We don’t play guitars, ma anche col mixer…
«Il peggior DJ set a cui io abbia mai assistito», «Imbarazzante», «Tristissimo»: di questo tenore erano i commenti alla fine della serata. Nessuno si aspettava dalle Chicks on Speed chissà quale lavoro di mixer e piatti, o quale selezione raffinata e avanguardistica; ma ieri non eravamo neanche al livello sindacale. La serata invece è non è stata male. Ma andiamo con ordine.
Alla fine ieri sera, abbattuta ogni incertezza, si è deciso per il nightclubbing. Decisione non casuale, visto che in città c’erano niente meno che le Chicks on speed, artiste/musiciste/performer molto hip in questo periodo, autrici di 99 cents, uno dei dischi più divertenti dell’anno, e di quella We don’t play guitars che fa faville nelle tv musicali e sui dancefloor più illuminati di mezzo mondo. Niente concerto però: il trio di Berlino era a Bologna per un DJ set, che tra l’altro avrebbe avuto luogo al Cassero, celeberrimo locale gay di cui si dice sia l’unico vero club, nel senso londinese del termine, da queste parti. Fino a ieri non c’ero mai stato, e non credo ci tornerò spesso (non è proprio il mio genere, nè per la musica nè in quanto a gusti sessuali), ma devo dire che l’aura di leggenda è meritata, e che l’atmosfera era veramente trend-fashion, cui non sono avvezzo ma in cui una volta ogni tanto è interessante immergersi.
Venendo alla musica, l’highlight della serata sono state probabilmente le Vanity Kills, con un live corto e spumeggiante che seguendo fedelmente i dogmi dell’elettroclash, ed avendo Miss Kittin ben in mente, ha regalato un concerto trascinante tra pezzi propri, l’ottima cover di Boys don’t cry e un finale bastard-poppizzato su Blue Monday, con tanto di strip-tease della performer e folla in delirio.
Quando, a seguire, le ‘Pupe Sotto Anfe’ sono salite in consolle la festa è finita. Il loro DJ set è stato breve, inconsistente, composto per lo più di pezzi assurdi (del resto questa è arte, mica musica da ballo..), completamente imballabili, e, soprattutto, mixati davvero male. Finale con We don’t play guitars urlata sopra il disco, e dopo un’oretta tanti saluti, il trio tedesco ha lasciato in consolle l’assai più bravo resident dj (il quale ha messo i Rapture -pezzo da ballo dell’anno, secondo me- e la differenza si è vista). La serata è stata molto divertente, ma le COS mi sa che è meglio che continuino a fare performance e proclami socio-politici. The great electro-clash swindle?