Se giocassimo e basta
Voi non lo sapete.
Sto parlando di 11,3 cm di tacco sul viale.
Aspetto inkiostro.
Mi dice dieci meno un po’.
Dieci Meno Un Po’, nella mia ottica di Esemplare Di Femmina Etero Che Ha Appena Comperato Undici Virgola Tre Centimetri Di Tacco, ecco, sul viale, vuol dire sostanzialmente Puntualità.
Puntualità sti cazzi.
“Scusami. Dovevo aggiornare il blog”
“Ma che cazzo dici. Il tuo blog ormai lo scrivo io”
Appunto.
Undici Virgola Tre Centimetri.
Sul palco, a poco più di undici virgola tre centimetri, ci sono Loro.
La ragazza del merchandaising di altri venti concerti mi fa Ah Ma Tu Sei Quella Che.
Poi mi guarda dietro. Dietro di me non ho code, oggi, provo a dirle. Mi fa uno sguardo deluso. E dire che è anche Halloween, sembra suggerirmi. Ma avevo promesso a inkiostro, quello del blog, insomma gli avevo promesso che avrei scritto due parole sugli Amari senza nominare la parola “bimbo”.
Quindi:
“Mio figlio” non c’era. Era Halloween, sì. Ma lui non c’era perché secondo me me lo pestavano, stavolta.
“Mio figlio” mi stava aspettando a casa, con la sveglia in mano, ti sembra questa l’ora in cui tornare, mamma.
Guarda Tato, hanno riarrangiato il campo minato, poi c’erano i new order sotto conoscere gente suprema, ma niente spade laser colorate al neon. Solo un gran sbarluccicare intorno al Batterista Enrico.
Fanculo mamma. La prossima volta mi ci riporti.
E se ne va a letto.
Posso dire “mio figlio”, vero inkiostro?
“Sono almeno dieci concerti che il giro di basso è quello di Blue Monday”
Bene.
Una volta andai con inkiostro, sempre lui quello del blog, a vedere gli Xiu Xiu. “Ma a un certo punto lei canta, no?” continuo a convincermi sottovoce nel chiostro tetro, mentre intorno a me gente a caso soffre tantissimo, compreso il tizio degli Xiu Xiu.
A un certo punto lo chiedo anche a inkiostro: Alla prossima lei canta, gli dico, ecco, adesso, sì, lei, dico.
Avevo scambiato un concerto degli Xiu Xiu con gli Yeah Yeah Yeahs.
Sono secoli che il giro di basso è il giro di basso dei New Order. Bum-bum-bururburuburu-bum. L’avete capito, no?
L’avrebbe capito anche “mio figlio”. Se solo l’avessi ri-portato.
Non capisco solo una cosa. Il nome Amari, beninteso, è splendido, con tutto quel carico chilometrico di polisemia che si porta dietro. Ma le cose amare non piacciono ai bambini. Questo non capisco. Il concetto di amarezza è estraneo ai bimbi (si comincia intorno ai quattordici, direi), e i più grandi consumatori di Lucano o Averna sono non i veterinari come ci vorrebbero far credere, ma gente che ha mangiato e sofferto troppo. Cioè, sia detto per inciso, secondo me al tizio degli Xiu Xiu, che ricordiamolo non è uno Yeah Yeah Yeahs, un Montenegro davvero gli farebbe digerire un fracco di cosucce.
Eppure gli Amari piacciono un fracco ai mocciosi. Troppo facile dire che Loro stessi sono bambini che come tutti i bambini si divertono un casino a fare cose da grandi.
E secondo me già non è più così vero. Cioè, secondo me Loro sono davvero adulti. Io credo che gli Amari siano adulti e la prossima volta che incontro Dariella gli voglio dare del lei, cazzo. Un ragazzetto non accetterebbe mai di parlare con la voce e la mente di una femmina. (Arpeggiinlove, per chi ha bisogno di baricchianesimi). Nel nuovo disco dicono un fracco di parole, e una di queste parole che dicono tantissimo è odio/odiare.
I bambini, quando fanno queste cose le fanno per bene, non odiano mai. Si arrabbiano. O al massimo si sbraccianooooo.
Ci siamo. È un attimo che adesso parto con la tesina in scienze di sticazzi: il superamento del nichilismo nietzsciano, un’analisi sottointegrata di Scimmie d’amore, e sì, d’accordo, come dice “mio figlio”, in questo disco gli Amari si incazzano tantissimo con qualsiasi cosa. Con le gite fuori porta, con le femmine, con le femmine raffreddate, con le femmine gnagne, con le femmine stupide, con le femmine che reclamano sguardi. Poi vogliono giocare a nascondino come non hanno mai fatto (da bambini), cristo, capite. Questa è una palese nonché inevitabile ammissione del tempo che gli si è solcato addosso, cazzo. Altrochè spade laser. Barbe bianche finte, la prossima volta.
E diamogli tutti del lei, cazzo.
Mio figlio 30 anni che non ci vediamo è l’unica che non la canta. Secondo me non la vuole imparare apposta, perché non vorrà mai arrivare a doverla cantare. Ma ha solo sette anni. Ne scorre di acqua, sotto alla braga. Lui si sbraccia, e si annoia, e quando si annoia, me lo dice.
Ma non è mai amaro. E non odia niente. Io, invece, odio tantissime cose.
È fico. Essere bambino, dico.
Bambino. Non bimbo. Ho promesso a inkiostro di non scrivere la parola bimbo.
Già.
Get Black – Mamma non dire merda #5 + Amari – Campo minato (MP3)
Amari – Le gite fuori porta – video (link > MySpaceTv)
Amari – Mariottide @ Le gite fuori porta – footage (link > YouTube)