Feeling twee
E’ nato Indiepop.it. Finisce subito tra i bookmarks, senza neanche passare dal via.
Feeling twee
E’ nato Indiepop.it. Finisce subito tra i bookmarks, senza neanche passare dal via.
Occhio per occhio
Tempi duri per gli amanti del P2P. Dopo la nuova legge antipirateria, le tante sparate della RIAA, e il fallimentare tentativo di Madonna, ora si parla di un software capace di rallentare le connessioni, inondare le reti peer-to-peer di file fasulli, infilare trojan cancelladati nei PC, cancellare i file illegali sui PC degli utenti. e molto altro. Quasi tutte cose illegali. Come il file sharing, del resto.
Occhio per occhio…e il mondo diventa cieco.
Referrer’s blues
Ormai l’elenco dei referrer più deliranti del mese appena finito è diventato un appuntamento fisso. Via alle danze:
– billy corgan cartoni (ancora la leggenda metropolitana di Supervicky…come quella di Pelù che canta la sigla di Jeeg robot)
– cose carine e romantiche (sei proprio messo male…)
– blog unghie (no, non lo conosco…al massimo arrivo al blog tette)
– canzoni veline 2003 (argh!)
– cercasi per videoclip (astenersi blogger)
– citazioni film ritorno al futuro (“Nessuno può chiamarmi fifone”)
– cose strane in vagina (sic)
– muccino copia (e chi non copia oggigiorno?)
– fare gli stampi per soldatini (se proprio non hai di meglio da fare…)
– icone decenti per windows (il “decenti” è geniale)
– la canzone teletubbies (li ho sempre trovati terribilmente inquietanti)
– legolas marilyn manson (un premio a chi mi dice che connessione c’è tra i due)
– luoghi mitici (tipo?)
– negrita schifo (secco e conciso…concordo)
– perchè coppola non è più a mtv (me lo sto chiedendo anch’io…)
– ricordati di me guia (anche di me!)
– sono stato a tallin (spero ti sia divertito)
– torte barbie (c’è della gente strana in giro)
– videonoleggi in spagna (ti aspetti di trovare l’elenco di tutti i videonoleggi spagnoli? E cercando in italiano?)
– come essere un bravo bassista (come sopra)
– come diventare giornalista musicale (non cercandolo su Google, è ovvio)
– come mettere ordine in casa (idem…tutti bravi a perdere tempo, eh?)
– Immagini e video di MARA VENIER nuda (ancora??? Perchè proprio la Venier? Non sono meglio la Moric o la Bellucci?)
– voglio informazioni come fare a scaricare la musica su winmx (l’apoteosi…)
[I vecchi refferrer: Gennaio, Febbraio e Marzo]
Non mi lascio abbattere
Oggi ho pranzato da solo, e nel tentativo di fuggire dai raccapriccianti programmi contenitore della domenica pomeriggio, mi sono buttato tra le braccia di Mtv. Certo, il quadro della musica contemporanea che ne esce è davvero sconfortante, anche per una persona pericolosamente tendente a derive trash come me. In ordine sparso:
– I Blue. Ma chi sono? Non ci sono più le boy-band di una volta…
– Ma perchè Sting ha collaborato con Craig David per l’ennesima rilettura di uno dei suoi capolavori, Shape of my heart? Non ha già abbastanza soldi, e non se la gode abbastanza nella sua villa toscana a fare sesso tantrico tutto il giorno con la moglie? Che poi questa versione non è neanche male…ma è il principio che conta.
– Sole nel cielo, l’Estate si avvicina. Mi sembrava strano che non fosse ancora spuntato fuori il tormentone estivo di Ricky Martin. Ah no, eccolo qua, metà spagnolo e metà inglese, come si conviene ad un divo global. Meno male, mi stavo quasi preoccupando.
– Skin coi capelli è semplicemente risibile. E il suo singolo solista, Trashed, al primo ascolto sembra una canzone di una a caso delle ex Spice Girl -a parte il fatto che Skin sa cantare. E pensare che neanche troppi anni fa il rock barricadero degli Skunk Anansie ci aveva fatto credere di aver trovato una nuova musa. Come cambia le cose il vil denaro…
– Sono felice che Nelly e Justin Timberlake non facciano parte del mio universo. Meno felice di non far parte io del loro, vista la quantità di fanciulle discinte che si aggirano nel loro video.
– Ma Marcello, ex veejay di Mtv (meglio noto come il tronato, secondo una calzante definizione data da Manuel Agnelli), si è messo a cantare? Ah ah ah…
Ora vado a lavare i piatti. Spengo la tv e metto su qualcosa del vecchio Beck. Perchè, nonostante quello che vogliono farci credere, si può essere orecchiabili e pop senza essere squallidamenti schiavi del mercato. Non mi avranno. Tiè.
This blog
Questo blog stasera ha sonno, ma ha un po’ di tachicardia. Aveva i pantaloni eleganti e un gilet, gli hanno detto che sembrava Luca Sofri, e non sa come prenderlo, se come un complimento o altro, ma lui sì, diciamo che si accontenta. Questo blog tra un po’ va a letto, prima deve solo decidere se sia meglio Keith Jarreth o Brian Eno per trapassare dolcemente nel regno di Morfeo. Questo blog -l’ha sempre saputo- mi sa che ogni tanto esagera, e ha paura di essere frainteso. Questo blog ha tanta voglia di fare un post che finisca con le parole Peace and love.
E infatti: Peace and love.
Mercoledì sera Giardini di Mirò live@Container
L’evento è stato aver incontrato e conosciuto i due Polaroid, durante il set -insolitamente fiacco- dei djs unhip, dopo il concerto. Concerto di cui il ricordo è già sbiadito; e non è solo l’alzheimer. I Giardini di Mirò, alfieri del post-rock nostrano, alla prima data del tour di presentazione del nuovo cd, mi sono parsi un pochino fiacchi. Non sono le canzoni -che aprono a territori sonori più vari e meno mogwaiani che in passato- a deludere, ma la qualità del suono e, ahimè, l’abilità del nuovo vocalist della band Alessandro Raina, la cui voce è parsa incerta in più di un’occasione. Sarà che si deve ancora rodare, le canzoni sono nuove e l’esperienza pure, ma quasi li preferivo strumentali, con poche canzoni cantate, rare e perciò ancor più preziose. Peccato che Emidio Clementi (ex Massimo Volume), avvistato tra il pubblico, non sia salito sul palco per Malmoe, pregevole collaborazione pubblicata su The Soft Touch EP, e ancora peccato per la qualità del suono. Una mezza delusione, insomma, anche se sono sicuro che dopo l’ascolto del disco cambierò idea.
Fuffa. E basta
Solo un attimo, poi mi metto sui libri, giuro. Oppure vado a disinfestare la cucina invasa dalle formiche. O vado a cercarmi un lavoro, visto che i 5 € che mi sono rimasti non dureranno a lungo. Ma -del resto- non potevo non comprare il biglietto per i Radiohead, no? Non potevo non ricomprare il casco che mi è stato malauguratamente rubato ieri notte, no? Non potevo non comprare una bottiglia di vino per stasera, no? Comunque, giusto 5 minuti, poi vado. E’ che ieri ho passato la giornata sui leggendari colli bolognesi, sdraiato sull’erba, a mangiare macedonia e a discutere di videopaninoteche, giovani già vecchi e musica anni ’90, e la giornata se n’è andata prima che me ne accorgessi. Mentre qui bisogna produrre produrre produrre!, il tempo è poco, le cose da fare tante e non si può mica cazzeggiare ascoltando i Calexico tutto il giorno.
Ora mi metto al lavoro, così placo i sensi di colpa. Tanto torno dopo, già lo so.
Puro interesse socio-culturale, giuro
L’A.nonimo mi manda un link che contribuisce ad innalzare il livello culturale del presente blog. Una pagina in cui inserire mese ed anno di nascita per scoprire qual’era la playmate del mese. La mia non è granchè, ma mi sono incantato a guardare le foto degli anni ’50 e a notare l’evoluzione del modello di bellezza femminile…
11 anni a Previti
La pregevole prima pagina del Manifesto di oggi. (grazie a GNUeconomy che l’ha messa online)
Ho la testa come un quadro di Mirò
Oggi ho un mal di testa che mi spacca. Dev’essere il retaggio della cena di ieri sera a base di pollo arrosto, olio in cui navigavano sparute patate fritte ed esperimenti vinicoli. O forse dei Kraftwerk e Tricky, non so. O delle partite a poker a tarda notte in cui ho perso semplicemente per smentire l’adagio ‘sfortunato al gioco..’. Insomma, non so esattamente il perchè, ma sono abbastanza uno straccio.
Il tempo tra l’altro fa schifo, ed al momento tento di far tornare la luce ascoltando i Baustelle, e di rimettermi in forma per il concerto dei Giardini di Mirò di questa sera al Container. Polaroid oggi parla del loro nuovo cd, ed io sono molto curioso. Il suddetto Polaroid, tra l’altro, se stasera vede un tizio con la t-shirt rossa di Frequenze Disturbate, è caldamente pregato di palesarsi e fargli un saluto.
Che a confronto il critico musicale del Resto del Carlino è un genio
Segnala la mailing list dei fan di Nick Cave: nell’edizione americana di Marie Claire, periodico femminile tra i più noti, si parla dell’ultimo album del cantautore australiano in questi termini:
Nocturama, il cui semplice suono folk è incorniciato da piano e chitarra acustica, sta qualche parte tra Simon & Garfunkel e Norah Jones.
E allora facciamo che i Radiohead sono un gruppo punk e Madonna una chanteuse parigina, no?
E non poco
Fossi in voi andrei a leggermi gli ultimi 3 post di Leonardo, e lo farei subito, cominciando da quello datato 25 Aprile (li linkerei ma i permalink fanno le bizze). Quest’uomo ha del talento, e non poco.
E’ il colmo
Il colmo per un vegetariano? Morire per il morbo della mucca pazza.
Ed è ancora più il colmo se è davvero successo.
E’ una canzone d’amore.
E’ una gran bella canzone d’amore.
E’ una di quelle vere, è stata scritta per conquistare una ragazza, e ha un lui e una lei reali. Lui è Nick Cave. Lei è la ragazza del West Country. Una ragazza della campagna, diremo noi, e in particolare della campagna del Dorset, nei dintorni di Stonehenge. Perchè lei non è una ragazza qualunque, lei è PJ Harvey. Una delle più brillanti cantanti contemporanee, una personalità intricata e un groviglio di nevrosi, un corpo magrissimo, forse non bella ma ben più che affascinante.
Per Nick Cave, però, è semplicemente la ragazza del West Country, che ha un sorriso malizioso e la faccia a forma di cuore. Con pochi versi Nick ce la dipinge, ci parla delle sue labbra, dei suoi occhi, del suo corpo da Dea, che ha quattordici stazioni da percorrere, come la via crucis. E’ completamente trasfigurata; dev’essere strano leggersi nelle parole di una canzone, ancor di più quando a scriverla è un autore del suo calibro, all’apice della sua carriera. Apprendiamo del suo figlio non nato, che grida ‘Mamma’ tra le macerie del suo corpo -un aborto, probabilmente- e, più prosaicamente, delle sue unghie, tutte rosa e morse. Sembra quasi di vederla, con la faccia a forma di cuore, mentre si mangia le unghie e tenta di comporre una canzone, che ispira i versi e l’amore del cantautore australiano.
In The secret life of the love song, saggio prima recitato in un reading e pubblicato in cd e ora disponibile in Tutte le canzoni 1978-2001 (Mondadori), lo stesso Nick ci parla di West Country Girl. Questa canzone metteva in evidenza i miei particolari criteri di bellezza, la mia particolare verità (con tutta la sua probabile schematicità, crudeltà e povertà) riguardo la bellezza. Era una lista di cose che amavo, e, in realtà, un pietoso esercizio di adulazione, pensato per avere quella ragazza. Funzionò e non funzionò. Funzionò, perchè i due ebbero una intensissima storia d’amore. Che però, alla lunga, non funzionò, e finì con il ritorno di lei nella sua campagna del West Country, come ci racconta Cave nella successiva Black Hair. E la canzone cambiò, dalla dolce ballata che era in versione demo divenne nella versione definitiva un country sostenuto e un po’ maledetto, per poi trasformarsi live in una velenosa declamazione scandita da un pianoforte brutalmente strapazzato e da un violino distorto, come sa chi ha visto i concerti del cantautore australiano senza Bad Seeds, qualche anno fa a Mantova o l’anno scorso ad Ancona. Continua Cave: West Country Girl è nata nell’innocenza e sotto i raggi del sole, come una semplice poesia a proposito di una ragazza. Ma ha fatto quello che tutte le canzoni d’amore devono fare per poter sopravvivere, ha chiesto il diritto di avere una propria identità, una propria vita, una propria verità. L’ho vista crescere e cambiare col passare del tempo. Ora si presenta come una fiaba ricca di ammonimenti, come una lista di ingredienti per una pozione da strega, la si può leggere come il rapporto di un medico legale, o come il messaggio di un logoro cartello pubblicitario in cui un uomo dallo sguardo selvaggio dichiara “La fine del mondo è alle porte”. E’ una voce flebile nel buio che gracchia “State attenti…state attenti…state attenti”.
Ma la canzone non è finita. Mancano forse i versi più importanti, quelli dove cercare la ragione dell’amore di Nick per la ragazza del West Country. E dove cercare, probabilmente, anche le radici per la loro separazione. L’elenco continua, ed arriva alla voce, la stessa voce che incanta migliaia di fan nel mondo, la voce che ha cantato la gioventù di Dry, i deliri di Rid of me e la passione di To bring you my love. Il suo accento aperto, che ho sentito, e che è stato travasato nel mio cuore umano -quasi come se lei non lo fosse, umana, con una voce di intensità tale da essere travasata– e mi ha ripempito d’amore fino all’orlo e mi ha ucciso, e ricostruito ancora una volta, con qualcosa a cui puntare. La sua voce l’ha riempito d’amore fino ad ucciderlo, per poi resuscitarlo come persona nuova con something to look forward to, degli obiettivi, delle speranze, qualcosa cui aspirare; un futuro. Non è questo il risultato più alto che l’amore possa conseguire? E non è questo anche il motivo per cui un amore finisce?
Non sta a me, la risposta. Ma Nick Cave, lui lo sa.
[Nick Cave and the Bad Seeds – West Country Girl. Da The Boatman’s Call (1997)]
Live report: La Crus e Cristina Donà
Ieri e l’altro ieri doppietta di concerti. E mercoledì, coi Giardini di Mirò, facciamo 3.
Venerdì, La Crus live@Io Street Club (Rimini)
Non auguro a nessuno di trovarsi a vedere dal vivo, per l’ennesima volta, una delle band che si ha più amato in passato, e rendersi conto che il tempo passa, e le cose cambiano. Non è stato un brutto concerto, tutt’altro: le canzoni ci sono, la band ha una sua presenza, i brani più veloci guadagnano dell’impatto live; Un bel concerto, insomma, come lo descrive Storie. Eppure…eppure c’è qualcosa che non va. La voce qua e là viene a mancare, la batteria è spesso fuori luogo, i pezzi elettronici starebbero meglio in un dj set, l’atmosfera è svagata. Si tratta di sfumature, che sommate tra loro, e paragonate all’intensità del passato, rivelano un quadro piuttosto triste. Ci provano, resistono, ma è l’inizio della fine.
Ieri, Cristina Donà live@Estragon
Ma perchè nessun produttore riesce a rendere giustizia su disco alla straordinaria potenza e versatilità della voce della cantautrice milanese? In Dove sei tu è suadente, poi gorgheggia in Stelle buone, si fa tromba (sic) alla fine di Mangialuomo, parodia in The truman show, stridulo uccello in Nido, e molto di più. Perchè nessuno riesce a farla uscire con la qualità che merita, e a tirar fuori il capolavoro che tutti aspettano, e che ogni volta viene rimandato?. E perchè la chitarra graffiante di Lorenzo Corti sul disco è più fiacca, e le percussioni ipercinetiche di Christian Calcagnile meno travolgenti che dal vivo? Che sia troppo per un cd?
Se non l’avete mai vista dal vivo, non perdetevela. E se l’avete già vista…beh, sapete di non poterne fare più a meno.
Isn’t it nice when things just work?
Il nuovo spot della Honda è imperdibile. Un piccolo gioiello di genialità, con un’idea semplice alla base, ma con una realizzazione che, immagino, dev’essere stata infernale. Dategli un’occhiata (è un filmato, quindi è un po’ pesante…ma vale, fidatevi).
(grazie all’A.nonimo)
Quando si dice l’affinità
Ho provato il gioco delle affinità elettive che 3G Granieri ha messo in piedi. Splendido, sarei davvero curioso di sare un’occhiata all’algoritmo che c’è dietro, per vedere quanto e come conta avere la stessa idea su Baricco, sulla tv o sui libri. Anche se probabilmente non ci capirei granchè.. :-|
Il risultato: sono affine, tra gli altri, a vari blog già presenti nella mia playlist quotidiana: Brodo Primordiale, Quarky, Clutcher, ManteBlog e 4 Banalitaten. Chiamatelo pure gioco, però funziona.
[Ah, collegato c’è anche CercamiBlog, altra automagia per individuare i percorsi di lettura quotidiana. Non lo si chiamava Guru a caso…]
Perle
Aiutando i miei a spostare dei mobili a causa degli ennesimi lavori in casa -mobili che, a mia memoria, hanno girato mezza casa e non trovano pace in nessuna stanza- sono incappato in una serie di 33 giri che risalgono all’evidentemente sventurata gioventù dei miei genitori. Dove qualche mio amico ha genitori che possedevano copie originali di Sergent Pepper, Velvet Undergound & Nico, De Andrè o del primo Battiato, io ho trovato Albano e Romina, Gianni Morandi, Rita Pavone, qualche Sanremo -tra cui un’edizione, quella del 65, che mi ha colpito per la completa e inquietante assenza di nomi a me noti- e lo splenidio Pippo Baudo racconta, vinile spoken word in cui il Pippo nazionale racconta fiabe immortali quali Il lupo vegetariano, L’assedio di Fort Balsamo, Il cane che miagola e L’agente QQ7. Non credo avrò il coraggio di ascoltarlo.
In arrivo il cellulare che non si scarica mai
O almeno così pare. E sfumerà anche l’ultima scusa per spegnere il telefono al momento giusto…
Sai quante denunce ci sarebbero da fare, allora…
Alcuni fan hanno denunciato i Creed per aver fatto un brutto concerto, e chiedono un lauto rimborso. Se le denunce vengono accolte, ho in mente vari artisti pronti per la bancarotta…
Listening room (5)
La Crus – Ogni cosa che vedo: Dimenticate L’urlo, il singolo danzereccio che tenta -abbastanza pateticamente- la strada radiofonica (l’ho già descritto e smontato qui), e tenete in mente i ‘vecchi’ La Crus, quelli di Dentro me: ecco, ci siete vicini. Singolo a parte, infatti, Ogni cosa che vedo è un disco in puro stile La Crus, 100% ballate eteree, lirismo metropolitano e trip-hop nostrano. Meno chitarre acustiche e più elettronica à la Dining Rooms (side-project del deus ex machina Cesare Malfatti), ma per il resto il riferimento più vicino è il capolavoro della band, Dentro me, che a metà anni ’90 ha fatto urlare al miracolo per la bellezza di canzoni ed arrangiamenti.
A volte si tenta la soluzione più uptempo (La giacca nuova o Prima che la notte), e si esplorano nuove sonorità (l’elettro-bossa Come una nube, o l’impasto sonoro dell’iniziale Voglio avere di più), così il suono della band si arricchisce senza perdere la sua particolare cifra stilistica. E con la bristoliana La nevrosi o il meraviglioso duetto con Cristina Donà (che compare in 3 canzoni), Ad occhi chiusi -tra le canzoni più belle mai scritte dal gruppo milanese- siamo alle vette dell’album. Se riuscite a superare la mancanza di idee del primo singolo e la povera grafica di copertina e booklet (passi falsi imperdonabili per una band in cerca della visibilità che merita), ed arrivate al cuore del disco, le canzoni, non potrete rimanere delusi. 8.5/10
Venus – Vertigone: Ce l’hanno fatto sudare questo secondo cd in studio, i belgi Venus. Abbandonata l’italiana Sonica che ha pubblicato il primo cd, Welcome to the modern dance hall, e reduce da una pausa di qualche anno, la band di Marc Huygens ci regala un’altra opera bella ed originale, che miscela pop intelligente, rock acustico ed arrangiamenti raffinati eppure essenziali ed incisivi, di gusto spiccatamente mitteleuropeo.
Il suono della band si è arricchito, l’apporto degli archi non è più così pervasivo mentre guadagnano spazio organo, rhodes e tastiere. A suonarli lo stesso Huygens o due ospiti d’eccezione: Pall Jenkins dei Black Heart Procession -i due si sono conosciuti alla ormai leggendaria edizione di 3 anni fa del festival Frequenze Disturbate-, la cui influenza si fa sentire in tutto il disco, e Michela Manfroi, ex degli indimenticati Scisma (di cui parlavo qui). Nascono così vere perle come la cameristica After the storm, splendido incipit che prende per la mano l’ascoltatore, mentre Beautiful Day, la più orecchiabile, ricorda il primo cd, e Wanda Wultz è una miscela di pathos ed inquietudine che si risolve in un trascinante refrain. Meravigliosamente classico ed obliquo, il cd non accenna ad annoiare, ed anzi guadagna ad ogni ascolto. Speriamo che con Vertigone i Venus abbiano il successo che meritano. 8/10
[Listening room: (1), (2), (3), (4)]
Il libro più veloce del mondo
Scritto, stampato e venduto in 12 ore: l’hanno fatto ieri a Colonia (in tedesco).
Ma immagino che, veloce com’è stato scritto, sarà dimenticato.
Povere t.A.T.u.
Il duo ex-lesbo di lolite russe lancia un appello alle “più belle e giovani ragazze“ a posare nude come modelle in una foto con loro, per la copertina del loro nuovo cd, e la National Society for the Prevention of Cruelty to the Children si arrabbia. Perchè, che hanno fatto di male? :-)
Di questo condivido anch le virgole
Paolo De Andreis su Digital Millennium Copyright Act, discografia e libertà.
E intanto, tra qualche giorno, entra in vigore il decreto che aumenta il prezzo dei cd vergini….