Il Male è dentro di Voi. Buon Natale a tutti.
10. La delusione dei liberal sui primi passi di Obama
Uno dice "Change!" e la gente pensa per qualche strano motivo che Change! vuol dire "eleggiamo il presidente più di sinistra della storia americana". Non importa che Obama sia sbucato dall’anonimia predicando esplicitamente il superamento della guerra culturale tra conservatori e progressisti. Non importa che Obama sia un fedele ferventissimo che parla di Gesù addirittura più di quanto faccia il TG1. Non importa che Obama faccia del centrismo e dell’abbattimento delle barriere tra Democratici e Repubblicani il cuore della sua retorica patriottica. Change! voleva dire, per alcuni, Tutti a Sinistra. E adesso questi alcuni sono delusi. Perchè Obama lascia uomini di Bush al loro posto. Perché Obama dà incarichi importanti ai Preti. Perché Obama fa il centrista. E’ come restare delusi perchè Berlusconi dice "trovo la cordata italiana per Alitalia" e poi la trova per davvero. Forse fa schifo, forse no, ma ve l’aveva detto. Buone feste.
9. Le classifiche di fine anno
Io la vedo così: se leggo una classifica di fine anno voglio che sia molto selettiva. Deve essere il meglio del meglio, voglio capire tra il miliardo di roba che viene prodotto ogni anno nel mondo, quale, a giudizio di quei tizi che spendono gran parte della loro vita a esaminare quel miliardo di roba, sia la MIGLIORE DELL’ANNO. Non si può certo quantificare la cosa, ma per me il "meglio del meglio" non è un concetto che si avvicina all’idea: ho letto tre libri e questi sono i migliori due. E neppure: ho ascoltato venti dischi e questi sono i migliori dieci. Ma qualcosa del tipo: ho ascoltato 200 dischi e questi sono i migliori 20. Adesso facciamo un conto: se un disco dura un’ora e io non esamino dischi per mestiere, significa che io devo dedicare un’ora del mio tempo libero ad ascoltare un disco. Se devo farmi un’idea sensata su 200 dischi (e mangiare e dormire e sbrigare alcune basilari funzioni corporali) vuol dire, a occhio e croce, che non posso dedicare allo stesso disco più di un giorno e mezzo. Se c’è un disco che mi piace assai e lo voglio ascoltare per un mese, dovro vedere qualche film in meno, bere qualche birra in meno con gli amici, scopare di meno. Se mi viene voglia di ricontrollare un certo disco che ho ascoltato a gennaio e non ricordo più, sono cazzi. Se poi nel frattempo faccio pure la classifica dei 20 migliori film dell’anno e dei 10 migliori libri e dei 30 migliori video e dei 15 migliori videogames e delle 20 migliori cazzate di Youtube, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Le migliaia di classifiche di fine anno sono l’annuncio della fine del mondo: non solo la frazione insignificante di mondo che legge troppi blog e troppa roba sul web si ritrova a inseguire durante tutto l’anno standard quantitativi di consumo culturale sempre più alti e irrealistici, ma gli s’impone pure il piacere/dolore di ingozzarsi di decine e decine di classifiche che hanno perla quasi unica funzione di ri-esibire l’eccesso di consumo già esibito settimana dopo settimana durante l’anno. Disintossicateci.
8. Le serie tv sono capolavori
Dai Sopranos in poi la bulimia pop ha un nuovo mito: le serie tv devono essere Arte. Si è passati in fretta dalla scoperta inaspettata che le serie tv potessero essere prodotti di altissima qualità all’idea che le serie tv dovessero per forza celare tesori incredibili: significati potenti, Zeitgeist, rivelazioni, ricettacoli luminosi del Presente Pop Rivelato ai Mortali. Il semplice passatempo è una bestemmia. La celebrazione del pop-così-com’è eccita le menti. Purtroppo la verità è diversa e il tracollo creativo di Showtime, in questo 2008, è lì a dimostrarlo. L’ultima stagione di Dexter (che è stato un prodotto molto divertente e a tratti molto interessante) è di una noia ridicola. L’ultima stagione di Weeds (che ha avuto momenti, nella prima stagione soprattutto, di feroce critica sociale travestita da commediola) è fiacchetta e anche un po’ noiosetta. La seconda stagione di Californication (serie finto-trasgressiva ma in realtà parecchio reazionaria la cui prima stagione era un passatempo caruccio) è diventato un passatempo idiota e neppure troppo divertente. C’è Mad Men, certo, che è un capolavoro indiscutibile. E basta. Anche True Blood, che forse varrà all’HBO il ri-sorpasso della rivale per edginess e ficaggine, è un grazioso passatempo di buona qualità (salvo la season finale, bruttarella assai) e nulla di più. Sono serie tv, insomma. Perché gonfiare artificialmente aspettative e standard e pregi e significati epocali di serie tv finto-trasgressive, educate, pulite, lisce e levigate? A volte divertono, a volte divertono parecchio, a volte per niente. In rarissimi casi sono qualcosa di più di un passatempo innocuo. Hung, però, sarà un capolavoro sicuro.
7. Sono tornati i vampiri.
Durante l’ultimo revival vampiresco non volevano farmi entrare in sala a causa del Vietato ai Minori di. Era l’alba dell’Era Clinton, i vampiri erano lussuosamente postmoderni o ammicantemente decadenti. C’era il Dracula di Coppola, l’Innocent Blood di Landis e il film tratto dalla serie di romanzi cult era Intervista col Vampiro di quel Neil Jordan che aveva diretto La moglie del soldato. Alla fine, Abel Ferrara chiudeva le danze con lo splendido The Addiction, sopra le righe, spudorato, malato e sporco. Oggi, all’inizio dell’Era Obama, il film tratto dalla serie di romanzi cult è Twilight e il film che invece usa il vampirismo come metafora raffinata è, con tutto il rispetto, Lasciami entrare di Tomas Alfredson. E i treni non arrivano più in orario.
6. Robert Downey Jr. nuovo idolo geek-chic.
Faccio una proposta modesta: il politically correct è il nuovo politically correct!!! Perché forse dentro i blog non si vede, ma mentre la gente educata ipercritica è stufa di dire "african-american" al posto di negro e "diversamente abile" per significare storpio, là fuori ci sono capi di governo che fanno battute imbarazzanti e tizi che vengono pestati a sangue perchè diversi. Certo, il politically correct è la foglia di fico che. Ma la celebrazione vitalistica e antintellettuale del Supereroe Sessista e Straricco e Patriottico e Sbruffone secondo voi è liberatoria? Liberatoria di che? Ci sono i bambini in Africa che muoiono di fame.
5. Poppyanna (gioco di parole intelligente tra Pollyanna e Poppy, protagonista del film La felicità porta fortuna)
Mike Leigh è uno bravo. E quando c’è lui dietro la macchina da presa ti puoi mettere comodo e sapere che potrai solo godere e imparare ad ogni inquadratura. Però Poppy, Poppy, questa tipa che tu le vuoi parlare di un fatto e lei deve fare per forza la battutina fantasiosa, con queste associazioni sognanti e surreali e bimbesche, questa tipa che tu le vuoi dire qualcosa a cui magari tieni e lei ti fa la sua risatina idiota e deve farti la sua battutina stramba e parlare d’altro, di quello che piace a lei, delle cazzate che piacciono a lei, e ti guarda con quel suo sguardo cretino, questa Poppy che pensa di sapere come va la vita e che bisogna donare sorrisi per capire la vita, questa Poppy, voi non avete sperato che il Matto della Scuola Guida la ammazzasse a colpi di cric?
4. La rinascita del cinema italiano
Ci speriamo tutti, eh. E Gomorra è un film importante sotto ogni punto di vista. Ma poi? Il Divo è un film enormemente sopravvalutato. Sorrentino è bravo e alcune scene (quelle in cui non ha la preoccupazione di "spiegare" qualcosa), come la festa disco, sono molto molto belle. Ma poi annega in banalità e personaggi messi là solo per fare spiegoni e pipponi (Scalfari) e montaggi alternati drammaticoni e chili di retorica che però attenzione non vedi che sta facendo lo zoomone avanti e indietro, è chiaramente Grottesco, non è mica retorica, è il Grottesco e quindi la cosa è complessa. In questi giorni, telegiornali, programmi d’approfondimento, programmi satirici, programmi d’ogni tipo sono stati blindati da De Laurentiis e da un unico enorme spot a reti unificati per Natale a Rio. Questa è la verità.
3. La socializzazione di massa
Se Facebook dura, tra qualche anno i candidati alle cariche istituzionali importanti saranno sputtanati (o, in Italia, rafforzati) da una certa foto di quella festa acidona con gli ex compagni di università. Ma forse tra qualche anno Facebook, se dura, dovrà inventarsi un modo per premiare la de-socializzazione – perchè se siamo tutti connessi nessuno è connesso, dice il proverbio. E quando tra i feed avrai che tua figlia di dodici anni ha appena ricevuto la Fatina Pucci del Cunnilingus dal figlio del collega stronzo, allora scoprirai l’imbroglio: il nuovo primato sarà quello di avere più s-contatti possibili. E’ meglio cominciare a portarsi avanti.
2. Il Cavaliere Oscuro
Nella battaglia tra i film più sopravvalutati dei famosi (cazzo di) anni zero, Il Cavaliere Oscuro è messo bene e potrebbe anche vincere. Il film è abbastanza divertente, abbastanza fumettesco, abbastanza coinvolgente. E’ anche troppo lungo, troppo cocainico, troppo pieno di cose messe lì per gonfiare il conto. Senti da un kilometro la paura di Nolan di non saper gestire il film d’azione (e più volte in effetti non lo sa fare) e la paura della produzione di non essere all’altezza della martellante, ossessiva, mega-multi-iperequipaggiata campagna promozionale che è già scritta nel budget. L’ansia da prestazione è la chiave di The Dark Knight. Un’overdose di viagra dopo di che non ti ricordi neppure chi ti stavi scopando.
1. I Fleet Foxes
Ok, sono bravi. Ok, sono molto bravi. Quando li ho visti dal vivo ero davvero ammirato. Ma devo togliermi questo peso dal cuore. A me i Fleet Foxes mi appallano. Non sono mai riuscito a reggere più di tre, quattro pezzi massimo, tutti di fila. Una loro canzone ci sta pure, intendiamoci. Davanti a una bella tazza di tè caldo, ad esempio. O quando senti che stai diventando troppo malvagio e avresti quasi voglia di postare una classifica piena di cattiverie proprio la notte di natale. Senti tutte quelle belle armonizzazioni, tutti quei coretti, tutti quei uoh-oh-oh e te li immagini tutti in cerchio, con le loro belle barbe fluenti e le camicie alla boscaiola, che sorridono e si guardano e sorridono e fanno uoh-oh-oh e si riavviano i capelloni lunghi e le barbe e sorridono e ti senti come il membro onorario di un’amorevole confraternita di boscaioli sorridenti. Ti viene voglia di diventare buono. Una, due canzoni. Ok. Ma tutto il disco? Tutto il disco no, vi prego. Cosa cazzo si lagnano, i Fleet Foxes, per un disco intero? Cosa cazzo si cantano?
Siate più buoni.