Uno.
Due.
Tre.
Uno pare il più serio dei tre, ma ha una locandina da paura, e recensioni ottime. E’ uscito in libreria e nei cinema un paio di giorni fa; qualcuno l’ha visto? Mi dite com’è? Due dev’essere un delirio, e non vedo l’ora che qualcuno si decida a distribuirlo; temo in luoghi comuni stile pistole su piatti di spaghetti, ma sono speranzoso. Tre è il più atteso, e finora quello di cui si sa meno. Ma tanto è una certezza.
Magazzeno Bis è una splendida follia radiofonica. I suoi artefici lo presentano come «57 minuti di pura anarchia, fra Arbore & Boncompagni di "Alto Gradimento" e, con rispetto, John Peel» e, per quanto possa sembrare improbabile, è davvero così; pur con punti di riferimento così illustri, Magzzeno Bis riesce ad essere di originalità, creatività e piacevolezza assolutamente spiazzanti. Dietro c’è la cricca di Trovarobato, e lo show va in onda ogni due settimane nel paio di decine di radio di tutta Italia che fanno parte del network inconsapevole (tra cui la ‘mia’ Radio Città Fujiko).
La puntata di due settimane fa ha avuto come ospiti gli Offlaga Disco Pax, e merita senza esitazione un ascolto anche per chi come il sottoscritto ha scollinato da tempo il decimo concerto e la terza intervista. Contiene il cruciverbone, un’intervista di poche parole, riferimenti ai NAD (Nuclei Armati Democristiani), Alberto Tomba, un messaggio in segreteria telefonica con traduzione quasi in simultanea, belle versioni live di Kappler, Enver, Tono Metallico Standard e Tatranky e il piccolo gioiello che ho estrapolato per voi, un’esilarante parodia, nello stile e nello spirito (ma dall’altra parte della barricata), del classico Kappler. A seguire, i due link per scaricare l’intera puntata. Un must.
Predappio Disco Dux – Camillo (MP3)
Magazzeno Bis – Puntata 11 – Offlaga Disco Pax (I) (MP3)
Magazzeno Bis – Puntata 11 – Offlaga Disco Pax (II) (MP3)
Qual è il posto più strano dove abbiate mai visto un blog? Che ne dite del file robots.txt?
[come «cos’è il file robots.txt»?]
Una brillante e stupidissima parodia dell’ormai famoso bello spot del Sony Bravia, noto anche come «quello delle 250.000 palline colorate lasciate cadere da una collina di San Francisco» (se n’è già parlato qui). Il sottofondo è sempre la splendida Heartbeats di Josè Gonzalez, che è poi a sua volta la cover di un pezzo degli stessi The knife di cui si parlava ieri. Che forse apprezzarebbero più la parodia. Forse.
Bonus:
Sony Bravia Advert – Versione estesa (MOV)
Josè Gonzalez – Heartbeats (MP3)
The Knife – Heartbeats (MP3)
Josè Gonzalez – Live @ P3 Musikjournalen (LINK > 5 MP3)
Ei fu – Josè Gonzalez in Italia (5 Maggio, Salumeria della musica – Mi)
[Ognuno ha la casa che si merita. Qua ce ne sono di ben strane]
L’aggregator che vanta innumerevoli tentativi di imitazione; l’unico con tutti i video scaricabili. YouTube, mangia la mia polvere.
Cat Power – Living Proof (MOV)
Disclaimer per i deboli di cuore: attenzione, questo video contiene Chan Marshall con una tutina attillata in pelle rossa. Disclaimer per i puritani: attenzione, questo video contiene Chan Marshall crocefissa, e alcune inesplicabili figure femminili incappucciate a metà tra delle suore e delle donne col burqa. Disclaimer per gli amanti del rock: attenzione, questo video contiene una pallosissima ballad sudista. Disclaimer per i fascisti: attenzione, questo video contiene pugni alzati. Disclaimer per gli amanti del bello: attenzione, questo video è davvero brutto.
Disco Drive – All about this (WMV)
Periodo turbolento (come è noto, Andrea Pomini è uscito dal gruppo) ma fecondissimo per la macchina da guerra punk-funk torinese: un nuovo (bellissimo, fidatevi) EP in arrivo e un gran bel video del singolaccio tratto dal What’s wrong with you, people?. Idea semplice, resa ottima e un gran numero di dettagli esilaranti. Roba da esportazione.
The Knife – Silent Shout (RM)
Eccola qua, la mia ultima fissa musicale: sono in due, vengono dalla Svezia e sono degli alieni. Suonano un’elettronica cupa e atmosferica, ossimoricamente glaciale ma calda, come dei Mùm dentro un film horror o dei Kraftwerk innamorati. Questo video che presenta l’omonimo nuovo album è cupo e ipnotico, e mi piace un sacco.
Shout Out Louds – Please please please (MOV)
Il video ha quasi due anni, ma il singolo esce adesso (dopo un tour con gli Strokes e uno coi Magic Numbers) ed è già un classico. Spartano ma ammiccante, e più furbo di quanto sembra. Come al solito ho paura del momento in cui diventeranno davvero famosi; ma – davvero- non vedo come sia possibile che questo non succeda.
Death Cab for Cutie – Crooked Teeth (MOV)
Come può una band che fa un video simile essere davvero credibile? Come possono il costante primo piano sul faccione di Cicciobello Gibbard, le sequenze con il cambio di t-shirt (quasi tutte a righe orizzontali, si badi) e tutti quei passaggi in stile sole-cuore-amore far vendere uno straccio di copia del disco in più? Mi sembra un suicidio. Quindi, neanche tanto paradossalmente, dovrebbe piacermi. E invece.
I’m from Barcelona – I’m from Barcelona (RM)
Il twee-pop è un genere che normalmente mi piace, ma quando è troppo parrocchiale finisce per farmi venire il diabete al primo sha-la-la e non riesco a proseguire più di qualche secondo. Non avevo quindi visto il plurilinkato video dell’inno degli I’m from Barcelona, e a occhio e croce ho fatto male: questo video, cazzo, è bellissimo, e nel senso più demenziale del termine. Basta: mi arrendo e mi unisco allo sha-la-la.
Amari – Bolognina Revolution (live@Covo) (MOV)
In attesa del nuovo video della band friulana (in arrivo a brevissimo; nel frattempo qui un teaser molto promettente, e andando in giro per fotolog se ne vedono delle belle), una ripresa tratta dal concerto di un paio di mesi fa sul palco del locale di Viale Zagabria. Nel migliore dei mondi possibili la prossima estate li vedremo calcare quello del Festivalbar. Sarebbe ora.
The Strokes – Heart in a cage (WMV)
Mi ero perso la trasformazione degli Strokes in una band hard-rock, che fa i video con pose da guitar hero in cima ai grattacieli della Grande Mela e rovina le belle canzoni come questa con assoli che neanche Slash una ventina di anni fa. E il livello di senso dell’umorismo sembra, ahimè, pericolosamente basso.
The Magic Numbers – I see you, you see me (RM)
Cosa faresti se ci fosse una sconosciuta che assomiglia a Winona Rider (bellissima, quindi) che ti insegue per baciarti, e poi farti una foto da aggiungere alla sua collezione? Nuovo bel video surreale per il quartetto inglese di cicciobombi (che, va da sè, in questo video non compaiono neanche) preferito dal sottoscritto.
Death from above 1979 – Sexy Results (MSTKRFT remix) (MOV)
Di quel pazzo di MSTRKRFT parlavamo anche il mese scorso, e a breve distanza dal video tutto porno-segratarie e Milkshake di Easy Love, eccolo tornare con un remix dei suoi Death from above 1979 che trasforma l’originale in un delizioso pezzo electro-funk e ci mette a contorno un video un po’ disturbante: c’è un corpo che balla, e due bocche in luoghi dove non te le aspetteresti..
Massive Attack – Live with me (RM)
Più un documentario che un video, più inverosimile che realistico, più Protection che Mezzanine, il nuovo video dei Massive Attack è firmato Jonathan Glazer ma mi sembra abbastanza deludente (finale a parte). Meglio la canzone, che porta impresso l’enorme marchio della voce del grande Terry Callier, e le evoluzioni che prefigura.
[i vecchi Video Aggregator]
Nell’ennesimo empito di entusiasmo nei confronti del Web 2.0, il sottoscritto ha passato parte della serata di ieri a non fare ciò che doveva e, invece, a implementare i titoli di splinder e rianimare i Feed RSS di BlogItalia. Tutto ciò nel forse decimo tentativo di decidersi ad usare un feed reader, proposito che torna ciclicamente e che altrettanto ciclicamente cade nel vuoto dopo qualche giorno in favore della cara vecchia navigazione random. L’operazione di rianimazione pare fallita (il cadavere è qui), o almeno lo è secondo Thunderbird; Bloglines dà qualche improbabile segno di vita, ma non c’è troppo da contarci. Ogni dritta terapeutica (leggi: un sito che fornisca un servizio migliore, o semplicemente il trucco per farlo funzionare) è la benvenuta.
[Update: forse li ho rianimati. Mi date del feedback?]
Sembrano passati anni (sono passati anni) da quando su queste pagine imperversava un giochino (e e derivati) che aveva come protagonisti uno yeti e pinguino. Nel frattempo gli Yeti Sports sono diventati un genere a sè, con decine di spin-off e parecchi siti dedicati. Ogni tanto ne spunta fuori uno nuovo: adesso è la volta di questo Icicle Climb, che mi ha fatto perdere qualche decina di minuti (il tempo di superare i 10 punti; si può fare di meglio, ma è meno semplice di quanto sembra), in onore delle Olimpiadi invernali torinesi. Sto diventando pigro, lo so.
Arrivo buon ultimo, e senza uno straccio di foto o mp3. Mi perdonate?
We’ve got the facts and we’re voting Boh
A metà del concerto dei Death Cab for Cutie ho abbandonato le prime file per farmi un giretto. Se uno ci pensa, non ci può credere: ti trovi davanti a uno dei gruppi che più hai ascoltato negli ultimi anni, e ti viene voglia di andare a farti un giro. E non perchè il concerto sia brutto o perchè la folla delle grandi occasioni che stipa ogni angolo del Rainbow renda l’ambiente invivibile; è che se le occasioni sono troppo grandi e le canzoni parlano spesso e volentieri di cose molto piccole, la dissonanza nel vedere le proprie camerette squadernate ai 4 venti e date in pasto a una platea (sempre troppo) folta finisce per risultare fastidiosa. Pur con l’adorabile aspetto da nerd che vogliono tanto fare le rockstar (ma, grazie a dio, non gli riesce neanche per sbaglio) di Cicciobello Gibbard e soci, e pur con bellissime versioni di Title and registration, Summer skin e -soprattutto- Transatlanticism, un palco e una platea del genere non sono la loro dimensione. O, chissà, forse è stato solo un problema mio.
Clap your hands say E
Al concerto dei Clap your hands say yeah ero circondato di gente fatta di Ecstasy; se uno ci pensa, non ci può credere. La quintessenza dello zeitgeist musicale dello scorso anno, che sulla carta mischia influenze come pochi altri e che pareva dovesse rimanere come al solito confinata al mondo di Pitchfork e dei blog attira per motivi misteriosi anche gente che con questo mondo non solo non ha niente a che fare, ma che probabilmente è stata a un concerto solo una volta, ed era un concerto di Vasco. All’inizio ero infastidito, poi solo divertito; l’Ecstasy (o quel che era; MDMA, mi suggeriscono) non si presta molto ad essere consumata in un contesto attentivamente esigente come un concerto.
E il concerto? Ah già, c’era anche quello. I CYHSY hanno fatto il possibile per farcelo dimenticare, confezionando una testimonianza di aurea mediocritas davvero esemplare: per lo più freddi e poco comunicativi, con una scaletta tutta sbagliata (che si è salvata solo nel finale con la tripletta Satan said dance, Lost & found e Upon this wave of tidal blood) e un pressapochismo di fondo davvero inatteso. A me è sembrata una band brava, ma che ha ancora molto da lavorare per confezionare un concerto degno di questo nome. Ai tipi fatti di ecstasy, invece, non è proprio piaciuto.
(Not so) Secret Someones
Alla fine del concerto di Laura Veirs ho pronunciato le parole «E’ bellissima»; se uno ci pensa, non ci può credere. E’ che quando ci si trova di fronte a tanto incontestabile talento presentato in modo così nudo e garbato si può passare sopra a tutto, comprese trecce, gonna tardo-hippie e un paio di improbabili ballerine. Talento nudo, solo voce e chitarra a uscire dalle casse e solo un metro di aria tra il mio sguardo trasognato e la sua concentratissima osservazione partecipante, per un’ora e mezza da brividi. Sono bastati un paio di pezzi a riscattare le mezze delusioni dei giorni precedenti, poi è stato un crescendo continuo fino a Magnetized, Rapture, alla straordinaria cover di Bridges and balloons di Joanna Newsom e al finale auto-duettato di Secret someones. Un’ora dopo la fine del concerto l’abbiamo incrociata mentre se ne andava per via Ripamonti insieme alla sua chitarra, da sola. A movie script ending, praticamente.
[Si compra, come parecchie altre cose simili, da Pantalaine. Di inutilità devastante, sono d’accordo. Ma secondo me sarebbe un bel regalo. Più da fare che da ricevere, certo.]
Da stasera il sottoscritto se ne va 3 giorni a Milano, per una memorabile coincidenza che mischia in parti quasi uguali lavoro e piacere. Su primo non vi tedio, mentre per il secondo basti la tripletta di concerti che vedrà sui palchi della città tre dei nomi più interessanti della scena indipendente americana. Ad aprire le danze, stasera, sarà il messia riluttante della O.C. Generation Ben Gibbard insieme ai suoi Death Cab for Cutie, forti di un repertorio ormai fatto esclusivamente di classici. Domani saremo invece tutti col fucile spianato pronti a praticare il perverso sport nazionale di sputare nel piatto in cui si mangia con l’indie-band più hip dell’anno, i Clap your hands say yeah. Comunque vada (e andrà bene, è chiaro) sarà un successo. Giovedì invece una robetta per pochi intimi, con Laura Veirs in versione solista a presentare finalmente in Italia il suo Year of meteors, uno dei miei dischi preferiti dello scorso anno.
Possibili (ma anche no) aggiornamenti diradati; nel frattempo vogliate gradire un concerto di 10 giorni fa (!) dei Death Cab, una decina di ottime tracce live dei Clap your hands say yeah più il recente bell’inedito Me and you Watson e due splendidi live radiofonici (uno con la band, uno senza) di Laura Veirs.
Death Cab for cutie – Live @ Bielefeld, 12/02/2006 (MP3, OGG, FLAC)
Clap your hands say yeah – Live @ XFM & KCRW 2005 (MP3)
Clap your hands say yeah – Me and you Watson (live) (MP3)
Laura Veirs – Live @ KCRW 2005 (MP3)
Laura Veirs – Solo live @ NPR 2006 (concerto intero – MP3 unico)
Non servono introduzioni: il Mortadella Game si presenta da sè. E, come anche queste elezioni, è dannatamente difficile.
[grazie a Checco]
Disclaimer. Stavolta non è che non ho tempo, è che non ne ho voglia.
Milano /1. A Milano le folksinger canadesi figlie e sorelle d’arte fanno gli showcase in posti fighetti che qua sarebbero troppo perfino per il tamarro bolognese. A Milano c’è pure il vino gratis offerto dalla casa discografica. A Milano c’è De Luca che si beve una birra appoggiato al muro (ma io non mi avvicino, sono timido). A Milano c’è la suddetta folksinger che dal vivo ha una voce da paura, batte il piede come neanche Olmo della Gialappa’s e alla fine è assai meglio che su disco. Mentre canta fa sorrisoni a me e a tutti quelli seduti nelle prime file, ed è sufficiente per farmi innamorare.
E’ giunto il momento. Urge imparare Ajax. Ajax lava più bianco. Ajax, sii mio amico, ti prego!
Milano /2. A Milano i blogger più fighi che incontri hanno chiuso il blog. Uno citando i Codeine, l’altro citando i Radiohead.
Puro genio. «Quando Chuck Norris taglia le cipolle, piove». (ovviamente da qui)
The Space Cowboys. Pensavo di non andare a vedere Brokeback Mountain per manifesto menefrighismo, ma gli unanimi commenti entusiastici e i minacciosi ammonimenti ossimorici («Vallo a vedere, altrimenti nessuna donna ti si filerà mai più») mi hanno fatto cambiare idea, e appena riesco di andrò. Intanto ghigno per la t-shirt dell’anno, che recita Save a horse, ride Jake. (grazie a Violetta)
Milano /3. A Milano si fa doppietta, e dopo la folksinger canadese si va a vedere il duo strappacuore californiano. Il duo strappacuore ha sul sottoscritto l’effetto di un tir preso sul muso a massima velocità. Non ci posso neanche ripensare.
Airbag vive! Ora che al socio è finalmente arrivata l’ADSL, tenete d’occhio il blog di Airbag.
Pianomagica. Glen Johnson e soci incommensurabilmente meglio rispetto a questa Estate. Sarà l’effetto club fumoso, o la clamorosa e cattivissima versione elettrica e sincopata di Saint Marie. Un paio di canzoni in meno e sarebbe stato perfetto, ma anche così ho il torcicollo a forza di guardarmi le scarpe.
Un solo imperativo. Esportare la democrazia, esportare Calderoli.
Saturday night. Cosa c’è di più di triste del passare un sabato sera a un concerto degli Arab Strap? Semplice: non andarci, e passare la serata da solo a casa a portarsi in pari con le ultime puntate di Lost.
Google sa. Mi sono documentato un po’ sul Google Hacking. E -infatti- brr.
E’ un complimento? «Rispetto a quando ci frequentavamo, fai dei discorsi ancora più da Woody Allen». Ah, ecco.
[appunti per un post pretenzioso che non scriverò mai]
Il video di Sorry di Madonna è un video brutto, ma non è un brutto video. Come (quasi) tutte le produzioni della signora Ciccone non può essere liquidato trattandolo semplicemente per quello che è -una pacchianata mal fatta e senza capo nè coda- ma deve essere accuratamente intepretato alla luce della carriera della regina del pop e della sua più recente incarnazione mediatica. Solo così è possibile riuscire a superare la fitta cappa di oltritudine del video per penetrarne il valore intertestuale e apprezzarne le finezze stilistiche nascoste dietro l’apparenza da baracconata Mtv-style. Perfetto seguito di Hung up, Sorry prosegue così nella celebrazione degli anni ’80 ideali che sono dentro ognuno di noi, con un tripudio di pattini e boombox seriamente in grado di mandare in delirio l’intera sezione dell’Arcigay locale. Ma stavolta Miss Veronica osa di più, sconfinando in modo tanto spudorato quanto quasi naturale nei ’90 di Kylie che cita gli ’80, tanto che, in più di un punto, sembra quasi trasfigurarsi nell’unica icona pop che sia mai stata in grado di competere con la sua grandezza; del resto lo sfondo da disco dei poveri, il body rosa, l’acconciatura angolosa e l’evidente photoshoppamento del volto parlano chiaro. Indietro (e quindi avanti) anni luce, e di più.
[grazie a Woland, ovviamente]
Madonna – Sorry (mov)
L’idea è la stessa del leggendario PostSecret, ma il risultato non è neanche lontanamente così bello. Però ComeClean ha la versione screensaver, e a causa di quelle fastidiose transizioni fa perdere ancora più tempo. Avvisati, eh.
Questo venerdì, ad Airbag, ci vogliamo rovinare*: in occasione della rutilante airbagrafia dedicata a un tema immortale come la Sfiga, durante la trasmissione il sottoscritto e il socio Andrea NP regaleranno un biglietto per andare a vedere gli Arab Strap, sabato 18 all’Estragon di Bologna. Andate qua, scoprite come fare a vincerlo e partecipate già da ora. Poi, venerdì, sintonizzatevi alle 21 sui 103.1 FM a Bologna o in streaming per scoprire se avete vinto.
[* Siccome noi per entrare paghiamo, è come se quei 15 euro fossero direttamente di tasca nostra. No, non è un gesto nobile, è sfiga.]
Arab Strap – The Shy Retirer (mp3)
Ecco come compare la sezione Musica della homepage di www.mtv.it di oggi:
Passino gli Strokes, ma i Broken Social Scene?? I Devics!? TILLY AND THE WALL?!?!? E la homepage della suddetta sezione Musica, che tra le altre cose propone i Clap your hands say yeah con le parole «Che meraviglia: ecco i Talking Heads del nuovo millennio», non fa eccezione.
Mi sono perso qualcosa io? Oppure, semplicemente, chi gestisce il sito di Mtv è un pazzo? Qualcuno crede davvero che allo spettatore medio di Mtv freghi qualcosa di questi gruppi? Ma -soprattutto- lo sa, lo spettatore medio di Mtv, chi sono i Talking Heads?
Geeky Valentine
Ci sono molti modi per affrontare San Valentino; i più gettonati sono: fingere che non esista, dire che è una festa stupida e consumistica e banale e blablabla oppure soccombere e premunirsi di regali per il/la/i/le proprio/a/i/e partner. Pur essendomene sempre -banalmente- strafregato e non avendo comunque al momento alcun motivo per dover anche solo ricordare una ricorrenza simile, qualche giorno fa sono capitato sulla pagina speciale di ThinkGeek dedicata ai regali da comprare per l’occasione. Cose come le HTTPanties (slip con ricamati gli errori HTTP; manca il 404 ma -prevedibilmente- il 403 va forte), l’action figure di Einstein, il ciondolo con un dado a 20 facce di D&Diana memoria, la maglietta I love my geek, e la cravatta con scritto Ties suck in codice binario, che si vanno ad aggiungere ai classici del sito come la maglietta I’m blogging this, quella con il fungo 1up di Super Mario o il burro cacao al caffè. Ecco, adesso non so se ridere, piangere o essere semplicemente invidioso.
Tra un po’ faranno pure il lettore portatile?
[ELP Laser Turntable è un giradischi che suona i vinili come se fossero dei cd, skip compreso, e si vanta anche di avere una qualità audio migliore rispetto ai vecchi piatti con braccio e puntina. I reazionari vinilisti storcono il naso, i fanatici di tecnologia si fregano le mani, tutti gli altri alzano le spalle e tornano a pensare al nuovo iPod che, si narra, sarà a schermo intero e in touch-screen]
Stranamente pornografico
Guardare questo video, che contiene una sequenza mixata di incidenti automobilistici filmati da una telecamera dentro una galleria, è coinvolgente in modo disturbante.
Monday gaming (retroavanguardia edition)
Li conoscete i Rektor? Non vi biasimerei se la risposta fosse no. Fino a un paio di giorni fa anch’io ne ignoravo l’esistenza, e vivevo comunque benissimo. Sappiate però che i Rektor sono un gruppo elettropop norvegese, che si vanta di essere autore del primo video clip musicale interattivo della storia. In parole povere, il videoclip di Princess è un videogioco (in puro stile Commodore 64, peraltro), in cui la musica non è solo un sottofondo ma in qualche modo parte del gioco. Che i Rektor siano stati i primi o meno a fare una cosa del genere (ho i miei dubbi) non conta poi granchè; conta che il gioco è carino, e che nonostante tutto non riesco mai a vincere. Dura stare dietro alle avanguardie.
[grazie a Michele]
In mancanza di una segretaria
Da queste parti ultimamente non si fa molto altro a parte lavorare e, al solito, penare per far rientrare nel tempo residuo tutti i soliti passatempi ingombranti. Le prossime due settimane, però, hanno una scaletta di concerti così fitta e irrinunciabile da richiedere un’accurata pianificazione fatta di trasferte notturne, giornate di ferie e incastri impossibili. Per avere una vita ci saranno altri momenti.
Sab 11/02 _ Covo _ Julie’s Haircut + Losing my badge
Mar 14/02 _ Zo’ Cafe’ _ Chris Brokaw
Gio 16/02 _ La Casa 139 (Mi) _ Devics
Ven 17/02 _ Covo _ Piano Magic
Sab 18/02 _ Estragon _ Arab Strap
Mar 21/02 _ Rainbow (Mi) _ Death Cab for Cutie
Mer 22/02 _ Transilvania (Mi) _ Clap your hands say yeah
Gio 23/02 _ La Casa 139 (Mi) _ Laura Veirs
A seguire a Bo: Vive la fete, Ant, Ms John Soda, The Organ, Viola, Isobel Campbell…
Bonus:
Chris Brokaw – In love with yourself (mp3)
Piano Magic – St. Marie (mp3)
Death Cab for Cutie – A lack of color (mp3)
Andy Warhol reloaded²
"Propongo una versione alternativa del tuo bell’epigramma couplandiano di qualche tempo fa:
E abbiate un po’ di senso dell’umorismo, su
[generato grazie al Sexy Name Coder]