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venerdì, 28/10/2005

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State of music biz
_il Guardian si chiede se gli Arctic Monkeys -la next big thing britannica di cui parlavo settimane fa, e che è poi puntualmente finita in cima alla classifica appena uscito il suo primo singolo- abbiano cambiato il mercato discografico. La questione è sempre quella dell’importanza del tam tam su internet e dello superamento del ruolo delle label discografiche (zzz):
The simple fact that the internet allows a fledgling band’s music to be heard without label assistance has heralded a joyous new musical socialism.

_i Perturbazione scrivono una lettera aperta al MEI rifiutando il premio per il miglior tour (e Mr. MEI gli risponde mandando tutto a tarallucci e vino e vanificando di fatto il loro gesto).
_Wired esamina il Motorola ROKR -primo telefono cellulare fingere di essere un iPod e a montare iTunes- spiegando perchè è un flop e cosa gli utenti vogliono davvero da un mp3 phone.
_chi è sordo potrà ascoltare la musica con le dita. Bravi.
_un paio di settimane fa la pista piena di un club bolognese ballava all’unisono un singolo allora non ancora uscito, e che non è ancora uscito neanche adesso che scrivo. Sembravano saperla tutti, e la cosa mi ha fatto effetto: non mi sono solo sentito vecchio -quello ormai succede una volta al giorno-, mi è proprio sembrato che le regole che conoscevamo stiano saltando una dopo l’altra. Cioè, sta davvero succedendo.

giovedì, 27/10/2005

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Dio mio, no!
Secondo Which Fantasy/Sci-fi character are you? sono l’insopportabile maghetto di Hogwarts. Devo fare qualcosa.

Which Fantasy/SciFi Character Are You?

giovedì, 27/10/2005

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Gocce d’inkiostro sum-up
Oggi la mia rubrichetta trisettimanale con le notizie dal web e dai blog che va in onda alle 15, all’interno di Seconda Moka, sulle frequenze di Radio Città Fujiko (anche in streaming) compie un mese. Per festeggiarla ecco il riassunto degli argomenti di ciascuna puntata di Gocce d’inkiostro, la rubrica radiofonica che vanta il maggior numero di critiche per il suo nome. Prima o poi magari metterò anche le puntate in download; quando avrò il tempo, diciamo (ahaha). In regalo una bambolina a chi indovina che canzone ho messo in coda a ciascuna puntata (alcune sono banali, altre mica tanto).
1. La crisi della Lego (link)
2. Il fenomeno Clap your hands say yeah (link)
3. Lost in Lost (link)
4. Gli IGNobel prize 2005 (link)
5. Quelli della bassa archeologi con Googlemaps (link)
6. Morrissey in un leather bar di Roma (link)
7. L’ipod video e i leccamèle (link)
8. Gli Arctic Monkeys, l’ennesima next big thing? (link)
9. Just like a woman, il fenomeno realdoll (link)
10. Do they know it’s Hallowe’en? (link)
11. Una tv di politici (link)
12. Leggi, scarica, stampa: Self Comics (link)

mercoledì, 26/10/2005

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Inkiostro Music Video Aggregator /Ottobre
_Bloc Party – Two more years (Tasto destro*, Salva con nome) I Bloc Party si sono imborghesiti? A vedere questo video parrebbe di sì: l’irruenza e la sgarrupatezza dei primi video hanno lasciato lo spazio a questo nuovo singolo con clip pulitino e chitarre pericolosamente sotto il livello di guardia. Il tutto continua a essere niente male, ma è molto, troppo, Mtv-friendly.  Speriamo solo non sia (già) l’inizio della fine.
_Magic Numbers – Forever lost (Tasto destro, Salva con nome) Come gruppo pop, i Magic Numbers sono esteticamente improbabili; e, perciò, simpaticissimi. Loro lo sanno, e per questo il video li ritrae a cartoni senza un briciolo di fantasia in più; del resto hanno scritto il brano pop dell’anno (o giù di lì) e possono permettersi qualunque cosa.
_Dirty Three + Cat Power – Great waves (Tasto destro, Salva con nome) Da quando in qua i Dirty Three fanno i video? E da quando in qua la Gatta Potere si fa ritrarre in posa pacificata e messianica, stile fantasma che emerge dal frullare degli strumenti di Ellis e compagnia come la sua voce emerge dall’inconfondibile impasto sonoro dello sporco trio?
_Afterhours – White widow (Tasto destro, Salva con nome) Appurato che non bastano due effetti digitali a basso costo a far scomparire dal volto le rughe e a rendere originale un video in cui c’è una band che suona e niente di più, l’urlatissima versione inglese di La vedova bianca e il suo cupo video funzionano. O, almeno, lo fanno per i nostri standard italiani. Quanto al resto, sono curioso.
_AAVV – Do they know it’s Hallowe’en? (Tasto destro, Salva con nome) Poco da dire sull’appropriato e cazzone video a cartoon, molto sul progetto che benefit che fa il verso alla Do they know it’s Christmas di qualche anno fa riunendo buona parte del gotha indie-alternative di questi anni: da Beck agli Arcade fire, da Tamborello dei Postal Service a Feist fino a Thurston Moore, Malcolm McLaren, Karen O, Peaches e vari altri. Considerata l’accozzaglia di nomi, la canzone è inaspettatamente riuscita.
_Joanna Newsom – Live in Birmingham 2004 (Link) Intero concerto visibile online per l’arpista indie-folk direttamente uscita dal sogno fantasy di Alvin & the chipmunks. La vergognosa pettinatura pianeta delle scimmie e le smorfie canterine la rendono assai peggio di come sembrava nel video di Sprout and the bean. Sospetto che la visione di un suo concerto intero sia letale, ma io non posso farci niente, la adoro.
_Settlefish – Barnacle beach (Tasto destro, Salva con nome) Volutamente minimal, il video -diretto da Tim Rutili dei Califone- sceglie la via del digitale sgranato (o almeno credo sia digitale; quanto allo sgranato, su quello non ci sono molti dubbi) per raccontare un’infanzia passata a saltellare lungo la spiaggia. Anche se un po’ di articolazione in più non avrebbe guastato, una scelta che paga.
_Presidents of USA – Some postman (Tasto destro, Salva con nome) Del ritorno dei Presidents of USA si poteva anche fare a meno, sono d’accordo. Il tasso d’originalità della band rimane bassissimo e in più il tiro di una volta sembra definitivamente andato; per recuperare attenzione i nostri hanno fatto il primo video interamente girato con dei videofonini. Più interessante a dirsi che a vedersi, ma uno per la cronaca non può che fare il loro gioco, e segnalarli.
_Maria Taylor – Song beneath the song (Tasto destro, Salva con nome) Singolo meta-musicale dal disco solista della Azure Ray meno Orenda. Il disco non è male e ha almeno un paio di pezzi notevolissimi, peccato che questo non sia tra quelli, e che il video, fatto con tre lire e che con ancora meno idee, non dia una mano. Chissà cosa aveva in mente.
_Baustelle – La guerra è finita (Tasto destro, Salva con nome) Avere
per le mani una band stilosa come i Baustelle è più o meno il sogno di ogni regista di videoclip che si rispetti, almeno in Italia. Dopo i due video superdesign degli estratti da La Moda del lento al nuovo, micidiale, singolone tocca un clip decisamente più ordinario e visivamente meno interessante del previsto.  Non basta a demolire la canzone, ma è comunque un peccato.
_Gravenhurst – The velvet cell (Tasto destro, Salva con nome) Ossessiva la canzone, cupo, angosciante e bellissimo il video, in cui ombre inquietanti vagano a testa bassa in una struttura senza uscite mentre il tempo scorre inesorabilmente. Une vera e propria lezione, splendido.
_Simon Werle – Metro (Tasto destro, Salva con nome) Non c’è assolutamente nessun motivo per segnalare questo vecchio video electro fatto coi lego e il suo delirio narrativo a metà tra
storia d’amore, storia di alieni e Matrix. Se non per sancire, se ancora ce ne fosse bisogno, la schiacciante superiorità dei Lego sui Playmobil. Quanti video fatti coi Playmobil conoscete?
[* per chi ce l’ha]
[i vecchi Video Aggregator]

martedì, 25/10/2005

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Ma davvero Trabocchetto si chiamava Stay Alive! ?
La classifica dei 100 giocattoli più belli degli anni ’70 e ’80 è un tuffo nel passato di quelli davvero impagabile. La selezione è ovviamente anglo-centrica, ma le descrizioni sono notevoli e la selezione, per quanto discutibile, riserva più di una sorpresa in senso positivo. Peccato solo per l’imperdonabile assenza di quello che era davvero il giocattolo più bello.

martedì, 25/10/2005

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I francobolli del migliore dei mondi possibili


[il photoshop contest di Worth1000 intitolato Going postal è forse il migliore di sempre. oltre a quello qui sopra, notevoli anche Snail mail, Houdini, Metal Memorial, lo Stomp Stamp, l’International year of the shoplifter, Endless stamp e Magnum]

lunedì, 24/10/2005

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Monday gaming (rottame edition)
Tra le poche cose ideali per una giornata del genere di sono le Crash test dummies olympics.

lunedì, 24/10/2005

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Buchi neri nel ghiaccio
I palazzi lontani sono in fiamme, e ad ascoltare l’urgenza del ride allarmato di The velvet cell sembra quasi di vederli: enormi palazzi che bruciano in lontananza, mentre nei dintorni tutto è immobile e sospeso. Immobile come la notte dei portici deserti e illuminati male, e come l’eco del suono dei passi di chi li percorre. Sospeso come il ghiaccio che ci si trova spesso a maneggiare con cura, temendo (o aspettando) che si rompa. Immobile e sospeso come vorrebbe essere
Fires in distant buildings di Gravenhurst.
Gravenhurst è il progetto di Nick Talbot, cantautore noir (già: cantautore noir) di Bristol che, come va di moda al momento, incide per la Warp ma non fa elettronica. Dopo un paio di dischi tetri e acustici e un EP che si intitolava programmaticamente Buchi neri nella sabbia, oggi esce
Fires in distant buildings, che segna un deciso allargamento nel sound di Talbot, alternando le ballate folk più o meno usuali a distorsioni impreviste che a volte virano nel pop, a volte nel post e a volte persino nel kraut. Le tinte fosche rimangono, e quando va bene finiscono per andare a parare dalle parti dei Radiohead o dei Wilco, o -per dire- del lato strumentale degli ultimi Massimo Volume (Down river). Un disco che prova ad essere obiettivo e glaciale in modo imperscrutabile e al massimo dolente, ma che si compiace, nel suo palese e ordinatamente complicato eccesso di zelo, di mancare il colpo. E che, così facendo, ne centra un altro.

venerdì, 21/10/2005

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E non so cosa sia più vintage



[Un mellotron fatto con 13 walkman. Un giorno lo faranno con gli iPod. Ma non sarà la stessa cosa.]

giovedì, 20/10/2005

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Cinque dubbi più o meno amletici /5
_Cosa c’è di strano nel fatto che i gatti possono essere allergici agli uomini?
_E’ passato qualche giorno dalle primarie e ci ho pensato un po’ su, ma non riesco a capacitarmi di una cosa: era proprio necessario che Mastella prendesse circa 8 volte i voti di Scalfarotto per farmi essere, per una volta, completamente d’accordo con la posizione solitamente terzistaTM di Luca Sofri?

_Il fatto che Jim O’Rourke ha lasciato i Sonic Youth e vuole fare il regista (non prima di aver prodotto il prossimo, attesissimo, disco di Beth Orton, pare) è una notizia buona o cattiva?

_Moriremo tutti?
_A un congresso si può andare interamente vestiti di nero, camicia e cravatta comprese? E con una giacca con le toppe? Con dei jeans coi buchi nelle tasche dietro? Si capisce che col guardaroba elegante sono un po’ ristretto e ho finito le combinazioni buone?

giovedì, 20/10/2005

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Una cassetta dice quel che serve, ma in piccolo



[da qui – grazie a Enver]

mercoledì, 19/10/2005

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Faking the books

[Il passaggio segreto che si aziona tirando un libro è un sogno proibito. Molti di noi si limitano a desiderarlo; qualcuno l’ha costruito.]

mercoledì, 19/10/2005

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WYGIWYGAINUC
Stavolta sono con Jakob Nielsen: il WYSISIG (What You See Is What You Get, ovviamente), una delle più grandi truffe della storia dell’interazione uomo-macchina -nonchè una visione estremamente limitata di ciò che conta in un’interfaccia ben fatta- è destinato a morire presto. Secondo il guru di UseIt il classico paradigma verrà soppiantato dalla Results-oriented User Interface, un concetto che a parole sembra fighissimo ma che, essendo ispirato al funzionamento della prossima versione di Office, rischia, nei fatti, di essere poi applicato poco e male. Alla fine, tanto, il succo sarà sempre lo stesso, WYGIWYG: What You Get Is What You Get.

martedì, 18/10/2005

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Wrapped up in books


[La libreria Broken Shelves di Mareike Gast. Oltre a essere bellissima e più funzionale di quanto sembra, è una certa idea di letteratura fatta realtà. Da segnare sulla wish list.]

lunedì, 17/10/2005

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Monday gaming (due passi in avanti ed un piede indietro edition)
Nonostante lo stia ascoltando da mesi e nonostante per molti sia da tempo cosa scontata, non credo di averlo mai scritto da queste parti: Grand Master Mogol degli Amari è uno dei dischi italiani dell’anno. Peccato che, anche se ne avrebbe abbondantemente la carte, sarà dura che un disco così tremendamente bello riesca ad uscire dai soliti circoli farraginosi: troppo spudoratamente pop per il mondo indipendente, troppo ironicamente intelligente per il mondo del pop. Tra i miei pezzi preferiti ci sono
l’irresistibile Conoscere gente sul treno e la ‘mia’ Bolognina Revolution, ma -come hanno subito notato tutti- il picco di genialità del disco viene probabilmente toccato dal primo singolo Campo minato (di cui peraltro verrà a breve girato un video shoegazer che sono curioso di vedere), acuta e impietosa analisi metaforica delle buche che si nascondono nel prato fiorito della costruzione della nostra identità.
Ma oggi è lunedì, quindi si gioca; come avrete capito questa settimana tocca al caro, vecchio, immortale e politicamente scorretto Campo minato. Ai bei tempi lo finivo senza problema, ora non riesco a non incappare ogni volta nelle sue fastidiose mine old-style. Se solo sapessi camminare sulle punte..

   
   

lunedì, 17/10/2005

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I leccaméle
Lo saprete già: la settimana scorsa la Apple ha presentato l’iPod video. Nonostante si tratti di un prodotto già superato e con caratteristiche tecniche abbastanza ridicole (come ha spiegato nei dettagli Suzukimaruti), la notizia è stata rilanciata dalla stampa con la consueta esaltazione che da anni accompagna ogni ruttino di Steve Jobs. Non so voi, ma io è da un po’ che mi sono stufato dell’hype esagerato che circonda il lancio di ogni prodotto (persino un mouse) della casa di Cupertino. E, a leggere il grande editoriale di Jack Shafner su Slate, non sono il solo:

The inordinate amount of attention paid to Apple’s launches must be, in part, a function of the company’s skill at throwing media events, stoking the rumor mills, and seducing the consuming masses. All this, plus the chatter-inducing creativity of Apple’s ad campaigns, and its practice of putting its machines in pretty boxes make writing about Apple products more interesting than assessing the latest iterations of the ThinkPad or Microsoft Office.

The Apple Polishers è un’analisi lucidissima del fenomeno di vassallaggio mediatico che da anni la Apple è riuscito ad ottenere per i suoi prodotti. Merita la lettura.

venerdì, 14/10/2005

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Cinque dubbi più o meno amletici /4
_Dove trova il coraggio per raccontare agli amici di cosa si occupa il tizio che ha vinto il premio IGNobel 2005 con una ricerca (vera) dal titolo La pressione prodotta quando i pinguini depongono i loro escrementi. Calcoli sulla defecazione aviaria? E quelli che hanno monitorato l’attività elettrica del cervello di alcune aragoste mentre queste guardavano Guerre Stellari in Tv?
_Quando una delle tue webzine indie americane di riferimento mette come disco della settimana Fabbricante di canzoni di Simone Cristicchi -descrivendolo come An all -Italian, all- conquering folk-rap-swing-pop triumph) uno cosa deve pensare? (via Max)
_Se tuo padre, prodiano di ferro, alla notizia che torni nel natìo borgo selvaggio dove ancora legalmente risiedi per votare alle primarie, replica «Se vieni per votare Scalfarotto allora puoi anche rimanere a Bologna», tu cosa risponderesti?
_Il feticcio indie-trash definitivo è il diario scolastico di O.C.?
_La consegna, prima. La lezione, poi. Quindi il progetto, il montaggio, la consulenza, nel weekend la masterizzazione, poi l’allestimento e infine la fiera – l’ultimo dubbio è proprio il più pesante: riuscirò ad uscire vivo da queste due settimane?

venerdì, 14/10/2005

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Non sia mai che vi lasci senza
Io latito un po’, ma la musica no.
_Kaiser Chiefs – I heard it through the grapevine
Dall’ottima compilation di benefit Help: a day in the life  una cover del classico di Marvin Gaye. Funziona, ma la versione delle Slits è inarrivabile.
_Maximo Park – Wasteland
Dallo stesso disco, forse la più bella canzone del quartetto inglese. Da una settimana saldamente in testa alla mia classifica dello squarciagola.

_Clap your hands say yeah – Live @ KCRW
Live radiofonico di 8 pezzi per l’indie-band band più chiacchierata dell’anno. Dal vivo tengono botta, pare.

_Cat power – The Greatest
Title-track del nuovo disco. La gatta ammalia sempre, anche quando -come qui- è nei panni per lei inusuali della balladeer classica.

_Sun Kil Moon – Dramamine
Cover dei Modest Mouse dal tributo dedicato alla band da Mark ‘Red House Painters’ Kozalek. Santo subito!
_Canadians – Find out your ’60s
Dalle ceneri degli Slumber indie-pop made in Veneto con una marcia in più. Folgoranti, centro secco al primo colpo.
_Belle & Sebastian –
Another sunny day (live)
Inedito con ogni probabilità contenuto nel nuovo, imminente, disco. E’ presto per dirlo, ma niente male.

giovedì, 13/10/2005

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No, Bully no, dai
Decidete voi se promette bene o male: ecco il Casting Call per il nuovo video degli Strokes.

IMPORTANT: The video is cutting edge and we are looking for talent that is comfortable with getting physical on set. Do not submit if you are uncomfortable making-out with members of the same/opposite sex (depending on scene).
[…]
LESBIANS, 20s-30’s, “Victoria Secret” model-type lesbians, prefer Caucasian.
The scene involves kissing and being affectionate with another woman.
** Prefer REAL?Couple** – must have someone to audition with

HEROINE CHIQ HIPSTER MALE, Caucasian, 20’s-30’s (reference: Nick Stahl in “Bully”)
The scene involves an aggressive make-out session in a taxi with another female.

[testo completo qui, la nuova, Batman Juicebox, qui]

mercoledì, 12/10/2005

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Immagino anche voi

[si compra qui – c’è anche in versione musicale]

martedì, 11/10/2005

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I bet you look good on the cover
La storia è sempre la stessa, quella della profezia dell’hype che si autoavvera: stampa e trend-setter inglesi dichiarano quale band avrà successo nei mesi a venire e poi, guarda caso, le cose vanno esattamente così. Basta leggere il pluri-linkato articolo del Guardian sui Taste-makers per rendersi conto che ‘sta volta sarà il turno degli Arctic Monkeys. Io non li avevo mai sentiti prima; mi sono documentato e ho scoperto che:
.non hanno ancora pubblicato niente
.il loro primo singolo esce tra una settimana
.una delle sue b-sides s’intitola Chun Li’s spinning bird kick
.hanno appena firmato per la Domino (l’etichetta dei Franz Ferdinand, per dire)
.suonano un genere molto vicino ai Libertines, oscillando tra una certa sgangheratezza pop tutta inglese e inserti blueseggianti che non ti aspetteresti
.come previsto, al prima scolto ho storto il naso e al terzo sono già qua che canticchio
.come previsto, non è roba che ti cambia la vita ma alla fine non è niente male
.in repertorio han già un paio di singoloni: I bet you look good on the dancefloor (anch’essa a sua volta una profezia che si autoavvererà, a ben vedere) e l’appiccicosa Mardi Bum
.il video della prima è qui (no, non merita granchè).
Si accettano scommesse: quanto manca alla copertina di NME? E al 3.1 di Pitchfork?

martedì, 11/10/2005

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Segui il coniglio bianco, con le tue Manolo Blahnik
Sex and the Matrix.
[peccato per la qualità video bassa. alcune intuizioni, però, non sono male]

lunedì, 10/10/2005

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Cinder and smoke

Come lasciava a intendere Emmebi giorni fa, tra qualche mese Frassinelli pubblicherà in Italia l’ultimo romanzo di Douglas Coupland, Eleanor Rigby. La notizia non mi sconvolge come potrebbe perchè: 1. l’ho già letto 2. non mi è piaciuto granchè 3. sono già proiettato nella spasmodica -e lunghissima- attesa del prossimo JPod, che uscirà nel Maggio del 2006 (qui la copertina). Non è
invece dato di sapere cosa ne sarà in Italia del suo penultimo libro, Hey Nostradamus (che ho letto e su cui ho scritto un paio di post più di 2 anni fa, qui e qui), che mi era piaciuto decisamente di più.
Questo resumè solo per dire che è Autunno ed è un periodo complicato, e come in tutti gli Autunni complicati da queste parti c’è un deciso bisogno delle parole di Coupland per tirare avanti. A proposito di ciò ho scovato un nuovo, devastante, mini-racconto inedito, Diamonds ans soot. Vi regalo il link, fatene tesoro.

lunedì, 10/10/2005

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Monday gaming (principio di Parkinson edition)
Non so tirare una linea dritta con una matita, questo è un fatto; figuriamoci con il mouse. La domanda ora è questa: sono solo io ad essere negato per i giochi in cui bisogna avere una mano ferma o è questo gioco ad essere davvero difficile? Un po’ di entrambi, sospetto. Sta di fatto che di Dottie non riesco a superare neanche il secondo livello, e già ho raggiunto il massimo livello quotidiano di bile che riesco a sopportare. Se fate di meglio mi mandate gli screenshot degli altri livelli? Così mi faccio una risata.

giovedì, 06/10/2005

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Finding Neverland
Ovvero: andare al cinema a vedere Charlie e la fabbrica di cioccolato e, dopo che ti hanno messo la pulce nell’orecchio, non riuscire più a goderselo come film in sè (nè come remake, nè come opera citazionista) ma solo come mastodontico correlativo metaforico della vita di Michael Jackson.
[ulteriori 4 risate qui]