosito granchè, mentre l’altra sera Francesco mi ha fatto notare che i protagonisti del secondo video sono nientemeno che Elio e Califano. Non so perchè, ma mi è venuta l’idea che potrebbe centrare con Nero bifalimiare. Voi come la vedete?

_A ciascuno le sue perversioni: extreme sand sculpting championship explosions in reverse.

_Tagged è pessimo (vedi qui)

_A ciascuno le sue perversioni /2: Vintage toy robot head gallery.

_A suo tempo vi era piaciuta molto la segnalazione di Zoomquilt. Ora c’è l’ancor più psichedelico Zoomquilt 2 (che a sua volta mi è stato segnalato giorni fa da Andrea). Rende meglio se non siete sobri.

_Del concerto delle Long Blondes di lunedì sera al Covo non ho molto da dirvi: dal vivo sono impeccabili, anche se forse un po’ troppo uguali ai dischi. La patina eccessivamente fashion dell’evento (raramente visto un pubblico più frangettato, sembrava di essere a Milano) e le doti da consumata starlet di Kate Jackson (che, straordinaria avvenenza a parte, fa parte di una tipologia di donna che non mi sta molto simpatica) hanno finito però per rendermi il concerto un po’ indigesto. Bravi, comunque. Vediamo se durano.

The Long Blondes – Once and never again (acoustic BBC6 session) (MP3)
The Long Blondes – Weekend without makeup (acoustic BBC6 session) (MP3)

_Meditate, gente, meditate: How I’d hack your weak passwords. Scontato, ma non banale.

_Pane per Mondo Oltro: Things you didn’t want to know about Thora Birch.

 

lunedì, 26 03 2007

Music MILFs with bad record covers

La copertina di American Doll Posse, il nuovo disco di Tori Amos in uscita tra un mese, in cui la nostra beniamina declina la sua passione per il travestimento con un gusto paragonabile a quello di Dario Argento, non ha bisogno di commenti. Le speranze che non sia l’ennesimo capitolo di una inesorabile decadenza sono poche, ma il primo singolo Big Wheel (un honky tonk sostenuto in cui Tori ripete il verso illuminato «I am an M.I.L.F. don’t you forget!») getta un’inattesa luce di speranza. Stiamo un po’ a vedere.


Tori Amos –
Big Wheel (MP3)

Una decina di giorni dopo Tori Amos sarà la volta di Bjork, nel senso che anche lei esce col nuovo disco, e che questo si chiama appunto Volta.  Quella qua sopra probabilmente non sarà la copertina ma solo un’immagine interna del booklet. E meno male; le fiamme photoshoppate che creano la scritta «Volta» sono un dettaglio di rara bruttezza. Del disco si sanno un sacco di cose e la curiosità è tanta, soprattutto perchè il nome di Timbaland in cabina di regia fa ben sperare per un ritorno verso il pop intelligente dopo quell’obrobrio inutile e pretenzioso di Medúlla.
Anche qui stiamo a vedere, e nel mentre intratteniamoci con il file audio (qui sotto) e video (qui) che immortala Bjork una decina di giorni fa al club Baron di Parigi mentre improvvisa insieme all’amico Mattias Mimoun una cover che viene direttamente dalla gloriosa dance tamarra dei gloriosi anni ’90:

Bjork – No limits (2 Unlimited cover – live) (MP3)

 

giovedì, 22 03 2007

La piccola agenda primaverile dei concerti

L’annata finora è stata un po’ smorta, è vero, ma adesso da queste parti inizia una primavera che a memoria d’uomo ha davvero pochi eguali. Urge qualche appunto per non perdersi niente.

Si comincia questo weekend con i Ladytron al Covo (venerdì 23), gustoso antipasto per uno di quei giorni in cui ci vorrebbe davvero la trilocazione: per sabato 24 come fare a scegliere tra l’affollata line-up del Motron festival di Modena (qualche nome? My awesome mixtape, Cats on fire, Mixtapes and cellmates, Tender forever, i Belle & Sebastian in versione DJ set), la prima data bolognese di sempre della next big thing italiana a Murato (i Canadians, che hanno recentemente firmato per Ghost Records; di supporto gli incendiari Les Fauves) e il party per il compleanno del beneamato Rumore Magazine al Covo (con Ant e Thousand Millions, poi Arturo a mettere i dischi)?

Non ci sono invece dubbi per lunedì 26, quando al Covo ci sarà l’unica data italiana gli attesissimi Long Blondes da Sheffield (su cui mi sono già dilungato qui) nè per venerdì 30, quando all’Estragon sarà la volta dei !!!, autori del brillante Myth Takes e una delle migliori live band che ci siano in circolazione (a seguire aftershow party al Covo, con il sottoscritto a mettere un po’ dischi).

Da Aprile, poi, ce n’è per tutti i gusti: tra Covo (venerdì 6 Aprile i Ronin, martedì 24 Aprile i Deerhoof, sabato 28 Aprile i Paperchase, martedì 8 Maggio Erase Errata, venerdì 11 Maggio Futureheads, giovedì 17 Maggio Lo-fi-fnk), Murato @ Villa Serena (venerdì 6 Aprile Mi and l’au, sabato 12 Aprile SJ Esau + Bob Corn, venerdì 20 Aprile Amandine) ed Estragon (sabato 28 Aprile Client, lunedì 30 Aprile The Pipettes, mercoledì 2 Maggio The Horrors, venerdì 4 Maggio Perturbazione, lunedì 7 Maggio Cat Power -se Dio vuole stavolta con la band-, sabato 12 Maggio Bloc Party, sabato 19 Maggio Giardini di Mirò + Piano Magic) c’è di che tenersi impegnati.

E c’è di che scaldarsi in previsione dei festival estivi: scippato alla Romagna un Heineken Jammin Festival in grado di schierare solo i nomi dela nostra adolescenza (quest’anno c’è la doppietta Pearl JamSmashing Pumpkins) ci consoliamo ben volentieri con rassegne più a misura d’uomo come il RockER e Ferrara sotto le stelle. Ancora per entrambi il cast è in via di definizione, ma ci sono buoni motivi per essere ottimisti.

Il RockER (con base -in larga parte o del tutto, non mi è chiaro- all’Estragon) sta tirando fuori una line-up degna anche di certi blasonati festival stranieri; confermati Sparklehorse + Fennesz giovedì 24 Maggio, i Low sabato 26 Maggio, gli Slint e gli Explosions in the sky lunedì 28 Maggio, Sondre Lerche Domenica 3 Giugno, i Built to spill Martedì 5 Giugno, e si mormorano anche certi altri nomi indicibili per i quali si tengono le dita strettamente incrociate.

Di Ferrara sotto le stelle si sanno ancora solo due nomi, ma sono di quelli col botto: Arcade Fire Mercoledì 11 Luglio (unica data italiana) e Arctic Monkeys Sabato 14 Luglio. Ma a quel punto sarà Estate, e sarà la volta degli imperdibili concerti sulla spiaggia dell’Hana-bi e di quelli nei chiostri e nelle piazze di Julive. Ma per pensare a quelli mi sa che c’è tempo. Anche se, visto che fuori fa ancora un freddo cane, cominciare a pensarci da adesso non è poi così male.
[Mi sono perso qualcosa? I commenti sono per voi]

mercoledì, 21 03 2007

Sto per vomitare

Per rifarsi le orecchie:

Modest Mouse – Float on (MP3)

Modest Mouse – Float on (live early alternative version) (MP3)

 

martedì, 20 03 2007

Sound of silver, sound of gold

Sul palco non c’è neanche un laptop. Ci sono 4 synth, una batteria, vari set di percussioni, almeno 15 cowbell, un pianoforte con una mirrorball sopra, ma niente laptop. Al pianoforte, a fine concerto, si siede Nancy Whang, per quella New York, I love you but you’re bringing me down che vede James Murphy intonare note da crooner consumato e concludere tra serio e faceto, tra ballad e parodia, un concerto tanto impeccabile da essere strabiliante.

Chissà qual è la formula vincente che ha reso gli LCD Soundsystem, su disco (il fenomenale Sound of Silver, uscito la settimana scorsa su DFA ma che gira in rete ormai da mesi – se ne parlava già a inizio Dicembre) come dal vivo (venerdì scorso a Bruxelles; saranno a Milano dopodomani) la migliore band che ci sia in giro al momento, o qualcosa del genere.

Dev’essere merito della sua autoironia meta-musicale, che virgoletta il palco, storpia i testi e sembra divertirsi ancora più della platea gremitissima che stipa ogni angolo dell’Ancienne Belgique; e dove è meglio vedere una band che si prende tanto in giro se non nel paese più autoironico del mondo, in cui il piatto nazionale è cozze e patatite fritte e il monumento principale è la statua di un bambino che fa pipì, che ogni giorno cambia vestito in base alla ricorrenza, come il logo di Google?

In realtà, autoironia e coscienza meta-musicale a parte, la vera arma di Murphy e della sua band è la versatilità quasi inverosimile con cui porta la folla dall’headbanging forsennato di Movement al funky-stomp di Time to get away, dal kraut-rave di Tribulations allo slego chitarristico della cover dei Joy Division No love lost (alla chitarra c’è Al Doyle degli Hot Chip). Potendosi permettere di sparare quasi a inizio concerto i piccoli grandi anthem Daft punk is playing at my house e North american scum senza neanche bisogno di farli sudare ai fan, e senza neanche disdegnare pezzi meno immediati ma di assoluto valore come Someone great (che parla di perdita e ha un testo splendido, chi l’avrebbe detto).

Ma è la capacità della band di costruire inusitati crescendo che non esplodono mai a fare davvero la differenza. Dal cantilenante puzzle di Get innocuous in cui la normalizzazione notturna diventa quasi esplicita risposta agli anni di Losing my edge fino all’apocalisse grassa di Yeah che non ha bisogno di parole per radere al suolo l’Ancienne Belgique, è nella continua e matematica sovrapposizione di livelli che Murphy rivela tutta la sua maestria. Come già nel disco, la punta di diamante è All my friends, la Born Slippy del nostro decennio, che parte da un giro di piano che sembra venire direttamente dagli anni ’90 degli Orbital (e che invece è suonato dal vivo da uno pseudo-roadie sosia di Murphy -il fratello?) per diventare il dolceamaro anthem della maturità fatto in egual misura di esaltazione e rimpianti, di serenità duramente guadagnata e insoddisfazione costitutiva con cui non si verrà mai a patti.

E’ nel suo sound spacey, nella metafora del viaggio e tra le righe del suo splendido testo che emerge tutta la grandezza di Murphy, una rockstar già trentasettenne un po’ troppo in carne per essere davvero vendibile e un po’ troppo intelligente per non confermarsi come une delle poche personalità artistiche di questi anni che resteranno davvero nel tempo. 
Più che argento, questo è oro.

 

[Clicca per ingradire – grazie a Sara per le foto]

 

LCD Soundsystem – All my friends (MP3)

 

mercoledì, 14 03 2007

Kalla mig Jens*

Dei Vapnet, deliziosa band svedese che canta nell’idioma di Nina Persson e Bjorn Borg e suona un pop rotondissimo e decisamente nerd mi sono innamorato a suo tempo grazie all’anthem estivo Kalla mig, allora segnalato più volte da quelli della Svezia. Della recente collaborazione della band con Jens Lekman (che a fine Primavera uscirà con un nuovo EP e a fine Estate -finalmente- con un nuovo album) sono invece venuto a sapere nientemeno che da Pitchfork, che si accoda sempre di più ai nostri blogger rivelandosi ennesimo sostenitore della vera e propria swedish invasion che sta conquistando gli States nell’ultimo paio d’anni. Pop di prima qualità, va da sè.


Vapnet & Jens Lekman –
Håll ihop (MP3)

Vapnet – Kalla mig (MP3)

[* ha senso!]

giovedì, 08 03 2007

Tortellini e canottiere

Un enorme grazie a Checco che, attraverso la segnalazione del sempre beneamato Spettro della Bolognesità, mi ha condotto fino al myspace di Dario de Roma (DDR) alias Dario Dariotti. Qui il misterioso personaggio dell’underground bolognese fa il verso alla celebre invettiva Roma Addio (nota anche col titolo di Me ne andavo da Roma) del maestro assoluto Remo Remotti declinandola alla bolognese, in modo splendido e assolutamente cialtrone. Un’operazione discutibile e raffazzonata ma non priva di riferimenti brillanti, che certamente piacerebbe a Remotti.
[dedicata ad Andrea NP]

Dario de Roma (Dario Dariotti) – Bolognademerda (MP3)

Remo Remotti – Roma addio (MP3)

 

mercoledì, 07 03 2007

Lisa, e basta.

Da queste parti sono anni che ci si augura la futura uscita di un disco solista firmato da Lisa Hannigan, splendida (in più di un senso) voce che accompagna quasi da sempre Damien Rice e cui è dovuta una parte non trascurabile del suo successo. Non so se siamo già a quel punto, ma grazie a Stereogum (e su reiterazione di Junkiepop, che ha altri mp3) sono incappato in un live solista della meravigliosa vocalist irlandese (che potete vedere in streaming realvideo qui e potete ascoltare cliccando qua sotto) che lascia ben sperare. E’ davvero bellissimo. L’ho già detto?


Lisa Hannigan –
Courting blues (Nick Drake cover, live @ RTE 2007) (MP3)

Lisa Hannigan – Splishy splashy (live @ RTE 2007) (MP3)

Lisa Hannigan – Teeth (live @ RTE 2007) (MP3)

Lisa Hannigan – Blurry (live @ RTE 2007) (MP3)

 

venerdì, 02 03 2007

Feccia e Airbag

Stasera puntata speciale di Airbag, che per l’occasione si fonde con la trasmissione che lo segue, Feccia e Gusto, per due ore e mezza di completo delirio a 4 voci. Il sottoscritto e il socio Andrea NP porteranno in dote le classifiche, Johnny Feccia e Charlie Gusto le cover (alla cui fenomenologia è dedicata la loro trasmissione), e un po’ tutti una congrua quantità di birre, per una penultima (eh?) puntata da ricordare. A seguire tutti al Covo per i Junior Boys, a cui lascio il compito (insieme ai Klaxons che rifanno Justin Timberlake, che non c’entra nulla ma certamente stasera in radio non mancheranno) di fare da colonna sonora al post.

Feccia e Airbag, stasera dalle 21 alle 23.30 sui 103.1 MHz in FM di Radio Città Fujiko a Bologna e dintorni, e per tutti gli altri in streaming da qui.

Stars – Sleep tonight (Junior Boys remix) (MP3)
Junior Boys – When no one cares (Frank Sinatra cover) (MP3)
Klaxons – My Love (Justin Timberlake live cover) (MP3)

 

giovedì, 01 03 2007

A cappella is the new indie

Immaginando un ipotetico continuum che va dal very nerd del brufoloso secchione adolescenziale al very cool delle nicchie di eletti che si fanno ammirare per l’esclusività dei loro passatempi, dove si colloca esattamente la musica indie? E i cori di cantori che intonano madrigali a cappella e li portano in giro per chiese e conservatòri dove si collocano? E, infine, dove i cori a cappella che a gregoriani, corali e mottetti preferiscono più o meno eccitanti pezzi di pop indipendente?
Non sarebbe difficile vederci un trend: dai vari cori di adolescenti imberbi delle high school e dei college americani che ridefiniscono in maniera radicale il concetto di nerdness arrivando a vette precedentemente pressochè inarrivabili (e al cui confronto il club di matematica e fisica o il sabato pomeriggio passato a giocare ai giochi di ruolo si rivelano come passatempi quasi cool) ai raffazzonati coretti degli Indie Blockedappella, che sul loro sito hanno messo le loro cover a cappella di decine di pezzi presi di peso dalle nostre playlist, registrate a casa in due con decine di sovraincisioni.
Devo ammettere di essere particolarmente affascinato da questo tipo di operazioni, forse perchè restituiscono alla musica che mi piace la dimensione di cazzeggio che, di solito, me ne ha fatto innamorare, privandola di ogni patina di vendibilità in favore di un po’ di ammirazione, un commento sarcastico e una sana risata. Non sarà che prima o poi diventerà cool pure questo? 


Popchoir Berlin –
Mongoloid (Devo) (MP3)

The Cheshire Chord CompanyI predict a riot (Kaiser Chief) (MP3)


Indie Blockedappella –
Wrapped up in Books (Belle & Sebastian) (MP3)

Indie Blockedappella – Come on! Feel the Illinoise! (Sufjan Stevens) (MP3)

Indie Blockedappella – Rebellion (Lies) (Arcade fire) (MP3)

Indie Blockedappella – Be gentle with me (The Boy least likely to) (MP3)

The Achordants – Such Great Heights (Postal Service) (youTube video)

UMD Treblemakers – Such Great Heights (Postal Service) (youTube video)

The Carleton Singing Knights – The district sleeps alone tonight (Postal Service) (youTube video)

The Carleton Singing Knights – Chicago (Sufjan Stevens) (youTube video)

The Carleton Singing Knights – Harder, Better, Faster, Stronger (Daft Punk) (youTube video)

Update:

Nuove segnalazioni (alcune addirittura dagli USA…questo post è stato linkato da diversi blog americani):

The Pacific Mozart Ensemble – Come on! Feel the Illinoise! (Sufjan Stevens) (MP3) (thanks Eric)

The Pennyloafers – Gold Lion (Yeah Yeah Yeahs) (youTube video) (thanks Julia)

Juxta – Regulate (Warren G) (youTube video)

 

mercoledì, 28 02 2007

Lov, senza ‘e’ ma anche con

Mentre dopo una serie di dischi uno migliore dell’altro la sua band (i Devics) è in pausa e mentre il suo socio Dustin O’Halloran riscuote la giusta attenzione per i suoi dischi solisti di sonate di pianoforte alla Satie (inserite anche nella colonna sonora di Marie Antoinette), la meravigliosa Sara Lov non sta con le mani in mano. Come annuncia sul suo sito, la chanteuse californiano-ravennate sta lavorando al suo primo disco solista, che da quanto sentito finora non si discosta troppo dalle torch songs della sua band principale, arrangiate in maniera ancora più essenziale del solito. Una meraviglia, come al solito.


Sara Lov –
Touched (MP3)

 

martedì, 27 02 2007

Teaching the indie-geeks how to dance

Se frequentate blog e webzine il nome vi sarà probabilmente già noto; il che non è un buon motivo per farmi desistere dall’unirmi al coro pressochè unanime di apprezzamenti, e tessere le lodi dei «Bologna geek dancers» My awesome mixtape. Era da tempo che non mi imbattevo in una band italica così valida e interessante che, sebbene giovanissima, promette di regalare non poche soddisfazioni agli appassionati di indie-pop elettronico. I riferimenti più vicini sono l’indie-hop di Why?, le cantilene paranoiche dei migliori El guapo, il pop ballabile dei Postal Service o quello sghembo di certi gruppi della K Recs, centrifugati in maniera imprevedibile e assemblati con sensibilità e personalità da vendere.

Convincenti soprattutto negli episodi più movimentati (The painter & the anthropologist l’ho già provata al Covo, e la pista ha risposto niente male), ma anche le cose più cupe ed intimiste (come Amiga, ode al leggendario computer di casa Commodore e, in qualche modo, a Prince of Persia) non sono niente male.
I  My awesome Mixtape suonano stasera al Sesto Senso di Via Petroni, tra un paio di settimane a Villa Serena per Murato e, poco dopo, all’ottimo Motron festival di Modena di cui parlava anche ieri Enzo. A breve poi è in uscita un EP per Kirsten’s Postcard e, a seguire, un LP per My Honey records; il resto sarà gloria. Ma ne riparleremo, eccome se ne riparleremo…

 

My Awesome Mixtape – The painter and the anthropologist (MP3)

My Awesome Mixtape – Amiga (MP3)

My Awesome Mixtape – The giant squid (MP3)

 

giovedì, 22 02 2007

Giorni senza voce

Certo che a volte la vita è strana. A voi capita mai che, nonostante siano già tra le vostre mani diverse tra le uscite discografiche che attendete di più della stagione (e nonostante siate ancora nella fase in cui dovete capire se sono delle delusioni o delle conferme e, in quest’ultimo caso, quanto davvero vi piacciano), vi ritroviate con il lettore monopolizzato da dischi piccoli piccoli, outsider di classe, che spuntati fuori dal nulla si conquistano il tempo che da cartellone spetterebbe agli altri (e il tempo, al momento, da queste parti è merce molto rara) fino quasi a scalzarli via? A me sta succedendo con tre dischi indipendenti, italiani e strumentali, che in virtù delle loro personalità forti ma impalpabili colorano le mie serate e si conquistano un posto di rilievo tra i miei dischi favoriti della stagione.

C’è Egle Sommacal, ex chitarrista dei leggendari Massimo Volume e dei sottovalutatissimi Ulan Bator, giunto al suo primo disco solista Legno, appena pubblicato da Unhip Records. Otto composizioni per sola chitarra acustica, senza voce o altri strumenti, che invece di avere la vita corta che ti aspetteresti conquistano sfumature ad ogno corda pizzicata, cambio di tempo e passaggio di fingerpicking.

C’è Alessandro ‘Asso’ Stefana, più giovane ma non meno apprezzato chitarrista, che si è preso una pausa dalle sue collaborazioni (Vinicio Capossela e Marco Parente, tra gli altri) per sfornare Poste e telegrafi, un disco solista sfocato e stralunato, a volte un tantino troppo etereo ma a volte folgorante. Menzione speciale per gli ospiti di grido (Marc Ribot!) e il packaging con tanto di timbro in ceralacca.

E infine ci sono i Ronin del samurai solitario Bruno Dorella (Ovo, Bachi da Pietra, nonchè storico batterista dei fenomenali Wolfango), il cui secondo disco Lemming, già osannatissimo dalla critica, è probabilmente anche migliore del precedente, e mischia al solito suggestioni balcaniche, Morricone, Badalamenti e anarchia in parti uguali.
E così anche loro rimangono fissi sul lettore, e non se ne vanno più.


Egle Sommacal –
Cancellato (MP3)

Alessandro Stefana – Whales Cemetery (MP3)

Ronin – I pescatori non sono tornati (MP3)

 

martedì, 20 02 2007

Nine Inch Smoke

Forse sono troppo vecchio per queste cose, oppure solo sospettoso: sta di fatto che appena ho sentito della caccia al tesoro virtuale messa in piedi per promuovere Year Zero, nuovo imminente disco dei Nine Inch Nails, la prima cosa che ho pensato è che solo di rado tanto fumo nasconde un vero arrosto. Tutto è cominciato con un paio di mosse che, c’è da ammetterlo, sono da antologia: una chiavetta USB contenente un mp3 e l’indirizzo di un sito web trovata nel bagno di uno dei locali dove si è svolta una delle recenti date del tour europeo dei NiN, e la t-shirt del tour che, attraverso alcune lettere evidenziate, punta a un altro sito web.
Da qui si è scatenata la caccia, che ha fatto cadere in pieno i fan di mezzo mondo nella campagna promozionale virale che descrive il mondo distopico dipinto in Year Zero (un concept album, pare). Frammenti mp3 inquietanti e misteriosi, numeri nascosti che puntano a segreterie telefoniche con anteprime del disco, suoni che spettrografati nascondono immagini nebulose, passaggi di libri con riferimenti occulti, codici da decrittare, link nascosti che si rimandano a catena e così via. L’armamentario è più o meno lo stesso della Lost Experience, il gioco virale multi-media che ha accompagnato la seconda stagione di Lost, e non fosse che un disco è un prodotto decisamente diverso da una serie tv designata quasi esclusivamente per tirare scemi i suoi fan, si sarebbe anche portati ad ammirarne le strategie (se avete voglia, qua c’è un riassunto del punto a cui è arrivata la caccia). Poi però si ascolta il primo singolo Survivalism, con la sua base so 90’s e il suo synth so industrial, e il dubbio che il fumo abbia più sostanza dell’arrosto si fa decisamente verosimile.
La campagna è un successo (questo post ne è un’ulteriore conferma), e per chi ha tempo e voglia di starci dietro è abbastanza divertente. Il disco, però, non credo lo ascolterò.


Nine Inch Nails –
Survivalsim (MP3)

 

lunedì, 19 02 2007

Bang bang (bacini e) rock’n’roll

La differenza che passa tra il Bang bang rock’n’roll degli Art Brut e i «Bacini e rock’n’roll» dei Tre Allegri Ragazzi Morti è la stessa che c’è tra le loro due versioni di My Little Brother e tra l’accento cockney di Eddie Argos e quel «contròl» con l’accento sulla seconda o pronunciato da Tofolo.

Confronta:

Art Brut – My little brother (MP3)

Tre Allegri ragazzi morti – Mio fratellino ha scoperto il rock’n’roll (MP3)

 

mercoledì, 14 02 2007

Attenzio’ Perturbazio’

Quest’anno San Valentino è una festa un po’ meno inutile del solito. Con la scusa di invocare un improbabile «San Valentino Santo Subito!», i Perturbazione, già portabandiera dell’indie-pop italico da poco accasati presso la EMI, approfittano della festa per regalare ai loro fans un’anticipazione del nuovo disco, Pianissimo fortissimo, in uscita il 13 Aprile. Per tutto il giorno (dalle 00.01 alle 23.59) sarà infatti possibile scaricare dal sito della band l’MP3 del nuovo singolo un mese prima della sua uscita ufficiale; Un anno in più è una ballata arpeggiata piuttosto classica, che probabilmente non gareggia in bellezza coi pezzi vecchi della band torinese ma che forse gli darà finalmente un po’ della visibilità mediatica che si merita. 
Una nota di merito va inoltre a questa iniziativa. Un’operazione che, anticipata da un fulmineo tam tam su blog, forum, myspace, mailing list e persino da un breve trailer casereccio diffuso su Youtube, per una volta pone lo stivale sullo stesso livello del resto del mondo discografico civilizzato, dove analoghe strategie promozionali virali sono all’ordine del giorno; mi si dice che dietro non ci siano casa discografica o management ma il gruppo stesso. Bravi.

Perturbazione – Un anno in più (MP3)