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Woods – Bend beyond (Woodsist) |
Non ricordo chi era stato a dirmi che se un disco riesce ad accompagnarti per almeno due stagioni è già un gran disco, perchè contiene al suo interno una variabilità di atmosfere o di possibili letture che solo un'opera di un certo livello riesce a raggiungere compiutamente. Il nuovo disco dei Woods ha fatto da soundtrack alle tarde settimane della mia Estate, quando il folk rock di Cali in a cup illuminava le mattinate calde di una spensieratezza piacevolmente irresponsabile e la sua armonica odorava di anni '60 e coste del Pacifico dove non sono mai stato; ma poi è arrivato l'autunno, e poi l'inverno, e lì per me c'era la bella ballad It ain't easy, che dispensa una curiosa saggezza gattopardiana quando spiega che «Non è difficile dire che le cose non sono facili, mentre cerchi modi diversi per far sì che le cose rimangano le stesse». Parole sante.
MP3 Woods – Cali in a cup
MP3 Woods – It ain't easy
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White Rabbits – Milk famous (TBD) |
Non sapevo di esser così tanto fan degli Spoon finchè non sono arrivato a stilare questa top ten e ho scoperto che ci sono finiti ben due dischi che alla band di Britt Daniel sono legati a doppio filo. Se i Divine Fits, tre posizioni più avanti, vedono tra le proprio fila proprio il cantante della band newyorkese, i White Rabbits col terzo disco Milk Famous rilanciano forte e chiaro gli insegnamenti che il suddetto Daniel gli ha dato producendo il precedente It's frightening. Se lo vedi con malizia è quasi plagio, se invece te ne freghi sei portato a pensare quasi che gli allievi stiano arrivando a superare i maestri, con una costruzione delle canzoni attentissima e un talento per gli arrangiamenti incastrati e spezzati che non è da tutti. Il tocco c'è, la personalità arriverà (e speriamo che non rovini tutto). Per ora c'è un bel disco, e mi pare abbastanza.
MP3 White Rabbits – Heavy metal
MP3 White Rabbits – I'm not me
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Pinback – Information retrieved (Temporary residence) |
Vi ho detto già troppe volte quanto amo i Pinback e praticamente tutti i loro effetti collaterali che ormai in merito non so più cosa scrivere. Se non avete amato prima il loro indie matematico che deriva tanto dalle frequentazioni alternative che spesso hanno sfondato i confini del metal del chitarrista Rob Crow quanto al passato con gli indie heroes Three mile pilot (in cui milita anche Pall Jenkins dei Black Heart Procession) del bassista Zach Smith non comincerete ad amarlo con il disco che vede il loro ritorno sulle scene dopo 5 anni di pausa. Ma secondo me non sapete cosa vi perdete o non ci avete provato abbastanza, perchè ogni volta che spingo Play mi viene da pensare che di gruppi così unici in giro non se ne trovano quasi più.
MP3 Pinback – Sherman
MP3 Pinback – Proceed to memory
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Hot Chip – In our heads (Domino) |
L'avevo preso un po' sotto gamba, il quinto disco degli Hot Chip. Negli ultimi tempi Alexis Taylor e soci sembravano un po' appannati e fuori dal tempo, incapaci di mantenere quello che il loro capolavoro The Warning otto anni fa prometteva e sospesi in uno status di simpatici mestieranti del pastiche sonoro, capaci di scrivere pezzi killer ma incapaci di fare veramente un salto verso la serie A del pop elettronico.
Forse questo salto non l'hahno fatto e non lo farranno mai, ma probabilmente va bene così: il loro continuo provarci e il loro rimanere sempre un po' troppo sfigati è ormai parte del loro carattere e della loro musica. Il grande numero di suggestione e sfumature che riescono a regalare, unito a un indiscutibile talento per la melodia che molti gli invidiano, rimane a testimoniare che le carte ci sono tutte. La mano era buona ma alla fine forse la partita è persa: però ci siamo divertiti.
MP3 Hot Chip – Night and day
MP3 Hot Chip – Look at where we are
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Divine Fits – A thing called divine fits (Merge) |
La cosa chiamata Divine Fits è il supergruppo di Britt Daniel degli Spoon e Dan Boeckner degli Wolf Parade, e per uno strano miracolo riesce a essere un disco vero di una band vera che spesso finisce per essere milgiore della somma delle sue parti. Ti saresti aspettato un presuntuoso lavoretto di maniera da parte di musicisti stufi dei loro progetti principali, e invece ti ritrovi quello che probabilmente è il miglior disco indie-rock del 2012 (che, beninteso, non mi pare sia stato un anno esattamente memorabile per la cosa chiamata indie-rock). Un po' di chitarre, un po' di synth, due voci inconfondibili, linee di basso che spaccano e la sensazione che così tanto talento così ben utilizzato non lo si incontri tutti i giorni in giro. Una cosa chiamata gran disco.
MP3 Divine fits – Shivers
MP3 Divine fits – The Salton sea
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Jens Lekman – I know what love isn't (Secretly Canadian) |
Jens Lekman ormai è uno di famiglia. Non ha più niente da dimostrare eppure ogni volta ce lo dimostra, e disco dopo disco le sue storie si fanno più nitide e vere senza perdere un briciolo della dimensione naif che hanno sempre avuto. E' come se Lekman anno dopo anno non facesse che diventare sempre più se stesso, l'amico con cui vorresti bere una birra una volta a settimana solo per sentirlo ragionare sulla vita, l'amore e tutto il resto, oppure quello che ogni sei mesi si trasferisce in un continente diverso e che, anche se ti racconta ogni volta che ha finalmente trovato il posto per sè, sai bene che finirà per trovarsi sempre da capo. La grandeur pop e la cameretta. Alcuni dei migliori testi che si possano trovare nel pop di questi tempi. Il tentativo di cambiare tutto per poi ritrovarsi sempre lo stesso.
Oh Jens, oh Jens, your songs seem to look through a different lens.
MP3 Jens Lekman – I know what love isn't
MP3 Jens Lekman – Become someone else's
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Chelsea Wolfe – Unknown rooms, a collection of acoustic songs (Sargent House) |
Chelsea, con questo disco mi hai fulminato. Sei sicura che il sound gotico, rumoroso e marziale che normalmente fai («doom folk», l'hanno chiamato) sia veramente quello che fa per te? Perchè in questa raccolta di canzoni piccola piccola con un titolo che odora di opera minore, tiri fuori una classe inattesa e una penna di altissimo livello che nei tuoi dischi precedenti non si sentiva. Mi ricordi la PJ Harvey dolente di To bring you my love o di White chalk, la vedova disperata, l'amante abbandonata, la strega che vive nel deserto e vede presagi di sventura nei segni della natura. Con questi arrangiamenti classici che sembrano venire da un grammofono nell'altra stanza, hai trovato una dimensione sonora di una qualità che prima potevi solo sognarti e che ti mette al pari con i migliori nomi del cantautorato femminile di questi tempi. Me ne puoi fare altri, di dischi così?
MP3 Chelsea Wolfe – The way we used to
MP3 Chelsea Wolfe – Sunstorm
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Chromatics – Kill for love (Italians do it better) |
Qua non ho niente da aggiungere a quello che scrivevo a Giugno:
«I Chromatics li seguo da lontano da qualche anno, più o meno dai tempi di quel pezzone che era In the city, e sono da sempre il mio gruppo preferito della scuderia di quella etichetta col nome tutto sbagliato che si chiama Italians do it better. Sono un giro da un po' di anni e ultimamente hanno avuto anche un po' di visibilità per essere finiti nella soundtrack di Drive, ma è solo con l'ultimo disco che hanno trovato la quadra di un sound sfuggente che è contemporaneamente caldo e algido, maledetto e languido, metropolitano e desertico. La colonna sonora perfetta per un lungo viaggio notturno in macchina (il loro disco precedente si chiamava Night Drive), attraversando posti sconosciuti in cui non ti fermerai mai, con la mente che vaga verso il ricordo di qualche amore passato o di una storia senza speranza con una ragazza lontana. Elettronico e a volte quasi trip-hop, ma con abbondanti iniezioni si synth che profumano di certi anni '80 curiosamente eleganti, ma anche dello shoegaze meno rumoroso e di malinconico pop fumoso sempre un pochino fuori dal tempo, il sound dei Chromatics è nero e gravido di presagi, ed appartiene alla notte di chi è stanco ma non può e non vuole dormire, ed è crucciato da increspature di inquietudine che è sempre troppo definire dei tormenti.» [#]
MP3 Chromatics – The River
MP3 Chromatics – Into the black (Neil Young cover)
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Colapesce – Un mearviglioso declino (42 Records) |
Erano i primi gelidi mesi dell'anno, e ascoltavo Restiamo in casa in cuffia mentre tornavo a casa di notte camminando nelle vie del centro. Durante la Primavera La distruzione di un amore mi pareva una canzone all'incontrario con un titolo sagace tutto sbagliato. Ho aspettato l'Estate per poter mettere a ripetizione Oasi nell'autoradio nelle mattine in cui andavamo al mare. Cadevano le foglie e io passavo i miei weekend nei treni mentre Bogotà mi raccontava delle distanze nello spazio e nel tempo.
C'è tutto il mio anno nell'incredibile esordio di Colapesce, un disco quasi perfetto per un cantautore ispirato come non se ne sentono spesso nel nostro paese. Una scrittura incredibilmente matura, arrangiamenti pieni e curatissimi e una produzione eccezionale: un piccolo miracolo.
MP3 Colapesce – Restiamo in casa
MP3 Colapesce – Oasi
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TV Girl – The Wild, the Innocent, the TV Shuffle (Greadhead presents / autoprodotto) |
Scrivevo a Maggio:
»Per la loro prima fatica in full lenght, i Tv Girl da San Diego non usano il termine album, ma quello assai più insolito di «mixtape». Che c'entri il fatto che il disco fa un abbondante uso di campionamenti probabilmente illegali e che quindi non possa essere pubblicato ufficialmente (e infatti è in free download da qui) non appare poi così fondamentale. The Wild, The Innocent, The TV Shuffle è infatti una sequenza di pezzi pop abbastanza killer che frullano un gran numero di generi e ricordano contemporaneamente cose diversissime tra loro (Eels, The Go! Team e The Avalanches, ma io ci sento anche i Real Estate più orecchiabili e Casiotone for the painfully alone, o come dice Enzo il primo Jens Lekman), mischiando le carte esattamente come farebbe un buon nastrone. I miei pezzi preferiti sono il doo-wop due punto zero Misery, l'anthem un po' FM tardi '90 Loud and clear, che parte come una specie di Drinking In LA velocizzata cantata da Mr. E e alla fine diventa uno zapping radiofonico in battuta che ti venire voglia di ballare.»
Il mio disco dell'anno non è esattamente un disco, non è stato esattamente pubblicato, non appartiene a un genere preciso (neanche a due o a tre) e sono abbastanza sicuro che non comparirà nella classifica di fine anno di nessun altro. Come riassunto di questo 2012 completamente folle, quindi, è perfetto.
MP3 TV Girl – Misery
MP3 TV Girl – Loud and clear
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