Se avete mai giocato a Super Mario, guardate questo video, e morite di ammirazione per la bravura del violinista che suona colonna sonora ed effetti audio in tempo reale. Wow.
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Se avete mai giocato a Super Mario, guardate questo video, e morite di ammirazione per la bravura del violinista che suona colonna sonora ed effetti audio in tempo reale. Wow.
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Finalmente si torna a parlare di videogame. Grazie all'Archivio Videoludico della Cineteca di Bologna che questo weekend (venerdì 28 e sabato 29 maggio), organizza Far Game una due giorni di riflessione e gioco dedicata al videogame. Ne abbiamo parlato ad impronte digitali su radiocitta'fujiko martedì scorso insieme ai due ideatori – organizzatori Matteo Lollini e Andrea Dresseno.
MP3 Impronte digitali – Far Game
Qui in pdf il programma, e dentro vi avviso c'è un po' di tutto: convegno, workshop, cinema, gender, cibo. Con produttori, giocatori, studiosi e professionisti. Qualche nome: Enrico Ghezzi, Manetti Bros, Giovanna Cosenza, WuMing 1, Riccardo Luna, Anna Maria Testa … E molta parte di pratica con console di ogni sorta ed età, il cui indiscusso protagonista sarà naturalmente il signore degli idraulici qui sotto.
Run, Jesus, Run è un'altro degli spettacolari videogame politicamente scorretti di quei geniacci di Molle Industria (già autori di Faith fighter, McDonald's Videogame e Everyday the same dream). Vesti i panni di Gesù Cristo, corri e salva l'umanità: hai solo 10 secondi!
Every Day the Same Dream è un piccolo e splendido gioco (se così si può chiamare) realizzato da Paolo Pedercini dell’italianissima Molleindustria per l’Experimental Gameplay Project. Non vi porterà via più di dieci minuti ma per quei dieci minuti vi farà guardare alle vostre giornate con occhi diversi.
Capire lo scopo del gioco (un po’ come nella vita reale) è il punto vero e proprio dell’esperienza, quindi non ve lo spiego. Ma per non lasciarvi a secco di guida, riporto la presentazione del creatore:
"Every day the same dream è una variazione esistenziale sul tema dell’alienazione e del rifiuto del lavoro. L’idea era di caricare la natura ciclica della maggior parte dei videogiochi con un qualche significato (il "gioca ancora" non è un game over). E si, c’è una fine, il gioco si può finire."
Buona routine.
Prendete due tra i videogame più famosi di tutti i tempi (Super Mario Bros e Tetris), fondeteli insieme ed otterrete Tuper Tario Tros. Se non riuscite a immaginare come due giochi così diversi possano diventare uno solo, cliccate sul link e non rimarrete delusi. Il grado di giocabilità è ottimo, e sospetto che un ibrido del genere potrebbe funzionare anche al di fuori del mondo dei retrogaming nerd che si ritrovano online. Tutto a parte il mostro finale: dopo un paio di tentativi ho lasciato perdere, davvero troppo difficile. Se qualcuno di voi riesce a superarlo mi direte se esiste un anche un secondo livello..
Tornato a casa ieri sera dopo l’inevitabile Natale dai miei, in una Bologna fredda e un po’ desolata (resa ancor più gradevole dal clima artico dentro casa causato dal riscaldamento rimasto spento), ho passato le ultime ore delle ferie più corte della storia a giocare a Browser Pong, versione fedele e ridicolmente nerd (è interamente costituita di finestre pop-up, realizzate in javascript e HTML5) del grande pioniere dei videogame.
Ovviamente funziona solo su browser recenti, ma per chi con queste tecnologie ha a che fare quotidianamente e più o meno sa come funzionano si tratta di un esperienza quasi pornografica. Almeno finchè non si scopre che le finestre sono ridimensionabili e che quindi barare è a dir poco elementare. Quindi, non meno divertente.
Avete mai desiderato di avere di nuovo 11 anni?
Io mai, lo confesso. Le scuole medie di solito sono un periodo tutt’altro che piacevole: finita la spensieratezza delle elementari e non ancora imboccata la selvatica esplorazione del mondo adolescenziale, per una manciata di anni si è intrappolati in una terra di mezzo in cui non ci sono coordinate sicure e in cui ciascuno va alla sua velocità. Io non ricordo quasi niente dei miei 11 anni, se non i pomeriggi a leggere Lo Hobbit e Il Signore degli anelli e a registrare mostruose compilation di canzoni dalle radio locali con il radiolone rosso di mia sorella, mentre uno dopo l’altro i miei amici delle elementari tutto d’un colpo diventavano bulletti da bar e smettevano di trovare interessanti i Lego con cui io, imperterrito, continuavo un po’ colpevolmente a giocare.
Probabilmente è uno dei pochi periodi della mia vita che non ho mai desiderato di rivivere. Almeno fino a un paio di giorni fa, quando ho letto Facciamo un videogioco!.
Facciamo un videogioco! è il primo romanzo di Ivan Venturi, illustrato da Francesco Mattioli e edito da GradoZero Edizioni (un nome che dovrebbe dire qualcosa a più di uno di voi, visto che un suo 50% ha scritto varie volte su queste pagine). E’ un romanzo per ragazzi («a partire da 9 anni», recita la quarta di copertina), un genere che normalmente fa fuggire a gambe levate qualunque adulto che non abbia figli in età scolare, e che personalmente non frequento appunto da quegli anni. Quando ho saputo che GradoZero avrebbe pubblicato un romanzo per ragazzi dedicato al mondo dei videogiochi ho pensato che le ragazze avessero un gran coraggio, data la nota difficoltà di rendere per iscritto (quasi) tutte le tematiche tecnologiche diverse dalle visioni di fantascienza e cyberpunk. Quando ho saputo che il libro non parlava solo di giocare ai videogiochi ma addirittura di crearne uno, ho concluso che fossero completamente impazzite. E ne ho prenotata una copia.
Non consideravo che a firmare era Ivan Venturi, uno che di videogiochi ne sa, perchè per quella strada c’è passato. Già colonna portante della leggendaria Simulmondo (per cui nel 1987 ha creato Bowls, il primo uno dei primi videogiochi interamente italiani), Venturi è qui all’esordio come scrittore, ed è forse proprio questo -unito al dichiarato, inevitabile, autobiografismo- a rendere la storia così autentica. E in qualche modo addirittura entusiasmante, nel momento in cui le parti narrative si incastrano alla perfezione con quelle più didattiche per raccontare una storia che è prima di tutto una lezione sull’importanza dell’immaginazione e su quello che può fare. Soprattutto se ha in mano gli strumenti giusti.
Strumenti che ci sono. Come ciliegina sulla torta, allegato al libro c’è il CD-ROM Inventastorie, versione light dell’authoring system usato dai protagonisti del libro, che consente in modo piuttosto semplice di creare a chiunque adventure games spartani ma di sicuro effetto. Magari non ci si riesce a ricreare Monkey Island, ma certi adventure dei vecchi tempi non sono poi così lontani.
E ti riscopri, a fine lettura, a desiderare di poter avere di nuovo 11 anni, per poterti imbattere in un libro così, leggerne le pagine ancora e ancora e scoprire che anche tu potresti non essere così diverso dal protagonista del libro. E che avere 11 anni, dopo tutto, forse non è poi così male.
Vedete lo screenshot qua sopra? Sembra un comune foglio di calcolo con dei grafici, come quelli che stazionano sui desktop di molti di noi durante le giornate lavorative.
Se guardate meglio, però, noterete che al centro dello schermo c’è qualcosa di strano, una specie di navicella…
Can’t you see I’m busy con i suoi tre giochi (il word processor Breakdown, il piano cartesiano di Leadership e gli istogrammi di Cost cutter) è esattamente quello che (non) sembra: un sito di giochi in flash mascherati da documenti di lavoro. E non sono neanche male (nè i giochi nè le fattezze professionali che li celano), ideali per un lunedì autunnale con molto sonno e poca voglia di lavorare. E per chi non ne ha abbastanza, da Gas ci sono sempre i Lunedì Games, eredi ufficiali del nostro vecchio Monday Gaming.
Lego + retrogaming = 100% inkiostro:
Relive some classic video games from the 1980’s with legos. (I didn’t include Mario or Donkey Kong because I have already made videos featuring them).
This Video includes:
1. Frogger
2. Space Invaders
3. Pacman
4. Arkanoid
5. Tron (Light Cycles)
6. Asteroids [#]
[via]
Uno dei giochi più assurdi a cui abbia mai giocato: Don’t shoot the puppy. Bellissimo.
_L’ho citato qualche sera fa a cena con amici, pentendomi perchè ogni volta tendo a scordarmi dell’inspegabile fiducia che (quasi) tutti sembrano avere per una cosa scientificamente insensata come l’Oroscopo: il Dossier Astrologia 2008 del CICAP confronta le previsioni fatte all’inizio dell’anno scorso con quello che è davvero accaduto e, come è facile intuire, i risultati sono impietosi. E da gente che prevedeva che il governo Prodi sarebbe durato per tutto l’anno (è caduto a metà Gennaio) o che Hillary Clinton sarebbe diventata presidente degli Stati Uniti io non mi faccio dire neanche se in quanto Sagittario dovrei essere testardo o creativo o lunatico nè se questa settimana l’amore va bene e i soldi meno. Voi poi fate un po’ come vi pare.
(via Attivissimo)
_Come l’anno scorso, anche questo anno da queste parti non avete visto classifiche dei dischi di fine anno. Non so bene perchè; non è snobberia, è che dopo averne lette a decine (perdendo via via interesse) non ho particolari stimoli per mettermi giù a stilarne una neanche per gioco. Tanto poi (quasi) tutto quello che merita del 2008 rientra nella Top 50 o nelle Honorable Mentions di Papà Pitchfork, e come al solito è quella la classifica di cui ci ricorderemo tra qualche anno. Per chi si fosse perso qualcosa, prima di Natale Radiobutt ha linkato tutti i dischi della classifica di Pitchfork in comodi archivi rapidshare da scaricare. Buon recupero, ne avrete per un po’.
_Sono già vari anni che su questo blog i giochi online non hanno più la rubrica settimanale Monday Gaming (il testimone è stato idealmente raccolto da Gas che nel suo blog linka un gioco ogni lunedì), ma questo non potevo farmelo scappare: 95 Old School Games you can play online. Ci sono Arkanoid, Bubble Bobble, Dragon’s Lair, Donkey Kong, Mega Man, Qix e ovviamente Pong e Space Invaders. Toglietemelo vi prego.
_In questi giorni ne parlano un po’ ovunque in rete, quindi la segnalazione è d’obbligo: da più parti (come sul solitamente barricadero e sharing-friendly Torrentfreak) viene salutata con grande lode la nascita di Spotify, piattaforma di streaming musicale («parte iTunes parte Last.fm , con infrastruttura P2P») con ottima qualità dei file, vasto catalogo e, soprattutto, tutti i crismi della legalità. In Italia non è ancora attivo (ma ad aggirarlo basta poco, dicono), ma la curiosità galoppa: qualcuno là fuori l’ha provato? E’ solo una variazione sul tema dell’insoddisfacente Downlovers o è davvero promettente?
_L’evento letterario dell’anno scorso è stato, purtroppo, la morte di David Foster Wallace. Da queste parti se n’è parlato più volte (qui o qui), ma quando si tratta di un genio del genere ovviamente non è mai abbastanza. E dev’essere stata la stessa cosa che hanno pensato anche quelli della Minimum Fax, quando qualche mese fa hanno dedicato allo scrittore DFW – David FareWell, una serata di letture e commemorazione a cura di traduttori, editori, scrittori e amici. L’ho scoperto solo ora (grazie a Emiliano) perchè l’intera registrazione della serata ora è anche su YouTube (in dodici parti, tutte linkate qui) e, anche se molti dei reading lasciano un po’ a desiderare (sono scrittori e non attori, del resto), la visione è assolutamente consigliata, anche solo per la commozione della meravigliosa Martina Testa, lo sguardo di Edoardo Nesi (traduttore di Infinite Jest; un pazzo, evidentemente) e le micro-interviste ai nomi coinvolti.
_Buon anno, eh.
Non faccio in tempo a lamentarmi perchè su questo blog ultimamente si parla solo di Obama (come nel resto del mondo, peraltro; ma siamo ancora nella fase in cui possiamo credere ciecamente alle promesse che rappresenta: godiamocela) che mi segnalano il clamoroso Super Obama World, splendido giochino in Flash che riprende e aggiorna il classico Super Mario World di casa Nintendo.
Il gioco non è ancora completo; al momento c’è solo il primo mondo, l’Alaska (indovinate un po’ chi è il mostro finale), mentre mancano ancora l’Arizona (lo stato di McCain), l’Illinois (quello di Obama) e la capitale Washington D.C, ma è già godibilissimo e fatto davvero bene, e avrete filo da torcere ad evitare le Hockey Moms che fanno lo shopping da Macy’s, i Russi e varie altre bestie assortite.
Già così non sono riuscito ad arrivare alla Palin in motoslitta, ma è solo questione di tempo. E se non c’è la Principessa da salvare, salveremo il mondo. Ci possiamo accontentare.
Bello, The Eyeballing Game. Semplice, veloce, pronto a dare dipendenza e a costringere alla sfida come i solo i giochi migliori riescono a fare. Il suo scopo è misurare la capacità di corretta visualizzazione geometrica del giocatore, chiamato a bisecare rette, dimezzare angoli, trovare il centro ai cerchi e ricostruire parallelogrammi. Il mio record è 4.6 (il punteggio più è basso meglio è), che mi colloca intorno alla media. Chi riesce a fare di meglio?
Inkiostro è uno stronzo. Sapendo che sono un affezionato della prima ora dei suoi Monday gaming, un paio di settimane fa mi ha scritto una mail che conteneva solo il link a Bloons Tower Defense 3, senza neanche una riga di testo. Così facendo, il bastardo mi ha distrutto un intero weekend e un paio di serate, che come un automa ho passato davanti al computer a spaccare palloncini posizionando scimmiette assassine alla maniera dell'ormai classico Desktop Tower Defense. Ormai l'ho finito in tutti i modi e a tutti i gradi di difficoltà. Voglio ancora livelli, dannazione.
Da qualche giorno in rete gira la notizia dell’ imminente uscita – metà settembre – di Guitar Praise Solid Rock, la versione "Christian Rock" del noto gioco con la chitarra di plastica. Immagino la spasmodica attesa dei ragazzini sciroccati che si vedevano in Jesus Camp, pronti a "…rockeggiare con i migliori mentre pregano il Signore". Il gioco sarà purtroppo (?) disponibile solo per PC e Mac.
Questo naturalmente è un grosso errore: da convinto possessore di un Nintendo Wii posso tranquillamente dire che coloro che hanno prodotto Guitar Praise dovrebbero meglio considerare i loro investimenti.
A questo proposito, sono fiero di presentare in esclusiva qui su inkiostro le prime anticipazioni di un gioco di cui è ancora sconosciuta la data di uscita ma di cui si fa un gran parlare nelle comunità di giovani cattolici online. L’ Osservatore Romano, interrogato sull’argomento, ha dichiarato al sottoscritto: "Benedetto figliolo, non ho capito una parola di quello che hai detto… Sei sicuro di essere italiano?".
Un videogioco che, ne sono certo, non potrà che fare epoca.
Wii Priest: the Path to the Light.
Proprio così, cari lettori, in questo straordinario videogame sarà possibile seguire passo passo la carriera di un giovane parroco appena uscito dal seminario!
Ecco alcune delle features incluse:
– Scegli il tuo percorso di carriera! Sarai un prete comunista che lotta giorno dopo giorno nelle favelas brasiliane o un prete militante di Militia Christi, pronto ogni anno il 20 settembre a commemorare i morti pontifìci di quel tragico ed irreparabile evento che è stato la breccia di Porta Pia?
-Grazie alle sensazionali possibilità offerte dal sistema wiimote le funzioni svolte giorno per giorno da tutti i preti del Mondo possono essere riprodotte in maniera estremamente fedele: dondola il turibolo con perizia e spandi l’incenso per sbloccare il Patchouli Power Up!
-Fai il pellegrino di casa in casa sotto Natale, impugna saldamente il tuo aspersorio e benedici più case possibili! (acqua benedetta non inclusa). Cerca di rispondere con santa pazienza ai rifiuti sdegnati degli atei (che friggeranno all’inferno) e impara a sorridere mentre mangi i cantucci fossili offerti dalle ottuagenarie!
-Con il potere dei due controller incrociati, pacifica le anime degli indemoniati e salvali dalla dannazione!
Esci da questo corpo! ESCI DA QUESTO CORPO!
Poichè il gioco è ancora in fase di sviluppo, ogni suggerimento è beneaccetto. Poi, eventualmente, ai soldi ci penso io, per sicurezza.
WiiPriest: the Path to the Light: finalmente un gioco educativo.
Decisamente meglio di certi giochi pieni di insensata e brutale violenza.
(Un enorme grazie ad Albi per il supporto fotografico)
Sono tornato (lo so, non ve ne frega niente. giustamente). E ho già ricominciato a passare una buona parte delle mie giornate davanti al computer. Ieri ad esempio, su suggerimento del padrone di casa (che mi ha mandato il link senza neanche mezza riga di descrizione, il maledetto) ho sprecato l’intera serata dietro a Fantastic Contraption, diabolico gioco in Flash che rinverdisce i fasti del leggendario Monday Gaming. Anche perchè, come da copione, è una vera droga. Se giocate a un solo gioco in flash quest’anno, fate in modo che sia questo.
Non sono mai stato un accanito videogiocatore, sia perché da cinefilo ho sempre avuto problemi con attention span che superassero i 150/180 minuti, sia perché sono sempre stato una pippa clamorosa a qualunque gioco. Però è innegabile che sia un mondo affascinante, soprattutto quando spingono sul pedale – è il caso della saga di GTA, per esempio, che sta già cambiando molte cose anche al di fuori del semplice contesto videoludico, ed è – veniamo a noi – il caso di Spore.
Spore è un videogioco che uscirà a Settembre, in corso di sviluppo da molti anni, che mescola la strategia con il genere "god game", permettendo al giocatore di creare una forma di vita e di seguirne lo sviluppo dalla forma monocellulare in avanti. Tutto molto bello. Tra ieri e il giorno prima, è stato rilasciato sia in versione demo che in versione completa un programma chiamato Spore Creature Creator (vedi immagine) che permette di creare la propria creaturina in tutta libertà. E qui viene il bello: si può esportare il risultato – udite udite – su Youtube.
Ora, sappiamo che aggirare i divieti di Youtube è ormai uno sport globale, e che la deriva sessuale di un RPG qualunque è un passaggio quasi scontato fin dai tempi in cui si tirava un dado da +20 per vedere quante botte si davano alla locandiera della taverna dell’Orso Rosso tra un drago e un troll, ma mai avrei potuto pensare che Spore avrebbe potuto creare addirittura un genere nel giro di pochissime ore. Invece esiste, e si chiama Sporn. Il blog Rock, paper, shotgun ha provveduto ad una instant anthology dello Sporn, e ce n’è di tutti i colori: semplici peni giganti, creature dotate di peni giganti, colorite e inquietanti variazioni sul tema dell’ermafroditismo, e via dicendo.
Ho l’impressione che presto ne sentiremo parlare nella colonnina di Repubblica.
Eccone un esempio. Lo metto piccolino perché è schifido. Apritelo a vostro rischio e pericolo – tipo, se siete in ufficio lasciate perdere. Ne so qualcosa.
Wow. Direi che da oggi in poi i furries possono dormire sonni tranquilli.
Fonti: Underwire, Rock paper shotgun, Wikipedia
Mentre io tento di mettere la testa fuori dal gorgo di lavoro, umor nero e influenzuola in cui sono piombato da qualche giorno, voi sollazzatevi pure con Nanoheroes Cine , versione cinematografica (e ingigantita) del classico Nanopops (la cui versione in carne ed ossa vi ha fatto impazzire un mesetto fa), trovata su ZineAccesso. Per il resto, fate finta che io non si sia.
NanoHeros Cine (XLS)
[Puzzle Boy, dedicato ai nostalgici dell’immortale Pengo, ma non solo. Difficoltà notevole, potenziale additivo altissimo. (via)]
A suo tempo il fantastico Nanopops ci aveva fatti letteralmente impazzire; ora, con lo stesso principio ma senza raffinatezze grafiche pixelose, c’è Group Quiz: un file Excel con 270 nomi di band da indovinare partendo dalla sola foto. In mezzo c’è di tutto, dai classici a alle boy band, dai gruppi hair metal ai quartetti vocali, io sono arrivato intorno al centinaio (beccando anche gli Sparks e i Crazy Town, mica pizza e fichi) ma a giudicare dalle facce quelli che mi mancano non sono proprio coperti dal mio radar. Mi date una mano?
[senza hackerare il file o cercare le soluzioni, dai]
[grazie Apomorfina]
Mentre passavo buona parte del weekend a preparare le slide per la lezione che terrò stasera al Corso di giornalismo radiofonico organizzato dal Comune di Bologna e da Radio Città Fujiko (titolo della lezione: Radio, intrattenimento musicale e web 2.0; prentenzioso, lo so, ma alla fine quello è), mi sono fatto battere sul tempo da Giavasan nella segnalazione di uno di quei giochetti malefici che vi piacciono tanto, Spin the black circle. Lo scopo è buttare la palla in buca, ma invece di guidare la palla bisogna pilotare tutto il resto, facendo ruotare l’intero quadro per sfruttare la gravità; è più facile a farsi che a dirsi, e il gioco è di quelli diabolici. Al quindicesimo livello ho mollato il colpo, ma ho visto che il punto raggiunto è rimasto in memoria, magari domani sera con calma..
Invece non sono neanche riuscito ad arrivare alla fine del malefico gioco Traveller IQ Challenge, che arrivato al decimo livello (su 12) mi ha bocciato senza pietà. Non fosse stato per tutti quei maledetti stati africani, per le isole dell’oceania, e per le metropoli cinesi in cui è fin troppo facile sbagliare di centinaia di chilometri ad ogni colpo, non ho dubbi che sarei arrivato alla fine con tutti gli onori.
E dev’essere quello che pensano (quasi) tutti, se come dice anche Emmebi (a cui devo la segnalazione), il gioco al momento sta facendo impazzire mezza rete. In ogni caso, ora che mi ci fate pensare, adesso che so dov’è la Namibia e ho le idee più chiare sulla posizione esatta della Micronesia, quasi quasi ci riprovo. Tutti quei libri illustrati di geografia che tanto mi piacevano da bambino a qualcosa saranno serviti, no?
Rispondo con qualche giorno di colpevole ritardo alla convocazione dal suo side-blog Piste di sua maestà Leonardo (best blogger ever, come testimonia anche il suo geniale ultimo post Farsi gli affari tuoi), e vi rimpallo il link a uno di quei giochini in Flash soooo Monday gaming 2006.
Caligula è firmato da quelli di [adlut swim], gli stessi dello splendido picchiaduro religiosamente scorretto Bible fight, e nonostante non ne condivida la stessa strabiliante cura grafica, l’altissimo livello di giocabilità e il potenziale di dipendenza elevatissimo tipico dei picchiaduro (Dio, mi sembra di essere tornato quando a 13 anni leggevo The games machine) è sempre in grado di regalare un’oretta di puro relax, a base di carneficine di pavidi patrizi, prostitute, poveri plebei e centurioni, ben 26 armi da collezionare (di cui alcune -l’alveare è il mio preferito- divertentissime e assai bizzarre da usare) e, per chi lo volesse, incitazioni da urlare nel microfono del proprio pc.
Dopo un po’ che si gioca non è ben chiaro lo scopo finale del tutto (se ho capito bene non esiste una fine vera e propria); anche se, quando si riesce ad accedere all’orgia nel palazzo al centro del Foro, in qualche modo si viene ripagati. Ci si accontenta di poco, di questi tempi.