Hawking non deve morire
Sarà anche uno scienziato geniale, ma la sfiga lo perseguita: non solo è immobilizzato in una carrozzella per il morbo di Charcot, ora la moglie lo mena pure. Hai voglia a essere il più grande genio vivente.
Hawking non deve morire
Sarà anche uno scienziato geniale, ma la sfiga lo perseguita: non solo è immobilizzato in una carrozzella per il morbo di Charcot, ora la moglie lo mena pure. Hai voglia a essere il più grande genio vivente.
Copioincollo dall’IM, un paio di sere fa
[ink] i’m singin in the rain…
[ink] just singin in the rain
[Mr.6] ma non piove… non starai mica violentando donne in calzamaglia rossa caro drugo?
[ink] dammi del latte più
[Mr.6] whazzup?
[ink] niente
[ink] ascoltavo il buon vecchio ludovico van
[ink] (non è vero)
[Mr.6] se sta sera esci a picchiare barboni però nono ti faccio compagnia che oggi non ho fatto niente
[ink] è che non esco di casa da quasi 100 ore
[ink] 100 ore per la vita
[Mr.6] cos’è un bizzarro esperimento sociologico? tipo quelli che stanno giorni in uan grotta per vedere i cicli sonno-veglia?
[ink] non vedo cosa dovrei uscire a fare?
[Mr.6] non credo che fissare le stesse pareti per così tanto tempo ti faccia bene…
[ink] fisso il computer
[ink] il mio tessssoro
[ink] vogliono rubarcelo
[ink] distruggerlo
[ink] ma noi glielo impediremo
[Mr.6] mi fai paura….
Take me out
Il disco non è ancora uscito (anche se chi vuole sa come trovarlo), e già ne parlano tutti. L’ennesimo caso di hype spropositato? O c’è anche un po’ di arrosto? Il 13 marzo possiamo scoprirlo di persona. Ladies and gentlemen, i Franz Ferdinand al Covo.
[Homesleep festival??]
Non sono l’unico sulla via della follia
Un finlandese ha tradotto delle canzoni di Elvis in antico sumero.
I don’t need life, I’ve got my blog
E’ che quando si supera il centinaio di ore di permanenza consecutiva in casa (una casa neanche tanto grande, tra l’altro), la salute mentale comincia a venir meno. E quando di queste cento ore per la vita buona parte sono spese davanti a questo schermo, con l’affannoso -ma non ambizioso- obiettivo di finire la tesi in tempo, uno inizia a pensare che la vita sia appunto tutta qui, e che là fuori non ci sia niente per cui valga la pena di uscire. E così inizia a riferirsi al proprio computer come il mio tesssssoro, ad arrabbiarsi se non c’è in dispensa una confezione di latte più, ad aspettarsi di trovare il confessionale ogni volta che apre una porta, e a storpiare il titolo di una bella canzone dell’ultimo EP dei Radio Dept (I don’t need love, I’ve got my band) per farci il titolo di un post. Perchè, miei drughi, il mio senno è attaccato a un filo, e questo filo è quello della connessione broadband grazie a cui ho accesso al mondo esterno. Toglietemela, e ci vorrà molto più del vecchio Ludovico Van per tirarmi su di morale: mi vedrete rannicchiato in angolo, bava alla bocca, a ripetere come un mantra No PC and no Blog make inkiostro go grazy, No PC and No Blog make inkiostro go crazy…
[I’m singin’ in the rain, just singin’ in the rain..]
Altro che skate
Ormai si sa: il Segway, quella specie di monopattino a motore con due ruote (ehi, è davvero difficile descriverlo a parole), è un flop. E’ troppo veloce (e grosso) per viaggiare sui marciapiedi, ma troppo lento per le strade; poi costa troppo e pare sia anche piuttosto pericoloso. Insomma, come mezzo di trasporto è un disastro. Ma per fare altro è eccezionale, altro che skate…
Dimmi i dischi che hai e ti dirò..
Pitchfork, celeberrima webzine musicale d’oltreoceano, cerca collaboratori. No, non sto pensando di propormi (ma vi pare?), è solo che ho trovato piuttosto curiosa la pagina con le istruzioni per partecipare alla selezione. Bisogna mandare i propri dati personali, varie recensioni e alcune altre informazioni: la propria top ten dei dischi del 2003, la propria top 5 delle band per ciascuna decade dagli anni ’50 agli anni ’90, una lista degli ultimi 10 dischi comprati e una stima del totale che se ne possiede.
Non so voi, ma se la richiesta di recensioni di prova è assolutamente inevitabile (anzi, doverosa), trovo quest’ultima richiesta piuttosto angosciante. Se non metto i Velvet Underground, i Pink Floyd, i Television e i Sonic Youth tra i 5 migliori delle loro annate non mi assumono? E se scoprono che ho a malapena 500 dischi? E se vedono che uno degli ultimi cd che ho comprato è Doolittle e pensano che prima non ce l’avessi e quindi non conosco i Pixies e quindi non sono degno di scrivere per loro? O, al contario: se metto dischi che conoscono già tutti che se ne fanno di me? Se non ho comprato ultimamente almeno un cd di gruppo ignoto ma che a fine anno sarà nella loro top 10? Via a scrivere che il miglior gruppo dei ’90 sono stati gli Entropia, e che ieri ho comprato i Tv on the radio (come dite? non è ancora uscito?)…
No no, decisamente non fa per me.. :-)
«Almeno sul piano della propositività mitopoietica»
Il team di Spocchia, critica cialtrona alla cialtronaggine ripulita per non morire postmoderni, si lancia in una promettente fenomenologia della sciampista (anche se più che fenomenologico a me sembra un approccio un po’ decostruzionista un po’ Scuola di francoforte). Marcuse sarebbe fiero di loro. Labranca pure.
Una figura chiave, di questa fase della bassa postmodernità è infatti quella della sciampista, intesa ovviamente non come figura lavorativa (colei che lava e friziona i capelli), ma come grado zero paradossalmente condiviso ed efficace della femminilità attuale. La sciampista intrattiene un rapporto residuale con le funzioni (la cura) e gli elementi (l’acqua) della donna e della maternità. La sciampista è colei che oblitera il portato scandaloso e corporeo del proprio genere sessuale, per ridurlo a pura decorazione
Nick e Nick
E’ di un paio di anni fa, ma mi ci sono imbattuto solo adesso: Nick Hornby su Nick Cave, in particolare su The boatman’s Call e No more shall we part. Il suo parere è piuttosto interessante, benché liquidi i primi vent’anni della carriera di Cave in modo a dir poco sbrigativo:
Cave’s new CD, “No More Shall We Part,” is, in patches, so transcendentally beautiful that one can be forgiven a small spasm of impatience: if he had this in him, why did he waste all those years shouting at people?
Come dire: Ma tu non sei mica Cecchi Paone?
Qualche tempo fa, sull’autobus, una signora evidentemente inglese mi ha fermato, chiedendomi su fossi il conduttore di un programma su Scienza e Tecnologia sulla BBC. Delusa dalla mia risposta negativa, ha detto che comunque gli assomigliavo molto. Non so se sia una cosa buona o cattiva (proprio un complimento mi sa che non è);spero solo non stesse parlando di questo tizio.
We’re back to save the uuuuuniverse
Dopo il prologo di venerdì scorso, con la puntata doverosamente dedicata al meglio del 2003 (coi Radiohead e Damien Rice a farla da padrone), stasera Airbag inaugura la prima vera puntata dell’anno nuovo con un sacco di anteprime e novità (tra cui una pressochè assoluta) su pregevoli dischi appena pubblicati o in uscita nel prossimo mese. Come sempre alle 21, in diretta sui 103.1 FM per Bologna e dintorni o in streaming, oppure per una settimana in due comodi mp3 (qui e qui, e gli ultimi 5 minuti qui).
Lunga vita all’URSS!
L’Unione sovietica potrà anche non esistere più, ma, per i nostalgici, esiste il dominio .su (ad esempio www.google.su). Ecco spiegato perchè esistono più domini statali (243) che stati (239).
L’allegoria di un cerchio perfetto
Orestes è una canzone su una metafora che è in realtà è un’allegoria (ma vaglielo a spiegare, a Maynard, a cui probabilmente le sottigliezze della retorica non interessano), è una canzone che usa il mito di Oreste, celebre matricida, come metafora (allegoria) della sua situazione. Una canzone sull’Orestea di Eschilo che riesce a non essere ridicola, ci pensate? E’ incredibile. Ed è pure bellissima.
Non ho voglia di raccontarvi il concerto degli A perfect circle di ieri sera, in un Velvet strapieno. Vi basti sapere che è stato un ottimo concerto, corto ma tirato ed efficace (esattamente come atteso), benchè il gruppo di freak sul palco non risultasse molto credibile come esoterica band che spazia dall’hard rock a certe ballatone quasi progressive in punta di delay. Maynard sembrava la versione non sdentata di Ozzy Osbourne (l’Ozzy di adesso, s’intende: canotta bianca di flanella, pancetta alcolica e capello lungo e unto -parrucca, si sospetta ), James Iha (ex Smashing Pumpkins) «vestito da donna manager con un tailleur che neanche mia madre quando è in vena» (come ha scritto lei), Twiggy Ramirez ormai perso nel suo mondo (del resto suonare con Marilyn manson per anni è una cosa che lascia il segno), con solo Billy Howerdale e Josh Freese a sembrare le persone giuste sul palco giusto. Più che una band, l’allegoria di una band.
L’Apocalisse del rock’n’roll style
Non ho ancora letto le ormai consuete prese in giro all’ultimo numero di Rolling Stone. Che faccio, lo compro o questo numero non fa abbastanza ridere?
«Lottano per i loro, chiamiamoli, diritti anche se oggi si dice: interessi»
Leonardo, sugli scioperi selvaggi degli autoferrotranvieri. Come capita spesso, vorrei essere in grado di scrivere come lui. Sottoscrivo parola per parola, intanto.
Hello nasty / Goodbye nasty / Hello asta
Come si sa, la Grand Royal – l’etichetta fondata dai Beastie Boys – ha chiuso per bancarotta. Facciamo una colletta e la compriamo? E’ all’asta qui.
Il mio…tessssoro
Questa risposta non mi convince. Andy Serkis – Gollum, ne Il signore degli Anelli di Peter Jackson – merita decisamente l’Oscar come miglior attore. Chiunque abbia visto il making of de Le due torri sa perchè.
[in alternativa? Bill Murray, ovviamente]
Setalp gninnips ekil
Effettivamente il dubbio era venuto anche a me: perchè c’era qualcosa di così familiare in I will, ballata lamentosa di Hail to the thief, plurincensato (e pluristroncato) ultimo lavoro dei Radiohead? Va bene lo stile caratteristico, va bene il cantato da agnello sgozzato del’ultimo Yorke, va bene che i pezzi lenti si assomgiliano tutti; ma qui c’è davvero qualcosa che non va.
Sono passati mesi, e ho scoperto accidentalmente questa pagina, e in particolare questo mp3, in cui I will viene mandata al contrario. Che dite? Roba da fantomatici gruppi satanici o prese in giro stile Elio? Sicuro. Ma ascoltatelo ugualmente. Esatto: la melodia è proprio quella di Like spinning plates, da Amnesiac, il disco precedente della band inglese. Diavolo di un Yorke.
[Ma non è finita qui. Se A = B al contrario, il contrario di A sarà B, no? E allora perchè Like spinning plates mandata al contrario non assomiglia ad I will, ma solo a sè stessa? Cos’è, una canzone palindroma? E dov’è il trucco?]
Magari lei lo fa davvero
Lei: E poi in questo periodo mi chiamano solo scocciatori..
Io: Scocciatori? Tipo?
Lei: Tipo quelli quando leggi il nome sul display alzi gli occhi al cielo e l’unica cosa che vorresti è avere la voce della donnina che legge i messaggi preregistrati della Omnitel, per poter rispondere «L’utente non è al momento raggiungibile».
Io: Chissà, magari lei lo fa davvero..
L’universo si espande? Ecco perchè faccio tardi al lavoro
Che sollievo che sia finalmente possibile spiegare l’universo. Cominciavo a pensare di essere io.. Comincia così When the universe is expanding it can make you late for work, un notevole pezzo di Woody Allen che guarda in maniera brillante alle conseguenze ‘quotidiane’ delle leggi della fisica. Il tocco c’è, e si sente; non ridevo così dai empi di Citarsi addosso.
E’ un po’ che non linko classifiche
Le 20 copertine di cd dell’anno secondo Tiny Mix Tapes. Al primo posto One word extinguisher dei Prefuse 73, seguito dalla (volutamente) orribile A promise degli Xiu xiu. Tra gli altri, di notevoli ci sono i Tv on the radio, Castaway and cutouts dei Decemberists e gli UNKLE.
Sketches from a New Year’s Eve #2
[leviamoci il dente, và, che sennò a Pasqua stiamo ancora a parlare di questo..]
+ Quando il mio orologio ha segnato la mezzanotte, le casse mandavano i Nirvana, Smells like teen spirit. Qualcuno ballava, gli altri ciondolavano per la sala ancora semivuota, nessun segno di bottiglie, bicchieri e brindisi di rito. Non che questo di solito mi dispiaccia (tutt’altro), ma lo sguardo deluso di Enzo che voleva che alla mezzanotte scattasse la canzone dell’anno (Hey Ya, ovviamente), unita al primo San Silvestro senza lenticchie (sono poi arrivate, ma alle 2; e a quel punto chi glielo spiegava al mio stomaco in fase gin tonic che era l’ultimo dell’anno?), unite al magone delle feste comandate, non so, mi ha dato un po’ di tristezza. Buon 1991, ho pensato. E ho cominciato a prepararmi al peggio.
+ Non c’è bisogno di dirvi che il peggio non è arrivato. E’ arrivata invece della grande musica, da parte degli altri 4 blogdeejay: Enzo che infila una serie infinita di pezzi irrinunciabili in puro Covostyle, di quelli che come fai a lasciare la pista?, Daniela che sfodera un classico dopo l’altro e riesce ad averla vinta sui bizzosi piatti dell’Alpheus, Shoegazer che svuota la pista con i My Bloody Valentine (ma questa è integrità, cazzo) e Gomitolo che mette Heaven kwows I’m a miserable now degli Smiths, cantata dai presenti con la mano sul cuore manco fosse l’inno nazionale (è molto di più). Grazie, tutto qui.
+ Ma una delle parti migliori della giornata è stato senz’altro il viaggio fino a Roma sull’inossidabile blogmobile: le battute fulminanti di Valido (quasi un marchio di fabbrica ormai; anzi: un timbro..), laLaura che parte da Vogue e non sai mai dove arriva, Lucio che sa tutto, Max che vive su un altro pianeta (dove Mago Gino non esiste). E poi gli spudorati riferimenti sessuali di Patacrò, ‘il nuovo modo di sentirsi Patata’, l’Umbria me l’immaginavo diversa, il lago di Bracciano che è fuori dal tempo, il grande raccordo anulare che dopo Guzzanti/Venditti è più famoso del Colosseo, e i quartieri di Roma, che con quei nomi non puoi pronunciarli senza assumere istantaneamente un accento coatto. Peccato essermi perso il ritorno.
+ Ci sono un sacco di altre cose che mi ricordo, ma mi sa tanto che me le tengo per me. Passo e chiudo.
The Neri Truman Show
Gnueconomy, Clarence e tutti i suoi blog stanno per chiudere? Interessante ipotesi di Ciccsoft.
«Sono una domanda che mi pongo spesso»
Distilleria -uno di quei blog che, prima o poi, qualcuno scoprirà, e tutti si chiederanno come hanno fatto a vivere senza- ha risposto così a chi, in un commento, gli chiedeva «chi sei?». Non so voi, ma io non ho parole.
Fashion is for fashion people
Qualcuno oggi è arrivato sul mio blog cercando su Google inkiostro abbigliamento.
Ok, mi avete scoperto: sono Giorgio Armani
[se volete capire perchè, guardate qui]