Sitting on an angry chair
[in realtà si chiama Argument Chair. ArgChair per gli amici]
Sitting on an angry chair
[in realtà si chiama Argument Chair. ArgChair per gli amici]
Se anche non lo chiami post per punti, rimane un post per punti
_E continua a denotare carenza di idee. O tempo. Un virus contagioso, pare.
_Ho finito di leggere Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer. Vorrei scrivere un post che gli renda giustizia, ma non credo di esserne capace: è semplicemente uno dei libri contemporanei più belli che io abbia mai letto. Per darvi un’idea, qua c’è un articolo di Sofri senior dai toni assolutamente entusiastici.
_Il nuovo singolo dei Franz Ferdinand, in uscita a Settembre, si chiama Do you want to. In attesa che compaia online -e non mancherà molto, immagino- qua c’è una versione live; un po’ deludente, secondo me, anche se mi aspetto i soliti miracoli di produzione in studio. Inoltre, i soliti Kidz Bop stavolta se la prendono con Take me out. Meravigliosamente demenziale.
_Il Sudoku è una moda inventata a tavolino, ormai si sa. Ma per quel paio di persone che conosco che effettivamente si sono appassionate al gioco dell’Estate (?), sappiate che Terzaghi ha creato (e messo scaricabile) un foglio elettronico in grado di risolvere qualunque sudoku. E se davvero il sudoku lo risolve persino un file di excel, provate a negare la pochezza del gioco..
_Vi rovino la sopresa: i Dinosaur Jr live a Boston, una decina di giorni fa. Intero concerto scaricabile.
_Microsoft Longhorn è in realtà Microsoft Vista. Abituiamoci già da ora a chiamarlo col suo nome: nei prossimi anni le sue schermate rosse ci perseguiteranno.
_Sono finalmente riuscito a vedere Jersey Girl, ultimo stroncatissimo film di Kevin Smith uscito in Italia vari mesi fa. Trattasi in effetti di un film davvero banale e melenso. Epperò, ho persino rischiato di commuovermi. Mi sto rammollendo, mi sa.
_40 things that only happen in movies. Del tipo: Si trova sempre parcheggio davanti al palazzo in cui si sta andando, Appena acceso, un microfono provoca sempre un feedback o Chi è inseguito per le vie di una città s’imbatterà sempre in una parata, in un qualunque periodo dell’anno. Brillante.
Is this how you want to be remembered?
Un disperato grido d’aiuto: Stop Emo Haircuts.
Eat the Summer festivals /4 – La musica vive
E’ facile parlare dei festival di Ancona e Urbino. Dietro ci lavorano realtà affermate che hanno maturato i mezzi e le competenze per organizzare eventi di un certo rilievo, e vista la perenne crisi in cui versano più o meno tutti i settori dell’industria musicale, riuscire ad uscirne vivi e senza debiti -e quindi continuare a organizzarne- non è impresa da poco. Sono eventi talmente grandi e complessi (pur nel relativamente microscopico universo indipendente) che spesso e volentieri chi ci lavora lo fa più o meno a tempo pieno, impegnandosi in un’attività che ha tutti i connotati di un lavoro vero. Senza gente che necessariamente finisce per sacrificare un po’ di passione in nome del mestiere, eventi di queste dimensioni ce li sogneremmo.
Epperò, la musica probabilmente vive soprattutto altrove. Potrà apparire insopportabilmente elegiaco (e infatti un po’ lo è), ma se non ci fosse quella miriade di piccoli festival locali che con pochi mezzi e molta passione si sbattono per far suonare in paeselli sperduti o polverosi campi sportivi band che al di fuori dei circuiti specializzati hanno ben poca visibilità, la già non rosea condizione della cultura musicale in Italia sarebbe decisamente peggiore. Se non ci fossero anche gruppi di ragazzi che si sbattono perchè per 4 giorni il loro paesino da 2000 anime sia diverso dal solito e incroci le strade di musiche strane con qualcosa da dire, la musica sarebbe morta.
Il sottoscritto da qualche mese si è appassionato alle sorti di Musica Viva, piccolo festival di 4 giorni (+ extension) che si svolge sotto Ferragosto a Castellina Marittima (Pi), un paesino toscano a metà strada tra colline e mare. Dal 12 al 15 Agosto si alterneranno sul palco una serie di band più o meno giovani ed esordienti e gruppi più noti ed affermati come Offlaga Disco Pax, Zen Circus, Disco Drive e Tre Allegri Ragazzi Morti. A contorno un gran numero di iniziative collaterali, incontri coi musicisti, aperitivi con buffet, DJ set, grigliate e persino un’improbabile partita di calcio artisti contro tutti. Il tutto, dall’ingresso al campeggio, è completamente gratuito, la location è mozzafiato (a 20 minuti ci sono le spiagge di Cecina, in meno di un’ora ci si ritrova nel Chianti) e un eterno squattrinato come me non riesce ad immaginare un modo migliore per passare Ferragosto di 4 giorni di musica e relax in uno sperduto paesino della campagna toscana. Peraltro (è bene precisarlo) non sono coinvolto nell’organizzazione, anche se, se serve, darò una mano dietro il mixer, sul palco degli incontri (per parlare di blog e webzine) e una sera -pare- persino dietro i fornelli.
Non sarà un evento cool, non sarà irrinunciabile, a molti sembrerà persino poco interessante. A me sembra bellissimo, oltre che giusto, che ci siano ancora in giro festival del genere, la cui poca pretenziosità è un valore aggiunto assolutamente inestimabile. Se a Ferragosto volete fare qualcosa di diverso, ci vediamo là.
Impara l’arte
Se il lavoro andrà male, se tutte le cose volgeranno al peggio, e mi accorgerò di essere sceso troppo in basso e se a un certo punto mi realizzerò di non avere più scopi nella vita, mi resta sempre Canstruction.
E pace all’anima di Jef Raskin
A vederne il prototipo sembra strano che nessuno ci avesse ancora pensato su, eppure l’Art Lebedev Studio (russo, nientemeno) sembra il primo ad aver realizzato la tastiera contestuale definitiva, in cui ciascun tasto è un piccolo display che può essere programmato per mostrare (e attivare) una funzione diversa. La tastiera Optimus non solo è completamente programmabile (cosa che i dispositivi di input di oggi sono già da tempo), ma è provvista di quel feedback fondamentale che finora mancava, che trasforma i tasti ora negli strumenti di Photoshop, ora nelle icone dei programmi più usati, ora nei comandi di Quicktime. Idea geniale o guazzabuglio d’interfaccia? L’estetica porterebbe a dire la prima cosa, ma il buon senso propende per la seconda, visto che Optimus complica oltre il punto di non ritorno la problematica fondante della modalità (illustrata a dovere da Jef Raskin -uno degli inventori del Mac- nel suo classico Interfacce a misura d’uomo) che è causa di buona parte delle difficoltà d’uso dei sistemi d’interazione odierni. La curiosità, però, rimane. Metti che è comodissima, e che tutta l’interazione uomo-macchina degli ultimi 20 anni si è sbagliata?
Ad aver avuto un prof così
Una delle cose più nerd mai viste: SuperMario spiega la fisica delle onde.
[via Emasoft, il nostro inviato nel paese del sol levante]
Oggi saldi
_Devics – Just one breath
Una delle band più sottovalutate dell’universo. Estratto dal nuovo, ancora introvabile, Distant Radio EP. Grazie a Luigi.
_Flaming Lips – Mr. Ambulance driver
Nuovo singolo per la band di Wayne Coyne. Delizioso.
_Vive la Fête! – Petite Putain
Il progetto electro-wave dell’ex bassista dei dEUS è una delle cose più godibili e meno serie che ci siano in giro al momento. Originalità zero, ma tutto il disco vale, e che gli Stereo Total siano con voi.
_Stars – Calendar Girl (KEXP Live)
Non è che perchè non ne parlo per un po’ vi dimenticate di questo grande disco, eh?
_Clap your hands say yeah – The skin of my yellow country teeth [removed]
Dalla band con un nome francamente impresentabile e un disco d’esordio niente male, la canzone dell’Estate 2005. Il fiuto di Enzo non tradisce.
_The Picture – Milkshake (Kelis cover)
Cover dell’hit di Kelis, in stile Hotel Yorba dei White Stripes. Una rivelazione.
—-Bonus tracks—-
_Jens Lekman – La strada nel bosco [removed]
Rarissima cover del classico del 1942 di Cesare Andrea Bixio (l’autore di Mamma; un assaggio dell’originale qua) che Jens Lekman canta in Italiano col suo fido ukulele. Nonostante l’effetto Backstreet Boys, davvero notevole. Uno smisurato grazie a Lucio.
_Tom Barman e Guy Van Neuten – Nothing really ends [removed]
Il nuovo disco dei dEUS è già là fuori (ed è bellissimo), lo saprete già. Lo conclude questo bolero strappalacrime, già uscito come singolo anni fa e ripreso in questa bella versione nel live solista di Barman dello scorso anno.
[Tutti i file potrebbero essere disponibili per un tempo limitato]
Eat the Summer festivals /3 – Indie è chi l’indie fa
L’Homesleep weekend è nato un paio d’anni fa, come celebrazione quasi familiare di un’etichetta particolarmente attiva; qualcosa a metà tra una festa e una scusa per farsi un fine settimana al mare. Alla fine la posizione sulla collina (che riusciva a far sembrare bella anche una città non proprio meravigliosa come Ancona), l’atmosfera amichevole e il cast di tutto rispetto sono riusciti a creare tre serate davvero niente male. L’esperimento è stato ripetuto per due volte nell’anno successivo nella più consueta cornice del Covo, e ai gruppi Homesleep si sono sommati ospiti di caratura notevole; è d’uopo infatti ricordare che l’Homesleep Weekend ha portato per la prima volta in Italia (e presumibilmente per l’ultima in un posto più piccolo di un palasport) i Franz Ferdinand e per l’ultima (prima che si sciogliessero) gli impagabili Delgados.
Quest’anno l’Homesleep weekend torna e muta pelle. Torna nel capoluogo marchigiano ma cambia nome in Ancona Indie Weekend, a testimoniare un legame col territorio che si è fatto più forte (ed è testimoniato dalla bellissima nuova location, la Mole Vanvitelliana, dalle parti del porto), senza più la bandiera di una sola etichetta (pur saldamente presente in programma), ma con un cast che spazia a 360 gradi, e con la pericolosa parola indie spiattellara senza timore fin nel nome. Ci sono due belle realtà già viste nel corso dell’anno (il virtuosismo gayo di Patrick Wolf e la new wave cruccotronica dei Tarwater), le due band ammiraglie di casa Homesleep (gli Yuppie Flu, di cui non credo di avervi ancora detto quanto ami l’ultimo disco, e i Giardini di Mirò con il primo concerto strumentale da tempo immemore) e due eventoni come l’unica data dell’anno dei beneamati Arab Strap e la prima data solista di sempre dalle nostre parti di un personaggio come Scott Kannberg, chitarrista dei leggendari Pavement. E prima ci sono gli aperitivi letterari con le coppie Brizzi/FridaX e Clementi/Carozzi e dopo i DJ di Stereoclub e del Covo.
Non ci fosse Frequenze Disturbate, sarebbe questo l’evento musicale dell’Estate. E anche se c’è, è probabilmente comunque questo l’evento indie dell’Estate italiana: piccolo ma con nomi di assoluta qualità, accogliente ed esteticamente ineccepibile, non pretenzioso e, con ogni probabilità, il più riuscito.
Ben is back
Soul meets body, nuovo singolo delle indie-yuppie superstar Death Cab for Cutie (il disco nuovo, Plans, esce il 30 Agosto su major), prontamente rippato dallo streaming messo online oggi sul loro MySpace.
_Primo ascolto: argh…
_Secondo ascolto: deeeeeeeboleee.
_Terzo ascolto: nè carne nè pesce…venderanno poco e non piaceranno a Pitchfork.
_Quarto ascolto: Ma che voce ha Gibbard? Ci ha dato giù con l’elio? Quando fa paraparà sembra quasi un pezzo di Max Gazzè..
_Quinto ascolto: Chissà di cosa parla la canzone…
[«Plans’ first single, Soul Meets Body, is an uptempo track that again grapples with existential questions and reconciling personal needs. ‘It’s a declaration of desire over circumstance’, Walla said. ‘It means, ‘Here’s where I am and here’s what I want to be and how do I bridge those two things.’ I think it’s a beautiful articulation of love, friendships and relationships and everything you do over the course of the day’». Da qui]
_Sesto ascolto: Davvero iperprodotta…ma magari ha un bel testo.
[«In my head, there’s a Greyhound station
where I send my thoughts to far off destinations
so they may have a chance of finding a place
where they’re far more suited then here»]
_Settimo ascolto: però si appiccica….ammazza se si appiccica…
_Ottavo ascolto: <canticchia>
[…]
Se scrivi un post per punti vuol dire che non ha idee /6*
_O tempo. Nessuna delle due cose sarebbe falsa. Abbiate pazienza almeno voi, chè io la mia l’ho persa parecchio tempo fa e ho tentato di sostituirla con….niente. Aspetto solo che finisca.
_Polemica! Polemica! Mi meravigliavo che il post su Frequenze Disrurbate avesse sollevato solo reazioni misurate: ora, con un paio di giorni di ritardo, scoppia la polemica (un po’ off topic, peraltro). Se vi va dite la vostra.
[avvertenza: la parole indie compare un numero pericolosamente alto di volte]
_Non epocale quanto le leggi di Murphy, ma quasi: The basic laws of human stupidity. Un po’ lungo, ma istruttivo.
_Am per ad sugnèr: i Wilco gratis a Milano il 6 Settembre.
_Secondo voi puoi iniziare a montarti davvero la testa quando là fuori c’è il blog di un diciottenne (che ovviamente non linko) in cui una metà dei post sono copiati per fila e per segno -compresi racconti personali e tipo di font con cui sono scritti- dal vostro senza uno straccio di link che sia uno? Continua pure se vuoi, Massimo, chè il mio ego ne trae solo beneficio; ma metti qualche link alla fonte ogni tanto, ok?
_GoogleMapsMania. AJAX impazza, Google ormai è irrangiungibile, e il notevole Google Maps -da cui si vede distintamente persino casa mia- sta facendo scatenare un sacco di gente in giro per il mondo a costruirne degli spin-off.
_Ieri sera i Vancouver hanno dimostrato che faranno strada. Per tutti quelli che durante il concerto mi hanno chiesto loro notizie, qua c’è il già più volte linkato mp3 (un po’ a bassa qualità) del loro pezzo più bello. Ma il loro EP d’esordio vale tutto.
_Uno scontro epocale: Ratzinger contro Harry Potter. Mi sa che se non gli danno una mano dai piani alti, stavolta Ratzinga ha trovato pane per i suoi denti. Se non altro, qualcuno che vende più copie del suo nuovo Catechismo della chiesa cattolica.
[* il titolo di post che vanta innumerevoli tentativi di imitazione]
Questo blog andrà in onda in forma ridotta
Si comunica che con ogni probabilità nei prossimi giorni il presente blog andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali a causa della combinazione di:
_hangover post-concerto degli Art Brut di di ieri sera. Coda in autostrada, diluvio universale e random malinconico dello Zen nulla hanno potuto contro la blogmobile piena e 5 scatenati inglesi fissati con l’adolescenza e Top of the pops. Se tornano (e pare che…) non provate a perderveli.
_scadenza sul lavoro fissata per domattina (non. ce. la. faremo. mai. aiuto.).
_Recycled night, Giardini del Baraccano, stasera.
_un’ospite domani in occasione del concerto dei L’Altra.
_probabile sortita ad Arezzo Wave venerdì sera (chi c’è faccia un fischio)
Come diceva sempre qualcuno, una vita così è un lavoro a tempo pieno.
Eat the Summer festivals /2 – Frequenze ammuffite
E’ giunto il momento che qualcuno lo faccia, e che il muro di omertà che circonda il più rispettato festival estivo italiano per una volta venga rotto: diciamo la verità, il programma dell’edizione 2005 di Frequenze Disturbate reso noto finora è decisamente deludente. La maggior parte dei nomi che dovrebbero fare la parte da leone vengono le rughe solo a leggerli: la reunion dei Dinosaur Jr, Echo and the Bunnymen, Julian Cope, Nikki Sudden, Daniel Johnston. Immagino che Nicola Arigliano fosse già impegnato, e che il resto dei nonnetti si sia stancato troppo a suobare quei tre pezzi ai Live8 in giro per il mondo. Scherzi a parte, tutti o quasi sono dei mostri sacri, ma nessuno è in grado di garantire una seppur decente resa dal vivo. Gli unici su cui si può contare sono gli Yo la tengo, e subito dietro i Sons & Daughters, chè almeno là ci si diverte, si fanno due salti e si fanno ballare le ragazze. Idem per i Raveonettes, che da quache parte compaiono tra i partecipanti; li si è visti di supporto a Beck meno di un mese fa (e vabbè), ma almeno teniamo su i bpm. Per Four Tet come per Barbara Morgenstern e Robert Lippock massimo rispetto, ma un festival del genere non è esattamente il loro contesto ideale, e rischiamo di maledirli perchè spezzano il ritmo piuttosto che prestargli l’attenzione che gli daremmo altrove. Per il resto, tra confermati e non (ora da qualche parte paiono spuntati fuori persino i Blonde Redhead; sarebbe qualcosa tipo la decima data italiana nel giro di 12 mesi. cose che manco i Karate) non c’è praticamente nient’altro di interessante. La compagine italiana, poi, è la più carente degli ultimi anni.
Insomma, passi la disorganizzazione massima (manca meno di un mese e ancora non si capisce chi suonerà esattamente, quando e quanto si pagherà), passi la presentazione di tutta una serie di eventi collaterali abbastanza fumosi (free stage pomeridiano, afterparty, area letteratura; tutte cose a cui crederò quando le vedo, chè a Urbino cose del genere difficilmente hanno successo), passi il terrificante Times New Roman delle locandine e del sito, ma un programma ben fatto, irrinunciabile e variegato era quello su cui si poteva sempre contare. E invece quest’anno, salvo aggiunte dell’ultimo momento che caldamente ci auguriamo, saremo là per timbrare il cartellino, segnare le tacche sul fucile di una manciata di dinosauri del rock che ci mancano, fare delle gran chiacchiere e mangiare la crescia al Ragno d’oro. E per uno che si è fatto tutte le edizioni del festival senza saltarne neanche una, già andare al festival pensando una cosa del genere è un vero peccato.
Frontiere del design
[Lapjuicer è semplicemente sublime. Qui per capire esattamente a cosa serve e vederlo in azione. Io rimango completamente estasiato, senza parole]
Eat the Summer festivals /1 – Un Estate riciclata
Da queste parti in questo periodo si scrive poco, lo so; è che si lavora tanto, si vive tanto e si va a un sacco di eventi, e non ci rimane tempo per molto altro. Se non lo si fa d’Estate, del resto. Rendesi necessario quindi l’ennesimo post di segnalazione (e non sarà l’ultimo) di un evento a cui vale davvero la pena di presenziare. Un evento fatto con poche risorse ma tante energie, e che nella sua dimensione spudoratamente domestica nasconde però molteplici motivi di valore. Il tipo di evento a cui si può andare perchè ci suonano alcune delle nuove realtà più interessanti della scena indie italiana, che fanno parte dell’ancora poco nota Recycled Music di Parma (tenete d’occhio i Vancouver e Skinny Legs). O a cui si può andare per ammirare i lavori di un gruppo di fumettisti indipendenti con un sacco di cose da dire, e una rivista (Canicola) molto ben fatta come poche se ne vedono nel mondo DIY. Volendo, ci si può anche andare per sentire una manciata di nomi noti (sempre quelli, tra cui il sottoscritto) che mettono i dischi tra un set e l’altro (e se del caso dopo, ad libitum); magari ci scappa pure di fare 4 salti. Oppure si può semplicemente pigliare una birra all’aperto e in compagnia, che non guasta mai. Un evento che, nel suo mirare dichiaramente basso, rischia di raggiungere dei risultati sorprendentemente alti. Un po’ in tutti i sensi.
Squallida autopromozione (un post condizionale)
_Se domani andate in edicola, potrebbe venirvi voglia di comprare il Sole24Ore.
_Da una settimana e per tutta l’Estate, potrebbe venirvi voglia di comprare anche il numero 6 di Losing Today, soprattutto se vi piacciono gli Offlaga Disco Pax.
_Se domenica sera volete bervi una birra e fare quattro salti, Vicolo Bolognetti potrebbe essere il posto che fa per voi.
_Se siete sempre alla ricerca di sconosciute e geniali band da scoprire o se vi piace il fumetto underground (o entrambe le cose), mercoledì 13 vi converrebbe passare dalle 19 in poi ai Giardini del Baraccano per la Recycled Night – Musica ricilata nella Canicola (more news to come).
[e poi non dite che non faccio post personali]
Inaudito (Nick Cave live @ Modena, 07/07)
Ieri sera era impossibile non pensare che, mentre ululava There is a war coming / There is a motherfucker, strapazzando violentemente il pianoforte, mentre Jim Sclavunous pestava sulle pelli e Warren Ellis martoriava il suo violino, Nick Cave non stesse pensando a quello che è successo ieri a Londra. Non era coi Bad Seeds al completo ma con l’ormai classica formazione a quartetto, eppure è stato facilmente il concerto più rock e teso che il cantautore australiano abbia fatto negli ultimi anni, collocandosi in altissimo (in cima probabilmente) all’interno della decina di suoi concerti a cui ho assisitito negli anni. Classici rivisitati (l’ormai classica versione velenosa di West Country Girl, quella cha-cha-cha-core di Henry Lee, quella ballatosa con finale satanico di Stagger Lee), lenti strappalacrime (magone su Baby, you turn me on -quella che fa pum-, It’s a wonderful life e Lucy, quasi lacrime su Loom of the land e People ain’t no good), infuocatissime e inattese apocalissi (Tu-pe-lo! Jack-the-rip-per!!), per quasi 2 ora e mezze a livelli inauditi. Come e più del solito, un concerto di Nick Cave è una delle cose più simili ad un’epifania mistica e profana a cui possa capitare di assistere. Livelli irrangiungibili praticamente a chiunque altro.
Post in progress (una mail)
hello,
a proposito della telefonata di ieri e di come chiamare la serata in cui metteremo i dischi, domenica a Vicolo Bolognetti, non è che ci abbia pansato molto o che mi sia venuto in mente qualcosa di particolarmente geniale, però, tenendo conto che proporrei di escludere dal nome della serata la parola blog e la parola indie (controproducenti dal punto di vista marketing, e poi che noia) stavo girando intorno a:
1. cercherei di infilare Bolognetti nel nome (così, per caratterizzare serata e posto)
2. aperitivo ballabile (orario lungo)
3. quattro e quattr’otto oppure quattro meno meno? scontati sì, ma li preferisco a 4 Many Djs (calembour già usato)
4. a questo punto scatta "quattro per quattro" (ah ah, mi viene subito in mente un logo con la macchinina colorata chiamata Bolognetti 4X4)
5. 4 per 4 potrebbe anche essere la dimensione del cortiletto di Bolognetti
6. direi niente fantastici quattro
7. l’espressione "siamo sempre i soliti quattro gatti" ma con un sinonimo di gatti
8. a questo punto ti metto anche "eravamo quattro amici al bar"
Ora basta sparare cazzate, dimmene un po’ tu :-)
Le coordinate:
Quando – Domenica 10 Luglio dalle 20 alle 2.
Dove – Vicolo Bolognetti, Cortile del Pozzetto, Bologna.
Chi – il sottoscritto, Marina, Enzo e Arturo.
Cosa – Aperitivo molto danzante.
Quando mai vi ricapita? Siateci.
Si dia inizio al primo campionato aziendale di mobbing
Bisognerebbe pensarsi tutte le discipline, costituire una giuria, e decidere i parametri di vittoria, ma da queste parti siamo tutti professionisti e con queste cose non si scherza. Anche i simpatici personaggini in grado di fare queste cose (guardatevi tutta la galleria, mi raccomando; se vi gira c’è pure un’intro qua), però, immagino darebbero del filo da torcere. L’erba seminata nella tastiera e il cubicolo riempito di polistirolo hanno del genio inespresso che sfiora l’opera d’arte.
Brividi, come quando il nano parlava al contrario
Sul suo sito ufficiale ogni giorno David Lynch legge le condizioni del tempo. Una specie di videoblog, e, ad occhio e croce, una delle cose piu folli che il regista americano abbia mai fatto.
Ecco perchè non potrei mai fare il DJ
[eppure, pare che domenica sera in vicolo Bolognetti….]
Se scrivi un post per punti vuol dire che non ha idee /5
_O tempo. Nessuna delle due cose sarebbe falsa. Abbiate pazienza almeno voi, chè io la mia l’ho persa parecchio tempo fa e ho tentato di sostituirla con la pianificazione di praticamente tutte le mie giornate da qui al 16 Luglio. Non ho neanche una serata libera, e non me ne compiaccio.
_Parte dall’ultima pubblicità della Coop e passando per i caratteri dell’Emilia rossa arriva a prefigurare scenari politici più o meno improbabili: il solito grande Leonardo, questa volta su Piste.
_Una comunicazione di servizio: essendo il monitor del sottoscritto in vacanza alla Bolognina (giuro), possono presentarsi forti ritardi nella risposta alle mail, post incongrui scritti alle ore e nei luoghi più strani e una generale assenza di buon senso. Pazientate, a breve passa.
_Del concerto di Tori Amos a Modena dirò molto poco, se non che la scaletta conteneva una buona metà dei miei oscuri pezzi preferiti e che su Bells for her, Liquid Diamonds e Pretty good year ho seriamente rischiato il collasso. Bel post adolescenziale di Francesco che l’ha intervistata qui (l’invidia mi divora, com’è giusto che sia), scaletta e recensione qui, un po’ di mp3 live dagl ultimi show (tra cui una montagna di cover per lo più celebri –Can’t get you out of my head, Personal Jesus, You shook me all night long– e per lo più bruttine) qui.
_Un giapponese ha recitato il pi greco fino a 83mila e passa cifre. Ot-tan-ta-tre-mi-la, cose che neanche Micheal e Ethan. Davanti a imprese così sublimi e inutili, sinceramente non ho parole.
_Non me ne vogliano tutti gli coloro che abitano nella provincia dell’impero, ma il folle intasamento di eventi che è in corso da queste parti da una paio di settimane, e almeno per le prossime due, è bellissimo ma pressochè invivibile. Due o anche tre cose imperdibili a sera che costringono a scelte per nulla facili, le ore di sonno che progressivamente diminuiscono, l’attenzione che costantemente cala. Sta a vedere che prima o poi cedo e mi chiudo in casa.
_Si comunica che il presente blog e’ immune al Live8, al Sudoku e piu’ o meno a quasi tutto il resto degli argomenti che infiammano il 70% dei blog nella colonna qui a lato. Non è perchè ci si nota di più, è solo che non ce ne frega nulla (perchè a voi sì? andiamo…).
_Uno dei più bei filmati interattivi in flash che io abbia mai visto. Un po’ inquietante, peraltro.
Ecco perchè non potrei mai fare il DJ
Perchè non ho una donna delle pulizie nè il tempo di mettere a posto il delirio che staziona sulla mia scrivania da giovedì scorso:
[e domenica -altrove, con altra compagnia e altri intenti- si bissa, pare. stay tuned.]
Il bastard pop è morto, viva il bastard pop
Il Bastard pop -o mash-up o bootleg mix, che dir si voglia- è un non-genere (o forse un meta-non-genere?) nato morto, questo si sa. Ultimamente, però, se ne parla ancora meno di quanto se ne parlasse un paio di anni fa, quando centinaia di bootlegers in giro per il mondo si divertivano a fondere due o più pezzi di artisti che spesso avevano poco o nulla in comune, e migliaia di persone se le scaricavano a sbafo col sommo godimento (o meta-godimento?) di bambini alle prese con un giocattolo nuovo*.
In ogni caso, però, benchè fuori dallo spotlight, in giro si continuano a produrre e raccogliere mix assai interessanti. Eccovi quindi tre link più o meno nuovi, ignoti e assai carucci:
_Take me out for a Milkshake – I Franz Ferdinand incontrano Kelis, e quel che viene fuori è un bizzarro indie-soul iper-sincopato, imballabile ma assolutamente godibilissimo, che compete con i capolavori del genere.
_Bloc of Nails – Due singoli recentissimi (Helicopter dei Bloc Party e The hand that feeds dei Nine Inch Nails) praticamente…identici. Un mix che rischia di essere di più della semplice somma delle parti.
_GoodBlimey Collection – Una vera manna: la raccolta di più di 350 pezzi bastard pop, liberamente ascoltabili e scaricabili. C’è un po’ qualunque cosa, prendetene e ascoltatene tutti.
[*l’uso di una metafora tanto scontata è espressamente voluto]
Now I’m a slave at the minimum wage
E’ ufficiale: sono un lavoratore sottopagato. Ieri notte (non sono sano di mente, lo so) ho fatto il test del Guardian, ed il risultato è stato chiaro al di là di ogni possibile dubbio:
It’s official. Your IQ is significantly more powerful than the average for your salary bracket. Demand a pay rise while you still have your faculties.
Là fuori c’è qualcuno a cui fischiano le orecchie?
[per convertire le cifre usate questo]