Siate almeno dei farabutti beneducati. Dedicatevi alle letture sovversive, o quantomeno oblique, invece che indagare le minchiate dell’Internet. Spendeteli questi soldi (o quelli di papà, insomma) per darvi un’istruzione e un tono. Questa volta facciamo i seri.
Arrivo in ritardo, ma ne vale la pena. Il romanzo d’esordio di Josh Bazell, Vedi di non morire, è intrattenimento purissimo. Si legge d’un fiato, è spassosissimo e ha un ritmo che spero faccia impallidire i tanti (troppi, suvvia) che si sono convinti che una narrazione sfrontata in prima persona in un contesto massimalista basti per fare un buon romanzo. 14 euri e 80 centesimi, su IBS.
I paradossi del culture snob sono tanti e tra questi c’è quello noto come Il Doppio Standard del Libro-Come-Oggetto. Amare la fisicità dell’oggetto-libro è una pratica ammessa; è tuttavia vietatissimo il librazzo da soggiorno, quello da esporre sul ripiano basso del coffee table (sotto, cioè, il ripiano alto di vetro che funge da teca illustrativa). Un ingenuo potrebbe obiettare che in entrambi i casi si rende omaggio all’oggettualità del libro, ma un vero snob sa la differenza tra un libro reso oggetto dal tuo amore e un libro prodotto come oggetto da gente senza cuore. Il dilemma, però, è risolto: The New York Times: The Complete Front Pages: 1851-2008 mette d’accordo il coffee-table book col vezzo liberal, anglofono e acculturato. A soli 37,10 dollari su Amazon USA.
Prima riflessione seria. Michela Marzano, nata a Roma nel ’70, ha studiato a Pisa e poi è fuggita (assieme al suo cervello, come vuole il motto) in Francia. Fino a diventare, secondo Le Nouvel Observateur, uno dei 50 più influenti pensatori di Francia (e una delle sole sette donne della lista). Qualche mese fa è uscito per Mondadori un suo bel saggio sullo sconfinamento dell’ideologia aziendale e manageriale dal luogo di lavoro alla vita privata e al saper essere: il lavoro come realizzazione di sé, come partecipazione creativa ed entusiasta alla propria condizione di dipendenza e precarietà. Scrive Marzano che il dipendente modello è un individuo impegnato che deve credere nel suo lavoro e trovarvi motivo di felicità: elastico, flessibile e versatile, deve riuscire a trovare esaltante tutto ciò che è alienante. Il saggio non svela arcani, ma ripercorre e dà una veste organica suggestiva e provocatoria alla storia di questo fenomeno. Estensione del Dominio della Manipolazione, € 15,30 su IBS.
Seconda riflessione seria. Sul corpo berlusconiano (sia nel senso di corpo di Berlusconi sia in quello di corpo nell’era berlusconiana) si ragiona spesso. Lo fa Videocracy con risultati medi ma a tratti efficacissimi. Lo fa il bel documentario di Lorella Zanardo e Marco Malfi Chindemi, Il Corpo delle Donne. Lo fanno alcuni saggi che indagano l’uso del corpo da parte del leader postmoderno dell’Italia degli Anni Zero: quello di Giuliana Parotto e quello, piacevole e documentato e intelligente, di Marco Belpoliti, Il corpo del capo. Belpoliti studia il corpo mediale di Berlusconi, la sua cura e la sua rappresentazione politica, dalle foto degli anni settanta al fotoromanzo Una storia italiana; dalle fotografie della Discesa in Campo sino a quelle dei recenti incontri con Gheddafi. Nove euri e sessanta centesimi, su IBS.
Leggere troppo rovina gli occhi. Se non avete avuto la prontezza di accaparrarvi un posto alla Scala, a un prezzo decente, per l’Orfeo di Monteverdi con regia, scene e luci di Robert Wilson (ma ne trovate ancora, per domani sabato o martedì prossimo, ma a non meno di 180 euri cadauno), potete rifarvi (e non è un premio di consolazione) con i VOOM Portraits (sempre di Wilson) esposti a Palazzo Reale, a Milano, fino al 4 ottobre. Dovreste sbrigarvi, credetemi. € 9, ridotto 7,50.
Per la cenetta tra amici in cui sfoggerete le vostre considerazioni sul corpo berlusconiano, i corpi di Robert Wilson e i pensatori più in voga di Francia, una bottiglia di Ribolla Anfora del 2001 della cantina di Josko Gravner, una meraviglia di vino radicale. La trovate anche a 45 euro.
Spesa totale: circa 120 euro.
Disgustosi Radical Chic