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Un mesetto fa, tale Carmen Joy King fa un pezzo su Adbusters in cui racconta la sua decisione radicale riguardo al mondo del social networking:
A marzo, al culmine della popolarità di Facebook, io ho smesso. Con quattro semplici clic del mio mouse ho cancellato il mio account. Finiva così l’intero alter ego elettronico che avevo creato per me stessa – foto del profilo, interessi e attività, esperienze di lavoro, amici acquisiti – tutte quelle cose attentamente studiate perché il mondo potesse ammirare, in vetrina, la versione migliore di me erano ora cancellate del tutto.
Carmen Joy King spendeva grandi quantità di tempo su Facebook. E proprio mentre cercava una nuova citazione cool per aggiornare il suo status, s’imbatté in Aristotele: Siamo quello che facciamo ripetutamente. Per Carmen fu un’epifania:
Cos’ero, dunque, io? Se il tempo lo trascorro a cambiare la foto del mio profilo Facebook, a pensare a un aggiornamento intelligente del mio status su Facebook, a controllare ancora una volta il mio profilo per vedere se qualcuno ha commentato sulla mia pagina, è questo che sono? Una persona che ri-visita i suoi stessi pensieri e le sue stesse immagini per ore e ore ogni giorno? E quindi come mi si può definire? Egotista? Voyeur?
Secondo la prof.ssa Twenge della San Diego University (che la King interpella), il narcisismo irrefrenabile della Generation Me o Generation Look at Me – tutti figli dei baby boomers – sarebbe una deviazione perversa dell’estremo individualismo inculcato ai bambini a partire dagli anni 70. L’autostima instillata da slogan quali "esprimi te stesso" e "sii te stesso" sarebbe il principio dei mali.
Per convincere l’intervistatrice, la prof.ssa Twenge spiega anche che nei racconti pubblicati negli anni 80 e 90 c’è un vistoso aumento di parole quali Io, Me, Me stesso, Mio al posto di termini colletivi come Noi, Umanità, Paese o Folla. Per la prof.ssa Twenge questa potrebbe essere la generazione meno coscienziosa e meno comunitaria dell’intera storia del Nord America.
Carmen si convince di aver fatto la cosa più giusta a chiudere il suo Facebook, anche se scopre di non aver sconfitto del tutto il narcisismo:
Dopo aver lasciato Facebook, cominciai a chiedermi che cosa avrebbero pensato tutti i miei amici e i familiari e i conoscenti della mia scomparsa dal mondo di Facebook. Dunque un po’ del mio Facebook-narcisismo – mi stanno notando, sentono la mia mancanza – è rimasto. Però mi sto anche ponendo delle nuove domande. Come faccio a trovare un equilibrio tra la mia vita online e la mia vita "vera"? Fino a che punto l’esposizione è salutare? Come posso agire responsabilmente per me stessa e relazionarmi alle persone a cui tengo? Queste sono ancora pensieri su "me stessa" ma rispetto a prima sembrano differenti.
Pensieri importanti.
Invidioso delle profonde riflessioni scaturite dall’esperienza di Carmen Joy King, riflessioni convalidate persino da accademici che hanno studiato a fondo la faccenda, decido che devo tentare anch’io un’impresa socioculturale altrettanto estrema e illuminante. Ma siccome Facebook mi sta simpatico e mi serve per tenere contatti con tanta gente sparsa in tanti posti e per spettegolare sulle foto di questa o quell’altra festa sfigata, decido di iscrivermi a Badoo.
Badoo, per chi non lo sapesse (io non lo sapevo), è uno dei 10 siti di social networking più popolari d’Europa (in Francia è addirittura il numero 3). O almeno così dice Wikipedia. Ma quel che più m’intriga (socioculturalmente) è che Badoo sembra essere il più popolare sito di social networking del mio paesello natìo. O almeno così ho potuto appurare dopo un rapido sondaggio al Pub lo scorso dicembre.
L’idea chiave di Badoo è che tu metti delle foto di te e la gente ti dà dei voti. Gente che passa per il tuo profilo perchè ha utilizzato delle funzioni di ricerca molto simili a quelle dei dating websites (stando a quanto mi hanno raccontato). Anche la filosofia sottostante è assai diversa da quella abbracciata da Facebook: la gente che ti scrive non è già tua amica nella "realtà", ma vorrebbe diventarlo. Possiamo dunque dire che Badoo promuove un’idea attiva del social networking – in luogo dei pigri meccanismi facebookiani che convalidano e riconvalidano sterilmente conoscenze già in essere. Non solo: Badoo ha anche l’audacia di sfidare il buonismo melenso di Facebook: qui nessuno si manda abbracci a forma di scimmiette o altre coccolose manifestazioni amicali – qui si dà un Voto alla Tua Faccia. Da 1 a 10.
Badoo, possiamo concludere, rivela la nuda verità delle dinamiche sociali. E s’affida a una forma interessante di darwinismo democratico, premiando chi riceve i voti migliori per le sue qualità fotogeniche e punendo chi invece non riesce ad affermarsi. E nessuno può mettere come profile picture una foto in cui non si vede bene la faccia (tipo quella in cui un finto squalo di plastica ti ha ingoiato per metà o quella delle tue sneakers su un prato verde). Su Badoo questi espedienti creativi non funzionano: mostra bene la faccia, così ti diamo il voto che ti meriti.
Una ventata d’aria fresca, insomma. Sani istinti basici contro le ipocrisie infantili e regressive della Generazione Facebook.
Tuttavia, mentre su Facebook succedono delle cose anche se tu non ti attivi più di tanto, su Badoo l’azione latita, salvo che tu non ti voglia lanciare in esplorazioni fotografiche, dare voti o provare a relazionarti socialmente con qualcuna che ha una foto socialmente promettente. In più di un mese, gli unici momenti degni di nota della mia vita su Badoo sono stati: 1) quando una ragazzina di 16 anni della provincia di Varese ha dato 1 alla mia foto e 2) quando una signora sovrappeso di vicino Caserta ha dato 10 alla mia foto.
Negli ultimi 12 giorni, però, le cose cambiano.
E allora mi armo di tutte le mie più acute intuizioni socioculturali per analizzare gli eventi.
Ciao!!! Il mio nome e Svetlana! Io guardai la vostra struttura e vi interessate a me. Voglio imparare di piu su di te. Se non contro di voi che scrivete a me per e-mail […] mi aspetta da voi per la lettera circa impazienza! Svetlana
Questo è il primo messaggio che ricevo. Ora, non posso dire che in astratto l’idea che Svetlana (che è una ragazza fotogenica) imparasse di più sul mio conto fosse esattamente contro di noi. Tuttavia, la cosa della "struttura" mi inquietava un po’, così decisi di soprassedere. Dopo qualche giorno, un’altra utente di Badoo mi scrive un messaggio:
Ciao!!! Il mio nome e Svetlana! Lei ha interessato anche io mi ha voluto scrivere a voi. Spero che lei non contro di amicizia che abbiamo potuto comunicare con voi? E possibile scrivere di me sul mio indirizzo privato […] Io attendere da voi per la lettera circa impazienza! Svetlana.
(E non pensate che Svetlana sia un nome diffuso solo tra gli anticonformisti utenti di Badoo. Su Facebook ce ne sono centinaia e centinaia).
L’arrivo di un terzo messaggio dai toni affini coincide con un’illuminazione.
Cosa sono diventato? Uno che rifiuta una parola di amicizia a delle simpatiche ragazze dell’Est soltanto perché non sfoggiano, tra i loro talenti, una sicura padronanza della mia lingua? Quante parole saprei dire io in Russo? Sono diventato uno snob fastidioso e sessista? Uno pronto a firmare sproloqui pseudo-critici solo per riaffermare allo stesso tempo la mia vibrante presenza e la mia superiorità all’hic et nunc della cultura pop? E poi cosa m’inventerò? Andrò a intervistare un ricercatore del DAMS sul potenziale sovversivo e autenticamente antagonista di Badoo rispetto all’autoerotismo anestetizzato e borghese di Facebook? Come posso definirmi? Un reazionario? Uno contro di amicizia?
Ho deciso quindi di cancellare il mio profilo Badoo. Badoo non l’ha presa proprio bene:
Roberto, non riusciamo a capacitarci delle ragioni che ti hanno spinto fino a questo punto. C’è sempre una soluzione ai problemi della vita. In ogni caso, se dovessi decidere di continuare comunque, ti preghiamo di spiegarcene la ragione nello spazio qui sotto. Utilizza le tue ultime parole per spiegarci cosa e come potremmo migliorare!
Quando decido di proseguire – interrogandomi sulle potenzialità enormi del suddetto messaggio e del sottile confine tra suicidio virtuale e reale che il messaggio sembra ignorare del tutto – Badoo assume un atteggiamento passivo-aggressivo:
Non sappiamo che dire…
Possiamo immaginare che una e-mail sarà inviata all’indirizzo specificato.
L’email è arrivata. Dice che ho 3 settimane di tempo per ripensarci, poi il mio profilo sarà cancellato per sempre.
Mi chiedo se le due Svetlana e l’altra di cui non ricordo il nome si stiano interrogando sulla mia virtuale scomparsa.
Intanto, nel giro di niente, la relazione del mio amico M. è passata da It’s complicated a Single.