PALaZ meets inkiostro #2: 10 anni da In Utero
[Inkiostro ospita di nuovo il contributo di PALaZ, in occasione del decennale dell’uscita di uno dei più grandi dischi rock degli anni ’90 -nonchè testamento artistico di Kurt Cobain-: In Utero dei Nirvana.]
quando conobbi kurt cobain lui era già morto. e questo dice già tutto su certe impazienze. anzi, vedevo la faccia luttata di un mio amico, un professore appoggiava una mano di consolazione sulla spalla. ma oggi non si commemora lui ma in utero, che è comunque lui. l’ho preso come ascolto questa sera, l’ho lasciato gocciolare a mo’ di patera pertusa, una libagione mio caro. non lo sto sentendo neanche, mi passa dietro il collo come nessunissima leccata, lingua inaridita, forse perchè troppo spesso abusata.
il 1993 è successo dopo, alcuni anni dopo, io l’ho ritrovato dopo, lì dentro, qui dentro. mi ricordo una cassetta registrata male, come tutte le cassette registrate, ma lì dentro il disturbo si accordava alla musica come sua migliore compagnia. la musica un tempo suonava così, non suoni lisci e levigati, ma tutto il rigetto magnetico che si disperdeva nell’aria veniva a tappeto. fallo adesso, dai.
sabato in un locale tutto espressione come una vetrina di cambio stagione. gente pulita, scocca la mezzanotte e il giorno dopo e 10 anni dopo. nessuno che si ricordi, io non sono come loro ma posso fare finta. faccio finta di niente, ce ne siamo andati. li ho disprezzati.
il 1993 è durato tantissimo, sulle dita, su quattro accordi messi in croce come lezione per imparare a suonare. spingo play poi rewind poi play poi rewind poi play poi rewind, poi mi accontento, spingo play, perchè già c’ero arrivato.
in utero, inutero, in ut ero, dentro come sarò? poi play. non ho mai avuto i pantaloni stracciati, non ne ho avuto il tempo, non li rimpiango, lo erano dentro.
ecco le parole pertinenti, mi sono svegliato da solo, senza che nessuno lo facesse per me, era già mattina inoltrata, era una bella giornata, avevo messo su un film, ne ho visto metà e mi sono stancato, ho tutte le videocassette viste a metà, ho dato da mangiare a me e al cane, prima al cane, poi il pomeriggio è diventato uno strazio, tra televisione e morsi dati per la fame che non si spegneva, era più la noia che il pranzo scarso, era un pomeriggio intorno al tavolo, ero solo come appena svegliato, neanche la forza di prendere una parola pertinente, fino a sera, è tornato qualcuno, potevo tornare a nascondermi e il mio letto che fa più spigoli che buon riposo, ho cambiato canale, ho detto che ci avrei pensato domani, volevo una giornata delle mie ed è stata così, proprio.
insomma 10 anni fa, esce in utero (che già è un controsenso), è vero, non è mai uscito. è dentro.