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lunedì, 24/01/2011

La torta è sempre buona

Forse avrete letto che la settimana scorsa è uscito un nuovo disco dei Cake (sì, quelli della cover di I will survive, quelli di Never There, quelli di Short Skirt / Long Jacket, diventata poi la sigla di Chuck),  e forse avrete anche letto che ha inaspettatamente esordito al numero uno della classifica americana, e l'ha fatto vendendo meno di qualunque altro disco nella storia (non saprei spiegare esattamente il perché, ma la cosa sembra in qualche modo splendidamente appropriata). 

 

Showroom of compassion è lontano dall'essere un disco perfetto, ma lo sto ascoltando un sacco e mi piace. Durante il secondo anno di vita di questo blog, più o meno sei anni fa, avevo scritto un post su di loro; quello che penso non è cambiato minimamente, quindi lo copioincollo senza cambiare una virgola:

 

La torta? E’ buona

Dai Cake io non chiedo altro che facciano sempre lo stesso disco; loro, di solito, mi accontentano. So che là fuori c’è un sacco di gente a cui non stanno particolarmente simpatici; un po’ lo capisco, sono talmente -spudoratamente- pop, talmente fedeli a un’estetica da qualche parte tra l’FM americana, Mtv, e l’alternative anni ’90, con in mezzo una spruzzata di funk e un pizzico di indie, che possono facilmente sembrare ruffiani o, al meglio, una band senza nulla da dire. Se non hanno niente da dire, però, lo fanno con personalità da vendere, prendendosi così poco sul serio (e -cosa rara- senza scomporsi) da sembrare molto più autentici e credibili di un sacco di gruppi più blasonati.

Io, da parte mia, li ho adorati dal primo momento, da quando su Suoni e Ultrasuoni passava in heavy rotationThe distance, e le cover pressochè perfette di I will survive e Perhaps perhpas perhaps mi hanno portato a procurarmi il loro capolavoro Fashion Nugget per poi scoprire anche altri pezzi brillanti come Frank SinatraDaria (!) e Italian leather sofa. Per non parlare del piacere che ho avuto anni dopo, nello scoprire -imbattendomi in Never there in un nastrone- che era uscito un nuovo disco, Prolonging the magic, seguito a ruota da Comfort Eagle con l’ottima Short skirt/Long Jacket (chissà se qualcuno si ricorda il video). 

Il loro ultimo disco, Pressure Chief, è uscito da poco, ed è uguale a tutti gli altri; di conseguenza è splendido. C’è il ritornello di No phone che si incolla in testa e non se ne va più, c’è Take it all away che forse è malinconica o forse no, e c’è lo pseudo country gioioso di The end of the movie che in 2 minuti snocciola una perla d saggezza spicciola mica da poco. Soprattutto, in realtà, la Torta ha una personalità che è come un marchio di fabbrica, che conferisce a canzoni di 3 minuti quello che ogni vero pezzo pop dovrebbe avere: il gusto. La torta? E’ buona.

 

MP3  Cake – Moustache man (Wasted)

MP3  Cake – Got to move

 

venerdì, 21/01/2011

Il vostro videoclip preferito per le prossime 3 ore

Non so assolutamente chi siano gli Eskmo e ogni volta che sento nominare la Ninja Tune re-imparo che non ha chiuso 10 anni fa come pensavo, però questo video (una specie di Star Guitar costruito su un video di 22 secondo di istockphoto) è una figata.

 

giovedì, 20/01/2011

In tema col clima: Best snowman ever

[via]

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giovedì, 20/01/2011

Hipster Superheroes Are Super-Irritating

[grazie a Cabal]

mercoledì, 19/01/2011

A day in the future

I awake in bed. I’m warm and safe, like every morning. Outside it is twenty below zero, but from inside my home winter seems far away.

As I rise and stretch, I notice I’m sore. Not from tending the fields though. I have no fields. Some unseen person does all the field-tending for me. Sometimes I forget that there’s any field-tending going on at all.

I buy all my food — I wouldn’t know how to grow it or hunt it. Three or four hours’ pay gets me a week’s worth. It’s a pretty good arrangement. I’m thirty years old and I’ve never gone a day without food.

My soreness is actually from my leisure time, not work. I spent yesterday sliding down a snow-covered slope with a board attached to my feet. After that I was pretty worn out, so I went to a friend’s house, drank beer that was wheeled in from Mexico by another person I never met, and watched a sporting event as it unfolded in Philadelphia.

I don’t live in Philadelphia, but my friend has a machine that lets us see what’s happening there. I have one too. Almost everyone does.

The sun won’t rise for another hour, but I don’t need to light a fire or candles. I have artificial ones, mounted on the ceiling. Hit a tiny switch and I can see everything, any time of day. [#]

Continua qui, e un po' fa pensare.

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mercoledì, 19/01/2011

Se volete farmi un regalo

[Brick your iPhone]

martedì, 18/01/2011

La cicala e la formica reloaded

[da Saturday Morning Breakfast Cereal]

lunedì, 17/01/2011

Lost in translation

Non so esattamente perché, ma mi fa sempre un po' strano quando mi imbatto in un musicista italiano che prende una nota canzone inglese o americana e ne realizza una versione italiana in modo fedele e molto letterale.

Negli ultimi giorni la cosa mi è capitata due volte: con il disco d'esordio di Lavinia!, giovanissima cantautrice friulana al debutto per Matteite Records, che contiene al suo interno una cover fedelmente tradotta del classicone Anyone else but you dei Moldy Peaches (furbescamente reintitolata Juno) e con la nuova fatica degli Egokid, che escono in questi giorni con il nuovo disco Ecce homo che osa mettersi alle prese con l'intoccabile Girls & Boys dei Blur trasformandola ovviamente in Ragazzi + ragazze.

Anche a voi fa lo stesso effetto straniante sentir cantare Amante part-time / Amico a tempo pieno o La strada è una giungla / Dov'è la polizia? con musica e arrangiamento identici ai pezzi originali, o è un problema solo mio? Si può (anzi, si deve!) toccare anche l'intoccabile o certi pezzi se non si ha una chiave nuova per leggerli è meglio lasciarli stare?

 

 

MP3  Lavinia! – Juno (The Moldy Peaches – Anyone else but you cover)

 

MP3  Egokid – Ragazzi + ragazze (Blur – Girls & Boys cover)

sabato, 15/01/2011

Hipster Shore

GENIO!

So we're in this house and we're supposed to be making friends…but…that's so unoriginal.

[via]

 

| # | arbiter elegantiarum, hipsteria, indie-gestione | I Commenti sono chiusi

venerdì, 14/01/2011

Dance dance dance

E' venerdì e io non ho voglia di trovare niente di intelligente da postare (come se invece di solito..), quindi approfittando del weekend incipiente metto un po' di musica da ballo. Via la scrivania, spazio alle strobo, fate scendere la mirrorball e accendete le mattonelle del pavimento stile Studio 54:

 

 

Gli Holy Ghost vengono da Broolkyn, hanno remixato mezzo mondo, e incidono per la DFA. Dopo una marea di singoli (l'ultimo è qua sotto: synth kraftwerkiani e arpeggiator balearici) ad Aprile arriva finalmente il loro LP d'esordio. 

 

MP3  Holy Ghost – Do it again

 

 

 

Ancora synth kraftwerkiani (Trans-Europe Express, anyone?) e ancora DFA, che per il singolo degli Shit Robot cala l'asso di briscola del leader degli LCD Soundsystem. [bel video, tra l'altro]

 

MP3  Shit Robot feat. James Murphy – Tuff enuff

 

 

 

Va bene, lo ammetto: sono un tipo un po' monotematico, e le produzioni della DFA mi conquistano quasi sempre. Ad esempio come fai a resistere al piccolo anthem italo-disco dei Discodeine per il quale presta la voce nientemeno che sua maestà Jarvis Cocker dei Pulp? Heavy repeat, e atmosfera da Vacanze di Natale, quello originale. [anche qui bel video]

 

MP3  Discodeine feat. Jarvis Cocker – Synchronize

 

 

 

La giunonica vocalist dei The Gossip lascia le chitarre e si immerge ancor di più nel luccicante mondo dello showbiz che come è noto ultimamente le piace assai, pubblicando un EP solista di pop elettronico danzereccio e gommoso prodotto dai Simian Mobile Disco. Tutta gente che sa il fatto suo; ed esce fuori una cosa tipo Robyn, ma un po' più di plastica. Se vi piace il genere..

 

MP3  Beth Ditto – Do you need someone

giovedì, 13/01/2011

Dexter’s victims

L'infografica della settimana è il bellissimo riassunto di tutte le vittime di Dexter.
Clicca per ingrandire, ma se non sei in pari con gli USA occhio che è tutta uno spoiler..
[via]

 

giovedì, 13/01/2011

Mi ha fatto ridere

[via]

| # | futile e disdicevole | I Commenti sono chiusi

mercoledì, 12/01/2011

Questo è punk

E se non lo capite, mi sa che non avete capito niente del punk.

 

 

[via]

mercoledì, 12/01/2011

Lele Mora for Alfonso Luigi Marra

 

Specchio specchio delle loro brame, di' pure a costoro che ciò che riguarda Marra è sempre la cosa più brutta del reame! Non sono un critico [sic] , ma Il labirinto femminile è il libro più straordinario che ho [sic] mai letto, e allora mi sono offerto per un euro [GENIO!] di rompere io il silenzio assordante di quelli che dovevano parlare, ma credo temano causi (?) gli attesi cambiamenti. Leggilo! E' davvero bellissimo.

 

[la campagna pubblicitaria di questo libro è talmente geniale che mi stanno quasi facendo venire voglia di leggerlo]

lunedì, 10/01/2011

Direzioni diverse?

Leggete questo passaggio, che parla de Il Teatro degli orrori:

Le opere d'arte di valore non sono effimere, hanno una durata. Non a caso due brani di A sangue freddo sono tra i più trasmessi (nell'ambito degli indipendenti) dalle oltre trecento del circuito web. Il più tramesso in assoluto è il loro A sangue freddo, proprio il brano che dà titolo all'album intero, dedicato a uno degli eroi dei nostri tempi, Ken Saro-Wiwa, scrittore e attivista nigeriano, difensore dei diritti della sua terra, di cui è da poco uscito il diario di prigionia (Un mese  e un giorno, B. C. Dalai). Così veniamo al punto: Pierpaolo Capovilla e soci non fanno canzonette, ma affrontano di petto la vita, con tutti i suoi spigoli, le sue insensatezze, le sue infinite ipocrisie. Nei loro accuratissimi testi – fra i migliori nel panorama del cantautorato italiano – trovano voce sia le questioni personali ed esistenziali (la solitudine, l'amore, la paura), sia quelle sociali (terzo mondo, catastrofi naturali, povertà). Privato e pubblico, intrecciati fra loro: si parla tanto di amore, cercato, perduto, desiderato, e al tempo stesso si chiama in causa Dio o si denunciano le spine dei nostri giorni.

Oltre alla già citata A sangue freddo, ricordiamo un Padre nostro violento, duro, ma a nostro avviso non blasfemo, in cui si invoca Dio di liberarci dalla malinconia, ma anche dal malaugurio, dai maldicenti, dagli ignoranti, dai terremoti, dalla fame. Un grido disperato, segno di sensibilità, di un dialogo comunque non interrotto, e infinatemente meglio dell'indifferenza, della superficialità o dell'apatia.

Da dove verrà? Rumore? XL? Sentire Ascoltare?

No: Famiglia Cristiana.

[via]

 

 

MP3  Il Teatro degli Orrori – Direzioni diverse

venerdì, 07/01/2011

Il tempo che passa si vede anche dai caschi dei Daft Punk

[Clicca per ingrandire. La fonte è il forum di TheDaftClub, via Gizmodo. Tron non l'ho ancora visto ma tanto dicono tutti che fa un po' schifo. La colonna sonora invece l'ho sentita, e il mio giudizio è eloquentemente riassumibile in «Meh»]

giovedì, 06/01/2011

Dawson Leery, asshole for hire

James Van der Beek is my co-pilot. Pensavamo si sarebbe fermato alle GIF animate di JamesVanDerMemes.Com (la risposta al suo celeberissimo Crying Dawson, presentata qui), e invece lui giorno dopo giorno continua a rilanciare. Presidente di Internet della settimana?

lunedì, 03/01/2011

All the single digits

Che Spencer Tweedy, il figlio quindicenne di Jeff Tweedy dei Wilco, abbia dei geni buoni lo sapevamo già da quando 2 anni fa suonò la batteria nella band del padre al Madison Square Garden, e lo sa anche chiunque legga il suo blog. Ce ne fossero in giro, di ragazzini già così in gamba.

A me, ad esempio, ha divertito un sacco la storia di Single digits

 

A few weeks ago, my alge­bra class was assigned a project called “Math­e­matic Karaoke,” for which were told to pick a song, make it about num­bers (and stuff), and record our­selves singing it. The class imme­di­ately burst into excla­ma­tion: “I’m gonna do Eminem!” chirped one, “I’m gonna do Soulja Boy,” another. So it only seemed to appro­pri­ate to fol­low along the pop-stream cri­te­ria, with Ms. Bey­oncé Knowles. Of course, Sin­gle Ladies was my tune of choice.

My mom actu­ally gave me the ini­tially idea of Sin­gle Dig­its – after that, it was cake. Once I started record­ing, auto-tune worked its way in, and the rest was his­tory. Enjoy.

 

 

All the sin­gle dig­its
All the sin­gle dig­its
Now put your hands up

Five on your left and
Five on your right and
Ten on your lit­tle bitty toes
Add ‘em all together and
Whad­dya know, you got
Twenty dig­its right on the nose

Up in your grill
Ready to thrill
These num­bers gonna be your best friend
Plug them in
Addi­tion
Now you really graphing

Cause if you like it then you shoulda put a line on it
If you like it then you shoulda put a line on it
You can’t have a sys­tem if there is no line on it
Cause if you like it then you shoulda put a line on it

Whoa-oa-oa [#]

 

MP3  Spencer Tweedy – Single digits (Beyonce cover)

 

 

[peraltro, a suo tempo di Single Ladies ne fece una specie di versione spoken anche il padre]

| # | indie-gestione, suoni | I Commenti sono chiusi

sabato, 01/01/2011

I propositi per l’anno nuovo delle industrie dell’IT

[da The joy of tech]

| # | comic, oh my geekness | I Commenti sono chiusi

giovedì, 30/12/2010

You and your chorus really got me

Una delle cose più belle successe nel mio recente viaggio a Londra è stato il concerto di Ray Davies alla Royal Festival Hall, in cui il leader dei Kinks ha suonato molti pezzi della sua vecchia band insieme a un coro di una quarantina di elementi, all'interno del bel teatro ai piedi dello stesso Waterloo Bridge su cui 43 anni fa è nata Waterloo Sunset. Poteva essere un bagno di sangue di kitsch e vecchiaia, invece la combinazione ha retto egregiamente e, seppur trasformati, i grandi singoli della band hanno mantenuto il tiro e l'impatto che li ha ormai resi immortali. Qua sotto un assaggio, con You really got me ripresa da me medesimo e dal mio telefono (si vede poco ma si sente benino). Qua invece c'è Sunny Afternoon, ripresa da un tizio a lato che stava un po' più vicino di me. Ho poi scoperto che l'anno scorso è uscito un intero disco di queste versioni; per i miei gusti mi sa che è un po' troppo, ma magari a voi piace. In ogni caso è perfetto per le feste.

 

 

 

MP3  Ray Davies and the Crouch End Festival Chorus – You really got me