[Le foto dell’Egg Stacker vengono da qui]
E invece mi sa di no: le New Balance Joy Division esistono davvero.
Non fateci anche questo, vi prego.
Per festeggiare il fatto che ieri sera l’hard disk del mio computer di casa ha deciso di abbandonarmi (anche se i file sembrano ancora tutti lì, probabili problemi con l’MBR), anche Inkiostro aderisce (almeno per qualche ora) al CSS Naked Day. Che effetto fa tornare a una grafica da 1996?
Update: il commento di Mario: «E’ un po’ come se vestissi solo il perizoma di borat, insomma fa impressione » mi ha fatto desistere, mi rivesto. Lascio uno screenshot del blog nudo per i posteri, qui.
Sembra passata una vita, ma erano solo tre anni fa. Era una primavera di pensieri e nullafacenza, di sveglie tardi, pomeriggi a ciondolare in giro per la città e serate la cui unica preoccupazione era quella che finissero il più tardi possibile. Nonostante allora non me ne rendessi conto, era un periodo unico nella mia vita; in quei giorni, il disco che girava fisso nel lettore era quello dei Modest Mouse.
Per un eterno pessimista come me, Good news for people who love bad news era una sorta di messaggio evangelico, la perfetta colonna sonora all’incoscienza data dall’impenetrabilità del futuro e dal sottile masochsmo dei periodi buoni in cui ti rendi conto che i «good times» ti stanno uccidendo, e ti lanci in picchiata verso l’abisso con la tenace, folle, convinzione che «it will all float on ok».
Ora -non c’è neanche bisogno di dirlo- tutto è cambiato. E due settimane fa la band di Issaquah è tornata, dando alle stampe un seguito al suo capolavoro (We were dead before the ship even sank, che ha peraltro esordito al primo posto della classifica dei dischi americana; non che la cosa conti granchè, in realtà), che fin dal titolo è animato da uno spirito ben diverso rispetto al suo predecessore. Dove là c’erano buone notizie pronte a cambiare la vita di chi non voleva neanche ascoltarle, qua c’è un naufragio assai poco metaforico che infierisce su un equipaggio già di suo passato a miglior vita. Nel disco i Modest Mouse riescono nell’impresa impossibile di far andare d’accordo indie-rock e hit parade, e di coniugare una cupa allegria dei naufragi che odora lontano miglia di nichilismo e certi anthem che già riempono le piste dei locali e le heavy rotation delle radio.
Ai primi ascolti avevo liquidato il disco come «carino» ma -per definizione- non all’altezza del suo predecessore; ora, però, non ne sono più tanto sicuro. Più ascolto il pop sporcato di funky di Dashboard e We’ve got everything, le ballate filosofiche Missed the boat e People as places as people o il clamoroso folk infiammabile degli 8 minuti e mezzo di Spitting Venom più cambio idea. Un disco magistrale interamente costruito intorno alla voce di Isaac Brock, talmente monumentale, rauca e polimorfa da far passare in secondo piano persino le chitarre rotondissime di Johnny Marr, i numerosi, fondamentali, contrappunti vocali di James Mercer degli Shins, la produzione mai così nitida e una sezione ritmica quadrata sempre sull’orlo della schizofrenia. Ma soprattutto We were dead before the ship even sank è capace degli stessi straordinari squarci di lucità che mi hanno fatto amare così tanto Good News:
Everyone’s unhappy, everyone’s ashamed
Well we all just got caught lookin at somebody else’s page
Nothing ever went, quite exactly as we planned
Our ideas held no water, but we used them like a dam
(Modest Mouse – Missed the boat)
Zeitgeist in quattro versi, e tutti a casa: Brock centra un discorso straordinariamente rivelatorio dei tempi che sto (stiamo) vivendo, in cui le cose non vanno mai secondi i piani (gli stessi piani di All my friends degli LCD Soundsystem, quelli che, dopo essere stati faticosamente messi in atto, si cerca disperatamente di abbandonare), e le idee, diga o carena che siano, non riescono a prevenire il naufragio.
While we’re on the subject, could we change the subject now?
I was knocking on your ears, don’t worry, you were always out
Lookin toward the future, we were begging for the past
Well we know we had the good things, but those never seem to last
Oh please, just last.
(Modest Mouse – Missed the boat)
Modest Mouse – Missed the boat (MP3)
Modest Mouse – Spitting Venom (MP3)
«River deep, mountain high»
These are lyrics that will never apply
‘Cause I don’t lie awake at night
Thinking of river depth or mountain height
(Art Brut – Post soothing out)
Gli Art Brut stanno per tornare: il loro secondo disco It’s a bit complicated uscirà a Giugno per Mute, e da quanto si sente in giro si preannucia all’altezza del precedente. Speriamo solo che la data unica già annunciata per il Transilvania (sic) sia presto seguita da un’altra data più vicina, meglio se sull’imprescindibile spiaggia dell’Hana-bi come due anni fa.
Intanto due assaggi:
Art Brut – Post soothing out (MP3)
Art Brut – Pump up the volume (MP3)
Se lo dice il fodamentale servizio antibufala di Attivissimo dev’essere vero: quella dell’aspirina con la Coca Cola è una leggenda metropolitana. Che dite, faccio la prova?
[e anche quella che Babbo Natale sia una loro invenzione..]
They didn’t study è geniale. Mi evoca ricordi del liceo con soldati romani uccisi «con colpi al pene», compiti di matematica con plurime cancellature tattiche, temi scritti in prosa epistolare ottocentesca per dissimulare l’ignoranza nei confronti di qualche autore di letteratura e altre cose del genere. Bei tempi, quando si poteva fare.
[non c’entra nulla, ma mi ha fatto tornare in mette il sempre notevole Sette in condotta. Ma esiste ancora, la condotta?]
Credo che fosse il primo pesce d’aprile a cui partecipavo dai tempi delle sagome di carta attaccate a tradimento sulle schiene dei miei compagni alla scuola elementare; a causa del retrogusto geek della cosa (nonchè dello sforzo zero che comportava) non ho resistito, e chi è capitato ieri su queste pagine si è trovate di fronte qualcosa di inatteso. Tutte le mail, telefonate, sms, messaggi su skype che mi sono arrivati in giornata da parte di amici e lettori sconosciuti preoccupati per il presunto hacking del blog parlano chiaro..
Un grazie a Eugenio di Ciccsoft per la regia e a tutti gli altri partecipanti. E a chi ci è cascato, certo.. :-)
Se sopravvivo alla giornata di oggi, alla pioggia, al lavoro e al mal di gola, alle troppe poche ore di sonno, alle madeleine causate da certi pollini e ai database recovery, alle cravatte macchiate, alla pioggia (l’ho già detto?) e alla mancanza di tempo, stasera ci si vede all’Estragon per il live dei !!! e, a seguire, al Covo per l’aftershow party, in cui il sottoscritto (e Marina) metteranno un po’ di dischi, dando sicuramente una sonora lezione ai punti esclamativi che probabilmente saranno gli ospiti a sorpresa (beh, in realtà non tanto a sorpresa) dell’altra pista.
Comunque vada, sarà un successo.
!!! – Myth Takes (Acouth Take) (MP3)
!!! – Bend over Beethoven (Original Nashville Jam) (MP3)
[Negli usa Grindhouse (2 episodi, con tanto di falsi trailer tra l’uno e l’altro) esce a breve; da noi chissà quando. Consoliamoci con la spettacolare gallery dei Favorite Movie Posters of Quentin Tarantino and Robert Rodriguez ]
_C’è chi ha l’asma, chi ha le emorroidi, e chi l’iku iku byo (via)
_C’è in giro il nuovo singolo degli Hot Hot Heat. E’ un po’ deboluccio (ancora più delle ultime cose, sì) o sembra solo a me?
Hot Hot Heat – Give up (MP3)
_Chi lo dice che per farci alzare la mattina la sveglia deve per forza produrre un suono? Wake and bacon segue un’altra strada; io la voglio con il caffè.
_Come suppongo molti altri, la settimana scorsa ho ricevuto una mail con misterioso mittente ‘Viral’ che parla di un omicidio a Roma e linka due video sul web. Non ero andato oltre una distratta guardata al primo che non mi aveva incuriosito granchè, mentre l’altra sera Francesco mi ha fatto notare che i protagonisti del secondo video sono nientemeno che Elio e Califano. Non so perchè, ma mi è venuta l’idea che potrebbe centrare con Nero bifalimiare. Voi come la vedete?
_A ciascuno le sue perversioni: extreme sand sculpting championship explosions in reverse.
_Tagged è pessimo (vedi qui)
_A ciascuno le sue perversioni /2: Vintage toy robot head gallery.
_A suo tempo vi era piaciuta molto la segnalazione di Zoomquilt. Ora c’è l’ancor più psichedelico Zoomquilt 2 (che a sua volta mi è stato segnalato giorni fa da Andrea). Rende meglio se non siete sobri.
_Del concerto delle Long Blondes di lunedì sera al Covo non ho molto da dirvi: dal vivo sono impeccabili, anche se forse un po’ troppo uguali ai dischi. La patina eccessivamente fashion dell’evento (raramente visto un pubblico più frangettato, sembrava di essere a Milano) e le doti da consumata starlet di Kate Jackson (che, straordinaria avvenenza a parte, fa parte di una tipologia di donna che non mi sta molto simpatica) hanno finito però per rendermi il concerto un po’ indigesto. Bravi, comunque. Vediamo se durano.
The Long Blondes – Once and never again (acoustic BBC6 session) (MP3)
The Long Blondes – Weekend without makeup (acoustic BBC6 session) (MP3)
_Meditate, gente, meditate: How I’d hack your weak passwords. Scontato, ma non banale.
_Pane per Mondo Oltro: Things you didn’t want to know about Thora Birch.
Sixteen things it takes most of us 50 years to learn.
Era dai tempi della stanza rossa, degli Yeti Sports e di Reverse che la rete non sembrava impazzire così per un web-game. Si chiama Desktop Tower Defense, potenziale additivo altissimo, componente strategica non da poco e tasso di intrattenimento decisamente alto.
E c’è persino chi salva i video su Youtube per mostrare il suo record, finendo per suggerire la stretegia d’azione migliore…
La copertina di American Doll Posse, il nuovo disco di Tori Amos in uscita tra un mese, in cui la nostra beniamina declina la sua passione per il travestimento con un gusto paragonabile a quello di Dario Argento, non ha bisogno di commenti. Le speranze che non sia l’ennesimo capitolo di una inesorabile decadenza sono poche, ma il primo singolo Big Wheel (un honky tonk sostenuto in cui Tori ripete il verso illuminato «I am an M.I.L.F. don’t you forget!») getta un’inattesa luce di speranza. Stiamo un po’ a vedere.
Tori Amos – Big Wheel (MP3)
Una decina di giorni dopo Tori Amos sarà la volta di Bjork, nel senso che anche lei esce col nuovo disco, e che questo si chiama appunto Volta. Quella qua sopra probabilmente non sarà la copertina ma solo un’immagine interna del booklet. E meno male; le fiamme photoshoppate che creano la scritta «Volta» sono un dettaglio di rara bruttezza. Del disco si sanno un sacco di cose e la curiosità è tanta, soprattutto perchè il nome di Timbaland in cabina di regia fa ben sperare per un ritorno verso il pop intelligente dopo quell’obrobrio inutile e pretenzioso di Medúlla.
Anche qui stiamo a vedere, e nel mentre intratteniamoci con il file audio (qui sotto) e video (qui) che immortala Bjork una decina di giorni fa al club Baron di Parigi mentre improvvisa insieme all’amico Mattias Mimoun una cover che viene direttamente dalla gloriosa dance tamarra dei gloriosi anni ’90:
Bjork – No limits (2 Unlimited cover – live) (MP3)
Sei un programmatore? Conosci JAVA? Cerchi lavoro? Abiti (o vuoi abitare) a Bologna? Scrivimi.
L’annata finora è stata un po’ smorta, è vero, ma adesso da queste parti inizia una primavera che a memoria d’uomo ha davvero pochi eguali. Urge qualche appunto per non perdersi niente.
Si comincia questo weekend con i Ladytron al Covo (venerdì 23), gustoso antipasto per uno di quei giorni in cui ci vorrebbe davvero la trilocazione: per sabato 24 come fare a scegliere tra l’affollata line-up del Motron festival di Modena (qualche nome? My awesome mixtape, Cats on fire, Mixtapes and cellmates, Tender forever, i Belle & Sebastian in versione DJ set), la prima data bolognese di sempre della next big thing italiana a Murato (i Canadians, che hanno recentemente firmato per Ghost Records; di supporto gli incendiari Les Fauves) e il party per il compleanno del beneamato Rumore Magazine al Covo (con Ant e Thousand Millions, poi Arturo a mettere i dischi)?
Non ci sono invece dubbi per lunedì 26, quando al Covo ci sarà l’unica data italiana gli attesissimi Long Blondes da Sheffield (su cui mi sono già dilungato qui) nè per venerdì 30, quando all’Estragon sarà la volta dei !!!, autori del brillante Myth Takes e una delle migliori live band che ci siano in circolazione (a seguire aftershow party al Covo, con il sottoscritto a mettere un po’ dischi).
Da Aprile, poi, ce n’è per tutti i gusti: tra Covo (venerdì 6 Aprile i Ronin, martedì 24 Aprile i Deerhoof, sabato 28 Aprile i Paperchase, martedì 8 Maggio Erase Errata, venerdì 11 Maggio Futureheads, giovedì 17 Maggio Lo-fi-fnk), Murato @ Villa Serena (venerdì 6 Aprile Mi and l’au, sabato 12 Aprile SJ Esau + Bob Corn, venerdì 20 Aprile Amandine) ed Estragon (sabato 28 Aprile Client, lunedì 30 Aprile The Pipettes, mercoledì 2 Maggio The Horrors, venerdì 4 Maggio Perturbazione, lunedì 7 Maggio Cat Power -se Dio vuole stavolta con la band-, sabato 12 Maggio Bloc Party, sabato 19 Maggio Giardini di Mirò + Piano Magic) c’è di che tenersi impegnati.
E c’è di che scaldarsi in previsione dei festival estivi: scippato alla Romagna un Heineken Jammin Festival in grado di schierare solo i nomi dela nostra adolescenza (quest’anno c’è la doppietta Pearl Jam – Smashing Pumpkins) ci consoliamo ben volentieri con rassegne più a misura d’uomo come il RockER e Ferrara sotto le stelle. Ancora per entrambi il cast è in via di definizione, ma ci sono buoni motivi per essere ottimisti.
Il RockER (con base -in larga parte o del tutto, non mi è chiaro- all’Estragon) sta tirando fuori una line-up degna anche di certi blasonati festival stranieri; confermati Sparklehorse + Fennesz giovedì 24 Maggio, i Low sabato 26 Maggio, gli Slint e gli Explosions in the sky lunedì 28 Maggio, Sondre Lerche Domenica 3 Giugno, i Built to spill Martedì 5 Giugno, e si mormorano anche certi altri nomi indicibili per i quali si tengono le dita strettamente incrociate.
Di Ferrara sotto le stelle si sanno ancora solo due nomi, ma sono di quelli col botto: Arcade Fire Mercoledì 11 Luglio (unica data italiana) e Arctic Monkeys Sabato 14 Luglio. Ma a quel punto sarà Estate, e sarà la volta degli imperdibili concerti sulla spiaggia dell’Hana-bi e di quelli nei chiostri e nelle piazze di Julive. Ma per pensare a quelli mi sa che c’è tempo. Anche se, visto che fuori fa ancora un freddo cane, cominciare a pensarci da adesso non è poi così male.
[Mi sono perso qualcosa? I commenti sono per voi]
Per rifarsi le orecchie:
Modest Mouse – Float on (MP3)
Modest Mouse – Float on (live early alternative version) (MP3)
Se siete clienti Vodafone e avete qualche amico che ci tiene a voi (nel mio caso grazie a Marta e Fabio), probabilmente avrete già ricevuto questa mail. E’ il messaggio che sta girando per mettere in guardia gli incauti clienti Vodafone dal trucchetto che la compagnia telefonica ha adottato per recuperare scorrettamente i soldi che ha perso dall’eliminazione dei costi di ricarica:
Dal 6 marzo 2007 Vodafone ha introdotto due nuove "funzionalità" ricezione SMS vocale e notifica ricezione vocale, una sorta di segreteria telefonica (al costo di 0,29 Euro a chiamata) attivato automaticamente a tutti coloro che non usano la segreteria telefonica (99% degli utenti).
Quando chiamerete un/a vostro/a amico/a ed il telefono è spento sentirete una voce che vi dirotterà al nuovo servizio. Per disabilitare questa funzione è necessario:
– essere registrati al sito www.vodafone.it oppure www.190.it
– effettuare l’accesso al proprio account
– Cliccare su "190 fai da te", poi sul menu di sinistra la voce "Servizi e Promozioni"
– Cercate nell’elenco dei servizi le voci "Ricezione SMS vocale" e "Notifica Ricezione Vocale" (solitamente è nella seconda pagina)
– Cliccate sul pulsante "Disattiva" nel rettangolo i ciascun servizio da disabilitare e si aprirà la pagina di conferma. Cliccate sulla voce
minuscola in basso con scritto "Clicca qui per confermare l’operazione"
– Eseguite lo stesso procedimento per entrambi i servizi
Da questo momento chi vi chiamerà a cellulare spento non pagherà più i 29 centesimi per questo servizio che nessuno ha richiesto!!
Facile a dirsi, un po’ meno a farsi. Se provo a cliccare ‘Disattiva’ dal 190.it, ecco cosa succede:
Secondo voi è sufficiente denunciarli per associazione a delinquere?
Update: accolgo il suggerimento, intanto proviamo col Googlebombing: truffa.
Sul palco non c’è neanche un laptop. Ci sono 4 synth, una batteria, vari set di percussioni, almeno 15 cowbell, un pianoforte con una mirrorball sopra, ma niente laptop. Al pianoforte, a fine concerto, si siede Nancy Whang, per quella New York, I love you but you’re bringing me down che vede James Murphy intonare note da crooner consumato e concludere tra serio e faceto, tra ballad e parodia, un concerto tanto impeccabile da essere strabiliante.
Chissà qual è la formula vincente che ha reso gli LCD Soundsystem, su disco (il fenomenale Sound of Silver, uscito la settimana scorsa su DFA ma che gira in rete ormai da mesi – se ne parlava già a inizio Dicembre) come dal vivo (venerdì scorso a Bruxelles; saranno a Milano dopodomani) la migliore band che ci sia in giro al momento, o qualcosa del genere.
Dev’essere merito della sua autoironia meta-musicale, che virgoletta il palco, storpia i testi e sembra divertirsi ancora più della platea gremitissima che stipa ogni angolo dell’Ancienne Belgique; e dove è meglio vedere una band che si prende tanto in giro se non nel paese più autoironico del mondo, in cui il piatto nazionale è cozze e patatite fritte e il monumento principale è la statua di un bambino che fa pipì, che ogni giorno cambia vestito in base alla ricorrenza, come il logo di Google?
In realtà, autoironia e coscienza meta-musicale a parte, la vera arma di Murphy e della sua band è la versatilità quasi inverosimile con cui porta la folla dall’headbanging forsennato di Movement al funky-stomp di Time to get away, dal kraut-rave di Tribulations allo slego chitarristico della cover dei Joy Division No love lost (alla chitarra c’è Al Doyle degli Hot Chip). Potendosi permettere di sparare quasi a inizio concerto i piccoli grandi anthem Daft punk is playing at my house e North american scum senza neanche bisogno di farli sudare ai fan, e senza neanche disdegnare pezzi meno immediati ma di assoluto valore come Someone great (che parla di perdita e ha un testo splendido, chi l’avrebbe detto).
Ma è la capacità della band di costruire inusitati crescendo che non esplodono mai a fare davvero la differenza. Dal cantilenante puzzle di Get innocuous in cui la normalizzazione notturna diventa quasi esplicita risposta agli anni di Losing my edge fino all’apocalisse grassa di Yeah che non ha bisogno di parole per radere al suolo l’Ancienne Belgique, è nella continua e matematica sovrapposizione di livelli che Murphy rivela tutta la sua maestria. Come già nel disco, la punta di diamante è All my friends, la Born Slippy del nostro decennio, che parte da un giro di piano che sembra venire direttamente dagli anni ’90 degli Orbital (e che invece è suonato dal vivo da uno pseudo-roadie sosia di Murphy -il fratello?) per diventare il dolceamaro anthem della maturità fatto in egual misura di esaltazione e rimpianti, di serenità duramente guadagnata e insoddisfazione costitutiva con cui non si verrà mai a patti.
E’ nel suo sound spacey, nella metafora del viaggio e tra le righe del suo splendido testo che emerge tutta la grandezza di Murphy, una rockstar già trentasettenne un po’ troppo in carne per essere davvero vendibile e un po’ troppo intelligente per non confermarsi come une delle poche personalità artistiche di questi anni che resteranno davvero nel tempo.
Più che argento, questo è oro.
[Clicca per ingradire – grazie a Sara per le foto]
LCD Soundsystem – All my friends (MP3)
_Come dicevo un paio di giorni fa, questo pomeriggio me ne vado per qualche giorno a Bruxelles. Grazie a tutti quelli che mi hanno dato delle dritte, per quanto posso ne farò tesoro Vi lascio con un po’ di link. _Aprire una birra con un pezzo di carta.
_Il nuovo singolo degli Arctic Monkeys, Brianstorm (MP3 qui, video qui), dopo qualche ascolto è passabile ma un po’ troppo Klaxonato. Voi che ne dite?
_Foto di gente che dorme. Affascinante.
_Lo sapete tutti: Viacom (quindi, tra le altre cose, Mtv) ha denunciato Youtube (quindi Google). A latere, leggevo qui che agli Mtv Movie Awards stanno pensando di aggiungere un premio anche per i video user-generated. Bello, tu li crei, li uploadi su YouTube, e…ooops, niente, come non detto.
_Io vado fino a Bruxelles per vedere gli LCD Soundsystem, e tutto quello che interessa a Murphy è avere dei calzini nuovi in ogni locale in cui arriva. [Murphy ha un blog, non ve l’avevo detto?]
_One thing that PC users can do that Mac users can’t. Brillante.
Dei Vapnet, deliziosa band svedese che canta nell’idioma di Nina Persson e Bjorn Borg e suona un pop rotondissimo e decisamente nerd mi sono innamorato a suo tempo grazie all’anthem estivo Kalla mig, allora segnalato più volte da quelli della Svezia. Della recente collaborazione della band con Jens Lekman (che a fine Primavera uscirà con un nuovo EP e a fine Estate -finalmente- con un nuovo album) sono invece venuto a sapere nientemeno che da Pitchfork, che si accoda sempre di più ai nostri blogger rivelandosi ennesimo sostenitore della vera e propria swedish invasion che sta conquistando gli States nell’ultimo paio d’anni. Pop di prima qualità, va da sè.
Vapnet & Jens Lekman – Håll ihop (MP3)
Vapnet – Kalla mig (MP3)
[* ha senso!]
1. Sto tentando di uscire vivo dalla lettura delle 1200 e passa pagine di Infinite Jest, monumentale e interminabile opera di David Foster Wallace che è riuscita in un colpo solo a ridefinire il significato del termine «presunzione» e quello della formula «sprazzi di genio in mezzo a una montagna di cazzeggio inutile». Al momento viaggio intorno alle 850 pagine e sarebbe un peccato abbandonare ora; ma ogni giorno me lo chiedo: abbandono?
2. La cosa che mi ha colpito del concerto dei Klaxons di sabato non è stata tanto la musica (inaspettatamente godibile ma insopportabilmente mediocre e fals(ettat)a) nè il pubblico numeroso, giovane ed entusiasta, ma il look (o meglio, l’assenza di look) apientemente sfoggiato dai 4 giovani albionici, e in particolare le loro frangette. Non erano le frangette britop dei Blur nè quelle artsy degli Smiths, e neanche le frangette™ dei Franz Ferdinand, eppure erano inequivocabilmente frangette. Come definirle?
3. Lo scorso weekend ho comprato una lavatrice. Stasera vado a prenderla e me la porto a casa, da solo. Tutti mi dicono che sono pazzo. Sono pazzo?
4. Sono l’unico a pensare che Gregory House, Medical Doctor sia il più notevole personaggio finzionale creato negli ultimi 10 anni, e che come grandezza gareggia con Sherlock Holmes?
5. Il prossimo weekend vado a fare un giro a Bruxelles (incappando peraltro, guardacaso, nel concerto degli LCD Soundsystem all’Ancienne Belgique). Anche se sono già stato anni fa in città mi serve qualche dritta: un bel club dove andare a ballare? Negozi consigliati? Mostre interessanti?
Oppure, in alternativa, gag migliori. Guardate e inorridite di fronte a questi frammenti di due puntate della diciassettesima serie dei Simpson che coinvolgono il nostro paese e martoriano la lingua di Dante.