indie-gestione

giovedì, 26 06 2008

DisKoInKiostro Volume 2 (TrainScoppola)

Il secondo volume di DisKoInKiostro nasce dall’idea di accozzare cinque remake di cinque pezzi di generi diversi legati da linee melodiche che operino per piccoli scarti. Quando però ho ascoltato il risultato finale, tutto quello che mi veniva in mente era "il remake di Trainspotting girato da Sofia Coppola". A far coincidere melodie, spesso coincide anche altro. Il pezzo iniziale, per dire, è stato pubblicizzato su internet con un video degno di essere l’intro metropolitano e rallentato a questo remake. Duke Dumont che ricostruisce i Mystery Jets prodotti da Erol Alkan come se fossero i Klaxons del portentoso dub di Erol stesso. Su questo poi ho intarsiato il riferimento per eccellenza all’originale degli Underworld col retrogusto amaro della permanenza del coro iniziale e una venatura percussiva che sembra della minimale del momento e che invece era del remix dell’epoca. Al centro gli M83 sono gli Air di oggi e la rilettura dei Maps cala la canzone in un’atmosfera da hardcore del DJ Time, tipo quelle cose olandesi melodiche e al limite della gabber, come un’Alexia+IceMC in quel di Londra. In battuta rigiro la scena paurosa col neonato morto che cammina sul tetto sostituendo al pezzo di Bedrock la cantautrice norvegese Ane Brun in un fattissimo viaggione house sul potere del silenzio in cuffia, suonato live da Heinrich Schwarz ed editato da Dennis Ferrer: roba da non capire più dove ci si trovi. Per il finale ho chiamato a raccolta tutta la perizia del mezzo per mixare col necessario livello di platealità uno dei pezzi più potenti di questa estate. Intro disco lento, inciso in crescendo verso un riff che è la traduzione in musica del concetto di braccia alzate al cielo in spiaggia alle sei di mattina col sole che sorge a cui, dopo un po’, fa da controcanto uno slap bass ultra-funky sbatticuli. Scegli la vita, scegli le sei di mattina, anche se qualcuno lo ha fatto prima di te. Ad alto volume, funziona meglio, anche se è solo per una ventina di minuti.

trainscoppola

giovedì, 26 06 2008

No stress

 

La prima volta che ho visto l’eccellente video-shock di Stress dei Jus†ice (ero a New York a casa di Matte) ho pensato, come tutti, ai Prodigy di Smack my bitch up, ma anche ad Arancia Meccanica, a certi film orientali che ti sbattono in faccia l’ultraviolenza sperando di ottenere almeno una minima reazione, e ovviamente -visto dov’ero- alle soggettive frenetiche e catastrofiche di Cloverfield.
Questa parodia, brillante già dal modo in cui gioca col nome della band (che diventa «Justesse»), è filologica fin nella minima inquadratura, quindi -per converso- mi fa pensare al leggendario Hollywood Party dei Broncoviz. Non gli si poteva chiedere di più, direi.
(grazie a L. per la dritta)

 

giovedì, 19 06 2008

La piccola agenda dei concerti

Latitava da un po’, la lista dei concerti inkiostro-approved di Bologna e dintorni, ma con l’Estate la voglia di mettere il naso fuori casa aumenta, ci sono un sacco di weekend succosi da pianificare e urge un po’ di organizzazione per non perdersi gli eventi importanti. Finora quasi tutti sfavoriti dal maltempo e ormai inficiati anche dall’allucinante caro-benzina, c’è da dire, visto che la stagione classicamente porta a fare il giro delle piazze di mezza regione e delle spiagge ravennati che non hanno più bisogno di presentazioni.

Vale la pena di tenere duro, però, e di reggere almeno fino a metà Luglio perchè ci sono un paio di settimane di fuoco di fila davvero notevole, prima che la fine del mese si porti via la quasi totalità degli eventi e annunaci la canonica morte sociale e concertistica agostana.

A parte quel leggendario festival marchigiano di inizio Agosto, che pare proprio essere tornato in vita…

 

 

Quando Chi Dove
Gio 19/06 Sightings Hana-bi (Marina di RA)
Ven 20/06 Costa Music + 33 Ore
Mark Stuart (ex Pop Group)
Villa Mazzacorati (BO)
Piazza della Misura (FO)
Sab 21/06 Cristina Donà + Le Luci della Centrale Elettrica
Botanica
Piazza Castello (FE)

Hana-bi (Marina di RA)

Dom 22/06 Altro
Settlefish + Leggins
Atlantide Occupata (BO)
Mattatoio (Carpi – MO)
Lun 23/06 Fennesz + Ryuichi Sakamoto Teatro Manzoni (BO)
Mar 24/06 Pete & The Pirates Hana-bi (Marina di RA)
Lo scorso Febbraio al Covo non eravamo tanti, ma alla fine del concerto eravamo tutti, invariabilmente, entusiasti; e si sa che mettere d’accordo tutti, per una giovane band inglese, di questi tempi, è praticamente impossibile. Doppietta meritatissima, prepariamoci a saltare.
Mer 25/06 Matmos Hana-bi (Marina di RA)
Gio 26/06 Matmos
Jack & The Themselves
Hana-bi (Marina di RA)
Scandellara Rock (BO)
Ven 27/06 metallari assortiti

Laser Geyser + Nervous Kid
Fake P

Gods of Metal – Arena Parco Nord (BO)
Villa Mazzacorati (BO)
Rock in Rolo (Rolo – RE)
Sab 28/06 Ellen Allien
metallari assortiti

Le Volume Courbè feat. Douglas Hart (The Jesus and Mary Chain)
Dente + En Roco + The Clever Square
Trabant + Awesome Mixtape

Gay Pride – Estragon (BO)
Gods of Metal – Arena Parco Nord (BO)
Hana-bi (Marina di RA)

Arci Valverde (FO)

Rock in Rolo (Rolo – RE)

Spiace per le ottime proposte che ci sono in giro per la regione, ma in una sera del genere l’attenzione non può che concentrarsi sulle due manifestazioni bolognesi (il party conclusivo del Gay Pride nazionale con -tra gli altri- Ellen Allien e la seconda serata del Gods of Metal, headliner i Carcass e gli Slayer), che curiosamente si svolgono entrambe nel giro di qualche centinaio di metri. Difficile immaginare qualcosa di più surreale degli inevitabili incontri dei convenuti ai due eventi.
Dom 29/06 metallari assortiti Gods of Metal – Arena Parco Nord (BO)
Mar 01/07 Cat Power and the Dirty Delta Blues
The Dirtbombs
Piazza Castello (FE)

Hana-bi (Marina di RA)

Ven 04/07 Beatrice Antolini Manifattura (BO)
Sab 05/07 Maximilian Hecker

Settlefish + My awesome mixtape

Retro Pop – Bagno Belvedere – Cesenatico (FC)
Luzzara (RE)
Dom 06/07 Vinicio Capossela Lungomare Vittorio (RN)
Mar 08/07 The Bellrays Hana-bi (Marina di RA)
Mer 09/07 The Racounters
Liars
Piazza Castello (FE)
Hana-bi (Marina di RA)
Gio 10/07 A Classic Education Julive – Piazza Verdi (BO)
Ven 11/07 Sigur Ros
Comaneci
Forty Winks
Giardini di Boboli (FI)
Manifattura (BO)
Villa Mazzacorati (BO)
Sab 12/07 Franz Ferdinand + The Cribs
Alex Chilton + Giovanni Ferrario
Piazza Castello (FE)
Hana-bi (Marina di RA)
Tutti a lamentarsi che trenta piotte per il quartetto di Glasgow sono troppe, ma il talento delle grandi band di Albione si paga, e raramente sono soldi spesi bene come con Kapranos e soci, che dosano le produzioni nuove e le date in giro, e fanno bene. Budget per la serata già stanziato, parte l’attesa.
Dom 13/07 Hercules and Love Affair
Il Genio
Piazza Castello (FE)
Manifattura (BO)
Lun 14/07 Camera Obscura Julive – Piazza Verdi (BO)
L’arrivo in città del folk-pop zuccherino dell’eccezionale sestetto scozzese capitanato da Tracyanne Campbell (sorella della più nota Isobel Campbell) è proprio una bella notizia: gratis e in piena zona universitaria, un concerto così ogni paio di settimane e vedete come il fantomatico degrado scompare..
Mar 15/07 Interpol + dEUS
My awesome mixtape
Piazza Castello (FE)
Hana-bi (Marina di RA)
Prendi una stimata band belga che ormai viene in Italia 2 volte l’anno, e che recentemente ha dato alle stampe un disco bruttino, e uniscila a un gelido e saccente quartetto newyorkese iper-derivativo e vedi tu cosa ottieni. Difficilmente una serata memorabile, secondo me.
Mer 16/07 My awesome mixtape
Juliette & The Licks
Julive – Piazza Verdi (BO)
Rock Planet (Pinarella di Cervia – RA)
Gio 17/07 Afterhours

Chrome Hoof

Parco del castello della Giovannina (Cento – FE)
Hana-bi (Marina di RA)
Ven 18/07 Mondo Cane (feat. Mike Patton)
Le Luci della Centrale Elettrica + Egle Sommacal
Giovanni Ferrario
Duran Duran
Piazza S. Stefano (BO)
Villa Mazzacorati (BO)

Julive – Piazza Verdi (BO)
Pala De Andrè (RA)

Michele Pattoni non vive più a Bologna da anni ormai, ma lo stivale dev’essergli imasto nel cuore se il tour di ogni suo nuovo progetto finisce sempre per passare di qui (addirittura promosso nel nobilissimo palco di Piazza S. Stefano), e se stavolta si tratta proprio di classici della canzone italiana d’annata reinterpretati dalla sua ugola dorata. Abbastanza impersibile, direi.
Sab 19/07 Massive Attack Pala De Andrè (RA)
Lun 21/07 Josè Gonzalez + Tunng Verucchio Festival (RN)
Il micro-festival romagnolo curato da Ludovico Einaudi si aggiudica due dei migliori live-act folk in circolazione, per una serata davvero difficile da perdere. La cornice farà il resto, sospetto.
Mar 22/07 Notwist + Yuppie Flu
Metallica
Piazza Castello (FE)
Arena Parco Nord (BO)
Non ci fosse stato niente in giro (e non costasse una cifra improbabile) l’air guitar sui vecchi classici al concerto dei Metallica l’avrei anche fatta. Ma a Ferrara ci sono i fratelli Archer insieme agli Yuppie Flu, che da queste parti, anche se gli anni passano, rimangono due piccole religioni. Gratis, poi.
Gio 24/07 I’m from Barcelona
Blonde Redhead + Dani Siciliano
Hana-bi (Marina di RA)
Verucchio Festival (RN)
L’anno scorso è successo quel che è successo: chi c’era sa che è stata la serata migliore dell’Estate. La mandria svedese ovviamente la pensa allo stesso modo, visto che torna; io li ho visti live a NYC un mese e mezzo fa, e sono sempre in formissima (e i pezzi nuovi sono belli). Peccato solo che sia un giovedì, ma se pensate che ci fermi dal far festa….
Ven 25/07 B. Fleischmann
New York Dolls
Verucchio Festival (RN)
Rock Planet (Pinarella di Cervia – RA)
Sab 26/07 Ludovico Einaudi con Robert e Ronald Lippock + Nathan Fake
Friends of Dean Martinex VS Sea of Cortez
Verucchio Festival (RN)

Julive – Piazza Verdi (BO)

Dom 27/07 Disco Drive Hana-bi (Marina di RA)
Mar 29/07 The Mae Shi
Juno Falls
Hana-bi (Marina di RA)
Julive – Piazza Verdi (BO)
Gio 31/07 Au Revoir Simone
Joan as a police woman
Hana-bi (Marina di RA)
Piazza S. Stefano (BO)
Altro ritorno a distanza di un anno: la scorsa stagione le tre algide bellezze americane suonarono un set surreale in un assolato e rumoroso aperitivo domenicale. Che a  suo tempo, inaspettatamente, mi conquistò.
Mar 12/08 Iron and wine Hana-bi (Marina di RA)
Non ho mai avuto occasione di vedere dal vivo il barbuto Sam Beam, nonostante io sia un suo grande fan ormai da anni. Questa data cade in mezzo alle mie vacanze, e non ho ancora idea di dove mi troverò in questo martedì sera di metà Agosto. Ovunque sia, difficilmente sarà troppo lontano per impedirmi di esserci.
Gio 28/08 Underworld + Coccoluto + Picotto Mugello Dance Festival
Ven 29/08 Coldcut + Juan Atkins + Derrick May Mugello Dance Festival
Sab 30/08 The Orb + Beatpharmacy + Ralf Mugello Dance Festival
Mer 03/09 The Jon Spencer Blues Explosion
Pennywise
Piazza Nenni (Faenza – RA)
Estragon (BO)
Mar 09/09 Melvins Estragon (BO)
Lun 29/09 Coldplay PalaMalaguti (BO)
Mer 15/10 Paul Weller Estragon (BO)
Gio 16/10 The Wombats Estragon (BO)
Ven 24/10 Built to spill Locomotiv (BO)

 

 

(Eventuali) Gite fuori porta:

 

Quando Chi Dove
Sab 05/07 The Rakes + The Long Blondes + The Maccabees + The Good Shoes + Those dancing Days Pop Circus Festival – Le Jardin au bord du Lac – Segrate (MI)
Serata super-hip per molti accostabile a un incubo, con cast modaiolo a fortissimo rischio di inutilità (hanno pure annullato i Long Blondes) e probabile pubblico frangettato dalle cui Converse tenersi bene alla larga. Farò di tutto per non mancare.
Sab 18/07 Tom Waits Teatro degli Arcimboldi (MI)
Nomen Omen, Tom Waits l’abbiamo aspettato per anni e quando ormai avevamo perso le speranze, ecco che infila tre date di seguito che senza dubbio alcuno valgono a occhi chiusi la follia del prezzo del biglietto e della trasferta a Milano per un sabato di metà Luglio. Evento.
Sab 02/08
Dom 03/08
Frequenze Disturbate 2008 Fortezza Albornoz – Urbino (PU)
Ebbene sì, pare ormai definitivo: il festival indie italiano per eccellenza sta per tornare. L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare a giorni, per ora si sa che il 2 ci saranno gli Oneida (voci insistenti, non si sa quanto attendibili, danno per il 3 Cristina Donà e i Radio Dept, e altri nomi che girano con insistenza sono Emiliana Torrini, Archie Bronson Outfit e Erase Errata) e che Live in Italy è subentrata alla vecchia gestione di DNA. Pare che la cornice dei concerti non sarà la Fortezza Albornoz ma la centralissima Piazza Rinascimento, con secondo palco acustico nello splendido chiostro di Santa Chiara. Si spera sia della partita almeno un nome grosso, che sia in grado attirare da tutta Italia i devoti che ogni anno hanno fedelmente affollato il mio paese natale e si sono strafogati di crescia sfogliata® al Ragno D’oro.
Sarà davvero un nome grosso o ci stiamo aspettando troppo da un festival da poco redivivo come Frequenze? La grandi band che sono in giro per l’Europa in quel periodo (Morrissey, My Bloody Valentine, Sonic Youth, Grinderman, Justice e in generale chiunque sia a Benicassim o all’Øya) sono irraggiungibili come sembrano o dobbiamo aspettarci qualche sorpresa?
A giorni la risposta. E se sarà come speriamo, non c’è bisogno di dirlo, ci vediamo là.

 

lunedì, 16 06 2008

Non si esce vivi dagli anni ’90

Chi l’avrebbe mai detto che il 2008 sarebbe stato l’anno del grande ritorno del trip-hop? Dopo il tanto sospirato terzo disco dei Portishead e il previsto ritorno sulle scene dei Massive Attack, che calcheranno di nuovo i palchi italiani a Luglio (Napoli, Roma, Ravenna e Venezia) e di cui è atteso un nuovo disco in autunno,adesso è pure il turno di Tricky, che tra un mese esce con il nuovo Knowle West Boy. Il disco è sempre la stessa roba, voce roca e sussurrata, ritmi sincopati e un po’ di chitarre qua e là, un po’ afro e un po’ metropolitano, con le solite vocette femminili a fare i cori.

A ricordarci che non siamo più negli anni ’90 c’è solo il sito dedicato, immancabile remix contest compreso, e la cover di Slow di Kylie Minogue, che in realtà non è così originale ma che con quella chitarra guadagna qualcosa in più. Ci manca solo il ritorno dei Lamb e degli Sneaker Pimps e poi siamo a posto.

 

Tricky – Slow (cover di Kylie Minogue) MP3
(link aggiornato)

 

venerdì, 13 06 2008

C’era una volta il nastrone

E’ un rito che ai tempi abbiamo fatto decine di volte.

Abbiamo passato ore a scegliere tutti i pezzi uno ad uno, a decidere l’ordine migliore, cosa mettere in apertura e cosa in chiusura, dove piazzare i pezzi da novanta e dove posizionare i pezzi che sottolineavano meglio il messaggio che volevamo mandare (c’era sempre un messaggio). Abbiamo scritto i titoli uno dopo l’altro stando attenti a non far sbaffare il tratto-pen sulla carta lucida della copertina (io, per evitare di passarci sopra con la mano e toccare l’inchiostro fresco, li scrivevo in ordine inverso), abbiamo considerato se mantenere un look sobrio e anonimo (titoli e poco più, di solito io facevo così) o se donargli una veste grafica più accurata (una foto? un ritaglio di giornale? un disegno?), abbiamo scelto il titolo (la chiave -ovviamente enigmatica- per capirne il senso profondo), valutato se fare una dedica o quantomeno una firma o una sigla, e alla fine l’abbiamo messo nella piastra e premuto «play», per sentire come suonava dell’inizio alla fine.

 

Abbiamo registrato mixtape per far colpo sulle ragazze, per far conoscere musica nuova agli amici, per avere la nostra colonna personale nell’autoradio, per festeggiare ricorrenze nostre o altrui, per selezionare la scaletta killer di un artista o un genere, per confezionare il mix da party definitivo, e per far colpo sulle ragazze (l’ho già detto?). Alla fine degli anni ’90 siamo passati ai cd masterizzati, sembrava un passo naturale ma già non era la stessa cosa. Ora facciamo le playlist sull’iPod, scriviamo le scalette sui blog, linkamo i nostri muxtape, ma la magia è persa, e lo sappiamo. La magia dei nastroni e della loro cultura è persa, e non tornerà.

 

Mix Tape – L’arte della cultura delle audiocassette è il libro compilato da Thurston Moore (voce e anima dei Sonic Youth, tra le decine di altre cose) per celebrare ed onorare questa piccola forma d’arte ormai scomparsa. Pubblicato negli States nel 2005 e appena uscito nelle nostre librerie nell’edizione italiana (bellissima e assolutamente fedele all’eccezionale veste grafica dell’originale) grazie alla sempre beneamata ISBN Edizioni, Mix Tape raccoglie le storie e le immagini di decine di nastroni originali a suo tempo creati da una serie di personaggi dell’undergound americano, selezionati da Moore.

Un libro che è un piacere sfogliare e guardare, rifacendosi gli occhi con le BASF dai colori acidi e le Sony nere e sobrie, con i titoli scarabocchiati a penna, le grafiche do-it-yourself, il mondo perso che evocano e i ricordi che fanno riaffiorare. Un libro che è un piacere leggere, nelle annotazioni brillanti di Thurston Moore e di Bruce Sterling (autore, nell’introduzione all’edizione italiana, di alcune delle osservazioni più lucide), nelle storie minime -ironiche, curiose, malinconiche- raccontate dagli autori dei nastri, nelle scalette d’altri tempi che riportano, e negli squarci di vita che se ne possono desumere. Un libro eccezionale.

 

Stasera, a Get Black, (come sempre alle 21 sui 103.1 FM a Bologna e provincia, per gli altri in streaming OGG o MP3, e dal weekend scaricabile in podcast) parliamo di nastroni, mixtape, cassette e di quello che hanno significato per noi, nei nostri personali amarcord e nella storia della musica e della sua fruizione.

Non paghi di scoperchiare questo vaso di Pandora, tentiamo nel nostro piccolo di emulare Thurston Moore e il suo certosino lavoro di ricerca sul tema, e chiediamo aiuto a voi: mandateci via mail (all’indirizzo black |at| getblack.it) i vostri nastroni storici e le storie che ci sono dietro, salite in soffitta e tirateli fuori dagli scatoloni, soffiate via la polvere e date loro nuova vita spiegandoci cosa succedeva in quei giorni, cosa vi ha guidato nella scelta della scaletta, a chi l’avete regalato (o da chi l’avete ricevuto) e cosa ha significato per voi. Se volete armatevi anche di scanner e macchina fotografica, per farci vedere la grafica e far sospirare un po’ anche noi. 

Chi ci manderà il nastrone più significativo, in ogni possibile senso del termine, riceverà una copia di Mix Tape – L’arte della cultura delle audiocassette, grazie a ISBN Edizioni. Diversamente dal solito avete a disposizione una settimana (premieremo il vincitore venerdì 20 giugno), così avete tutto il tempo per recuperare i nastroni dai luoghi in cui sono finiti, o di contattare quella ex a cui avevate fatto una formidabile compilation nel ’96 per chiedergliela indietro (tanto l’ha ascoltata al massimo due volte, ormai lo sapete). Chissà che, da questo, non nascano altre storie da raccontare.

 

venerdì, 06 06 2008

Nude and crude

di

Previously, on Radiohead: esce un disco nuovo, puoi scaricartelo senza pagare, è legale. Lo sa pure mia nonna che ascolta Radio Zeta. La promozione del disco e dei singoli è fatta attraverso iniziative che sfruttano web, UGC, eccetera. Tra queste trovate spicca Nude Re/mix: puoi scaricare i "layer" di cui è composta la canzone, e successivamente caricare il tuo orrido remix sul sito stesso. Ma la canzone ha struttura ritmica e compositiva che rende l’operazione – o almeno, ottenere risultati decenti – quasi impossibile. Fin qui ci siamo.

Finché arriva un tizio chiamato James Houston, e decide di suonare Nude utilizzando le seguenti apparecchiature al posto degli strumenti:

Sinclair ZX Spectrum – Guitars (rhythm & lead)
Epson LX-81 Dot Matrix Printer – Drums
HP Scanjet 3c – Bass Guitar
Hard Drive array – Act as a collection of bad speakers – Vocals & FX

Il risultato è questo video. Commovente, nevvero?

(grazie al Misterioso Segnalatore Anonimo)

mercoledì, 04 06 2008

Fake cab for cutie

Era solo questione di tempo: prima o poi doveva accadere. Come riportano diverse fonti (1, 2, 3), un giornale musicale piuttosto blasonato (Rumore) ha recensito, senza accorgersene, la versione fake di un disco diffusa su internet al posto di quella vera. Il disco in questione è Narrow Stairs dei Death Cab for Cutie, eletto Disco del mese dal mensile in una recensione firmata da Sara Poma (ma probabilmente, c’è da dire, di questi tempi una cosa simile poteva capitare quasi a chiunque) che con tutta evidenza parla del disco sbagliato, citando arrangiamenti elettronici, inserti di pianoforte, o sperimentazioni rumoristiche di cui nei brani originali non c’è nemmeno l’ombra (e nei fake sì).

 

E’ già noto da un po’ che la copia del disco che è stata diffusa in rete ad inizio Aprile è in realtà per lo più composta da pezzi della band tedesca Velveteen, e complici l’incredibile somiglianza tra il sound dei due gruppi e gli mp3 perfettamente taggati, ci sono cascati quasi tutti (anch’io).  Se avete scaricato una copia del disco ad Aprile, è probabile che anche voi abbiate la versione sbagliata (controllate su wikipedia se la durata delle canzoni coincide).

 

Lascio a voi le prese per il culo (qui c’è già un instant-blog), i sorrisini per la palese figura di merda e i sacrosanti O tempora o mores, che in prima battuta di fronte a un passo falso così evidente sono quasi inevitabili. Chi sa come va il mondo, però, sa anche che qualunque appassionato di musica nel 2008 (anche i professionisti, sì) non può prescindere dall’ascolto e dal download, legale o meno, di canzoni e dischi da Internet, e che incidenti del genere sono -e saranno sempre di più- all’ordine del giorno. Le cause e le conseguenze di una situazione simile sono tante, e anche se a tal proposito sono già stati scritti fiumi di inchiostro, siamo certamente ancora ben lontani dall’averle approfondite tutte.

 

Mi piacerebbe che nel prossimo numero di Rumore, invece di far finta di niente (ce ne scorderemo, in fin dei conti) o di liquidare la cosa in qualche trafiletto, ci fossero un po’ di articoli, magari firmati dai collaboratori più lucidi del giornale (da Campo a Lo Mele, da Compagnoni a Girolami, da Pomini a Messina) che approfondiscano la questione e riescano a farcela vedere anche dalla prospettiva che noi non addetti ai lavori non abbiamo. Sarebbe una prova di onestà e lungimiranza non da poco.

Perchè -c’è poco da fare- questo è solo l’inizio.

 

 

Death Cab for Cutie – No sunlight (MP3)

Velveteen – The drummer goes berserk (No sunlight FAKE) (MP3)

 

Bonus:

Death Cab for Cutie – Long Division (MP3)

 

lunedì, 19 05 2008

Lost (o forse found) in the post

Inkiostro continua ad essere desaparecido (c’è chi dice abbia deciso di trasferirsi a Madrid, e chi giura di averlo visto prendersi un caffè con uno dei protagonisti di Sex & The City; secondo me invece ha piantato uno tenda sotto il ponte di Brooklyn e neanche Giuliani riesce a mandarlo via) e nessuno ha notizie di lui neanche su twitter, quindi metto da parte la timidezza e umilmente mi aggiungo al dream team di firme che da un po’ infesta questo blog. Mi chiamo Hankmooody (con poca fantasia e tanto, doveroso, omaggio a uno dei fictional characters più monumentali degli ultimi anni), e spero che non vi farò rimpiangere il padrone di casa.
Cominciamo con un post a punti, così ci sentiamo tutti un po’ a casa:

 

_Fox Moody. Continua il momento d’oro per David Duchovny, che dopo il Golden Globe per il ruolo nei panni del mio omonimo sta per tornare con l’attesissimo nuovo film di X-files, X files – I want to believe (trailer). E c’è chi, dopo Californication, si aspetta anche qui qualche incontro ravvicinato di un certo tipo…

 

_Boring Gossip. Da un blog che si chiama Indie Gossip ci si attenderebbe di tutto: voci di corridoio, scoop di nessun interesse, piccole malignità assortite. Invece, per ora, interviste banalotte a qualche misconosciuta scenester o all’ignoto musicista di turno. Che delusione.

 

_Ed è pure scientifico. Gli occhiali da sole che fanno dimagrire.

 

_Excel al servizio della classifica. La diminuzione del numero della canzoni che entra in classifica, con conseguente diminuzione delle meteore,  che, però, non sono mai state tante come lo sono ora e come lo erano negli anni ’60: dati e grafici alla mano, spettacolare analisi di Waxy (riportata anche da Cru7do).

 

_Barcelooooona. Da non perdere il trailer del nuovo film di Woody allen, Vicky Cristina Barcelona. Javièr Berdem che limona con Scarlett Johansson. Javièr Berdem che limona con Penelope Cruz. Ma soprattutto, Scarlett Johansson che limona con Penelope Cruz.

 

_Secondo me al padrone di casa piace. I Phosphorescent (nome da tenere d’occhio) sul loro Myspace rifanno il classico minore Right now I’m a-roaming di Nick Cave & The Bad Seeds. Bella.

 

_Li ho tutti. Signs you may be a hipster. I miei preferiti: «You stopped listening to your favorite band because your Abercrombie-wearing cousin told you he likes their new single.» «You dated someone because they knew Thurston Moore.» «You dumped someone because they knew Steve Shelley, but no one else in the band. » «You ended a friendship because a friend who you told about a new band told another friend about that same band, but didn’t tell that friend that they originally heard about them from you.»

 

_Un attimo prima del backlash. Godiamoci uno dei nomi più caldi degli ultimi mesi, i Ting Tings, prima dell’inevitabile sovraesposizione che ce li farà odiare. Dall’instant classic Great DJ (che ormai conoscono e ballano anche i muri), a Shut up and let me go usata nella pubblicità dell’iPod, alle mille session che ci sono in giro (DaytrotterKCRW e Indie 103.1, ad esempio). E pensate che il disco non è ancora uscito (esce oggi). Io (mi porto avanti- li odio già.

 

_After Amar Fou’s Haircut. Quattro ottimi nuovi video di ottimi musicisti italici: Riprendere Berlino degli Afterhours (impeccabile, a parte il mostruoso collo a barchetta della tutina di Agnelli),  30 anni che non ci vediamo degli Amari (ottima idea e ottima realizzazione; dai che stavolta Mtv ve lo passa), Se un ragazzino appicca il fuoco degli Amor Fou (già un classico, anche se un po’ boghese), Sleepwalker dei Julie’s Haircut (girati con le webcam di 12 macbook messi a cerchio Con una canzone così bella bastava anche un piano fisso).

 

_Meraviglioso. Non ho capito bene, Sawyer, figlio di che? Come mi hai chiamato, Desmond?

 

venerdì, 02 05 2008

Usa la debolezza, Luke.

(la cultura indie e i danni del precariato in trentun punti)

1. L’ultima volta che qualcuno mi ha proposto di fare qualcosa di indie io gli ho risposto “vorrei, ma ho una valanga di porno con amputazioni da riavvolgere”.
2. Provo quindi un certo disagio di fronte all’invito del padrone di casa. Ma devo andare dove sono invitata, altrimenti non andrò più da nessuna parte. E non vogliamo che questo succeda.
3. Se state leggendo il blog del ragazzo Inkiostro, esiste una forte possibilità che voi siate, sarete o siate state Persone Indie.
4. Se siete Persone Indie, abbiamo poco da dirci. Spiacente. Questa casa non è mia.
5. Non è tanto questione di gusti musicali. È solo sfacciata allegria se alla domanda “ehi, per caso hai sentito l’ultimo di…” io taglio corto con un “sprechi il tuo tempo, straniero, io ascolto solo Rufus Wainwright e i Warrant”. Non sono così chiusa di mente. A casa ho ancora tutti i dischi dei Pavement. Seminascosti da una catasta di cartonati di Tony Stark, però devo averceli, quei cari piccoletti.
6. Il problema dell’indie – cioè, il problema più immediatamente evidente dell’indie – sta nel suo essere una cultura da a) maschi: b) eterosessuali; e c) bianchi, categorie che prese singolarmente potrebbero non essere inadatte alla vita su tutta la linea ma insieme vanno a formare un triple threat con cui non ho nulla in comune, anzi, che per quanto riguarda le Arti e Intrattenimento vorrei vedere confinato alla consegna di orange mocha frappuccini negli uffici per la prossima trentina d’anni.
7. Dopo di che, lo sappiamo, o saremo già arrivati all’implosione e avremo avviato una nuova società usando le perline dei villaggi vacanze al posto dei soldi, oppure se ne potrà riparlare. Con calma e per piacere. Del vostro reinserimento, intendo.
8. Prendiamo ad esempio (uno tra i tanti) Californication, serie culto del padrone di casa [che al suo ritorno, direte voi, si pentirà di avermi dato la password? Oh, .], la serie wannabe zeitgeist che una Persona Indie non può non seguire, tanta è la precisione con cui inchioda i feticci e i solletichi indie sotto una patina masochisticamente, falsamente scorrevole.
9. Di fronte a Californication, mentre la Persona Indie Femmina alza gli occhi al cielo e sopporta per inspiegabile attaccamento al tetto coniugale, la Persona Indie Per Definizione (Maschio) pigola “oh, vorrei tanto essere anch’io così”.
10. Vediamo se ho capito: tu vorresti essere un depressivo col blocco dello scrittore che caragna dietro all’ex moglie. Quindi consideri “frustrazione” e “impotenza” stati d’animo altamente desiderabili. Hanno fatto bene i tuoi genitori a farti studiare.
11. Non puoi desiderare di essere Iron Man come tutte le persone sane di mente?
12. Wolverine è gay, quindi non ci provo nemmeno, a proportelo come role model praticabile. Lo so che di fronte all’elemento omosessuale invocheresti la Twinkie defense. L’indie è una frangia omofoba e misoginissima, con lo svantaggio, rispetto al picchiatore/piromane medio, di mentire a se stesso e agli altri dipingendosi come equo solidale e tollerante.
13. Tra parentesi, il fatto che Wolverine sia gay riempie di orgoglio quella certa altra frangia socio-etno-antropologica a cui appartengo, una frangia che, là dove la Vita decida di impartirle un sonoro schiaffo a dorso mano, prova conforto e sempre nuova meraviglia nel dire “… ma ti rendi conto? Wolverine è uno di noi”.
14. La stessa frangia che, pur comprendendo razionalmente le chiavi simboliche dietro all’arcobaleno come simbolo-ombrello di molti orientamenti sessuali, se avesse potuto dire la sua avrebbe preferito, che ne so, una bandiera a teschi e tibie, oppure trecento miglia di vegetazione tumultuosa.
14.b  (Di solito di questo passo si finisce a invocare un mondo in cui la riproduzione avviene tramite spore. Stavolta NON andrà così. Non siamo indie, noialtri.)
15. Il vero motivo per cui sono estranea all’indie – anzi, il motivo per cui non sono mai stata e non sarò mai indie, anche se i miei consumi culturali a tratti possono sovrapporsi ai vostri – è che non sopporto il dilettantismo.
16. Ad esempio.
17. Una persona indie spenderà più volte all’anno soldi e/o energia in film che trattano di relazioni amorose non consumate.
18. Lo farà perché la sua, di vita sentimentale, è florida? No. Perché desidera rispecchiare la propria sfortuna in quella di un personaggio fittizio? Nemmeno. Lo farà perché il film con l’amore non consumato è un film “piccolo e personale”.
19. La Persona Indie non vi dirà che “piccolo e personale” significa stiracchiato, molto mal scritto, montato alla il tassametro gira e girato con delle zoomate da video di un matrimonio.
20. Sto parlando con te, Once.
21. Sul serio. Di fronte a Once mi sono chiesta se alcune persone che nonostante tutto a tratti stimo fossero state sostituite, Quella Magica Tumida Sera In Cui Videro Once, da un branco di bot programmati su “pianto un casino, capito niente, piaciuto tanto”.
22. Il dilettantismo, in un’ottica da persona indie, rappresenta un di più: guarda come gira male, senti come suona male,
23. Non solo Rosario Dawson è molto più bona di Marketa Irglova, ma Marketa Irglova sembra mia nonna. E ha undici anni meno di me. Ouch.
24. Chi ha fatto le elementari negli anni Ottanta avrà anche vissuto al centro degli ultimi strascichi di guerra fredda, e avrà probabilmente percepito i primi pizzichi sessuali di fronte a cose quali il video di Personal Jesus sbattuto in piena tv dei ragazzi, ma potrà sempre dire di avere afferrato il senso della frase “il destino è una terra straniera” guardando Il Buio Si Avvicina, mica robe da donnicciole.
25. Perciò quando vi guardo – da distanza di sicurezza, ché tutti sanno quanto l’indie sia médusant – io mi sento come Ivan Danko che arriva in albergo, accende la tv, ci trova un film porno e scuote la testa borbottando “… capitalismo”.
26. Ecco. L’indie è il figlio più perverso del neo-liberismo.
27. Un contesto in cui la povertà complessiva (di mezzi, di risorse, di scambi fruttuosi) non porta al famigerato “ripiegamento sul privato” – nel senso del pensiero debole mucciniano – ma alla nascita di uno spirito di rinuncia progressiva e autoinflitta: diamo per scontato che il pubblico e il collettivo facciano schifo, perciò inseguiamo Lo Schifo anche nel nostro tempo libero, alla ricerca di qualcosa che sia sempre più marginale, perdente e vacuo. Non è soltanto La Merce a essere insoddisfacente per definizione: adesso lo è anche l’Alternativa alla Merce.
28. A scrivere queste cose in questo momento si rischia di essere taggati come postfascisti.
29. Come se invocare una maggiore risolutezza significasse impugnare la vis martialis come unico parametro di riferimento possibile. Come se “forza” e “decoro” significassero “bieco cinismo per cuori di pietra”.
30. La cosa grave – la cosa profondamente e, temo, irrimediabilmente grave – è il fraintendimento tra labour of love e dilettantismo di quinto livello, tra impegnarsi in qualcosa e portare tutto avanti come viene, che tanto la micro-coda lunga di una nicchia di mercato apprezzerà lo stesso qualcosa di “oscuro” e “scadente”, fosse giusto in nome del poterci piantare la bandierina del PRIMO!.
31. Che poi, se l’energia anche solo di alcune migliaia di persone ogni giorno fosse impegnata a escogitare nuovi modi per scagliarsi giù dai dirupi dentro un carrello del supermercato anziché a farsi malinconiche pugnette su Regina Spektor, il mondo sarebbe già di default un posto molto migliore.

[Violetta Bellocchio ha combattuto per il Sud. E ha perso. Oggi fa la sirena al luna park "L’approdo", in località Valdicastello. La si può occasionalmente trovare qui.]

martedì, 29 04 2008

Se scrivi un post a punti vuol dire che non hai tempo

O idee. O che stai copiando il padrone di casa.

Salve, sono Giorgio Blueblanket.

Come probabilmente saprete, Inkiostro è stato rapito ieri nel Bronx da una banda di portoricani e da 24 ore è rinchiuso in un seminterrato, dove i malintenzionati cercano di carpire il codice della sua carta di credito costringendolo all’ascolto coatto di musica altrettanto coatta. Cascano male, però: Ink ha già espresso gradimento per l’ultimo di Shakira e per il Best of di Jennifer Lopez, mentre uno dei rapitori si è dovuto amputare la mano per resistere senza impazzire.

Nel frattempo il blog è lasciato inerme in mano a chiunque (prova ne sia che ci scrivo anche io) e molti* sono confusi, disorientati, in preda ad attacchi di agorafobia, amaxofobia, glossofobia, rupofobia, nomofobia e, in alcuni casi, parureris (ma sinceramente parliamone, ne soffrivate già prima, lo so, vi capisco). Tra l’altro, mentre scrivevo questo post è arrivato il post di Woland a segnalare un inquietante calo delle visite.

Ma non vi preoccupate, io sono tornato qui per qualche giorno dalla Francia** apposta per questo: farvi sentire come se foste ancora seduti a leggere il vostro caro, vecchio Inkiostro.

Quindi adesso seguite me: fate un bel respiro. Fatto? Bene. Ora visualizzate alcune immagini felici, se non vi vengono in mente ve le suggerisco io: Douglas Coupland ricostruito con i Lego che scrive davvero un libro (ed è un libro bellissimo). Kevin Smith impegnato in un biopic sugli 883. Nick Cave che fa uscire un nuovo disco (ed è in disco belliss…bell… è un disco di Nick Cave, vabbè). Cat Power che esce dal tunnel del piano bar e comincia ad incidere indietronica insieme ai Suburban Kids with Biblical Names. Xkcd che fa una vignetta sullo spam in uffico (ahah, rido solo a scriverlo). Una donna che vi si avvicina e vi sussurra all’orecchio con un unico sospiro sexy “Sai, i tuoi feed mi emozionano, mi ritrovo a ribloggarne la metà su Tumblr ed a parlarne su Twitter per l’altra metà, mi addormento con le tue canzoni preferite su LastFm, leggo i tuoi libri su Anobii ed ho scoperto che abbiamo un sacco di amici in comune su Facebook… mi bookmarkeresti?***”.

Bene, ora che i vostri accessi (e la vostra pressione) sono risaliti fino ad un livello normale, partirei con il post vero, che è più o meno così:


_Happy Sad, o “anche tu Michel Gondry”. Una meraviglia di video per Norah Jones e una cosa più homemade per Paolo Conte. (Come? Preferivate Norah Jones? Accontentàti).


_You’re so quirky! And so am I!. Se Juno fosse 10 volte più corto e 100 volte più onesto (per festeggiare l’unico bel risultato di questa campagna elettorale, lo 0,3 percento del buon Ferrara) (via Violetta)


_Cinema inesistente. Continuando con le speculazioni sulla celluloide, tra Woody Allen e Luttazzi, tre pagine di recensioni di film mai esistiti. Esempio: Quattro matrimoni e otto funerali

Jim ama Laura, Laura ama Chris, Chris ama Julia. Julia ama travestirsi da segretario delle nazioni unite e commerciare in pollame al mercato nero. Anche Frank ama Julia, ma Frank è solo un ombrello e non ha speranze. Il funerale di Monkey-monky, l’odiosa scimmietta della Regina, è l’occasione per ognuno di riflettere sulla mutevolezza del clima, gustando superbe tartine al salmone avvelenate personalmente dal Principe del Galles.


_Aspetta primavera, Bandini. Ma voi l’avevate letto questo post? E questo? E questo? Tanto per ribadire che costui è un genio.


_Col senno di poi, come dargli torto. Una notizia d’antan per i cultori dello shoegaze in senso lato. Perché l’ottimismo è il profumo della vita.

 

_L’inarrivabile approfondimento sociale di Repubblica. Cattive ragazze. Giusto un po’ surreale qua e là.


_Grilli per la testa. Qualche giorno fa era il 25 aprile, si ricordava la Liberazione e la fine vittoriosa della Resistenza (anche se qualcuno non era troppo d’accordo). Nello stesso giorno a Torino si proponevano tre referendum, due dei quali molto condivisibili. Perché ne parlo? Perché su Macchianera Filippo Facci dedica 4 puntate a sconfessare Beppe Grillo con le sue stesse armi: personalismi, fatti poco significativi, allusioni, pareri di gente che non lo sopporta (qui, qui, qui e qui). Killeraggio mediatico su commissione? Perché no. I grillini non apprezzano e senza cogliere il paradosso insultano, dal primo commento, senza preoccuparsi di smentire nel merito, Facci figliodiputtanaservodeiservirottinculo. Se Grillo al netto dei fatti non ci fa una grande figura (ma nemmeno una terribile), vedendo Facci così gratuitamente offeso (quando, ne parlavo tempo fa, esiste ancora la possibilità di incazzarsi e smentire con un po’ di civiltà, o persino di offendere, ma contestualmente e portando degli elementi a proprio favore) pensavo a cosa direbbero i grillini dell’articolo di Merlo. Servo di chi?


_Senato: Schifani è presidente. Nomen omen, ha detto il mio coinquilino. E “Bossi sa cosa può farci con i fucili caldi”, ha chiosato una mia amica. Esagerati. “Come è possibile?”, si chiedeva El Pais già da prima dei risultati delle elezioni. È possibile, è possibile. Io, per conto mio, un modello comportamentale ce l’ho.


_P.S. Un intero post su Inkiostro e credo non sia ancora comparsa la parola nerd. Diamine, rimedio subito. Saluti.

 


* Tutti quelli che non guardano mai la firma dell’autore a fine post, maledetti

** In Francia, peraltro, soffrire di paruresis, anche in forme lievi, è una maledizione; i bagni francesi sono infatti di solito non più grandi di 6, 7 metri quadri, suddivisi generalmente in un corridoietto (molto -etto), un cubicolo minimale per le signore, un cubicolo minimale per gli uomini. Con gli orinatoi. E senza porta all’ingresso. Questo significa che voi dovete pisciare senza una porta dietro di voi mentre un metro/un metro e mezzo alle vostre spalle delle signorine se la ridono perché voi tentate di pisciare (e così via, in un circolo potenzialmente infinito che è stato studiato come applicativo del moto perpetuo). Altro che paruresis, poi.

*** Quest’ultima temo vada meglio con gli uomini che con le donne. Portate pazienza.

lunedì, 21 04 2008

Ma che’cce frega dei Postal Service

Ci stanno facendo aspettare da anni, e non accennano a volerci dare soddisfazione: dopo il loro blockbuster dal cuore di panna Give up, pietra d’angolo del pop indietronico con un piede negli anni ’80, un piede nel glitch e un piede nell’indie-rock emotivo che piace ai nipotini di Seth Coen, i Postal Service si son presi una pausa e non paiono voler tornare a breve. Noi però facciamo di necessità virtù, e lasciamo Gibbard alle prese con le sue suite progressive da 8 minuti e Tamborello alle prese coi suoi mille progetti sempre insoddisfacenti, e troviamo soddisfazione nei tanti epigoni che mirano a perfezionare la formula dei maestri riuscendo, non di rado, a batterli sul loro stesso terreno.

Prendiamo Styrofoam. Arne Van Petegem pubblica dischi da ben prima dei compari postali, è mitteleuropeo fino al midollo (è di Anversa) tanto quanto gli altri sono ammerigani, negli anni ha sperimentato con la glitchtronica in lungo e in largo (per un po’ ha bazzicato pure coi Notwist), ma con l’ultimo paio di dischi si è assestato esattamente dalle parti del pop emotivo («Happy beats and sad lyrics», dichiara lui) di Gibbard & Tamborello (non bastasse, negli anni ha collaborato con entrambi).

Il suo ultimo singolo After sunset è un pezzo indietronico di quelli che ne esce uno ogni paio d’anni: melodia in maggiore, synth e beat al posto giusto, voce malinconica e cuore che si taglia con un grissino (se non fosse ancora chiaro il livello di indietudine del tutto, il disco da cui è tratto –A thousand words– in copertina ha il tenero orsacchiottone che vedete qua sopra). Eppure, nonostante la melassa e nonostante la maniera, è facile venire colpiti al primo ascolto, e indulgere con il repeat.

Non so voi, ma io al pop non chiedo niente di più.

 

Styrofoam – After sunset (MP3)

venerdì, 18 04 2008

Gente che dovreste conoscere

Stasera a Get Black vi presentiamo un paio di amici che dovreste conoscere.

 

Claudio, in arte Athebustop, è uno dei più interessanti nuovi cantautori in cui mi sia capitato di imbattermi recentemente. Dopo un po’ di demo e un EP autoprodotto, ha da poco partecipato alla compilation Tales from my pocket (in compagnia di Sara Lov, John Parish, Giovanni Ferrario, Uzi e Ari e molti altri) pubblicata dall’etichetta lussemburghese Panoplie. Un nome da tenere d’occhio, soprattutto per i fan di Damien Rice, Iron and Wine, Radiohead e affini. Stasera ci suonerà anche qualche pezzo live, in duo chitarra e violoncello.

 

Samuele Galassi è fresco autore dell’ottimo Tornerai ogni mattina, un romanzo che sta facendo molto parlare di sè. Una straordinaria capacità di giocare col grottesco in modo lieve, di mischiare Bill Murray e Bret Easton Ellis, il noir e Sclavi, di costruire una tragedia sulle piccole fissazioni e di ricondurla poi al quotidiano che, nella sua surrealtà, è forse ancora più drammatico. Un esordio eccellente. 

 

Stasera faremo 2 chiacchiere, ascolteremo della musica, parleremo delle rispettive produzioni (e le regaleremo, ovviamente) e capiremo che evoluzione avranno i loro percorsi artistici.  Ce li scegliamo bravi, gli amici.

[Dalle 21 sui 103.1 FM a Bologna, oppure in streaming, e tra qualche giorno in podcast.]

 

Athebustop – A wish (MP3)

 

mercoledì, 16 04 2008

Fanculo le spillette

In questi tempi bui, non c’è altra possibilità che ascoltare musica buia.

E a tal proposito, cogliendo i consigli di diversi di voi, ho recuperato il disco d’esordio dei Fuck Buttons, e contro ogni pronostico me ne sono perdutamente innamorato.

Non so quasi nulla di loro (sono un duo e sono inglesi, mi fermo qui), e finchè posso preferisco continuare a non saperne nulla, e a tenere completamente separata la loro musica aliena da qualunque percezione legata alle persone che la suonano, alla scena in cui si inseriscono, ai pareri della stampa e a quanto faccia figo amarli o odiarli nella geografia musicale della primavera del 2008.

 

So solo che nel loro Street horrsing (più una suite in sei movimenti che un disco fatto di canzoni, a occhio) c’è quasi solo rumore ma c’è una straordinaria quantità di melodia, e nonostante non ci siano parole nè armonie intelleggibili i lambiccamenti da musica d’avanguardia vengono smussati da un approccio di pancia che li rende una materia accessibile e apprezzabile anche da chi normalmente non vi si avvicinerebbe per nulla al mondo.

Io ci sento di tutto, dai Mogwai al post-punk, dai tribalismi alla Liars al post-metal degli Jesu, dall’industrial degli anni ’80 alle morbidezze vellutate di distorsione degli shoegazer, dalla non-musica impossibile dei Fantomas ai drones dei folkster meno acustici, il tutto frullato in maniera insospettabilmente compiuta e decisamente più omogenea di quanto si potrebbe pensare, adatto da ascoltare a massimo volume in cuffia in una mattinata storta o da tenere in sottofondo in camera, prima di andare a letto.

 

E’ difficile essere così da naif da fingere che un nome furbo e l’etichetta giusta non faccia di loro già qualcosa di diverso, meno puro e alieno di quanto ci piacerebbe credere. Eppure, in un giorno buio di pioggia e lavoro, con la giornata che non finisce mai e la Primavera -reale e metaforica- che non vuole arrivare, ci si può sentire così in sintonia da crederci davvero. Prima che torni il sole.

 

Fuck Buttons – Sweet love for planet earth (MP3)

 

mercoledì, 02 04 2008

Lost in the post

[April is the cruellest blah blah blah]

 

 

_Se fai un post a punti vuol dire che non hai idee. O tempo. O che una formula del genere è diventata talmente un clichè che ormai non hai più voglia di pensarne un’altra.

 

 

_E’ quasi commovente. Pollack e gli occhiali della nonna cinese del couplandiano Everything’s gone green: una piccola storia di blog (tra cui questo), film indipendenti, occhiali tamarri e cineasti generosi.

 

 

_Del resto gli piace soffrire, oh. Se sei un tipo emo, forse questo non è il momento adatto per fare un giro in Messico: come riporta Idolator, da quelle parti al momento c’è una vera e propria caccia alle streghe di piazza. Cosa faranno ai fan dei Tokyo Hotel, mi chiedo.

 

 

_No, non manca un pezzo. Un biglietto da visita creativo.

 

 

_Tutti i sabati in casa della nostra giovinezza. Scrive poco, ma quando lo fa è sempre in stato di grazia: Maxcar sugli M83 e sul revival al quadrato.

 

 

_Ottimo per sapere quali auto non acquistare. Automotive family tree.

 

 

_Muxcolabrodo = MP3 free. Daniele ha scoperto che è un’nezia bucare Muxtape e scaricarsi gli MP3 dei pezzi che compongoino i nastroni. Andate sul mio muxtape, copiaincollate nella barra degli indirizzi il codice linkato dal post, scaricate i link che compaiono e rinominateli come .mp3 e il gioco è fatto.
[gli dò 2 settimane, poi per me lo chiudono davvero]

 

 

_«Some Shitty 2008 Disco Band – I Wish I Was In Vice Magazine (CSS Remix)». E a proposito di Muxtape: il miglior nastrone indie-snob è quello di Catbird. Ho riso fino alle lacrime. 

 

 

_«Why don’t french women get fat?» Un impagabile spioncino sulle ricerche di Google: Some fun I had with Google Suggest. (via)

 

 

_«Scuuuulettando la tua ge-lo-siaauh». Ma a voi piace il nuovo singolo degli Afterhours (quello vero, Pochi istanti nella lavatrice; lo sentite sul MySpace)? A me uhm. 

 

 

_ I’m Tellin’ Y’all It’s Sabotage! Da Space Invaders a Pacman, da Pong a Tetris : su retrosabotage i classici dell’Arcade Game si giocano, ma sono sabotati -e sempre in modo diverso. Grande idea.

 

 

_Fatalità. Lo saprete già tutti, ma a quanto pare il tifoso del Parma investito domenica da un pullman di Juventini era l’autore della celebre mail intimidatoria che causò l’annullamento del concerto degli Offlaga Disco Pax a Parma, un paio di anni fa. Da Dietnam i dettagli, e sul Corriere la fantascientifica agenzia che definisce la band «un gruppo punk-rock [..] composto da tifosi della Reggiana».

 

 

_Esattamente quello che promette: Wolverine Daily, un disegno (lo-fi) di Wolverine al giorno. Chissà perchè.

 

 

_Appuntamenti per il weekend (un po’ in anticipo). Venerdì sera il Covo ospita (credo per la prima volta) un nome presente nella top 10 dei singoli italiani: al momento The Niro è incastrato tra Jennifer Lopez e i Backstreet Boys, ma sarebbe molto bello se il suo ottimo cantautorato folk riuscisse a farsi strada ancora un po’. A seguire, al Gate 1, il sottoscritto a mettere un po’ di dischi con Marina. Sabato invece sarà la volta dell’attesissimo ritorno degli Yuppie Flu, per il quale, vi ricordo, ancora per circa 24 ore è in palio un biglietto omaggio (al momento è in pole position Piergiorgio; ma si può ancora fare di meglio); dettagli nel suddetto post.

 

 

_L’ultimo click. Guzzanti / Veltroni, al Pippo Kennedy Show, 11 anni fa. Un classico ripescato, ma -è terribile- sembra di oggi. (via)
[Bonus: questo è più recente, ma forse ancora più bello]

 

lunedì, 31 03 2008

YuppieHead

Ai tempi dell’uscita di In Rainbows, messo dai Radiohead in download sul loro sito a offerta libera, sembrava che il mercato discografico sarebbe cambiato per sempre. Sono già passati sei mesi, e -a parte un paio di tentativi qua e là (tra cui il più visibile è stato quello dei Nine inch Nails)- della strada battuta da Yorke e soci sembrano essersene dimenticati tutti. Tranne qualcuno.

 

Ho sempre saputo che gli Yuppie Flu erano diversi.

Dalla prima volta che mi sono imbattuto nelle loro melodie sghembe e nella particolarissima voce di Matteo Agostinelli (erano gli anni pavementiani di Automatic but static), fino al periodo in cui hanno trovato una via italiana all’indietronica con Days before the day e al ritorno alle chitarre con i pezzi killer di Toastmasters, ho sempre saputo che negli Yuppies c’era qualcosa che pochi altri hanno.

 

Venerdì notte, con appena poche ore di preavviso, la band ha annunciato che dalla mattina successiva il suo nuovo, atteso, disco Fragile Forest sarebbe stato disponibile a tutti. Gli Yuppie Flu e la loro etichetta Homesleep hanno avuto il coraggio di fare quello che, dopo che i Radiohead sei mesi fa hanno aperto le danze, quasi nessun’altro ha osato fare: mettere il nuovo disco in download a offerta libera dal proprio sito. Basta fare un salto su www.yuppieflu.net e le opzioni sono chiarissime: si può pagare una cifra a scelta (sì, anche zero euro) e scaricarsi l’intero disco in MP3 nel giro di qualche minuto, oppure si può comprare anche la copia fisica (in edizione limitata, con libretto illustrato da Gabbo) per 15 euro (25 se si vuole anche la T-shirt), e comunque scaricarsi immediatamente l’intero disco in MP3.

 

Tra la promozione web fatta un mesetto fa, l’annuncio a sopresa (che in questi casi fa sempre gioco), la possibilità di downloadare a 0€ o comprare anche il CD, la grafica d’impatto e molto chiara, il meta-contest in corso sul blog, l’operazione è stata davvero un centro secco.

Per non parlare del disco: Fragile Forest mischia e compone il meglio dell’esperienza degli Yuppies degli ultimi anni, ha le chitarre (acustiche ed elettriche), un po’ di elettronica ma anche un sacco di percussioni, ha le derive psichedeliche, magniloquenti aperture pop alla Flaming Lips e piccole, splendide indie-ballad, sintetizzando con grande maestria 10 anni di carriera. E sono certo che, come tutte le produzioni della band anconetano-bolognese, con ulteriori ascolti crescerà ancora.

 

Ma non è finita qui. Non paghi di aver già messo in piedi un’esemplare dimostrazione di moderna promozione musicale, alla Homesleep hanno deciso di esagerare, e di offrire a un po’ di blogger e ai loro lettori la possibilità di entrare gratis ai concerti della band.

Questo blog è quindi felice di potervi regalare un biglietto per andare a vedere gli Yuppie Flu  sabato prossimo, 5 Aprile, al Covo di Bologna. Si aggiudicherà il biglietto omaggio il più veloce che manderà via mail (all’indirizzo inkiostroblog|x|gmail.com) la lista completa (o più completa possibile) delle cover pubblicate (anche online) dagli Yuppie Flu nella loro carriera.
Via alle telefonate, ci vediamo sabato.

Mi raccomando, mandate a memoria i pezzi nuovi.

 

Yuppie Flu – Make it happen (MP3)

 

giovedì, 27 03 2008

My awesome Muxtape

Sarà la Primavera che non arriva, il periodo di super-lavoro o uno dei ciclici momenti di stanca che prendono un po’ tutti, ma da queste parti ora come ora non sono le idee o gli argomenti a latitatare ma -toh- il tempo e la voglia per esprimerle al meglio su queste pagine; nel frattempo potete provare a desumerle dal nastrone 2.0 di cui vi faccio dono, che si avvale della nuovissima piattaforma Muxtape (il fenomeno del web delle ultime 24 ore, e che a occhio -per questioni di copyright ma non solo- non ne durerà ancora molte) per farvi sentire un po’ di pezzi gloomy e atmosferici che in questo periodo si adattano bene all’umore delle mie giornate. Buon ascolto.

 

AAVV – Inkiostro muxtape (link)

 

mercoledì, 26 03 2008

The Boy, the Light e la parrucchiera delle piante grasse

Dopo l’ottima e pressochè unanime accoglienza ricevuta alla sua pubblicazione, finalmente per promuovere l’ultimo eccellente disco dei Settlefish Oh Dear c’è anche un video. The Boy and the Light (opera di Opificio Ciclope) è una storia completamente folle che vede il professor Clancy, l’ingegner Pieretto, il tecnico Germano, il dott. Oppi e il garzon Torreggiani alle prese con un misterioso fenomeno che colpisce nottetempo le piante grasse del loro laboratorio.

 

La band presenterà il video questo pomeriggio su Mtv (ma noi ce l’abbiamo già), ad aprire una settimana che, dopo l’anteprima dei giorni scorsi, li vedrà di nuovo calcare i palchi italiani a seguito dell’ennesimo, acclamato tour inglese (insieme ai Cut). I nostri saranno giovedì al Renfe di Ferrara, venerdì al Viper di Firenze, e sabato al nuovo TPO di Bologna; nei giorni successivi poi saranno un po’ dovunque, da Torino a Salerno.
Se non li avete mai visti live è un’occasione da non mancare. Se invece li avete già visti, sapete già che non potete perderli.

 

Bonus:

Settlefish – The boy and the light (acoustic live @ Su la testa) (MP3)

Settlefish – Summerdrip (Summerdrop – Amari Night Members remix) (link > MySpace)

 

giovedì, 20 03 2008

Daft punk are shooting a video at my house (my house)

mercoledì, 19 03 2008

Prog Cab for Cutie

Ogni volta che i Death Cab for Cutie escono con un nuovo singolo, al primo ascolto è quasi impossibile non storcere il naso: le aspettative di incontrare un nuovo indie-anthem emotivo vengono sempre disattese e la premiata ditta Gibbard e Walla mischiano le carte, spostano le coordinate e mettono di nuovo alla prova la fede e i gusti della OC generation.
Su queste pagine è già successo due volte (uno, due), e rileggere quelle parole ad album ben metabolizzati fa un po’ ridere, e ci dice più di una cosa sulla capacità dei due di costruire qualcosa che va sempre più spesso oltre la semplice canzone (e sui giudizi affrettati).
Il nuovo singolo I will possess your heart (diffuso ieri dalla Atlantic; grazie a N. per la dritta) non fa eccezione. Otto minuti di monotonia cadenzata e un po’ riverberata, un giro di basso insistente incorniciato da un pianoforte in cerca di autore, il messia riluttante Gibbard che non entra in voce prima del quarto minuto e mezzo (e quando lo fa pare rimasto ai tempi dei pezzi più pallosi di Plans), e dopo un paio di ascolti si fa un po’ di fatica anche solo a ricordare la melodia.
Che il sound della band stia un po’ invecchiando è cosa nota (e non da oggi), ma non è detto che sia necessariamente un male. Ma non era lecito aspettarsi qualcosina in più?

 

Death Cab for Cutie – I will possess your heart (MP3)

 

martedì, 18 03 2008

Lost in the post

[in cui si mischiano flashback e flashforward]

 

 

_Se scrivi un post per punti vuol dire che non hai idee. O tempo. O abbastanza scuse, non bastano mai.

 

 

_«Along the lines of Shakira or Alanis Morissette». Così di Carmen Consoli (da poco in tour negli States) dice il New York Times. Vallo a spiegare ai suoi fan, và. (via)

 

 

_Io sono così. Geek fun: codici colore esadecimali, parole e date.

 

 

_Li voglio vedere a fare Help the aged. il fumetto di Archie «hackerato» per mettere in scena Common People dei Pulp. (via)

 

 

_It’s all about Galileo. Nominare invano, Martowskaja fa un magistrale riassunto dell’affaire Gabriella Carlucci VS il mondo della fisica di qualche giorno fa.

 

 

_Cosa hanno in comune il twee-pop, i Baustelle e le donne nude? Ovviamente Stefano Poletti, che oltre ad essere voce dei Pecksniff è anche regista di videoclip: le sue ultime produzioni sono lo psichedelico Charlie fa surf dei Baustelle e il pruriginoso Last dei Fake P (di cui in molti aspettano la versione non censurata). Del fatto che dipinge e scrive poesie parliamo un’altra volta.

 

 

_Il passato che non passa, il futuro che non futa, il presente che non presa. Già segnalato da chiunque, ma enorme: la Cortellesi nei panni della Santanchè.  

 

 

_File under stasera a Bologna: dalle 22 al Locomotiv c’è il party di Matite per la radio dei cugini di Radio Città del Capo. In consolle un po’ di fumettisti (tra cui Ema, e sono curioso di scoprire chi sono gli altri), e a seguire anche Enzo e Francesco (la cui trasmissione Maps ieri è stata di nuovo linkata da Pitchfork per il live dei Los Campesinos). Se riesco a rinnovare la patente, ci si vede là.

 

 

_Freeconomics. Una lettura obbligata per chiunque lavori con/nel la rete: Free. Why $0.00 is the future of business, il nuovo articolo/saggio di Chris Anderson, già Editor-in-chief di Wired e autore dell’epocale The long tail.

 

 

_The drums the drums the drums the drums. Il tormentone del mese per il sottoscritto (e un sacco di altra gente) è Great DJ dei The Ting Tings. A tal proposito ieri Fabio diceva:  «Si accettano scommesse sul giorno in cui “Great DJ” dei Ting Tings diventerà stacchetto a “Striscia la notizia”», e come dargli torto. A me, per dire, ricorda un sacco l’indimenticata Short Dick Man dei 20 fingers; anche perchè la mia versione preferita non è l’originale ma l’ancor più tamarro -contagiosissimo- remix di Calvin Harris:

 

The Ting Tings – Great DJ (Calvin Harris remix) (MP3)

 

 

 

_Che sia un flashback? Il luogo più strano in cui incontrare un attore di Lost: al minuto 3:36 di uno dei più noti videoclip degli anni ’90.

 

 

_Ci si potrebbe fare un graffito. Ora che, mio malgrado, ho una specie di portatile anch’io (non che mi serva, peraltro), la cosa potrebbe pure interessarmi (ma anche no): Laptop Sleeves, Skins and Stickers. Ci sono un sacco di belle idee.

 

giovedì, 13 03 2008

Il pre-war folk veste Prada

Due cose che mi hanno lasciato un po’ perplesso:

 

Prada – Trembled blossoms – Music & Lyrics by Cocorosie (FLASH VIDEO)
[ben fatta ma, non so…Prada??]

 

Devendra Banhart – Dress me (FLASH APP)
[simpatica (?), ma bruttina]

 

mercoledì, 12 03 2008

2008 records blues

Sarà che questo per me è un periodo di pessimismo e fastidio cosmico misto a demenza un po’ isterica, ma me la dite una cosa? Sembra solo a me, oppure -Italia a parte, cfr. il Currently Listening qui sopra- questo 2008 finora è stato piuttosto avaro di dischi belli?

 

I Foals mantengono quello che promettevano ma non vanno oltre (e non riesco a capire se -ormai metabolizzati i vecchi singoli- ce lo ricorderemo ancora tra qualche mese come disco), Vampire Weekend carucci e simpatici ma dai, siamo seri, Why è sempre un grande ma brividi sto disco qua non troppi, These new puritans ben fatto ma mancano i pezzi da ricordare, The Kills è il loro disco migliore ma stanca in fretta, Teenagers mi divertono sempre ma il disco è prodotto da culo, MGMT ha 2 pezzi meraviglia e il resto è un po’ una palla, Adam Green zzzzz, tra i millemila gruppetti rock’n’roll non svetta nessuno che regga più di qualche ascolto, ai millemila progetti di cantautorato classico più o meno retrò (She & Him, il ritorno del duo Campbell/Lanegan, Cat Power) manca la personalità per svettare oltre la maniera, dal dancefloor tutto tace (a parte Hercules, Anthony e compagnia e i Does it offend you yeah?, che entrambi hanno uno spaccapista e il resto è rispettivamente disco DFAta un po’ noiosa e nu rave andato a male), Malkmus ha scoperto gli assoli di chitarra e forse era meglio di no (ma rimane un grande e il 2 Giugno per la sua data all’Estragon non si può mancare), Nick Cave è solido ma il confronto con uno qualsiasi dei dischi precedenti (a parte il mostruoso Nocturama, ovviamente) è impietoso, i Long Blondes al primo ascolto fanno quasi paura (agli ascolti successivi si apprezza Alkan in regia e si salva il paio di pezzi che reggono, il resto è nulla), i Portishead sono eccellenti ma il cuore l’hanno già colpito quattordici anni fa e ci si può fare ben poco, e via andare, ce ne sono molti altri che neanche mi ricordo, e questo già la dice lunga.

 

Cosa mi sto perdendo? Cosa sto sottovalutando? A parte l’ottimo produzione italiana di inizio anno (Offlaga, Don Turbolento, Baustelle, Benvegnù…) quali sono i grandi dischi che finora ci ha dato il 2008?

 

martedì, 11 03 2008

Colp(it)o basso e affondato

Qualche anno fa si sarebbe usata la parola Serendipità; ora -invece- è un semplice e più banale scherzo del caso, o più probabilmente di una mente maliziosa e creativa che ha provato a sfruttare uno dei tanti buchi della società dell’informazione come strategia promozionale, riuscendo di fatto ad ottenere almeno un po’ dell’attenzione che (stavolta probabilmente a ragione) pensava di meritare.
E così, tra un mp3 scaricato e l’altro, il mislabeling -probabilmente volontario- di un disco ti porta a scoprire una grande canzone che non c’entra nulla con quello che pensavi di ascoltare. Si spacciava per un pezzo nuovo dei Guillemots, quartetto inglese con un buon disco alle spalle (in cui spiccava la splendida Trains to Brazil), ma voce, stile e arrangiamento non quadravano per nulla. E’ bastata una ricerca del testo su Google per scoprire che si trattava invece di un misconosciuto artista electro/indie-pop francese (tale T.), uscito in patria anni fa e nel mondo l’anno scorso per l’etichetta svedese Black Star Foundation.
E al diavolo i Guillemots: Dancing together è una grande canzone, un pattern dolceamaro e ballabile che non dispiacerà ai fan delle cose più pop della Morr, dei Radiohead più idiotecari e dei Postal Service in mood malinconico. Ora non riesco a smettere di ascoltarla: colpo basso riuscito, ma non provateci mai più.

T. – Dancing together (MP3)

 

venerdì, 07 03 2008

Vede la Fine in me che vendo dischi in questo modo orrendo

In questi tempi in cui dopo due ascolti si è costretti a decidere se un disco vale qualcosa oppure non merita attenzione (e dopo dieci -in ogni caso- è già vecchio), e in cui anche i dischi migliori si perdono nell’incertezza delle mezze tinte e nelle perplessità dei ‘se’ e dei ‘ma’ che frenano in partenza quasi ogni entusiasmo, è stato strano imbattersi in un disco che suscita sensazioni forti come Amen dei Baustelle. Al confronto col disco intero, il gran parlare che abbiamo fatto del singolo Charlie fa surf appare ora oltremodo fuori misura, una discussione sproporzionata su un piccolo particolare (seppur importante) di un quadro che allora non avevamo ancora avuto modo di esaminare nella sua interezza. Amen è un disco patinato ma estremamente sporco, con momenti altissimi e passaggi a dir poco squallidi, un cerchiobottismo sapiente di cui sai di non poterti fidare ma che ti fa inesorabilmente vittima, e un’antipatia perfetta che ti concede la giusta distanza (cosa che non succede MAI con le band italiane) per odiarlo con intensità oppure innamorartene senza mezze misure. O anche, come sta succedendo a molti di noi, entrambe le cose contemporaneamente.
E questo, al di là dello specifico giudizio di valore sul disco, è più o meno un miracolo.

[nel senso baustellianno del termine]

 

I Baustelle suoneranno questo sabato all’Estragon di Bologna, e anche se è noto che la performance live non è esattamente la loro dimensione ideale, sono molto curioso di vedere cosa combineranno sul palco e, soprattutto, come sarà composto e come reagirà il pubblico che accorrerà sicuramente numeroso ad assistere. E sarò parimenti molto curioso di mettere i dischi dopo il concerto, ospite in consolle del principe DJ Mingo, per capire se a Charlie piacciono i Foals e se conosce i Don Turbolento. Mi porterò dietro una compilation di brutal metal, per ogni evenienza. E una mazza da golf.

 

[foto]

 

Baustelle – Bruci la città (live a Vicenza 2008) (MP3)

 

giovedì, 06 03 2008

Il dono della sintesi

[Diesel Sweeties]