Ehi tu, giovane lettore che ogni tanto capiti su questo blog e saltuariamente ascolti un po’ della musica di cui spesso si parla su queste pagine.
[No, non sto parlando a te, giovane collega m-blogger che mi leggi sul tuo feed reader o che sei arrivato qui dalla Hype Machine, e neanche di te, giovane musicista / giornalista / DJ / webzinaro / forumista / scenester che di musica ne sai a tronchi più del sottoscritto -non è difficile- ma ogni tanto vieni qui a storcere un po’ il naso perchè, lo sappiamo tutti, i blog rappresentano la degenerazione dei costumi musicali del nuovo millennio ma non si può fare a meno di leggerli una volta ogni tanto, sti bastardi]
Mi rivolgo a te, giovane lettore che apprezzi un po’ della musica proveniente da quel calderone informe spesso etichettato come «indie» ma che te ne freghi di ogni fottuta nuova band svedese o trio di adolescenti inglesi o cantautore folk del Nebraska o band post-punk di Williamsburg, Brooklyn che per un paio di settimane si contende con i suoi simili il titolo di miglior disco del secolo e poi scompare ingloriosamente nell’anonimato da cui era venuto, e tutti stiamo bene ugualmente.
Caro lettore, c’è la possibilità che tu, pur apprezzando, che ne so, i Franz Ferdinand, Beirut o gli Arcade Fire, e pur amando fare due salti il Venerdì sera al Covo, al Plastic o all’Annex, magari non abbia mai sentito nominare i Neutral Milk Hotel. Innanzi tutto non ti preoccupare, non è grave, e c’è sempre tempo per rimediare; anch’io li ho scoperti molto tardi, eppure sono qui a parlarvene come se nel 1998 fossi stato davanti al Disco d’oro pronto ad acquistare la prima copia arrivata dagli States del loro capolavoro assoluto In the aeroplane over the sea.
Perchè, caro lettore, l’occasione per parlarti di loro mi viene esattamente dal decennale dell’uscita del disco, che cade appunto tra qualche giorno; nella remota ma possibile eventualità che tu non li abbia mai sentiti nominare, ciò non può che spingermi, con tutta l’insistenza di cui sono capace, a consigliarti di procurarti il prima possibile e senza dubbio alcuno questo clamoroso disco. Già gli organi indie-hipster Stereogum e Pitchfork gli stanno tributando i dovuti onori, e non c’è occasione migliore di un anniversario per recuperare un bel classico e innamorarsene perdutamente come, in questo caso, è quasi inevitabile succeda.
Quando è uscito, In the aeroplane over the sea era avanti anni luce, o forse indietro di decenni, o più probabilmente di lato e sta tuttora in un’altra dimensione a cui i dischi normali non si sognano nemmeno di poter accedere. La sua ruvida, semplice, bellezza, urgente come il suono delle corde della chitarra strapazzata e della voce a squarciagola di Jeff Mangum, sontuosa come gli arrangiamenti della banda di ottoni che fa capolino qua e là, e visionaria come i testi che parlano di ragazzini con due teste, di figlie comuniste, del re dei fiori di carota e di Anna Frank, è talmente accecante che a 10 anni dalla sua uscita non ha perso un raggio della sua luce.
Caro lettore, se non conoscevi questo disco, procuratelo, e ne sarai contento. Se invece lo conoscevi già, tiralo giù dallo scaffale, e brinda con me.
Neutral Milk Hotel – In the aeroplane over the sea (MP3)
Neutral Milk Hotel – Two-headed boy (MP3)