La libreria Imeüble è una specie di trompe l'oeil, un'illusione ottica. Sembra a 3D ma non lo è. O meglio, lo è, ma non come sembra. Insomma, il tipo di roba che piace ai nerd come me.
La libreria Imeüble è una specie di trompe l'oeil, un'illusione ottica. Sembra a 3D ma non lo è. O meglio, lo è, ma non come sembra. Insomma, il tipo di roba che piace ai nerd come me.
-Le mie 5 neighborhoods preferite-
1. Soho / Noho / Nolita
2. Brooklyn Heights
3. East Village
4. Upper West Side
5. Williamsburg
-Le 6 canzoni che ho ascoltato di più in cuffia-
1. MP3 LCD Soundsystem – Home
2. MP3 The National – Bloodbuzz Ohio
3. MP3 Suzanne Vega – Headshots (Close-up version)
4. MP3 Here we go magic – Collector
5. MP3 Vampire Weekend – Giving up the gun
-I 6 live sets migliori che ho visto-
1. The National – High Violet Annex (secret show)
2. Caribou – Bowery Ballroom
3. Everybody was in the french resistance…NOW! – Union Hall
4. The Antlers – High Violet Annex
5. Massive Attack – Terminal Five
6. The National (+ guests) – Brooklyn Academy of Music
-I 4 momenti WTF-
1. Al concerto dei Massive Attack durante Karmacoma la tizia davanti a me estrae l'iPad e mette su il video.
2. In un caffè di Brooklyn parte in sottofondo Prisencolinesinanciusol di Celentano.
3. La faccia della commessa di Barnes & Noble quando mi sono presentato alla cassa con una copia di Esquire (quello con in copertina Christina Hendricks di Mad Men) e una di The Believer.
4. In un club molto cool di Park Slope nel piano terra ci sono due piste di bocce e ci giocano tutti.
-I 4 momenti WOW (che se andate dovreste provare anche voi)-
1. La straordinaria mostra di Marina Abramovic al MOMA (con lei presente).
2. Passeggiare sulla Brooklyn Heights Promenade col sole.
3. Una gita a Coney Island, con la ruota panoramica degli anni 20, le famiglie di latinos che vanno al mare e dei gabbiani grossi come avvoltoi.
4. Un giro sulla High Line, il nuovo parco costruito sulla sopraelevata del West side.
-I miei 4 negozi di dischi preferiti-
1. Soundfix (Williamsburg)
2. Other Music (Greenwich Village)
3. Earwax (Williamsburg)
4. Generation Records (Greenwich Village)
-Le mie 4 catene di casual apparel stores preferite-
2. Uniqlo
4. Gap
Se non fosse una battuta troppo brutta, verrebbe da dire che Mirò non è affatto egoista, e che i suoi bellissimi Giardini non se li tiene certo solo per sè. Dopo più di 10 anni di attività i Giardini di Mirò sono ormai un patrimonio di tutti: della scena italiana, di cui sono da tempo una delle punte di diamante, di tantissime band indipendenti, che a loro si ispirano (in termini di attitudine e coerenza, se non anche di sound) e di tutti gli ascoltatori, che non cessano di tributargli affetto e stima. E sono ricambiati dalla band, visto che è probabilmente con questo spirito che è nata l'idea del progetto Altri giardini. Come spiega il comunicato:
Qualche mese fa i Giardini di Mirò avevano invitato i loro fan sparsi nella rete a partecipare al progetto Altri Giardini, al disco, quindi, in uscita a breve, che conterrà cover del loro repertorio registrate da amici e musicisti.
Le risposte all'appello, da parte di gruppi ancora senza contratto, senza tour o dischi alle spalle, sono state tante.
Sei di queste sono entrate a far parte del progetto, insieme alle rivisitazioni ad opera di Death In Plains, Iori's Eyes, Albanopower, Arbdesastr, Gazebo Penguins, Kobenhavn Store, Wolther goes Stranger, Stefano Pilia, Banjo or Freakout, His Clancyness, Musica da Cucina (feat. Comaneci e Bob Corn).A partire dal 19 maggio e per una settimana, i 17 pezzi del disco saranno tutti disponibili in streaming su alcuni siti musicali, in una sorta di network a catena.
Una scelta, questa, un'idea, nata con l'intento di costruire una comunità con il fine di condividere musica e intenti. [#]
Come avete intuito, Inkiostro è fiero di dare il suo piccolo contributo. Su queste pagine trovate The soft touch of Berlin guitarfalling (dal bellissimo The soft touch EP) rifatta da Death in plains (progetto solista di Enrico Boccioletti dei Damien*) e La favilla (ovviamente da Il Fuoco) reinterpretata dallo strumentista dal curriculum impressionante (ora, tra le altre cose, membro dei Massimo Volume) Stefano Pilia. Le altre canzoni sono (o saranno a breve) sparpagliate per la rete: le trovate su Stereogram, Polaroid, Vitaminic, Rolling Stone, Indie-Eye, Italian Embassy e Rockit.
[se poi i siti si linkassero anche tra loro sarebbe il massimo, ma in certi casi si sa che è chiedere troppo]
Il disco verrà poi stampato in copia fisica e venduto nelle date estive dell'Altro Tour. E sarà, ovviamente, scaricabile dal sito della band. A ciascuno il suo giardino, come si diceva. Buon ascolto.
E' una bella metafora, quella usata da Paolo Cognetti per intitolare il suo libro dedicato a New York City pubblicato nella sempre ottima Contromano di Laterza. New York è una finestra senza tende è un viaggio per New York (o meglio per la sua parte che si raccoglie dalle parti dell'East River, tanto a Manhattan come a Brooklyn) attraverso le esperienze del suo autore e le storie dei tantissimi scrittori che in qualche secolo hanno raccontato e vissuto la città. Da Melville ai poeti beat, da Salinger alla new wave Brooklyniana (Lethem, Moody & co): la letteratura aiuta a fuggire molti dei soliti luoghi comuni e a raccontare una città «la cui materia sono il granito e l'immaginazione».
Non ho letto altro di Cognetti (ha scritto due raccolte di racconti edite da Minimum Fax), ma ho apprezzato non poco questo viaggio letterario attraverso alcuni dei miei quartieri preferiti di New York, che riesce a dosare con la giusta misura l'inevitabile entusiasmo per la Grande Mela, i riferimenti letterari, un autobiografismo mai gratuito (in cui è facile rispecchiarsi) e un po' di dritte comode per il viaggiatore anche scafato.
In allegato al libro c'è poi il DVD de Il lato sbagliato del ponte, documentario diretto dallo stesso Cognetti insieme a Giorgio Carella che raccoglie interviste e reading di 4 scrittori (e che scrittori: Rick Moody, Jonathan Lethem, la sua ex moglie Shelley Jackson e Colson Whitehead) che mostrano e raccontano la loro Brooklyn, un posto che contemporaneamente soffre e si vanta per il fatto di NON essere Manhattan, che cela buona parte di sè alla vista e ha un'identità sfuggente ma molto peculiare. Consigliatissimo anche questo.
[la segnalazione, ovviamente, cade a fagiolo in occasione del mio viaggio a NYC. Ora che leggete queste parole io sono già partito, ci si risente tra qualche giorno]
Io nei prossimi giorni sarò un po' fuori mano, ma se domani sera siete in Emilia vi consiglio vivamente di fare un salto qui:
Oltre al bassista dei Joy Division e dei New Order saranno della partita i Julie's Haircut, i Magpie, gli MQuestionmark e Johnny La Rosa, tutti presenti anche all'interno di A different Story – Songs by Joy Division, compilation di tributo ai Joy Division con molti nomi della scena indipendendente reggiana curata da Daniele Carretti (Offlaga Disco Pax, Magpie, Lettera32). la compilation sarà in vendita da domani sera. Un paio di succosi assaggi:
MP3 Magpie – Digital
Resti al suo posto, ministro. Lei è l’emblema vivente di quanto sa osare l’inosabile questa cricca che ci governa, fitta di favori, di scorciatoie, di furbizie private, di trucchi contabili, di soldi facili. Lei è prezioso ministro. E ancor più prezioso è quando piagnucola sull’attacco alla Sua famiglia. La famiglia, il grande valore della destra italiana. La famiglia, bene morale supremo a cui intestare appartamenti, patrimonio di affetti per cui chiedere compiacenze, raccomandazioni, piazzamenti di favore, assunzioni, prebende, candidature, contratti. Dietro le Vostre famiglie, signor ministro, ci sono le nostre famiglie, che trovano i posti migliori – che magari meriterebbero per merito – sempre occupati, perché le Vostre illustri casate sono arrivate prima, col lampeggiante e la corsia preferenziale. Mai che si trovi qualcuno di Voialtri, ministro, il cui figliuolo fa il manovale nel nord-est, o il precario stagionale, o la sciampista alla Magliana.
La vostra rete di potere – dico vostra perché in questi giorni Lei ne è l’emblema – è questo mix medievale di privilegi e sprezzo del popolo, parola con cui vergognosamente Vi baloccate. La figlia di Scajola, i figli di Berlusconi, il figlio di Bossi, il genero di Letta, il pargolo di Pinco, la moglie di Pallino, quell’altro che vuol fare l’attore, i cognati con appalto al seguito, le nuore prestanome: il vostro amore per la famiglia è questo, signor ministro. Tanto che assistiamo in questi giorni sui giornali della destra a un fitto rimproverarsi contratti (pubblici) per mogli e suocere, tutto all’ombra del più grande conflitto d’interessi che il mondo ricordi. Il pubblico ignaro scambia questo clima da basso impero per un effetto collaterale della Vostra politica, ma si sbaglia: esso è la vostra politica, pura e semplice. Resti al suo posto, ministro Scajola. [#]
L'ex ministro (due volte dimesso) evidentemente non legge Il Manifesto.
(via)
I suoi suoni cupi e malinconici si adattano poco alla bella stagione, e i fan storici dicono che è bello ma gli ultimi due erano meglio; eppure non posso farci davvero niente, e la resistenza nei confronti di High Violet, il nuovo disco dei The National in uscita la prossima settimana per 4AD, si è rivelata completamente inutile. La formula è sempre la stessa, descritta in modo eccellente dal Guardian qualche giorno fa:
Because Berninger sounds like a polite Nick Cave and suffers like a literate Chris Martin, the National's music is often described as elegiac, when in truth, it's more uplifting than that. The rhythms are much too urgent to be called stately. The juxtaposition between the singer's mournful baritone and the joyous guitar lines and vocal harmonies is a defining characteristic of their sound. "You have to trust a voice like that," says friend and neighbour Sufjan Stevens. "He sings like an older brother with a dark side. He'll protect you on the playground, but he's not afraid to tell it like it is, and he'll kick you in the face if he has to." [#]
In occasione dell'uscita del disco, i National prenderanno in gestione per una settimana un locale dalle parti del leggendario negozio di dischi Other Music di New York City, trasformandolo nella High Violet Annex e curandone l'ancora misteriosissima programmazione. Visti gli amici che si ritrovano rischia di essere qualcosa di seriamente imperdibile. E indovinate chi si trova da quelle parti la prossima settimana? Eggià: your friendly neighborhood blogger. Mi sa che avrò qualcosa da raccontarvi.
I più giovani tra di voi non sapranno neanche cos'era, mentre i pionieri della reta probabilmente hanno pianto una lacrimuccia quando, qualche mese fa, i suoi server sono stati spenti una volta per tutte. Geocities è stato il pioniere degli spazi web gratuiti, casa di migliaia di siti agli albori della rete, quando tutti si improvvisavano web-designer, e con Frontpage, qualche texture psichedelica e un paio di GIF animate non si aveva il minimo ritegno ad andare online.
Il Geocities-izer di Wonder-tonic riporta qualunque sito gli diate in pasto alla grafica di allora, coerentemente al suo slogan (scorrevole) che recita «Make Any Webpage Look Like It Was Made By A 13 Year-Old In 1996». Quanti ricordi.
Nella prova che ho fatto, inkiostro compare così:
Gli Offlaga Disco Pax e Massimo Zamboni che rifanno Allarme dei CCCP è stato sicuramente uno dei miei momenti preferiti del bellissimo 25 Aprile nella piazza di Carpi (insieme alle parole indimenticabili di Germano "Comandante Diavolo" Nicolini). Il concerto, che celebrava anche il quindicennale di Materiale Resistente con l'uscita del nuovo Materiali Resistenti, è stato, oltre che festa bella e mai così necessaria, anche un'interessante fotografia di un pezzo della scena indipendente italiana, che dopo molti anni per lo più esterofili ed escapisti, è tornata ad essere anche veicolo di idee e impegno in qualche modo politici (oltre agli Offlaga basta pensare al Teatro degli Orrori, Le Luci della Centrale elettrica, gli ultimi Giardini di Mirò, a modo loro pure i Baustelle…); e mi sa che di questi tempi ci vuole proprio.
Quanto alla cover, Max che urla (canta!) «Solo tu», con la chitarra di Zamboni dietro e le recenti infelicissime uscite di Giovanni Lindo Ferretti che risuonano ben chiare in mente, e noi in mezzo a una piazza enorme e gremita e bellissima, è stato un cortocircuito niente male. Mira al cuore.
Spiace copiaincollarla di sana pianta, ma la spettacolare infografica del sempre eccellente Information is beautiful che illustra quanto deve vendere al mese un musicista in ciascun formato per arrivare al salario minimo va vista nella sua interezza. Impressionante ma non esattamente eloquente (ha senso paragonare l'acquisto di un disco fisico allo stream in un servizio flat?), e proprio per questo molto indicativa della confusione che regna sovrana nel settore. Ormai l'idea di vivere solo grazie alle vendite di musica registrata (in qualsiasi forma siano) è una pia illusione anche per le star?
(via)
E con l'annuncio dell'attesissima data unica degli Arcade Fire per l'Independent Days Festival (che qua era nota da un po' ma che è pubblica solo da un paio di giorni, e che prelude a un'intera giornata indie-oriented del festival quindi aspettiamoci molti altri nomi interessanti) è impossibile non soffermarsi un attimo sull'impressionante sequenza concertistica che nei prossimi mesi porterà nel triangolo Bologna – Ferrara – Ravenna una quantità davvero imbarazzante di nomi internazionali abbastanza imperdibili. Dai pezzi da novanta (la reunion dei Pavement, i Wilco, l'accoppiata al fulmicotone LCD Soundsystem e !!!, i Pixies, i Kings of Convenience, i Gossip…) ad alcune primizie attesissime (il fenomeno Mumford and sons, le Dum Dum Girls, gli HEALTH con i Japandroids, i Cold Cave…) fino a certi ben lieti ritorni (i Lali Puna, i Radio Dept, Daniel Johnston, i Black Heart Procession, Micah P. Hinson…), l'impressione è quella di trovarsi di fronte a uno di quegli enormi festival estivi nordeuropei in cui il cast però è stato sparpagliato lungo 3 mesi e in un raggio di un centinaio di chilometri. Non so voi, ma io mi sento già anche troppo fortunato così.
[Una specie di versione redux della piccola agenda dei concerti, che è talmente tanto lunga da compilare che a questo giro non ho davvero il tempo di farla]
30 Aprile – Mumford and Sons – Covo (BO)
1 Maggio – Brian Jonestown Massacre – Covo (BO)
5 Maggio – Efterklang – Covo (BO)
7 Maggio – A place to bury strangers – Bronson (RA)
7 Maggio – The Depreciation Guild + Alex Kapranos (Franz Ferdinand) DJ set – Covo (BO)
8 Maggio – Pete & the pirates – Covo (BO)
8 Maggio – Black Rebel Motorcycle Club – Estragon (BO)
12 Maggio – Wolf Parade – Locomotiv (BO)
14 Maggio – The Residents – Estragon (BO)
14 Maggio – Liars – Bronson (RA)
15 Maggio – The Oh Sees – Covo (BO)
17 Maggio – John Zorn – Arena del Sole (BO)
21 Maggio – The Black Heart Procession – Bronson (RA)
22 Maggio – Quasi – Covo (BO)
24 Maggio – HEALTH + Japandroids – Locomotiv (BO)
24 Maggio – Cold Cave – Covo (BO)
24 Maggio – Gogol Bordello + Matt & Kim – Estragon (BO)
11 Maggio – Daniel Johnston – Sala Estense (FE)
25 Maggio – Pavement – Estragon (BO)
26 Maggio – Dum Dum Girls – Hana-bi (Marina di RA)
27 Maggio – Wolf Eyes + Mi Ami – Locomotiv (BO)
28 Maggio – Band of skulls – Hana-bi (Marina di RA)
29 Maggio – Hot Chip – Estragon (BO)
31 Maggio – Wilco + Retribution Gospel Choir – Teatro Comunale (FE)
31 Maggio – The Gossip – Estragon (BO)
1 Giugno – Lali Puna – Locomotiv (BO)
3 Giugno – The Radio Dept – Hana-bi (Marina di RA)
6 Giugno – Pixies – Piazza Castello (FE)
19 Giugno – Babyshambles – Piazza Castello (FE)
23 Giugno – Fennesz – Rocca Brancaleone (RA)
24 Giugno – LCD Soundsystem + !!! – Piazza Castello (FE)
27 Giugno – Broadcast – Rocca Brancaleone (RA)
18 Luglio – Micah P. Hinson – Cortile del Castello Estense (FE)
22 Luglio – Jònsi (Sigur Ros) – Piazza Castello (FE)
24 Luglio – Kings of Convenience – Piazza Castello (FE)
2 Settembre – Arcade Fire – Arena Parco Nord (BO)