Ospite dell’ospite, Signore e Signori, ecco a voi un pezzo di mm1.
Per chi non sapesse di chi si tratta, ha ottenuto l’AVN, l’XBIZ e l’XRCO award 2009 come best new starlet. Del porno, ovviamente. Leggo ora su google che parrebbe avere un flirt con Marilyn Manson.
In realtà il ruolo di Stoya all’interno del porno è piuttosto interessante, manovra commerciale simile a quella dell’oramai consolidata Sasha Grey: portare la blogger della porta accanto sullo schermo. La cosa è ancora più marcata se date un occhio alle pluripremiate produzioni digital Playground (Cheerleaders, per esempio), in cui lei ha un ruolo già canonizzato per quanto concerne il partner maschile, il contesto narrativo del rapporto, nonché la di lei recitazione e le espressioni del volto, ecc. ecc.
Con Stoya, Reclutata a quanto ne so nel giro suicidegirl/deviantart/softcore [update: ecco un’intervista che chiarisce un po’ di cose], l’industria del porno assolda una che ci ricorda il sundance, garden state o una qualche fan di Battlestar Galactica – ovverosia, come sarebbe fare l’amore con la diciottenne con la maglietta di slashdot che incontrate al solito negozio di dischi mentre si ascolta i vaselines? – sarebbe imbarazzata, e lo faremmo amandoci veramente, ma sempre molto imbarazzata. e ne sarebbe felicissima e con quel misto di candore e pudore (l’indieboy non può far trasparire pensieri impuri, nemmeno a se stesso, per cui meglio soffocare sotto ettolitri di teenage angst e chiamarla ennuì) lei mi direbbe che io sono l’unico al mondo e lo sarei veramente l’unico al mondo per lei e lei sarebbe per sempre l’unica al mondo – più che l’ennesima barbie stars & stripes così 1.0 quale ad esempio Jesse Jane.
Insomma, da farci una tesi allo iulm, per dire, e consigliatissima agli amanti di Blankets di Craig Thompson.