paese reale

lunedì, 12 05 2014

Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso. Cap 9. L’inevitabile ritorno

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Cala il buio come ogni venerdì sera a Goddam City. Negli ultimi anni i locali si sono moltiplicati, per uno di quegli effetti inspiegabili della crisi, o forse invece spiegabilissimi. La gente in mancanza di meglio si butta sull’alcol e sulla vita notturna, non vuole pensare agli aspetti negativi e noiosi dell’esistenza. Inutile starsi a chiedere dove trovino i soldi: li trovano.

 

Intere vie costellate di vetrine aperte e illuminate, posti nuovi che spuntano a mazzi da quattro, l’aria tiepida e inebriante di maggio come adrenalina, locandine di festival e concerti affisse su tutti i muri, gente che beve dai bicchieri di plastica per strada, fuma appoggiata alle auto, feste che si accavallano, compagnie vocianti in gran tiro che transumano da una birroteca a una vineria, da un pub a un cocktail bar, da un club a un kebabbaro.

 

E musica. Musica ovunque. Musica a volume altissimo. Musica di ogni genere. Musica per quasi tutti i gusti. Un incremento inusitato di potentissimi soundsystem professionali, un proliferare mai visto prima di dj.

 

I negozi di materiale elettronico hanno visto un’impennata senza precedenti nelle vendite di attrezzatura per giramanopole: controller, microfoni, mixer, cdjs, casse amplificate, luci strobo, addirittura giradischi! Ci sono decine di nuovi dj, nomi mai sentiti prima che rimbalzano da venue a venue, da party a party, da consolle a consolle. Dj che diventano popolarissimi nel giro di un mese, dj che grazie al loro vorticoso giro di amicizie sui social network riempiono bar senza nemmeno lo sbattimento di attaccare una locandina, distribuire un flyer, fare una telefonata. Dj che escono dalle fottute pareti.

 

Se hai il dj giusto il tuo locale è pieno, la gente balla, si diverte, beve di più. Se hai il dj giusto faresti bene a tenertelo stretto, a pagarlo bene, a trattarlo coi guanti, può essere una vera benedizione per le tue casse, di questi tempi. Se hai il dj giusto sei a posto.

 

I dj migliori sono già stati opzionati tempo fa dai locali più importanti. Ormai i superstar djs di Goddam City ci mandano i loro giovani apprendisti a mischiare dischi per l’aperitivo. Loro entreranno acclamati in scena tassativamente dopo la mezzanotte, quando le platee saranno già cariche e moriranno dalla voglia di ballare le canzoni più famose. Arriveranno scortati, fra gruppi di ragazze in deliquio, accolti da salve di ultrasuoni che diverrano insopportabili appena varcheranno la soglia della postazione e indosseranno, accigliatissimi, le loro cuffie placcate in oro massiccio.

 

Fra i gruppetti di nottambuli ambulanti si aggira con passo nervoso anche una figura scura, solitaria, ricurva, si direbbe un uomo. Abbigliamento invernale, cappuccio della felpa calato a coprire il volto, mani in tasca. Schiva rapido i capannelli di ragazzi che chiacchierano fuori dai locali, ma si ferma come impietrito ogni volta che da un impianto parte un pezzo nuovo. Si blocca. Poi ha un fremito come di rabbia che trattiene a stento e gli scuote tutto il corpo. Stringe i pugni in tasca, ma questo non lo può sapere nessuno. Se qualcuno avesse l’ardire di passargli accanto lo sentirebbe ringhiare sommessamente e farfugliare sottovoce dei fonemi incomprensibili, simili a litanie antiche di qualche esotica tribù amazzonica.

 

L’uomo misterioso rallenta il passo e capta la conversazione fra due bellissime ragazze che annoiate sorseggiano mojito annacquati appena fuori da un wine-bar

 

“Certo che con tutti questi locali c’è solo l’imbarazzo della scelta eh?”
“Sì, infatti solo che la musica… forse qualcuno potrebbe osare un po’ di più. Voglio dire, tanti posti ma quasi la stessa roba ovunque, è tutto così poco originale. Sarei molto più felice e disponibile a scatenarmi davvero se ci fosse un po’ di selvaggio rock!”
“Hai ragione! Magari di quello indipendente che piace così tanto a noi giovani di oggi, sai tipo i gruppi che suonano a quel festival enorme a Barcellona o di cui scrive quella rivista americana su internet, Pitchfork!”
“Guarda, non me ne parlare, se stasera potessi ascoltare un pezzo, ma non chiedo tanto eh, che ne so, degli His Clancyness, non so cosa darei. Una volta, dicono, c’era uno qui che metteva quella musica, o una cosa del genere, così mi hanno raccontato. Pensa che bello doveva essere!”
“Sì, ne ho sentito parlare anche io una volta, ma secondo me dev’essere qualche leggenda metropolitana, tipo il coccodrillo bianco nelle fogne di New York”
“Aahaha, hai ragione, figurati se permetterebbero mai a qualcuno di mettere su un pezzo dei Cloud Nothings!”
“Ahahah, ma sei pazza? Guarda, se uno di questi dj da strapazzo mettesse una canzone del genere stasera sento che sarei anche più aperta e disponibile a incontrare qualcuno”
“Ahah, incontrare, vorrai dire limonare!”
“Ahah, che scema che sei, dai vieni qua, facciamoci un selfie e mettiamolo su Instagram, sbottona un po’ quella camicetta, su!”
“Ahahah, sìì facciamolo, sex and drugs and indie rock! Ahahah!”

 

Finito il giro dei bar il losco figuro si incammina verso casa a testa bassa. Appena entrato punta verso il frigo, lo apre, prende una birra del Lidl, si siede davanti al suo pc, si scola la lattina, apre la posta.

 

Una mail nuova nella mailbox. Magari è la sua ex moglie che chiede spiegazioni sui ritardi nel versamento degli alimenti. Magari è la solita newsletter settimanale di una delle duemila imprescindibili label svedesi specializzate in synth-pop. Magari no. La apre.

 

“Caro dj pretenzioso, siamo i gestori del beer bar SBEERRO. Scusa se ti contattiamo così in ritardo, ma siamo in stato d’emergenza: Smurg, il nostro dj resident, ha vissuto recentemente un grave e bizzarro lutto in famiglia: sua nonna è venuta a mancare (sembra abbia ingerito cibo per topi!) e del suo socio, Dj Pong, non si hanno notizie da giorni. Ci chiedevamo se potessi farci la cortesia di sostituirlo, almeno per la serata di domani, poiché con tutti i dj della città già prenotati in giro ci troviamo in grossa difficoltà e non possiamo assolutamente cancellare l’evento all’ultimo minuto. Ovviamente per il compenso potremmo al massimo offrirti qualche birra. Facci sapere”.

 

Chiude la posta elettronica, spegne il pc, si alza. Prende un’altra birra del Lidl, ma non la stappa. Va in bagno. Schiude il vetro del box doccia dove si trova seduto a terra, legato e imbavagliato, un ragazzo che si dimena e tenta di urlare, con le lacrime agli occhi.

 

“Ciao Pong, com’è andata la giornata? Ti andrebbe una birretta? Se prometti di non strillare puoi avere questa lattina bella ghiacciata. Guarda, non l’ho nemmeno aperta, non devi avere paura del veleno per topi stavolta. Lascia perdere la nonna di Smurg! Era una donna malata, l’eutanasia un tema assai dibattuto, la terza età molto sopravvalutata. Le ho fatto un favore, credimi. Allora, che ne dici, brindiamo al mio nuovo ingaggio?”

mercoledì, 22 01 2014

Impronte digitali povere

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isolaAlcoa, Carbosulcis, Esodati, Fiat, Omsa, Pirelli, Teatro Valle … Un lunghissimo elenco di aziende e lavoratori colpiti dalla crisi. Lo trovate sul sito dell’Isola dei cassaintegrati. Partito per raccontare della protesta dagli operai della Vinyls di Porto Torres che occuparono il carcere dell’Asinara, ora il sito è una testata giornalistica, partner dell’Espresso che racconta il calvario dell’economia e industria italiana.

 

 

Michele Azzu, con Marco Nurra ideatore dell’Isola, è passato a radiocitta’fujiko. L’ultima campagna si chiama #Iosonopovero, giovani lavoratori o aspiranti tali raccontano con un breve testo la loro storia, la loro condizione di disagio lavorativo e umano. Oltre l’aspetto sociale, c’è anche un discorso giornalistico: Michele, Marco e la loro redazione stanno cercando di proporre un nuovo modo di affrontare questi temi, un modo più moderno e più attento rispetto ai soliti giornali e talk show.

 

 

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giovedì, 05 12 2013

Impronte digitali primarie

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altan-primarie-pdAbbiamo una notizia incredibile: la comunicazione politica del PD sta migliorando. Giovanna Cosenza, migliore (e imparziale) autorità in materia, ci ha spiegato il perché nell’ultima puntata di Impronte digitali su radiocitta’fujiko.

 

 

Secondo Giovanna: Cuperlo si è sgelato, Civati ha imparato a rispondere a Renzi, che rimane il più bravo anche se quel “cara Francesca” era da venditore di pentole e continua a “sbagliare target”. In generale però nessuno dei tre ha capito come comporre “uno slogan efficace e a dargli più spessore” di qualche manifesto e banner in giro.

 

 

Il confronto si è poi allargato a Grillo che “se continua così vincerà”, a Berlusconi che “perde colpi ma…” e a Letta, definito il “trattenitore”.

 

martedì, 26 03 2013

Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso. Cap 8. La Parabola discendente del dj pretenzioso

di

Prima o poi accade. Anche il dj pretenzioso più ottuso smette di negare la realtà. Nonostante compri mensilmente dalle 4 alle 6 riviste musicali cartacee, consulti quotidianamente una pletora di blog musicali italiani e stranieri, continui imperterrito a scaricare intere discografie che non ascolterà mai, ordini osceni vinili di importazione con settimane di anticipo rispetto all'uscita, a un certo punto il dj pretenzioso si renderà conto di essere definitivamente sorpassato.

 

Non ha più scuse. Le discoteche ci sono. Le feste si organizzano. I bar aprono e propongono eventi. Facebook è tutto un ribollire di appuntamenti musicali immancabili. Le radio crescono come funghi dentro e fuori dal web. C'è una grande richiesta di musica in giro e anche di bravi dj. Di altri dj.

 

Lui ormai è fuori dal giro.

 

Primo: l'ammissione del problema. Ci possono volere anni prima che il dj pretenzioso, che passa inutilmente la vita a tenersi musicalmente aggiornato, riesca alfine a capitolare davanti all'evidenza. Nessun locale lo chiama più e non può essere che tutti abbiano perso contemporaneamente il suo numero di cellulare, come amava raccontarsi sottovoce. La verità è che nessuno ha bisogno della sua musica, anche se si è proposto ovunque a prezzi dimezzati o azzerati o in qualche caso rimettendoci soldi di tasca sua. Ormai è finita. Le sue interminabili collezioni di "rare dj tracks" e le pile di magazine di settore, le ore passate a leggere recensioni online e le sporadiche serate di successo (?!) degli anni passati iniziano a sembrare sinistramente inutili persino a lui. Dopo un primo tentativo di suicidio penosamente farlocco (impiccarsi con il cavetto rca della consolle? Davvero?) che non muove a compassione nessuno, subentra la depressione più cupa.

 

Secondo: l'analisi del disastro e l'individuazione dei responsabili. Ritorna il complottismo facile, roba che Grillo al confronto è uno equilibrato ("Non mi capiscono, la musica che propongo è troppo avanti, c'è troppa ignoranza, manca la cultura del bello, c'è la crisi") ma non basta più. Il pretenzioso prova quindi a incolpare l'eventuale consorte ("Non mi sei mai stata di supporto, cosa ti costava venire al club una volta l'anno scorso? Cosa significa ero incinta?!"), la famiglia di origine ("Non mi avete mai chiesto di mettere musica alle vostre feste di compleanno, a pagamento intendo. E poi mi dicevi sempre che ero bravissimo, mamma") e in ultima ipotesi il suo infante primogenito ("Da quando c'è questo impiastro non posso più uscire di casa la sera, potrei portarmelo con il passeggino in consolle, non capisco perché la madre non vuole"). Ma il dj pretenzioso ha già finito la lista dei capri espiatori. Non funziona. Piuttosto che ammettere di essere ormai una figura indesiderabile e appendere finalmente le cuffie al chiodo il nostro si arrovella per notti intere. Si chiude a riccio, muto e scuro in volto, dentro soffre le pene dell'inferno.

 

Terzo: l'illuminazione. Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima! Il problema non è certo l'arrogante pretesa di imporre a gestori di locali e rari avventori musica inascoltabile ("Ma con ottimi voti su Pitchkork!") ed esigere per di più di essere pagato e ringraziato anche se non balla nessuno. Il problema è sicuramente la tecnologia obsoleta! Siamo nell'epoca di Spotify, della digitalizzazione degli archivi. Ormai mixer e cdjs sono superati! Trovarsi davanti un dinosauro che maneggia quegli strani dischetti di plastica e quel preistorico ambaradan senza l'autoironia di definirsi vintage e senza nemmeno uno straccio di laptop collegato è anacronistico. E antiestetico. Ma il pretenzioso ora ci vede chiaro e ha deciso: si cambia.

 

Quarto: la soluzione. Preceduto da settimane di febbrile studio e dal confronto fra decine di schede tecniche e tutorial su youtube, arriva ineluttabile il giorno della follia. Ipotecando gran parte delle risorse economiche familiari e con esse il futuro del suddetto primogenito, il dj pretenzioso sferra il colpo di coda, la mossa a sorpresa che lo rilancerà con forza, secondo i suoi calcoli, nel panorama musicale locale e nazionale. E compra un controller digitale vergognosamente costoso.

 

Quinto: le patetiche giustificazioni dell'insano gesto. Il dj pretenzioso, con gli occhi iniettati di sangue e un po' di schiuma ai lati della bocca fornisce anche a chi non gliene chiede conto le motivazioni che lo hanno letteralmente costretto all'acquisto ("Ma davvero non capisci? Questo è un investimento! Me lo ripago in tre settimane! Così si è evoluta la scena dei club, questa è la storia dei dj di successo mondiale, tutti gradualmente trasformatisi da meri esecutori mischiadischi a geniali produttori, venerati compositori, creativi remixatori. Pensa ai 2 many djs, a Fatboy Slim a Guetta a Skrillex! Non avrebbero certo potuto farlo continuando a utilizzare solo delle infime consolle. La ricombinazione creativa dei generi, il patchwork musicale, l'interpretazione post-moderna, il brillante ripescaggio, il nuovo concetto di dance floor consapevole! Ora niente è più come primaAHAHAHAH"). A chi gli chiede dove intende utilizzare il suo nuovissimo controller, visto che da mesi non ci sono locali che gli propongono di mettere musica, fa spallucce e poi cambia discorso.

 

Sesto: i prevedibili effetti collaterali. La moglie chiede il divorzio, prende il bambino e torna dalla madre. Ma alla fine a lui non dispiace: ora ha finalmente più tempo da dedicare al suo eccitante giocattolino che gli spianerà sicuramente la strada verso il successo.

 

Settimo: l'amara consapevolezza della senescenza. Avete presente quei cinquantenni che dopo una vita sedentaria danno di matto e si comprano una Harley Davidson per sentirsi più giovani, ma poi devono allungare la dieci euro al ragazzo che gliela consegna per farsi spiegare come metterla in moto? Così si sente il dj pretenzioso che alla soglia delle 40 primavere tenta di imparare a usare un controller ravanando fra le peggiori ipotesi proposte da yahoo answer e negli infimi forum per dj digitali. Il problema è che dopo una settimana non ha ancora imparato ad usare traktor o men che meno ad accendere il preziosissimo aggeggio.

 

Gran finale: dopo una spaventosa quantità di tempo dedicata a capire come funziona il suo delicato marchingegno, il pretenzioso apprende finalmente ad usarlo in maniera soddisfacente. Ora è davvero pronto per ricominciare. Può riconquistare le consolle dove imperversava (?!) un tempo, far impazzire le piste da ballo, riempire i club. Se lo sente.

 

Ma ormai le discoteche che avevano aperto hanno chiuso. Di feste non ne fanno più. Inoltre sono clamorosamente tornati di moda i giradischi tradizionali con i vinili e al limite i mangiacassette, che sono vintagissimi. Quindi, proprio come prima, non lo chiama nessuno a mettere musica, nessuno gli offre serate, nessuno vuole tra le scatole lui, il suo tecno-gioiello del missaggio digitale e la sua musica improponibile.

 

("E questa cazzo di consolle nuova non ha nemmeno dei cavi per fare finta di impiccarsi, maledizione!")

mercoledì, 13 03 2013

In una giornata come oggi è impossibile non postare House of Cardinals

[ma vi farà ridere solo se avete già visto House of cards, l'eccellente serie tv di Netflix con Kevin Spacey e Robin Wright. Io l'ho divorata.]

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mercoledì, 20 02 2013

Il gran finale elettorale

di

A qualche giorno dal verdetto delle urne,  Impronte digitali si occupa di elezioni. Giovanna Cosenza, massima autorità in fatto di comunicazione politica, ha analizzato le strategie di candidati premier e partiti. Più che delle pagelle ha individuato alcune tendenze trasversali.

 

COMPETENZE: uno temi temi cruciali, chi ne sa di più tra bocconiani, sconosciuti e non laureati?

TRASH: il cane sulle ginocchia, le barzelette zozze e le gag del giaguaro, quando il gioco si fa duro la comunicazione politica si abbassa

TV: domina sempre e comunque, anche senza dibattito collettivo, anche se tutti sono sui social

TEMPO: sebbene tutti aspettassero le elezioni, la caduta del Governo è stata improvvisa e le discese e salite in campo sono state programmate all'ultimo, con tutti i danni del caso

GRAN FINALE: tanti elettori sono indecisi e faranno le loro scelte all'ultimo momento. Tutti i contendenti preparano gli effetti speciali per sbancare il tavolo.

 

MP3 – IMPRONTE DIGITALI – Giovanna Cosenza Elezioni 2013

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lunedì, 11 02 2013

Voto utile e voto inutile

Lo scorso weekend mi è capitato di parlare un sacco di politica (ma dai; sarò stato l'unico). Per una volta, però, alle consuete chiacchiere e ragionamenti da bar più o meno rassegnati su personaggi, scenari e cose che forse non cambieranno mai, non ho potuto che aggiungere un'accorata esortazione al voto, in particolare nei confronti dei vari amici lombardi che mai come quest'anno paiono essere veramente importanti per l'esito finale delle votazioni. Ho cercato di spiegare loro che il voto di punizione non serve mai (particolarmente adesso) e che il voto identitario e puro, se uno si sente di darlo, in questa tornata elettorale è al meglio poco utile e al peggio molto dannoso, e paradossalmente finirà per ottenere l'effetto opposto di quello desiderato. I partiti che possono vincere sono compromessi e ci hanno deluso un sacco di volte: ma è abbastanza ovvio che uno è decisamente meglio dell'altro. Votare i partiti che non possono vincere, con questa legge elettorale, ha come primo effetto solo quello di NON far vincere uno dei partiti di cui sopra (quello buono) o di  far sì che per governare con un po' di margine questo sia costretto ad allearsi con altri e quindi ad essere facile vittima di ricatti. Non ci si può far niente: la politica è compromesso e il nostro voto definirà direttamente come e con chi dovrà avvenire questo compromesso.

 

Non era un discorso facile, e non so se ho convinto i miei amici (qualcuno mi piace sperare di sì). Come al solito mi viene in soccorso Leonardo, che in Un voto non idiota lo spiega meglio di quanto potrei mai fare io.

 

Io credo che di tanti errori di comunicazione che abbiamo fatto, come PD e in generale come centrosinistra e in generale come Repubblica italiana, uno dei più gravi sia stato quello di parlare di
 

VOTO UTILE

tradendo una sostanziale non comprensione di cosa siano gli italiani, di come vedano il mondo gli italiani. Non puoi parlare di utilità agli italiani. L'elettore è un fiero e nobile hidalgo, gli dicono che in quanto popolo italiano detiene la sovranità e lui ci si accomoda come in un castello diroccato.

Poi gli spiegano che questa sovranità comunque deve essere espressa ogni cinque anni sotto forma di un voto, e lui già comincia ad arricciare il naso: cos'è questo voto che viene a delimitare la mia sovranità? Cos'è che devo fare ogni tot anni? Due croci su due schede? Due banalissime croci? Su degli stemmi? Ma è troppo difficile, non gioco più. E ci scommetto che sotto c'è la fregatura. È andata così. Ogni volta che parlate di

 

VOTO UTILE

l'italiano si guarda alle spalle e dice: "utile a chi?"; a lui no di certo. E se si tratta di essere utile a qualcun altro,  l'italiano se ne guarda bene: cos'hanno fatto gli altri per me, dopotutto. Utili, puah. I servi sono utili, e io sono nato libero, devo averci anche da qualche parte uno stemma famigliare, un pedigree.

Così anche in questi giorni si assiste alla cerimonia di quelli che sui social network ci informano che il Pd non lo voteranno mai, perché non vogliono essere utili al Pd, e ci mancherebbe. Anche qui sotto, la discussione ha preso subito questa piega: gente che orgogliosamente viene a farci sapere che è inutile implorare, loro non voteranno Pd. Gli sfugge il fatto che nessuno li sta implorando, perlomeno qui: possono fare quel che vogliono col loro voto. La mia principale obiezione a quelli che, per esempio, votano Ingroia (non solo in Lombardia ma soprattutto) e che quel voto otterrà il risultato contrario a quello che si prefissano, spostando a destra il baricentro del Senato e rendendo necessaria la coalizione Pd+Monti+Casini+Fini. È un banale argomento aritmetico, ma il fiero hidalgo non sopporta che gli sia opposta l'aritmetica, nulla detesta più di un maestrino che venga a rammentargli l'odiosa tirannia del due più due uguale quattro. Cos'è questo due, cos'è questo quattro, cos'è questo segno uguale? Strumenti di dominio borghese sulla realtà fenomenica. Non è una coincidenza che molti di loro pensino anche di poter aumentare i propri spiccioli nel conto corrente cambiando l'unità di misura. È stato un vero errore parlare di
 

VOTO UTILE

senza soggiungere: "utile a te, visto che sei di sinistra, e che se voti Ingroia al senato in alcune regioni il tuo voto sarà carta straccia, dal momento che lo sbarramento dell'8% appare secondo tutti i sondaggi proibitivo; dunque se metti la crocetta su Rivoluzione Civile tanto vale metterci anche i cuoricini, o le falci, o i martelli o le manette decidi tu; tanto è un voto inutile, nel senso di un voto buttato. Cioè in realtà una sua utilità ce l'ha, perché anche grazie al tuo voto buttato il Pd non otterrà la maggioranza in senato e si alleerà con Monti+Casini+Fini. Insomma votare Ingroia al senato equivale a votare Pd+Monti". L'hai capita? No. [Continua qua.]

lunedì, 27 08 2012

Messaggi per Silvio dai cieli dell’adriatico

Ho passato tutte le Estati della mia infanzia sulla stessa spiaggia dell’adriatico, e mi sono sempre piaciuti un sacco gli aerei muniti di striscione che passavano pubblicizzando questo o quel grande magazzino o evento locale.
Negli ultimi anni, però, mi sembra che questo mezzo promozionale sia un po’ andato estinguendosi; ma se lo scorso sabato vi trovavate nel tratto di costa che va da Senigallia ai Lidi ravennati e avete alzato lo sguardo intorno a metà pomeriggio, forse avete visto un aereo che portava questa scritta:

 

L’iniziativa è stata organizzata da un gruppo di persone che ha raccolto i soldi necessari grazie a un gruppo su Facebook, (da cui proviene anche la foto qua sopra), ed è la risposta dell’iniziativa analoga, con messaggio opposto, messa in piedi la settimana prima da un senatore del PdL. Il quale, immagino, non si aspettava proprio che qualcuno a distanza di una sola settimana lo avrebbe susclassato con la semplice forza di una colletta e di un grazie con un punto esclamativo alla fine.

giovedì, 26 04 2012

Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso. Cap. 7. La classe pretenziosa va in Paradiso

di

Delle avversità professionali e umane che incontra il dj pretenzioso. Delle relazioni consolatorie nelle comunità virtuali di dj pretenziosi. Della Grande Occasione. Del Paradiso del dj pretenzioso

 

Più volte abbiamo parlato delle fenomenali ascese internazionali di disc jockey  che fanno fortuna come le rockstar.

 

La carriera del dj pretenzioso, non lo sottolineeremo mai abbastanza, è invece costellata da insuccessi e delusioni di ogni sorta.

La natura stessa dell'individuo è contraddistinta dal gap incolmabile fra volere e potere, traguardi ambiziosamente fissati e tragicamente non raggiunti. D'altronde metter musica nel bar del paesino della provincia più remota convinti che in pista ci siano cittadini di Soho o Williamsburg non denota eccelse capacità interpretative della realtà circostante.

Quali sono le più comuni avversità che si abbattono sul dj pretenzioso?

Ingaggi che non si trovano o saltano, compensi che senza preavviso si riducono o scompaiono, colleghi che ti sostituiscono, bar che chiudono, feste che per motivi di ogni genere non si tengono più, impianti che si rompono, promoter che non ti considerano, cd che si bloccano, avventori che non arrivano, o non ballano e/o ti contestano, offerte di residence che non quagliano, promesse di djset che non vengono mantenute, gestori che ti cacciano, piste desolate che non si riempiono, pr che ti snobbano, strappone che non strappano. Questa è la dura vita del dj pretenzioso il 90% delle volte.

Imparare a gestire un fallimento per un dj pretenzioso è una necessità biologica legata strettamente alla sopravvivenza, come respirare, mangiare, fare polemica su Maria Antonietta sul forum di rockit e leggere Stereogum.

Ci piacerebbe molto scrivere che tutto ciò è altamente formativo e consente al dj pretenzioso di sviluppare capacità straordinarie di autocritica, o la leggerezza per affrontare ogni difficoltà col sorriso, o la forza di ricominciare ogni volta senza lasciarsi scoraggiare, consapevoli che domani è un altro giorno, ma nessuno ballerà comunque su una canzone dei Boards Of Canada a capodanno.

Invece no.

Anni passati a inghiottire bocconi amari hanno reso il dj pretenzioso un essere depresso, rancoroso, sospettoso, vittimista, fatalista, pessimista, complessato, ferocemente dietrologo e gran teorico del complottismo.

Eccovi un campionario delle più ricorrenti frasi che il pretenzioso predilige, parlando in genere da solo.

Non ho una serata da resident perché metto musica scomoda. Perché sono troppo avanti. Perché gli altri sono troppo indietro. Perché è un circolo chiuso quello dei locali. Perché la gente è stupida e non capisce niente in Italia. Perché si balla solo quello che passa la radio/la tv. Perché gli altri dj sono degli smidolladi sputtanati commercialotti scontati. Perché è tutta una mafia. Perché non hanno ancora i mezzi per capirmi. Non mi fanno suonare perché son invidiosi della mia immane cultura musicale. Perché la mia musica fa paura. Perché le mie serate fanno pensare. Perché mi odiano e vogliono uccidermi.

 

Il dj pretenzioso non è mai sfiorato dal dubbio che non lo chiamino perché la sua musica non la ballerebbe nessuno.

A questo punto esistono due possibilità. La prima è impazzire e diventare dei serial killer o degli stragisti. La seconda è trovare qualcuno che ti capisca, qualcuno con cui sfogarsi. Il pretenzioso non è del tutto solo nell'universo. Ci sono altri suoi simili dispersi negli angoli più bui dell'impero, i soli che ne comprendano e condividano il dramma, altri pretenziosi che si immedesimano nelle alterne vicende djistiche e con cui farsi reciprocamente forza. Più spesso di quanto sia necessario i pretenziosi scrivono sui blog dove mettono in pubblico le proprie frustrazioni da dj indie e le rare soddisfazioni che ne derivano, dove si commentano compulsivamente fra di loro dandosi di gomito. Più di recente si ritrovano nei social network, su pretenziosi profili facebook dove è tutto un dirsi "mi piace" e darsi gran pacche sulle spalle per aver pubblicato il video di una misteriosa band neo zelandese degli anni 70. E attorno si fanno il social-deserto. A volte i pretenziosi si incontrano a un concerto, sotto palchi di band improbabili e si piangono sulle loro spalle pretenziose. In alcuni casi si accoppiano perfino.

Una volta su un milione il lamento straziante del pretenzioso raggiunge le orecchie giuste, grazie ai legami stabiliti con gli altri pretenziosi di cui parlavamo poco sopra. Non chiedeteci come e perché, la bottiglia col messaggio persa nell'oceano viene raccolta dalle mani che il pretenzioso nemmeno sperava di raggiungere. Solo allora può avvenire il miracolo. Il miraggio di una vita, il sogno inconfessabile che si traduce in realtà. E all'improvviso arriva

l'ingaggio prestigioso nel club importante dove si suona musica indipendente.

Dopo una vita sprecata dietro le più squallide consolle a sentirsi intimare di cambiare genere, di mettere qualcosa di "ballabile" per un pubblico che disprezzava profondamente, a ricevere richieste umilianti che era costretto ad accettare morendo dentro, a essere fischiato o minacciato fisicamente per le sue improbabili proposte musicali, a esibirsi in balere agghiaccianti, per il nostro è finalmente giunta la Grande Occasione. Si appresta a raggiungere il Paradiso dei dj pretenziosi. Una cosa da raccontare ai nipoti, se solo potesse averne.

Nella testa del dj pretenzioso questo luogo magico equivale ai più trendy club nuiorchesi, anche se si trova a Nonantola o nella periferia di Foligno. Il pretenzioso si è sognato per anni anche solo di metterci piede per vederci un concerto. Così il Paradiso del pretenzioso ha assunto nel tempo le dimensioni mitologiche di un tempio incantato, culla della buona musica, ovvero quella che il pretenzioso ritiene tale. Per una notte – si ripete ossessivamente in testa – lui sarà il sacerdote del tempio. La dissertazione sul senso del ridicolo del pretenzioso la rimandiamo a un'altra volta.

Come se lo immagina il prestigioso indie club il nostro pretenzioso?

Meraviglioso, frequentato da famosi rocker, dj affermati, blogger influenti e con il gotha del giornalismo musicale nazionale a bancone che ascolta attentamente la selezione di brani,  tutti sorseggiando dell'ottimo scotch e annuendo compiaciuti alle scelte del dj.

Il Walhalla del pretenzioso è pieno di giovani fichissimi indie kids, tutti aggiornatissimi sulle ultime uscite discografiche di Azaelia Banks ma anche ferratissimi sui Fugazi, tutti che suonano in uno o più gruppi, ma sono sempre pronti a farsi guidare sul dancefloor dalla mano esperta del dj che ne ha viste e ascoltate tante e ancora tanto ha da insegnare.

Nella Janna dell'hipster non ci sono le 40 vergini promesse agli islamici, ma si incontrano ragazze affascinanti, procaci e discinte, sorridenti e incredibilmente propense a ballare musica che abbia ottenuto almeno 6.4 su Pitchfork.  Inoltre sono tutte fatalmente attratte o innamorate del mischiadischi e pronte a concedersi sessualmente a costui per un mix azzeccato o un brano che morivano dalla voglia di sentire da anni, ma non avevano mai avuto il coraggio di chiedere. Manco l'avesse scritto lui.

In questo giardino dell'Eden indie i barman sono tutti rapidi, gentili e generosi, si ricordano i tuoi cocktail preferiti e ne offrono di squisiti appena creati da loro ogni notte, a te e ai tuoi amici.

I buttafuori sono colti, simpatici e paciosi, sfoggiano vistosi tatuaggi di Gandhi e Martin Luther King credono nel dialogo e nel confronto non violento, sono pronti a chiudere un occhio se qualche ragazza vuole entrare a tutti i costi per ballare, anche senza biglietto. D'altronde c'è da capirla, gira i dischi il dj pretenzioso stasera, come resistere, chi si perderebbe questa occasione irripetibile?

In questo Nirvana dell'alternative i padroni del locale sono praticamente dei secondi padri, sopraffini intenditori musicali, navigati a ogni esperienza nel mondo dell'indie rock, felici di ospitare il pretenzioso, raccontargli aneddoti su questo o quel gruppo canadese che ha suonato fra quelle quattro gloriose mura e mai e poi mai oserebbero interferire con le sue sacre setlist. E soprattutto sono fortemente intenzionati a riempire il pretenzioso di denaro e complimenti, proporgli serate a cadenza settimanale, procacciargli droga anche se non richiesta, solo per il gusto di condividerla con lui, e poterlo così ringraziare di quella musica che davvero mancava.  

Nessuno farà richieste nel Paradiso del dj pretenzioso, tutti saranno felici delle selezioni suonate dal dj, e quei pochi che oseranno chiedere lo faranno in maniera simpatica, competente, non insistente e chiederanno solo brani coerenti con la scaletta e magicamente sempre presenti nelle valigette del dj. E quando lui li accontenterà lo ringrazieranno mentre ballano scatenati e gli invieranno drink da bere alla loro salute.

Soprattutto tutti tutti tutti saranno pronti  a scendere in pista e a esaltarsi ballando fino al mattino appena il pretenzioso salirà in consolle e dalle casse partirà la prima nota di un oscuro remix di Squarepusher, uscito la sera prima su un tumblr giapponese che – ovviamente – tutti avranno scaricato e imparato ad amare nottetempo. E quando alle 5 arriverà la polizia a staccare le casse ci sarà una rivolta del dancefloor, e alla fine anche i poliziotti e i vicini lamentosi che li hanno chiamati si arrenderanno alla bellezza della musica scelta dal pretenzioso e inzieranno a ballare felici un pezzaccio classico dei Chemical Brothers, che a quell'ora si può andare anche un po' sul revival. Dove il revival – lo sottolineo – sono i Chemical Brothers e non Raffaella Carrà.

Solo pensare a tutto questo può portare il dj pretenzioso a una crisi di pianto per la gioia. Ora egli ha le chiavi per accedere alla Felicità. La Grande Occasione, quella da ricordare. Il treno che passa una volta sola nella vita. L'apice della fin lì sfortunata carriera. La serata che può determinare la svolta. Quella da non fallire. Il pretenzioso comincia ad avvertire infatti un filino di panico.

Come si prepara il dj pretenzioso a questo appuntamento cruciale? Come andrà davvero quella serata? Il Paradiso dei pretenziosi è davvero come se lo era sempre immaginato?

Queste ed altre risposte nel prossimo capitolo della Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso.  Oppure ve lo dico se venite al Covo venerdì sera.

martedì, 03 04 2012

Impronte SpotPolitike

di

Un'ospite molto gradita torna stasera alle 19 a Impronte digitali, su radiocitta'fujiko: Giovanna Cosenza, Presidente della Magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna, blogger e autrice di SpotPolitik. Perché la «casta» non sa comunicare (Laterza).

 

Comunicazione politica, di questo (s)parleremo con esempi e commenti sul perché la "casta" non è all'altezza di quello che dovrebbe essere suo compito basilare: parlare agli elettori e cittadini. Dal cerone e i trucchi pubblicitari di Berlusconi, passando per i "ragassi" di Bersani, gli inkazzi dipietristi,  il "lirismo" di Vendola, senza dimenticare un capitolo "Ma le donne? Dove stanno le donne?, e finendo con la carismatica sobrietà dello stile Monti.

 

Ci sarà da divertirsi. Intanto copio e incollo la quarta di copertina.

 

Che cos’è la SpotPolitik? È la politica che pensa che per comunicare basti scegliere uno slogan generico, due colori e qualche foto. Quella che riduce la comunicazione a uno spot televisivo. Di SpotPolitik hanno peccato tutti i partiti italiani con pochissime eccezioni. Gli anni dal 2007 al 2011 sono stati i peggiori in questo senso, ma non illudiamoci che sia finita: la cattiva comunicazione potrebbe sommergerci ancora. Riflettere sugli errori del passato può essere utile ai politici, per non caderci ancora; e a tutti noi per scoprire come sia stato possibile accettare (e votare) quella roba.

 

MP3 – IMPRONTE DIGITALI SpotPolitik

martedì, 13 03 2012

Le Impronte di Openpolis

di

In tempi in cui tutti diffidano dei politici, ma continuano a votarli una soluzione potrebbe essere andare a controllare il loro operato. Openpolis nasce per questo: "progetti per l'accesso alle informazioni pubbliche, che promuovono la trasparenza e la partecipazione democratica dei cittadini della rete". Stasera a Impronte digitali ne parleremo alle 19 su radiocitta'fujiko con il Presidente dell'Associazione Vittorio Alvino.

 

 

Un volume di informazioni che è a disposizione di tutti gratuitamente, e da aggregazione di dati diventa data-driven journalism, cioè un’indagine profonda e continua sui dati aperti che porta alla luce notizie. Questo lavoro ci ha trasformati in breve tempo in un osservatorio civico della politica che analizza quotidianamente i meccanismi complessi che muovono l’Italia: siamo una fonte d’informazione riconosciuta dai media locali ed esteri, dalla classe politica e dai cittadini della rete.

 

E' possibile monitorare e commentare tutte le attività dei Parlamentari, come e quanto votano, se cambiano casacca, se gli eletti in una certa Circoscrizione si interessano a temi ad essa legati. Si può ad esempio misurare la produttività: un indice quantifica presenze, assenze, disegni di legge proposti, commissioni frequentate. E a livello locale, si può cercare il proprio Comune e dare un'occhiata o segnalare l'operato del proprio sindaco o consigliere di riferimento.

I dati sono tanti, leggerli è facile, ma richiede una certa attenzione, proprio come quando siamo nella cabina elettorale e dobbiamo mettere una croce qui, una lì, a destra, sinistra o al centro.

 

MP3 IMPRONTE DIGITALI – Openpolis

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martedì, 21 02 2012

Le impronte sull’agenda digitale di Monti

di

I tassisti sono inkazzati, gli aspiranti farmacisti sono entusiasti; il terrore insegue chi deve andare in pensione, la speranza regna per chi vuole fare l'insegnante e sogna il mega concorsone pubblico; tutti i precari non sanno bene di che morte morire e ogni parlamentare sa che in un modo o nell'altro riuscirà a cavarne qualcosa. Sentimenti, paure e aspettative diverse per gli italiani davanti all'iperattivismo del Governo Monti. A noi però interessa soprattutto l'Agenda digitale, di cui potete leggere una FAQ e due paginette nel pdf ufficiale.

 

 

Ci sarà una "cabina di regia" formata dal ministro dell’Istruzione Profumo, della Funzione pubblica Patroni Griffi e della Funzione pubblica Passera. Gli obiettivi individuati sono quattro:

  • sviluppo della banda larga
  • utilizzo degli open data nella pubblica amministrazione
  • utilizzo delle cloud per i dati delle pubbliche amministrazioni
  • incentivi alle smart communities, città collegate digitalmente per quel che riguarda mobilità, risparmio energetico, sistema educativo, sicurezza, sanità, servizi sociali e cultura

 

Sarà vera gloria o la solita fuffa ? Lo chiederemo stasera ad Alessandro Longo, giornalista dell'Espresso, che farà il punto sulla situazione e sulla tempistica alle 19 su radiocitta'fujiko

L'idea di far dialogare i cittadini online e la pubblica amministrazione è ottima. Ma in Italia troppi centri abitati sono connessi malissimo. E serve un'opera di educazione alla Rete in un Paese dove quasi metà della popolazione non ha mai aperto un browser

  IMPRONTE DIGITALI – Alessandro Longo MP3

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domenica, 19 02 2012

L’anno del maiale (Black Mirror)

di

Black Mirror non strappa nessun sorriso leggero e non fa per niente bene.

Black Mirror è fotosintesi clorofilliana in sola fase notturna, agar per stomaci sensibili, supplica di travelgum senza il giro in montagna.

Tv-serie completamente sottrattiva, dei cinque sensi te ne restano solo due, udito sterile per giudici in cerca di (dis)Human Factor e vista amplificata, molto attenta e tanto spenta, mentre si fruga nelle proprie memorie migliori e nei peggiori minuti collettivi, cheers.

Perfettamente delineata al suo interno. Gli americani ci avrebbero tirato su 4 stagioni almeno. Gli inglesi tagliano corto, tre puntate, poco meno di un’ora l’una, secche frazioni di un quarto. Gli episodi fanno tutti storia a sé, legati dalle Nuove Tecnologie del momento. Si va dal globale al sempre più crescente personale, in cui tu solo decidi se venga prima l’Etica, la Morale o l’Estetica, domandando al vicino: a te che puntata è piaciuta di più/ti ha fatto stare peggio?

A me la prima, per quella coscienza sociale spesso in bilico, perché potrebbe succedere oggi e perché estremizza l’Arte rendendola così vicina ad una possibilità di verità.

A me la seconda, per quel mio rifiuto netto di app-licazioni, spacciando per necessario ciò che non è nemmeno reale, perché potrebbe succedere domani e perché alla fine è un’altra sconfitta personale in avatarvisione, vendersi per un immobile più grande.

A me la terza, perché il modo in cui selezioniamo i nostri ricordi mi ha sempre interessato e perché conosco più di uno che pagherebbe, arrendendosi alla propria memoria fallace, dilaniando sé e gli altri in un Otello stupidamente giocato al massacro privato. E perché poi, almeno questa, non è verosimile. O avete attivato già la vostra Timeline?

 

giovedì, 29 12 2011

Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso. Cap. 6. A new year’s eve carol

di

Marley era morto. Tanto per cominciare. Su questo non c'è alcun dubbio. L'usura del cd di The Legends, il fatto che  fosse assolutamente impossibile ascoltare Could You Be Loved senza che saltasse la traccia e s'interrompesse a metà, stava lì a testimoniarlo. Era l'impietoso atto d'accusa, la prova finale dell'insuccesso. Altro che DIY, altro che indie, altro che chiacchiere. Bob Marley, ecco cosa si era ridotto a suonare alle feste ormai. Fino a consumarne il cd. Sennò non l'avrebbero chiamato.

 

Il vecchio dj (ex) pretenzioso se ne stava il pomeriggio del 31 dicembre mogio mogio a etichettare nuove inutili compilation degli ultimi gruppi di chill wave californiana che non avrebbe mai suonato, a lucidare il cassone che conteneva la consolle ferma a casa da mesi, a rimuginare dolente sull'ingiustizia della società che lo aveva emarginato da anni, maledicendo sottovoce i giovani che si ostinavano a ballare La Bamba e YMCA nonostante fossero canzoni vecchie di decine di anni, amareggiandosi sulla mancanza di meritocrazia di questo sconcio paese che si degnava di muovere il culo solo sulle note di Gloria di Umberto Tozzi.

 

Sulla via di casa, all'avvicinarsi della vigilia di capodanno, la sua desolazione peggiorava ancora se possibile: stavano tutti lì a chiedersi "E tu cosa fai a capodanno?" "Ma lo sai che alla festa X c'è il dj Y?" "No, io vado alla festa Z dove suona il dj K". Ovviamente nessuno lo aveva contattato per mettere i dischi in nessuna delle tante e grandi feste organizzate in città. Quando Ornello, titolare dell'omonima tabaccheria Ornello, gli chiese di selezionare musica per il veglione che si sarebbe tenuto a casa sua, l'ex dj pretenzioso grugnì che aveva ben più nobili impegni, ben altre feste fuori dal paesello, ben più colte platee a cui rivolgersi, ben più prestigiosi locali dove portare la sua meravigliosa musica. 

 

D'un tratto gli apparve sulla vetrina dell'unico negozio di dischi della città, ormai chiuso da anni, il riflesso di Marley, con un gigantesco cannone in mano. La visione lo turbò alquanto. Rincasò e iniziò a sentire strani rumori, cigolìi sinistri che salivano dalla cantina, il nuovo pezzo di Lana Del Rey dal pc spento, radio a transistor che inziavano a frusciare, scratch campionati che sembravano provenire dal bagno. A quel punto si aprì una porta e il fantasma di Marley accompagnato dalle note di Get Up Stand Up gli apparse e lo ammonì severamente "Con la tua musica assurda stai dimenticando la vera missione del dj, soprattutto a Capodanno: far divertire e ballare la gente, fargli fare i trenini mentre urlano al cielo peppèpeppèpeppè. E invece te ne stai qui ad avvelenarti davanti a un pc, a scaricarti l'ultimo mixtape di Diplo, una porcata tale che non la ballerebbe nemmeno lui!". Infine gli preannunciò la visita dei tre spiriti del Capodanno.

 

Arrivò così il primo spirito, quello dei Capodanni Passati, con le fattezze di Dj Albertino, che lo riportò a rivivere il primo capodanno dietro a un mixer. Dapprima il giovane e futuro pretenzioso era tutto intento a scriversi a penna una scaletta, poi a mettere in ordine dei vinili, infine si recò a montare l'impianto scassatissimo con drammatico anticipo. Poi la scena si spostò nel pieno della festa dove tutti ballavano felici al ritmo degli Snap, alcune ragazze venivano a chiedere di mettere Animal Action dei Paraje e lui contentissimo esaudiva quelle ed altre ben peggiori richieste, molti vomitavano allegramente vodka alla pesca agli angoli di una squallida pizzeria dell'alto maceratese. C'era tanta gioia e si percepiva  un gran divertimento collettivo. A un certo punto però il giovane dj decise di cambiare musica, mettendo sul piatto prima Losing My Religion dei R.E.M. e poi Proibito dei Litfiba. Molti furono contenti, alcuni però protestarono e gli chiesero di suonare qualcosa di Dj Cirillo. Il giovane dj rispose sdegnato che lui quella musica non ce l'aveva, per scelta. Il pretenzioso soffriva molto a vedere sè stesso così giovane e già così spocchioso e chiese allo spirito di non tormentarlo oltre con quelle scene penose dei suoi diciott'anni.

 

L'ex pretenzioso si svegliò in lacrime e si riaddormentò agitatissimo trovandosi davanti allo spirito dei Capodanni Presenti, uno spirito dalla panza enorme, la giacchetta bianca e con la faccia poco rasata di James Murphy. Costui lo accompagnò sulle note di Daft Punk Is Playing In My House a vedere i due party  più affollati della città, dove dj Y e dj K proponevano esattamente la stessa playlist, infarcita di disco scontata, commerciale vecchiotta e grandi classici del capodanno di provincia. Nessuno sembrava lamentarsene e i trenini impazzavano. E poi lo spirito lo fece entrare a casa di Ornello, dove c'erano solo 15 persone che mangiavano le lenticchie con lo zampone rancido, brindavano con spumante scadente e sfiatato, ridevano e scherzavano, ma la musica veniva da Radio Latte e Miele solomusicaitaliana, e tutti guardavano sospirando a quella consolle vuota dove avrebbe dovuto suonare il dj pretenzioso, se solo avesse accettato la proposta del tabaccaio Ornello. Il pretenzioso restò molto colpito da questa visione, lo spirito a forma di James Murphy scomparve e il vecchio rimase avvolto dalla nebbia fino all'arrivo del terzo spirito, quello dei Capodanni Futuri.

 

Il terzo spirito si palesò avvolto da un mantello nero e con un cappuccio a coprirgli il volto, senza parlare, esprimendosi solo a gesti, chiese al pretenzioso di seguirlo. Gli indicò un capannello di gente che commentava la morte di un vecchio dj, amaramente deriso da tutti. "Eh metteva proprio della musica di merda" , "Non mi ricordo di aver ballato mezza volta quando suonava lui!" "Quando gli chiedevi di mettere un brano un po' conosciuto ti mandava a quel paese, vecchio pazzo!" un gestore di un locale aggiunse "Una volta venne a suonare musica da me: worst new year's eve EVER!". In un negozio di rigattiere il pretenzioso osservò disgustato la scena di persone che si avventavano ingorde sulle valigette dei dischi del defunto disc jockey di cui tutti parlavano. Ma quando si resero conto di che suoni inascoltabili ci fossero in quei cd dai titoli improbabili, buttarono tutto nell'indifferenziata e se ne andarono, smoccolando assai delusi.

 

Il pretenzioso voleva sapere chi era il vecchio dj morto che tutti disprezzavano, ma quando lo spirito dei Capodanni Futuri lo portò davanti al suo capezzale, egli esitò a scoprirne la salma. Si accorse intanto che la sua consolle era stata venduta, sarebbe voluto entrare a casa sua, ma lo spirito dei Capodanni Futuri lo indirizzò invece verso il cimitero. Dove gli indicò una lapide con su scritto QUI GIACE IL DJ PRETENZIOSO, MORTO SENZA AVER MAI FATTO DIVERTIRE LA GENTE ALLE FESTE, DOVE SUONAVA MUSICA CHE CONOSCEVA SOLO LUI E ALTRI QUATTRO STRONZI.

 

Il vecchio  dj pretenzioso si svegliò all'improvviso e scoprì che era solo la sera del 31 dicembre e c'era ancora tanto tempo per mettere le cose a posto! Si precipitò al supermercato dove comprò tutte le compilation dei grandi successi dance dell'anno e, rimestando nel cestone delle offerte, trovò a tre euro il cd con tutte le hit da festa che si era sempre rifiutato di mettere. Infine corse da Ornello, che lo prese dapprima per pazzo, e accettò con foga la sua proposta di suonare per sole 15 persone. E pure gratis! Lasciò a casa tutti i cd degli Smiths e suonò per ore tutti i classici del revival, dai Blues Brothers a James Brown, da One Step Beyond al Gioca jouer. Una festa veramente di merda, dove tutti ubriachissimi chiedevano a gran voce il Discosamba e le loro richieste vennero prontamente accolte. Per tre volte consecutive. E andarono poi a formare un trenino allegrissimo che uscì di casa, si riversò per le strade ebbro di gioia e venne infine travolto da un furgone guidato da dj Y, strafatto di coca, di ritorno dalla sua festa.

 

Ora il vecchio dj pretenzioso aveva davvero capito e imparato ad amare lo spirito più profondo del Capodanno.

martedì, 06 12 2011

Le impronte digitali del Ministro che risponde su Twitter

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Ormai Twitter è diventato il social network nazionale popolare. I vip si insultano ora tramite cinguettii, gli showmen se ne pavoneggiano in diretta tv e l’amata classe dirigente di questo paese è passata per una volta all’avanguardia 2.0 con il meglio di direttori di giornale, capitani d’industria e politici pronti a contendersi follower e retweet. Stavolta però noi umile gente comune abbiamo la possibilità di dire e fare valere la nostra.  A questo ha pensato Tigella che ha lanciato la domanda: è un bene o un male che un ministro sia presente su Twitter e che risponda ai tweet che gli vengono rivolti ?

 

Le risposte sono varie: ad un estremo pessimista c’è chi dice che la politica ha trovato un nuovo canale per prendere in giro i cittadini, all’altro ottimista c’è chi invece lo trova un ottimo strumento di migliore democrazia, in mezzo molte sfumature meno bianco/nere. Ne parleremo con Tigella stasera alle 19 a Impronte digitali su radiocitta’fujiko.

 

 

MP3 IMPRONTE DIGITALE – Tigella

lunedì, 28 11 2011

Affinità e divergenze

martedì, 08 11 2011

L’impronta digitale di Bologna

di

Nella città del futuro che tutti immaginiamo e desideriamo ci saranno connessioni gratuite ovunque, tutti i servizi saranno fruibili via web, non ci sarà nessuna coda all'anagrafe o al catasto, e gli amministratori risponderanno alle domande (precise e non) dei residenti in tempo (quasi) reale. In attesa che questa allegra utopia venga a compimento, ci sono vari problemi: quanto manca a quella data, quali sono le tappe intermedie e con quali soldi finanziaremo questo scoppiettante progresso. Interrogativi che gireremo a Matteo Lepore, Assessore al Comune di Bologna, ospite stasera (ore 19) a Impronte digitali su radiocitta'fujiko.     Lepore ha 31 anni, è molto attivo sui social network (@matteolepore), si è insediato da pochi mesi, ha assunto numerose deleghe tra cui quelle relative alla comunicazione, al marketing urbano, all'innovazione e al lavoro. Ambiti molto diversi eppure intrecciati fra loro perché girano tutti intorno a quali idee pensa di realizzare con quella che viene definita "Agenda digitale per Bologna", e che comprende: wi-fi gratuito, rapporto diretto delle istituzioni con i cittadini, incentivi alle imprese che lavorano sul e con il web e molto altro.   Domani il podcast.

 

MP3  Impronte digitali con l'Assessore Matteo Lepore

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giovedì, 03 11 2011

L’ultimo posto dove ti aspetteresti di trovare Berlusconi oggi: NME

E mentre là fuori l'economia e la politica vanno in vacca ogni giorno di più, finisci per imbatterti in Berlusconi persino sul sito del più celebre giornale musicale inglese. Forse qualche lettore britannico alla vista della notizia avrà pensato a uno scherzo. Noi invece sappiamo che no.

 

 

Controversial Italian Prime Minister Silvio Berlusconi has apparently delayed the release of his new album, ‘True Love’, because of his country’s financial troubles and his own trial which sees him accused of paying for sex with an alleged underage prostitute.

 

The album, his fourth with guitarist and former parking attendant Mariano Apicella, was due for release in September. However, it has been pushed back to November 22, reportedly because he is busy dealing with Italy’s huge debt as well as his own troubles in office, according to The Guardian.

 

Berlusconi, who used to sing on cruise ships, has sung for a host of his fellow world leaders, including Tony Blair, Vladimir Putin and George W Bush at his villa in Sardinia – the same place that his notorious ‘bunga-bunga’ parties took place. 

 

One of the other musicians on the album, Angelo Valsiglio, said in an interview with Italian music magazine Viva Verdi that the record is a "really elegant and refined production with Brazilian hints". [#]

mercoledì, 02 11 2011

Veltrusconismo 2.0

A parte ovviamente Leonardo (che, lo sanno tutti, non sbaglia praticamente mai), la migliore analisi del fenomeno Renzi e del Big Bang dello scorso weekend alla Leopolda l'ha fatta ieri Luca Telese:

Comunque vada, i giorni della Leopolda sono stati un terremoto. Una riscrittura della lingua mediatica del centrosinistra, soprattutto del Pd. Uno sparigliamento da riassumere in un nuovo vocabolario, quello che Matteo Renzi (nel bene o nel male) sta imponendo alla politica. BIG BANG. E ’ il momento primo, il principio di un nuovo inizio. Ma anche il turbine che sconquassa il vecchio equilibrio. Il Big Bang di Renzi ha acquisito una forza motrice imponente, anche perché colma un vuoto. Non esisteva, dentro il Pd, un punto di forza protagonista che si stagliasse oltre le correnti. Renzi spara sul quartier generale e non solo: su Bersani, e anche sul suo primo sfidante, Vendola. Ma, soprattutto, Renzi rompe la regola dei “Compagni di scuola” (copyright Andrea Romano) cresciuti a Botteghe Oscure. La regola per cui cane non mangia mai cane, e i peggiori dissidi vanno composti con il patteggiamento fra nemici. Renzi aveva rotto questa regola fin dalle primarie a sindaco. Ora, ripetendo lo schema a livello nazionale, rompe l’unanimismo ipocrita con cui le correnti non hanno mai messo in discussione Bersani pur facendogli la guerra tutti i giorni. Il big bang del Pd rompe il dogma da Politburo per cui può esserci un solo candidato del partito, ed è quello deciso dal partito. […]

 

VELTRUSCONINISMO 2.0 Nella lingua della Leopolda c’è qualcosa di Veltroni, e persino di Berlusconi. L’idea del contenitore Omnibus, che Renzi aveva già immaginato nel suo primo libro “Da De Gasperi agli U2”. Rispetto al veltronismo, però, il renzismo non cammina con il freno a mano tirato del ma-anche. Non attenua tutto nella sincreticità delle differenze unite dal sentimento. Non è buonista, anzi. Quando può, un calcio negli stinchi lo rifila volentieri. Veltroni leggeva con il leggìo e con i gobbi elettronici di vetro, Renzi cammina con il microfono in mano appoggiato sul cuore, come Silvio quando imita Frank Sinatra. Ma perché quando si mette una libreria in scena, ci sono i libri finti? Costano più di quelli veri, e fanno molto “L’Italia è il paese che amo”. Il renzismo, dunque, è un upgrade 2.0: migliora i difetti, ma ricicla software già sul mercato. [#]

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sabato, 24 09 2011

Tutto Molto Bello

di

All'interno del Supersound organizzato a Faenza, domenica 25 settembre alle ore 12 si terrà anche il primo torneo di calcetto fra etichette indipendenti italiane, Tutto Molto Bello. Per chi non volesse perdersi gli avvincenti duelli calcistici fra freschi candidati al Tenco (per l'opera prima) I Cani e Iosonouncane, capitan Polaroid che marca stretto Luca Benni della To Lose La Track, l'inevitabile sudditanza psicologica degli arbitri per i Mariposa, il tutto accompagnato da dj set e testimoniato dalle telecamere più implacabili di una moviola di Soluzioni Semplici, l'appuntamento curato dalla benemerita Trovarobato è domani.

 

Per chi arrivasse prima, presso la Galleria della Molinella alle ore 11.00 la sempre meritevolissima Trovarobato organizzerà anche una conferenza dal titolo "Blog, Web Tv On Demand, Radio, Fanzine Cartacee. Un punto sulla diffusione del messaggio cultural-musicale al di fuori dei canali tradizionali". Parteciperanno: il blog "Gli Indiepatici", il collettivo "Soluzioni Semplici" di Roma, "Youthless Fanzine" da Reggio Emilia e la webradio veronese "Fuori Aula Network" (a rappresentare questo prestigioso blog e soprattutto sè stesso non si sa in qualità di cosa ci sarò pure io, in quanto Benty). A moderare Emiliano Colasanti del blog Stereogram.

 

Per chi invece si ferma dopo il torneo di calcetto dalle 19 gli showcase di Jacqueries, Lo Stato Sociale, Fragil Vida, Fast Animal Slow Kids, Mangiacassette, Mezzala e ciliegina su una torta già di per sè golosissima alle 22.00 circa la sempre validissima Trovarobato insieme a Prodezze Fuori Area presenta gli Offlaga Disco Pax che si cimenteranno in un reading musicato "quasi completamente calcistico con musica improvvisata da Sollier a Simutenkov, e con festeggiamento per il 92° compleanno della Reggiana"

 

Questa è la pagina facebook per maggiori informazioni. Chi non viene è un burfaldino

mercoledì, 07 09 2011

La crisi del debito spiegata coi lego (dalla JP Morgan)

Come riporta la Reuters, un ricercatore della banca JP Morgan ha creato questo schema coi lego per spiegare la crisi del debito europeo. Davvero senza parole.  

(grazie a Francesco)

 

 

This chart comes from a Michael Cembalest’s research note today. The key is in there too. I’m not making this up:

  1. The toreador in a floppy hat, and the F1 driver with his helmet, represent Spain, Italy and the rest of the Euro Periphery.
  2. The three men with helmets, shields, and medieval weaponry represent the CDU, CSU and FDP parties in Germany.
  3. The blue-and-white sailor boy is Finland. Obvs.
  4. The woman with an oversized carrot and her friend in overalls with a shovel represent the Social Democrats and Greens.
  5. Wotan represents the Bundesbank.
  6. The piggy bank is the IMF.
  7. The grey-haired Banque chap is the ECB.
  8. The chap in the red bib is Poland.
  9. The artists are France.
  10. The angry chef, the sweeper with a broom, the airline pilot, and the rest of the motley crew at bottom left, represent EU taxpayers in Core countries.
  11. The storm troopers are the EU Commission and Euro Group Finance Ministers, chaired by Jose Manuel Barroso and Jean- Claude Juncker.
  12. The monocled banker and his assistant are EU bondholders and shareholders. [#]

martedì, 06 09 2011

Psicopatologia spicciola del dj pretenzioso. Cap 5. L’ipotesi della Donna del DJ

di

Del DJ come sex symbol. Della sua negazione, ovvero il dj pretenzioso. Della remota ipotesi di accoppiamento del dj pretenzioso. Estenuante discettazione sulle motivazioni che portano le fanciulle verso tale baratro. Del cosa significa vivere con un dj pretenzioso. Del prevedibile epilogo

 

Bob Sinclar è il testimonial nella pubblicità di una famosa marca di auto. Su Pete Tong, dj di BBC1, hanno girato un film nel 2004. David Guetta fa praticamente di secondo lavoro l'ospite televisivo. I celeberrimi Tiesto, Oakenfold, Van Helden, per restare fra i dj "commerciali" o dj come Fatboyslim e i 2Manydjs, per arrivare a quelli di area più "alternativa" (perdonerete l'uso del virgolettato e di questo termine nel 2011 ma non me la sentivo di usare "indipendente") riempiono stadi, spiagge, locali da migliaia di persone, girano documentari sui loro tour mondiali, compongono e selezionano musica per le colonne sonore dei film, producono album di rockband dalla fama internazionale. Questa lunga introduzione voleva solo ribadire quanto il concetto di superstar dj sia ormai da anni pacifico e per niente di nicchia. I dj sono artisti assurti a rango di stelle, nomi di primo rilievo nei principali festival musicali di tutto il mondo, personaggi riconoscibili in tv e delle cui vite private si occupano le riviste di gossip. Adorati dalle folle, ricchi da fare schifo sono conseguentemente divenuti dei sex symbol universali. La tendenza verso questo invidiabile status era in atto da parecchio, pensate a quel verso di Ahi Maria di Rino Gaetano "Da qualche tempo ho più donne del dj" e siamo ancora fra gli anni 70 e 80 in Italia.

 

Se è quindi vero che ormai il luogo comune vuole il dj corteggiato da donne bellissime e costantemente accerchiato da cubiste da sogno, se è vero che gli si riconosce ormai la stessa carica sexy delle più celebrate rockstar, se è altresì vero che un sacco di giovani decidono di fare i dj solo per essere notati dalle ragazze mentre trafficano accigliatissimi dietro un mixer, sappiamo però che esiste un lato oscuro della medaglia. Dobbiamo ora rivolgere bruscamente le telecamere verso l'angolo buio dove si muove triste e pensoso il dj pretenzioso.

 

Un uomo perlopiù solitario che passa le nottate insonni a spulciare le pagine di Altered Zones per scaricare con la bava alla bocca l'ultimo remix dei Neon Indian, dopo appena trenta secondi che l'hanno messo online. Invece che dedicarsi a del sano porno come sarebbe normale attendersi. Un uomo che ha dedicato i suoi anni migliori a cesellare le sue compilation per generi, annate, assonanze stilistiche, tormentandosi sull'ordine migliore per disporle nella valigetta e riflettendo a lungo su quali fossero i pezzi più idonei per concatenare tipi di musica apparentemente lontani. Che è esattamente il tipo di cose che lo condannano ad un isolamento perenne.

 

Oggi esamineremo dei casi ipotetici di dj pretenziosi che per brevi stagioni trovano delle compagne. Sembra inverosimile ma a volte anche l'anello più svantaggiato della catena evolutiva del dj, nonostante non sia famoso nemmeno nel bar dove mette i dischi, riesce a suscitare l'interesse (curiosità? compassione? pietà?) di alcuni problematici esemplari di sesso femminile.

 

In genere si tratta di donne distratte che equivocano la tipologia di dj: lo vedono armeggiare autorevole in consolle e cadono nel tranello. In realtà il dj pretenzioso non ha niente a che vedere con gli spensierati e fascinosi cocainomani che entusiasmano i dancefloor della riviera di Rimini e Riccione. Già solo il colorito cereo del volto e l'espressione corrucciata di chi soppesa come se ne andasse della sua stessa vita la scelta di passare dai Sonics ai White Stripes, mentre in pista non c'è nessuno, dovrebbero essere un deterrente sufficiente per tutte le ragazze circostanti, anche le più disperate. Esistono altri campanelli d'allarme che potrebbero salvare da questa trappola umana le potenziali vittime. In genere basta fare attenzione alla prima domanda che pone il dj pretenzioso. Quasi sempre per approcciare questi rari esemplari femminili il dj pretenzioso lascia cadere nella conversazione in modo finto-casuale l'inesorabile "Ma tu che musica ascolti"? Molte potrebbero pensare a una banale chiacchierata per rompere il ghiaccio, equivalente a quelle sui segni zodiacali et similia. In realtà il dj pretenzioso sta valutando seriamente se esistono chance da concedere a questa relazione in nuce, riservandosi eventualmente la possibilità di non passare nemmeno alla domanda successiva. A quel punto le candidate DdDP (Donna del Dj Pretenzioso) sono ancora in tempo per salvarsi.

 

Ora mi rivolgo a voi col cuore in mano, ragazze. Usate la testa, prendete precauzioni! Basterebbe rispondere Vasco Rossi o Laura Pausini per elevare una salvifica barriera tra voi e la relazione più sbagliata della vostra vita. Proteggetevi! È per salvaguardare la vostra dignità, per non dover mai arrivare a dire un giorno  "Scusa caro, non ti arrabbiare, davvero non potevo immaginare che punk melodico californiano e power pop avessero tanti elementi in comune!".

 

Se il dj pretenzioso si presenta come un semplice appassionato di musica, non essendo ancora stato smascherato, le cose si complicano. Occorre farlo venire allo scoperto. Nella maggior parte dei casi vi confesserà di essere un dj pretenzioso solo dopo alcuni appuntamenti, per non compromettere l'unica possibilità stagionale di un'agognata copula. Ciò è dovuto al fatto che tale rivelazione normalmente sortisce nelle donne un effetto più respingente dell'ammissione di dipendenze da stupefacenti pesanti e di pratiche quali la coprofilia. Ergo nessun dj pretenzioso si sognerebbe mai di usare questo suo "hobby" come arma di seduzione, strumento invece utilissimo per tutti gli altri tipi di dj che rimorchiano direttamente dalla consolle. Dove spesso riescono persino a consumare, fra un missaggio e l'altro.

 

A volte delle donne, spesso non del tutto consapevoli delle conseguenze a cui vanno incontro, decidono scientemente di avere relazioni con dei dj pretenziosi, proprio in quanto dj pretenziosi. D'altronde la selezione naturale passa per vie spesso per noi imperscrutabili. Anche al dj pretenzioso, per quanto sembri contronatura, viene concessa l'opportunità di accoppiarsi. Ma ci sono equivoci da chiarire, elementi da conoscere per operare una scelta del tutto consapevole.

 

Per iniziare: essere la DdDP non vi garantisce i privilegi che hanno le  donne degli altri dj. Nessuno vi offrirà bevute gratuite nel club dove lavora il vostro uomo, visto che a causa della musica selezionata da lui il locale è costantemente vuoto. Pagherete tutto e a prezzo pieno. In alcuni casi appositamente maggiorato. Si narra di alcuni dj pretenziosi particolarmente disperati che iniziano relazioni sentimentali solo per costringere le malcapitate ad assistere agli interminabili dj set e così facilmente raddoppiare le presenze nel posto dove lavorano. Inoltre nessuno vi metterà gratuitamente nelle liste di "amici" e "vip" che non pagano all'entrata. D'altronde non c'è nessuna fila da saltare, figuriamoci se i proprietari mettono un biglietto all'ingresso, non sapreste davvero cosa farvene di un privilegio del genere. C'è per voi il grosso vantaggio che praticamente nessuna donna attenterà alla stabilità della vostra coppia, perché veramente chi lo desidera un idiota che passa la vita a rimuginare se mettere un brano di Amy Winehouse sia da vero dj indie. A parte forse alcuni esemplari più aggressivi di Strappona Vulgaris. Vi attendono però lunghe serate di noia in bar infrequentabili, costrette a presenziare per amore del vostro mischiadischi del cuore. Mentre le vostre amiche si divertono sfacciatamente altrove, ballando musica latin, strusciandosi addosso a nerboruti ballerini sudamericani, ubriache di mojito e shottini, voi rimarrete da sole ad ascoltare musica che non vi piace, nonostante la vostra pretenziosa metà non se ne faccia una ragione ("Che significa non mi piacciono questi!? Ma sono i Vaccines!"). Se può consolarvi sappiate che come voi la pensa il resto della popolazione mondiale. Il tutto mentre l'indaffaratissimo consorte giramanopole non vi degna praticamente di uno sguardo e se gli rivolgete la parola sbuffa pure, perché è tutto concentrato a cercare la liason fra un pezzo dei Pere Ubu e uno dei TV On The Radio. 

 

Dopo un numero in genere abbastanza breve di sventurate notti trascorse ad appassire su uno sgabello, trangugiando costosissimi ma mai sufficienti drink, anche la più innamorata delle DdDP inzia ad inventare scuse per evitare quelle crudeli sedute di tortura. Il dj pretenzioso in genere la prende malissimo, ma finge ipocrita condiscendenza ("No cara, davvero, non importa se non vieni stassera, capisco che tu abbia voglia di passare una serata con le tue vecchie zie, ogni tanto"). Lo vedrete per le settimane seguenti con un muso lungo chilometri. Quando lei deciderà infine di tornare ad ascoltarlo mettere dischi, dopo aver subito continue pressioni, minacce e ritorsioni e si troverà di nuovo davanti al solito locale deserto, lui dapprima tenterà una tardiva captatio benevolentiae dedicandole canzoni che lei giustamente schifa ("Ma cara, questa è la nostra canzone!") e subito dopo sarà pronto a colpevolizzarla  ("Guarda, fino a dieci minuti fa era strapieno di gente che ballava sui tavoli, mi sa che sei tu che porti sfiga"). A quel punto la santa donna dovrebbe ricorrere alle cure di uno specialista in disordini della personalità.

 

Anche per quanto riguarda la vita casalinga la donna del dj pretenzioso deve rassegnarsi a lunghe solitudini e infiniti silenzi mentre lui affitta l'impianto, monta l'impianto, mette i dischi, compra i dischi, sceglie i dischi, prepara i dischi, scrive i titoli delle canzoni, scrive le recensioni, va ai concerti, di cui dopo scriverà delle recensioni, interagisce in rete con mezzo universo musicale indipendente, come se ne facesse davvero parte. Inizialmente la poverina soffrirà per questo. In realtà la DdDP arriverà presto a comprendere che quel silenzio è spesso preferibile alle conversazioni di estremo interesse sul singolo di Jamie XX o sulla scarsa forma dei Washed Out nell'ultima data italiana. In quei casi, oh sventurate ragazze, annuite sempre e non contradditelo mai. Tanto fra un po' dovrà lasciarvi per andarsene ad aggiornare il suo blog o a uno dei suoi imperdibili concerti. Altre informazioni utili:

 

  • per San Valentino, anziché cenette romantiche, rose e cioccolatini la DdDP è solita riceve vinili rarissimi di Modselektor. Va menzionato il dettaglio insignificante che lei di solito non possiede alcun giradischi. Al che sarà cura del dj pretenzioso riprendersi rapacemente quei vinili ("Evabbè se proprio non sai che farci") e sostituirli con delle banali compilation registrate su anonimi cd vergini.
  • Per quanto riguarda le ferie estive la DdDP sarà costretta a sacrificare i suoi sogni di spiagge deserte e capitali europee per andar dietro ai festival musicali dislocati nei posti più disparati d'Europa ("Ma cara, altro che Parigi, vedrai, Novi Sad è BELLISSIMA!") e assistere così alle performance di artisti che grazie al dj pretenzioso ha imparato presto a odiare con tutta sè stessa.
  • A Capodanno? Trovatevi delle valide alternative: lui mette i dischi!
  • Siate inoltre consapevoli che unendovi a tale mostro mettete a rischio anche i vostri risparmi di una vita, che verranno probabilmente bruciati in investimenti profittevolissimi quali l'ultima avveniristica consolle, vinili, tshirt di gruppi improbabili (che nel caso la band perda quotazioni proverà a rifilarvi come regalo per Natale o San Valentino).

 

Non è un caso che spesso, senza lasciare nemmeno un bigliettino di addio, da un giorno all'altro la poveretta fa le valigie in tutta fretta e scappa. In genere con altri uomini che ha conosciuto mentre il dj pretenzioso era a girare dischi o all'ennesima imperdibile serata di un'etichetta specializzata in gruppi screamo. Al nuovo compagno la ormai ex DdDP avrà chiesto prima che tipo di musica ascolta, per cautelarsi. Solo dopo che il candidato avrà risposto "I Modà e Gigi D'Alessio" e avrà dimostrato di possederne le discografie complete con copie originali degli album, la donna rinfrancata alfine gli si concederà sessualmente in modo generoso ed entusiasta.

 

(dedicato alla mia paziente DdDP)

giovedì, 11 08 2011

Dariella fa rappare Berlusconi

Risale a un paio di settimane fa ma mi ero perso la sua segnalazione su FB: il nuovo promo de L'infedele di Gad Lerner (in cui la celebre telefonata di Berlusconi -quella del postribolo televisivo– diventa un rap su una base in stile In da club) è opera di Dario Moroldo in arte Dariella, già vocalist degli Amari e ora anche autore e compositore per Sony e per la tv. Hats off! 

 

mercoledì, 27 07 2011

Altro che tamarreide

Nella quarta stagione gli uber-zarri italoamericani di Jersey Shore sbarcano in Italia, e da quello che si è letto nei giornali e che si vede nel promo qua sotto, per gli amanti di certo trash catodico (o i fini commentatori di usi e costumi e pop culture) sarà probabilmente un must see. Negli USA la nuova stagione comincia tra una decina di giorni (non so da noi; immagino in autunno), e sospetto che contribuirà a migliorare l'immagine dell'Italia all'estero (negli USA, almeno) quanto una gaffe o una barzelletta di Berlusconi a un meeting internazionale.

 

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venerdì, 01 07 2011

Joe Strummer a marolla !!

di

Se n'era parlato quasi due anni fa su queste colonne come una notizia meravigliosa, ora invece la fredda smentita: il comune di Tonara non vuole più dedicare una via a Joe Strummer !!

 

Il piccolo paese al centro della Sardegna, noto per la produzione di torrone, ha eletto una nuova giunta di centrodestra, gli amici di (Su Barraliccu), entusiasmi come e più di noi, sono andati subito a informarsi da Stefano Succu, neo assessore ai lavori pubblici: “l’idea non è mai nemmeno stata discussa dall’attuale amministrazione”.

 

Non facciamo scoraggiare e votiamo l'immancabile sondaggio / petizione !!

 

PS. l'espressione tipicamente indi(e)gena può esser tradotta come  "joe strammer a tutti i costi"

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