Non scrivo spesso di musica ultimamente, ve ne sarete accorti (ok, non scrivo spesso tout-court, è vero. non so bene perchè): non ho quasi mai il tempo e la voglia di mettermi a scrivere cose lunghe e articolate, e rinuncio quasi subito anche alle segnalazioni veloci perchè là fuori ci sono ormai talmente tanti siti e blog che fanno la stessa cosa che finirei quasi sempre per arrivare dopo la puzza. Fanno eccezione i dischi dell'anno (ma non ne esce più di uno ogni tre-quattro mesi, ad accorgersene), le produzioni locali, e i dischi belli di cui nessuno parla.
Succede, ogni tanto. Tutto è davvero troppo veloce di questi tempi, i dischi si bruciano a una tale velocità che quando arriva la data d'uscita sono già vecchi, quindi imbattersi in qualcosa di relativamente oscuro, godibile e restìo ad abbandonare la pila dei dischi in ascolto sotto il peso delle continue nuove uscite è un piccolo miracolo che va celebrato. Ed è quello che merita Gold in the shadows di William Fitzimmons, che da queste parti non abbandona il lettore da mesi e si è dimostrata un'opera migliore di quelle di tanti nomi ben più hype e blasonati nel fornire la soundtrack perfetta a certe mattine nuvolose o a certe serate particolarmente mogie. Dalla sua pagina wikipedia vedo che è in giro da parecchio e che negli States ha anche una certa visibilità; io invece l'ho sentito nominare per la prima volta un paio di anni fa, grazie a un breve tour italiano (che ho perso) e alla bella cover di Heartless di Kanye West che non so chi aveva postato in rete. Gold in the shadows è un disco di sommesso e garbato cantautorato barbuto appena sporcato di folk, di quelli che non mirano a cambiarti la giornata e forse neanche l'umore, ma che al momento giusto riescono a essere semplicemente perfetti. In punta di piedi e senza compromessi, anche a costo di far parlare di sè.
MP3 William Fitzsimmons – The tide pulls from the moon
MP3 William Fitzsimmons – Heartless (Kanye West cover)