Mettere le cinture? Ma perchè?
Ecco perchè (link diretto a un video, 3 MB circa; alla larga i più impressionabili).
Mettere le cinture? Ma perchè?
Ecco perchè (link diretto a un video, 3 MB circa; alla larga i più impressionabili).
Mai più senza
L’indispensabile Generatore di nomi da cyborg.
Per voyeuristi e fanatici di stats
Qui si possono spiare le parole che la gente cerca su Metacrawler, il motore dei motori di ricerca. La pagina si aggiorna da sola ogni 15 secondi, e spiare i desideri e le perversioni del resto del mondo ha un che di ubriacante. Poi se se vogliono fare 4 risate basta guardare la frequenza con cui compare la stringa “Janet Jackson Super Bowl”.
Tipo elefante che schiaccia un topolino
Google dedica la sua testata ai frattali, e uno studente australiano ne paga le conseguenze.
[grazie Checco]
A grande richiesta (giuro!) tornano:
I dieci lavori demenziali dei miei sogni
7. Il progettista di bevande alcoliche
Bacardi Breezer, Smirnoff Ice, Havana Loco, se non vivete su Marte avrete sicuramente sentito nominare questi nomi: i soft drink alcolici sono stati uno dei fenomeni della scorsa estate. Che li consideriate poco più che succhi di frutta per far ubriacare le ragazze, la via di mezzo ideale tra una Fanta e una Tequila Sunrise o la bevanda dei vostri sogni, non potete negare che si è trattata di una mossa commerciale di tutto rispetto. Ma -soprattutto- di un’operazione di marketing di dimensioni imponenti. Chi c’è dietro?
Me li immagino, questi tuttologi al soldo delle multinazionali del divertimento, a spremersi per creare dal nulla un prodotto inutile e, soprattutto, per creare nei potenziali acquirenti il bisogno di averlo: quale alcolico di fama internazionale prendiamo? Con quale frutto esotico lo incrociamo? Quello col mango l’hanno già fatto? Papaja? Kiwi?
La seconda fase è il nome, ovviamente composto di due parti: la prima dev’essere per contratto la marca dell’alcolico terribilmente di moda che abbiamo scelto (diciamo Pampero, o, se vogliamo qualcosa di italiano, Molinari). La seconda parte deve immancabilmente evocare qualcosa di fresco, giovane e terribilmente fico; nessuno ha ancora avuto il coraggio di arrivarci, ma la parola che cercano è proprio Cool (Fico, per una versione italiana). A questo punto il gioco è fatto, il nostro Pampero Cool (o Molinari Fico) è pronto ad essere lanciato sul mercato.
Per decretarne il successo, ora ci vuole una campagna pubblcitaria aggressiva e sfrontata, che faccia vedere quanto è cool chi beve Pampero Cool (ma và?), quanto è anticonformista, cosmopolita, moderno e sfrontato. Magari la facciamo in inglese, con ragazze bellissime e spudorate, qualche gag non troppo imprevedibile (non deve far sentire stupido il pubblico, dopo tutto) e un personaggio divertente (ne ho in mente uno esilarante chiamato Sergio di Rio). Basta condire il tutto con un jingle frenetico et voilà, il progettista di bevande alcoliche ha pronto il fenomeno di costume della prossima Estate, che ovviamente gli farà fare soldi a palate. Così portà andare ai Caraibi a scolarsi bottiglie su bottiglie di Pampero Anniversario.
Rigorosamente liscio.
[I primi sei lavori demenziali dei miei sogni, per chi se li è persi la scorsa Estate: lo sceneggiatore di soap opera, la guardia del corpo di Berlusconi, il redattore di Men’s health, il direttore artistico di Mtv, il responsabile casting di Baywatch, il cuoco dell’Alitalia]
Ecco che muove sgretola dilaga
Prima Canali, poi Ginevra di Marco, quindi Ferretti, recentemente Zamboni, e ora anche Maroccolo.
Uno si dichiara indipendente e se ne va…
[update: grazie alla segnalazione di Rude Pravda nei commenti, l’ennesima notizia sulla Depressione Caspica degli ex CSI: Ginevra de Marco e Francesco Magnelli lasciano i PGR]
Mappa di uno scrivere facile
Sarà che sono quattro mesi che sono inchiodato qui davanti a scrivere, e sarà che con il garage in sottofondo non ci si concentra tanto bene, con il rock giovane e scazzato inizio a canticchiare, con il post-rock mi addormento e la musica d’autore mi distrae troppo; insomma, in questo periodo sto ascoltando -con poche eccezioni- per lo più musica elettronica aerea e dilatata. Tra i dischi del genere usciti di recente, la Mappa di ciò che è facile dei Telefon Tel Aviv è, appunto, una soluzione fin troppo facile.
In Map of what is effortless c’è quello che una volta si chiamava trip-hop (declinato qui alla maniera dei Massive Attack), c’è tanto soul, ci sono un po’ di suoni da laptop, quei blips, clicks e svrips (cosa si fa per non dover dire glitch, eh?) che fanno tanto moderno, c’è pure parecchia ambient e ogni tanto i bpm aumentano (ma solo un po’) e il pezzo non stonerebbe su una pista da ballo. Ci sono un po’ di brani strumentali, un apertura strepitosa che più cinematografica non si può (che come da manuale viene ripresa dall’ultima traccia), tre pezzi cantati da un tizio che pare Craig David (hai voglia a spiegarci che è solo soul, a noi che ormai associamo questa parola ad Aretha Franklin o ad Alicia Keys, senza soluzione di continuità) e altri tre cantati dalla voce sognante di Lindsay Anderson dei L’Altra.
Insomma, c’è dentro un po’ di tutto, ma in modo così garbatamente sfacciato (e con suoni così belli) che non si riesce a fargliene una colpa. Tanto più non ci riesco io, visto che è forse il disco con il cui sottofondo ho scritto la maggior quantità di pagine nelle mie lunghe giornate di lavoro. Dire se questo sia un pregio o un difetto, però, lo lascio a voi.
E con questo pietra sopra
[visto su TraumFabrik]
«..ma ciò non può significare che l’opposto punto di vista espresso..»
Ora: a me la giurisprudenza non è mai piaciuta, e di solito le acrobazie argomentative di cui si compone mi fanno venire il mal di testa. Questa cosa, però, oltre a non fare una piega, è proprio piacevole a leggersi.
[grazie Checco]
Toglietemelo vi prego
A me questo giochetto del pinguino mi sta facendo uscire pazzo. Legatemi o ditemi che è impossibile fare più di 319, vi prego.
[maledetti ManteBlog e Polaroid che l’hanno segnalato]
Colazione McDonald’s, pranzo McDonald’s, cena McDonald’s
Purtroppo in giro non se n’è parlato molto, ma all’ultimo Sundance Festival, è stato presentato un documentario piuttosto interessante. Supersize me: A film of epic portions segue l’esperimento di su un tizio che ha masochisticamente deciso di mangiare solo cibo di McDonald’s per un mese. Come prevedibile, gli effetti per l’organismo sono devastanti: nè Spurlock, 33 anni, nè i tre dottori che avevano accettato di monitorare la sua salute durante l’esperimento erano preparati per il grado di rovina che ha colpito il suo sorpo. Dopo qualche giorno, vomitava tutti i suoi hamburger e doveva combattere con mal di testa e depressione. E il suo desiderio sessuale era scomparso. Se ora vuole provare anche col cibo cinese, prego, il bagno è là.
Non potevamo mancare
Tra le 14 peggiori automobili della storia secondo Forbes cè anche la Fiat Strada, il cui modello in vendita nel ’78 aveva un piccolo incoveniente: si arrugginiva. Motore compreso.
Non ci sono più le groupie di una volta
Nè i rapper di una volta . E neanche i porno.
Cronache dal migliore dei Tg possibili
I bolscevichi sono finalmente usciti allo scoperto. Messi alle strette dall’eneccepibile linea editoriale del direttore Clemente Mimun, i comunisti hanno visto lo spazio per la loro propaganda totalitaria ridursi sempre più, fino ad essere costretti a rivelarsi e, in ultimo, ad arrendersi. Pugno sinistro ben in vista, la vicedirettrice Daniela Tagliafico, ormai scoperta, è stata costretta a dare le dimissioni; la sua cacciata è stata accompagnata dalla soddisfazione dei più lucidi e imparziali politici dai malumori dei suoi fedeli, che hanno appeso in bacheca un foglio vergato a lettere rosse, che ricorda da vicino i volantini di rivendicazione delle BR. Fortunatamente il direttore Mimun aveva da tempo scoperto la chiarissima matrice comunista di gran parte della redazione, ed aveva provveduto a rimpinguarne le fila -a loro insaputa, ovviamente- con alcuni ottimi professionisti provenienti dall’imparziale Tg2 , rinomatamente il più valido ed obiettivo d’Italia. In questo modo i pedoantropofagi sono stati messi in minoranza, e la libertà d’informazione dei cittadini non corre alcun rischio di essere conntaminata da pericolose distorsioni illiberali. Il Tg1 può quindi continuare ad essere il baluardo di completezza ed impeccabile professionalità cui la gestione Mimun ci ha ormai abituati.
E per questa sera è tutto, vi diamo appuntamento a domani, per la prossima edizione del Tg1.
Più che un generatore è un database, in effetti
«I hope all your children have very small dicks! And that includes the girls!» Questo e altro sul movie insult generator . E’ in inglese, e i migliori sono quelli impossibili da tradurre.
Così, per non dimenticarsi
Dove sono le armi di distruzione di massa?
To a sash of snow
Di solito abbassa le tapparelle quando il sole è appena tramontato. Non che sia fissato, in realtà; è solo che abita al piano terra, e la luce che arriva dai lampioni, di sera -quando ho le luci basse- gli dà un po’ fastidio. La sua camera ha due finestre, una di fronte all’altra, che si guardano da pareti opposte, e con la luce che proviene da fuori a volte ha l’impressione che la sua stanza continui nel cortile. Quando è notte, e si sta facendo i fatti suoi, non è una bella sensazione.
Stasera, però, è una sera diversa. Poco fa è uscito; la scusa era andare a noleggiare un film, ma in realtà voleva solo fare quattro passi sotto la neve, che cadeva ininterrotta da cinque o sei ore. Sentirne il rumore sotto gli anfibi, essere costretto a socchiudere gli occhi per vedere la strada, e notare le spalle bianche già dopo pochi passi. Girare l’angolo, arrivare a via San Mamolo, e godere sadicamente per le macchine che faticano a salire verso i colli, e per gli sguardi preoccupati e le espressioni corrucciate delle persone che incrocia. E che non vi salti in mente di dire che questa osservazione rovina tutta la poesia: la furia (?) degli elementi e l’effetto destabilizzante di una cosa ordinaria come una nevicata l’aumenta, piuttosto.
Stasera, dicevo, è una sera diversa, stasera le sue tapparelle sono aperte. Ascolta i Kings of Convenience -l’associazione di idee norvegia uguale neve è fin troppo ingenua, ma perdonategliela, suvvia- e i lampioni illuminano la sua camera quasi a giorno. Se guarda fuori, però, riesce a vedere la neve che cade. E tanto basta.
Non usa la parola sovrastruttura, ma è come se
E con un densissimo e polemicissimo post sulla crisi del disco, Il Blog della domenica scopre le carte e si rivela marxista (forse addirittura maoista). Non posso esimermi dal riportare qui una parte della sua lunghissima dissertazione, che trovo davvero affascinante. In realtà credo di non essere molto d’accordo, ma quando uno espone le sue idee così come fai a non ammirarlo?
Eppure – nonostante la diffusione via internet sia già possibile e praticata – il niente dell’industria musicale continua ad autoalimentarsi con le sue liturgie, imponendosi come una pseudoreligione per convincere il pubblico della sua necessità. La crisi è l’unico suo possibile modo di essere, e l’emergenza la sua unica condizione operativa. Non solo l’industria smercia il suo niente attraverso le strutture che le sono proprie (il management, la pubblicità), ma anche grazie al sostegno degli intellettuali: i quali, invece di proporre una propria idea della musica, accettano esattamente quella mercantile basata sul successo, sul profitto, sulla top ten.
Solo una grande chiesa? Quella di T-La
E’ possibile che in giro nessuno parli di Anni ’90, il programma scritto da Labranca dedicato al decennio appena passato, cominciato il 9/11 1989 con la caduta del muro e finito l’11/9 2001 con l’attentato alle torri gemelle? Finora, da devoto Labranchiano e da nostalgico© con la N maiuscola non me ne sono perso una puntata, e devo dire che il mare di ricordi è terribilmente profondo e accogliente. Certo, il programma potrebbe essere migliore, e la struttura a dicotomie è un canovaccio fin troppo banale che può adattarsi più o meno a tutto, in maniera un po’ troppo semplicistica; il tocco di T-La però si sente, ed è bastato vedere con che disinvoltura, per la dicotomia sacro/profano, il discorso passasse da Padre Pio a Che Guevara (con annesso e doveroso Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa di Jovanotti) fino a Colpo Grosso e al Mago Otelma per farmi abbassare il capo mormorando Chapeau.
Dall’indietronica alla micronomica
Sono tornati. Possono anche confondere le carte (falsificare i libri, per la precisione) ma sotto sotto sono gli stessi. Sospiro di sollievo. Mamma Morr, m’hai fatto stare in pensiero, ultimamente. Non farlo più, ok?
Cowboy boots reloaded
Riceviamo la notizia e spargiamo la voce, così al volo: dopo il trionfo di ieri sera, lo sghembo blues desertico di Howe Gelb (leader dei Giant Sand) stasera fa bis al Covo. Andateci, chè vale la pena. E costa solo 5 euri.
Fitness Foto Fever
Io sarò anche sulla strada della follia, ma là fuori c’è chi mi batte a piene mani. Questo tizio, ad esempio, un anno fa era il tipico nerd: sovrappeso, trasandato e con una vita sedentaria. A un certo punto ha deciso di cambiare tutto: ha fatto una dieta ed ha cominciato ad andare in palestra, e per motivarsi ha inziato a farsi una foto ogni mattina, per vedere i risultati, e a pubblicarla sul suo sito. Vedere il confronto a differenza di un anno è piuttosto sorprendente, e propenderei per il fotomontaggio se non ci fossero le foto mensili e settimanali a testimoniarne l’autenticità.
Se mai deciderò di mettere su un fisico simile, seguirò il suo consiglio. In cambio, gliene do uno anch’io: se vuole riprendersi tutto il peso, apra un blog.
[PS per chi non mi vede da tanto tempo: no, non sono ingrassato, anzi credo di essere persino dimagrito. Certo, l’anoressia è un’altra cosa, comunque.]
Cura forever, I’ll be waiting
Cosa hanno in comune Battiato e le Spice Girls? Più di quanto si pensi, come fa notare il mix bastardo del collettivo Fabula Rasa. E’ di un po’ di tempo fa, ma mi era sfuggito.