Chissà se a quelli di Designer's block l'idea per questa libreria è venuta dirattemente dal loro nome, oppure viceversa. E se invece il calembour fosse involontario?
Chissà se a quelli di Designer's block l'idea per questa libreria è venuta dirattemente dal loro nome, oppure viceversa. E se invece il calembour fosse involontario?
Se seguite questo blog da un po' di anni, certamente già saprete dell'amore che il sottoscritto e buona parte dei musicofili "della vecchia guardia" hanno provato per Frequenze Disturbate. Quello che per anni è stato il miglior festival musicale italiano è stato capace di costruire sempre un cast di qualità eccellente, riunito in un posto bellissimo (Urbino, Marche) in grado di attirare pubblico da tutta Italia trasformandosi in una specie di piccolo villaggio vacanze per gli appassionati di musica di tutta Italia, alla pari di quanto succede per molti festival di culto all'estero.
A causa di problemi organizzativi (il festival ha cambiato agenza più volte, e dipendendo in buona parte da fondi pubblici ha subìto spesso l'influsso delle tornate elettorali) negli ultimi 5 anni il festival si è svolto solo 2 volte con dimensioni ridotte, tendendo a perdere progressivamente l'aura di culto che aveva sempre avuto e buttando a mare un patrimonio di aficionados preziosissimo.
Ma noi non ci diamo per vinti, mai. Ed è per questo che gioiamo senza posa alle voci insistenti che dicono che quando nessuno lo sperava neanche più Frequenze Disturbate tornerà ad affollare le piazze e i parchi della città ducale. Le notizie di oggi (grazie a @francescalus per la dritta) danno il festival per certo, tra appena un mese, il 30 e il 31 Luglio, con nomi già sicuri Kings of Convenience e Baustelle. In rete è impossibile trovare conferme ufficiali o comunicati stampa (il sito ufficiale del festival è ancora aggiornato a 2 anni fa, così come il profilo di Facebook e il MySpace; ma se come penso l'organizzazione è cambiata di nuovo la cosa non stupisce), ma le due band hanno delle giornate buche i quei giorni quindi la cosa è tecnicamente possibile.
Sarà vero? Ci crediamo? E crediamo che in poco più di un mese si riuscirà a tirare su un cast avvicinabile a quello degli anni d'oro? Improbabile. Ma si può sempre sperare, no?
In ogni caso noi saremo là, costi quel che costi. Se butta male al massimo andiamo a mangiarci una crescia.
Ancora per qualche giorno consideratemi morto. Nel mentre, leggetevi il post di Pop Topoi su Justin Bieber, che contiene le risposte alle domande che alcuni di voi hanno fatto a un mio post qualche mese fa, che vi farà scoprire e amare Lesbians who look like Justin Bieber, e che mi dà la scusa per postare qui sotto The great Justin Bieber Mosaic, che avevo trovato su non più che m-blog settimane fa e non osavo postare.
Che ci volete fare, son tempi difficili.
Justin Bieber è la giovane promessa della musica brutta e tu hai svariate ragioni per odiarlo:
– Ha sedici anni ed è sotto contratto da quando ne ha tredici. Fu notato per aver messo su YouTube alcuni video e pare ci sia anche stata una guerra tra Usher e Justin Timberlake per chi dovesse accaparrarselo. Usher vinse e infatti la sua musica fa schifo. Sua madre voleva per lui “una label cristiana” e invece è stato scoperto da un talent scout ebreo (Scooter Braun) e il suo pigmalione Usher pare si sia convertito a Scientology. DOV’È IL TUO DIO ORA?
– Mettiamo subito le cose in chiaro: Justin Bieber non è un bambino prodigio. È una scimmietta ammaestrata a colpi di fon e autotune alla quale la Universal ha bloccato la crescita. Ciò nonostante, negli ultimi due anni ha accumulato più soldi, fama e fica di quanto tu possa anche solo immaginare nel corso della tua inutile vita.
– Ogni tanto incontro gente che che ancora non sa chi sia, e a me questa cosa stupisce perché il mio internet è pieno di Justin Bieber. È costantemente un trending topic su Twitter e negli ultimi tempi ho visto più Biebers che LOLcats. Tant’è vero che c’è persino chi ha inventato Shaved Bieber, un’estensione per Firefox che elimina automaticamente il suo nome e la sua immagine dal tuo browser con pratiche pecette. [#]
Prima o poi forse avrò anche il tempo di spiegarvi il perchè (ammesso che vi interessi; e non è molto interessante) ma nelle ultime settimane non solo non ho tempo di aggiornare il blog ma neanche di respirare, tirato come sono da una parte all'altra, costretto a tenere sotto controllo dieci cose diverse e senza alcuna possibilità di disporre del mio immediato futuro. Nei prossimi giorni, auspicabilmente, andrà meglio. Nel mentre mi fa da buona metafora Just a Little Bit More by Agnieszka Kalinowska (trovato in Artwork made of office supplies), sperando che la gomma non si spezzi.
Se avete mai giocato a Super Mario, guardate questo video, e morite di ammirazione per la bravura del violinista che suona colonna sonora ed effetti audio in tempo reale. Wow.
(via)
Io lo so che è facilissimo e in qualche misura inevitabile esaltarsi guardando il trailer del nuovo film di Sofia Coppola Somewhere, che sembra il seguito di Lost in translation con la nostra musica al punto giusto (i Phoenix, Casablancas), quella alienazione troppo figa che vorremmo tutti provare (e invece quando ti capita non è proprio uguale), quel tocco di pop (Guitar hero) e di trash (i Telegatti, Valeria Marini) che stavola fa entrare pure il nostro paese sotto la spotlight, e in generale gli sguardi profondi e la serendipità e gli imprevisti che ti cambiano la vita e lo spleen molto molto poetico e il piacere delle piccole cose.
Poi però ti soffermi un attimo a pensare e il dubbio che ci stiamo davvero facendo un po' troppo prendere per il culo ti viene, no? Secondo me dovrebbe.
Poi magari il film è bellissimo e al cinema piangeremo tutti come degli agnellini e ci compreremo il DVD edizione deluxe con ore di contenuti extra che non guardaremo mai. Però adesso, dai, non ditemi che sono troppo cinico (perchè non è vero).
Il film negli USA esce a Natale (e chissà quando arriverà qua) (da noi invece esce a Settembre -Venezia?-, grazie a Kekkoz per la info). Mettiamoci comodi.
Fissatelo molto intensamente e guardatelo fino alla fine (un premio a chi ci riesce senza spegnere); funziona?
Bonus:
– lo spartito di Breaking balls – Sonata for vuvuzela
– l'imperdibile Vuvuzela dei Gebroeders Ko (due simpatici tamarri da balera olandesi che hanno dedicato una canzone alla trombetta in tempi non sospetti)
– il vuvuzela filter (ma funziona?) (via)
E -anche se di calcio ce ne frega il giusto- a modo nostro rispettiamo il grande rito, e ci uniamo alla folta compagine di blog, webzine e affini che celebrano l'esordio mondiale della nostra anonima nazionale con l'anteprima collettiva di un pezzullo assai carino che una cara indie-band italica ha preparato per l'occasione. I Cat Claws da Roma provano a fare la nuova Po po po po po po, imbastendo un testo sui clichè del calcio (la colpa è sempre dell'arbitro) nella forma di una Hung Up nostrana in salsa electro / punk-funk; non ci sono i cori da stadio, l'atmosfera stradaiola o la retorica del fair play che ti aspetteresti da un pezzo sull'argomento (e questa è probabilmente una buona notizia), ma il pezzo funziona a meraviglia e pare che sia stato scelto nientemeno che dalla Gialappa's come soundtrack ufficiale per alcune delle sue tradizionali radiocronache delle partite (quest'anno trasmesse su RTL). La verità, in realtà, è che volevo solo pubblicare le foto di Caizzi e Lavinia in tenuta calcistica vintage. Ma questo a voi non interessa, no?
So bored di Nathan Williams aka Wavves è stato uno dei pezzi che hanno segnato l'anno scorso. Inno alla noia in salsa shitgaze surf, è stato oggetto di un hype feroce, è stato celebrato come uno dei pezzi più rappresentativi della sua generazione ed è stato reinterpretato e omaggiato da più parti (anche in Italia), il tutto culminato con alcune acclamate esibizioni al SXSW di Austin (a un paio c'ero anch'io) e all'inclusione in varie liste delle canzoni più significative dello scorso anno. L'attenzione verso Wavves ha iniziato a scemare quando il nostro nel Maggio 2009 ha sbroccato sul palco del Primavera Sound Festival di Barcellona, litigando col suo batterista e annullando il tour europeo che sarebbe seguito di lì a breve.
Anno nuovo vita nuova, e il nostro ci riprova: nuovo singolo (si ascolta qua sotto; davvero niente male), nuovo disco (provvisto di orrida copertina, e intitolato King of the beach), e nuovo tour (con una data italiana il 20 Luglio, che avrà appropriatamente luogo all'inestimabile spiaggia dell'Hana-bi di Marina di Ravenna), con il desiderio di mostrare che l'hype va e viene, i nervi possono saltare ma stoffa per rimanere c'è. Staremo a vedere.
Nel mentre, So bored rimane un gran pezzo con potenzialità pop e da dancefloor in gran parte inespresse, come è facile intuire ascoltando la versione assai più ruffiana che ne ha fatto Bethany Cosentino aka Best Coast (che dello stesso hype furibondo è oggetto, ma quest'anno) sullo stesso palco di Barcellona in cui Wavves ha avuto il suo breakdown lo scorso anno. Casualità o omaggio? Dato che i due fanno coppia fissa io direi la seconda. E chissà che Best Coast non decida di farci felici e di incidere la sua versione, così, finalmente, possiamo ballarla come si deve sul dancefloor. Magari in spiaggia.
Paolo Benvegnù è uno dei più talentuosi cantautori della sua generazione (e anche di quella dopo), mostruosamente sottovalutato pressochè da tutti (fin dai tempi degli indimenticati Scisma) ma fortunatamente assai restìo ad appendere la sua chitarra al chiodo e a trovarsi un lavoro al catasto. Anzi, il nostro rilancia: dopo mesi (anni?) di tour pressochè ininterrotti su e giù per l'Italia con le line-up più varie è arrivato il momento del disco live, che lo fotografa in forma smagliante e con il repertorio eccellente che gli è proprio. Il disco si ascolta in streaming integrale su XL, ed è accompagnato da un paio di pezzi in studio: una cover di Who by fire di Leonard Cohen (che suppongo in qualche modo c'entri col progetto di cover italiche Stranger Music) e il singolone Io e il mio amore, già inserito all'interno della compilation Il paese è reale e qui reinciso e accompagnato da un video bellissimo girato da Simone Manetti (no, non è uno dei Manetti Brothers). Se fossimo un paese normale, sarebbe in heavy rotation su tutte le radio.
[Where they meet, dal solito geniale Techno Tuesday]
La risposta, ovviamente, è: niente.
Non sembrano però pensarla allo stesso modo quelli dell'ADIDAS, che in occasione dei mondiali di calcio hanno lanciato uno spot in cui un gruppo fantasiosamente assortito di celebrità della musica e del calcio (dai Daft Punk a Snoop Dogg, Noel Gallagher e Ian Brown, da David Beckham a Franz Beckenbauer, più vari altri che non so bene chi siano, anche se sono sicuramente *qualcuno*) mettono in scena la celebre sequenza della Cantina di Guerre Stellari. Proprio una bella idea, eh?
Come al solito esilarante (e molto condivisibile) il cinico commento di Hipster Runoff:
adidas made some commercial, and I am not sure what it has to do with the World Cup. I think we are sorta in a phase where every ‘high budget’ commercial has to be aimed at ‘getting tons of youtube plays’ on the internet by people who aren’t even interested in soccer/football/the world cup / adidas. I guess adidas feels pressure from Nike, since Nike always makes better commercials than they do.
adidas basically put Daft Punk, Snoop Dogg, some guy from Oasis, David Beckham, and a few other famous ass holes who appeal 2 different demographics in this video. Felt ‘pressure’ to blog about it, since it was such a strategically created meme. Overall feel like it is ‘boring.’ Star Wars is chill/memorable after riding a chillwave for a few hours, but still just feel ‘whatever’ towards this video just because I am too young for the Star Wars brand to 100% resonate with me. Like it was theoretically ’successful’ but didn’t really even add anything substantive to the brand, except maybe that they were willing 2 pay LucasArts to use Star Wars footage. [#]
Il buon Bandini mi perdonerà, ma non posso esimermi dal copiaincollare per intero il suo ultimo post sul sempre folgorante Blogghino – Zona deumanizzata:
Certe volte quando sono in ufficio e faccio la pausa, prendo un 12 al distributore di bevande calde e poi camminando in corridoio capita che le porte degli altri uffici sono aperti. Mi fermo sulla soglia a guardare gli altri che lavorano. Sono tutti alle loro scrivanie, che fanno crocchiare i tasti delle loro tastiere e hanno le facce bluastre per il riflesso dello schermo del computer. Certe volte smettono di far crocchiare i tasti, per qualche secondo, fissano lo schermo, danno un colpetto di mouse, e poi ricominciano a far crocchiare i tasti. Certe volte sorridono allo schermo, poi tornano seri. Insomma, una gran rottura di palle, starli a guardare. I lavori di una volta, erano belli da stare a guardare. Gli operai che stendono l'asfalto, i muratori che impastano il cemento, gli impagliatori di sedie, gli impagliatori di animali, gli impagliatori di umani, i netturbini quando con il braccio meccanico sollevano la campana del vetro e la svuotano nel rimorchio, i contadini sui trattori, gli imbianchini, gli attacchini che attaccano i manifesti pubblicitari della Cedrata Clebbino, i lavavetri, l'omino che fila lo zucchero filato, gli idraulici quando tagliano un tubo con la pinza tagliatubi, i meccanici che smontano la coppa dell'olio, gli elettricisti che sbucciano i cavi, i panettieri che infornano il pane, le maestre che fanno il dettato, le commesse dei negozi quando fanno i pacchettini, i falegnami, i giardinieri. Invece questi lavori qua moderni dopo due minuti a guardarli ti annoi, non succede niente, vorresti cambiare canale ma non si può, questo mica è lavorare, questo non lo so cos'è, è farsi venire la faccia blu, è crepare. [#]
La statua dell'isola di Pasqua, il doverosissimo lego, l'orrida dentiera finta e le pinne degli squali: questo e altro su The greatest list of the coolest ice cubes around.
Dio solo sa se la mia schiena certe volte avrebbe bisogno di questo Arm Sleeper's Pillow, la classica idea talmente buona da essere praticamente ovvia. Dormitori sul fianco del mondo, unitevi.
Più o meno tutto quello che voglio da un nuvoloso tardo-pomeriggio di un dì di festa passato a sistemare (ancora) il posto dove a breve vivrò sono i sette minuti e cinquantaquattro di Angel Echoes di Four Tet remixata da Caribou (scoperta grazie a Umanuvem). Repeat.
So che Lost è finito da una settimana e ne avete/abbiamo parlato tutti troppo su ogni social network possibile, ma prima di essere drammaticamente fuori tempo massimo ecco un paio di video di segno opposto che sono riuscito a vedere solo ora.
Lost explained in 3 minutes with Post-it
Unanswered Lost questions
[Lo so che non è questo il punto, ma a vederle in fila paiono davvero un po' troppe, no?]
Bonus: if Lost was a point-and-click 1987 LucasArts computer game (via)
Erano mesi che sapevo che sarebbe arrivata, e anche se conosco Max piuttosto bene ero molto curioso di vedere cosa sarebbe venuto fuori nell'episodio di Pronti al Peggio dedicato a Max Collini, voce e parole degli Offlaga Disco Pax. I nostro è protagonista di un episodio della serie Fossifigo, i documentari dedicati al lavoro quotidiano dei musicisti indipendenti nostrani (che, come è noto, non riescono praticamente mai a campare di sola musica) che sono la punta di diamante della produzione dell'eccezionale WtebTv.
Ovviamente l'episodio dedicato a Max (che dismessi i panni dell'evengelizzatore neosensibilista fa l'agente immobiliare) è bellissimo, e rende davvero l'idea di cosa sia la persona dietro al personaggio, e di quanto possa essere naturale, ma anche difficilissimo, conciliare due anime apparentemente così diverse.
Qui sotto la prima parte, la seconda qui.
Perdonate se sono un po' latitante ultimamente, ma da queste parti c'è un sacco di carne al fuoco e si fa fatica a trovare tempo per il blog. New York mi lascia sempre un hangover emotivo che impiega settimane a scomparire (e una serie di deliri logistici che ci metto settimane a sbrogliare), e in mezzo ci sono stati alcuni eventi di una qualche importanza come la fine di Lost (non mi piaciuta) o la reunion dei Pavement (mi è piaciuta. molto), e oggi trasferta a Milano perchè uno degli autori di questo blog si sposa, con testimone un altro degli autori di questo blog e cerimonia celebrata da un altro ancora degli autori di questo blog (per la cronaca: nessuno dei tre sono io. e nessuno dei tre è un prete); vari altri dei nickname che vedete da queste parti saranno presenti tra gli astanti e due anche a mettere un po' di dischi durante i festeggiamenti (uno dei due sono io. e nessuno dei dischi è il Grease megamix, mamme e zie degli sposi avvisate). E poi è Estate, e appena si può si comincerà a fare rotta verso il mare in ogni momento disponibile. Peraltro, se vi è sfuggito, c'è in giro il radio-rip di The Suburbs, il nuovo singolo degli Arcade Fire. Chi ha voglia di stare qua ad aggiornare il blog?