suoni

lunedì, 25 08 2008

Vanilla Strawberry Knickerbocker Glory

Sono sempre identici a se stessi, quindi se li adoravamo prima li adoriamo anche adesso. Sono Fujiya e Miyagi, il finto duo (ora, con l’aggiunta di un batteria, sono addirittura diventati un quartetto) finto giapponese (sono inglesi) elettro-kraut-funk di cui questo blog ha parlato spesso nella sua fase 1.0 (qui, poi qui). Il loro nuovo video è talmente bello e la canzone talmente impossibile da non canticchiare, che mi sento in dovere di postarli entrambi per libermene almeno per un po’. Anzi no, eccola che torna..

 

[Fujiya e Miyagi saranno in Italia a ottobre: il 9 al Rocket di Milano, il 10 al Covo di Bologna, l’11 al Circolo degli Artisti di Roma]

 

Fujiya e Miyagi – Knickerbocker (MP3)

 

giovedì, 21 08 2008

Musica per un’estate poco estiva /2

[continua da qui]

 

 

E così l’Estate è ormai finita -ammesso che sia mai davvero iniziata- e da queste parti sul piatto continuano a girare dischi niente affatto spensierati e balneari, come succedeva già a Luglio. Quest’anno è andata così, e vista la qualità dei dischi in realtà non è andata affatto male. Per la musica spensierata aspetto ossimoricamente l’Autunno, oppure i vostri consigli. Voi tenete a mente questi, e non ve ne pentirete.

 

 

Volpi senza tempo

A qualcuno ricordano il sound senza tempo dei Midlake, ad altri il folk americano elegante dei My morning Jacket, a qualcuno anche gli Animal Collective o gli Hidden Cameras, per la vena psichedelica e l’abbondante uso di cori; c’è chi ci sente un sacco di cose anni ’60 un po’ desuete (tipo i Byrds, gli Eagles o Crosby, Stills e Nash) e chi i recenti indie-heroes Band of Horses, loro concittadini e compagni di etichetta. Quando gli ascoltatori non riescono a mettersi d’accordo su quali siano le tue vere influenze, e quando il mondo musicale comincia a incensarti (9.0 su Pitchfork, Disco del mese su Mojo) anche se la tua band è interamente composta di giovani barbuti che indossano camicie di flanella, e il tuo disco d’esordio ha in copertina non una foto cool ma un dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio, allora vuol dire che sta succedendo qualcosa di grosso. E infatti i Fleet Foxes sono qualcosa di grosso.

 

Le vie dell’hype sono strane e impredicibili, si sa. Ma la band capitanata da Robin Peckold non concede davvero niente alle mode ed ha attirato tanta attenzione su di sè solo ed esclusivamente grazie alle sue capacità. Canzoni splendide e senza tempo (la mia preferita, come sa chi ha ascoltato la fine della stagione di Get Black è il singolo White Winter Hymnal, una nenia che ti si incolla alle orecchie e che sembra qualche remoto classico dei Beach Boys cantato da un coro di monaci gregoriani), arrangiamenti antichissimi eppure modernissimi, e dei live -pare- straordinari (saranno in Italia il 15 Novembre, per una data unica a Milano).
Ma, soprattutto, la tranquillità e la classe di chi non deve dimostrare niente a nessuno, perchè è come se fosse sempre stato qui.

 

Fleet Foxes – White Winter Hymnal (MP3)

Fleet Foxes – Ragged wood (MP3)

 

 

Come on feel the Alberta Advantage

Pare che l’Alberta, sterminata regione rurale canadese, da noi nota più o meno solo per la sua rilevanza all’interno di Risiko, stia vivendo un periodo di boom economico. Le autorià della regione (che ha più o meno lo stesso numero di abitanti dell’area urbana di Milano, anche se è circa 600 volte più grande) hanno persino messo in piedi una campagna promozionale, coniando  la formula «Alberta Advantage», che simboleggia le vaste potenzialità che ha davanti a sè chi decide di vivere in questa regione.

Ad essa -non si capisce quanto seriamente- si ispirano i The Rural Alberta Advantage, trio di Toronto (che invece è in Ontario) che ha da poco pubblicato autoprodotto il suo eccellente disco d’esordio Hometowns.
Voce accorata, arrangiamenti che spaziano dalle chitarre acustiche all’elettronica e una batteria ritmata, ossessiva e originalissima, per un pop alla Neutral Milk Hotel di qualità eccezionale e sempre molto ispirato. E’ incredibile che siano ancora senza un’etichetta, e che finora siano sfuggiti quasi a tutti gli indie-talent-scout sempre in cerca della next big thing (da noi invece c’è chi li aveva già notati: Subliminal Pop e Giuseppe); evidentemente non hanno mai sentito parlare del boom dell’Alberta.
Scommetto che la cosa non durerà a lungo, e che presto otterrano l’attenzione che si meritano. E’ il boom, baby.

 

The Rural Alberta Advantage – Don’t haunt this place (MP3)

The Rural Alberta Advantage – The Deadroads (MP3)

 

lunedì, 18 08 2008

Cronaca di un concerto di mezza estate

Settimana scorsa ero al concerto di Iron and Wine all’Hana-Bi. Concerto che ho visto ma non ho visto,  in realtà, perchè stando seduto al bancone mi era piuttosto difficoltoso guardare in faccia i componenti del gruppo, sovrastato come ero da file e file di gente in piedi, in gran parte effettivamente interessati al concerto e in parte attirati dal fatto che l’Hana-Bi fosse, apparentemente, l’unico posto aperto. Lasciare la sponda del bancone avrebbe però reso difficoltoso procacciarsi le caipirinhe necessarie a godere appieno dell’evento, mettendosi in sintonia coi membri del gruppo che di certo non avevano lesinato sui beveraggi spiritosi durante la giornata. E in fondo bastano le orecchie per godersi un concerto, a meno che non si tratti dei Kiss.
Dello scontro fra estimatori di Iron and Wine e gente ignara dell’esistenza del medesimo darò conto citando a mò di esempio uno stralcio del dialogo svolto dal sottoscritto e da un ragazzo marocchino capitato lì per caso, attirato dalla massa di gente presente in loco e speranzoso di passare una serata da sballo:

– Lui: sono qui da due settimane, tutte le sere fuori, discoteca, ballare. Ma stasera negli altri bagni non c’è niente?
– Io: non so, sono stato tutto il giorno qui.
– Lui: quello che ho visto io è tutto chiuso. Non c’è nient’altro.
(1 minuto in silenzio)
– Lui: ma a te piace questa musica?
– Io: si.
– Lui: ma sul serio?
– Io: si.
– Lui: per me è buona per dormire…

In ogni caso, al di là dell’opinione dei non interessati, il concerto è stato notevole. Buona parte del fascino è arrivata come sempre dalla splendida location, e dall’atmosfera che puntutale si crea ogni volta che si è al bagno 72. Il buon Sam Beam avrebbe potuto riparmiarsi un paio di mojitos durante il pomeriggio, dato che non dava l’aria di essere proprio sobrissimo, e nei pezzi più veloci arrancava un tantino. Ma sono inezie, chi c’era sa che è stata una bella esperienza. Come spesso mi capita, ho ri-scoperto un pezzo che avevo sottovalutato, con conseguente voglia di riascoltarlo appena giunto a casa. Peccato che la versione live di "Sodom, South Georgia" dia parecchi giri a quella che c’è su disco. Quindi, cerca che ti cerca, sono riuscito a recuperare una versione un po’ più recente del pezzo, che vi posto qui sotto.

Iron and Wine – Sodom, South Georgia (live @ KCRW)

Ma non finisce qui. Per quelli di voi che non rinunciano alla malinconia neanche a metà agosto, per quelli che agostoèilmesepiùfreddodellanno nonchè estateeeseicaldacomeibacichehoperdutoooo, ho preparato il Pasqualone-Fuori-StagioneTM di Iron and Wine. Come il mitologico oggetto ricordo dell’infanzia di alcuni di noi, esso è un uovo di plastica che contiene sorprese varie ed eventuali,. Pensa, o giovine! Lo apri e non sai quello che ti capita, come la scatola di cioccolatini di quella stordita della mamma di Forrest Gump.
Io qualche indizio ve lo voglio dare, comunque: altri 4 pezzi tratti dal live di cui sopra, e un po’ di chicche sparse non presenti sugli album. Non vi svelo altro, altrimenti che pasqualone-fuori-stagione è?

Il Pasqualone-Fuori-Stagione. (occhio, 90 mb circa)

 

Clicca sulle immagini per ingrandirle

 

 (Grazie a Roi per le splendide foto)

giovedì, 14 08 2008

Frequenze Disturbate 2008: due sere di mezza Estate

Ce l’hanno fatto sudare, ma alla fine, tra mille inciampi organizzativi, parecchie leggerezze e imprevisti di ogni genere, ci sono riusciti: Frequenze Disturbate è tornato in vita. Dopo la decima edizione di un paio di anni fa, il festival indie urbinate, per anni la migliore proposta in termini di qualità musicale e bellezza della location tra i festival (non solo estivi e non solo italiani), pareva definitivamente morto. A riesumarlo ci ha pensato un’entusiasta (e incosciente) associazione locale insieme a Live in Italy, che in tempi strettissimi sono riusciti a mettere in piedi un buon cast, e a porre le basi per un nuovo corso che, speriamo, riporterà il festival all’altezza delle migliori edizioni precedenti.

 

Come previsto debole (anche in termini di pubblico) la prima serata, aperta dalla gorgeggiante My Brightest Diamond in un noiosissimo set voce e chitarra; di tutt’altro tenore invece il set di St. Vincent, che ha abbandonato gli arrangiamenti barocchi del disco per proporre un set solitario intensissimo pieno di pezzacci blues e ballad che hanno inchiodato (e fatto innamorare) buona parte della platea. A seguire Cristina Donà e la sua band in una sorta di best of della carriera della cantautrice milanese (onesto e piacevole nei suoi molti ripescaggi, ma un po’ fuori luogo e alla lunga un po’ noioso). La serata è stata chiusa dal set acustico dei Le man avec les lunettes, al cui ottimo indie-pop dolceamaro ha fatto da cornice la spettacolare location dell’esedra del Teatro Sanzio (esattamente sotto la facciata del Palazzo Ducale con i suoi celebri Torricini), fornendo una chiusura di serata perfetta.

 

Decisamente più affollata la seconda serata, piena di nostalgici attirati dalla unica data nel centro Italia della reunion dei Massimo Volume e di devoti degli Okkervil River nella loro unica data estiva (ma torneranno in Italia in autunno). Da dimenticare il set dei Radio Dept. (breve, freddo e inutile), come al solito curioso e poco più il set notturno di Musica da cucina, mentre indimenticabile il live dei Massimo Volume, in forma come forse non lo sono stati mai, con un set eccezionale fatto di brani equamente distribuiti nella loro carriera e suonati con tutto il cuore e l’anima che gli sono propri. Un gruppo ancora enorme; peccato per le voci che danno questa reunion estiva come puramente episodica. A seguire gli Okkervil River hanno fatto il loro, con Will Sheff sguaiato, ubriaco e disperato come d’uopo; una band sempre eccellente, peccato perchè dopo i Massimo Volume non ce n’era più per nessuno.

 

Organizzazione soddisfatta, e fan con la pancia piena di crescia sfogliata e le orecchie che ancora risuonano delle belle versioni di Marry Me, Stagioni e For Real; direi che per il momento non si può chiedere di più.
Aspettiamo la nuova edizione, e speriamo che con più tempo a disposizione tra Comune e organizzatori i problemi di questa (il programma definitivo confermato a soli 3 giorni dall’inizio del festival, un sito e una grafica di rara bruttezza, l’abbonamento per i due giorni non disponibile alla cassa, tanto che c’è chi il secondo giorno è entrato con il biglietto del primo giorno con sopra un timbro e chi con una ricevuta di carta (!), l’assenza di un punto ristoro degno di questo nome all’interno, l’assenza di un aftershow party) vengano risolti. Perchè la storia del festival dalle sette vite non si ferma qui.

 

 

 

[Per concludere qualche foto. Un enorme grazie a Roi Rouager, sul suo set di Flickr ce ne sono molte altre]

 

 
 
 
 

Clicca sulle immagini per ingrandirle

 

giovedì, 07 08 2008

Lost in the post

[inevitabilmente faceto, ma non particolarmente balneare]

 

 

_Se scrivi un post per punti vuol dire che non hai idee. O tempo. O che hai un po’ di link che ti avanzano, ma nessuna voglia di dedicare ad ognuno un post (neanche su InkLog) o un twit. Come ai vecchi tempi, dai.

 

 

_Facce di gomma. Prendete il viso di Madonna e quello di Cher: a parte le ovvie differenze di età, non potrebbero essere più diversi. Infatti la prima ha una New New Face, la seconda una Old New Face, come ho scoperto da About Face, il reportage molto istruttivo dal mondo della chirurgia estetica facciale del New York Magazine. Anche se -come a me- della cosa vi frega poco, è una lettura consigliata.

 

 

_My Urban Mixtape. Urban Outfitters, la catena di negozi di vestiti americana di cui il sottoscritto è più o meno l’esatto target (una cosa molto fastidiosa, fidatevi) compone e regala LSTN #1, un indie-mixtape liberamente scaricabile (ZIPpone qui). Qualche nome? Black Kids, Architecture in Helsinki, Brendan Canning, War on Drugs, The Dodos, Notwist, Lykke Li, Los Campesinos. Buon ascolto.

 

 

_Funziona, e senza neanche siti hard. Giochino: andate qui, e il sistema indovinerà il vostro sesso analizzando la history del vostro browser. Con me ci ha preso su due computer su due; mi hanno di sicuro fregato tutti i sit da nerd che frequento abitualmente. (via)

 

 

_Pronti per i Darwin Awards. C’è quello che salta tra gli scogli in infradito, quello che cammina sul ghiaccio sottile, quello che guida suonando la chitarra o quello che alimenta il barbecue con l’aspirapolvere mandato al contrario (sic): è la splendida selezione di foto di The top ten stupidest ideas on Flickr. (via)

 

 

_Se mi disegni ti cancello. Una ne fa e cento me pensa: Michel Gondry ha scritto e disegnato We lost the war but not the battle, un surreale fumetto in cui il protagonista aiuta la Francia a difendersi da «un esercito di sexy e muscolose ragazze comuniste». Non so se avrò il coraggio di comprarlo. Anteprima qui.

 

 

_E’ un tracobbetto! Featuring un ex teen idol, un hobbit e il protagonista di un Oscar come miglior film. (via)

 

 

 

_Annoiati? Un sito per chi non ha proprio niente da fare: Bored

 

 

_Random nonsense indie-pop song of the day. Escono per Secretly Canadian e i loro primi 12" sono in giro da un po’, ma danno il meglio di sè quando il caldo sahariano ti fa svalvolare. E il revival degli Abba cominciato con Hung Up continua…

 

Music go music – Light of love (MP3)

 

 

 

_La prossima volta che vado a New York, voglio andare nel ristorante coreano di Tarantino. A Guide to NYC’s Celebrity-Owned Bars and Restaurants.

 

 

_Viva l’autopropulsione! E per concludere, l’inevitabile gioco: Puzzle Farter, in cui guidate un omino che fluttua stile «sento una forza dentro che neanch’io so come». Mi raccomando, accendete le casse.

 

venerdì, 01 08 2008

Sale sale e non fa male

Spingi Play e ascolta. Poi spingi Play di nuovo. Magia!

E’ una scala Shepard, un’illusione sonora che continua a salire (o scendere) senza però mai cambiare tono. La sentirò per tutti il weekend, mi sa.

[via]

 

giovedì, 31 07 2008

AAAAAAAHHHHHHHHHHHHHPUM!

 

Ieri ho fatto un lavoro molto, molto noioso. Non retribuito. E’ un lavoro che in realtà ho fatto per me, perché mi andava di farlo, ma questo nulla ha tolto all’evidente noia totale del mestiere in questione.

Il tenutario, qui, in un post di qualche giorno fa ha raccontato diffusamente del concerto del signor Thomas Alan Waits. Quello nato, stando a ciò che racconta, sul sedile posteriore di un taxi. Quello col vocione. Quello che quando quelli che non lo conoscono ti chiedono di dirgli qualche canzone famosa non te ne viene in mente neanche una, mannaggia neanche una, che possano aver sentito per caso, alla radio. Eppure tu sai che lui, semplicemente, è il più grande di tutti. Comunque.
 
Comunque c’ero anch’io, al concerto agli Arcimboldi, col tenutario qui. Ero in un’altra fila, per la precisione in prima fila, alleggerito di 150 euro e spicci ma ben contento di essere lì. Posso anche vantarmi, ma per la cronaca devo ancora un terzo del costo del biglietto alla persona che l’ha comprato per me. Non sono pentito, neanche un po’, perché alla fine quest’estate non mi capiterà di fare di meglio. Comunque.
 
Comunque, appena usciti dal concerto e per tutta la giornata seguente, noialtri amici che c’eravamo non si faceva altro che ripetere AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHPUM,
che poi è il versaccio primordiale con cui inizia Lucinda, la canzone con cui ha iniziato tutti i concerti del Glitter and Doom tour. Fa questo versaccio tremendo, e intanto sbatte lo scarpone da carpentiere sul palchetto tondo da cui canta, sollevando una nuvola di polvere fitta. Appena uscito dalla sala ho pensato a due cose: la prima: porca miseria è già finito; la seconda: voglio risentire i pezzi, ma voglio risentirli come li ha fatti stasera. Nei giorni seguenti ho pure cercato qualche bootleg decente, senza trovarne. Finchè.

Finchè un paio di giorni fa ho visto che i tipi della NPR avrebbero messo online in streaming il concerto tenuto da Tom (sapete com’è, ci conosciamo) il 5 luglio al Fox Theater di Atlanta. La scaletta non è identica a quella che ha fatto la nostra sera a Milano, ma tutto sommato ci va vicino. Si sente molto bene, uno si mette lì, se ha due ore e 20 da buttare, e se lo ascolta tutto in fila, senza poter scegliere la canzone, costretto a stare inchiodato al PC. Oppure.
 
Oppure uno può cliccare qui sotto. Perché io ieri ho fatto un lavoro molto, molto noioso. Lungo, forse inutile. E’ probabile che io non sia stato l’unico a farlo, è probabile che altri l’abbiano fatto meglio. In ogni caso ho registrato, tagliato, rinominato, taggato. Magari l’avete già trovato altrove ma, insomma, nel dubbio lo metto qua. E lo faccio solo perché anche voi, anche voi che non c’eravate, possiate dire una, cento, mille volte AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHPUM! 


Tom Waits – Live@Fox Theater, Atlanta 05/07/2008


                                                                                                                                                               (Foto: anomallie)

mercoledì, 30 07 2008

Organizzare concerti è roba da ricchi?

Appassionati di musica vecchi e giovani, professionisti del settore, semplici curiosi o ascoltatori compulsivi: scarichiamo tutti, ed è inutile che lo neghiamo. Qualcuno compra anche i dischi, in realtà: c’è chi -come me- aspetta che il prezzo scenda a livelli ragionevoli e poi approfitta abbondantemente dei negozi online (Play.com su tutti), c’è chi ne compra solo quando sono dei begli oggetti, c’è il feticista delle discografie complete e quello che premia i dischi migliori; però sono pochi, sempre di meno. Gli altri scaricano, ascoltano, e non pagano niente.

 

La strada è senza ritorno, e il download legale non pare poter fermare lo scatenato e selvaggio scambio di file  che da solo muove ormai gran parte del mondo musicale senza generare una lira. Siamo sempre a ripeterci che il modello è cambiato, che l’intera industria musicale deve prendere le misure, che la musica deve essere gratis o quasi perchè nell’epoca della completa replicabilità digitale non ha alcun senso farla pagare (se non in modalità fisica, in forma di CD). Musicisti, promoter e gatekeeper vari devono trovare altrove i soldi per vivere, vendendo le proprie opere a pubblicità e colonne sonore, facendo product placement nei loro video, diventando i testimonial di marchi di moda e -soprattutto- suonando in lungo e in largo dal vivo usando i dischi come trailer per il vero, unico, evento irripetibile: il live. 

 

Che piaccia o meno, questo al momento è lo scenario che va per la maggiore: se vuoi campare di musica (come musicista, manager o discografico) punta sui concerti. Oggi però su La Stampa c’è un interessante articolo di Gabriele Ferraris (La musica è finita, i soldi se ne vanno, trovato grazie a EmmeBi) che fa i conti in tasca al settore dell’organizzazione degli eventi live scoprendo che è in drammatica crisi, e non ci guadagna più quasi nessuno.

 

I biglietti sono cari? Dipende dai punti di vista. Per chi deve comperarli, sì, è evidente. Ma la domanda vera è un’altra: i prezzi potrebbero scendere, come sono scesi quelli dei cd nel tentativo (peraltro vano) di ridare fiato al mercato legale della musica riprodotta? E qui, anche nel folle folle folle mondo del rock’n’roll, è il caso di piantarla con i discorsi da bar, e ragionare sui fatti. Sulle cifre.
Allora, mettetevi comodi, e facciamo due conti. Vi avviso, potrebbe risultarne una lettura angosciante: perché vi ricorderà da vicino i conti che facciamo ogni mese, nel tentativo di capire come potrà bastarci lo stipendio. […] Qui si tenta di spiegare perché l’industria dei concerti viaggi verso la bancarotta; e perché un giovinetto assennato non dovrebbe aspirare a un futuro da musicante. [#]

 

Seguono conti dettagliati (istruttivi anche se non pienamente convincenti; mi piacerebbe che qualcuno del settore ci dicesse se sono davvero realistici), e alla fine l’amara morale: «Ragazzi, se sognate di fare i musicisti rock, o gli organizzatori di concerti rock, toglietevelo dalla testa. A meno che papà non sia ricco. Ma tanto, tanto ricco.»

 

Ora che anche il settore del live è in crisi, la domanda a questo punto è inevitabile: lavorare in campo musicale è -e diventerà sempre di più- solo un bel passatempo per chi lavora altrove o ha già i soldi? Se invece c’è ancora una speranza, in che direzione è?

 

lunedì, 28 07 2008

Stanchissimi di essere sexy

Sembra passato un secolo dall’uscita del loro primo disco, che ci aveva colpito per la scioltezza con cui slalomava tra indie, electro e disco-punk e per la sfacciataggine naif che gli derivava direttamente dalle sue origini brasiliane; sembra passato un secolo dall’entusiasmo che aveva generato la sua proposta disimpegnata ma per nulla banale, piena di melodie killer ma decisamente lontana dal pop da classifica, con una front-woman scatenata e un paio di singoli che ancora riempono il dancefloor; sembra passato un secolo, ma sono solo due anni dall’uscita del disco d’esordio dei Cansei de ser sexy e ora che da una manciata di giorni è nei negozi il nuovo disco Donkey, viene da chiedersi cosa sia andato storto questa volta.

 

Dove di là c’erano synth scalmanati, piccoli anthem ammiccanti e un’originale fusione di spirito punk, suoni quasi DIY e comunicazione pop, qua ci sono pezzi rock che -come leggevo non so più dove- sembrano delle B-sides di qualche female-fronted alternative band degli anni ’90: poca o niente elettronica, zero riferimenti pop, linee di chitarra un po’ banali e suoni che ricordano le L7, le Veruca Sault o le vecchie Breeders. E infatti proprio la band di Kim Deal è omaggiata con una cover all’interno del mediocre primo singolo Rat is dead, con l’immortale alt-hit Cannonball suonata con la verve di una band di adolescenti un po’ imbranati che fanno i primi esperimenti di cover in sala prove.

 

Del disco si salva quasi solo la opener Jager Yoga, che non fa rimpiangere le vecchie CSS grazie alla sua batteria quadrata, alla chitarra tagliente e al tiro di un treno, e che potrebbe ancora fare la sua porca figura in pista. Il resto è moscio e poco ispirato, lontano dalle radici spontanee e casiniste che ce li avevano fatti amare, ma anche dalla qualità di quell’alt-rock anni ’90 che la band brasiliana cerca a tutti i costi di voler emulare. La maledizione del secondo disco colpisce ancora. Ci mettiamo già a sperare nel terzo?

 

Cansei de ser sexy – Jager Yoga (MP3)

Cansei de ser sexy – Cannonball (The Breeders cover) (MP3)

 

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venerdì, 25 07 2008

So hits are for me, uh?

di

La copertina, collegata al titolo Hits Are For Squares, della compilation di pezzi dei Sonic Youth messi assieme per Starbucks da amichetti famosi della band più cool che sia mai esistita mi chiama in causa direttamente perché (al di là delle polemiche sorte in merito all’operazione in sé ritenuta da molti "poco indie", di cui non me ne frega nulla) mi dà apertamente della testa quadra, dello yuppie noioso, rigido e ottuso. Io infatti mi vesto così, mi siedo così, ascolto i Sonic Youth con l’iPod così, mi piace Starbucks così e ho lo sguardo perso nel vuoto così, dopo aver lavorato per il sistema.

 

Sonic Youth – Slow revolution (previously unreleased) (MP3)

 

martedì, 22 07 2008

Due voci

Lo scorso weekend a distanza di 24 ore ho assistito ai concerti di due delle più grandi voci degli ultimi vent’anni; una doppietta così, lo so già, non mi capiterà mai più.

Diversissimi come contesto e atmosfera (da un lato l’affollato concerto gratuito della centralissima, sempre splendida, piazza S. Stefano a Bologna, dall’altro il costosissimo, ordinato e moderno monolite del Teatro degli Arcimboldi di Milano), come pubblico e repertorio, ma accomunati dall’avere dietro il microfono una voce unica in grado di rivoltarti le budella ad ogni singolo sospiro, e di scolpirsi nella memoria come eventi più unici che rari che spazzano via in un sol colpo decine di concertini mediocri. Spero davvero che non ve li siate persi.

 

 

Mike Patton Mondo Cane – 18 Lug, P.zza S. Stefano, Bologna

 

Sapevamo già tutto del nuovo progetto del vulcanico Mike Patton (già Faith no more, Fantomas, Mr. Bungle, Tomahawk, Peeping Tom e via andare), affiancato da un ensemble di musicisti d’eccellenza, da un’orchestra e da un coro, e alle prese con un repertorio di classici e brani minori degli anni ’50 e ’60 italiani (tra gli altri Paoli, Tenco, Buscaglione, Vianello e Modugno). Sulla carta un’idea carina e ruffiana, alla prova dei fatti un’esaltante catarsi sanremese e la celebrazione di un repertorio musicale spesso sottovalutato. Gli arrangiamenti sontuosi ma quasi mai scontati, l’incredibile potenza della voce di Patton (e un’interpretazione impeccabile), il potere evocativo dei pezzi scelti e il contesto nazional-popolare della piazza in una sera d’Estate hanno trasformato il concerto in un evento clamoroso.

E su tutto c’è lui, completo bianco e brillantina, che gigioneggia con la folla e l’orchestra, padrone di un italiano quasi perfetto (eredità dei 10 anni di matrimonio che negli anni ’90 l’anno portato a vivere a Bologna), di un repertorio super-ecumenico che mette insieme gli umarells che si sono portati la sedia da casa e i freakkettoni del DAMS che bevono birra seduti sul gradino dei portici, e della potenza di una voce (e di un’orchestra) francamente incredibili. A quanto pare si è prosciugato buona parte dei fondi dell’Estate bolognese, ma che vi devo dire, ne è davvero valsa la pena.

 

[foto: Misterdeiv]

 

 

Mike Patton Mondo Cane – Il cielo in una stanza (Gino Paoli) (MP3)

Mike Patton Mondo Cane – 20 Km al giorno (Nicola Arigliano) (MP3)

Mike Patton Mondo Cane – Quello che conta (Luigi Tenco) (MP3)

Mike Patton Mondo Cane – Una sigaretta (Fred Buscaglione) (MP3)

 

 

 

Tom Waits – 19 Lug, Teatro degli Arcimboldi, Milano

 

 

Tom Waits non è solo un musicista. Tom Waits è leggenda. Nessun altro musicista dei tempi moderni ha il suo stile e il suo carisma, nessuno possiede la stessa aura mitologica, nessuno ha uno stile così unico e un repertorio così vasto e solido. Quando è uscita la notizia che il cantautore di Pomona sarebbe venuto in Italia (nove anni dopo l’ultima volta; e chissà quanti ne passeranno per la prossima, se ci sarà) , non c’è stata nessuna esitazione: costasse quel che costasse, saremmo andati. E sapevamo che sarebbe costato.

La terza data agli Arcimboldi ha valso i novanta (lievitati a più di cento con la prevendita) euro del biglietto? La domanda è inutile; anzi, è mal posta. Sarebbe meglio chiedere: dopo quante canzoni ti sei pentito di aver ascoltato la tua coscienza (che ti dice che una cifra del genere per un concerto è immorale) e di non aver preso i biglietti per la platea (che si aggiravano sui 150 euro, se non ricordo male)? Quasi subito.

Perchè anche se su molti pezzi ero un po’ arrugginito (non l’ho studiato a sufficienza, lo ammetto), se non ha fatto Tango ‘till they’re sore e Hold on e se un asettico teatro milanese non è la bettola dell’Oklahoma dove vorresti davvero vederlo dal vivo, non riesco davvero a trovare un difetto che sia uno allo show del buon Tom. Allestimento bellissimo, band -chevvelodicoaffà- eccellente (figli compresi), scaletta inevitabilmente incompleta ma impeccabile, interpretazioni enormi, e soprattutto una voce che, se esistesse un ipotetico dizionario sonoro, sarebbe la definizione stessa dell’inferno. Appena ci penso mi vengono i brividi.

 

[foto: MV978]

 

 

Tom Waits – Innocent when you dream (live @ Barcelona, 14/07) (MP3)

Tom Waits – Hoist that rag (live @ Barcelona, 14/07) (MP3)

Tom Waits – God’s away on business (live @ Barcelona, 14/07) (MP3)

 

lunedì, 21 07 2008

DisKoInKiostro Vol.4 – La Fine

DisKoInKiostro finisce qui. Mezzora di schiaffoni quasi mai sotto i 130 bpm, con qualche carezza. Perché schiaffi e carezze si danno con la stessa posizione della mano sulla faccia. Ma quando arriva La Fine? Prendi i Chemical Brothers, che dai per finiti e che invece tirano fuori una sconvolgente decima arma da battaglia elettronica: giro di basso sbatticulo, martellone ritmico, assolone di chitarra balericacida, chitarrine funk e una melodia sulla pazzia di mezzanotte che ti chiedi quando sia stata l’ultima volta che il mondo è stato pazzo a mezzanotte e non era la fine dell’anno. La Fine non finisce con una salita costante e inesorabile di fil’e’ferru su bassi rigonfi come biancheddus e con Anthonyendegionsons che chiama al telefono e dice: “Uè Massimi’ – al telefono Anthony parla con una voce che sembra quella di Pino Daniele – la DFA ed Audion hanno smesso di fare remix che ci piacciono? Perché non fai una clonata delle tue, mentale e finale come il secondo e cavalcante e infinita come i primi?”. Non finisce perché dopo la notte c’è il giorno e dopo il giorno la notte, come dicono i Crookers con Kid Cudi. Finisce con Jaguar, che è La Fine con la F maiuscola che non dovrebbe essere mai usata da chi non è nato a Detroit, ma a La Fine tutto è concesso. Purché finisca ad alto volume.

 

harakiri

DisKoInKiostro Vol.4 – La Fine

(La tracklist si trova qui)

 

giovedì, 17 07 2008

Let me introduce my Paper Planes

L’anno scorso il loro concerto sulla spiaggia dell’Hana-bi aveva segnato un vero e proprio capodanno dell’Estate (leggere il post esaltato e guardare il delirante video del concerto girato da Icepick per credere), per una giornata di mare, gente, coriandoli e indiepop difficile da dimenticare.

Difficile da dimenticare è stato anche il mio primo Maggio, in cui tra le mura del folle Brooklyn Masonic Temple ho incrociato di nuovo la loro truppa fuori di testa (foto qui sotto) e, nonostante sapessi già bene cosa aspettarmi, mi sono fatto conquistare di nuovo come la prima e la seconda volta.

Adesso è finalmente il tempo di parlare del nuovo disco, che si chiamerà Who killed Harry Houdini?, uscirà il 14 Ottobre e ci darà di nuovo modo di canticchiare gli anthem fulminanti dei venti e passa tuonati musicisti svedesi. Gli I’m from Barcelona sono tornati sotto in scena, e a metà Luglio è difficile immaginare una notizia migliore.

 

Eppure una notizia migliore c’è. Gli I’m from Barcelona torneranno nell’amato stabilimento di Marina di Ravenna il 24 Luglio (purtroppo è un giovedì, ma vabbè), per un’altra serata che si annuncia memorabile. Pare che la band abbia fatto carte false per tornare a suonare in Romagna, decurtandosi il cachet e facendo i salti mortali all’interno del tour per inserire la data dell’Hana-bi.

Per prepararci ascoltiamo il nuovo singolo Paper Planes (in MP3 qui sotto), guardando le foto che ho scattato al loro concerto di Brooklyn tra un palloncino, un sing-along e un handclapping.

 
 
 

Clicca sulle immagini per ingrandirle

 

 

I’m from Barcelona – Paper planes (web rip) (MP3)

martedì, 15 07 2008

Black and gold

Mentre, come è cosa buona e giusta, il livello di latitanza del sottoscritto e degli altri autori di questo blog sale con l’aumentare della temperatura e l’inoltrarsi di Luglio (siete vivi?), un saluto veloce e una cover live che vede i Guillemots alle prese col singolone estivo Black and Gold di Sam Sparro, uno tra i pezzi più contagiosi della stagione (a me ricorda un sacco Crazy degli Gnarls Barkley). Il trattamento della band inglese toglie un po’ di svogliatezza soul e aggiunge violini e una spruzzata di pathos. Servire freddo, meglio se nel tardo pomeriggio.

 

Guillemots – Black and Gold (live – Sam Sparro cover) (MP3)

Guillemots – Trains to Brazil (MP3)

 

venerdì, 11 07 2008

E’ Estate, gente

Mentre qua il padrone di casa si spara delle pose ascoltando musica da suicidio mentre fuori l’Estate impazza, le ragazze passeggiano a spalle scoperte e ogni mattina tutto quello che desidero è che arrivi la sera per potermi bere un gin tonic davanti a qualche bar, oggi comincia un nuovo weekend di Luglio e non è il caso di farsi trovare impreparati.
Quest’oggi la soundtrack è cortesemente fornita da sua maestà Dizzee Rascal, uno che di solito è un rapper brutto e cattivo, ma che quando vuole sa piazzare la zampata e trovare la strada verso il grande pop (e la vetta della classifica). Per farlo si è fatto aiutare nientepopòdimenoche da Calvin "Prezzemolo" Harris, l’enfant prodige inglese che fa musica che al liceo avremmo odiato e che invece adesso, carichi di anni e di inutile autoironia come siamo, troviamo irresistibile. Il pezzo che sigla la loro collaborazione è praticamente un pezzo standard di Calvin Harris (sembra Acceptable in the 80’s) con Rascal che ci rappa su, ed è un gran singolaccio. Irresistibile.

 

Dizzee Rascal feat. Calvin Harris – Dance wiv me (MP3)

 

Bonus:
Dizzee Rascal feat. Calvin Harris –
That’s not my name (The Ting Tings cover) (MP3)
(grazie a ink)

 

giovedì, 10 07 2008

Musica per un’estate poco estiva

Sarà stato il Giugno eccezionalmente piovoso che ha castrato sul nascere ogni velleità balneare, e ha ritardato quanto basta l’unica parte davvero piacevole della stagione (quella in cui le speranze di cui l’aria è gravida non sono ancora state definitivamente infrante dalle cose che non succedono).
Oppure dev’essere stata l’afa sahariana che è piombata di colpo sulle città (gente di collina come me non ci si abitua mai), forse meno puntuale del solito ma non certo meno implacabile nel suo toglierti la voglia di vivere fin dal momento esatto in cui ti svegli, madido, nel tuo letto.
Più prosaicamente, forse, è la ruota musicale che gira, e quest’anno l’indiepop spensierato ha mancato l’appuntamento, l’electro sembra stanca e non ha intenzione di tirare fuori un anthem stagionale, la bossa dolceamara invecchia inesorabilmente e manca di linfa e di idee, e pure i tormentoni pop sembrano meno belli che in passato.

 

Quale che sia la causa (in fondo chi se ne importa), la storia è questa: sul mio lettore quest’anno non c’è l’aria di un singolo estivo che sia uno, e da un paio di mesi gli unici dischi che sono in grado di darmi soddisfazione sono un paio di splendidi, lenti e devastanti, inni all’isolamento e alla malinconia.

So che non dovrebbe essere così, eppure -in realtà- non riesco a vedere la cosa come un problema. Ogni tanto ci penso, incuriosito e vagamente dubbioso su quel che potrebbe significare, poi però spingo di nuovo «play», e non ci penso più.

 

 

 

Un covo

Per primo c’è il covo degli A weather, eccezionale quintetto di Portland che esce fuori dal nulla, pubblica il suo esordio per la Team Love di Conor Bright Eyes Oberst e per il sottoscritto mette una seria ipoteca al titolo di rivelazione dell’anno. Cove è un susseguirsi di ballad pressochè perfette, piccoli bozzetti slowcore, atmosfere sospese che pescano dal folk ma anche dal pop più classico, torch songs completamente senza tempo. Le atmosfere e l’intreccio vocale maschile/femminile non possono che far venire in mente ora i Low ora i Devics, band da cui gli A weather paiono però in grado di prendere solo i pregi (l’intensità dei primi, i devastanti pezzi killer dei secondi) ed evitare miracolosamente i difetti (l’algidità che spesso funesta i primi, la melassa in cui ogni tanto affogano i secondi), tenendo un equilibrio magistrale praticamente miracoloso. Non sono il solo a dirlo: un esordio enorme.

 

A weather – Oh my Stars (MP3)

A weather – Pinky Toe (MP3)

 

 

 

Per Emma, una vita fa

Di Justin Vernon probabilmente sapete già tutto, tanto il suo progetto Bon Iver è stato un piccolo grande caso nella musica indipendente americana degli ultimi 12 mesi. Sapete già tutto della genesi di For Emma, forever ago (registrato in una casa in Wisconsin durante un inverno lungo e nevoso, e dedicato, come dice il titolo, a una ex ragazza di molti anni prima), del suo folk scarnificato e ricostruito sul nulla (con un falsetto quasi soul, armonie vocali d’altri tempi e testi bucolici inevitabilmente metaforici), del gioco di parole nello pseudonimo del suo autore (storpiatura di «Bon Hiver», «Buon Inverno» in francese), della bravura live della band (il concert à emporter registrato per la Blogotheque, ad esempio, è una vera meraviglia, con una versione a cappella della title-track francamente incredibile) e del suo tour infinito che non toccherà l’Italia. E visto che sapete già tutto, sapete anche che questo è il momento di ascoltarlo di nuovo. Dedicandolo, come sempre, a tutte le Emma di una vita fa. E alle estati che sembrano inverni.

 

Bon Iver – Flume  (MP3)

Bon Iver – Lump Sum (MP3)

 

martedì, 08 07 2008

La Gigantesca Scritta DisKoInKiostro Vol.3

Minimale. Psichedelico. Valzer. Tre. Conga. Dazed. Vasco. And Confused.
Mixato. Pop. Non Mixato. I-Dose. I Say Yeah. Beso profundo.
Funky. Invisibile. Cannibale. Eco-mostri. Mont-martre. Acqua. Freak-CCCP.
Gigantesca. Scritta. DisKoInKiostro

La gigantesca scritta DisKoInKiostro

La Gigantesca Scritta DisKoInKiostro Vol.3
(la tracklist si trova qui)
ps: La gigantesca scritta non è opera mia
pps: Ad alto volume, funziona meglio, soprattutto questa volta

lunedì, 07 07 2008

Random Monday madness

Un buon modo per passare qualche minuto in questo ennesimo principio di settimana che non finirà mai: Misheard Lyrics, il trend di youTube che porta i musicofili annoiati in giro per il mondo a creare piccoli montaggi video che illustrano i testi volutamente fraintesi di alcuni grandi pezzi del pop e del rock.
Imperdibile il classico dei biascicamenti Yellow Ledbetter dei Pearl Jam (da confrontare con quest’altra versione), ma notevoli anche Toxic di Britney Spears e Smells like teen spirit dei Nirvana.

Potato wave a tutti.

 

venerdì, 04 07 2008

Music is the drug

Ieri sera ho provato per voi la musica della droga. Ne avete sentito parlare dappertutto in questi giorni: I-Doser è il software che attraverso il principio delle binaural beat brainwaves produce stati di alterazione psichica attraverso l’uso di onde a frequenza compresa tra i 7 e i 30 Hz. Giova fare chiarezza su alcuni aspetti perché il solito sensazionalismo dei media di casa nostra ha trasformato una presunta bufala in una bufala pacchiana. Non si tratta di mp3 (anche se pare che possano essere comunque utilizzati allo scopo), ma di un piccolo sintetizzatore che ottiene le bassissime frequenze per battimento di onde sonore. Il test è stato condotto rispettando tutte le avvertenze del software e degli utilizzatori abituali. A tale scopo ho scelto come dose di test il Vicodin. La descrizione della dose è la seguente:

Modeled after the effects achieved from a strong dose of Vicodin, this is soon to become one of our most popular prescription doses. It will bring on in waves: improvement of mood, reduction of pain, and extreme euphoria. As the dose nears the end you will feel twinges of light-headedness, sedation, and you will notice a change in focus and attention. Things will drift, lights will fade, and you will feel the massive haze that is one of our most powerful prescription simulations: Vico!

Alla fine dell’ascolto l’umore non era cambiato particolarmente, i due miei dolori cronici alla schiena e vicino all’ombelico non erano scomparsi e per quanto riguarda l’euforia non ne parliamo proprio. Quando la dose sarebbe dovuta svanire, avrei dovuto percepire leggerezza, sentirmi sedato e godere di una massive haze. Invece avevo solo difficoltà a dormire per il caldo, non mi sentivo più fico e stronzo del solito e pensavo che questa roba mi era sembrata una versione tagliata male della stupenda discografia di GAS, quella sì capace di rivoltarmi come un calzino, quando sonorizza in cuffia quegli stati di semiveglia da viaggio notturno in pullman o quando stacco la cuffia e le frequenze mi inondano il petto, le gambe e i polsi. Poi di solito arriva il vicino di casa, suona alla porta e chiede se sono atterrati gli alieni sul terrazzo.

GASKönigsforst 1 MP3

giovedì, 03 07 2008

Figlio del menga

[Come al solito ci facciamo sempre rivendere il nostro passato: Figlio dei manga di Io, Carlo è l’ennesima operazione nostalgia andata a buon fine, che snocciola ovvi riferimenti fumettistici anni ’80 per i venti- e trenta-qualcosa su una base elettropop mentre il video user generated imbottito di memorabilia della nostra infanzia fa il resto. La canzone è irresistibile ma fa schifo, e l’operazione è talmente squallida che non merita di essere commentata. Il video invece, lo sto riguardando col repeat. La pista Polistil! Gli zainetti Invicta! L’album dei calciatori! Le bici da cross! La sveglia del Mulino Bianco! (lo abbattono)]

[via]

 

giovedì, 26 06 2008

DisKoInKiostro Volume 2 (TrainScoppola)

Il secondo volume di DisKoInKiostro nasce dall’idea di accozzare cinque remake di cinque pezzi di generi diversi legati da linee melodiche che operino per piccoli scarti. Quando però ho ascoltato il risultato finale, tutto quello che mi veniva in mente era "il remake di Trainspotting girato da Sofia Coppola". A far coincidere melodie, spesso coincide anche altro. Il pezzo iniziale, per dire, è stato pubblicizzato su internet con un video degno di essere l’intro metropolitano e rallentato a questo remake. Duke Dumont che ricostruisce i Mystery Jets prodotti da Erol Alkan come se fossero i Klaxons del portentoso dub di Erol stesso. Su questo poi ho intarsiato il riferimento per eccellenza all’originale degli Underworld col retrogusto amaro della permanenza del coro iniziale e una venatura percussiva che sembra della minimale del momento e che invece era del remix dell’epoca. Al centro gli M83 sono gli Air di oggi e la rilettura dei Maps cala la canzone in un’atmosfera da hardcore del DJ Time, tipo quelle cose olandesi melodiche e al limite della gabber, come un’Alexia+IceMC in quel di Londra. In battuta rigiro la scena paurosa col neonato morto che cammina sul tetto sostituendo al pezzo di Bedrock la cantautrice norvegese Ane Brun in un fattissimo viaggione house sul potere del silenzio in cuffia, suonato live da Heinrich Schwarz ed editato da Dennis Ferrer: roba da non capire più dove ci si trovi. Per il finale ho chiamato a raccolta tutta la perizia del mezzo per mixare col necessario livello di platealità uno dei pezzi più potenti di questa estate. Intro disco lento, inciso in crescendo verso un riff che è la traduzione in musica del concetto di braccia alzate al cielo in spiaggia alle sei di mattina col sole che sorge a cui, dopo un po’, fa da controcanto uno slap bass ultra-funky sbatticuli. Scegli la vita, scegli le sei di mattina, anche se qualcuno lo ha fatto prima di te. Ad alto volume, funziona meglio, anche se è solo per una ventina di minuti.

trainscoppola

martedì, 24 06 2008

Chi vuol essere Get Black?

di

In una delle puntate di Get Black! abbiamo messo in palio un appuntamento con il titolare di questo blog. La ragazza che lo ha vinto era piuttosto soddisfatta, adesso chiama tutte le settimane e ordina una pizza al prosciutto e un kebab.
In un’altra puntata abbiamo regalato ad un certo Yuri il disco degli Zen Circus. Il disco è rimasto sulla mia scrivania in ufficio per un po’. Alla fine Yuri si è diplomato ad Hogwarts e si è recapitato il premio da solo urlando "accio disco".
Abbiamo anche regalato libri: quando abbiamo regalato il libro di Michele Vaccari sui cosplayer, abbiamo avuto un ottimo riscontro di pubblico. Da allora Francesca si presenta in radio vestita da Lamù, perché solo così si sente al sicuro.
Ad un certo punto abbiamo regalato anche la maglietta originale del tour dei Portishead. Era una large, il vincitore ci ha scritto che lui veste una small, ha chiesto in permuta un’Alfa 147, ho sentito con queste orecchie Max ruttargli al telefono. Questo dovrebbe provare oltre ogni ragionevole dubbio che stiamo valutando con attenzione tutte le opzioni e desideriamo soddisfare sempre il nostro pubblico.
Probabilmente si saranno invece divertiti come matti i due che hanno vinto un invito alla Fiera del Fitness di Rimini. Quella sera c’era la coda, la domanda era: qual è la situazione da intorto più assurda che avete messo in pratica o visto in palestra? Ha vinto un tizio che giurava di aver visto il sottoscritto mentre tentava di rimorchiare una superpalestrata mentre faceva jogging. E’ falso e tendenzioso, io inciampo anche camminando, figuriamoci correndo.
Venerdì prossimo è l’ultima puntata della stagione di Get Black! (sì, la notte è giovane, e del resto luglio col bene che ti voglio. Per la precisione Francesca ha deciso che deve passare il venerdì sera a guardare Cold Case in cucina; Franz sposta la serata stiro e ammiro, praticamente una rivoluzione copernicana; Max suona; io, finalmente, finirò quel puzzle da 10.000 pezzi che raffigura mia suocera, regalo di mio cognato).
E visto che è l’ultima puntata, questa settimana ci sarà un vero e proprio give-away di premi: regaleremo, innanzitutto, l’Italia Wave Pack, un bustone che contiene le compilation del fu Arezzo Wave, fumetti, maglietta e spillette; e poi avremo: il disco dei Trabant – io ci faccio la posta da sei mesi, e ho talmente instito che Ink alla fine ha deciso di regalarlo; il disco dei Giardini di Mirò (no, non è uscito il disco nuovo di Jucca Reverberi e compagnia bella, il disco è sempre Dividing Opinions: ma, cosi, avete presente che grand disco è Dividing Opinions?). E poi ancora: libri (in fondo è estate, vorrete leggere qualcosa sotto l’ombrellone, no?).

Segnatevelo in agenda: 90 minuti di regali, venerdì alle 21 a Bologna sui 103.1 FM di Radio Città Fujiko a Bologna. Per tutti gli altri, in streaming, da qui.

giovedì, 19 06 2008

La piccola agenda dei concerti

Latitava da un po’, la lista dei concerti inkiostro-approved di Bologna e dintorni, ma con l’Estate la voglia di mettere il naso fuori casa aumenta, ci sono un sacco di weekend succosi da pianificare e urge un po’ di organizzazione per non perdersi gli eventi importanti. Finora quasi tutti sfavoriti dal maltempo e ormai inficiati anche dall’allucinante caro-benzina, c’è da dire, visto che la stagione classicamente porta a fare il giro delle piazze di mezza regione e delle spiagge ravennati che non hanno più bisogno di presentazioni.

Vale la pena di tenere duro, però, e di reggere almeno fino a metà Luglio perchè ci sono un paio di settimane di fuoco di fila davvero notevole, prima che la fine del mese si porti via la quasi totalità degli eventi e annunaci la canonica morte sociale e concertistica agostana.

A parte quel leggendario festival marchigiano di inizio Agosto, che pare proprio essere tornato in vita…

 

 

Quando Chi Dove
Gio 19/06 Sightings Hana-bi (Marina di RA)
Ven 20/06 Costa Music + 33 Ore
Mark Stuart (ex Pop Group)
Villa Mazzacorati (BO)
Piazza della Misura (FO)
Sab 21/06 Cristina Donà + Le Luci della Centrale Elettrica
Botanica
Piazza Castello (FE)

Hana-bi (Marina di RA)

Dom 22/06 Altro
Settlefish + Leggins
Atlantide Occupata (BO)
Mattatoio (Carpi – MO)
Lun 23/06 Fennesz + Ryuichi Sakamoto Teatro Manzoni (BO)
Mar 24/06 Pete & The Pirates Hana-bi (Marina di RA)
Lo scorso Febbraio al Covo non eravamo tanti, ma alla fine del concerto eravamo tutti, invariabilmente, entusiasti; e si sa che mettere d’accordo tutti, per una giovane band inglese, di questi tempi, è praticamente impossibile. Doppietta meritatissima, prepariamoci a saltare.
Mer 25/06 Matmos Hana-bi (Marina di RA)
Gio 26/06 Matmos
Jack & The Themselves
Hana-bi (Marina di RA)
Scandellara Rock (BO)
Ven 27/06 metallari assortiti

Laser Geyser + Nervous Kid
Fake P

Gods of Metal – Arena Parco Nord (BO)
Villa Mazzacorati (BO)
Rock in Rolo (Rolo – RE)
Sab 28/06 Ellen Allien
metallari assortiti

Le Volume Courbè feat. Douglas Hart (The Jesus and Mary Chain)
Dente + En Roco + The Clever Square
Trabant + Awesome Mixtape

Gay Pride – Estragon (BO)
Gods of Metal – Arena Parco Nord (BO)
Hana-bi (Marina di RA)

Arci Valverde (FO)

Rock in Rolo (Rolo – RE)

Spiace per le ottime proposte che ci sono in giro per la regione, ma in una sera del genere l’attenzione non può che concentrarsi sulle due manifestazioni bolognesi (il party conclusivo del Gay Pride nazionale con -tra gli altri- Ellen Allien e la seconda serata del Gods of Metal, headliner i Carcass e gli Slayer), che curiosamente si svolgono entrambe nel giro di qualche centinaio di metri. Difficile immaginare qualcosa di più surreale degli inevitabili incontri dei convenuti ai due eventi.
Dom 29/06 metallari assortiti Gods of Metal – Arena Parco Nord (BO)
Mar 01/07 Cat Power and the Dirty Delta Blues
The Dirtbombs
Piazza Castello (FE)

Hana-bi (Marina di RA)

Ven 04/07 Beatrice Antolini Manifattura (BO)
Sab 05/07 Maximilian Hecker

Settlefish + My awesome mixtape

Retro Pop – Bagno Belvedere – Cesenatico (FC)
Luzzara (RE)
Dom 06/07 Vinicio Capossela Lungomare Vittorio (RN)
Mar 08/07 The Bellrays Hana-bi (Marina di RA)
Mer 09/07 The Racounters
Liars
Piazza Castello (FE)
Hana-bi (Marina di RA)
Gio 10/07 A Classic Education Julive – Piazza Verdi (BO)
Ven 11/07 Sigur Ros
Comaneci
Forty Winks
Giardini di Boboli (FI)
Manifattura (BO)
Villa Mazzacorati (BO)
Sab 12/07 Franz Ferdinand + The Cribs
Alex Chilton + Giovanni Ferrario
Piazza Castello (FE)
Hana-bi (Marina di RA)
Tutti a lamentarsi che trenta piotte per il quartetto di Glasgow sono troppe, ma il talento delle grandi band di Albione si paga, e raramente sono soldi spesi bene come con Kapranos e soci, che dosano le produzioni nuove e le date in giro, e fanno bene. Budget per la serata già stanziato, parte l’attesa.
Dom 13/07 Hercules and Love Affair
Il Genio
Piazza Castello (FE)
Manifattura (BO)
Lun 14/07 Camera Obscura Julive – Piazza Verdi (BO)
L’arrivo in città del folk-pop zuccherino dell’eccezionale sestetto scozzese capitanato da Tracyanne Campbell (sorella della più nota Isobel Campbell) è proprio una bella notizia: gratis e in piena zona universitaria, un concerto così ogni paio di settimane e vedete come il fantomatico degrado scompare..
Mar 15/07 Interpol + dEUS
My awesome mixtape
Piazza Castello (FE)
Hana-bi (Marina di RA)
Prendi una stimata band belga che ormai viene in Italia 2 volte l’anno, e che recentemente ha dato alle stampe un disco bruttino, e uniscila a un gelido e saccente quartetto newyorkese iper-derivativo e vedi tu cosa ottieni. Difficilmente una serata memorabile, secondo me.
Mer 16/07 My awesome mixtape
Juliette & The Licks
Julive – Piazza Verdi (BO)
Rock Planet (Pinarella di Cervia – RA)
Gio 17/07 Afterhours

Chrome Hoof

Parco del castello della Giovannina (Cento – FE)
Hana-bi (Marina di RA)
Ven 18/07 Mondo Cane (feat. Mike Patton)
Le Luci della Centrale Elettrica + Egle Sommacal
Giovanni Ferrario
Duran Duran
Piazza S. Stefano (BO)
Villa Mazzacorati (BO)

Julive – Piazza Verdi (BO)
Pala De Andrè (RA)

Michele Pattoni non vive più a Bologna da anni ormai, ma lo stivale dev’essergli imasto nel cuore se il tour di ogni suo nuovo progetto finisce sempre per passare di qui (addirittura promosso nel nobilissimo palco di Piazza S. Stefano), e se stavolta si tratta proprio di classici della canzone italiana d’annata reinterpretati dalla sua ugola dorata. Abbastanza impersibile, direi.
Sab 19/07 Massive Attack Pala De Andrè (RA)
Lun 21/07 Josè Gonzalez + Tunng Verucchio Festival (RN)
Il micro-festival romagnolo curato da Ludovico Einaudi si aggiudica due dei migliori live-act folk in circolazione, per una serata davvero difficile da perdere. La cornice farà il resto, sospetto.
Mar 22/07 Notwist + Yuppie Flu
Metallica
Piazza Castello (FE)
Arena Parco Nord (BO)
Non ci fosse stato niente in giro (e non costasse una cifra improbabile) l’air guitar sui vecchi classici al concerto dei Metallica l’avrei anche fatta. Ma a Ferrara ci sono i fratelli Archer insieme agli Yuppie Flu, che da queste parti, anche se gli anni passano, rimangono due piccole religioni. Gratis, poi.
Gio 24/07 I’m from Barcelona
Blonde Redhead + Dani Siciliano
Hana-bi (Marina di RA)
Verucchio Festival (RN)
L’anno scorso è successo quel che è successo: chi c’era sa che è stata la serata migliore dell’Estate. La mandria svedese ovviamente la pensa allo stesso modo, visto che torna; io li ho visti live a NYC un mese e mezzo fa, e sono sempre in formissima (e i pezzi nuovi sono belli). Peccato solo che sia un giovedì, ma se pensate che ci fermi dal far festa….
Ven 25/07 B. Fleischmann
New York Dolls
Verucchio Festival (RN)
Rock Planet (Pinarella di Cervia – RA)
Sab 26/07 Ludovico Einaudi con Robert e Ronald Lippock + Nathan Fake
Friends of Dean Martinex VS Sea of Cortez
Verucchio Festival (RN)

Julive – Piazza Verdi (BO)

Dom 27/07 Disco Drive Hana-bi (Marina di RA)
Mar 29/07 The Mae Shi
Juno Falls
Hana-bi (Marina di RA)
Julive – Piazza Verdi (BO)
Gio 31/07 Au Revoir Simone
Joan as a police woman
Hana-bi (Marina di RA)
Piazza S. Stefano (BO)
Altro ritorno a distanza di un anno: la scorsa stagione le tre algide bellezze americane suonarono un set surreale in un assolato e rumoroso aperitivo domenicale. Che a  suo tempo, inaspettatamente, mi conquistò.
Mar 12/08 Iron and wine Hana-bi (Marina di RA)
Non ho mai avuto occasione di vedere dal vivo il barbuto Sam Beam, nonostante io sia un suo grande fan ormai da anni. Questa data cade in mezzo alle mie vacanze, e non ho ancora idea di dove mi troverò in questo martedì sera di metà Agosto. Ovunque sia, difficilmente sarà troppo lontano per impedirmi di esserci.
Gio 28/08 Underworld + Coccoluto + Picotto Mugello Dance Festival
Ven 29/08 Coldcut + Juan Atkins + Derrick May Mugello Dance Festival
Sab 30/08 The Orb + Beatpharmacy + Ralf Mugello Dance Festival
Mer 03/09 The Jon Spencer Blues Explosion
Pennywise
Piazza Nenni (Faenza – RA)
Estragon (BO)
Mar 09/09 Melvins Estragon (BO)
Lun 29/09 Coldplay PalaMalaguti (BO)
Mer 15/10 Paul Weller Estragon (BO)
Gio 16/10 The Wombats Estragon (BO)
Ven 24/10 Built to spill Locomotiv (BO)

 

 

(Eventuali) Gite fuori porta:

 

Quando Chi Dove
Sab 05/07 The Rakes + The Long Blondes + The Maccabees + The Good Shoes + Those dancing Days Pop Circus Festival – Le Jardin au bord du Lac – Segrate (MI)
Serata super-hip per molti accostabile a un incubo, con cast modaiolo a fortissimo rischio di inutilità (hanno pure annullato i Long Blondes) e probabile pubblico frangettato dalle cui Converse tenersi bene alla larga. Farò di tutto per non mancare.
Sab 18/07 Tom Waits Teatro degli Arcimboldi (MI)
Nomen Omen, Tom Waits l’abbiamo aspettato per anni e quando ormai avevamo perso le speranze, ecco che infila tre date di seguito che senza dubbio alcuno valgono a occhi chiusi la follia del prezzo del biglietto e della trasferta a Milano per un sabato di metà Luglio. Evento.
Sab 02/08
Dom 03/08
Frequenze Disturbate 2008 Fortezza Albornoz – Urbino (PU)
Ebbene sì, pare ormai definitivo: il festival indie italiano per eccellenza sta per tornare. L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare a giorni, per ora si sa che il 2 ci saranno gli Oneida (voci insistenti, non si sa quanto attendibili, danno per il 3 Cristina Donà e i Radio Dept, e altri nomi che girano con insistenza sono Emiliana Torrini, Archie Bronson Outfit e Erase Errata) e che Live in Italy è subentrata alla vecchia gestione di DNA. Pare che la cornice dei concerti non sarà la Fortezza Albornoz ma la centralissima Piazza Rinascimento, con secondo palco acustico nello splendido chiostro di Santa Chiara. Si spera sia della partita almeno un nome grosso, che sia in grado attirare da tutta Italia i devoti che ogni anno hanno fedelmente affollato il mio paese natale e si sono strafogati di crescia sfogliata® al Ragno D’oro.
Sarà davvero un nome grosso o ci stiamo aspettando troppo da un festival da poco redivivo come Frequenze? La grandi band che sono in giro per l’Europa in quel periodo (Morrissey, My Bloody Valentine, Sonic Youth, Grinderman, Justice e in generale chiunque sia a Benicassim o all’Øya) sono irraggiungibili come sembrano o dobbiamo aspettarci qualche sorpresa?
A giorni la risposta. E se sarà come speriamo, non c’è bisogno di dirlo, ci vediamo là.

 

mercoledì, 18 06 2008

Gli amici non sono tutto

Il New York Times con un articolo abbastanza accurato fa il punto della situazione attorno al tema “Si guadagna con i social network?”. Passato il tempo delle acquisizioni, si comincia a ragionare di come le grandi aspettative si siano concretizzate in crescita e fatturato. Arriva il denaro? Partendo dall’obiettivo mancato del colosso Myspace (755 milioni di dollari – stimati da Emarketer – a fronte di 1 miliardo di dollari di fatturato previsto, con conseguente downgrade delle compagnie di rating ad Aprile e rimozione del Chief Revenue Officer), si analizza la situazione da molteplici punti di vista, con la gioia di avere sottomano delle cifre, a differenza di certe nebulose discussioni sull’industria musicale e sulla relativa editoria in Italia. Intendiamoci, non si parla di crisi, quanto più di riduzione delle aspettative e maggiore focalizzazione nelle decisioni: Myspace ha pur sempre aumentato il fatturato intorno al 20-30% sul globale e intorno al 50% sul fatturato per cliente (e di conseguenza analisti come quelli della Lehman continuano a raccomandare l’investimento), ma si tratta ancora di soli 6-7$ annui per utente. Se da un lato ci si orienta sulla frontiera del social ad (l’inserzione pubblicitaria calibrata sul profilo dell’utente su cui ha puntato da subito Facebook) e Myspace ha in beta-testing un sistema apposito chiamato SelfServe per sfruttare l’enorme serbatoio segmentato, il problema rimane comunque quello di rendere efficace l’annuncio e cogliere l’attenzione in un contesto grafico svantaggiato (“Molte pagine utente hanno l’appeal estetico dell’armadietto scolastico di un quattordicenne”). Finita la luna di miele è il momento di fare i conti con un sentimento più disincantato e con una contrazione dei budget, proprio nel momento in cui l’esplosione delle piattaforme 2.0 aggiunge ulteriori componenti di distrazione.

 

Black Devil Disco ClubNever No Dollars (MP3)

 

lunedì, 16 06 2008

Non si esce vivi dagli anni ’90

Chi l’avrebbe mai detto che il 2008 sarebbe stato l’anno del grande ritorno del trip-hop? Dopo il tanto sospirato terzo disco dei Portishead e il previsto ritorno sulle scene dei Massive Attack, che calcheranno di nuovo i palchi italiani a Luglio (Napoli, Roma, Ravenna e Venezia) e di cui è atteso un nuovo disco in autunno,adesso è pure il turno di Tricky, che tra un mese esce con il nuovo Knowle West Boy. Il disco è sempre la stessa roba, voce roca e sussurrata, ritmi sincopati e un po’ di chitarre qua e là, un po’ afro e un po’ metropolitano, con le solite vocette femminili a fare i cori.

A ricordarci che non siamo più negli anni ’90 c’è solo il sito dedicato, immancabile remix contest compreso, e la cover di Slow di Kylie Minogue, che in realtà non è così originale ma che con quella chitarra guadagna qualcosa in più. Ci manca solo il ritorno dei Lamb e degli Sneaker Pimps e poi siamo a posto.

 

Tricky – Slow (cover di Kylie Minogue) MP3
(link aggiornato)