Miscellanea

martedì, 25 11 2003

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If it’s not love…then it’s the bomb..
Secondo il test Quale canzone degli Smiths sei, io sono Ask. Abbastanza patetico, se volete saperlo..
(segnalato da Shoegazer)
Ask
You are “Ask.” Morrissey says it best himself: “Shyness is nice, and shyness can stop you from doing all the things in life you’d like to.” You don’t like yourself, you have no confidence, you want to fall in love, but it’s not happening. It might, if you’d just leave the house once in a while..

Which Smiths song are you?
brought to you by Quizilla







martedì, 25 11 2003

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MEI Day MEI Day
Come tutti gli anni, sabato e domenica a Faenza c’è il Meeting delle Etichette Indipendenti, la fiera della musica italiana indipendente. Un posto in cui, tra concerti, presentazioni, convegni e premiazioni, non si può non fare un salto.
Qui c’è il programma (come sempre provvisorio): dategli un’occhiata, è abbastanza ubriacante.


martedì, 25 11 2003

Stagioni (un post bu…

Stagioni (un post bucolico)
Ogni volta che sto un po’ di tempo senza tornare a casa dei miei, tendo a dimenticare la vera essenza del ciclo delle stagioni. In città quello che cambia da un mese all’altro è la percentuale di grigio nel cielo, il numero di giorni in cui il sole sorge che piove e tramonta che piove ancora e il numero di ore in cui è necessario accendere il riscaldamento o, eventualmente, maledire la canicola infernale. Da queste parti, invece, basta guardare fuori dalla finestra per accorgersi che le cose sono un po’ diverse. Il bosco dietro casa presenta una quantità di colori e sfumature davvero eccezionale, non si può aprire la porta senza essere invasi dall’odore di erba, corteccia e foglie, e le colline dei dintorni sono così vivide che non può non venirti voglia di fare una corsa o di rotolarti sul prato umido. E ti scopri, nel primo pomeriggio, a guardare il paesaggio dalla finestra ascoltando il bellissimo -e molto appropriato- disco di Sufjan Stevens, una specie di Badly Drawn Boy più americano e più boschivo, e a pensare che sì, qui un giorno tu vorresti tornare a viverci.

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lunedì, 24 11 2003

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Non fosse che il mio inglese è un po’ rudimentale
Magari parteciperei anche al Douglas Coupland 1000 words short story award, il premio letterario per racconti (ispirati a foto) il cui vincitore viene scelto nientemeno che da Douglas Coupland.
[ed eviterò ogni battuta del genere «Ma non sarebbe meglio che si concentrasse nello scrivere un libro sul livello dei suoi primi capolavori, visto che l’ultimo non è il massimo?». Sì, la eviterò.]


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lunedì, 24 11 2003

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Si dia il via alle danze
Non siamo neanche a Dicembre (e non c’è ancora stata la premiazione degli IndieBlogAwards), che già si parte: Rossano Lo Mele, batterista dei Perturbazione e uno tra le penne di punta di Rumore, stila sul blog della band la sua classifica dei 10 dischi del 2003. A occhio e croce ce ne sono vari in comune; per scoprirlo, comunque, dovrete pazientare ancora qualche settimana..

lunedì, 24 11 2003

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I fan di Star Trek sono dei nerd?
Non lo so di certo; ma se date un’occhiata a questo sito, dedicato da un fan alle Donne Klingon nude forse riuscirete ad arrivare a una risposta.

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lunedì, 24 11 2003

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Covoclub
Ogni volta che vado al Covo (ormai tutte le settimane, più o meno) c’è una serie di cose che non posso fare a meno di pensare:
– è l’unico locale bolognese in cui mi riconosco, e della cui frequentazione faccio vanto
– la musica spesso mi delude. Ma solo perchè qui mi aspetto sempre il massimo, e una serata dopo l’altra sono stato viziato dai dj
– esiste un locale migliore di questo, al mondo? Se sì, qualcuno me lo indichi
– forse sarà l’effetto del posto, del buio, o dell’Heineken a 2€, sta di fatto che qui le ragazze qui sono bellissime. E mai che io osi provare ad attaccarci bottone. Ora che Stylus Magazine ha pubblicato una serie di suggerimenti su come approcciare le ragazze ai concerti, magari mi decido. O anche no.





venerdì, 21 11 2003

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo
La seconda puntata di RAIOT verrà trasmessa in diretta da Sabina Guzzanti all’Auditorium di Roma domenica 23 novembre alle 20.30 nella sala grande da 2.500 posti. Nella Cavea esterna verrà installato un maxi schermo per consentire una larghissima partecipazione di pubblico. Verrà proiettata la seconda puntata della trasmissione sospesa dalla decisione del CdA Rai. Bisogna fare tutto il possibile per riempire Auditorium e Cavea. Abbiamo avuto l’autorizzazione da parte di Sabina Guzzanti a riprendere e mandare in onda via satellite lo spettacolo. In molte città (ad esempio a Firenze nello storico Teatro Puccini) si installeranno schermi e maxischermi per manifestare il no alla censura. Invitiamo tutti coloro che sono interessati ad attivarsi per riempire teatri, palasport, case del popolo, circoli privati e locali. Sul sito
http://www.bobi2001.it tutte le informazioni nelle prossime ore.
Se vi siete persi la prima puntata scaricate il video completo diviso in 4 parti (1, 2, 3, 4)


venerdì, 21 11 2003

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We don’t play guitars, ma anche col mixer…
«Il peggior DJ set a cui io abbia mai assistito», «Imbarazzante», «Tristissimo»: di questo tenore erano i commenti alla fine della serata. Nessuno si aspettava dalle Chicks on Speed chissà quale lavoro di mixer e piatti, o quale selezione raffinata e avanguardistica; ma ieri non eravamo neanche al livello sindacale. La serata invece è non è stata male. Ma andiamo con ordine.
Alla fine ieri sera, abbattuta ogni incertezza, si è deciso per il nightclubbing. Decisione non casuale, visto che in città c’erano niente meno che le Chicks on speed, artiste/musiciste/performer molto hip in questo periodo, autrici di 99 cents, uno dei dischi più divertenti dell’anno, e di quella We don’t play guitars che fa faville nelle tv musicali e sui dancefloor più illuminati di mezzo mondo. Niente concerto però: il trio di Berlino era a Bologna per un DJ set, che tra l’altro avrebbe avuto luogo al Cassero, celeberrimo locale gay di cui si dice sia l’unico vero club, nel senso londinese del termine, da queste parti. Fino a ieri non c’ero mai stato, e non credo ci tornerò spesso (non è proprio il mio genere, nè per la musica nè in quanto a gusti sessuali), ma devo dire che l’aura di leggenda è meritata, e che l’atmosfera era veramente trend-fashion, cui non sono avvezzo ma in cui una volta ogni tanto è interessante immergersi.
Venendo alla musica, l’highlight della serata sono state probabilmente le Vanity Kills, con un live corto e spumeggiante che seguendo fedelmente i dogmi dell’elettroclash, ed avendo Miss Kittin ben in mente, ha regalato un concerto trascinante tra pezzi propri, l’ottima cover di Boys don’t cry e un finale bastard-poppizzato su Blue Monday, con tanto di strip-tease della performer e folla in delirio.
Quando, a seguire, le ‘Pupe Sotto Anfe’ sono salite in consolle la festa è finita. Il loro DJ set è stato breve, inconsistente, composto per lo più di pezzi assurdi (del resto questa è arte, mica musica da ballo..), completamente imballabili, e, soprattutto, mixati davvero male. Finale con We don’t play guitars urlata sopra il disco, e dopo un’oretta tanti saluti, il trio tedesco ha lasciato in consolle l’assai più bravo resident dj (il quale ha messo i Rapture -pezzo da ballo dell’anno, secondo me- e la differenza si è vista). La serata è stata molto divertente, ma le COS mi sa che è meglio che continuino a fare performance e proclami socio-politici. The great electro-clash swindle?




venerdì, 21 11 2003

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Casomai vi trovaste ad averne bisogno
Come farsi delle mutande con un fazzoletto.

giovedì, 20 11 2003

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The body apartment complex
Oggi mi hanno scritto in una mail «Davvero ti piacciono i Postal Service? Non lo sapevo. Non ne hai mai scritto sul blog…» (eccole qua, le relazioni sociali al tempo dei blog..) Ho realizzato che è vero: nonostante io abbia ascoltato tantissimo Give up tra Marzo e Luglio, ho scritto al massimo un paio di post che toccavano tangenzialmente il disco di Gibbard & Tamborello (qua un post notturno e intimista di nessun interesse). Suppongo a questo punto di non potermi candidare nell’apposita categoria degli IndieBlog Awards (tra l’altro non ho mai parlato neanche dei Radio Dept, anche se entrambi i gruppi hano avuto un posto d’onore nel mio celebre nastrone estivo)..
Forse se qualcuno avesse visto l’esaltazione d’altri tempi con cui ho ballato Such Great Heights e Clarke Gable le ultime volte che sono stato al Covo, oppure se avesse sentito gli ululati che emetto quando tento di riprodurre sotto la doccia le versioni acustiche di We will become silhouettes (rifatta dagli Shins) e della solita Such Great Heights (nella Iron and Wine version), magari cambierebbe idea. Oppure se aveste sentito la mia bizzarra teoria sul significato di The district sleeps alone tonight, basata sul fraintendimento del verso in this gaudy apartment complex…ero convinto che Ben Gibbard cantasse in this body apartment complex, ed ero ammiratissimo per l’espressione tanto stringata ed efficace con cui era riuscito a riassumere la sensazione di estraneità e non appartenenza al proprio corpo (il complesso del corpo appartamento, appunto). Che delusione, quando ho scoperto la verità. Ma il disco rimane grande.


giovedì, 20 11 2003

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Oops, mi è impazzito il blog
Guardate qui (e abbiate un po’ di pazienza, ci mette un po’ a caricare). E se volete vedere anche voi cosa si prova

mercoledì, 19 11 2003

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L’angolo Potemkin
Su Airbag, fino ad ora, è il pezzo che abbiamo programmato di più: Still in love song degli Stills è proprio una grande canzone. Ha un tiro irresistibile (soprattutto nel mix 12″), viene dalla migliore new wave, attualizzata come farebbero degli Interpol più morbidi, ed è ruffiana quanto basta per farsi amare fin dal primo ascolto. Il disco intero degli Stills (Logic will break your heart), invece, è una schifezza. Vi bastino queste parole: sembrano i The Ark. Dio ce ne scampi.
Di Ellen Allien si legge benissimo in giro, ma a me è sembrata davvero elettronica da ballo già sentita e abbastanza inutile. Del resto non è proprio il mio campo, e sarò grato a chiunque me ne vorrà spiegare i meriti, ma per me rimande un disco-da-un-ascolto-senza-altre-possibilità.
Cesare Basile, invece, mi piaceva molto. Il suo Closet Meraviglia è uno dei migliori album italiani del 2001, e riesce a coniugare musica d’autore e rock oscuro in maniera inedita dalle nostre parti. L’ultimo disco, Gran Calavera elettrica, non regge proprio il confronto: cupo e lento, di difficilissimo ascolto, stlisticamente involuto e con dei testi di una pesantezza unica. Alla decima canzone che parla di anime morte in coda, riferimenti biblici, bande di paese che suonano, madri defunte, insonnia e disperazione di ogni genere e grado è difficile non spingere il tasto stop. E ve lo dice uno che è cresciuto a pane e Nick Cave, che di musica oscura se ne intende (e la ama). Ma qui non ho davvero retto.
Coi Cooper Temple Clause, invece, è quasi troppo facile; le major, abituate a cose scontate tipo Evanescence o Rasmus (che pure hanno un loro perchè) hanno provato a buttarsi su musica più complessa, sbagliando però decisamente il tiro. Nonostante il Mucchio e Rumore li abbiano incensati, la musica dei CTC è talmente già sentita da reinventare il significato della parola ‘derivativo’. Il primo gruppo a venire in mente sono i Nirvana, per la voce cobainiana del cantante, poi i Radiohead perchè sono british e si sente, ma anche i Muse per l’attitudine al rock enfatico. E ancora i Sonic Youth di Drunken Butterfly, da cui è copiato paro-paro il riff del primo singolo, e persino i Grandaddy, visto che Blind Pilots assomiglia in maniera inquietante alla loro The Crystal Lake, e non solo per la tastierina un po’ sfasata. Insomma, se qua e là gli spunti interessanti non mancano, il disco nell’insieme è un gran pastrocchio.
[E anche per questo mese è fatta.]





mercoledì, 19 11 2003

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Febbre a 90 (metri)
Il prossimo libro di Nick Hornby -tra gli scrittori favoriti del presente blog- racconterà di tre persone che si incontrano mentre stanno tutte e tre tentando di uccidersi saltando giù dallo stesso tetto. Lo ha dichiarato lui stesso, leggendone anche dei pezzi, in una lezione tenuta al corso universitario in cui insegna Zazie Smith.
(via MarsilioBlack)


mercoledì, 19 11 2003

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…e con l’aiuto della gemella segreta riesce a incastrare il killer..
Il generatore di trame di soap opera.

martedì, 18 11 2003

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Re-view
Come sempre, Giuseppe Granieri una ne fa e cento ne pensa. Dopo aver lanciato il Blog Aggregator, un ottimo strumento per scovare notizie e pareri interessanti nella blogosfera, è la volta di The Blog Review of Books e The Blog Review of Music, due BlogMagazine in cui qualunque blogger può postare la propria recensione di un libro o di un disco. Per aprire le danze della versione musicale della review, lanciata oggi, è stato scelto -quale onore- il mio post sul disco dei Wrens. Forse ne verrà fuori un nuovo sito di riferimento da tenere d’occhio per scoprire libri o dischi interessanti, forse collaboreranno in pochi, preferendo tenersi le recensioni per i propri blog, forse la blogosfera è troppo vasta e per un magazine ad accesso libero e non filtrato, non sta a me dirlo. Per ora non resta che vedere come si evolve la situazione e, se si ha voglia, dare una mano.

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martedì, 18 11 2003

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Non sarà che l’hanno usata perchè ora è di moda? Nooo? Sicuri?
RockOl riporta che a Dicembre inizia il primo Blog music duel, a cura della -a me ignota- Camion Records. Non mi è chiara una cosa: cosa c’entra la parola blog?

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martedì, 18 11 2003

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La solita classifica del Guardian
I 40 migliori registi al mondo secondo il Guardian. Al primo posto Lynch, poi Scorsese, i Cohen, Soderbergh e così via. Forse non c’è bisogno di dirlo, comunque non ci sono italiani. E nelle ultimissime posizioni Von Trier, Fincher e Van Sant, superati da una pletora di nomi inutili.
[e, ahimè, ce ne sono diversi il cui nome non mi dice nulla. urge documentarsi]


lunedì, 17 11 2003

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Non è quello che avevi pianificato
Potrei incolpare l’overflow informativo del terzo millennio, dire che siamo bombardati da troppi stimoli per riuscire a dare a tutti l’attenzione che si meritano, potrei banalmente scaricare la colpa sul web o sui 30.000 blog di Splinder o nascondermi dietro la scarsità di tempo libero che ultimamente mi afflige. Oppure potri semplicemente ammetterlo: sia Pitchfork che Stylus Magazine un mesetto fa hanno usato per lo stesso cd l’espressione album dell’anno, e io non me n’ero accorto.
Rovesciando la frittata, potrei comunque dire che quel cd lo sto ascoltando da un po’, e che mi è piaciuto fin dai primi ascolti -nonostante io non sia molto famigliare con la storia del gruppo che l’ha prodotto- e che, alla fine, sono qui a scriverne. Meglio tardi che mai, si dice in questi casi.
I Wrens non facevano dischi da 7 anni. Tutti li avevano dati per morti: ormai sono sulla quarantina, hanno dei lavori rispettabili, uno è pure sposato; avranno messo la testa a posto e abbandonato il sogno di diventare rockstar, ti dici. E invece no: un paio di mesi fa i Wrens (gli scriccioli, nel senso ornitologico del termine) se ne sono usciti con The Meadowlands, un gran bel cd che suona come un disco rock di metà anni ’90 (in senso buono), con dentro ottime canzoni con titoli stupendi (The house that guilt built, Ex-girl collection, 13 months in 6 minutes, This is not what you have planned). Pitchfork ha sparato un 9.5, il voto più alto dato finora nel 2003, Stylus Magazine ha fatto al gruppo una (consigliatissima) intervista da fan devoti, piena di retroscena e candida ingenuità, Gomitolo ha dedicato al disco un post molto ispirato, e sospetto che sulla lunga distanza questo disco verrà fuori col successo che si merita. Perchè è rock senza se e senza ma, con lo spirito e la passione giusta, la rabbia e la frustrazione che ci vuole (ad esempio in Every year you wasted, la mia preferita), ma anche la dolcezza e la spensieratezza del pop, e lo scazzo più indie, e il sussurro di qualche ballata atmosferica e qualche pianoforte meditativo ogni tanto.
Proprio un bel disco, quello dei Wrens. Sicuramente non è quello che avevano pianificato. Ed è un bene, datemi retta.




lunedì, 17 11 2003

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Rai8t Act
Hanno rischiato di censurarla già stasera, ma all’ultimo hanno fatto retromarcia. Ma dalla prossima volta ci riusciranno, non ho dubbi. La prima puntata di Rai8t – Armi di distrazione di massa, nuova trasmissione di Sabina Guzzanti, è stata piuttosto pesante. A tratti brillante (le ormai classiche imitazioni di Gasparri e Berlusconi, quelle nuove e riuscitissime dell’Annunziata e della Palombelli, il Gollum/Vespa assolutamente da urlo), a tratti talmente di parte da far sentire a disagio anche uno come me, che quella parte la sostiene. Ci è andata giù pesante, con toni quasi da comizio, e coi tempi che corrono temo non gliela perdoneranno. Certo, anche la sinistra ha avuto la sua parte (il geniale consiglio comunale, piuttosto inquietante perchè purtroppo le cose funzionano anche così), ma è nulla rispetto alla dose che si è beccato Berlusconi. La Guzzanti ha detto solo la verità, con toni più giornalistici che da satira, e il risultato è stato davvero forte, quasi spudorato. Siamo davvero così disabituati a sentir dire le cose come stanno?

sabato, 15 11 2003

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«..che è in tour: questa sera è all’Ospedale Maggiore..»
La puntata di Airbag di ieri sera, qui e qui (come sempre, gli mp3 sono disponibili solo per una settimana), dedicata a Milf, l’autore delle nostre musiche originali, noto ora anche come «il Patch Adams dell’elettronica da laptop bolognese». Come sempre un’ora di cazzate e buona musica (almeno quella).

sabato, 15 11 2003

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So I never tried
It’s four in the morning, the end of December
I’m writing you now just to see if you’re better
New York is cold, but I like where I’m living
There’s music on Clinton Street all through the evening.
I hear that you’re building your little house deep in the desert
You’re living for nothing now, I hope you’re keeping some kind of record.

Yes, and Jane came by with a lock of your hair
She said that you gave it to her
That night that you planned to go clear
Did you ever go clear?

Ah, the last time we saw you you looked so much older
Your famous blue raincoat was torn at the shoulder
You’d been to the station to meet every train
And you came home without Lili Marlene
And you treated my woman to a flake of your life
And when she came back she was nobody’s wife.

Well I see you there with the rose in your teeth
One more thin gypsy thief
Well I see Jane’s awake
She sends her regards.

And what can I tell you my brother, my killer
What can I possibly say?
I guess that I miss you, I guess I forgive you
I’m glad you stood in my way.
If you ever come by here, for Jane or for me
Your enemy is sleeping, and his woman is free.

Yes, and thanks, for the trouble you took from her eyes
I thought it was there for good so I never tried.
And Jane came by with a lock of your hair
She said that you gave it to her
That night that you planned to go clear

Sincerely, L. Cohen






































venerdì, 14 11 2003

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Uff, che giornata complicata
Oggi mi servirebbero in ordine: la trilocazione, il teletrasporto, la telecinesi e la telepatia. Pant pant.

venerdì, 14 11 2003

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Le peggiori copertine di dischi di tutti i tempi
La prima parte era qui, la seconda però è molto meglio..Ma l’avete vista la copertina di Back to the sh*t di Millie Jackson?

venerdì, 14 11 2003

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Vietato drogarsi
Ma3got sull’approvazione della legge che equipara consumo e spaccio di droga, anche per le droghe leggere.
[a me quello che fa più ridere è che si chiama Casa delle libertà…]


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