Oggi
Scusatemi, ma non bloggo.
Orpo
Il contatore di Splinder ha segnato (e ampiamente superato) i 10.000 accessi e io non ho neanche festeggiato.
Diavolo e acqua santa
Pare che ai Gesuiti piaccia Nick Cave. La rivista La Civiltà cattolica ha infatti dedicato al cantautore australiano un articolo di ben 13 pagine (purtroppo non online. Bella una simile apertura mentale, ma sono dubbioso: probabilmente non hanno ben presente Big Jesus Trash Can, non hanno inteso il senso ironico di God is in the house e non hanno letto il bellissimo saggio The flesh made word, che più di un cattolico troverebbe eretico.
Mi sa che la polizia inglese c’ha un po’ preso la mano
Dopo Pete Townshend, anche 3D dei Massive Attack è indagato per pedopornografia.
Mi aggrego?
Ho accettato l’invito di Giuseppe ‘Guru’ Granieri a partecipare al Blog Aggregator.
L’unione fa la forza, come si suol dire. Se è semantica, poi, è pure meglio.
Un terrorista è tale solo dopo aver commesso un atto di terrorismo
Una lettera di Terry Jones dei Monty Python all’Observer sulla politica di Bush nei confronti dell’Iraq. Un passaggio (tra i più seri, tra l’altro) inattaccabile:
Mr Bush’s long-term aim is to make the world a safer place by eliminating ‘rogue states’ and ‘terrorism’. It’s such a clever long-term aim because how can you ever know when you’ve achieved it? How will Mr Bush know when he’s wiped out all terrorists? When every single terrorist is dead? But then a terrorist is only a terrorist once he’s committed an act of terror. What about would-be terrorists? These are the ones you really want to eliminate, since most of the known terrorists, being suicide bombers, have already eliminated themselves.
Perhaps Mr Bush needs to wipe out everyone who could possibly be a future terrorist? Maybe he can’t be sure he’s achieved his objective until every Muslim fundamentalist is dead? But then some moderate Muslims might convert to fundamentalism. Maybe the only really safe thing to do would be for Mr Bush to eliminate all Muslims?
Il tuo minuto di celebrità
Vi sarà, magari, capitato di imbattervi nell’ultimo video dei Red Hot Chili Peppers, Can’t stop. Che musicalmente i Red Hot non siano più quelli di una volta è noto da tempo; per quanto riguarda i video, invece, ogni tanto hanno qualche buona idea. In questo caso, poi, l’idea è pure artistica: il gruppo ha infatti deciso di omaggiare con il suo video lo scultore austriaco Erwin Wurm.
Erwin Wurm è famoso per le One Minute sculputure, una via di mezzo tra sculture e performance, che hanno come caratteristica fondamentale la precarietà, e che esistono quindi solo per pochi secondi, durante i quali vengono immortalate. Le One minute Sculpture vedono come protagonisti gente comune cui l’artista ha fatto fare cose non comuni, come infilarsi matite nel naso, secchi o sacchetti in testa o come stare in equilibrio in punti instabili. Precarietà e disagio, quindi, ma soprattutto ironia: Wurm è infatti uno di quegli artsti per cui l’arte è, innanzi tutto, gioco, e deve prima di tutto colpire e provocare col sorriso sulle labbra.
Wurm purtroppo non ha una home page. Alcune sue opere possono comunque essere viste qui e qui.
Ma Risiko è meglio
No, non è un post sull’Iraq.
Succede che una sera vai a cena da un amico e qualche ora dopo, gonfio di panzerotti e gattò, spunta l’idea di fare una partita a Risiko. Ma non a quello normale, bensì Risko più. Storci il naso ed esterni il tuo disappunto, ma questo passa il convento e bisogna accontentarsi. Osservi il bizzarro tabellone, che in questa versione non sfoggia il familiare planisfero amato da grandi e piccini ma una cartina dell’Europa in un momento non ben definito tra ‘800 e ‘900, con Impero Austro-Ungarico, Impero Ottomano e così via. Impari le regole e sei pronto a giocare.
Ma non sei concentrato: ci sono troppe inesattezze. Ok che anche il Risiko classico ha più di un errore, che probabilmente la Cita neanche esiste e che la cartina è tutta sbagliata, ma quelle sono cose che scopri solo dopo è ormai diventato parte del tuo DNA. In questo caso è diverso.
C’è qualcosa che non va nel rappresentare una guerra tra gli imperi di inizio ‘900 con i classici carri armati. I primi prototipi sono stati prodotti nel 1914, ma nella prima guerra mondiale se ne sono usati ben pochi. Ed è inutile dire che dopo la prima guerra mondiale l’Impero Austro-Ungarico non c’era più.
E che dire della cartina? Che dire del fatto che la Grecia, la Bulgaria e la Romania non facevano parte dell’Impero Ottomano, che la Finlandia faceva invece parte dell’Impero Russo e che l’Italia durante la guerra era tutt’altro che indipendente e pronta ad essere invasa?
E potresti continuare, visto che hai tutto il resto della serata per fare osservazioni. Perchè dopo neanche mezz’ora il tuo impero austro-ungarico viene invaso dai Turchi e Vienna viene espugnata da una manciata di carri armati a causa della tua sfiga ai dadi.. Cose simili a Risiko non succedevano.
[Il sito ufficiale di Risiko è qui. E’ davvero ben fatto, con tanto di strategie, regolamenti alternativi e tornei. E ho pure scoperto che è uscito Risiko Digital, il gioco per pc, che si può anche giocare online. Ci fosse stato quand’ero ragazzino…]
Ogni promessa..
Ho seguito la segnalazione di EmmeBi e ho visitato Promesso!, sito dedicato a segnalare se le promesse fatte ai media da personaggi più o meno celebri sono state mantenute. Grazie al promessometro ho scoperto che, com’era del resto prevedibile, i meno affidabili sono i politici e gli sportivi, ho letto l’ultima ridicola promessa di Bossi e la concentrazione di promesse «globali» nello speciale sull’Iraq. Merita una navigata approfondita, secondo me.
Quando si dice tirar fuori le unghie
E’ tutto il giorno che che ascolto You had time di Ani Di Franco. Canzone di bellezza impagabile. Cercando il testo sono anche ricapitato su questo bel sito gestito da Annalisa, dove ho finalmente scoperto come fa la cantautrice di Buffalo a tirar fuori quei suoni dalla chitarra: unghie finte, nastro isolante e tante ore di esercizio. Qui le spiegazioni precise.
Stuck by this river
Ieri sera ho finalmente travato il coraggio di vedere La Stanza del Figlio di Moretti. Sono ancora tramortito.
Dovevano essere ladri golosi
Rubare caramelle? Non è più solo un modo di dire…
Ok che i Grammy Awards non valgono granchè
Ma Norah Jones stravince, conquistando i premi per il disco dell’anno, la canzone dell’anno e la rivelazione dell’anno. Non che mi aspettassi li vincesse qualcuno di qualità, ma è triste vedere come sia il solito disco fatto a tavolino a vincere. Che in questo caso non si tratti di un disco fatto per i teenager, come al solito, ma per un pubblico adulto cambia poco.
Per i masochisti: qui tutti i premiati.
Pensieri random
C’è una volontà astrale che mi impedisce di andare a vedere il film di Muccino.
Mi spiace Valli, il Vivin C non mi fa nulla. Devo essere immune.
Domani mi iscrivo ad un corso di francese.
Questo week-end forse vado in Svizzera (i due fatti non sono collegati)
Oggi ho cominciato a farmi di vitamine.
Cercasi idee per tesi.
Domenica 18 Maggio potrebbe essere una delle giornate più belle della mia vita.
[Seguiranno dettagli]
Listening room (3)
– Marlene Kuntz – Senza peso: Forse sarà un mio problema, o forse no, sta di fatto che i Marlene mi hanno un po’ stufato. Un tempo erano tra i miei gruppi preferiti: taglienti, complessi, eterogenei ma con una cifra stilistica inconfondibile. E’ proprio quella cifra, ora, ciò che mi disturba di più. I testi di Godano sono sempre i soliti fastidiosi capolavori di criptica logorrea (scritti, si narra, usando il dizionario dei sinonimi), gli intrecci chitarristici -che in qualche caso si incrociano qui con il violino di Warren Ellis (Bad Seeds, Dirty Three)- sempre precisi. Eppure ora mi annoiano.
Comunque, badate, Senza peso è migliore del precedente Che cosa vedi. Se ne differenzia privilegiando le ballate (alcune ottime, come Notte o Schiele, lei, me), ma ne condivide il difetto principale, ovvero un cantato sopra le righe, prodotto in modo da risultare ancora più sopra le righe. Una volta Godano sapeva cantare, quindi dev’essere una scelta precisa. Molto infelice.
Senza peso, insomma, lascia incerti e non convince, e non solo me: mentre RockOl invoca al capolavoro, Kronic definisce l’album Senza idee e Rockit si posiziona a metà, e sembra dubbioso. Boh.
– Carnival of Fools – Blues get off my shoulder: Blues malato di inizio anni ’90, atmosfere a metà tra il primo Nick Cave e Morricone ed una qualità generale che gareggia con le più blasonate produzioni estere. Questo in due parole è Blues get off my shoulder, antologia di brani dei Carnival of Fools, fondamentale band di una decina di anni fa capitanata da Mauro Ermanno Giovanardi, ora voce dei La Crus.
Chi conosce i La Crus e i Santa Sangre, i due gruppi nati dalle ceneri dei Fools, può ben immaginarsi la loro musica: incrociate i due gruppi, aggiungete una voce più wave e togliete ogni riferimento alla canzone italiana, che è invece un tratto distintivo dei La Crus, e infilateci ogni tanto Manuel Agnelli al piano. Otterrete un suono senza tempo, che spazia da pregevoli composizioni originali (Not the same, di cui è incluso anche il video) a cover d’autore (Joy Division, Sonic Youth, Nick Drake), e non ha nulla da invidiare alle star dell’epoca. Anche se con un decennio di ritardo, diamo a Cesare quel che è di Cesare.
[Listening room 1 e 2 sono qui e qui.]
Fuori dal Nido
Cristina donà, forse la più talentuosa cantautrice italiana, ha scritto un altro libro. Dopo il delizioso zibaldone di pensieri e parole Appena sotto le nuvole, la cantautrice milanese ha prodotto un lavoro a 4 mani insieme allo scrittore Michele Monina, intitolato God less America. E di America si tratta: è infatti il racconto di un coast to coast on the road sulle orme delle canzoni di Springsteen, qualcosa a metà tra un romanzo e un lungo articolo giornalistico. Il tutto tra serio e faceto, e con un DVD allegato di parole e immagini. In attesa del nuovo album, Dove sei tu, in uscita il 4 Aprile.
Scendo in campo
I politici italiani fanno schifo. Non c’è nessun partito che mi rappresenti. L’ha fatto il Berlusca, l’ha fatto Prodi, l’ha fatto Di Pietro, e ora lo faccio anch’ìo: scendo in campo. Come si chiamerà il mio partito? Pensavo a Confederazione liberal-federalista dei lavoratori internazionali del centrosinistra. Come dite? Troppo lungo? Che ne dite di Partito europeista dei moderati italiani per la libertà? Troppo di destra? E Democrazia catto-leninista per l’Italia? Un po’ contraddittorio?
Vabbè, ci penserò su. Fortuna che c’è il Generatore di partiti stronzi del Centrosinistra di Phibbi.
Quando uno è alternativo
Noam Chomsky -linguista, filosofo, commentatore politico- sta per pubblicare un DVD per la Epitaph, casa discografica di Offspring, Bad Religion e Rancid. Bello che ci sia ancora qualcuno che non scende a compromessi.
(segnalato da FFWD)
Che l’onda di Arezzo non si infranga
Cosa hanno in comune i Sonic Youth, i dEUS, Nick Cave & The Bad Seeds e Tricky? Dal punto di vista musicale forse poco, ma qualcosa c’è: hanno suonato tutti ad Arezzo Wave negli ultimi anni. Non molti lo sanno, ma Arezzo Wave è il più grande festival musicale gratuito d’Europa. Musica dal vivo a fiumi, proposte di grande qualità, tre plachi, splendida atmosfera,e tutto questo senza i biglietti esosissimi che di solito i festival estivi sparano.
Bene (anzi, male): leggo sul Venerdì che la giunta ForzaItaliota del comune vuole -per l’ennesima volta- tagliare i fondi ad Arezzo Wave. Ovvero, in parole povere, farla morire o costringerla a ridimensionarsi. Probabilmente era troppo aspettarsi che, pur essendo di destra, la giunta capisse il valore di una manifestazione simile, non solo per Arezzo (l’anno scorso ha portato nella città toscana 200.000 visitatori) ma per il panorama culturale italiano, ma uno ci spera sempre. Speriamo che alla fine rimanga almeno un barlume di buon senso.
Amo questa donna
L’imperdibile pagina di Guia Soncini su Il Foglio di oggi.
Tempismo
In regalo con Repubblica di oggi c’è un pacchetto di fazzoletti. Proprio ciò che mi serviva, grazie.
Tempi bui
Eh già, quest’anno niente programmi di Red Ronnie…
La frase della serata
Sulle orme di un geniale SMS di corteggiamento, il tema della serata sono state le frasi pass-partout, ovvero le espressioni da usare per replicare a pressochè qualunque frase. Cercate la risposta ideale a qualsiasi espressione? Avete bisogno di qualcosa di universale da dire quando non ascoltate? Eccola: L’inconscio non fa differenza.
A: Si è fatto più freddo oggi, vero? B: L’inconscio non fa differenza.
A: Mi andrebbe un pollo al curry. B: L’inconscio non fa differenza.
A: Vammi a prendere una penna. B: L’inconscio non fa differenza.
Perfetto, no? Se ripetuta troppo speso potrebbe fare dubitare gli altri delle vostre abilità mentali, ma una volta ogni tanto è perfetta per pensare ai fatti propri mantenendo un barlume di partecipazione.
[Dopo un breve brainstorming sono state prodotte anche altre frasi passpartout: La cazzata del secolo (meno diplomatica, ma adatta a tutte le situazioni), D’altra parte è così (ottima per troncare le discussioni), Dipende dai punti di vista (cara vecchia teoria della relatività). E si può continuare, ma ora sta a voi…]
Ora i topi escono dai buchi
Oggi non ho niente da dire, e poco tempo per dirlo. Blog e vita reale sono inversamente proporzionali, ed oggi sono decisamente proiettato verso la seconda. Che sarebbe, poi, la norma. Ma io sono un blogger, quindi non sono tanto normale. Domani, prometto, vi sconvolgerò con post brillanti e sorprendenti (?); ora invece raccolgo le forze, spengo lo stereo che da varie ore trasmette i Casino Royale (sì, oggi è quel tipo di giornata), mi vesto ed esco per un aperitivo. Io odio gli aperitivi: mi piacciono le cene o i dopocena a bere birra irlandese e parlare del futuro, ma gli aperitivi proprio mi lasciano indifferente. Troppo incastrati, affollati, fighetti. Forse stasera sarà diverso.