Archivio Autore

giovedì, 06/10/2005

nessun titolo

Cinque dubbi più o meno amletici (e più o meno musicali) /3

_Per quale motivo in giro per i blog, italiani e americani, si parla poco e niente dell’ottimo disco dei Magic Numbers? Cos’è, se è senza spillette il pop non va bene?

_Ma quanta tristezza fa il banalissimo perbenismo reazionario di Studentessa universitaria, ultimo singolo di quel Simone Cristicchi che con Vorrei cantare come Biagio sembrava quasi bravino?
_Quanto sarebbe stato perfetto Ben Gibbard con la sua frangetta e i suoi Death Cab for Cutie al ballo Incanto sotto il mare di Ritorno al futuro a suonare la sua versione di Earth Angel?
_Ho visto l’ultimo video di Ricky Martin; ha finalmente deciso di fare coming out?
_Per quale motivo Adem, che l’anno scorso ha pubblicato il più bel disco acustico degli ultimi anni, si è buttato nella missione impossibile di rifare Mojo Pin di Jeff Buckley prendendo, come previsto, una sonora batosta?

mercoledì, 05/10/2005

nessun titolo

E’ tanto liberatorio
Top Ten Web Design Mistakes of 2005 secondo il guru della web usability Jakob Nielsen. Questo blog -orgogliosamente- li commette quasi tutti; almeno qui fatemi fare un po’ quel cazzo che mi pare, dai.

mercoledì, 05/10/2005

nessun titolo

E col Gorgonzola come fa?

[Sì, questo bell’omino -un famoso batterista, pare- sta proprio suonando una batteria fatta di forme di formaggio]

martedì, 04/10/2005

nessun titolo

Inkiostro quotidiano
Annunciaziò annunciaziò: il sottoscritto, non pago di dimorare già su queste pagine e di infestare l’etere con le acrobazie musicali varie ed eventuali di Airbag, da oggi terrà anche un appuntamento pseudo-quotidiano sulle solite frequenze dell’inossidabile Radio Città Fujiko. Gocce d’inkiostro sarà una sorta di post via radio, tutti i martedì, mercoledì e giovedì intorno alle 15 all’interno di Seconda Moka sui 103.100 FM a Bologna e dintorni, ascoltabile anche in streaming e in archivio. Un altro piccolo passo verso la conquista del mondo.

martedì, 04/10/2005

nessun titolo

Forse non tutti sanno che_
_Per rimettere a nuovo un iPod graffiato (o un qualunque oggetto laccato, lettore mp3 o meno, ovviamente) non servono prodotti assurdi o interventi macchinosi ma basta un po’ di ingegno e un banale lucido da 4 dollari.
_Dal 1 Novembre sono possibili le videochiamate al famigerato 899: la rivoluzione copernicana che i telefoni erotici (e soprattutto i loro cultori) stavano aspettando.
_Il caso indie dell’anno, i Clap your hands say yeah, finora unici nel panorama mondiale per l’enorme successo del loro esordio nonostante questo sia autoprodotto (si trova anche a Bologna!) hanno rovinato tutto e firmato per la Wichita, già etichetta di Bloc Party e Yeah Yeah Yeahs.
_La Microsoft pare avere i giorni contati; a fargli le scarpe, manco a dirlo, sarà Google. Ma Googleservi non suona granchè bene.
_Il video di Robespierre degli Offlaga Disco Pax è pronto, ed è bellissimo; oltre ogni più rosea aspettativa. Per ora non posso dirvi di più.

lunedì, 03/10/2005

nessun titolo

Andate a vedere Viva Zapatero
Alla fine del documentario satirico di Sabina Guzzanti, mi è venuto da piangere.

lunedì, 03/10/2005

nessun titolo

Monday gaming (Che bocca grande che hai edition)
Una è indubbiamente più grande (enorme, direi), l’altra però è più snodabile, e forse espressiva. Una si profonde in acuti strillati da isterica indomabile, l’altra è stata più di una volta la fonte convulsa della compassione (o simpatia, vedete voi) per il demonio. Una ha baciato Bebe Buell e continua a baciarne (sulla fronte, ci auguriamo) la figlia Liv Tyler, l’altra -pure- ha baciato Bebe Buell; evidentemente alla storica regina delle groupie (pardon, band-aid) piacevano le bocche grandi. La prima è la bocca di Steve Tyler, leader degli Aerosmith. La seconda è la bocca di Mick Jagger, leggendario pigmalione dei Rolling Stones. Riuscite a distinguerle?
[ecco qua, sono riuscito a fare un post persino su due bocche]

venerdì, 30/09/2005

nessun titolo

Indies in fashion

[Ieri una borsa geek, oggi la indie-tracolla più famosa d’Italia. Una copia del tributo ai Red Red Meat in regalo a chi
nei commenti identifica il maggior numero di spillette]
[Disclaimer: la foto alla borsa è stata scattata da Medo senza l’autorizzazione del suo proprietario, il quale era in ogni caso probabilmente troppo sciabolato per accorgersene]

venerdì, 30/09/2005

nessun titolo

Una persecuzione
E della casalinga con una lesione cerebrale che non riconosce più i volti di marito e figli, ma solo quello di Berlusconi cosa vogliamo dire?
[grazie a Checco]

venerdì, 30/09/2005

nessun titolo

Il mattino ha l’oro in bocca
Ore troppo presto. Inkiostro si è svegliato da 10 minuti, e, seduto in mutande in cucina, fissa catatonico il vuoto mentre tenta di riprendere contatto con il mondo civile bevendo un bicchiere di succo d’arancia (mai caffè appena sveglio).
Il cellulare, acceso da circa 3 secondi e 7 decimi, inizia a suonare. Numero privato. Inkiostro, preoccupato, risponde.
«Pronto? Ah..(maledice l’abitudine in voga nel meraviglioso mondo dei rampanti atipici della new economy di dare in giro il proprio numero personale)…Salve sig. XXXX…(deglutisce, si alza in piedi, si schiarisce la voce e istintivamente si passa una mano tra i capelli)…No, si figuri, non mi disturba affatto….No, no, non è troppo presto, sono già in ufficio da ore…(accorgendosi dell’excusatio non petita in cui è appena inciampato, cambia discorso)…Mi dica!…Ah, ha visto il progetto? Va bene?…Ci sono delle modifiche da fare? Nessun problema, un attimo che avvio il software per segnarmele (inizia a scrivere sul retro di una bolletta non pagata)…Mmm Mmm…Sì, certo…Per queste modifiche non c’è problema…Per quest’altra non saprei, e il collega a cui dovrei chiedere non è ancora arrivato al lavoro…Ora gli scrivo un appunto, almeno appena arriva la trova (si fa una X sulla mano)…Se non serve altro la saluto…Sa, ho una riunione…(si dirige verso il bagno). A risentirci.»

giovedì, 29/09/2005

nessun titolo

Mattoncino su mattoncino

Tempo fa, segnalavo che la Lego è in crisi. Come soluzione per evitare la chiusura dell’azienda che ha creato uno dei simboli chiave del ‘900, da parte mia suggerivo una ritargettizzazione del prodotto in direzione adulta per venire incontro allo sconfinato amore che molti di noi grandi, dopo averlo maturato nel corso dell’infanzia, provano ancora nei confronti
dei meravigliosi mattoncini binari. Detto, fatto: News.com riporta ora che la compagnia danese degli amati mattoncini non solo ha lanciato il servizio Lego Factory, grazie a cui chiunque può progettare i propri modellini e farsi spedire i pezzi per costruirli, ma ha accolto di buon grado persino le pressioni delle comunità organizzate degli appassionati per rendere il servizio meno costoso e più flessibile. Un deciso cambio di rotta che sicuramente darà i suoi frutti.

A latere, nello stesso post, chiedevo: «Ma poi: voi dite i Lego o le Lego?». Dai commenti non è ovviamente emersa una risposta uniforme, ma quel che è certo è che un dilemma simile esiste anche nei paesi anglofoni. Tanto che l’azienda ha pubblicamente invitato tutti gli appassionati a riferirsi ai suoi prodotti con il termine Lego Bricks o Lego Toys e non con il più diffuso Legos. Un problema d’identità che fa un po’ tristezza, e che dimostra bene che da parte dell’azienda danese non sono tutti rosa e fiori. Alla fine, chiamateli come volete, ma i Lego sono tornati.

giovedì, 29/09/2005

nessun titolo

Geeks in fashion

[Si chiama Keybag. Voglio qualcuno a cui regalarla]

mercoledì, 28/09/2005

nessun titolo

Inkiostro Music Video Aggregator /Settembre
_Cocorosie – Noah’s Ark (Tasto destro, Salva con nome) Non è un bel video neanche per sbaglio, le due maravillose sorelle Casady sfoggiano pettinature ancora più improbabili del solito e effetti visivi d’accatto intristiscono il pezzo forse più convenzionalmente pop del disco: che scopo può avere quindi girare un clip del genere (il primo in assoluto per le Coccherosa, se non erro)? Meglio ricordarle mentre cantano Good Friday in un cortile faentino, se permettete.
_Devendra Banhart – I feel just like a child (streaming) Osannato dalla critica di mezzo mondo, Devendra Banhart più va avanti e meno mi convince. In questo video -wow- balla mentre indossa solo un paio di mutande, che meraviglia! Molti lo troveranno un sacco autoconsapevole e giocoso, altri artisticamente neo-hippy e neo-neo-tribalista, ad altri ancora -al peggio- sembrerà un adorabile cazzone. La mia opinione non differisce molto da quest’ultima, purchè, ovviamente, si ometta la parola adorabile.
_Final Fantasy – This is the dream of Win and Regine (Tasto destro, Salva con nome) Versione ancor più singolosa del singolo del bell’esordio solista del violinista degli Arcade Fire, che a breve passerà anche da queste parti per una rischiosa data live. Chissà se si porterà dietro l’adorabile (lei sì) cameriera provvista di cuffie e mantello del video. Che sia giunto il momento dell’indie-fantasy?
_Pinback – Fortress (Tasto destro, Salva con nome) Non lo si ripeterà mai abbastanza: Summer in Abaddon dei Pinback è stato probabilmente il disco dell’anno scorso che da queste parti si è amato di più. Esce ora il notevolissimo video di Fortress, tristissima storia di animazione a bassa fedeltà su una bella storia d’amore che si trasforma (letteralmente) in una guerra (con annesse coreografie). Si parlava dell’indie-fantasy, no?
_Laura Veirs – Galaxies (Tasto destro, Salva con nome – è lentissimo, serve un po’ di calma) Come dicevo la settimana scorsa, su disco Laura Veirs è grandiosa. Questo video, però, è una delle cose più terrificanti in cui mi sia capitato di imbattermi da un po’. Se ci sono delle idee che qualcuno me le spieghi, l’immaginario è oscuro e sfilacciato e se la natura da sola non l’aiuta Laura ha fatto ben poco per darsi una sistemata. Rimandata al video per Secret someones?
_Death Cab for Cutie – Soul meets body (streaming, e se proprio lo volete è pure su rapidshare) Sottotitolo: Ben Gibbard vestito come mio nonno e i bizzarri funghi/uccelli a forma di note. Come spesso capita, una buona idea (le note volanti, non il guardaroba di Ben Gibbard) un po’ sprecata, anche se l’atmosfera dolceamara e un po’ sospesa ben si adatta all’insolita efficacia del primo singolo di Plans. Quindi alla fine va bene così, dai.
_Royksopp – 49 percent (streaming) Potrebbe quasi essere confuso con un video di Gondry, e chi conosce la meraviglie di cui è capace il regista francese sa quanto questo possa essere un complimento. Per esserlo gli manca un po’ di precisione in più e quei tocchi di classe che lo fanno stagliare a un livello decisamente altro. Detto ciò, la canzone non è niente di che, ma immagino che al giusto volume e con un proiettore abbastanza grosso, l’esperienza lisergica ci starebbe tutta.
_Animal Collective – Grass (Tasto destro, Salva con nome) Sprizza (ancora) avanguardia da tutti i pori,
il collettivo animale, e con un video del genere dona al suo folle folk disgregato una terza dimensione al contempo perfettamente appropriata e insolitamenete sobria. In quanto avanguardia è sempre di difficile digeribilità, ma se il pubblico di merda non capisce, ovviamente è colpa sua.
[i vecchi Video Aggregator]

martedì, 27/09/2005

nessun titolo

Sign o’ the times
Nonostante quanto dicono il Governo e le sue stime,
anche per quanto riguarda l’occupazione in Italia (e in Europa) siamo davvero con l’acqua alla gola. Per capirlo è bastato imbattersi nello spot del concorso di Mtv Load. Quando il primo premio non è un viaggio a New York o un’automobile fiammante, ma uno stage retribuito di due settimane, vuol dire che siamo messi davvero male.

Nel frattempo noi decideremo chi sarà il fortunato vincitore di uno stage retribuito di due settimane presso il creative team di MTV a Londra.
(da qui)

martedì, 27/09/2005

nessun titolo

Web semantico! Web semantico!
Come qualcuno ha già notato nei commenti, da due giorni questo blog è dotato di categorie. Potrete quindi agilmente trasformarlo di volta in volta in un aggregatore di giochi online, un erogatore selettivo di web-stronzate, in una indie-webzine sui generis o in altro, a seconda dei gusti. Essendo costituito in totale, scopro ora, di 1656 post -1657 con questo-, è stato categorizzato finora solo l’ultimo paio di mesi di blog, e dubito continuerò. Un altro piccolo passo dell’umanità verso il web semantico.

lunedì, 26/09/2005

nessun titolo

Monday gaming (fisica again edition)
Stavolta poche chiacchere: ecco Spaced penguin. Ha a che fare con la fisica anche stavolta, non so bene perchè. Forse perchè in realtà tutto ha a che fare con la fisica? Banale..

lunedì, 26/09/2005

nessun titolo

Lost is lost?
Dopo circa un mese di plurime visioni notturne, frenetiche trasmissioni di file via skype e slalom tra le tonnellate di spoiler che si annidavano ovunque, sono finalmente riuscito a mettermi in pari con Lost. Nel corso della visione delle 26 puntate trasmesse finora ho attraversato più o meno tutte le tipologie di reazione, dall’ossessione maniaca alla sfiducia più nera verso una possibile risoluzione sensata della trama, e ho raggiunto ora una bizzarra posizione di equilibrio. Da un lato la fine della prima serie e l’inizio della seconda mi hanno un po’ deluso, e dubito che gli sceneggiatori riusciranno a salvare sia la capra del costante alto livello di tensione che i cavoli della plausibilità e della coerenza; in questo si veda la radicale bocciatura del Guardian segnalata ieri da Wittgenstein. Dall’altro lato, però, è sufficiente dare un’occhiata agli inside-joke del sito della Oceanic Airlines o di quello dei Driveshaft, a post come questo (attenzione, spoiler!) o a deliri interpretativi come la Genetic Mirror Theory (che però puzza enormemente di presa in giro) per accendere una curiosità irrazionale difficilmente eguagliabile. Non resta che aspettare e vedere. Sperando che Lost non si perda.

venerdì, 23/09/2005

nessun titolo

Cinque dubbi più o meno amletici /2
_All’improvviso, una rivelazione: ma è proprio vero che il random (o shuffle che dir si voglia), croce e delizia del musicofilo che nell’era digitale si stordisce di smisurati archivi di files e lettori portatili di mp3, non esiste?
_A che ora mi sveglierò davvero oggi?

_Per quale motivo nell’ultima settimana ho preso ad ascoltare almeno 5 o 6 volte al giorno Very loud degli Shout out louds? Cosa c’è in quella canzone che contemporaneamente mi dice un sacco e mi manda fuori di testa?
_E’ possibile che due buone idee insieme facciano una cattiva idea?
_E il quinto?

giovedì, 22/09/2005

nessun titolo

Se i calembour con la parola indie non fossero finiti..
…questo post s’intitolerebbe con uno di essi; vi è andata bene.
La scorsa settimana a New York si è svolta la CMJ marathon, una via di mezzo tra un festival e una rassegna di musica indie che ha coinvolto la quasi totalità delle venues della grande mela, e che è stata descritta in giro come il sundance festival del rock. Sui blog della zona (Stereogum, Central Village e Brooklyn Vegan, tra gli altri) ci sono un po’ di pareri sui tanti live; per lo più plausi per We are scientists e Clap your hands say yeah, per lo più pollice verso per Holopaw e Wolf Parade, segnalazioni di nomi nuovi da tenere d’occhio come Cloud Cult e Two Gallants. Per l’occasione nientemeno che Yahoo News ha scritto un articolo sull’immortale tema Indie bands move closer to mainstream, che non dice nulla di nuovo ma che, se non avete ancora capito cosa si intende quando si parla di indie, è un buon punto di partenza. Se non avete bisogno di punti di partenza ma di punti di arrivo, la column di Brent Di Crescenzo di un paio di giorni fa sul solito Pitchfork, Indie Fantasy League, è un brillante esempio di indiespocchia portata agli eccessi. A me ha fatto ghignare, e neanche poco. Alla sua lista aggiungerei solo questa voce: leggere l’articolo e capirne almeno il 90% dei riferimenti: +100. Punti scena?

giovedì, 22/09/2005

nessun titolo

E Hendrix doveva usare persino i denti
David Merrill, ricercatore del MIT, ha progettato un sistema di controllo facciale per suonare una chitarra e (più che altro) controllarne gli effetti. Se un sistema del genere prende piede (neanche tra mille anni, ritengo), siamo destinati a vedere durante i concerti i musicisti che fanno le smorfie davanti a dei prioiettori?
[sarebbe divertente, in realtà. anni di pose maledette buttati al vento..]

mercoledì, 21/09/2005

nessun titolo

Secret Someones
Sulla copertina del disco c’è una sua foto. E’ il primo piano un po’ impietoso di una ragazza spettinata, non proprio una gran bellezza (io la trovo adorabile, ma questa è un’altra storia), con un vestito a fiori che si intravede sotto la giacca e un’anonima strada cittadina nello sfondo. Sembra la ragazza timida che incontri in biblioteca, lo sguardo triste che incroci sul metrò, oppure la vicina di pianerottolo misteriosa che non ti rivolge mai la parola. Non lo diresti che Laura Veirs è nata in mezzo alla natura del Colorado, è solita passare una buona parte dell’anno campeggiando nei boschi nordamericani ed è laureata in geologia. E non diresti che ha pubblicato alcuni album bellissimi. Non diresti queste cose, ma solo se non hai ascoltato il suo ultimo disco, Year of Meteors.
Nella musica di Laura Veirs, la natura è una continua e imprevedibile metafora di ciò di cui canta, dalle storie agli stati d’animo come delle melodie che li accompagnano. Ovviamente niente di nuovo sotto il sole (appunto), ma, come spesso accade e ci piace che accada, è il come a fare la differenza, e a fare di Year of Meteors un disco di sorprendente bellezza e complessità invece della banale opera della solita indie-folkster. Ci sono il paesaggio catarticamente sulfureo di Fire snakes, le costellazioni pop di synth implosi del singolo Galaxies, il drumming liquido dei perenni viaggiatori che portano nel cuore i propri Secret Someones, lo skylark veneziano (quasi una foto, quasi un Canaletto) di Rialto (le potete ascoltare qui), il malcelato parallelismo speleologico di Speluking e un paio di belle immagini che parlano di lampade a olio e consapevolezze tardive che ti lasciano ammirato quando finalmente le capisci.
Nella musica di Laura Veirs convergono in modo non scontato il folk classico e l’osservazione partecipante di Suzanne Vega, il cantautorato artsy e imprevedibile di una Cat Power meno concentrata sul proprio ombelico, la curiosità musicale di Beth Orton e la fiera assertività di Mirah. Year of Meteors è il suo quinto disco, uscito da poco su Nonesuch (quella dei Wilco) in America e su Bella Union (quella dei Devics) in Europa; e se non sono referenze queste..
Se non la conoscete ancora rimediate; se, fortunati voi, già vi siete già imbattuti nei suoi vecchi dischi, sappiate che Year of Meteors è meno confessional rispetto al precedente Carbon Glacier (anche se quando lo è, come nella spettrale Magnetized o nella sua sgangherata versione telefonica ghost track, è da brividi), meno classico rispetto a Troubled by the fire e contemporaneamente più pop e meno immediato di tutto quanto l’autrice americana abbia prodotto in passato. Il livello, però, è sempre altissimo, forse di più. E a prima vista, forse, non lo diresti.

martedì, 20/09/2005

nessun titolo

Wanted dead or alive

Esatto, quello qua sopra sono io. L’identikit è frutto di un paio di deliranti ore di lavoro nel weekend con Ultimate Flash Face,
una delle web-app più potenti e versatili in cui mi sia mai imbattuto. Non so bene come ci sia riuscito, ma la somiglianza raggiunta (giudicate voi) è assolutamente inquietante.
[attenzione, questo link rischia di farvi perdere il resto della giornata. non mi ritengo responsabile, eh]

lunedì, 19/09/2005

nessun titolo

Poi dice che sono gingilli che non servono a niente
E la storia di quello che grazie a Google Maps ha scoperto per caso un nuovo sito archeologico vicino a casa sua (a Sorbolo, in provincia di Parma)?

lunedì, 19/09/2005

nessun titolo

Monday gaming (Entropia edition)
Ai tempi del liceo avevo un gruppo, non so se ve l’avevo mai detto. Suonavamo una sorta di terrificante avant-folk ingenuo che al giorno d’oggi sarebbe forse persino di moda (più tecnicamente sprovveduti che precursori, ovviamente), ci siamo sciolti dopo un po’ di mesi senza aver mai fatto alcun concerto, e tutta la nostra produzione è raccolta in un paio di cassettine self-titled registrate in una soffitta con un radiolone provvisto di microfono incorporato (Devendra Banhart ci avrebbe fatto letteralmente una pippa, sì). Il nostro nome aveva a che fare con la fisica e la teoria del caos, cose di cui nessuno di noi aveva un’idea particolarmente precisa, in effetti, ma che -essendo noi come da copione degli adolescenti problematici- ci affascinavano assai. Ricordo che ci piaceva l’idea che nell’universo ci sia un’inesorabile tendenza al disordine e alla dissoluzione di qualsiasi struttura organizzata, e nonostante la nostra musica non rispecchiasse granchè questo concetto, l’avevamo scelto per rappresentarci. Più che altro perchè suonava bene, in realtà.
In ricordo della mia adolescenza di belle speranze, oggi ho passato un tempo esageratemente lungo a giocare a Chaos Theory, che anch’esso c’entra ben poco con la teoria del caos e che proprio per questo mi ricorda i tempi andati. E’ un gioco elementare, in cui si tratta di innescare la reazione a catena più efficace e distruggere il maggior numero possibile di sfere blu in un colpo. Il mio record personale è 45, risultato capitato a caso che non sono più riuscito a replicare. Un po’ come la musica che facevamo in quegli anni, in effetti.

venerdì, 16/09/2005

nessun titolo

Design…superiore?

Perchè il design dell’iPod è percepito da tutti come perfetto e pulito? E’ un design bellissimo per un ottimo prodotto, nulla da dire, ma perchè è riuscito ad assumere un valore iconico tale da essere ormai comunemente indicato come l’esempio di design superiore? Un brillante post di Gizmodo fa un’ipotesi ardita che più ci penso più mi convince. E che farà inorridire gli iPoddari fondamentalisti, temo..