Miscellanea

lunedì, 16 02 2004

Troppo tardiIl m…

Troppo tardi
Il momento peggiore è quando ti rendi conto che il danno è fatto. Quando le cose succedono sotto i tuoi occhi e ti osservi da fuori mentre seguono una traiettoria esattamente prevedibile ma ormai immutabile, come se tu non avessi potere di influire su di esse, e qualunque cosa facessi non potrebbe cambiarne la sostanza se non in peggio. L’attimo esatto in cui non si può tornare indietro, quando la fune ha cominciato a srotolarsi e senti già l’aria tra i capelli, ed è troppo tardi per cambiare idea. Quando il meccanismo è messo in moto, e deve seguire il suo corso prima di poter venire arrestato, e quando succederà le cose saranno diverse. E’ il momento peggiore ma, in effetti, è anche il momento migliore, uno di quei pochi per i quali la vita merita di essere vissuta; vedi l’intero spettro delle possibilità dipanarsi sotto i tuoi occhi, un attimo prima che gran parte di esse entrino definitivamente a far parte dell’affollato regno dei condizionali passati. Quello è l’unico momento in cui le cose sono lì, puoi vederle chiaramente e forse persino toccarle, prima che scompaiano una volta per tutte dalla tua vista e, con ogni probabilità, dalla tua vita. Sempre che, ovviamente, abbiate una visione di essa così ristretta, che non contempla i periodi ipotetici dell’irrealtà e vede il tempo come una linea retta che non torna mai indietro. Se è così fate pure, ma non fa per me. Io ho altri progetti.

sabato, 14 02 2004

CertezzeCome dic…

Certezze
Come dicevamo anche l’anno scorso, questo blog è San Valentino free.

venerdì, 13 02 2004

Questa sera ad Airba…

Questa sera ad Airbag
Visto che fortunatamente da noi non solo le trasmissioni radio non chiudono per una birra in sala regia (solidarietà al compagno Colas! Non mollare!), ma quella birra te la offrirebbe la direzione se solo avesse i soldi, anche stasera Airbag torna puntuale alle 21 sul confortevole mono dei 103.100 FM a Bologna e provincia, oppure in streaming o in comodi mp3 dall’archvio settimanale. La notizia è che la puntata NON sarà su San Valentino. Ma và?

venerdì, 13 02 2004

«..my BEATLES LOG. I call it my B-LOG – or “BLOG” for short..»
Il blog ai tempi dei Beatles? Sarebbe stato così.

venerdì, 13 02 2004

Quanti ricordiCh…

Quanti ricordi
Che ci crediate o no, in rete esiste un archivio delle istruzioni dei Transformer.

venerdì, 13 02 2004

Minchia, signor Greg…

Minchia, signor Greg Dulli
I Twilight Singers al Velvet, qualche ora fa. Scusate il linguaggio tecnico, ma è stato proprio un concerto della madonna.

giovedì, 12 02 2004

Strategie dell’apnea…

Strategie dell’apnea
Ecco il Pussy Snorkel. Sì, serve a quello che pensate.

giovedì, 12 02 2004

L’avevo detto io…

L’avevo detto io
Non solo Sergio Cofferati, candidato sindaco a Bologna, è il primo politico italiano con un blog: ora usa addirittura il Blog Aggregator. In barba a chi diceva che l’uso di questo strumento era solo una cosa di facciata. Tiè.

giovedì, 12 02 2004

Eccolo qua, lo sport…

Eccolo qua, lo sport che stavamo aspettando
Altro che pesi, step, spinning o altre ridicole invenzioni ginniche al ritmo delle peggio schifezze di Tam Tam Network: in palestra arrivano Hendrix, Angus Young o Jack White, con l’Air Guitar Aerobycs. Rock’n’Roooooll!!! 

giovedì, 12 02 2004

Tutto ciò sta assume…

Tutto ciò sta assumendo dimensioni inquietanti
Il Pingu Fan Club.

mercoledì, 11 02 2004

Fratello Zamboni…

Fratello Zamboni
Come molti là fuori, sono cresciuto ascoltando i CCCP e i CSI. Benchè nei loro dischi l’aspetto musicale fosse fondamentale -e quanto di più originale e al contempo classico ci fosse in giro in quegli anni in Italia- c’è poco da fare: il fulcro dei due gruppi per me rimaneva la voce salmodiante di Ferretti, le sue filastrocche punk, e i suoi testi scortecciati che parlavano della terra, della guerra e delle questioni private. Con la depressione caspica dei CCCP prima e dei CSI dopo, ho pensato che la vena di Ferretti fosse esaurita, tanto eccessivo era il suo esordio solista Co.dex e tanto spento e involuto mi è sembrato il progetto PGR. Non so se mi sbagliavo sulla parabola artistica di Ferretti; certamente, però, mi sbagliavo nel sottovalutare il ruolo di Massimo Zamboni in quei gruppi: Sorella sconfitta, il suo disco solista, parla chiaro.
E’ un bel disco; musicalmente, addirittura un grande disco. Il suono è nitido e focalizzato quanto mai, le chitarre ora accarezzano ora graffiano, l’elettronica è presente in modo massiccio ma poco invadente, le melodie sono semplicemente splendide, e lo spazio sonoro varia dal blues (Da solo), alla ballata (Pied Beauty), al raggae (Miccia prende fuoco), al punk (Su di giri), allo spoken quasi industrial (Blu di Prussia, puro Massimo Volume-style) ad aperture eteree inclassificabili (io ci ho sentito addirittura i Sigur Ros, fate voi..). I testi, poi, non sono niente male, e si sente che Zamboni si è dedicato al mondo della parola con i suoi due -sfortunati, a dire il vero- libri. Ma c’è un ma, che a questo punto dovrebbe esservi balenato in mente: chi canta?
Non Zamboni, questo è chiaro. Il nostro non ha mai fatto mistero di trovarsi a disagio dietro al microfono, e il suo esordio solista non fa eccezione: a parte un paio di episodi spoken, questo è uno di quei dischi in cui l’autore costruisce le quinte per poi rifugiarsene dietro. In primo piano ci sono invece quattro voci di eccezione: Nada, Lalli, Fiamma e il soprano Marina Parente, a sottolineare il carattere femminile (ma non materno, semmai fraterno) dell’opera di Zamboni. Ed è proprio qui che il disco fallisce, non riuscendo a mantenere fino in fondo quanto promette. Se Nada rivela una versatilità e un’abilità sorprendenti e Fiamma redeghiereggia e bjorkeggia in modo egregio, Lalli e Marina Parente caricano di pathos pezzi già di loro non certo leggeri arrivando ai limiti della sopportabilità, soprattutto nella title-track Sorella sconfitta e in Dolorama. Ed è proprio questo il difetto maggiore del disco: la difficoltà di arrivare alla fine. Se Linea Gotica vi sembra un disco pesante, qui non arriverete alla terza traccia. Se lo fate sarete ripagati, perchè le perle non sono poche (e, ripeto, la musica, tout-court, è davvero bella). Se non ci riuscite, però, non posso biasimarvi.



mercoledì, 11 02 2004

Jean Paul Belmondo l…

Jean Paul Belmondo lo sa
Si vous n’aimez pas la mer… si vous n’aimez pas la montagne… si vous n’aimez pas la ville… allez vous faire foutre !

martedì, 10 02 2004

StellareBlueshar…

Stellare
Bluesharp segnala che si possono inascoltare in mp3 le preview dal disco di David Ray Moor (ex Cousteau), in cui Cristina Donà canta Wherever finds you (versione inglese di Dove sei tu) e How deep is you love (dei Bee Gees). Niente male.

martedì, 10 02 2004

Numeri in mia tesi

Numeri in mia tesi
_Pagine complessive: 208
_Capitoli: 8
_Mesi impiegati nella sua stesura: 3
_Citazioni nascoste di Douglas Coupland: 3
_Dediche: 0
_Ringraziamenti: 0
_Occorrenze della parola ‘weblog’: 1
_Occorrenze della parola ‘metafora’: 500 (circa)
_Paragrafi copiati di sana pianta da libri, articoli, altre tesi e simili: svariati, diciamo 10
_Offerte di lavoro che mi farà avere: 0
_Ore massime consecutive di permanenza davanti al computer durante la sua stesura: 15
_Persone che dicono ‘interessante’ dopo avermi chiesto di cosa parla: tutte
_Persone che lo pensano: nessuna













martedì, 10 02 2004

Music is my viagra

Music is my viagra
A me grazie a Dio ancora non serve, ma se servisse, pare ci sia chi studia gli ‘effetti collaterali’ dei vari tipi di musica.

lunedì, 09 02 2004

Così, dal nullaN…

Così, dal nulla
No-vem-bri-ni!

lunedì, 09 02 2004

L’angolo Potemkin

L’angolo Potemkin
Questa volta l’ormai consueto angolo Potemkin potrei dedicarlo tutto a Talke-Walkie degli Air, visto quanto se n’è parlato in giro. La verità, però, è che non sarei in grado di argomentare; semplicemente non mi piace, mi sembra debole soprattutto nelle canzoni, con poche idee -per di più poco orginali, a questo punto- e meno efficace tutti i vecchi lavori degli Air (progetto con Baricco escluso, ovviamente). Rimangono sempre ultraterreni nel modo di gestire i suoni e nelle ormai classiche atmosfere retrofuturiste (Alone in Kyoto su tutte), ma insomma, dal duo francese mi aspettavo ben di più.
L’esordio degli Stellastarr* (con l’asterisco -leziosi già dal nome) invece è di qualche mese fa, ma mi ci sono imbattuto solo di recente. Musicalmente non sono neanche neanche male, mischiano un po’ di carte che vanno dalla new wave inglese ai Pixies ai Placebo a certo brit-pop stile Pulp; il problema è la voce del cantante, un incrocio tra quella di Pelù e del cantante dei Tears for fear, Dio ce ne scampi. Peccato che non vengano al Covo in supporto ai Serafin, come precedentemente annunciato, immagino già le parodie tra il pubblico.
Di Meet next life, il nuovo disco degli Isan, dirò solo che mi sembra un pessimo incrocio tra i Mùm meno ispirati e la musica per ascensori (l’obiezione che i Mùm fanno già musica per ascensori non sarà accettata). La Morr sbaglia un’altra volta il tiro dopo varie uscite non proprio ai livelli del passato e un paio di tour annullati all’ultimo momento; fortuna che Faking the books è dietro l’angolo, ed è bellissimo.
Perpetuum mobile degli Einsturzende Neubauten è il tipico disco che parte bene e perde punti ad ogni ascolto; al punto a cui sono arrivato mi sembra noioso, poco ispirato, senza i pezzi bellissimi di Silence is sexy o i furori dei dischi precedenti. Ora si pone il dubbio: dare i 25€ che chiedono ed andarli a vedere ad inizio Marzo (di solito sono una live band eccezionale) o fidarsi dell’istinto che mi dice l’imborghesimento di Blixa ne segna ormai il declino artistico?




lunedì, 09 02 2004

A time for dancing

A time for dancing
Che ore sono?
[grazie a Checco -che poi magari mi spiega dove ha trovato una cosa così inutile]


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domenica, 08 02 2004

Diseconomie domestic…

Diseconomie domestiche
Voglio che sia messo agli atti che questo pomeriggio ho pulito il grosso tappeto nel mezzo della mia stanza, cosa che non avveniva da….ehm, non mi ricordo (e questo la dice lunga sulla quantità di tempo che è passata). Ci ho messo un paio d’ore e non sono sicuro che ora possa dirsi pulito; diciamo che almeno adesso si riesce ad intuire di che colori è, ed è già qualcosa. Possibile non ci sia un modo più veloce ed efficace di farlo?
[sì, lo so, è un post inutile. almeno però la prossima volta che lo pulisco posso scoprire quanto tempo è passato..]


sabato, 07 02 2004

A day in the life

A day in the life
E’ cominciata alle 8 e mezza di mattina, andando in quella specie di ghetto di Varsavia che è il mio (ancora per poco) dipartimento, mentre canticchiavo Sunnyside of the street nel sole di questa falsa primavera, ed è finita alle 3 di notte circa, mentre tornavo a casa un po’ alticcio fischiettando I heard it through the grapevine nel gelo della notte bolognese. In mezzo ci sono state tante maledizioni all’inefficienza universitaria e alla maleducazione di un paio di amministrativi con manie di grandezza, decine di chilometri macinati avanti e indietro per la città, un litigio con l’ottusità di Word e con la logica aliena di una stampante Canon ascoltando i Modest Mouse, l’acquisto per 2 € di un vecchio De Lillo a me ignoto e di un calendario con le immagini di rapaci notturni, e altro che non ricordo. Poi una puntata di Airbag assolutamente memorabile, in cui la selezione musicale è stata assolutamente schizofrenica, spaziando senza ritegno dagli Afterhours agli Audio Bullys, da Jeff Buckley ai Serafin, dalle Chicks on Speed a David Bowie, e in cui alle nostre solite rubriche Cover me e L’angolo del ballatone si è raggiunta la rutilante Come diventare produttore dei Radiohead in 4 mosse e uno spazio dedicato alla campagna di sottoscrizione della radio Pro-fondo rosso (il tutto come sempre scaricabile in due comodi mp3 lo-fi disponibili per una settimana) . Poi al Pratello, a bere, come in un film o un libro qualunque, come se fosse giorno qualunque. Un giorno qualunque dopo di chè, però, cambia tutto.

venerdì, 06 02 2004

Comunicazione di nes…

Comunicazione di nessuna importanza
Ho finiiiiiiiitooooooooooo!!!!!!!!

venerdì, 06 02 2004

Essere Jean-Benoit D…

Essere Jean-Benoit Dunckel
Ed essere talmente hip da potersi permettere, per corteggiare una donna, di usare alcune delle canzoni meno romantiche della storia (Hey Ya??). Ma probabilmente quello che sbaglia sono io: secondo voi chi è dei due quello che dormirà meglio stanotte?
[a latere, secondo Rockol Talkie Walkie è il secondo disco degli Air…vabbè]


venerdì, 06 02 2004

Mai più senzaIl …

Mai più senza
Il gioco da tavola de Il nome della rosa (solo in inglese, ahimè).

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giovedì, 05 02 2004

I don’t wanna holida…

I don’t wanna holidays in the sun
Come previsto, Johnny Rotten non ha retto che qualche giorno.

giovedì, 05 02 2004

Come cerchi nell’acq…

Come cerchi nell’acqua che non sanno nuotare
Quante ne usciranno, in un anno, di canzoni che ti fanno interrompere qualunque cosa tu stia facendo per metterti a declamarle, storcendo la bocca in improbabili smorfie ed esprimendoti in gesti che neanche Pavarotti alle prese con Vincerò? Poche, molto poche. Quello che è appena iniziato -me lo sento- è un anno buono: è ancora Gennaio, e già una di queste canzoni è spuntata fuori. Si chiama Cerchi nell’acqua, ed è di Paolo Benvegnù. A dire la verità, Piccoli fragilissimi film, il disco di Benvegnù -ex leader degli Scisma, di cui più volte si è scritto in queste pagine- esce tra qualche giorno; ma vale l’attesa, fidatevi.
Un disco non facile, bisogna dirlo. Ai primi ascolti ero un po’ perplesso; il quasi totale abbandono della cifra rock a favore di una canzone d’autore sofisticata e stratificata non mi aveva convinto del tutto. Ma bastava dargli tempo, e ogni dubbio sarebbe stato completamente sciolto. La breccia è stata rotta dal trascinante singolo Suggestionabili e dalla ballatona uptempo Cerchi nell’acqua, poi Il mare verticale, surreale e un po’ radioheadiana, quindi dal binomio Fiamme e Brucio, che ti aspetteresti pirotecniche e che invece fanno pensare più alla brace che cova sotto la cenere. E il verdetto, alla fine, è stato emesso: Benvegnù non si smentisce, e questo è un grande disco. Ostico, complicato, forse anche un po’ pesante (manca un po’ della leggerezza e del cinico humour nero cui Benvegnù ci aveva abituati), ma per chi ha voglia di dedicargli l’attenzione che si merita, è un grande disco. Che l’espressione convinta sulla mia faccia quando canto il verso (pure non esattamente memorabile) Camminare senza chiedersi il perchè parli per me.
[Eccola qui, la data che aspettavo: il 25 Marzo Benvegnù è al Covo, il tour completo è qui
]