Nastrone of the season
L’Estate è alle porte e, come tutti gli anni, si avvicina il momento di produrre il nastrone estivo. Il nastrone estivo, come è ovvio, è la compilation che mi accompagnerà per tutta l’Esatte, quella che, l’inverno seguente, non potrò ascoltare senza una lacrimuccia pensando ai pomeriggi passati sui colli e alle serate a bere sangria. Dev’essere abbastanza versatile da adattarsi ai pigri pomeriggi a rosolare al sole e alle serate con gli amici, ma deve contenere anche musica motivazionale da mettere sul piatto prma di uscire, senza dimenticare la fondamentale funzione on the road di colonna sonora per i viaggi. Soprattutto, però, il nastrone dev’essere fatto di belle canzoni.
Ancora non è giunto il momento dell’incisione definitiva -del resto manca ancora un mesetto perchè sia Estate….magari poi quando l’avrò finito lo mando a Cesare– ma ho già alcuni titoli che mi ronzano per la mente. Non potrà non esserci When damage isn’t already done dei Radio Dept, il cui riff semplice e prodigioso sta già illuminando le più gloriose mattinate di questo tardo Maggio, e, per raggiungere la giusta dose di twee, The silence has broken di Ant e gli Yo la tengo più spensierati di Season of the shark. E se per radio impazzano i tormentoni di musica latina, io faccio la mia parte con gli ineffabili Calexico e magari con un tango dell’ineguagliata raccolta dei Gotan Project.
Sul versante elettronico, un’altra certezza è Left Handed, il nuovo singolo dei Lali Puna, che a qualcuno ricorda gli Scisma ma in cui io sento soprattutto l’influenza dei cugini Notwist, con quelle chitarre così andanti e liquide finora inedite per la band di Valerie Trebeljahr. Come sa chi mi legge da un po’, non posso esimermi dall’inserire i Postal Service, che hanno esattamente lo spirito che voglio per i mesi a venire. Troverà posto anche qualcosa dei Dining Rooms, che fanno così club, per le serate radical-chic a parlare di ignoti artisti contemporanei.
Per quanto riguarda i ripescaggi d’annata, non mancherà Modern Nature, quella canzoncina tanto carina del norvegese Sondre Lerche che, sarà perchè l’ascoltavo molto l’anno scorso, mi fa venire in mente serate in piazza e vino. Tra i classiconi, è un periodo molto Blister in the sun (Violent Femmes) e Here comes your man (Pixies), con Sleep the clock around dei Belle and Sebastian per svegliarmi dalle giornate sonnacchiose. Poi ci voglio Take five di Dave Brubek, che non c’entra evidentemente nulla con le altre canzoni perchè ci vuole sempre una mosca bianca in ogni nastrone che si rispetti.
Per quanto riguarda l’Italia, in un mix estivo sono imprescindibili i Baustelle di Le vacanze dell’83, uno di quei motivetti che trasudano ferie, mare e demenzialità, con una probabile sortita degli Yuppie Flu e di qualcosa dei Giardini di Mirò, quando riuscirò a sentire l’album nuovo.
Per ora sono arrivato qui, ed già che ci sono approfitto del blog per chiedere suggerimenti. Secondo voi c’è qualcos’altro che non può assolutamente mancare?
Il primo che dice Chihuahua lo uccido.