[Puzzle Boy, dedicato ai nostalgici dell’immortale Pengo, ma non solo. Difficoltà notevole, potenziale additivo altissimo. (via)]
[Puzzle Boy, dedicato ai nostalgici dell’immortale Pengo, ma non solo. Difficoltà notevole, potenziale additivo altissimo. (via)]
Fino a qualche anno fa avrei dedicato alla cosa un post nostalgico, lungo e meditato; ora, essendo precipitato in un paio di punti del diagramma ed essendomi irrimediabilmente perso nel dungeon con ben poche possibilità di vedere la luce, mi limito a una laconica segnalazione dell’eccezionale articolo del New York Times firmato da Adam Rogers (già penna di Wired) sulla morte di Gary Gigax, il creatore del principe dei giochi di ruolo Dungeons & Dragons. Geek Love (l’articolo parte bene giò dal titolo) tralascia la semplice agiografia nerd del personaggio e del gioco e si lancia in alcune riflessioni assai brillanti sul ruolo che D&D ha avuto nella nostra vita di adolescenti sfigati e sociopatici, arrivando a vederlo come la radice di tutte o quasi le derive nerd contemporanee (da Harry Potter a Google, dalla Playstation al successo de Il Signore degli Anelli), che peraltro ora insospettabilmente mainstream. E quale modo migliore per rappresentare un concetto del genere di un complicatissimo diagramma di flusso (dettaglio qui sopra, versione intera qui)?
We live in Gary Gygax’s world. The most popular books on earth are fantasy novels about wizards and magic swords. The most popular movies are about characters from superhero comic books. The most popular TV shows look like elaborate role-playing games: intricate, hidden-clue-laden science fiction stories connected to impossibly mathematical games that live both online and in the real world. And you, the viewer, can play only if you’ve sufficiently mastered your home-entertainment command center so that it can download a snippet of audio to your iPhone, process it backward with beluga whale harmonic sequences and then podcast the results to the members of your Yahoo group [..]
Geeks like algorithms. We like sets of rules that guide future behavior. But people, normal people, consistently act outside rule sets. People are messy and unpredictable, until you have something like the Dungeons & Dragons character sheet. Once you’ve broken down the elements of an invented personality into numbers generated from dice, paper and pencil, you can do the same for your real self. [#]
[via, grazie M.]
Ladies and gentleman, la iBand.
Dando un’occhiata su Google scopro che ha più di 3 anni e che nel mentre è stata linkata e segnalata più o meno chiunque, eppure dopo averla scoperta venerdì sera dalla playlist come al solito delirante del collega radiofonico Soroton nel suo Smetto quando voglio, non posso esimermi dal rilanciare anche qua Mamma Ram, la versione geek (che si affianca alla già nota – e già segnalata – cialtronissima versione bolognese firmata Dario Dariotti) del classico Mamma Roma (aka Roma addio aka Me ne andavo da quella Roma) di Remo Remotti.
Lo Iomega ZIP, quanti ricordi.
[qua c’è pure un video, ma non mi sembra un granchè]
Recycle feat. Eloquens – Mamma Ram (MP3)
Bonus:
Remo Remotti – Mamma Roma (MP3)
Dario Dariotti – Bolognademerda (MP3)
Erano già linkate da uno dei siti che ho segnalato la settimana scorsa quando si parlava di Lego, ma le creazioni coi mattoncini di Ochre Jelly sono talmente belle che meritano un post tutto per loro:
Stephen Hawking
I personaggi di Futurama
Lo indicava anche il logo di Google qualche giorno fa: la settimana scorsa i Lego hanno compiuto 50 anni. Tra i tanti che hanno tributato ai meravigliosi mattoncini colorati l’onore che meritano c’è stato l’uber-blog tecnologico Gizmodo, che ha realizzato una imperdibile timeline con la loro storia, ha raccolto i best lego sets in history (tra cui il mitico parcheggio sopraelevato, il robottone spaziale blu, l’isola dei pirati e uno dei miei preferiti, l’albero di Robin Hood; peccato solo che ne manchino un sacco, almeno il castello giallo e il treno ce li potevano mettere..) e ha elencato alcuni impressionanti dati sul loro mondo:
• There are about 62 LEGO bricks for every one of the world’s 6 billion inhabitants.
• LEGO bricks are available in 53 different colors.
• 19 billion LEGO elements are produced every year.
• 2.16 million LEGO elements are molded every hour, or 36,000 per minute.
• More than 400 billion LEGO bricks have been produced since 1949.
• Two eight-stud LEGO bricks of the same color can be combined in 24 different ways.
• Three eight-stud bricks can be combined in 1,060 ways.
• There are more than 915 million combinations possible for six 2 x 4 LEGO bricks of the same color.
• The LEGO bricks sold in one year would circle the world 5 times.
• 40 billion LEGO bricks stacked on top of one another would connect the earth with the moon.
• A January 2008 Google search produces 57.6 million references to LEGO bricks.
• There are 55,600 LEGO videos on YouTube. [#]
Business Week invece ha ripubblicato il suo classico articolo The making of a Lego brick, mentre Boing Boing proprio ieri ha pubblicato uno dei suoi web zen dedicandolo a mattoncini e minifig (con alcuni link pregevoli: la chitarra -suonabile!-, New York, e l’impressionante portfolio di Eric Harshbarger); io, nel mio piccolo, ho sempre un’intera categoria del blog dedicata all’argomento.
Tanti auguri.
[How glasses affect your image.]
Bonus track, un meraviglioso classico immortale:
Herbert Pagani – Cin Cin con gli occhiali (MP3)
Io non ho davvero bisogno di un computer portatile. Ho bisogno di un nuovo cellulare, di un nuovo lettore mp3, di una nuova automobile e di un nuovo stereo. Ma non ho bisogno di un computer portatile. Ho un PC a casa e un PC al lavoro, e nei (rari) momenti in cui non sono in uno di questi due posti, probabilmente è salutare che io stia lontano da una monitor.
Epperò, nelle ultime settimane tutto questo parlare di subnotebook, smartphone e superportatili mi ha messo -come dire- un po’ di appetito. C’è il nuovo Macbook Air, che è ovviamente un bell’oggetto ma non è una scelta saggia sotto nessun punto di vista: come evidenzia questa tabella di Gizmodo, le sue prestazioni sono troppo basse e le sue carenze troppo numerose per giustificare un prezzo così alto, motivato praticamente solo da qualche pollice di spessore in meno e da un paio d’ore di batteria in più. Ma oltre ai superportatili, sottili, leggeri, costosi, e con prestazioni paragonabili a quelle di un desktop, ci sono anche i subnotebook, e lì le cose si fanno più interessanti. Ad esempio l’Eee PC, che esce in questi giorni in Italia, ha prestazioni e caratteristiche hardware da sopravvivenza, ma un prezzo e delle dimensioni così risibili da giustificare anche un acquisto di impulso (e da rischiare di tornare davvero utile, una volta o l’altra). Ancor meglio se nell’offerta in bundle con un modem HSDPA 7.2 di Tim, che sistema il difetto più grande dell’oggettino e lo trasforma, di fatto, in un grosso smartphone. Che peraltro monta una distribuzione ad hoc di linux, ma all’uopo supporta tranquillamente anche Windows XP (dovesse servire).
Dubbi sulla scelta, quindi, non ci sarebbero. La domanda a questo punto è una sola: serve davvero a qualcosa?
[dagli stessi tizi di Space Invaders, l’imperdibile versione umana del leggendario Tetris. La cosa migliore è la colonna sonora a cappella]
[Si compra qui, grazie a palaZ per la segnalazione. Per altre idee regalo last minute, e consigli sui regali impossibili -lontani parenti, colleghi di lavoro, amici di infanzia, suocere, zii, fidanzate tignose-, c’è la puntata di stasera di Get Black, con primizie musicali, brindisi natalizi, e doppio premio nel quiz black. In diretta dalle 21]
E’ stato bello arrivare a due giorni dalle ferie convinto che sarebbero stati dei placidi giorni lavorativi pre-natalizi, e poi scoprire all’ultimo di avere una scadenza mortifera imminente in un progetto di cui non so quasi niente. Quindi oggi si produce molto e si cazzeggia poco. Si ascolta un sacco il vecchio Why? (in attesa che il nuovo faccia la sua comparsa integrale in rete), il live dei Portishead all’All tomorrow’s parties di qualche settimana fa (regalo: è interamente scaricabile da qui) e un po’ di evergreen natalizi, per fingere di essere in periodo. Come ogni anno, in heavy rotation c’è la spettacolare versione di Last Christams dei Pas/Cal, incendiaria, entusiasta e polimorfa, che sulla distanza batte l’originale (qui), la cover di Erlend Øye (qui), quella degli Swipe con la pipetta Gwenno (qui) e buona parte del resto dei classici natalizi. Buon Natale, nè, io torno a lavorare.
Pas/Cal – Last Christmas (MP3)
[dalle sempre eccellenti strip di The Joy of Tech]
Come accennavo un mesetto fa, dopo due anni e mezzo di gloriosa e impeccabile carriera, il mio lettore mp3 mi sta purtroppo abbandonando. Dev’essere caduto qualche volta di troppo, il caro vecchio Zen Micro, e non riuscirò a sopportare ancora per molto lo spinotto delle cuffie ballerino e il conseguente audio a singhiozzo; urge un rimpiazzo. E qui, ovviamente, cominciano i dubbi.
Delle tre tipologie principali di lettori mp3 che esistono al momento (a. Stile Ipod Shuffle: piccoli, memoria flash tra 256 MB e 2 GB, senza display o con un display molto piccolo; b. Stile iPod Nano: medie dimensioni, memoria flash tra 1 e 8 GB, tutte o quasi le funzionalità più diffuse sui lettori mp3; c. Stile iPod Classic: grandi dimensioni, memoria hard-disk tra i 4 e gli 80 GB, full optional), il mio genere è decisamente il secondo: la memoria flash consuma meno batterie e si rompe con meno facilità, un display completo è indispensabile ma non serve che sia grandissimo (tanto non credo ci guarderò spesso dei video), e -vista l’altissima frequenza con cui aggiungo e tolgo canzoni e dischi- anche 4-8 GB di memoria possono bastarmi.
Contando che grazie a mia sorella che è negli States posso accedere direttamente alla disponibilità e ai prezzi (molto più economici dei nostri visto il dollaro debole) americani, cosa scelgo?
Opto per il nuovo iPod Nano, bruttino e -come tutti gli iPod- con meno feature e prezzo più alto dei concorrenti diretti (8 GB, 199$ = 136€)? Rimango fedele alle Creative e scelgo lo Zen V Plus, più economico e con più feature, ma che pure lui non scherza in quanto a bruttezza (8 GB, 159$ = 109€) oppure il nuovo Zen, più bello, più caro e con memoria espandibile (8 GB, 199$ = 136€)? Il Sony Walkman NWZ-A818 lo escluderei perchè proprio non mi piace..ma se mi sbagliassi (8 GB, 199$ = 136€)? E se invece mi buttassi sull’ iRiver Clix, decisamente più bello e lodato ovunque in rete per la sua qualità, ma con un prezzo forse un po’ esagerato (8 GB, 239$ = 162€)?
Oppure sparo più alto, e mi faccio conquistare dalla bellezza, dall’interfaccia (e dal wi-fi) dell’iPod Touch (8 GB, 299$ = 204€)? E dell’Archos 605 Wi-fi cosa vogliamo dire, con le sue feature di ogni genere e la sua memoria gigante, a fronte di un prezzo onestissimo; non è esattamente quello che mi serve (non sembra proprio tascabile..) ma quasi quasi (30 GB, 299$ = 204€)? E -siccome pure il mio cellulare è vecchio, ed è decisamente tutto tranne che smart- non vogliamo mica farci tentare dall’iPhone, che su eBay si trova sbloccato, e quindi funzionante anche in Italia, pur rinunciando agli aggiornamenti del firmware (8 GB, 549$ in media = 374€)?
Come avrete intuito, al momento ho le idee un po’ confuse.
A suo tempo (qui e qui) in materia mi avevate dato diverse ottime dritte, quindi io ci riprovo. C’è qualche altro player (o smart-phone che funziona bene come lettore mp3) che non ho considerato? Voi quale scegliereste?
Giorni fa Violetta mi manda un mp3 (tratto da Radio One Established 1967, la compilation di cover da poco uscita per festeggiare il quarantennale dela BBC) in cui è possibile ascoltare un’inutile girl band qualunque che canta il verso immortale ‘I’ve got two tickets to Iron Maiden, baby’, dell’indimenticabile inno dei nerd-a-tavolino Teenage Dirtbag (una canzone talmente priva di qualunque coolness da indie-snob che riesce ad essere DAVVERO nerd). Un cortocircuito ben più che surreale.
Ieri sempre Violetta (cara, parliamone) mi segnala un bell’articolo di Nerve che rivela che uno degli ultimi tabù / sogni / incubi del vero nerd è stato infranto: la nuova edizione americana di The beauty and the geek (da noi andato in onda, con format stravolto e smisurato afflato pecoreccio, con il titolo La pupa e il seccchione) ha tra i suoi concorrenti anche una coppia al contrario, in cui la secchiona è lei (si chiama Nicole) e il pupo è lui. La cosa, come è ovvio, è ben più di un semplice ribaltamento di ruoli: è una vera e propria rivoluzione copernicana. E l’articolo finisce per farsi alcune interessanti domande sullo strano fenomeno della female nerd:
The twist does change things. […] It has injected a streak of cruelty and discomfort into the mix. Watching a bunch of dorky guys embarrass themselves has always seemed like relatively harmless sport — the assumption being that the audience, much like the giggling lovelies on the show, finds this somewhat adorable. But watching Nicole can be downright painful. […]
The female nerd is a tricky beast. Could a female SuXbad even exist? I suppose it would look like Ghost World — two not-at-all-unsexy outcasts acting out their rage with cruel pranks. (I liked Ghost World, but it didn’t remind me much of my teen years, spent equal parts in honors classes and keg parties.) Nerd girls in Hollywood are usually like Jenna Fischer on The Office — a mousy brunette dipped in drab who can still bring out the glam for award shows. Nicole is a unique creature on primetime, a nerd girl who currently lacks an alternate persona, the one where she drops the tortured ugly-duckling schtick and assures America she’s totally fuckable. [#]
La questione, in effetti, è interessante, e per nulla scontata. Quanto sono diversi gli stili e i valori della geekness tra uomini e donne? Va bene puntare più alla sostanza e meno alla forma e non conformarsi ai canoni estetici dominanti, ma quanto in là riusciamo ad andare? Noi che non perdiamo occasione per manifestare il nostro geek pride, stiamo solo facendo di necessità virtù oppure siamo davvero senza paraocchi come vorremmo sembrare?
Girls aloud – Teenage dirtbag (Wheatus cover) (MP3)
[A latere: è stato dimostrato matematicamente che è sempre possibile risolvere un cubo di Rubik in minimo 26 mosse]
[Un altro dei miei fumetti geek preferiti: Techno Tuesday.
In puro stile underground comic, e cattivissimo.]
Sublime: il ThereminBOT che suona Crazy degli Gnarl’s Barkley. Pure con le percussioni.