Miscellanea

venerdì, 23 07 2004

nessun titolo

Hot hot heat
Metà mattinata, e dentro casa ci sono già più di 30 gradi. Sudo anche da fermo e in mutande. Provo a farmi una doccia ma sembra che l’acqua venga direttamente da un pentolone bollente, ed evapora prima ancora di toccare il mio corpo. Apro le finestre, e fuori fa -ovviamente- ancora più caldo, e non c’è un filo di vento. L’afa è talmente appiccicosa che le zanzare, se provano a volare, rimangono invischiate nella cappa e rovinano a terra. Se anche quest’anno ci saranno dei black-out e non potrò più vivere in simbiosi con il mio frigorifero credo impazzirò velocemente come Jack Nicholson in Shining, e comincerò ad aggirarmi per casa con un’ascia per tagliare il velo di afa.  
Bologna, domani me ne vado. Grazie perchè tutti gli anni, col tuo clima infame, fai di tutto per rendermelo più facile.


giovedì, 22 07 2004

nessun titolo

Nastrone of the summer 2004
L’anno scorso non era neanche Giugno, e già ci pensavo. Quest’anno siamo a fine Luglio, e fino ad oggi non avevo ancora avuto la spinta per dedicarmici. Certo, l’anno scorso non avevo una trasmissione radio, ascoltavo parecchia musica ma non così tanta, studiavo e non vedevo l’ora di finire gli esami per andare -realmente e metaforicamente- in vacanza. Quest’anno sono disoccupato da 4 mesi senza riuscire a vedere la luce alla fine del tunnel, e -forse è un caso, forse no- gli ultimi 4 mesi sono uno dei periodi più assurdi che io abbia mai vissuto nella mia vita. Tra un paio di giorni me ne andrò da Bologna, e quando ci tornerò le cose saranno -o meglio, dovranno essere- inevitabilmente molto diverse, e in mezzo c’è un buco nero chiamato Agosto: il momento ideale, insomma, per l’annuale bilancio musicale in forma di nastrone.
Non sono mai stato il tipo di persona che costruisce compilation con un grande apparato teorico alle spalle (se ne volete, guardate qui, qui o qui); una serie di buone canzoni estive, nell’accezione più ampia del termine, è tutto quello che secondo me un buon nastrone of the summer deve avere. Se volete avere un’idea della filosofia che ci sta dietro (o meglio della sua assenza), date un’occhiata al post in cui concepivo il nastrone dell’estate scorsa (qui la tracklist definitiva), e capirete: musica da macchina e giornate assolate, da spiagge ventilate e serate al fresco, poche paranoie e la ferma convinzione che, in tutte le cose, il meglio deve ancora venire.
Come sempre, c’è un po’ di musica nuova e un po’ di ripescaggi più o meno d’annata, varie canzoni che nel corso dell’anno passato ho atteso di poter omaggiare di un posto d’onore nella mia Estate (e nella costruzione del suo ricordo), e il solito paio di pezzi che non c’entrano nulla col resto, solo per amore d’incongruenza. Ovviamente mi piange il cuore per tutti i brani irrinunciabili che non hanno trovato posto, e per quelli -pochi, in effetti- che non sono riuscito a reperire in tempo; come al solito è il fato a decidere, e questa componente di imperscrutabilità è una delle cose che mi piacciono di più del costruire un nastrone.
C’è un ultima cosa che non ho ancora detto: l’Estate è pigra, e io con lei, quindi, mi fermo qui. Le canzoni ho scelto, e, nei limiti, il perchè ve lo scrivo domani. Intanto se volete (ma anche no) potete indovinare.




giovedì, 22 07 2004

nessun titolo

Non fosse che dopo un po’ dà il mal di testa…
…potrei continuare a guardare questa cosa per ore.

mercoledì, 21 07 2004

nessun titolo

A steady crushing band
Sono giorni che il pluri-segnalato doppio live dei Wilco, scaricabile da qui e qui, gira senza sosta sul mio lettore, e io non riesco ancora a capire se e quanto la band di Jeff Tweedy mi piaccia davvero. A parte i testi devastanti, alcune canzoni innegabilmente splendide e un perverso e sottilissimo senso dell’umorismo (date un’occhiata a come compare lo strumento dell’anno nella line-up sul loro sito), la loro proposta musicale è talmente trasversale da collocarsi in una specie di buco nero del mio spettro di ascolto, confondendomi non poco, e lasciandomi abbastanza perplesso. Che c’è di così grande nei Wilco? Anche Slate si chiede What’s so great about Wilco? La risposta a cui arriva non mi soddisfa, ma, intanto che cerco di capire se mi piacciono davvero o no, merita la lettura.

mercoledì, 21 07 2004

nessun titolo

«Come hai avuto il mio numero? Ah, già..»
A me sta cosa dei nuovi elenchi telefonici sembra un po’ una cazzata. A parte liberi professionisti, maniaci pluricellularizzati e egocentrici di varia natura, non riesco davvero a immaginare chi potrebbe voler rendere pubblico anche il numero di cellulare e l’indirizzo mail agli scocciatori di tutta Italia. Una vera Pasqua per gli spammer, i telemarketer e tutti quei rompiballe che di solito facciamo di tutto per tenere alla larga…

lunedì, 19 07 2004

nessun titolo

Stasera inkiostro VS MarinaP part 3: the folk arena
L’intellighenzia blogger è felice di annunciare la terza puntata della Casa Vianello delle radio indipendenti bolognesi: stasera a Nocturama, dalle 00.40 fino alla morte per knock-out di uno dei due, inkiostro e MarinaP si scontreranno per l’ennesima volta per il vostro sollazzo, questa volta litigando e sproloquiando di folk e affini, giusto per variare un po’ e smetterla di passare sempre mezza puntata a litigare sull’opportunità di usare o meno la parola indie. Stavolta me la gioco fuori casa, non sulle consuete frequenze di Radio Città 103 ma su quelle amiche di Radio Città del Capo, sui 96.250 e 94.7 MHz in FM a Bologna e dintorni o in streaming (qui per le connessioni lente, qui per quelle veloci) in tutto il resto del mondo. Occhio, che a Città del Capo non hanno l’archivio mp3, quindi o beccate la diretta o niente. Siateci.

| # | Miscellanea | I Commenti sono chiusi

lunedì, 19 07 2004

nessun titolo

«Eh, che vuoi che sia…Mia mamma scopa con un morto da 30 anni e io lo chiamo ‘babbo’..»
Rivedere Clerks è sempre un’esperienza, soprattutto dieci anni dopo la sua uscita e svariati film di Kevin Smith -non tutti all’altezza- dopo. Valutazioni artistiche sul film a parte, la capacità del regista del New Jersey di creare un intertesto di riferimenti che non si esaurisce all’interno dello spazio di un solo film ha dell’ecccezionale, come gli appassionati possono notare in questa vecchia lista scovata chissà dove:

You’ve seen too many Kevin Smith movies when:
– You fear and respect the escalator
– The ending of Return of the Jedi doesn’t settle well with you anymore
– The theme to “Mighty Mouse” gets you sexually excited
– You almost laugh whenever someone asks what a Nubian is
– The phrase “f**k them up their stupid a**es” fills you with murderous rage
– You’re aware of the gay subtext of Archie comics
– You liked the idea of a Bluntman and Chronic movie
– You, if given the chance, would ask Stan Lee for advice on women
– You hang around in airports to watch mankind at its best
– You know and enforce the difference between an eatery in the food court and an autonomous unit for mid-mall snacking
– You understand and use the term “finger cuffs”
– You’ve said “snootchie bootchies”
– When a woman tells you she’s a lesbian, you don’t see how it changes your chances of sleeping with her
– You’ve been to a topless fortune teller
– You always check to make sure the person you’re about to have sex with in an unlit bathroom is, in fact, alive
– You claim to have a cousin named Walter
– You buy Alanis Morsette CDs with the hope that it will help you get into Heaven
– You know how much an average jizz-mopper makes an hour
– You’ve spit water on people just to make a point
– You doubt the validity of newspaper announcements
– You’ve rented weird porn to “expand your horizons”
– You’ve considered naming your cat “annoying customer”
– You consider the Universal Studios tour, when Jaws pops out of the water, to be the most romantic place to propose marriage
– You want Mr. Toad’s Wild Ride, just like everyone else
– When you hear the word “uncomfortable” you automatically think “back seat of a Volkswagon”
– You take a Magic Eye very seriously
– You’ve considered stink-palming someone OR you’ve asked someone if they want a chocolate-covered pretzel
– You, suprisingly, know about likeness rights
– You consider the word ‘tracer’ vulgar
– Whenever you see a painting of The Last Supper, you wonder where Rufus was sitting.

































lunedì, 19 07 2004

nessun titolo

Of two soft voices, blended in perfection
Io -lo dico sempre- le aspettative le odio: sono il primo passo per le delusioni, e spesso non hanno nulla a che fare con la qualità effettiva di ciò a cui sono rivolte. Ogni tanto, però, quando uno si aspetta poco o nulla, partendo già prevenuto e mettendo in conto di rimanere deluso, può anche succedere di essere deluso sì, ma dalle proprie aspettative. E di trovarsi davanti a una sorpresa, la sopresa della conferma.
Ok, «L’altra volta avevano un repertorio migliore», «Era stato folgorante e ineguagliabile», «E non c’era tutta la gente che li ha sentiti su RadioDeejay e che cerca il tormentone estivo nobile -tipo l’anno scorso i Tribalistas (copyright Colas)-», «E ormai sono separati in casa e dalle interviste pare di intuire un prossimo scioglimento», ma di fronte ai due norvegesi siamo (e siamo sempre stati) dalle parti del clamoroso. Il genere di concerti che è completamente inutile descrivere, perchè se non sei lì, a sentire l’intreccio delle voci e delle chitarre, ad ascoltare i siparietti di Eirik e a ridere per le facce buffe di Erlend, è assolutamente impossibile capire perchè un’esperienza del genere possa essere così straordinaria. Chiaramente, io non ci provo neanche.
[un po’ retorico, lo so, ma cosa ci volete fare, se uno non è retorico davanti a cose così..]



venerdì, 16 07 2004

nessun titolo

Una vita così è un lavoro a tempo pieno
Il titolare va a Roma per un paio di giorni a vedere i suoi divi da Festivalbar preferiti.
 

giovedì, 15 07 2004

nessun titolo

Spa-ghe-tti!!
Oggi si gioca a golf.

giovedì, 15 07 2004

nessun titolo

Grazie di esistere
Si fa presto a dire «basta parlare di blog». Io vi capisco, voi che continuate a ripetermelo, e che alzate gli occhi al cielo ogni volta che menziono un blogger, un post o qualcosa letto in giro; vi capisco, e probabilmente farei lo stesso. Sembra una setta da cui siete esclusi, col suo linguaggio in codice, un ritmo velocissimo cui non si riesce a stare dietro (..«a mano a mano che il nostro mondo sembra ‘accelerare’»..), e tutti questi blogorroici che scrivono scrivono scrivono e sono convintissimi che agli altri debba fregare qualcosa di quello che pensano. Vi capisco, e mi dispiace un po’ per voi, che rifiutando questo mondo, e che trattandolo con la puzza sotto il naso vi perdete il solito geniale post de laLauraquello couplandianissimo di Enzo, la poesia pura di Distilleria (ve lo ripeto: questo blog è sottovalutato), questo post strappalacrime di Zazie (e il mio gatto preferito, Mamolo -detto il Tarlino-, è morto proprio quel giorno), la monumentale riflessione di Leonardo sulla società e l’immigrazione (in tre parti: uno, due e tre; leggetela, perchè quest’uomo meriterebbe una rubrica fissa sul più letto dei giornali), e ce ne sarebbero altri da citare ma mi fermo qui. Mi spiace un po’ per voi; ma sono terribilmente contento per me.

mercoledì, 14 07 2004

nessun titolo

I soliti luoghi comuni. Veri.
Dai tempi degli ormai leggendari 90 motivi per cui è bello essere un uomo (cui fecero eco, ovviamente, i motivi per cui è bello essere donna
), da queste parti si è sempre riso un sacco per le liste dei luoghi comuni sui generi sessuali e i rapporti tra i sessi. Ora mi sono appena imbattuto in una pagina piena, in cui ho trovato geniali alcune delle 10 cose che un uomo non direbbe mai («Le sue tette sono davvero troppo grandi», «Certo, muoio dalla voglia di indossare un preservativo» «Mi sa che ci siamo persi. Faremmo meglio a fermarci e a chiedere a qualcuno») e delle 10 cose che una donna non direbbe mai («Questo vestito mi fa sembrare il culo troppo piccolo?», «Non buttare via quella maglietta…i buchi sotto le ascelle sono così carini», «Hai di nuovo ragione tu»). Perchè ognuno crede di sfuggire ai luoghi comuni e di essere uno sui generis, poi legge delle liste del genere e scopre che alcune cose valgono davvero per tutti.
[prevedo già commenti tesi a smentire questa tesi..]


mercoledì, 14 07 2004

nessun titolo

La caduta dei Re
Sapevamo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato, ma ciò non rende le cose più facili. Andate in questa pagina, date un’occhiata al cast della serata del Festivalbar -registrata ieri a Lignano, e che sarà mandata in onda il 20 Luglio- e mettetevi le mani nei capelli: tra Antonacci, Pelù e Pezzali a cantare in playback sul palco più squallido e paraculo dell’Estate italiana ci sono anche i Kings of Convenience. Non so cosa dire: this is what it is.

martedì, 13 07 2004

nessun titolo

Powerpizzabook
Credo mi comprerò presto un computer portatile solo per avere questa fichissima borsa porta-computer a forma di cartone di pizza. Terribilmente geek e terribilmente pop.

martedì, 13 07 2004

nessun titolo

Da Lentissimo a Interminabile
Dopo l’orgia di concerti dei giorni scorsi -che rallenta, ma non ne vuole sapere di terminare- ci mancava giusto il concerto più lungo del mondo, che sta avendo luogo ad Halberstadt, in Germania, da 3 anni, e che finirà tra 636, e che vede l’esecuzione di una composizione di John Cage (e chi sennò?) chiamata appunto Organ squared/As slow as possible. Folle e affascinante l’idea di una chiesa abbandonata in cui le note possono continuare a vibrare nell’aria indisturbate per anni. Spero ne facciano una registrazione.

martedì, 13 07 2004

nessun titolo

La nobile arte del pornotitolo 2
Se n’era già parlato mesi fa, ora un post di Tom (e soprattutto i suoi commenti) riaccendono la discussione sulla genialità dei titoli dei film porno che riprendono e parodizzano i titoli dei classici più o meno Hollywoodiani. E dopo che sono usciti fuori titoli geniali come Io speriamo che me la chiavo, Quattro matrimoni e un foro anale, Il glande freddo, Harry ti violento Sally, Io mi bagno da sola, La caricano in 101 e molti altri, ecco c’è la pagina definitiva.

lunedì, 12 07 2004

nessun titolo

Zeitgeist VS Passéism
Dice: sei stato a 4 concerti fighissimi in 5 giorni e non ne parli? Hai ululato come un cucù durante i Belle & Sebastian e non scrivi niente? Hai partecipato all’evento hype dei funkytarri !!! e non ti produci anche tu in un post che renda giustizia a cotanta live band, e al suo effetto su noi discotecari frustrati, formerly known as indie kidz? Hai dondolato sulle ali di farfalla dei Blonde Redhead, mai così morbidi eppure mai così efficaci, sospirando davanti alle sottane della beautiful japanese Kazu e non ti lanci nella solita dissertazione poetica (intanto, per gradire 4 foto: Amedeo, Kazu, le sue sottane
e tutta la band)? Hai assistito a Suzanne Vega che festeggia live il suo compleanno e non ti metti –di nuovo– a spiegare quanto sia brava e mostruosamente sottovalutata, e quanto, alla sesta o settima volta che la vedi live in 5 anni, The queen and the soldier riesca ancora a farti emozionare?
E poi: non fai un post tutto pieno di oscuri riferimenti e messaggi in codice diretto ai tanti (26, solo tra quelli presenti nella colonna a sinistra…allucinante, se ci pensate) blogger incontrati, ospitati, conosciuti, ri-conosciuti, presi in giro, ringraziati e [aggiungere qui un altro participio passato a caso] nel giro di meno di una settimana? Non racconti in un post antropologico di come sia stato ritrovarsi all’aftershow party dei !!!, e di come non sia stata troppo diversa da una tipica festa studentesca bolognese in cui però tutti si sentono un po’ più fighi del solito solo perchè sono lì? Non dici che ci sei anche tu nel primo numero di Losing Today, facendogli la pubblicità che si merita perchè, conflitto d’interessi a parte, la qualità media (dalla carta alla grafica alle foto a quel che c’è scritto al cd allegato) è davvero alta (further info here)? Non fai uno di quei post criptici chè poi gli amici in privato ti chiedono cosa volevi dire esattamente perchè tanto credono già di sapere di cosa stai parlando (a buona ragione, di solito)? Non linki qualche sito bizzarro o ridicolo? Non racconti dei nuovi dischi che stai ascoltando? Frasi sagaci? Frizzi e lazzi?
La risposta è no: sono un po’ stanco. Di cosa? Di un sacco di cose, ma fondamentalmente di dovere, volere, e un po’ anche sapere, stare al passo con quello che c’è fuori dalla mia stanza. Quindi ora mi sa che spengo il computer, metto su i Piano Magic e mi sdraio sul letto. Il resto aspetterà.



venerdì, 09 07 2004

nessun titolo

Inkiostro music news aggregator
+ Domani, i Calexico suoneranno per la prima volta a Calexico, la città californiana da cui prendono il nome. Ma dai.
+ I ben informati lo sapevano da un po’, ma ora è ufficiale: i Micercars hanno firmato con Homesleep.

+ Lo sconto su biglietti e abbonamenti per l’Indipendent Days Festival (4 e 5 Settembre a Bologna, con Sonic Youth, Deus, The Darkness, Franz Ferdinand, Mark Lanegan e mezzo mondo ancora) continua fino alla fine di Luglio. Qualcuno di mia conoscenza farà meglio a muovere il culo…
+ Un pazzo ha assemblato e reso disponibile sul suo sito un cd con 100 canzoni. Musicalmente contiene un po’ di tutto (solo canzoni cortissime, ovviamente), ma l’idea è abbastanza folle da dargli un senso.
+ Primo ascolto di Antics: Mah. Che sono tutti quei ballatoni? Che è tutto sto pop? ‘Ndo stanno gli ostacoli e i personal digital assistant?
[Probabilmente è tutto un problema di aspettative, tra un paio di ascolti passa]
+ Non ditemi che non avete ancora scaricato il video di The first of the gang to die, nuovo singolo di Morrissey. Lo amiamo.
+ Nella bella intervista fatta da Indiepop.it al grandissimo Jens Lekman (il suo When I said I wanted to be your dog sarebbe sicuramente negli altri 5 dischi di questo primo semestre del 2004), alla domanda su perchè la scena indiepop svedese sia così straordinaria e prolifica, il nostro ha risposto:
Tutto funziona al rovescio in Svezia; dall’inizio degli anni 90 la musica indipendente è diventata molto popolare. Ho parlato a un tizio americano che mi ha detto che se oggi cresci ascoltando Morrissey negli States, sei ancora automaticamente uno di quelli che vengono picchiati. Quando io avevo 17 anni, venivo picchiato dai fans di Morrissey, erano loro i bulli, quelli di bell’aspetto e sempre in compagnia. Oh, inverted world.
+ Andate all’edicola più vicina, e chiedete di Losing Today. Per il resto, ci si vede stasera ai !!!. Quando l’hype chiama..










venerdì, 09 07 2004

nessun titolo

Il portapenne più venduto d’America*

[Grazie a Valentina. Sto ancora ridendo..]
[* Vogliamo la versione italiana!!]



venerdì, 09 07 2004

nessun titolo

Per esibizionisti timidi
Voi usereste un bagno pubblico che all’esterno è tutto coperto di specchi (e fino a qui…), ma che all’interno è completamente trasparente (come -ma anche di più- una cabina telefonica?). In Svizzera c’è. Mi immagino già la fila.

venerdì, 09 07 2004

nessun titolo

Dai, ok
Non ne parlo, ma metto online qualche foto, giusto per dare un senso allo sbattimento di esseri portato dietro la fotocamera. La qualità è quella che è, e non mi chiaro perchè sul mio computer appaiano così scure mentre sul Mac della Fattoria erano perfette, ma, boh, magari a qualcuno interessa. Un paio di foto degli sbarbi The Rapture (1 e 2), e tre degli ipersensibili Belle & Sebastian (1, 2 e 3). Enjoy.

giovedì, 08 07 2004

nessun titolo

Il blogger alternativo*
Si riconosce perchè va a uno dei concerti più fighi dell’anno, e non ne parla.
[* un termine volutamente metà anni ’90]


giovedì, 08 07 2004

nessun titolo

Da urlo
Spider man 2, in uscita in questi giorni negli States, ricostruito interamente coi Lego in un filmato strepitoso. Un piccolo capolavoro di nerditudine (soprattutto a pensare al tempo che ci avranno messo a costruire oggetti e scenari e a fare tutti quegli stop motion) declinato alla Hollywoodiana.
[ci mette un po’ a caricarsi, ma vale la pena]


| # | Miscellanea | I Commenti sono chiusi

mercoledì, 07 07 2004

nessun titolo

Mi sembra in tono
Eurobad ’74
, una galleria di immagini dedicata agli interni più kitsch degli anni ’70. Una vera meraviglia.


mercoledì, 07 07 2004

nessun titolo

C’è qualcosa che non va in me: sono un cucù
Ieri notte ti ho sognata, era un sogno strano. Indossavi delle scarpe strambe e stavi per metterti a ballare; sono sicuro che ti vergogneresti, se solo te ne ricordassi. Peccato che è come una di quelle cose che si fanno da bambini: è inequivocabile che tu le abbia fatte, ma eri troppo piccola per ricordartene. Quindi le hai fatte, ma non ti sembra di averle fatte. Un’ipotesi interessante, e una buona scusa; dovresti prenderla in considerazione la prossima volta.
Il problema, se vogliamo, è continuare a interpretare tutto come se fosse un segno, e ad agire di conseguenza. Probabilmente il modo più insensato di agire, quindi, paradossalmente, una soluzione facile e indolore per tutti i problemi della vita. Non li risolve affatto, ovviamente, ma vuoi mettere la soddifazione di avere una vita punteggiata di filosofia stabilita da chissà quale ordine superiore?
Alla fine, il problema vero -se problema è- è essere come un cucù (oppure un cuculo, se preferiamo parlare in italiano): deporre le uova nei nidi altrui perchè la pigrizia e l’incapacità impedisce di covarle a dovere nel proprio; il cuculo non riesce ad evitare di seguire il solito, inevitabile, percorso, ma non riesce mai a farlo nel modo giusto, e fino alla fine. E come quando Stuart canta della dipartita di Isobel in mezzo a quei fiati che se non c’era Trevor si sarebbe sognato, così canticchiare I’m a cuckoo pensando alle cose che non si riesce a portare a termine -neanche al termine che di per sè non ci sarebbe e che si è deciso più o meno arbitrariamente di porre- può diventare la soluzione di tutti i problemi. Tu turati pure il naso, e fai le smorfie come se inghiottissi una medicina nauseabonda; mi troverai di là a cantare, e a pensare che a una canzone indiepop non vorrei mai chiedere niente di più.
[Belle & Sebastian, I’m a cuckoo, da Dear Catastrophe Waitress (2003)]