Libero? Tutt’altro…
Qualche giorno fa parlavo con un amico dei vari provider free italiani (si, sono un geek) e dell loro alterne vicende. Molti ne sono nati e ne sono morti, alcuni monchi dalla nascita, alcuni vittima di deliri di onnipotenza, altri naufragati quasi subito. Io difendevo la mia fedeltà a Libero, di cui sono utente da qualcosa come 5 anni; l’ho usato per anni per collegarmi da casa, mi sono servito massicciamente dei loro servizi, ho ricevuto il loro spam, ho cliccato sui loro banner e ho contributo al loro successo consigliandoli a tutti gli amici che volevano un accesso a Internet. Ero convinto -ingenuo- che avrei mantenuto il mio indirizzo @libero.it (che come avrete intuito non è quello che uso sul blog) ancora per molto tempo, perchè Libero non mi aveva mai dato motivo per dubitarne. E a quel punto, dal nulla, è arrivata la mazzata, che potete leggere in dettaglio qui.
Da Novembre il servizio mail via POP (per scaricare la mail su un client come Outlook o Eudora) diventerà a pagamento per chiunque non si colleghi con Libero. Immaginate chi controlla la posta da diversi computer con connessioni differenti, chi lo fa dal posto di lavoro, o chi, come me, ha già sottoscritto un contratto ADSL con qualcun’altro: la scelta è tra pagare per avere un servizio uguale a quello attuale o, in alternativa, cambiare indirizzo con infinite scocciature per avvertire tutti i contatti frutto di anni di net-attività. E’ chiaro che a Libero fanno leva su questo, pensando che molti ragionino così e, sopraffatti dall’inerzia, decidano di pagare per evitare scocciature.
E proprio per questo, ho deciso di non perdonargliela, e di abbandonarli. Ho già creato un nuovo indirizzo altrove, e sto spargendo la voce tra i miei contatti. Ci vorrà un po’, e per qualche mese rischierò di perdermi qualche mail. Pazienza, è una questione di principio. Non si cambiano le regole in corsa, non si costringono i propri utenti più affezionati a pagare contando sulla loro paura di cambiare. Mi spiace per Libero, ma un autogol simile non si perdona.
[se avete anche voi un indirizzo su Libero, pensateci bene]