indie-gestione

venerdì, 23 04 2010

Il lungo festival della primavera/estate emilano-romagnola

E con l'annuncio dell'attesissima data unica degli Arcade Fire per l'Independent Days Festival (che qua era nota da un po' ma che è pubblica solo da un paio di giorni, e che prelude a un'intera giornata indie-oriented del festival quindi aspettiamoci molti altri nomi interessanti) è impossibile non soffermarsi un attimo sull'impressionante sequenza concertistica che nei prossimi mesi porterà nel triangolo Bologna – Ferrara – Ravenna una quantità davvero imbarazzante di nomi internazionali abbastanza imperdibili. Dai pezzi da novanta (la reunion dei Pavement, i Wilco, l'accoppiata al fulmicotone LCD Soundsystem e !!!, i Pixies, i Kings of Convenience, i Gossip…) ad alcune primizie attesissime (il fenomeno Mumford and sons, le Dum Dum Girls, gli HEALTH con i Japandroids, i Cold Cave…) fino a certi ben lieti ritorni (i Lali Puna, i Radio Dept, Daniel Johnston, i Black Heart Procession, Micah P. Hinson…), l'impressione è quella di trovarsi di fronte a uno di quegli enormi festival estivi nordeuropei in cui il cast però è stato sparpagliato lungo 3 mesi e in un raggio di un centinaio di chilometri. Non so voi, ma io mi sento già anche troppo fortunato così.

 

[Una specie di versione redux della piccola agenda dei concerti, che è talmente tanto lunga da compilare che a questo giro non ho davvero il tempo di farla]

 

 

30 Aprile – Mumford and Sons – Covo (BO)

1 Maggio – Brian Jonestown Massacre – Covo (BO)

5 Maggio – Efterklang – Covo (BO)

7 Maggio – A place to bury strangers – Bronson (RA)

7 Maggio – The Depreciation Guild + Alex Kapranos (Franz Ferdinand) DJ set – Covo (BO)

8 Maggio – Pete & the pirates – Covo (BO)

8 Maggio – Black Rebel Motorcycle Club – Estragon (BO)

12 Maggio – Wolf Parade – Locomotiv (BO)

14 Maggio – The Residents – Estragon (BO)

14 Maggio – Liars – Bronson (RA)

15 Maggio – The Oh Sees – Covo (BO)

17 Maggio – John Zorn – Arena del Sole (BO)

21 Maggio – The Black Heart Procession – Bronson (RA)

22 Maggio – Quasi – Covo (BO)

24 Maggio – HEALTH + Japandroids – Locomotiv (BO)

24 Maggio – Cold Cave – Covo (BO)

24 Maggio – Gogol Bordello + Matt & Kim – Estragon (BO)

11 Maggio – Daniel Johnston – Sala Estense (FE)

25 Maggio – Pavement – Estragon (BO)

26 Maggio – Dum Dum Girls – Hana-bi (Marina di RA)

27 Maggio – Wolf Eyes + Mi Ami – Locomotiv (BO)

28 Maggio – Band of skulls – Hana-bi (Marina di RA)

29 Maggio – Hot Chip – Estragon (BO)

31 Maggio – Wilco + Retribution Gospel Choir – Teatro Comunale (FE)

31 Maggio – The Gossip – Estragon (BO)

1 Giugno – Lali Puna – Locomotiv (BO)

3 Giugno – The Radio Dept – Hana-bi (Marina di RA)

6 Giugno – Pixies – Piazza Castello (FE)

19 Giugno – Babyshambles – Piazza Castello (FE)

23 Giugno – Fennesz – Rocca Brancaleone (RA)

24 Giugno – LCD Soundsystem + !!! – Piazza Castello (FE)

27 Giugno – Broadcast – Rocca Brancaleone (RA)

18 Luglio – Micah P. Hinson – Cortile del Castello Estense (FE)

22 Luglio – Jònsi (Sigur Ros) – Piazza Castello (FE)

24 Luglio – Kings of Convenience – Piazza Castello (FE)

2 Settembre  – Arcade Fire – Arena Parco Nord (BO)

lunedì, 19 04 2010

On a cold day in springtime

Non è un pezzo particolarmente rivoluzionario e forse ricorda più gli ultimi dischi che il sound degli anni d'oro, ma il nuovo singolo dei Blur (è bello anche solo come suona: «nuovo singolo dei Blur»), pubblicato solo in vinile in occasione del Record Store Day, è una splendida ballad di quelle che ti si appiccicano alle orecchie e non te ne liberi per giorni interi. Speriamo sia il primo di molti nuovi pezzi insieme.

Ve la metto qui sotto, ché la versione MP3 in free download dal sito dei Blur curiosamente è troncata.


MP3  Blur – Fool's Day

domenica, 18 04 2010

E vabbè

venerdì, 16 04 2010

Lo Zecchino Indie

di

Per chi bazzica spesso su Youtube, per lavoro, per passione o per cazzeggio, è facile delimitare tendenze, manie e ossessioni degli utenti più attivi – quelli che non stanno solo a guardare ma che effettivamente caricano video di sé e dei propri cari. Uno dei canoni più inquietanti (e insieme più ipnotici, a seconda dei casi), è quello dei bambini canterini, ripresi dai propri genitori a intonare melodie di differente sorta. Non tanto per l'idea in sé, in realtà un'evoluzione altrettanto pucci e altrettanto inutile del classico filmino casalingo (solo che il bacino degli amici invitati a soffrirne in salotto si estende all'intero globo terracqueo) quanto per la qualità delle canzoni. Senza scomodare l'estero, è tutto un profluvio di Alessandre Amorose, una pletora di Negramari, un florilegio di Marchi Carta, un troiaio di Vaschi Rossi e Gigi D'Alessi.

 

Ma anche i genitori "alternativi" e "indie" e comediavolo vogliono far sentire la loro voce, o meglio quella della loro prole. Che non si dica che questi pupattoli ascoltano solo le tagliatelle di Nonna Pina. E così, andando a scavare tra le pieghe di Youtube, scopriamo alcune chicche. Ecco quindi Luna nella sua interpretazione di Infinità dei Marlene Kuntz ed Elisa, 3 anni, mentre intona Un Romantico a Milano dei Baustelle.

 

Ma il meglio deve ancora venire: ecco una performance acustica di Dentro Marylin degli Afterhours da parte di un giovanissimo interprete. Premio della critica invece per la mamma che vuole far cantare a tutti i costi al figlio Andrea A Sangue Freddo de Il Teatro degli Orrori. E ci riesce.

 

Adesso tocca a voi e ai vostri figli. Non vorrete mica tirarvi indietro.

venerdì, 16 04 2010

Oh, the divorces

Ammetto che al primo ascolto non mi aveva colpito particolarmente, tanto che avevo dimenticato che ci fosse in giro una nuova canzone di Tracey Thorn, già inconfondibile voce degli Everything but the girl. In passato ho seguito pochissimo la sua produzione solista, ma avevo dedicato un po' di attenzione a Oh, the divorces per il curioso riferimento a Jens Lekman, cui spetta l'onore di essere addirittura il destinatario del ritornello della canzone («Oh Jens / oh Jens / your songs seem to look through a different lens / you’re still so young / love ends just as easy as it’s begun»). Nonostante anagraficamente la prima possa tranquillamente essere la madre del secondo, i due paiono conoscersi piuttosto bene, tanto che l'anno scorso hanno duettato in una cover di un pezzo dei Magnetic Fields per la compilation di tributo per i 20 anni della Merge.

 

Dicevo: Oh, the divorces non mi aveva colpito. Poi un paio di sere fa grazie a un post di Chiara sono incappato nel video in cui la Thorn suona il pezzo per sola voce e piano per il sito del Guardian, e il suo fatalista e dolente valzer sulla fine dell'amore e quello che si porta dietro mi ha letteralmente fatto secco. Una decina di repeat dopo, ora tocca a voi caderne vittima.

 

 

 

 

MP3  Tracey Thorn – Oh, the divorces

 

Previously:

MP3  Tracey Thorn & Jens Lekman – Yeah! Oh Yeah! (The Magnetic Fields cover)

venerdì, 09 04 2010

Inkiostro 2010 – Supposedly spring nastrone

Ce l'abbiamo fatta a fatica, e fino all'ultimo sembrava che quest'anno la primavera non dovesse proprio arrivare. E invece, dopo un inverno storicamente freddo e nevoso (e cupo e faticoso), vari falsi allarmi e una Pasqua piovosa, la bella stagione sembra finalmente arrivata (non so se fidarmi), e raramente se n'è mai sentito così tanto il bisogno. Festeggiamo con un nastrone, confidando che da ora in poi le cose non potranno che andare meglio.

 

Come la volta scorsa il nastrone è scaricabile traccia per traccia o in un pratico zippone iPod friendly provvisto di copertina, ma visto che nel mentre Inkiostro è cresciuto ed è diventato un PuntoCom indipendente, le tracce sono anche ascoltabili online grazie al player di fianco a ciascuna di esse (che poi procede in sequenza con il resto della playlist). Buon ascolto.

 

 

 

MP3  01. Caribou – Odessa

Prima col progetto Manitoba e ora con il nome Caribou, Daniel Victor Snaith si è confermato un fenomeno nel mischiare elettronica, indie, pop e avanguardia in modo convincente e personale. Il nuovo singolo si può anche ballare: cosa vogliamo di più?

 

MP3  02. Kisses – Kisses

L'ormai classico balearico svedese incontra il crooning indie-pop di stile Jens Lekman passando per il revival elettro-pop '80s che ricorda gli oscuri e adorabili Le Sport. Sono svedesi? Macchè: americani. E lei fa la fashion blogger. E' già il mio disco dell'Estate.

 

MP3  03. Morning Benders – Promises

I Morning Benders continuano a bruciare le tappe, ma basta il giro di chitarra di Promises a dimostrare che ne hanno le carte. Notevolissima.

 

MP3  04. Tunng – Hustle (single version)

Anche se era ancora Febbraio l'ho già detto: con questa canzone si è aperta la mia primavera,  e mano a mano che le settimane passano la scelta non mi è mai sembrata così giusta. Un buon pezzo per cominciare la giornata.

 

MP3  05. Spoon – The Mystery Zone

Un'ode all'incertezza e al brivido della possibilità, con la batteria che tira il treno, la chitarra che gli corre dietro (senza raggiungerla mai) e Britt Daniels che si interrompe a metà. Ma l'ho già detto meglio di qua.

 

MP3   06. Shout Out Louds – 1999

Fin dalla prima volta che ho ascoltato questo pezzo non ho desiderato altro che metterlo in pista al Covo o ballarlo sotto la tettoia dell'Hana-bi in una delle sue memorabili serate estive. Il primo desiderio è stato già esaudito varie volte, mentre per il secondo manca poco. Un gran pezzo è un gran pezzo.

 

MP3  07. Dum Dum Girls – Jail La La

Band femminile e rumorosa e hype a mille non vanno sempre d'accordo insieme (il FAIL delle Vivian Girls ha insegnato qualcosa), ma stavolta sembra ci sia della ciccia, tanto che si è scomodata persino mamma Sub pop. Non ho le idee chiare su tutto il disco; il singolo, intanto, spacca.  

 

MP3  08. Heike has the giggles – Stop joking about Britney Spears

Il mio pezzo preferito dall'esordio dei concittadini di Laura Pausini prodotti dalla joint venture Bronson e Estragon è questa (ironica?) difesa di una popstar globale che non riesce a stare lontanta dai guai. Solidi riffoni anni '90, pochi fronzoli, zero pose e già uno stile che ha poco da invidiare a band assai più blasonate. Facciamo il tifo per loro.

 

MP3  09. Everybody was in the french resistance…now! – G.I.R.L.F.R.E.N (You Know I've Got A)

Eddie Argos si affranca dalla drammatica carenza di ispirazione degli ultimi dischi degli Art Brut con questo nuovo progetto meno rumoroso e assai più cazzone. Niente di serio, ma melodia e tocco sono quelli dell'indimenticato anthem Emily Kane.

 

MP3  10. The Apples in stereo – Dance Floor

Nel corso degli anni la band di Robert Schneider rimane ferma nella sua utopia indie-pop colorata, gommosa e un po' futuristica, che può stancare in fretta ma anche mettere a segno gemme pop come questa qua.

 

MP3  11. Pavement – Range Life (remastered)

Le reunion e i best, si sa, servono soprattutto per avere una scusa per ascoltare ancora vecchi dischi e per chiudere certi conti aperti con il proprio passato. I conti musicali dei Pavement sono stati tenuti aperti da migliaia di indie-band in questi anni, e forse è giunto il momento che siano proprio loro a dire la parola fine. E a farli entrare nella storia.

 

MP3  12. Foals – Spanish Sahara

Tra le mie band preferite di un paio di anni fa, i Foals continuano a scrollarsi di dosso l'etichetta di punk-funk matematico che gli avevamo appiccicato coi primi singoli, e ad esercitarsi in atmosfere più dilatate e un po' alienate. A me piacciono tantissimo in entrambe le vesti, quindi il nuovo disco non potrà che essere un gran disco.

 

MP3  13. Rainbow Bridge – Big Wave Rider

La chill-wave diventa grande, e questo duo di Olympia riesce ad affiancarsi dai clichè e dare il sound a un pigro pomeriggio estivo passato al sole a guardare le onde che si infrangono. Molto promettenti.

 

MP3  14. The Jacqueries – I Try (Macy Gray cover)

Giovanissimi, romani e probabilmente fuori di testa, visto che hanno osato prendere un classicone del pop di qualche anno fa e riproporlo in chiave indie-rock. Idea migliore di quanto sembra, e ottima esecuzione: promossi a pieni voti.

 

MP3  15. Monsters of folk – Dear God (sincerely M.O.F.)

Ce lo siamo dimenticati tutti in fretta l'esordio del supergruppo di Conor Oberst e M Ward, ed è un peccato perchè conteneva almeno un paio di perle. L'uscita del suo video caleidoscopico è un'ottima occasione per riascoltarne la opener, che è il pezzo migliore e -ironicamente- meno folk di tutto il lotto.

 

MP3  16. Gayngs – The Gaudy Side of Town

Il progetto di Ryan Olson è pronto a conquistare il mondo, e a sentire chi l'ha aiutato a registrare il disco d'esordio (in uscita per Jagjagywar) le carte ci sono tutte. Bon Iver, i Megafaun e i Rosebuds sono solo alcuni dei nomi che hanno collaborato, e quel che ne è uscito è questo languido soul davvero strepitoso, che è fisso sul mio lettore da diverse settimane.

 

MP3  17. The Radio Dept – Heaven's On Fire

Ammetto che anch'io come tanti al primo ascolto ho storto il naso, abituato com'ero a considerare i Radio Dept una band glaciale invece che, come in questo singolo, curiosamente balneare. Le due cose non si sa come riescono a convivere e addirittura a funzionare, per un pezzo che finisce per essere il migliore della band da diversi anni a questa parte.

 

MP3  18. The Go Find – Everybody Knows It's Gonna Happen, Only Not Tonight

Negli anni la Morr Music si è un po' appannata, o fose siamo solo noi a essere andati più avanti. Ogni tanto però è bello tornare a quelle atmosfere, e l'elegante (e neanche troppo glitch) pop temporeggiatore dei Go Find mi sembra un ottimo modo. Gran titolo, tra l'altro.

 

MP3  19. Lali Puna – Our Inventions

«The birds in the trees / Singing our mobile melodies / What a sweet, sweet world». I Lali Puna sono tornati, e sono IDENTICI ai quasi 10 anni fa di Scary World Theory. Quindi fuori dal tempo e drammaticamente fuori moda. Ed eccezionali.

 

MP3  20. Suzanne Vega – Freeze Tag

La migliore Suzanne Vega di sempre è quella che prende una selezione dei suoi pezzi migliori e li re-incide con nuovi arrangiamenti sobri e scarni per la serie Close-up: Freeze Tag (dal suo primo disco) è stato per anni il mio pezzo preferito della folksinger newyorkese, e mi ricorda le altalene ghiacciate del mio primo viaggio nella Grande Mela, un po' di anni fa.

 

MP3  21. My Bubba and Mi – After You

Tanto il nome di questo trio di fanciulle scandinave è infelice, quanto la loro musica invece è eccezionale (ed esce per un'etichetta italiana!). La mia canzone preferita del disco è questo folk blues malinconico, e anche live è splendida.

 

MP3  22. Mike Patton – Ore D'Amore

Finalmente Mike Patton ha inciso i pezzi del progettodi cover italiche Mondo Cane che portò con l'orchestra sul palco di Piazza Santo Stefano due Estati fa. Cialtronissimo, gigione e paraculo, vince sempre, e a priori. La voce e l'attitudine fanno il resto; e le canzoni, ehm, aiutano.

 

 

 

FULL DOWNLOAD – Inkiostro 2010 Supposedly Spring Nastrone (ZIP > Hotfile)

 

 

mercoledì, 07 04 2010

Una mezz’oretta per Lady Gaga

Che la amiate o che la disprezziate, che vi sia indifferente o che facciate finta di non sapere chi sia, nel biennio musicale 2009 – 2010 non potete non fare i conti con Lady Gaga. Il come, il cosa e il perchè ve lo spiega la lunghissima feature di copertina del NY Mag della settimana scorsa, che se avete una mezz'oretta libera  da dedicare a un'icona pop che sa cosa sta facendo merita la lettura.

 

Gaga’s presence also introduces the formerly unthinkable idea that Madonna, another voracious Italian girl, may really, truly, finally be on her way out. Her new look is an appropriation of Madonna’s circa “The Girlie Show” and “Blonde Ambition” (the darkened brows, the platinum-blonde hair, the red lips), and her music-video director, Jonas Åkerlund, is a major latter-day collaborator of Madonna’s. But the two are very different: Madonna hasn’t had a sense of humor about herself since the nineties, where Gaga is all fun and play. At her core, she’s a young art-school student, full of optimism and kindness, childlike wonder at the bubble world. Though she may not be bisexual herself—of the many friends of hers interviewed for this article, not one of them recalls her ever having a girlfriend or being sexually interested in any woman offstage—her politics are inclusive, and she wants to promote images of as many sexual combinations as are possible on this Earth. Gaga says she’s a girl who likes boys who look like girls, but she’s also a girl who likes to look like a boy herself—or, rather, a drag queen, a boy pretending to be a girl. There’s little that gives her more pleasure than the persistent rumor that she is a hermaphrodite, an Internet rumor based on scrutinizing a grainy video. That’s not Madonna. Madonna wouldn’t pretend she has a penis.

 

But that’s the genius of Gaga: her willingness to be a mutant, a cartoon. She’s got an awesome sense of humor, beaming tiny surreal moments across the world for our pleasure every day—like the gigantic bow made of hair she popped on her head last year. “One day, I said to my creative team, ‘Gaultier did bows, let’s do it in a new way,’ ” she says. “We were going back and forth with ideas, and then I said”—snaps finger—“hair-bow.” She giggles. “We all fucking died, we died. It never cost a penny, and it looked so brilliant. It’s just one of those things. I’m very arrogant about it.” Her videos are global epiphenomena, like the Tarantino-flavored “Telephone,” with its lesbian prison themes and Beyoncé guest appearance. “Gaga doesn’t care so much about the technical part, but she’s involved in every creative aspect,” says Åkerlund. “We just allow ourselves to be very stupid with each other, and then you get ideas like sunglasses made of cigarettes.” [#]

 

 

Bonus:

The Morning Pages – Telephone (Lady Gaga cover)
[una versione niente male, quasi alt-coutry]

 

lunedì, 29 03 2010

Il coro delle indie-vergini suicide

Sulle Girl Crisis in rete si trova ben poco, e la cosa è quantomeno curiosa visto che il tasso di indie-notiziabilità del progetto è notevole, e anche il risultato artistico -se vi piace il genere- è tutt'altro che da sottovalutare.

Sotto questo nome si raccolgono una decina di interpreti e musiciste femminili dell'area di Brooklyn (tra cui le Au Revoir Simone, le Telepathe, Caroline Polachek dei Chairlift, Molly Shea degli Acrylics e varie altre) con l'idea di reinterpetare grandi classici del passato in scarne versioni quasi a cappella davanti all'obiettivo di tale Bek Anderen che riprende tutto in stile super 8.

Il risultato sono immobili e sfocati video spettrali (come se fossero vecchie polaroid appena animate) che sembrano ritrarre il coro di una sorority di vergini morte tragicamente in circostanze misteriose più di un secolo fa. Si tratta ovviamente di poco più di un esercizio di stile, ma lo stile c'è, e in casi come questo può già fare la differenza.

 

 

 

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venerdì, 26 03 2010

30 years of Covo club

Per un locale notturno compiere 30 anni è una cosa ENORME. Pensate ai posti che frequentate, ovunque viviate. Pensate ai posti dove andate a vedere concerti, a ballare, a bere una birra con gli amici e a ricaricare le batterie nel weekend: quanti di essi sono in piedi da più di 10 anni? Quanti hanno mantenuto la stessa identità artistica e le stesse mura, e sono passati indenni attraverso quasi tutti i weekend stagionali dei rutilanti anni ottanta, dei nervosi novanta e degli spaesati zero senza perdersi per strada o mutare volto? Pochissimi, in Italia come nel mondo. E uno di questi è il Covo.

 

Il Covo ha di deciso di celebrare i suoi 30 anni di storia con un sito che raccoglie centinaia di foto scattate tra le sue mura (guardatele: potreste esserci voi che ballate, oppure Jarvis Cocker o, che ne so, i Modest Mouse) e l'elenco completo (o quasi) di tutte le band che ci hanno suonato. E ovviamente, con un festival.

 

Dopo l'anteprima di fine Febbraio che ha visto sul palco Adam Green (che pare si sia poi limonato mezzo locale) e in consolle la living legend britannica Alan McGee, ieri c'è stata l'apertura ufficiale, affidata all'interessante progetto Rain Machine di Kyp Malone, già voce, chitarra e surplus tricologico dei TV on the radio.

Stasera si comincia a fare davvero sul serio, con l'attesissimo Covo VS Bologna!: 7 band bolognesi, che negli anni hanno suonato più volte al Covo, alle prese con 20 classici del dancefloor del locale di Viale Zagabria (assegnatigli non senza una certa crudeltà). I Cut alle prese con i White Stripes? I Tunas che rifanno gli Oasis? I Valentines nei panni degli LCD Soundsystem? E i Settlefish che suonano gli Strokes? Davvero imperdibile. A seguire in consolle i guest saranno i Junior Boys.

Sabato un'altra serata dal sold-out annunciato: i protagonisti saranno i Giardini di Mirò (che suoneranno il loro capolavoro Rise and fall of academic drifting), i Massimo Volume (che suoneranno il loro capolavoro Stanze) e Manuel Agnelli degli Afterhours nella inedita e succosissima veste di DJ. Se volete entrare, vi consiglio di arrivare prestissimo.

 

La prossima settimana altre 4 serate che lasceranno il segno. Martedì 30 roba di altissima qualità con Lisa Germano (che presenta il suo ultimo disco Magic Neighbor) e Phil Selway dei Radiohead (che presenta il suo atteso e misterioso esordio solista); sono molto curioso. Giovedì 1 Aprile si torna negli anni '80 con la reunion dei Radio City, una delle band simbolo di quegli anni in città (nelle cui fila milita anche Capitan Fede Poggi Pollini); ad aprire gli Avvoltoi di Moreno Spirogi e a chiudere in consolle ci sarà nientemeno che Enrico Brizzi.

Venerdì 2 Aprile in scena ci saranno gli alfieri dell'indie-pop queer parrocchiale Hidden Cameras (che anni fa suonarono al Cassero, e sul palco a suonare il tamburello finì una delle autrici di questo blog), e a seguire una serata che si annuncia un delirio: al Gate1 sarà in consolle il Covo Original 90's Sound system (con alcuni dei migliori DJ degli anni '90 del Covo: Dedu, Yanez, Steve e i mitici Fede Ferrari e Alberto SImoni), mentre al Gate2 ci sarà il Covo Original 00's Sound system con i rappresentanti di questi cazzo di anni zero (Giovanni 'UDA' Gandolfi, Elisa Graci, MarinaP e il sottoscritto). A fine serata non credo sarò in grado di rispondere di me.

Sabato 3 Aprile un finale col botto, perchè sul palco di saranno i Teenagers, e in consolle da una parte Kate Jackson (degli indimenticati Long Blondes) e dall'altra la squadra di London Loves.

 

Buon compleanno, Covo.
Altri trenta di questi anni, e altri cento di questi festival.

giovedì, 25 03 2010

“Bonnie Prince Billy” e “Club version” nella stessa canzone

Sembra una delle cose più improbabili che possano succedere, invece è così: esiste una canzone per cui il nome «Bonnie 'Prince' Billy» e l'attributo «Club Version» compaiono insieme. Ci sono riusciti gli Hot Chip, in occasione della versione maxi del loro ultimo singolo I feel better (quello col video completamente fuori di testa in cui una boy-band incontra dei sanguinari santoni che emettonon raggi laser), che contiene vari remix tra cui quello con l'ospite inatteso di cui sopra. Vi dirò: funziona. Ed è decisamente meglio dell'originale!

[da poco annunciato: gli Hot Chip saranno all'Estragon di Bologna sabato 29 maggio]

 

 

MP3  Hot Chip feat. Bonnie 'Prince' Billy – I feel better (Club version)

 

 

 

[bonus che non c'entra niente, scovato a caso mentre cercavo su YouTube il video ufficiale da linkare: un tizio che suona I feel better per sola chitarra classica. Bella versione]

lunedì, 22 03 2010

Canadians Day

In casa Ghost Records per promuovere il nuovo disco dei Canadians The fall of 1960  (in uscita il 9 Aprile) hanno avuto una buona idea.

In controtendenza rispetto alle solite strategie che vogliono l'esclusiva dello streaming data a questo o quel sito, il secondo disco della band indie-power-pop veronese da oggi si può ascoltare su una cinquantina di siti grandi e piccoli (lista completa), e chiunque può andare qui e reperire il codice per partecipare e diffonderlo a sua volta. Un'anteprima diffusa e democratica che rompe le vecchie regole e consente a tutti di ascoltare un disco che vede i Canadians ampliare il proprio spettro sonoro senza però perdere le coordinate Weezer / Grandaddy che ce li hanno fatti amare dall'inizio e che, anche se intitolato all'autunno, è gradevolmente primaverile. E in queste giornate Yes Man e Carved in the bark ci stanno da Dio.

 

 

 

lunedì, 22 03 2010

Let’s make some music make some money make some pretentious records

Non  so voi ma io non sono ancora riuscito a farmi un'idea precisa su Congratulations, il nuovo attesissimo disco degli indie-blockbuster MGMT che (dopo essere finito in rete nel corso del weekend) ora è in streaming integrale sul loro sito.

Chi si aspettava che avessero di nuovo in canna colpi come Time to pretend o Kids è rimasto inevitabilmente deluso, e invece di quei perfetti singoloni di pop ballabile si è ritrovato alle prese con un ambizioso opus psichedelico che fa venire in mente il vecchio Bowie, i Kinks, i Beatles, gli Zombies ma anche i Pink Floyd (argh!) o, tra le cose più recenti, gli Of Montreal. Niente di troppo imprevisto, a ben pensarci, e roba tutt'altro che di pessima qualità; però neanche niente per cui strapparsi i capelli, e di questi tempi chissà se un disco del genere avrà la forza di farsi ascoltare abbastanza da essere apprezzato oppure cadrà rapidamente nel dimenticatoio destinato ai passi più lunghi delle relative gambe.

 

Nel mentre, cade a fagiuolo questa interpretazione di Time di pretend suonata voce e piano un paio di giorni fa nello show di Jo Wiley su BBC Radio 1 dal cantante dei Sigur Rós Jónsi in libera uscita dalla sua soporifera band. Let's make some music, make some money, find some models for wives…sì.

 

 

MP3  Jónsi (Sigur Rós) – Time to pretend (MGTM cover)

venerdì, 19 03 2010

Lily Allen (by Blackhair)

 

MP3  Mark Ronson feat. Lily Allen – Oh My God (Keiser Chiefs cover)

giovedì, 18 03 2010

Welfare pop

Ladies and gentlemen, there's a new band in town. Si chiama Lo stato sociale, e suona un indie-electro-pop verboso debitore in egual misura sia ai synth e ai beat post 80s dei Postal Service (con un po' di cassa dritta in più) sia a certa musica leggera italiana che, a volte te lo scordi, abbiamo un po' tutti nel DNA. Un coraggioso tentativo di declinare l'educazione per lo più sentimentale della scalmanata teppa bolognese in chiave di pop italico, con i suoni gommosi che piacciono a noi giovani, la cassa che spinge e già un po' di nostalgia per l'assistenzialismo pubblico drammaticamente in via di disfacimento.

 

Lo Stato Sociale presenteràla sua opera prima  Welfare Pop EP sabato al Covo in apertura al concerto dei My Awesome Mixtape (a seguire in consolle al Gate 1 il sottoscritto e Kozmik, al Gate 2 Anfetaminado con Art e Pullo) oppure il venerdì successivo a Villa Serena per la PRIMAveraFESTA, prima di partire in tour per mezza Italia. Come direbbe qualcuno, non osate fare gli assenteisti.

 

 

MP3  Lo Stato Sociale – L'apatico

MP3  Lo Stato Sociale – Magari non è gay ma è aperto

mercoledì, 17 03 2010

Rialzati Bologna

Il concerto/reading di Enrico Brizzi insieme a Yu Guerra alla sua band di sabato scorso è stato assolutamente superiore alle aspettative. Mi aspettavo che Dio salvi Bologna fosse poco più che un divertissment musical-letterario con una locandina indovinata basato sulla tragicomica situazione politica della città, invece sullo stile delle performance on stage di Brizzi (che negli anni ha portato in giro spettacoli con altre band, come i Frida X o i Numero 6) mi sono trovato di fronte a uno spettacolo assolutamente ben fatto.

 

Base di rock solido e roccioso, un performer in grande forma, ottimi testi basati sul bellissimo La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco (se vivete o avete vissuto a Bologna e non l'avete letto fatelo ADESSO), l'eccezionale featuring di Steno dei Nabat sull'anthem Oi Laida Bologna, per un omaggio ad una città che ha visto momenti migliori ma che si può ancora rialzare. Si sa che da queste parti ci piace cantarcele e suonarcele quindi non sono sicuro che una cosa del genere funzionerebbe altrove; io, però, ho avuto il groppo in gola per buona parte della performance.

 

 

MP3  Enrico Brizzi e Yu Guerra – Rialzati Bologna

venerdì, 12 03 2010

E il baustellometro si impenna

Eccolo qua: da oggi è in rotazione in tutte le radio Gli Spietati, il nuovo singolo dei Baustelle che anticipa il nuovo disco I mistici dell'occidente (che esce il 26 marzo per per Atlantic/Warner) e Un romantico a Milano, il primo romanzo scritto dal cantante Francesco Bianconi (che esce il 30 marzo per Mondadori). Il primo è stato prodotto da Pat McCarthy (già con Madonna, U2 e REM) ed è introdotto da una citazione di Elémire Zolla, il secondo viene definito dalla sua scheda «La vita agra mezzo secolo dopo»: rassicurante vedere che il tasso di pretenziosità del tutto non è calato neanche un po'.

 

 

Io devo ancora farmi un'idea precisa, anche se al primo ascolto mi sembra un classico esercizio di stile baustelliano, forse un po' più orecchiabile e sanremese che in passato e con un testo più facilotto rispetto ai loro standard. A voi come sembra?

mercoledì, 10 03 2010

Damien Rice, a volte ritornano

Non so se interessa ancora a qualcuno nè se dopo quella ciofeca di 9 interessa nemmeno a me, ma c'è in giro un nuovo pezzo di Damien Rice (dato per disperso dal 2006), dalla compilation appena pubblicata Music of ireland – welcome home.
Si chiama Under the tongue e non sembra male:

 

martedì, 09 03 2010

Videoclip dell’anno

L'avete sicuramente già visto (da Livio -che talvolta scrive anche su queste pagine col nome Dedalus1– o da Enzo) ma non posso non postarlo. Band indie-pop pressochè ignota, canzone non esattamente indimenticabile, ma un video con un'idea così semplice da essere brillante e una realizzazione tecnica probabilmente fatta con pochi mezzi ma eccellente. Spingete play.

 

lunedì, 08 03 2010

In the mystery zone

Era da un po' che volevo scrivere qualcosa di The mistery zone, il mio pezzo preferito di Transference, il nuovo, bellissimo, disco degli Spoon. Volevo scrivere di come una canzone che parla essenzialmente di quello che potrebbe essere ma ancora non è e del moitvo per cui non possiamo farne a meno sia una volata tirata da una batteria inarrestabile, da un basso che la segue a ruota e da una chitarra singhiozzante cui manca sempre qualche istante per raggiungerli (quell'istante è una mistery zone, ovviamente). E' una canzone sulle possibilità e il loro fascino travestita da convenzionale pezzo rock, che con gli ascolti si svela come un puzzle delicatissimo e miracoloso con un arrangiamento incredibile e una produzione quasi ineguagliabile.

Le parole le ha trovate Matthew Perpetua (già capostipite dell'M-blogging e tra le migliori penne di Pitchfork) qualche giorno fa su Fluxblog:

What is a mystery zone?

1. It’s a liminal state. Neither here nor there, but on the threshold of something new. Everything is uncertain, opportunities abound. It’s exciting and terrifying.

2. It’s the period of time before you really get to know someone, but you’re aware of each other’s existence. You had no idea you’d be significant to one another. It’s back when all there was to it was attraction, curiosity, and possibility.

3. It’s everything that goes on in everyone else’s life when you’re not around, or when you’re lost in your own head.

4. It’s an alternate universe version of your life in which you made totally different choices.

5. It is the realm of the “information troll”.

6. It’s the moment before physical impact. What will it feel like?

7. It’s before you kiss someone, before you have sex with them. It’s all of the things you can’t know about a person just by talking to them, and everything you can glean by touching them.

8. It’s anywhere except for where you are or where you have been.

9. It’s the love you’ve never received, and the love you’ve never given.

10. It is whatever happens next. [#]

 

 

MP3  Spoon – The mistery zone

mercoledì, 03 03 2010

OK Go, web viral video superstars

Gli Ok Go ormai non possono più fare niente per convincerci di essere davvero una band e non un semplice gruppo di entertainer con uno spiccato gusto per i video stupidi e un ottimo staff di videomaker, quindi ormai non ci provano neanche più. Il nuovo video per This too shall pass (non quello di 2 mesi fa; questo è nuovo) è un domino strepitoso e vertiginoso, con un sacco di belle trovate e un piano sequenza straordinario. Non cambierà le vostre vite nè il vostro giudizio musicale sulla band (anche se questo pezzo non è malaccio, dai), ma se vi piace il genere vi farà ghignare di piacere.

Poi tra due minuti l'avrete dimenticato, e va bene così.

 

 

venerdì, 26 02 2010

Music for sunny mornings

Quando sono uscito di casa stamattina c'era il sole, e un'aria primaverile di quelle che il venerdì possono cancellare la luna storta con cui ti svegli tutti i giorni e trasformarla in una passeggiata gloriosa verso il weekend. Ho messo in cuffia il nuovo singolo dei Morning Benders Excuses (che è un gran bel modo per cominciare una giornata) e ho pensato che magari le ore di lavoro sarebbero volate veloci senza troppi casini.
Poi ha cominciato a piovere, ma quella è un'altra storia.

 

Devo ancora inquadrarli bene, i Morning Benders. L'anno scorso li ho incrociati distrattamente ad Austin ma non mi avevano colpito granchè, come tante band giovani che devono ancora trovare una forma personale per proporre il loro suono. La gavetta non ha fatto male, pare, perchè il nuovo disco della band Big Echo esce nientemeno che per Rough Trade, che deve aver visto nel loro indie-pop corale con frequenti richiami agli anni 50 e 60 più classici una bella promessa per l'avvenire. Non so ancora quanta strada faranno, nè se e quanto il disco intero mi piaccia, ma quando spingo Play su questo pezzo la mia giornata diventa un po' migliore.

Tra l'altro, ora è di nuovo uscito il sole.

 

 

 

 

The Morning Benders – Excuses (MP3)

 

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mercoledì, 24 02 2010

La Primavera dei Tunng

E finalmente questo Inverno maledetto ce lo siamo quasi levato dalle scatole. Se non è ancora il tempo o la luce a farcene rendere conto, i primi indizi ce li dà la musica.

 

Quasi ad annunciare la bella stagione il primo Marzo Full time hobby pubblicherà il nuovo disco dei Tunng …And Then We Saw Land, che da queste parti si attende alacremente come si fa solo con la produzione di band che con tre dischi in curriculum non ne hanno sbagliato neanche uno.

Il nuovo LP è anticipato dal singolo Hustle, che sbilancia il classico sound della band (tipicamente in miracoloso equilibrio tra folk e indietronica) verso un pop countryeggiante costruito su un giro di banjo da manuale e su una melodia assolutamente killer. Roba probabilmente meno raffinata e complessa che in passato, ma di primissima qualità e dall'altissimo tasso additivo. 

 

Da ballare da soli in camera col repeat compulsivo (meglio se innnamorati) aspettando la Primavera.

 

 

 

 

Tunng – Hustle (MP3)

 

giovedì, 18 02 2010

The Pipettes FAIL

Forse lo saprete già: le Pipettes sono tornate con un nuovo singolo. Ed è un FAIL su tutta la linea.

Basta già il titolo (Our Love Was Saved By Spacemen), per non parlare della canzone (in cui un bel giro di violini à la Jens Lekman che campiona i Mamas and Papas viene ucciso da un banalissimo andamento disco e da una banalissima produzione radiofonica), del cambio di formazione (della formazione ‘classica’ Gwenno – Becki – Rosay è rimasta la sola Gwenno, e il ruolo delle altre due è ora coperto dalla nuova Ani) e del video (pardon: l’official viral video; simili definizioni ossimoriche mi fanno sempre sorridere).

Le abbiamo già perse?

 

 

lunedì, 15 02 2010

Indie in salsa Salsa

Ci sono pochi generi musicali più lontani dall’indie della musica latino-americana; quindi cosa c’è di più indie del mettere su un’orchestra che si dedica a rifare celebri pezzi indie in chiave salsa? Questa pare essere la missione della WIlliamsburg Salsa Orchestra capitanata dal percussionista Gianni Mano, che fa un buon lavoro nel ricontestualizzare degli indie-anthem in uno dei sound che personalmente trovo tra i più detestabili, riuscendo a mettere in piedi versioni, se non belle, quantomeno divertenti. Giudicate voi:

 

 

 

Williamsburg Salsa Orchestra – My girls (Animal Collective)

 

 

Williamsburg Salsa Orchestra – Wolf like me (TV on the radio)

 

 

Williamsburg Salsa Orchestra – Alala (Cansei de ser sexy)

 

 

Williamsburg Salsa Orchestra – Hey Lloyd, I’m ready to be heartbroken (Camera Obscura)

 

 

mercoledì, 10 02 2010

Devil is the details

E poi a volte nelle canzoni ci sono certe piccole cose che ti mandano fuori di testa. Come una particolare progressione melodica, il sibilo delle dita che scivolano sulle corde di una chitarra acustica o un controcanto nel posto giusto e al momento giusto.

In Paradise Circus, l’ultimo singolo dei Massive Attack dal nuovo Heligoland (che esce in questi giorni), quello che mi ipnotizza è il pattern ritmico; un intreccio di drum-machine contrappuntato da un handclapping irrequieto e da una batteria solida con rullata finale che si porta via la battuta e ti costringe a volerne ancora.

Che la canzone sia una gran bella canzone in un bel disco (che suona un po’ fuori tempo massimo, è vero. embè?) c’entra poco. La mia attenzione va tutta lì, a quell’intreccio matematico di linee ritmiche che si inseguono e raggiungono l’equilibrio ultimo tra perfezione della forma e incompiutezza della progressione, che ti porta ad essere contemporaneamente soddisfatto e insoddisfatto, e a continuare a spingere Play.

 

 

Poi c’è anche il video, che nella versione non censurata (visibile qua) ripropone diverse scene dal film porno del 1973 The Devil in Miss Jones alternate alle lucidissime dichiarazioni della sua protagonista ormai settantenne Georgina Spelvin. Il diavolo è nei dettagli, tutto torna.

 

 

Massive Attack + Hope Sandoval – Paradise Circus (MP3)

 

 

Bonus:

Massive Attack + Hope Sandoval – Paradise Circus (Gui Boratto rmx) (MP3)

[che è un bel remix. Anche se senza il pattern ritmico originale è un po’ un’altra cosa]