Mentre negli USA esce il cofanetto definitivo di quella che il sottoscritto considera ancora una delle serie adolescenziali più intelligenti di tutti i tempi (che però esiste solo in formato Region 1, quindi impossibile da utilizzare nei lettori europei), la Garmin ha appena lanciato l'estensione per i suoi navigatori che ti legge le indicazioni stradali con l'ineffabile voce sarcastica (americana, ovviamente) di Miss Morgendoffer. Sono sicuro che Daria ne sarebbe entusiasta.
A Ballarò ieri sera c'era un Crozza in splendida forma.
[e come al solito noi ridiamo per non piangere]
Approfittando del dì di festa riesumo il monday gaming, ma solo per poi postare un giochillo di argomento lavorativo che racconta la scalata di un Corsporate climber dalle fogne alla vetta. Pixel delight.
Come dicevo qui non amo granchè le Vivian Girls ma ho un debole per la bassista Kickball Katy, che per osmosi si estende anche al suo progetto solista La Sera, e che è confermato dal video orrorifico e ironico del singolo Never come around.
So che c'è qualcosa di sbagliato in tutto questo. Ho l'impressione di essere contemporaneamente troppo snob, troppo vecchio e troppo smaliziato per cadere vittima degli ammiccamenti estetici e sonori dei Crystal Castles, eppure non riesco a non avere un debole per loro. Non è il tipo di disco che ascolto spesso, ma quando lo faccio la soddisfazione è tanta e il volume è alto.
Non so bene se sia il loro nichilismo pseudoadolescenziale da quattro soldi abbondantemente annaffiato da alcool e droghe e condito di collant strappati, stage diving, frangette spettinate, felpe col cappuccio calate sugli occhi, trucco sbaffato e subwoofer esplosi o se sia l'elettronica a 8 bit impazzita, lo screamo industriale, le allusioni post-rave, l'elettronica houseggiante che non stonerebbe come sigla di TRL e le inaspettate aperture cosmiche interrotte in egual misura da grida disperate, sussurri ammiccanti e voci distorte, ma nel loro mix c'è qualcosa di sbagliato che funziona. L'importante è essere consci dei propri limiti, e ammetterli serenamente.
I Crystal Castles hanno appena pubblicato un nuovo singolo (che è poi una cover) in cui alla voce c'è niente meno che Robert Smith, riesumato dalla tristezza della sua carriera degli ultimi 10 anni (in cui ha fatto assai poco di memorabile; ricordiamo che ha pure cantato in un disco dei Blink 182 e fatto una comparsata nell'unplugged dei Korn) per questa accoppiata inattesa ma perfetta, che è contemporaneamente il pezzo più pop di sempre per i Crystal Castles e quello più rilevante da anni per il cantante dei Cure. Sulla carta non gli avrei dato una lira, invece ora sono qui con il repeat. E' proprio vero che al cuore non si comanda.
[I Crystal Castles saranno il 9 Novembre all'Estragon per la loro unica data italiana]
MP3 Crystal Castles feat. Robert Smith – Not in love (Platinum blonde cover)
Non ne ho ancora letto da nessuna parte in giro, ma forse mi è solo sfuggito (ultimamente il tempo che passo su questo e sugli altri blog, come forse avrete notato, è inferiore a quello che dedico a fare colazione la mattina): il pezzo è così contagioso e il progetto così promettente che dubito non ne abbiano già parlato decine di blog.
Facendo finta che non sappiate di cosa sto parlando, direi che dovremmo davvero tenere d'occhio Gospel Music, ovvero Owen Holmes dei beneamati (e sottovalutati) Black Kids e un po' di amici (Tracyanne Campbell dei Camera Obscura, Darren Hayman, Cassie Ramone delle Vivian Girls, Soko Shirley Simms dei Magnetic Fields) che stanno per uscire con un EP su Fierce Panda e che, a giudicare dall'appiccicosissimo pop tra twee e '60s di Automobile ha tutte le carte per farci abbastanza secchi.
[Una spettacolare gallery di foto dal quartier generale della Lego a Billund, in Danimarca]
Che vi piaccia o che lo odiate, non si può dire che Vasco 'Le luci della centrale elettrica' Brondi non susciti forti emozioni. E che non abbia ormai una cifra stilistica distintiva (pure troppo) e inimitabile. Tanto che ora là fuori c'è pure il generatore auotmatico di frammenti vascobrondiani. Se fossi in lui io farei immediatamente una canzone interamente generata attraverso di esso.
(via)
[Mentre il disco nuovo Per ora noi la chiameremo felicità esce tra meno di un mese, e non sposterà di una virgola le opinioni dei cultori e dei detrattori del disco precedente (noi quindi continuiamo ad avere le stesse perplessità). Qua comunque c'è il video de primo singolo.]
Le abilità photoshoppistiche di Giudit (di cui già conosciamo le abilità illustrative) al servizio di un what if politicamente scorrettissimo applicato a Beth Ditto dei The Gossip e alla celeberrima foto che la ritrae ignuda per la copertina di un vecchio numero di NME. Le riflessioni sociologiche (sarebbe stata Beth Ditto la stessa icona alternativa se avesse avuto un po' di chili in meno?) le lasciamo a un'altra volta.
MP3 The Ting Tings – Standing in the way of control (The Gossip cover)
E’ ovvio: ridere per le definizioni, i disegni e la presenza dello Steve Urkel Ubergeek, del Glee geek e dei contrapposti Star Wars e Star Trek geek.
The Evolution of the geek, da Flowtown.
[Piccolo capolavoro dantesco a opera di Manu di Secondavisione. Clicca per ingrandire un po']
Da Cordialmente, Elio e le storie tese e Linus in stato di grazia, con «La classifica delle parole di senso compiuto che sembrano bestemmie ma non lo sono, da utilizzare nelle barzellette estreme per non urtare la sensibilità dell'elettore cattolico così importante in questa fase di cambiamento». Preparatevi a piangere dal ridere, e a vederlo su tutti i blog, i tumblr e gli account di Twitter e Facebook dell'universo.
Ieri sera negli States è andato in onda l'ultimo episodio della stagione, quindi pazientate per un ultimo post su Mad Men e poi per un po' su queste pagine non ne sentirete più parlare. Non resisto infatti dal postare la gallery di The Fab Life che mostra com'erano gli attori principali della serie anni prima di diventare famosi nelle loro versioni anni '60; da un lato con alcuni è inevitabile farsi quattro risate, dall'altro è rincuorante vedere che il tempo democraticamente dà (o toglie) un po' a tutti. (via)
Banksy aggiorna la copertina di London Calling agli anni 2000.
(via)
Non so quasi niente di James Blake (mentre forse dovrei, visto che in veste di produttore tendenzialmente di area dubstep sta riscuotendo un sacco di consensi), ma la sua cover di Limit to your love, classico minore di Feist che non avevo mai cagato granché, è una meraviglia soul che dà dipendenza e che da una settimana non posso ascoltare meno di 5 o 6 volte al giorno. Provate anche voi.