futile e disdicevole

domenica, 12 04 2009

Buona Pasqua

di


E il 18esimo mese resuscitò, grazie alla pazienza di 40 parrocchiani svedesi e 30.000 mattoncini Lego.

venerdì, 03 04 2009

I always wanted to be Inkiostro

tenenbaum fail

Il blog più bello di tutti i tempi – “tutti i tempi” che nella mia mente devastata e vile corrispondono più o meno a due giorni – l’ho scoperto ieri. Si intitola TENENBAUM FAIL ed è geniale a più livelli.
Sì, perché ha come oggetto l’emulazione fallita da parte della più varia umanità di un film che non solo ha come tema centrale proprio l’emulazione fallita (“I always wanted to be a Tenenbaum”…), ma è esso stesso un esempio clamoroso di emulazione fallita (del cinema vero, ad esempio), per tacere del suo autore, un regista che ogni volta tenta fallimentarmente di emulare un figo.
O detta altrimenti: il film di Wes Anderson ha sì per oggetto l’emulazione fallita, come Madame Bovary poniamo, ma dato che – a differenza di Madame Bovary – del mimetismo sociale non ne decostruisce i meccanismi e il potere, ma anzi questo potere lo rafforza e lo esalta (da cui il piacere che ne ricaviamo), finisce per perpetrare lo stesso desiderio di emulazione che mette bonariamente alla berlina.
Detto ciò I Tenenbaum sono, ovviamente, uno dei miei film preferiti di tutti i tempi.

tenenbaum fail
epic fail
sbombabilissima

martedì, 31 03 2009

Bus slogan generator!

di

Dai, provalo anche tu!

sabato, 28 03 2009

they can be heroes

di

C’è un autore di fumetti che amo molto, Grant Morrison, che ragiona da anni sul rapporto tra realtà e fiction. Secondo lui (semplificando) la fiction sta cercando attivamente di invaderci e noi stessi, entusiasti disertori, cerchiamo di passare nelle file nemiche. Morrison estremizza un po’ il concetto teorizzando squarci in membrane a undici-dimensioni che formano l’ologramma realtà (o qualcosa del genere), ma infondo credo abbia ragione.
La vita imita l’arte. Da sempre. Ma ora mi appare come sia sempre di più una compulsione irrefrenabile. Quanti momenti della nostra vita ci sono sembrati belli o memorabili perché "sembravano la scena di un film"? Quante volte storie di finzione hanno ispirato delle nostre azioni? E’ sempre stato così, lo so. Però ci sono segni che la fiction sta avanzando sempre di più. Uno di questi segni è Entomo.

Entomo è un trentenne di Napoli che si veste da super-eroe e va in giro la notte a segnalare gli eventuali crimini in cui si imbatte. Fa una ronda da solo, insomma (e la stampa ci è andata a nozze). Il simbolo è una sigma un po’ perché "I sum up all the powerful, silent and venomous small creatures inhabiting this world. SIGMA, because I’m a synthesis, the human-like swansong of millions of races" (secondo il suo myspace); un po’ perché sembra una "E" (secondo me).  Dice di avere riflessi sovrannaturali e un’abilità mentale dal curioso nome di "parallelogramma".
Non è il solo. A Napoli che anche il Dottor Presenza. Ma si tratta di un fenomeno statunitense. Il registro internazionale dei "real life superheroes" ne conta 200 o giù di lì. Tendenzialmente nessuno combatte davvero il crimine ma soprattutto si dedicano a dal volontariato mascherato, tipo Patch Adams del senso civico. Ovviamente tutti hanno una pagina su Myspace e/o Facebook e/o canale su youtube. (lascio a voi le considerazioni geo-politico-culturali del perché gli unici "eroi" non angolofoni siano italiani).
Buffoni? Mitomani? Artisti concettuali? Persone tremendamente annoiate? Ragazzi volenterosi che hanno letto troppi fumetti? A voi la scelta. Io non posso chiedermi: come mai solo ora?
Superman è apparso nel 1938, possibile che ci siamo voluti ben 70 anni affinché qualcuno si decidesse a emulare i super-eroi? Ok l’11 settembre deve centrare in qualche modo. Di certo colpisce l’immaginazione: un cattivo che appare sui teleschermi in contemporanea mondiale rivendicando il suo spettacolare piano di terrore su scala globale. Ma molti di questi fumetti in carne ed ossa sono apparsi anni dopo segno che la retorica dell’eroe di quei giorni ha smosso qualcosa di profondo. Qualcosa oltre l’inarrestabile ondata di film tratti da comic-book. Anche Obama è stato investito di un aura messianica in salsa kryptoniana (in Illions c’è Metropolis, giusto?) e ha flirtato con diversi eroi dei fumetti (nei fumetti).
Qualcosa c’è nell’aria, nello zeitgeist. Ma mi sfuggono ancora le motivazioni che spingono i singoli cittadini a vestirsi in modo curioso e girare per la città.
Penso che in fondo ci sia un desiderio di morte. I personaggi immaginari, di fiction, hanno come caratteristica ontologica che li definisce: non esistono. Voler essere uno di loro mi sembra un pulsione vero l’annullamento. Un rifiuto suicidale del mondo.
Oltre a questo girare in tute aderenti di lycra nel cuore della notte non mi pare esattamente un attività salubre, soprattutto nei quartieri napoletani dalla brutta reputazione. Speriamo che Entomo rimanga nella pagine della cronaca di costume e non passi a quelle di nera.

martedì, 24 03 2009

Una piccola lezione di vita

Meglio drogarsi che taccheggiare, fondamentalmente.

[fonte]

 

martedì, 17 02 2009

Call for Papers

All I Know I Learned From Family Guy

Scritta su una t-shirt

 

fg2

Ragazzi, la proposta è seria. Sedetevi (se ancora ricordate come si fa) e ascoltate.

L’idea è semplice e la faccio breve: mettere insieme le menti più geniali della nostra generazione, chiuderle in una stanza e farle lavorare su qualcosa che possa veramente cambiare il mondo e migliorare la vita di tutti (chessò: la pace in Medio Oriente, il riscaldamento globale, la pietra filosofale). Poi, quando i cervelli migliori saranno tutti occupati, noi potremo dedicarci a qualcosa di divertente. Un testo collettivo che colmi una grave lacuna dell’editoria nostrana e al contempo faccia uscire dal tunnel della droga (o del blogging) i tanti laureati al Dams o Scienze della Comunicazione che riempiono le strade delle nostre città. E magari ci porti anche settantadue vergini senza dover prima morire, e ci faccia diventare ricchi trasformandoci da poveri immigrati vietnamiti quali siamo in ricchi caucasici hollywoodiani. Voi direte: Cosa?

Scrivere la raccolta di saggi definitiva sui Griffin.

Se vi siete bagnati il momento di asciugarsi è questo.

Qualcosa di simile a I Simpson e la filosofia o La filosofia di Lost, House, Harry Potter, Sasha Grey (be’, per questa non serve un libro intero), Wittgenstein, i Griffin (sì: in inglese ne esiste già uno per Family Guy) o le altre innumerevoli forme che può assumere il declino dell’Occidente e l’Heideggeriana Autodistruzione della Tradizione Umanistica (HATU). Chi siamo noi per tirarci indietro quando si tratta di oltraggiare qualcuno o qualcosa?

L’unica differenza è che il nostro testo non si limiterà alle letture filosofiche (gli studenti del Dams, ricordate?) ma si allargherà a tutte le possibili chiavi interpretative, discipline e approcci ermeneutici (ad esempio: Da Frank ed April a Peter e Lois. Ascesa e declino della famiglia nucleare; oppure: Deconstructing Peter: testualità e dissémination al tempo di You Tube; o anche L’uomo dei lupi: la sessualità di Stewie in una lettura freudiana; Dimenticare Foucault, ricordare Quagmier… ecc…). Insomma: tutto quanto possa mettere in luce la genialità (o la problematicità) di una delle vette assolute del pensiero umano, Family Guy appunto.

 

Senza nome-2Anche secondo voi Revolutionary Road assomiglia a una puntata dei Griffin, solo meno divertente?


Prima cosa: inviatemi i vostri abstract e le vostre proposte a questo indirizzo.

Se le proposte ricevute saranno in quantità e qualità adeguate si passa alla fase due: stendere una decina di cartelle (da dieci a venti) di intelligenza e umorismo sul tema scelto (più la prima che il secondo. Ricordate: sono comunque dei saggi che pretendono di dire qualcosa sull’argomento e non solo palesare barzotti quanto vi siete rincoglioniti a guardare il tivì). A quel punto un editore senza scrupoli avrà già bussato alla nostra porta supplicandoci di pubblicare il frutto delle nostre fatiche (alla peggio basterà chiedere un finanziamento al dipartimento di Cultural, Media and Genders Studies della Libera Università Telematica di Bolzano-Canicattì).

Fase tre: bersi un martini.

 

family-guy-nov14

sabato, 31 01 2009

Libro dell’anno, senza se e senza ma

di

"Pride and Prejudice and Zombies features the original text of Jane Austen’s beloved novel with all-new scenes of bone-crunching zombie action"
(Amazon.com)

(se ne parla qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui)

mercoledì, 28 01 2009

Autore, Titolo

I Can Read Movies

C’era quello che diceva che il mondo esiste soltanto per finire in un libro. Evidentemente qualcuno l’ha preso sul serio: tipo questi due designer che ti tirano fuori delle copertine vintage per delle cose che libri non sono (e che forse, se anche lo fossero, non avremmo troppo voglia di leggere).
Quelle sopra sono di spacesick (flickr), copertine immaginarie per immaginarie novelization, mentre i librogames qua sotto (con buona pace di Lupo Solitario) le ha fatte Olly Moss, già distintosi per dei manifesti cinematografici alternativi.
Ognuno ha un vizio segreto che espleta in solitudine nella propria cameretta. Se il vostro sono le copertine (nessuno vi giudicherà per questo), qua c’è il vostro porno: il Book Cover Archive e relativo blog. Ma se anche a voi il porno su internet è sempre sembrato freddo, c’è il caro vecchio cartaceo che non delude mai: Penguin By Design: A Cover Story 1935-2005 è un volume che ripercorre la storia del design grafico della gloriosa Penguin. Un classico della grafica editoriale a cui si sono ispirati anche i due tizi sopra, ma se ne volete ancora e di più: tranquilli, basta chiedere. Qualcuno più feticista di voi lo si trova sempre.

Videogames Classics