Un discorso pretenzioso, in potenza. I tempi che cambiano, il mercato discografico che cambia, le cose nuove sempre meno piacevoli di quelle vecchie. O forse solo strategie di marketing più o meno improvvisate, che per una svista o la solita caccia al tesoro virale -non lo sapremo mai- rovinano il crescendo dell’attesa e ti recapitano un disco sull’hard-disk quasi prima che tu venga a sapere della sua esistenza.
Avrei voluto scrivere di quel percorso che cominciava già mesi prima dalle dichiarazioni fumose nelle interviste, poi le poche righe di news lacunose su Rumore che mettevano l’acquolina in bocca solo a leggerle, quindi le foto promozionali, con look nuovi o rughe inedite mostrate a tutti senza una parola, poi il singolo, che se andava bene c’era Planet Rock che te lo passava prima ancora che uscisse, e tu lo registravi su una TDK C90 e lo riascoltavi decine di volte voice-over compresi, quindi i lati B, e quello che la loro collocazione periferica sottintendeva, poi qualche volta persino il video, di solito di notte, dopo ore di attesa. Quando mettevi le mani sul disco, e a volte erano passate settimane dalla data d’uscita ufficiale (chè si sa che i negozi di provincia hanno i loro tempi), ti ci aveva portato una strada fatta di pieni e vuoti da colmare, che influenzava la tua percezione del disco almeno quanto la musica che questo conteneva, e a volte di più.
E’ per questo che i dischi che aspetti, quando ci metti le mani così, non ti interessano poi così tanto, e ti piacciono ancora meno? E’ per questo che le uniche cose che riescono a smuoverti sono le scoperte casuali? Esiste un valore assoluto che costringe all’attenzione a prescindere da date, supporti e strategie promozionali, o siamo schiavi delle condizioni di fruizione, e queste condizioni non ci piacciono più?
Grinderman (Nick Cave, Warren Ellis & co.) – Don’t set me free (MP3)
Grinderman (Nick Cave, Warren Ellis & co.) – Vortex (MP3)