Cosa avrai da raccontare, di questo autunno? Pensi davvero che a qualcuno interessi del corso che hai cominciato a frequentare, delle cene luculliane con gli amici, dell'umor tetro a causa del tempo e dei concerti imperdibili che si susseguono uno dopo l'altro e di cui non hai mai davvero il tempo di parlare? Ci mettiamo una pietra sopra e facciamo parlare il nastrone stagionale, che raccoglie con una logica spesso volutamente incomprensibile molti dei pezzi che ho ascoltato di più negli ultimi mesi.
Come lo scorso inverno e la scorsa primavera, il nastrone è scaricabile traccia per traccia o in un pratico zippone iPod friendly provvisto di copertina; inoltre, carico del server permettendo, le tracce sono anche ascoltabili online grazie al player di fianco a ciascuna di esse (che poi procede in sequenza con il resto della playlist). Buon ascolto.
MP3 01. Jamaica – Short and entertaining
Il plagio è una brutta cosa, si sa. E se io fossi nei Phoenix, a questi Jamaica (loro connazionali, tra l'altro) quasi quasi gli farei causa per plagio. E chissà, forse a un certo punto i Phoenix volevano anche farlo, tanto il loro sound è identico alla band di Thomas Mars: poi hanno sentito questo pezzo, si sono messi a ballare e se ne sono dimenticati.
MP3 02. Ra Ra Riot – Boy
La prima volta che l'ho messa in pista, nel giro dei suoi tre minuti tre persone sono venute a chiedermi cosa fosse. Una persona al minuto non capita così spesso, soprattutto con i pezzi indie-pop. Il piccolo anthem della stagione, per una band sempre troppo sottovalutata.
MP3 03. Crocodiles – Mirrors
Ed ecco altri che copiano a destra e a manca, e che se col disco d'esordio hanno sparato due singoloni che erano puri Jesus and Mary Chain, col pezzo che apre il secondo disco siamo più dalle parti dei New Order meno elettronici. (Quasi) nessuno inventa più niente, ma alcuni copiano meglio degli altri.
MP3 04. Summer Camp – Round the moon
E dalle parti dei New Order si muovono anche i Summer Camp, una di quelle band che non si sa perché ti colpiscono al primo ascolto (era Agosto, ricordate?). Allora profetizzavo che ce li saremmo subito dimenticati, però io sono ancora qui che spingo Play.
MP3 05. Deerhunter – Helicopter (Diplo & Lunice remix)
E' abbastanza risaputo: è molto raro che i remix di un pezzo indie-rock riescano davvero ad avere un senso e una compiutezza. Questo remix di DIplo e Lunice riesce forse addirittura a essere migliore del pezzo originale, e visto che stiamo parlando del primo singolo di uno dei dischi dell'anno, la cosa è praticamente un miracolo.
MP3 06. Sufjan Stevens – I walked
Non sono mai stato fanatico di Sufjan Stevens, e ne ho sempre ammirato il talento rimanendo spesso perplesso per molte delle sue scelte discografiche. La svolta elettronica del nuovo disco non è una di queste: il disco intero è eccessivo e spesso volutamente sfuggente, ma finché contiene pezzi come questo (che sembra una cosa della Morr di 6 o 7 anni fa; una gran bella cosa della Morr) per me può fare quel che vuole.
MP3 07. Comet gain – I never happened
Quanto ci piacciono le band uncool, quelle dopo un po' di anni sono ancora lì che pubblicano 7 pollici, che quasi hanno inventato un sound e che non raccolgono un decimo del riconoscimento che meritano mentre intorno a loro giovani band di Brooklyn o di Brixton con mezzo singolo fuori ottengono tutta l'attenzioni di giornali e webzine. Lunga vita ai Comet Gain, che mi sa tanto che stanno addirittura migliorando col tempo.
MP3 08. Holy Fuck – Red lights
Meglio di Atlas dei Battles? Lo sai che mi sa di sì?
MP3 09. Crystal Castles feat Robert Smith – Not in love (Platinum Blonde cover)
Il loro live della settimana scorsa è stato un'esperienza (sotto molti punti di vista; per ultimo, probabilmente, quello strettamente musicale), esperienza che come prevedibile non ha coinvolto il leader dei Cure né la cover dei Platinum Blonde che hanno appena inciso. Il resto di quello che penso lo sapete già.
MP3 10. Beach Fossils – Golden Age
Ah, l'indiepop: non cambia mai e quindi non smette mai di piacerci. Prendi una piccola melodia memorabile, mettigli un riverbero, una voce annoiata, una chitarra storta e una batteria elementare: non serve di più. Tra tante band che lo fanno, però, solo alcune lo fanno bene, e i Beach Fossils sono tra questi. Venerdì in concerto al Covo
MP3 11. The boy least likely to – A fairytale ending
Non se li ricorda già più nessuno i The boy least likely to, ed è un vero peccato perché il loro pop cristallino dall'immaginario infantile non cessa di essere originale e di avere molta più personalità di seicento nuove band riverberate messe insieme. Questa viene da un EP di qualche mese fa, e mi piace un sacco.
MP3 12. The Divine Comedy – Neapolitan girl
Neil Hannon porta la sua Divina Commedia a fare un viaggio in Italia, che come da copione è ferma all'immaginario lirico e musicale di qualche decennio fa e probabilmente, visto come vanno le cose in questi anni, dobbiamo solo ringraziare, La sua ragazza napoletana è decisamente macchiettistica. ma si fa comunque amare.
MP3 13. Belle & Sebastian – I want the world to stop
Temo di non poter non pensare che il loro ultimo disco sia un mezzo passo falso (più di quasi tutti i precedenti, temo), ed è una cosa che a noialtri fà un po' male al cuore. Il singolo è una meraviglia, ma non basta, anche se forse è uno dei loro pezzi migliori di sempre.
MP3 14. Jaill – The stroller
Non li ho inquadrati benissimo, i Jaill, una delle ultime scoperte di mamma Sub Pop che si fa un po' fatica a categorizzare (in certi momenti sembrano Why?, in altri i REM) ma che si fanno ascoltare assai spesso e volentieri. Mentre mi faccio un'idea, dopo mesi continuano a non abbandonare il lettore.
MP3 15. James Blake – Limit to your love (Feist cover)
Prendi un pezzo non troppo noto di una cantautrice pop canadese, trasformalo in un prodigio soul fatto più di vuoti che di pieni, producilo da Dio e mandalo in giro per la rete: il risultato è wow. Like a water falling slow motion.
MP3 16. The Strokes – I'll try anything once
Quante sono le decisioni fondamentali che danno forma alla tua vita? E di quante ti rendi veramente conto? Non ho ancora una risposta alle domande che mi facevo qualche mese fa, ma anche se Somewhere della Coppola sembra già roba dell'anno scorso, il demo degli Strokes che gli faceva da colonna sonora è evidentemente qui per restare.
MP3 17. Stars – Changes
Certi vecchi amori non si scordano mai, e anche se gli Stars un disco bello come Set yourself on fire non lo faranno più, qualche soddisfazione ogni tanto ce la riservano ancora. Come in questa ballad dall'andamento malinconico e dalla a struttura classica, che si muove sapientemente al confine col melenso senza superarlo mai. Siamo esigenti: ci vuole una certa classe per spezzarci il cuore.
MP3 18. Sharon Van Etten – A crime
Non provate a paragonarla a Cat Power (a certe folksinger di un tempo, semmai), ma la cantautrice di Brooklyn le carte per diventare la Chan Marshall degli anni zero le ha tutte (e vista dal vivo mesi fa è assai meno bizzosa ma non meno talentuosa). Bastano la voce e una chitarra, e un testo da brividi.
MP3 19. S Carey – In the dirt
I Bon Iver non sono solo Justin Vernon: e mentre lui tira sempre di più la corda cantando nei dischi di chiunque, il suo socio Sean Carey rimane sul sound del progetto principale, diluendolo e riverberandolo ulteriormente. Giudicate voi se funziona.
MP3 20. Menomena – Queen black acid
In questi tempi veloci alle piccole grandi band ci abituiamo in un minuto, e quando sfornano un disco nuovo gli diamo appena due ascolti perché ci sembra tutto già sentito. Col rischio di perdere perle come questa, che ha un intreccio di basso, batteria e chitarra che mi manda fuori di testa.
MP3 21. Porcelain raft – Tip of your tongue
Italiani alla conquista del mondo: la scoperta più recente di blog e siti d'oltreoceano è Mauro Remiddi, che -partito da Roma- dalla sua cameretta di Londra ha tirato fuori un malinconico bedroom-pop riverberato che lascia subito il segno. Bravo.
MP3 22. Sam Amidon – Walking on sunshine (Katrina and the waves cover)
Vedo questa canzone come uno strappo nel tessuto spazio-temporale: è come se Nick Drake avesse scelto il pop invece del suicidio, e fosse finito a suonare davanti a pochi amici cover di pessime hit anni '80 sulla veranda del suo ranch nel Midwest.
MP3 23. Massimo volume – Le nostre ore contate
La miglior canzone del miglior disco italiano del'anno sembra una canzone d'amore, di quelle che descrivono le grandi storie d'amore che non finiscono mai. Quando scopri che parla di Manuel Agnelli il cambio di prospettiva è vertiginoso e a suo modo, forse, ancora più affascinante.
MP3 24. The Lucksmiths – Get-to-bed Birds
Il nastrone finisce come la carriera dei Lucksmiths, che a sua volta finisce come certe nottate interminabili in cui rientri all'alba e, sulla porta di casa, riconosci il suono dei primi uccelli che cantano. E anche se la festa è finita non riesci a trattenere un sorriso.
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